Gli sweepers di City Hunter 1 presentano :
Incubi di una notte di mezza estate
Stazione di Harajuku,
la passeggiata
" Guarda Clark, guarda quella bottega di souvenir! Oddiomio che scarpe
meravigliose in quel negozio d'abbigliamento! E quella sciarpa... "
Mika Kano stava trascinando l'uomo da quasi due ore, di vetrina in vetrina, per
la zona commerciale della stazione e la pazienza di Clark Logan aveva superato i
limiti di tolleranza umana.
Il Caposquadra aveva sperato di trascorrere la giornata in altro modo, magari
con una romantica passeggiata e un pranzetto a due in un localino esotico.
Difatti era la prima occasione in cui Mika si era lasciata convincere ad
abbandonare il bar per una "intera giornata", ma gli eventi erano
sfuggiti di mano al barbuto sweeper ed ora, i piedi gonfi e le braccia ingombre
di pacchetti e pacchettini, si ritrovava a far da "cavalier servente"
e a dover sopportare i vezzi (femmine!) della giapponese.
Prima c'era stato il tatuaggio - " Ti prego, Clark, e' troppo bello. Ne
voglio assolutamente uno... poi ti farò scoprire dove intendo farmelo
disegnare..." - Poi il concerto di musica operistica giapponese (una vera
tortura!), infine lo shopping nella confusione dell'ora di punta.
E fu proprio il silenzio improvviso ad attirare l'attenzione di Clark.
Come per magia la folla festante si fermò, congelata dall'apparizione di un
nutrito gruppo artificieri che avanzavano correndo.
E i gruppi di persone che incontrava il frenetico corteo non potevano fare a
meno di aprirsi al loro passaggio e di ammirare a bocca aperta gli uomini che
stavano sfilando dinanzi ai loro occhi.
Logan, per niente interessato a quello spettacolo, si era invece voltato verso
un gruppo di giovani e procaci studentesse.
" Ouch! "
Fu il gomito di Mika, (una forte botta allo stomaco) a far ritornare Clark alla
realtà - " Sei un porco! Ti si vede un filo di bava pendere dalla bocca! E
proprio quando sei insieme ad una ragazza! " -
In quello stesso istante una forte scossa, seguita da un assordante boato, fece
sussultare tutto e tutti.
"Emergenza! Emergenza! Tutti fuori!"
Le luci rosse lampeggianti e gli indicatori di percorso fluorescenti a malapena
foravano il denso fumo nei corridoi. La gente correva spintonandosi.
Dov'è Mika? Persa chissà dove...
"Devo tornare a cercarla..."
Ma il flusso delle persone è contrario alla direzione di marcia del Capitano,
che viene trascinato verso l'uscita.
Scintille dai pannelli che poi esplodono.
Giunge il turno di Clark per abbandonare la stazione... lo sweeper non vuole, si
dibatte... qualcuno allunga una mano e gli inietta un calmante... la sala perde
i contorni della nitidezza del reale.
Buio.
Polvere.
Un paio d'ore dopo, Clinica Kumosuzumegaoka...
"Sveglia eroe, è tutto finito"
Un sorriso accompagnò il risveglio di un confuso Clark Logan.
"Mika... stai bene? Cos'è successo?"
"Un falso allarme" rispose la giapponese, non trattenendo un leggero
tremore della mano "Ignoti terroristi hanno posto un ordigno al gas nella
metropolitana. Fortunatamente c'è stata solo l'esplosione, il gas era innocuo.
Probabilmente è solo un avvertimento... le forze di polizia sono in massima
allerta nel caso la cosa si ripeta."
"Alla faccia dell'avvertimento..." sorrise Clark massaggiandosi la
nuca contusa "La deflagrazione è stata fortissima..."
"Perché l'ordigno era proprio sotto i nostri piedi, alla fermata di
Harajuku. Il gas è invece stato trasportato attraverso i condotti di aerazione
lungo l'intera linea Yamanote. Pensa quante vittime avrebbe potuto fare!"
Il pomeriggio successivo all'evento trascorse comunque sereno per Clark, Mika e
per tutti gli sweeper in libera uscita.
Shinjuku, Tokyo.
Il giorno dopo.
Solo durante il pomeriggio Clark si ricordò del sogno che aveva fatto.
Non proprio un sogno, un terrificante incubo.
Gelida, una goccia di sudore percorse la schiena dell'americano, ma ancora più
sconvolgente il fatto che un'impressione stralunata era dipinta sulla faccia di
tutte le persone che incontrava.
Nessuno osava parlarne, ma molti, tutti quelli che si trovavano in un punto
qualsiasi della metropolitana di Tokyo al momento dell'esplosione, il giorno
prima, avevano poi avuto incubi notturni spaventosi.
Shinjuku, Tokyo.
Coffe House "Get Wild", quella sera.
" Ciao Clark, cosa ti posso servire? "
" Ciao Mika, qualcosa di forte, te ne prego... "
" Problemi? "
" No, solo un brutto sogno... "
" Non sei il solo a quanto pare... ecco, questo e' vero brandy, riserva
speciale..."
" Grazie Mika, ne ho proprio bisogno. "
Da uno dei tavoli giunse un richiamo: - " Clark, unisciti a noi! "
" Buonasera padre... si, vengo volentieri. " - e mentre parlava Clark
si accorse che una goccia del liquido ambrato si era rovesciata dal suo
bicchiere per il tremore nervoso della mano.
Lo accolse una serie di sguardi comprensivi: - " Non ti preoccupare
Clark," - continuo' il prete - " noi tutti abbiamo sognato qualcosa di
terrificante: e' l'effetto del gas di ieri, di nuova concezione. Sembra che
riesca a ripescare, dal fango del subconscio di chi lo respira, le paure più
nascoste. L'unica terapia e' raccontare il sogno, e berci su un buon bicchiere.
Signori, chi vuole iniziare?"
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