L'Addestramento
di Demos
L'uomo si risvegliò di
soprassalto nel salotto. C'era una figura davanti a lui. Senza neanche
vedere chi fosse, con velocità sovraumana si alzo dalla sedia e
strinse la sua unica mano intorno al collo. Appena la riconobbe,
lascio la presa e con aria stupefatta aggiunse:
- Callisto!?! Che ci fai qui??? -
Prima una ginocchiata nel ventre e poi una capriola indietro ed ecco
che la situazione si era ribaltata. L'uomo giaceva a terra con il viso
rivolto verso l'alto e Callisto gli era sopra tenendogli saldamente
l'unica mano in modo che non potesse usarla per difendersi. La
mezzodemone lo guardò con occhi straniti. L'aura era così simile a
quella di Demos, ma il corpo... quello era totalmente cambiato, e
questo la confondeva.
- Ti conviene darmi delle spiegazioni se non vuoi che la situazione si
faccia calda -
Fissò i suoi occhi castani in quelli dell'apparente sconosciuto
- Chi sei? -
La ragazza era agile come si ricordava. Era bastato un attimo di
distrazione perché le situazioni si capovolgessero, ma ora che se la
ritrovava addosso la cosa non gli dispiaceva più di tanto. Callisto era bella,
molto bella.
- Oh, non sai quanto sia già calda - disse sorridendo e arrossendo un
poco.
- Callisto sono io, Leonard Demos - le disse a fatica - So che sembra
una pazzia, ma sono io! Se ti alzi ti posso spiegare -
La mezzodemone gli lasciò la mano e si alzò mantenendo però una
posizione vagamente difensiva. Pose le mani incrociate sul petto e lo
esaminò con lo
sguardo aspettando che si alzasse e le desse una ragione abbastanza
credibile per non ucciderlo.
- La tua aura è molto simile a quella di Leonard, ma chi mi dice che
non sei un sicario dell'inferno? - l'apostrofò.
- Uhm... bella domanda. Aspetta - alzo il suo braccio a 90 gradi dal
corpo e esclamò "Nentis". In un bagliore di luce gli
comparve una spada nella sua mano. Era una spada lucida, come se mai
usata. Sul manico c'erano un angelo e un diavolo avvinghiati l'uno con
l'altro. La tirò a Callisto.
- Guarda, la riconosci??? Anche se il simbolo è cambiato dovresti
riconoscere la spada come una delle gemelle della tua! Dovrebbe
bastare come prova. Oppure dimmi come altro posso dimostrare le mie
parole -
Lei la fece girare tra le mani e poi gliela rilanciò dicendo.
- Non c'è dubbio è quella di Leonard ma per quanto mi riguarda
potresti averlo ucciso e avergliela rubata... come puoi avere
assorbito la sua energia e per questo la tua aurea somiglia
momentaneamente alla sua. Potresti essere uno di quei succhiatori di
anime... questo spiegherebbe molte cose -
Fece silenzio per un attimo guardandolo da capo a piedi, poi con molta
nonchalance si sedette a suo solito modo sul divanetto con le gambe
accavallate e un dito sul mento che voleva dare un'aria intellettuale.
- Che ne dici di raccontarmi le cose dal principio? - poi assunse
un'aria stupita.
- E non dire che è una storia lunga perché io sono immortale e il
tempo non mi manca - e sorridendo in modo inquietante lo fissò.
- Beh! - disse sedendosi di nuovo sulla sedia - Temo lo sia davvero, e
stasera abbiamo un appuntamento, mi pare di ricordare - aggiunse
sorridendo.
- Mi spiace non avere nulla da offrirti mia cara, ma è stato tutto
distrutto. Sapresti forse dirmi da chi?? -
Con un movimento fulmineo si alzò e prese Demos per la gola alzandolo
di qualche centimetro e con un'espressione poco amichevole minacciò:
- Ascoltami bene perché non te lo ripeterò un'altra volta. Non mi
fido di te, non mi hai ancora provato di essere veramente Leonard
Demos e quasi due mila anni di fuga dall'inferno mi hanno resa molto
sospettosa - lo lasciò ricadere sul divano.
- Ora o mi spieghi cosa è successo o dovrò pensare che non sei chi
dici di essere, e questo mi potrebbe far arrabbiare -
- Questa dovrebbe essere una minaccia - disse divertito massaggiandosi
il collo.
- Non sfidarmi ragazza - aggiunse serio - Non sono più quello di una
volta, una vittima in più sulla mia lista non sarà di certo un
problema - e mentre diceva questo, i suoi occhi passarono dal blu ad
un verde iridescente.
- Ma d' altra parte, se ti uccidessi le profezie potrebbero non
avverarsi, e il lavoro di anni sarebbe buttato ai maiali - disse
sedendosi di nuovo sulla sedia.
- Siediti cara, mettiti comoda, ma ti prego di non mettermi fretta.
sotto questa giovane scorza sono ancora un vecchio nonno dai modi
antiquati -
Aspettò che Callisto sedesse, e poi inizio a raccontare...
- Stavo facendo le ricerche
sul tuo sangue, e per completarle avevo bisogno del sangue di un
demone. Feci un incantesimo per evocarne uno, ma l'incantesimo fu
usato contro di me, e cosi mi ritrovai all'inferno -
- Fui subito riconosciuto come estraneo e attaccato, decine di diavoli
vennero per cibarsi della mia carne. Erano troppi per me, soprattutto
perché era il loro territorio!
- Venni salvato da uno strano tipo, vestito di tutto punto.. I demoni lo
temevano e rispettavano, tanto da allontanarsi ad un suo semplice
gesto.
- il suo stile mi ricordava un po' il mio Alfred, difatti anche lui
era un maggiordomo creato dal padrone, Signore di quella Terra. Mi
portò in una caverna e mi disse che mi avrebbe istruito nell'uso e
sviluppo dei miei poteri latenti. Cercai di farmi dire chi fosse
questo fantomatico padrone, ma il maggiordomo aveva l'ordine
categorico di non rivelarmelo fino alla fine dell'addestramento.
- Passai cosi ad allenarmi, combattendo contro demoni infinitamente
più potenti di me, senza avere la possibilità di usare la magia. E più
combattevo, più diventavo forte, e i miei poteri aumentavano. Mi resi
conto di stare anche ringiovanendo, sino a diventare come vi vedi ora.
- Passato all'incirca un anno, il maggiordomo decise che l'allenamento
era finito, e mi rivelò il nome del demone che regnava in quei
luoghi. Nel passato millennio, il demone si era distinto per varie
azioni sulla terra, gli fu affidato il titolo di marchese ed un regno
tutto suo. il suo nome è Arias, ed è mio Padre.
Leonard si fermò un attimo a riprendere fiato.
- Finalmente avevo l'occasione di vendicarmi su mio padre, la rabbia
crebbe in me e partii alla sua ricerca.
- Ci vollero 3 anni prima che raggiungessi la sua dimora, e nel mio
peregrinare avevo combattuto contro i demoni della peggior specie,
rimettendoci il braccio e rischiando varie volte la vita - si fermò,
accennando con il viso alla spalla coperta dal mantello.
- Mio padre mi accolse quasi a braccia aperte. Aveva l'aspetto di un
bel giovine snello con lunghi capelli neri, l'unica cosa che
dimostrava la sua appartenenza alla stirpe demoniaca erano gli occhi
d'un verde inumano e le lunghe ali che usava a mo' di mantello.
- Naturalmente ci combattemmo, lottammo per una settimana, dando fondo
a tutte le nostre energie. Per caso riuscii ad avere la meglio, e
stavo per dargli il colpo finale quando mi accorsi che non era
disperato all'idea di morire. Sembrava invece divertito.
- Cosa ridi? Gli chiesi. Dai figliolo, uccidimi e prendi il mio potere
ed il mio posto all'inferno! Mi rispose lui. Uccidimi, non ne puoi
fare a meno!
- E aveva ragione, il sangue demoniaco era ormai troppo forte in me.
Il suo inganno stava riuscendo. voleva che prendessi il suo posto
all'inferno, assimilando il suo potere. Saremmo diventati una cosa
sola, avrei aumentato a dismisura il mio potere, ma sarei diventato un
araldo infernale. Inarrestabile! Non potevo ucciderlo, non ancora
almeno, ma il sangue demoniaco mi spingeva a farlo come una forza
invisibile che mi trascinava verso l'oblio.
- Mi aggrappai quindi alla mia ultima briciola di umanità e fuggii.
- Sentivo le sue grida e le sue maledizioni alle mie spalle, ma non
ascoltavo. Dovevo andarmene, tornare sulla terra.
- Per mia fortuna, dopo qualche mese da girovago, trovai un portale.
Esitai prima di imboccarlo, ma ero ricercato laggiù. I demoni di quel
territorio vogliono la mia testa! Non esitai un attimo a tornare.
- Tornato a casa, presi il tempo di cui necessitavo per riposarmi e
poi ricostruii la mia amata villa. Il mio gioiello. Ed ora eccomi qui,
davanti a te...
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