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Domande e Risposte

Edward e Jamie erano appena tornati a casa, scampati per miracolo all'aggressione di un pericoloso cacciatore di taglie, un cacciatore determinato a staccare la testa di Callisto. Lei e Guy lo stavano affrontando, mentre i due ragazzi, a casa con Lux, riprendevano le forze. 
Ma Edward non era intenzionato a starsene buono. Edward voleva delle risposte. Si sarebbero salvati? Cos'era successo? Chi era Caipha e come aveva potuto trovarli nell'appartamento di Jamie? Povera Jamie, casa sua era stata distrutta, ed ora era sul divano di Guy, esausta e profondamente addormentata.
- Non preoccuparti. Sia Guy che Callisto torneranno interi, hanno la scorza dura - Le parole di Lux erano rassicuranti, ma ebbero sul ragazzo un effetto irritante.
- Non preoccuparti- sussurrò fra i denti, dondolando la testa - Non preoccuparti! -
Questa volata era ben chiaro il suo tono di voce, non arrabbiato ma deciso.
- Me lo dicono tutti e poi nessuno si fida se vado a parlare con Jamie, arriva Callisto a salvarmi...da cosa non si sa, eravamo in due! Potevamo difenderci! Va bene che ho vent'anni e sono il più giovane e sprovveduto, ma almeno smettetela di dirmi 'non preoccuparti' quando poi affrontate le creature più terrificanti come un esame del sangue! Guardati - indicando Lux, la sua voce era sempre calma - Hai appena ammazzato un vampiro e non mi sembri più scossa che se fossi andata a fare la spesa. Io sarei...- si interruppe bruscamente perché dal salotto Jamie stava
chiedendo dell'acqua, Edward le prese un bicchiere e una bottiglia d'acqua.
- Scusa - rivolgendosi di nuovo a Lux, mentre porgeva l'acqua a Jamie - Ma oggi e ieri mi sono sentito preso preso in giro" poi si distese su un divano a fianco di Jamie e si rilassò.
Lux comprendeva perfettamente lo sfogo di Edward. La sua prima notte da slayer era stata quasi uccisa, e aveva passato le quattro ore successive davanti ad uno specchio, a chiedersi chi o che cosa fosse. E quando finalmente aveva accettato la propria natura e i propri poteri, c'era sempre stato qualcuno accanto a lei a ricordarle quanto fosse in pericolo, quanto fosse mortale, quanto fosse vulnerabile.
Ma la vera vulnerabilità stava dentro. E dentro stavano le ferite più profonde. Alcune guarivano lentamente, altre non guarivano affatto.
- Non credere a quello che vedi Edward - gli disse con un sospiro stanco. Prese un bicchiere d'acqua e si sedette su uno dei cuscini.
- Sai, io sono cacciatrice da sette anni. Non che questo conti molto, ma ti fa capire che ne ho passate un po'. E non puoi affrontare certe cose se ci stai a pensare. E non dico che non devi provare emozioni -
- Anni fa la pensavo così. Credevo che essere la Cacciatrice perfetta volesse dire lasciarsi divorare dalla caccia. Diventare una macchina, un freddo involucro pieno di morte - sottolineò la frase con una voce stridula, sollevando le mani come artigli e storcendo la bocca. Poi esitò, inarcando un sopracciglio con aria perplessa.
- Ehm, scusa, ogni tanto lo stile di Guy mi contagia. Comunque stavo dicendo? Ah si, l'amore. Beh, invece mi sbagliavo. Io amo, e odio, e soffro con la stessa intensità di tutti gli altri. Ma non posso lasciare che certe emozioni mi controllino. Emozioni come la rabbia, come la sofferenza o il rimpianto. Mi divorerebbero e non riuscirei
più ad andare avanti, capisci? Vuoi la verità? Oggi ho ucciso un uomo che fino a ieri era umano, uno che avrebbe dovuto lavorare con me,combattere al mio fianco! Ma ho dovuto farlo, per permettere a mille altri di vivere. Questo non cancella la colpa. Non allevia la sofferenza. Ma rende la cosa - cercò le parole - Affrontabile -
- E questo vale per tutti noi. Non pensare che non siamo coscienti di quello che affrontiamo. Ogni battaglia è un pericolo. Ma l'odio, la disperazione, l'abbattimento, quelli sono IL pericolo. Capisci? -
- Per questo Guy è quasi bruciato a Villa Demos, ma si è fatto una doccia e si è seduto tra noi come un ragazzino qualunque. Per questo Cudagor combatte le sue battaglie, ma appare a noi magnifico come il primo giorno. Ognuno di noi porta il suo bagaglio Edward, e tu avrai il tuo anche troppo presto. Ti consiglio di non avere troppa fretta -
Lux tacque, finendo io suo bicchiere d'acqua e lasciando al ragazzo tutto il tempo di rimuginare sulle domande, e sulle risposte. Lo guardò a lungo, osservando il suo viso, gli occhi ottimisti e fin troppo sinceri, la mascella morbida che si serrava quando era nervoso.
- Non prendertela se siamo protettivi nei vostri confronti. Abbiamo solo paura - concluse. I suoi occhi verdi sembravano ancora più grandi quando sorrideva, ed in quel momento si sentiva abbastanza di buonumore. Quel confronto era servito a entrambi.