Resh
e Guy, Cineri Capto
- Ti ho affidato un
compito semplice, Druido - ogni parola del suo Signore sembrava un
artiglio graffiante, sfregato impietosamente sulla sua spina dorsale. Il
Cenerense rabbrividì.
- Si mio Signore. Ho sollevato Arioch contro di lei Signore, ma non è
facile prevedere il suo comportamento. Egli agisce.. sottilmente -
sussurrò le ultime sillabe con voce strozzata, senza sollevare lo
sguardo. Il gelo che emanava dallo specchio lo avvolgeva.
- Credi che io possa preoccuparmi dei metodi di una stupido spirito? -
le parole riecheggiarono come tuoni nella piccola sala, assordando lo
stregone che si ritrovò accucciato sulle lastre di pietra del
pavimento. Le mani premute sulle orecchie doloranti. Quando osò alzare
gli occhi sullo specchio, lo trovò scuro e silente come quando era
entrato nella stanza, ma una lunga crepa ad "Y" lo incrinava
da parte a parte. Il druido tirò un sospiro di sollievo.
Altrove, un angelo ed un vampiro parlavano del più e del meno. Che per
un angelo ed un vampiro significava discutere della premonizione di una
vampira vecchia di qualche migliaio di anni.
- Sono preoccupato. Non ci sono sintomi. Nessun segno. Nessuna
vibrazione! L'unica cosa che so è che succederà qualcosa, ed io non
idea di cosa sia!! - la voce di Guy era tesa, a disagio. Afferrò
l'amico per una spalla e lo proiettò in aria. L'altro sorrise senza
scomporsi, e dopo qualche attimo gli precipitò addosso ad una velocità
impressionante, schiacciandolo al suolo.
- Forse non succederà nulla, dopotutto. Qualsiasi cosa fosse nei loro
pianipotrebbe essere fallita - ipotizzò, cercando di serrargli le
braccia. Ma il vampiro roteò le gambe e lo falciò all'altezza del
viso, mandandolo a rotolare sull'erba qualche metro più indietro.
Doveva stare attento, le gambe di Guy erano abbastanza forti e veloci da
spezzarlo in due.
- Impossibile. Miranda non si manifesta mai senza un motivo - in un
lampo fu addosso all'angelo, lo afferrò per il bavero e lo scaraventò
contro un muro poco lontano. L'intonaco si crepò all'impatto con la sua
testa di Resh, ma ciò non gli impedì di assestare un paio di calci
precisi e ben piazzati. L'altro vacillò all'indietro. Si scambiarono
qualche minuto di colpi piuttosto coreografici, ma poi l'esperienza ebbe
il sopravvento. Guy era dietro di lui, le braccia intrecciate alle sue,
le zanne snudate sul suo collo.
- In poche parole cosa vuoi che faccia? - chiese con naturalezza.
- I Druidi Cenerensi - fu la secca risposta. Resh si liberò con uno
strattone, portandosi faccia a faccia con l'amico. Lo scrutò
attentamente, cercando di "sondarlo", ma sentiva solo
un'inarrivabile freddezza. Scosse la testa.
- Che cos'hai a che fare con loro? -
- Non ho a che fare con loro. Voglio solo distruggerli tutti - il volto
di Guy rimase immobile, mentre il suo amico si lasciava andare
sull'erba. La risata fragorosa riecheggiò nel parco solitario.
- Guy! Non puoi pensare di fare una cosa del genere - la sua espressione
stava tornando seria, poco a poco. Molto seria.
- Nessuno può. E' gia difficile trovarli, e di solito quando succede le
strade sono solo due: diventare uno di loro, o la morte! Ho visto decine
di persone perdersi in questa ricerca, non inten.. - ma le parole si
persero in un gorgoglìo, mentre le dita di Guy gli si stringevano
attorno alla carotide. Poteva sentire le sue unghie crescergli nella
giugulare, un sottile rivolo di sangue scorrergli sul collo. Il vampiro
lo sollevò dall'erba, portandolo ad un mezzo metro da terra. I suoi
occhi rilucevano di una furia scarlatta, le sue labbra arricciate
mostravano una fila ininterrotta di canini, simile a quella di uno
squalo. Un rantolo cupo era l'unico suono che vibrasse nella sua gola, e
dopotutto non c'era molto altro da dire. Qualche minuto dopo erano
appollaiati in cima al muro dove si erano scontrati. Resh si massaggiava
il collo. Il silenzio era di piombo.
- Grazie - quelle sillabe bruciavano nella gola di Guy.
- Grazie a te del.. ehm.. dell'allenamento - rispose l'altro.
- Mi faccio vivo quando so qualcosa - aggiunse. Un attimo dopo era
svanito nella notte. Guy levò lo sguardo sulla luna crescente. Aveva
una sfumatura sanguigna che non gli piaceva. Sembrava ridere di lui.
Balzò giù dal muro e si diresse lentamente verso l'appartamento della
Cacciatrice.
Le 3:45 del mattino, Lux sdraiata sul
letto non riusciva a dormire. Fissava la sveglia e si girava e rigirava
tra le lenzuola. Ad un certo punto decise di alzarsi, era inutile
cercare di dormire...tanto non ci sarebbe riuscita.
Jamie dormiva. Cercò di non fare rumore per non svegliarla. Vestita con
il suo pigiama di seta nero andò in salotto e si mise al buio, seduta
accanto alla finestra a fissare le mille luci di New York, la città che
non dorme mai.
Guardava rapita e innamorata la Grande Mela, piena di vita, luci e
colori. In quel mentre sentì picchiettare dolcemente alla porta, Lux si
alzò e andò ad aprire.
Davanti a lei, due occhi scintillanti le sorridevano dal buio. La
ragazza aprì i vetri in silenzio e lasciò che il vampiro scivolasse
nel piccolo soggiorno.
- Non dormi? - la prese in giro.
- No - sospirò Lux guardandolo nei profondi occhi viola - Non ci riesco.
C'è qualcosa di diverso, di strano, in me. Sento il peso dell' incubo.
Lo sento avvicinarsi - gli disse preoccupata e sedendosi sulla poltrona
davanti alla finestra.
- L'unica cosa che mi rilassa è guardare la città... amo New York! -
Seguì lo sguardo di lei fuori dalla finestra, ma non trovò alcun
conforto in quel piccolo gesto umano. Piuttosto lo faceva sentire
piccolo, debole e insignificante. Impotente.
- Ho mandato alcuni amici in cerca di informazioni - le disse. La
ragazza lo guardò senza capire. Lui le sorrise.
- Da quello che ho potuto accertare, c'è un collegamento tra il mio
sogno e le larve che Callisto ha trovato a casa di Jamie - spiegò.
- E' opera di Druidi Cenerensi, un'antica casta stregonesca. Sono i
migliori per quanto riguarda evocazioni, possessioni, spiriti maligni o
serventi, e altre creature di questo tipo. Si sono distinti nei secoli,
e si dice che uno spirito evocato da loro non abbia mai fallito il suo
bersaglio - improvvisamente si rese conto del tono enfatico della
propria voce, e immaginò con un certo divertimento di dover essere
piuttosto inquietante nel suo entusiasmo per una cosa del genere. Si
rilassò.
- Ehm.. comunque, ho mandato alcuni amici in cerca di informazioni. Non
ho ancora prove certe che ci siano loro dietro i nostri piccoli
"incidenti". Ma se ho ragione, la buona notizia è che
qualcuno ci teme abbastanza da scegliere la linea indiretta - sorrise
fieramente, poi sembrò farsi più incerto e inclinò il volto di lato.
- La cattiva notizia è che è una tattica estremamente efficace -
sprofondò nel divano, stendendo le gambe sul tavolino e intrecciando le
dita dietro la nuca.
- Comunque non preoccuparti - sorrise - Io sono ottimista! -
Ben presto la conversazione si fece più leggera e rilassata, e le ore
presero a scorrere velocemente. Il cielo si schiarì. Erano le sei
quando Guy adagiava nel suo letto una Cacciatrice addormentata. Rimase a
guardarla qualche minuto. Immobile nel buio, gli occhi scintillanti
fissi suo volto sereno di lei, giurò a sé stesso che
avrebbe strappato il cuore a chiunque le stesse dando la caccia.
Poi la lasciò al suo sonno privo di sogni, e si lasciò inghiottire
dalla dalla notte.
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