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<meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=UTF-8">
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<body text="#000000" bgcolor="#FFFFFF">
Che dire... Adoro i piani ben riusciti!<div>Bravissima!</div><div>Patrizia<br><div class="messageTextArea">________________________________<br>Il 16/12/2018 23:25, Silvia Brunati <sbrunati@gmail.com> ha scritto:<br>
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Eccomi qui,
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il pezzo è lungo e spero di aver coperto tutti i punti.
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Spero vi piaccia.
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Silvia
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Capitano Sidzi Drax Ajen
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U.S.S. Erinle
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<b>Brano:03-18</b>
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<b>Brano precedente "Droni"</b>
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<b>Titolo: Dhalan.</b>
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<b>Autore:Capitano Sidzi Draz Ajen</b>
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<b>Artemis IX – Mercato Esterno, </b>
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<b>30 ottobre 2398, ore 22:55</b>
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Adlina la pazza giocava come al solito con la biglia di vetro quando le guardie aprirono il portone. Il calore dei due soli li investì come una cappa calda facendo pesare su di loro tutta la potenza del deserto. C’era poco da stupirsi del resto, Artemis era uno dei pianeti più caldi di quel sistema binario e, se non fosse stato per le miniere, nessuno si sarebbe mai sognato di viverci. Per questo motivo quasi tutto era sottoterra, solo i poveri, o i pazzi, come Adlina, sopravvivevano all’esterno. Dopo aver chiuso i caschi, le guardie sospirarono di sollievo, per fortuna il loro capo non badava a spese per quel che riguardava la sicurezza e le tute che indossavano erano in grado di arginare il calore intenso della superficie. Poco dopo, alle loro spalle, fece la sua comparsa Dov Sarlein, il capo della sicurezza, con la tuta slacciata ed una smorfia infastidita. Non sembrava sentire il caldo, ma le guardie avevano imparato in fretta che c’era ben poco in grado di scalfire la sua scorza dura. Girava voce che prima di Gul Kerlack, il suo datore di lavoro fosse Travis Dorian, uno dei criminali più ricercati della galassia, e che lui avesse smesso di lavorare per lui quando questi aveva fatto una volta di troppo il furbo. La storia delle sue dimissioni aveva fatto il giro dei sistemi solari, pareva che Dorian fosse stato consegnato alla flotta stellare in una scialuppa di salvataggio, pestato a sangue e pronto a collaborare pur di non trovarsi di nuovo nelle mani di Sarlein.
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A quel che si diceva Kerlack si era dato parecchio da fare per assicurarsi i suoi servigi quando era giunta la notizia del fallito attentato a Deep Space 5 e del fatto che la flotta stellare lo stesse cercando. Si diceva che avesse accettato la cifra richiesta da Sarlein senza discutere e che avesse fatto tutto quello che l’ardaniano gli aveva chiesto. Nessuno aveva mai visto Kerlack così spaventato, ma nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia.
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Dopo essersi guardato attorno con attenzione, Sarlein si decise finalmente a chiudere il casco, a tracolla aveva un disgregatore e al fianco una lama in vibranio. Come se avesse dato loro un segnale i suoi uomini si disposero a guarda dell’ingresso.
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Adlina fece rotolare la sfera di vetro verso il gruppetto, solo di qualche centimetro e sorrise stupidamente, mostrando denti marci e la pelle del viso cotta dal troppo sole. Una pezza rossa, strappata in più punti le incorniciava la testa, mera protezione contro il sole, mentre il resto del corpo era avvolto da una miriade di stoffe che avevamo perso la maggior parte del colore. A parte il viso, del suo corpo solo le dita scheletriche delle mani erano visibili. Era una parte del paesaggio come gli altri mendicanti che pregavano quotidianamente gli uomini di Kerlack di farli lavorare in miniera. Erano troppo mal ridotti per essere presi in considerazione, ma questo non impediva loro di provarci. Avrebbero fatto di tutto per togliersi dalla costante luce e, soprattutto, dal caldo.
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Sarlein mormorò qualcosa ad un ricevitore e da un lato della strada arrivò l’hovercraft di Kerlack. Il gran capo andava a fare un viaggio con tutta la scorta. Doveva essere successo qualcosa di grave. Adlina rise scioccamente al luccicare della sua sfera di vetro.
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Forse la flotta era arrivata.
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<b>Artemis IX – Condotti di Ventilazione, </b>
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<b>30 ottobre 2398, ore 24:00</b>
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“Non capisco perché non potevo restare a bordo, avrei potuto fare la stessa cosa in sicurezza.” Sibilò Koll trascinandosi lungo il condotto sporco.
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“Abbiamo già fatto questo discorso dottore…”
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“Si, ma ci deve essere qualche problema nella spiegazione,” ribatté l’uomo cercando di ignorare il caldo, la sporcizia e l’insopportabile voglia di sternutire. “perché mi sfugge perché non abbiamo potuto teletrasportarci…”
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Alle spalle del dottore, Toran sospirò. “I sensori ci avrebbero rilevato non appena ci fossimo materializzati.”
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“E invece così?”
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“Così no,” sussurrò di rimando l’ufficiale controllando sul tricorder il percorso, “ci stiamo spostando per quelle che sono le zone buie. Sperando che le informazioni che ci hanno dato siano corrette.”
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“Come speriamo?!”
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“Tenente!” Lo rimproverò il comandante, “se non abbassa la voce ci scopriranno anche senza sensori.”
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“Impossibile, abbiamo spaventato così tanto Kerlack che si è portato tutta la scorta appresso. Dalle informazioni che abbiamo diffuso sembra che l’intera flotta stellare lo stia cercando.” ribatté Koll.
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“Considerata la fatica che ha fatto per rapire tutte quelle persone, dubito abbia lasciato questa base incustodita Al prossimo incrocio a destra.” Fu la risposta di Toran.
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“Non che mi lamenti di un po' di azione,” continuò il dottore seguendo le indicazioni, “ma deve essere per forza in un posto antigienico come questo?”
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<b>Artemis IX – Hovercraft di Kerlack</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 24:05</b>
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Il cardassiano non smetteva di guardarsi attorno, Sarlein aveva smesso da diversi minuti di rispondere alle sue domande preoccupate e si occupava soltanto di tenere sotto controllo la situazione. La sua sopportazione dei fanatici spaventati era già molto poca, un altro po’ delle farneticazioni di Kerlack e sarebbe esploso. E nessuno avrebbe voluto vedere cosa succedeva quando si arrabbiava. I suoi uomini erano divisi in due hovercraft, uno davanti a loro ed uno a seguire, due erano con lui. La loro destinazione era a due ore di distanza, due lunghissime ore.
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Senza farsi vedere, Sarlein disattivò la ricezione del ricevitore del cardassiano.
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<b>Artemis IX – Mercato Sotterraneo</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 24:15</b>
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Shinead camminava fra le bancarelle che esponevano ogni genere di materiale. Non che avesse particolare interesse in quello che veniva esposto, ma stare ferma nello stesso posto sarebbe stato sospetto. Poco distante, dall’altro lato della strada e con l’aria di uno che non ha un pensiero, camminava Alexander Sinclair. Entrambi erano membri dell’equipaggio del mercantile ‘Ful-dDes’ che passava su Artemis una volta al mese e, in quanto nuove reclute, a loro spettava la spesa per la cambusa. O per lo meno questa era la loro scusa se qualcuno li avesse fermati. In realtà Shinead non conosceva nessuno della ‘Ful-dDes’, ma non importava. Se fosse stato necessario il capitano avrebbe garantito per loro, il comandante Toran era stato molto convincente quando aveva parlato delle leggi federali sul contrabbando quando avevano fermato il mercantile.
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A Shinead non dispiaceva un po' di azione sul campo, anche se non era proprio quello che si sarebbe immaginata di fare nel corso di uno sbarco, ma nell’ultimo mese erano avvenute così tante cose che se fosse rimasta un altro giorno chiusa nel laboratorio sarebbe esplosa. Prima di tutto avevano dovuto inviare a Deep Space 5 le specifiche dei droni per evitarne l’esplosione, poi avevano dovuto portare la Erinle ai bacini di riparazione per rimetterla in sesto e consegnare i prigionieri. C’era stato il risveglio di Ailia e lo schiaffo al dottore quando aveva saputo quello che lui aveva fatto; la lunga riunione fra il capitano Drax, il comandante Toran e l’andoriana e la decisione di dare il via alla missione “Calunnia”. Il primo ufficiale della Erinle sorrideva quando aveva annunciato che finalmente si tornava ad un po' di vera azione, il capitano non sembra altrettanto contento, anche se secondo il consigliere Soraya, anche lei aveva bisogno di rimettersi in gioco.
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Se Shinead avesse saputo che l’azione di cui parlava il comandante avrebbe comportato tutti quei giorni di preparazione, la costruzione di false notizie sullo spostamento della Erinle e sulla ricerca del “fanatico” Gul Kerlack, la taglia per la sua cattura e la dichiarazione dell’esistenza di prove della sua colpevolezza che in realtà non erano poi così solide, forse non sarebbe stata così entusiasta alla dichiarazione di Toran. In realtà, però, le era piaciuto lavorare con Chorate e Naholo e finora tutto era andato come avevano previsto: la paranoia di Kerlack era aumentata al punto da spingerlo ad assoldare ulteriori uomini e questo aveva permesso loro di seguire la pista fino ad Artemis. Il capitano Barbosa era stata più che collaborativa, ma non sapeva che il cardassiano, una volta saputa della cattura della Nightwing aveva spostato la base delle sue operazioni su un pianeta sperduto come Artemis. Li aveva una specie di roccaforte, che non abbandonava mai ed uno spazioporto operativo più distante che il tenente Naholo aveva trovato solo dopo scansioni molto attente con i sensori.
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Poco distante Sinclair si fermò ad una bancarella che vendeva cibo ed iniziò a contrattare per l’acquisto di una meglio non identificata frutta dal colore giallastro. Shinead lo superò fermandosi invece vicino ad un baracchino che vendeva da bere. Stava andando tutto per il meglio, si disse la scienziata cercando di allontanare le preoccupazioni, avevano pensato a tutto.
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“Per tutte le galassie! Shinead! Che ci fai qui?”
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Shinead O’Lauglin sussultò e si girò a guardare il tellarita che la guardava sorridente dal bancone.
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“Mor. Che ci fai tu in questo buco?”
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<b>Artemis IX – Condotti di Ventilazione</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 24:30</b>
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“Quanto dobbiamo ancora strisciare comandante?”
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“Alla prossima svolta a sinistra dovrebbe esserci un portello, la superi e si fermi. Dobbiamo entrare da lì.”
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Sbuffando Koll continuò a muoversi, le indicazioni di Toran non comprendevano mai i metri da percorrere, solo parole come ‘fra poco’, ‘poco distante’ e ‘ci dovrebbe essere non troppo in là’, per cui non prese seriamente il suo ‘alla prossima svolta’. Nonostante fosse passato parecchio tempo ormai, non riusciva a togliersi dalla testa Ailia. La sua rabbia per la violazione della sua intimità era stata comprensibile, così come lo schiaffo che gli aveva dato davanti a tutti. Eppure lui sapeva di aver fatto la cosa giusta e non si era scusato per averle salvato la vita. Non si sarebbe mai scusato quando salvava delle vite, nonostante il costo.
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Poco distante vide la svolta di cui aveva parlato Toran, con un sospiro di sollievo la superò e si fermò poco dopo il portello. Il comandante lo raggiunse e controllò ancora una volta il tricorder.
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“E adesso aspettiamo,” disse.
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<b>Artemis IX – Mercato Sotterraneo</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 24:45</b>
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Perché Shinead stava parlando con quel tellarita quando il capitano si era raccomandata di interagire il meno possibile? Sinclair addentò uno dei frutti di bja che aveva appena comprato con una certa preoccupazione osservando la coppia. La scienziata teneva la testa bassa, coperta dal foulard di lana che era tipica della zona e veniva usata per proteggersi dal caldo evitando di guardare nella sua direzione, mentre il tellarita le parlava animatamente. Dall’atteggiamento e dalla familiarità con cui le si rivolgeva sembrava conoscerla, dove mai il tenente poteva aver conosciuto un tizio del genere?
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Avevano ancora tempo, si disse Sinclair, non c’era fretta, dovevano finire gli acquisti e fingere di tornare verso la loro nave. Non c’era nessuna ragione per allarmarsi. Si sarebbe limitato a tenere sotto controllo la situazione al momento e sarebbe intervenuto solo se strettamente necessario.
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<b>Artemis IX – Mercato Esterno</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:20</b>
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Adlina abbandonò il suo posto quando il sole rosso divenne così forte da rendere impossibile sopportarne la luce. L’unica ombra era vicino alla casa di Kerlack ed era così sottile che la pazza era costretta ad addossarsi alla parete per evitare il sole. All’inizio le guardie avevano provato ad allontanarla, ma Adlina aveva iniziato ad urlare, attirando l’attenzione, e Sarlein alla fine aveva dato ordine di lasciarla stare. Lei gli era stata così grata da regalargli una sfera che l’ardaniano aveva accettato un po' sorpreso per poi consegnarla ad una delle guardie della porta con una smorfia di disgusto. La sfera era finita in un cassetto nel casotto delle guardie.
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Al riparo, per quanto tenue, Adlina riprese a giocare con la sua sfera. Era una biglia di vetro, non troppo grande che cambiava colore a seconda di come la luce la toccava e la pazza la faceva rotolare dall’ombra al sole, poi la recuperava e ricominciava. Ripeteva questa sequenza per ore, sempre la stessa, sempre uguale. Senza mai fermarsi.
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Fino a quando, all’improvviso non si fermò.
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<b>Artemis IX – Condotti di Ventilazione</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:30</b>
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“È pronto?”
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“Lei?” Ribatté Koll.
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“Sempre,” rispose Toran con un sorriso iniziando a lavorare sull’apertura del portello mentre il dottore controllava il proprio tricorder.
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“Il corridoio sotto di noi è libero,” disse alla fine dandogli il via. Toran non se lo fece dire due volte e lo aprì.
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“Si ricordi dottore, non dobbiamo agire fino a quando non è il momento, niente pazzie,” gli disse Toran. Koll lo guardò stupito calarsi. “Perché lo dice a me?” chiese seguendolo.
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<b>Artemis IX – Mercato Sotterraneo</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:32</b>
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Shinead si era finalmente liberata del tellarita e lei e Sinclair avevano finito gli acquisti e stavano tornando verso lo spazioporto. “Quanto?” Fu l’unico commento che il tenente fece mentre camminavano.
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“Tre minuti,” rispose il pilota trattenendosi dal fare domande perché erano in ritardo rispetto ai tempi previsti e perderne altro a chiedere spiegazioni non era una buona idea.
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Davanti a loro si iniziarono a vedere i gate di accesso agli edifici superiori, spostando il pacco dal braccio destro a quello sinistro Sinclair portò la mano sul phaser. “Pronto?” Gli chiese Shinead accelerando il passo.
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“Sempre.” Rispose il pilota con un sorriso.,
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<b>Artemis IX – Hovercraft di Kerlack</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 1:35</b>
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Sarlein si chinò ad ascoltare l’autista ed annuì un paio di volte prima di girarsi verso Kerlack che continuava a fissare preoccupato il dipadd che aveva fra le mani.
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“Mezz’ora e saremo a destinazione,” gli disse. Quando il cardassiano non reagì lo guardò perplesso prima di ricordarsi di riattivare il comunicatore. “Fra mezz’ora saremo arrivati,” ripeté ottenendo per tutta risposta due brevissimi cenni di assenso.
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“Non capisco cosa ci sia che non vada,” commentò dopo qualche istante dando un paio di botte al dipadd, “ho perso la connessione con la base.”
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Roteando gli occhi esasperato Sarlein gli indicò le montagne attorno a loro, “siamo in piena zona buia, qui i collegamenti non funzionano, troppe radiazioni, è per questo che abbiamo scelto questo posto per lo spazioporto no?”
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“Io l’ho scelto veramente, tu non eri ancora qui quando è accaduto,” ribatté seccato il cardassiano.
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“Si esatto,” concesse Sarlein.
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“Quanto?”
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“Cinque minuti e saremo fuori.”
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Kerlack iniziò a battere impazientemente con le dita sul dipadd.
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<b>Artemis IX – Mercato Esterno</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:35</b>
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L’esplosione aveva spaventato Adlina che ora urlava terrorizzata mentre la porta che una volta era l’ingresso della casa di Kerlack esplodeva verso l’esterno. Disperata cercò di togliersi dalla traiettoria delle pietre che cadevano a terra e che una volta erano state la sua ombra e trovò rifugio vicino dietro una bancarella. Quando fu tutto finito, sollevò atterrita lo sguardo verso la devastazione e vide il fumo nero e denso che usciva dalla porta divelta. Tremando Adlina si avvicinò fino a sbirciare all’interno. Buio, puzza e lamenti la investirono spingendola a coprirsi la bocca con la mano. Alle sue spalle altri incuriositi la imitarono, ma non erano abbastanza coraggiosi da entrare. Fu così che la pazza fece quello che solo una che non ci sta con la testa avrebbe fatto, si coprì lòa bocca con la pezza rossa ed entrò nella fortezza di Gul Kerlack.
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<b>Artemis IX – Base di Gul Kerlack, corridoio secondario</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:40</b>
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La potenza dell’esplosione si era sentita fino a quella profondità facendo tremare di metallo. Un allarme suonava insistentemente in distanza e diversi passi avevano superato il loro corridoio in direzione degli ascensori.
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Koll e Toran entrarono nel corridoio illuminato non appena il dottore confermò che la via era libera e si diressero rapidamente nella direzione opposta alle guardie.
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“Secondo corridoio a destra, poi a sinistra e ancora dritto,” disse Koll studiando il suo tricorder. “Le letture corrispondono, sono loro.”
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Toran annuì senza rispondere, il phaser in mano mentre seguiva le indicazioni del dottore.
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“Sa cosa fare?” Gli chiese non appena si fermarono davanti alla porta che era la loro destinazione.
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“Per chi mi ha preso?” Ribatté offeso Koll estraendo il proprio phaser.
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<b>Artemis IX – Casa di Gul Kerack, livello superiore,</b>
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<b>31 ottobre 2398, contemporaneamente</b>
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Gli occhi di Adlina ci misero un po' ad adattarsi al buio e, quando lo fecero, la scena che le sic presentò davanti era impressionante. Il casotto dal quale le guardie avevano controllato l’accesso era completamente devastato. Uno degli uomini di Gul Kerack era a terra, sotto un cumulo di pietre, mentre un altro si teneva la testa gemendo poco distante, un rivolo di sangue gli scendeva lungo il viso a macchiare la tuta. Gli occhi folli di Adlina passarono dall’uno all’altro, incerti sul da farsi, poi alla fine la donna decise di andare verso il soldato privo di sensi e si chinò su di lui portando la mano tremante a toccargli il collo.
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“Sei vivo? Si, sei vivo, l’ho detto io che saresti stato vivo, nessuno muore, no no, nessuno muore.”
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Sempre parlando fra sé la pazza si spostò a guardare verso quello che restava del gabbiotto e dell’ascensore che portava in profondità. Portandosi le mani alle orecchie per proteggersi dal fastidioso suono dell’allarme, Adlina raggiunse quello che restava del pannello di controllo e passò le mani sulla consolle. Un “Ah!” soddisfatto le sfuggì dalle labbra quando l’insistente all’allarme si spense.
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<b>Artemis IX – Hovercraft di Kerlack</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 1:41</b>
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“Fermi fermi! Torniamo indietro, dobbiamo tornare indietro!”
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Al grido di Kerlack, Sarlein ordinò immediatamente al convoglio di fermarsi.
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“Che succede?” Chiese controllando a sua volta il proprio comunicatore. Una luce rossa lampeggiante gli fece indurire la mascella. “Rezx?” Chiese al suo secondo sull’altro hovercraft, “che cosa leggi?”
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“Sembra che ci fosse un problema alla base signore che però sembra è rientrato…” gli rispose incerto Rezx.
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“Ma quale rientrato! Sono loro, sono loro!” Gridò isterico il cardassiano, “mi hanno trovato!” La sua espressione terrorizzata disgustò Sarlein.
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“Prova a contattarli.” Ordinò seccamente a Rezx.
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“Non risponde nessuno,” gli comunicò dopo alcuni secondi l’altro. L’espressione di Sarlein si fece ancora più gelida. Si girò verso il suo datore di lavoro che si grattava nervosamente le mani.
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“Non rispondono, consiglierei di….”
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“Torniamo indietro!” Lo interruppe Kerlack. ”No!” Aggiunse subito dopo, “ho un’altra idea, proseguiamo. A tutta velocità. Raggiungiamo lo spazioporto.”
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“Non sarebbe meglio lasciare il pianeta?” Suggerì seccamente Sarlein che odiava essere interrotto.
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Il cardassiano lo ricompensò con un sorriso folle. “Basta scappare. Si pentiranno di avermi sfidato. Andiamo.”
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Senza dire una parola, Sarlein diede l’ordine al convoglio di ripartire.
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<b>Artemis IX – Spazioporto</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:41</b>
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Shinead e Sinclair si fermarono subito dopo i gate posarono i loro acquisti in un angolo nascosto dopo essersi assicurati che nessuno li stesse guardando e si incamminarono con tranquillità verso gli uffici dello spazioporto. C’era parecchia agitazione e diversi impiegati erano usciti per andare a parlare con le guardie. Qualcuno parlava di un’esplosione in superficie, qualcun altro di problemi nelle miniere.
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Approfittando della confusione i due entrarono e raggiunsero un corridoio secondario.
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“Qui?” Chiese il pilota aprendo la porta di un ufficio.
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“Sto verificando.” Riposte la donna che stava controllando il tricorder, “no, più avanti.”
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Sinclair fece richiudere la porta e si diresse verso la successiva, “qui?” chiese sempre più impaziente.
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“No,” fu la risposta secca di Shinead O’Lauglin mentre lo superava.
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“Questa?” Chiese ancora Alexander indicandone un’altra.
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L’ufficiale scientifico non rispose continuando a controllare il tricorder.
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“Shinead…”
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“No,” esclamò dopo alcuni interminabili secondi lei, “prosegui.”
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“Se non troviamo quel dannato tunnel in tempo, il capitano vorrà la nostra pelle.” Gemette Sinclair.
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<b>Artemis IX – Base di Gul Kerlack, celle detentive</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:41</b>
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Il trucco di un attacco di sorpresa è, appunto, la sorpresa. Il problema viene quando la sorpresa in parte è stata rovinata da un allarme che però si spegne. Chi è stato allertato dall’allarme sarà sollevato dal suo spegnimento ma, allo stesso tempo, manterrà comunque una punta di sospetto che non sia stato un falso allarme.
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Fu per questo che, non appena varcata la soglia delle celle, Toran non perse tempo e, identificata la guardia, sparò. E, sempre per lo stesso motivo, prima che il tenente Koll potesse farlo a sua volta, si occupò della seconda.
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“Vuole fare tutto lei?” Fu il commento sarcastico del dottore mentre abbassava il phaser.
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“Sto aprendo le celle, si assicuri che siano in grado di camminare.” Fu la secca risposta di Toran. Sollevando gli occhi al cielo, Koll prese in mano il tricorder. “Lei si assicuri che non arrivi nessuno invece”.
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<b>Artemis IX – Uffici dello Spazioporto</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:44</b>
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Shinead era arrabbiata, in altre circostanze sarebbe stata contenta di incontrare Mor, non vedeva il tellarita da anni, ma non sarebbe potuto accadere in un momento peggiore. Aveva perso minuti preziosi che avrebbero dovuto essere impiegati per cercare quel dannatissimo tunnel segreto di Kerlack, minuti che potevano significare il fallimento della missione.
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“Qui?” Chiese ancora Sinclair con il tono di chi è sull’orlo della disperazione.
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“No,” e, all’esclamazione frustrata del pilota esclamò, “vorrei vedere te a studiare una mappa stratificata di centinaia di tunnel!”
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Sollevando una mano in segno di scusa, Sinclair proseguì lungo il corridoio, mentre Shinead ruotava l’immagine per cercare di orientarsi.
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“Ci dovrebbe essere una specie di sgabuzzino più avanti…”
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“Il corridoio è finito,” ribatté Sinclair.
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“Come finito?!” Chiese lei sollevando di scatto la testa.
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<b>Artemis IX – Base di Gul Kerlack, celle detentive</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:47</b>
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I prigionieri erano una decina, provati ma in buona salute per la maggior parte. Un paio presentavano ferite più o meno gravi che Koll aveva trattato come poteva ed ora lui ed un altro prigioniero aiutavano il più malconcio a camminare.
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In testa al gruppo Toran guidava il gruppo senza fretta, controllando la mappa e facendoli fermare fino a quando non era sicuro che la strada fosse libera. La base del cardassiano non era enorme, ma capire quale fosse il percorso giusto verso un vecchio tunnel abbandonato non era una passeggiata.
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“Ci siamo,” sussurrò Toran indicando un portello, “da qui arriveremo dritti allo spazioporto.”
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“Sperando che ci sia qualcuno ad attenderci dall’altra parte,” mormorò in tono appena udibile Koll.
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<b>Artemis IX – Spazioporto segreto di Gul Kerlack</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 01:55</b>
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Gli hovercraft si fermarono non appena raggiunto lo spazioporto. Sarlein fece appena in tempo a smontare che Kerlack lo superò in direzione di un piccolo edificio poco distante.
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Una navetta solitaria sembrava attendere solo loro, peccato che non ci sarebbero mai entrati tutti.
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Dopo aver ordinato seccamente ai suoi uomini di controllare il perimetro l’ardaniano si affrettò a seguire Kerlack all’interno dell’edificio.
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Lo trovò intento a digitare freneticamente su una consolle.
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“Signore?” Chiese avvicinandosi.
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“Non mi avranno mai, no no, pensavano di essere furbi, ma io lo sono più di loro, si si!” Lo sguardo di Kerlack era se possibile ancora più esaltato di prima e Sarlein che fino a quel momento aveva creduto che il cardassiano fosse un fanatico per convenienza, all’improvviso capì che lo era per convinzione.
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“Dhalan penserà a sistemarli,” ora Gul Kerlack lo fissava, “ci penserà Dhalan..:”
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“Chi…?” Chiese perplesso l’ardaniano.
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“Non chi, cosa!” Lo corresse il cardassiano tornando a digitare, “un’arma così potente che insegnerà loro chi comanda!”
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“Non capisco,” chiese ancora Sarlein avvicinandosi a lui.
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“Loro, loro non sanno,” Kerlack lo guardò con un’espressione totalmente folle, “io l’ho ricostruita, l’arma che terrorizzò la federazione! L’arma che mi permetterò di vendicarmi, io li distruggerò, tutti!”
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Fu in quel momento che Sarlein lo colpì.
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<b>Artemis IX – Uffici dello Spazioporto</b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 02:05</b>
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Sinclair e Shinead O’Lauglin erano tornati sui loro passi, ricominciando a cercare.
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“Il piano è quello giusto.” commentò Sinclair mentre Shinead ricontrollava la mappa. “Le indicazioni precise. L’edificio è questo. È questo?” Le chiese colto da un improvviso dubbio.
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“Si certo!” Rispose lei, “solo che questa mappa è vecchia e non tutto corrisponde… Aspetta…” Si fermò. “Li.”
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“Qui?” Chiese Sinclair indicando perplesso la porta di uno sgabuzzino.
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“Si, si,” confermò la scienziata sempre più eccitata, “come ho fatto a non capirlo prima! Questo edificio è stato ridotto quando hanno ampliato lo spazioporto e quello che prima era un ufficio è diventato uno sgabuzzino! È qui.” Ripeté con sicurezza.
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Sinclair la fissò per una frazione di secondo, poi cominciò a spostare i mobili.
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<b>Artemis IX – Tunnel Segreto </b>
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<b>31 ottobre 2398, ore 02:1</b>0
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Toran si staccò dal portello con uno sbuffo seccato. “Niente da fare, è bloccato.”
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“Era così anche due minuti fa,” commentò sarcastico Koll.
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“Non dovrebbe esserlo,” ribatté Toran guardando il dottore.
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“Lo so,” rispose Koll abbassando la voce, “ha un piano di riserva?”
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“L’unico piano di riserva che ho prevede farci largo con le armi e non siamo abbastanza,” rispose Toran digrignando i denti. Koll sollevò un sopracciglio.
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“Non dimentica qualcosa?”
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“Cosa?” Gli chiese perplesso Toran. Per tutta risposta Koll lo indicò. L’ornariano si guardò senza capire poi esclamò: “Oh.”
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“Quante persone pensa di riuscire a stendere con le sue ‘scariche elettriche’?”
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“Lo scopriremo presto non pensa?” Fu la risposta di Toran.
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In quel momento un suono sordo provenne dalle loro spalle e lo sportello si aprì.
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“Scusi il ritardo signore, abbiamo avuto problemi con la planimetria,” disse Sinclair.
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<b>Artemis IX – Mercato superiore</b>
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<b>31 ottobre 2398, contemporaneamente</b>
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Adlina si portò una mano a proteggersi gli occhi guardando la Ful-dDes decollare. Si era spostata dalla confusione attorno alla casa di Gul Kerack, non le piaceva tutto quel rumore e le persone continuavano a inciampare sulla sua biglia. Per fortuna era riuscita a recuperare i frammenti dell’altra prima che arrivassero i soldati sennò avrebbero sicuramente dato la colpa a lei. Tenendo la testa bassa e la benda a coprire il viso e grattandosi vicino all’orecchio dove una macchiolina scura compariva sotto lo sporco, Adlina la pazza si fece largo fra le bancarelle allontanandosi per sempre dal mercato e da Artemis.
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<b>U.S.S. Erinle – Ufficio del capitano</b>
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<b>02 novembre 2398, ore 15:20</b>
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“Gul Kerlack è stato preso in consegna dalla U.S.S. Ferlalf alcune ore fa, i suoi seguaci catturati mentre cercavano di fuggire da Artemis. Tutte le vittime sono state dimesse dal dottor Koll, anche quelle più gravi e saranno sbarcate non appena raggiungeremo Deep Space 5. Gli Xindi hanno ‘ringraziato’ per la restituzione di Dhalan e assicurano che non avrebbe mai funzionato, i piani erano fallaci, tuttavia l’intervento tempestivo del signor Naholo ha impedito che esplodesse uccidendo lui e tutti quelli che si trovavano nello spazioporto.”
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Il capitano Sidzi Drax Ajen ascoltava il suo primo ufficiale tenendo il dipadd con il rapporto che Toran gli stava riassumendo fra l’indice ed il pollice della mano sinistra.
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“A proposito del tenente Naholo…”
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“Se l’è cavata molto bene dire,” rispose subito Toran con un sorriso soddisfatto.
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“Sono d’accordo,” annuì la trill, “crede che sia pronto?”
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“Ha sostenuto la parte del terribile Sarlein senza perdere credibilità nemmeno quando ha fatto credere ai suoi uomini di aver ucciso Gul Kerlack,” disse Toran, “direi che è più che pronto.”
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“Allora sarà il caso di parlargli,” decise Drax alzandosi, “ma prima dobbiamo conoscere il nuovo ammiraglio.”
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Toran la imitò, “adesso?”
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“Vuol forse fare attendere il contrammiraglio T’li?” Gli chiese Drax con un sorriso.
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“Non mi sognerei mai, capitano,” rispose Toran seguendola, “quando salirà a bordo?” le chiese mentre uscivano.
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“Troppo presto, comandante, troppo presto,” rispose Drax prima che le porte si chiudessero alle loro spalle.
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<br>Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht
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</sbrunati@gmail.com></div></div><br><br>Sent from Virgilio Mobile
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