[Stml11] [Tracey - 5.14] - Tutto è bene ciò che finisce bene
Maximilien Tracey
cpt.maxtracey a gmail.com
Mer 18 Mar 2015 22:22:31 CET
Come al solito, mi faccio un programma di lavoro, poi la vita reale mi
incasina tutto (questa volta si è superata ... 2 funerali, 2 colloqui, 1
incidente d'auto) ... per questo il brano non è venuto come volevo
(tutt'altro) e non l'ho manco riletto perchè l'ho terminato giusto ora ...
però come avevo preannunciato ho terminato la missione (più che altro
perchè, altrimenti, avrei passato la palla in un bruttissimo punto a
livello narrativo) ... spero non faccia troppo schifo ...
Ciao
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Palazzo della Federazione - 8 luglio 2394, ore 11:50
Il mezzosangue betazoide, ancora intento a percorre i corridoi mentali
della banca dati, improvvisamente avvertì qualcosa. Una strana sensazione
istintiva più che una vera presa di coscienza, ma abbastanza forte da
costringerlo a proseguire le sue ricerche in una determinata direzione,
quasi come se fosse un asteroide catturata dalla gravità di un pianeta a
cui si era incautamente avvicinato troppo.
La mente di Maximilién, geneticamente avvezza alle comunicazioni
telepatiche malgrado lui non brillasse in materia, aveva lentamente
iniziato a mascherare le informazioni in ingresso con un “interfaccia”
volta a rendere l’interazione più semplice e naturale. Ora il vuoto oscuro
del nulla era stato sostituito da filamenti lattiginosi e fluorescenti che
delineavano i contorni di corridoi eterei.
Muovendosi come se si trovasse in una sorta di proiezione astrale, il
corpo onirico del Capitano fluttuò all’interno di un lungo corridoio,
fermandosi solamente quando notò una serie di figure parzialmente definite
al termine dello stesso. Cercò di non dar loro peso, riprendendo quasi
immediatamente il suo viaggio e non ci mise molto a riconoscere nei
lineamenti sfocati delle figure davanti a se varie versioni differenti
delle uniformi della Flotta. Si rese conto inoltre che, malgrado la sua
velocità fosse costante, la distanza con quella sorta di “armata eterea”
non sembrava variare di conseguenza, diminuendo in maniera decisamente
minore di quanto avrebbe dovuto fare. Non diede però peso neanche a questo,
notando invece che alcune di queste figure iniziavano ad acquisire maggior
definizione, mentre altre svanivano in uno sbuffo di vapore luminoso per
poi rimescolarsi in nuove e diverse forme. Finalmente, iniziò a riconoscere
i volti di queste figure. Famigliari, conoscenti, colleghi, amanti,
perfino persone che aveva incontrato solo un paio di volte. Avvertì un
pizzicorio alla base del cranio e ciò gli confermò che, qualunque cosa
stesse accadendo, ora stava interagendo direttamente con la sua psiche.
Poi, dopo quelli che a Maximilén parvero una manciata di secondi, ma che
potevano essere molti di più, la sua velocità di avvicinamento alle strane
forme eteree iniziò gradatamente ad aumentare, mentre un numero sempre
maggiore di queste ultime svanivano nel nulla. Erano rimasti solamente in
cinque quando lui arrivò ad una decina di metri dalle figure.
I suoi genitori, così come le sue memorie infantili li ricordavano, furono
i primi a svanire, seguiti pochi attimi dopo dalla figura del fratello
Damién. La figlia, nella sua uniforme dalla livrea color senape coi lunghi
capelli ordinati in un elegante chignon, così come la ricordava
dall’holofilmato che Sarin gli aveva inviato in occasione della promozione
a Tenente qualche settimana prima, rimase qualche attimo in più, ma svanì
a sua volta poco tempo dopo.
Solamente T’Laria, la sua ex-moglie, vestita solamente di una camicia
capace di lasciar ben poco all’immaginazione, rimase ad attenderlo.
“Configurazione della matrice di interfaccia completata. – affermò la
donna, prendendo di sorpresa il mezzosangue – Sono in attesa di ordini.”
“Tilly? – replicò lui, lasciandosi andare ad un commento sarcastico pochi
attimi dopo – Sembra quasi che tu ci stia prendendo gusto … ”
La donna osservò il Capitano per una manciata di secondi, forse indecisa su
cosa replicare, poi riprese la parola.
“ La forma del Comandante T’Laria è stata scelta come interfaccia in base
alle preferenze dell’utente utilizzatore. – Maximilién inarcò un
sopracciglio – Questa rappresentazione sembra essere quella che suscita
maggiori reazioni emotive nell’utente utilizzatore …”
USS Tokugawa, Plancia – Contemporaneamente
=^= Come le ho già detto, le onde emesse dal marchingegno avvolgono
l’intero pianeta in maniera irregolare … – Frass, il cui volto campeggiava
sullo schermo della plancia, lasciò il posto ad un immagine di una sezione
del pianeta, contornato da cerchi e ellissi – Ma riescono comunque a
saturare la termosfera nel loro punto più basso … allo stato attuale dubito
seriamente che possiamo essere in grado di fare qualcosa … =^=
Hair soppesò attentamente ogni mesta parola proferita dal Capitano della
Excelsior, sospirando. In quei venti minuti scarsi intercorsi dalla
‘Deflagrazione Theta’ lui e i colleghi dell’altra nave non avevano fatto
altro che sbattere la testa contro il muro, elaborando ipotesi su ipotesi
per aiutare la squadra a terra e, magari, mettere nel sacco Taor allo
stesso tempo, ma le simulazioni avevano dato tutte risultati pessimi.
Innanzitutto, la nuova modulazione delle onde li aveva costretti a gettare
alle ortiche parecchi dei calcoli eseguiti per le frequenze precedenti e,
come se ciò non fosse stato abbastanza, la quantità di onde prodotte era
aumentata esponenzialmente. Tutto ciò che erano in grado di fare era
limitato a deflettere quelle poche onde che arrivavano fino a loro.
“Dobbiamo continuare a cercare un modo …”
=^= Lo so … =^=
Palazzo della Federazione - 8 luglio 2394, ore 12:00
Maximilién aveva passato gli ultimi minuti a discutere con quella
sottospecie di intelligenza artificiale che gestiva la banca dati,
imparando molte cose. Benchè il dispositivo fosse rimasto perlopiù integro,
il terremoto di qualche secolo prima aveva danneggiato parte del sistema di
controllo, inibendone le funzioni ad alto livello. Era però stato solamente
quando lo smorzatore era andato a farsi friggere che il dispositivo aveva
iniziato le procedure di ripristino, identificando gli utenti principali e
utilizzando alcuni parametri presi direttamente dal suo subconscio. Perciò,
per lui, aveva scelto di utilizzare l’aspetto della ex-moglie.
L’apparecchio doveva essersi comunque danneggiata più di quanto dicesse,
dato che aveva scelto tra le migliaia di possibilità, personalizzate per
ogni utente, il volto dell’ex-moglie adducendo inoltre una motivazione
decisamente insensata. Probabilmente.
“E’ possibile disattivare la trasmissione delle onde Theta?” domandò alfine
Maximilién, cercando di tagliare definitivamente la testa al toro. La
risposta dell’intelligenza artificiale però, non si fece attendere.
“No. – rispose laconicamente in tono freddo, argomentando il tutto
solamente qualche tempo dopo – Il trasmettitore è integrato in uno dei
moduli che contengono i circuiti principali. E’ impossibile disattivarlo
senza distruggere i dati contenuti all’interno della memoria.”
Maximilién cercò di pensare ad una domanda, ma l’interfaccia, ancora
collegata al suo subconscio, sembrò captarla ben prima della sua
formulazione, iniziando ad argomentare.
“E’ possibile disattivare il trasmettitore. Ma per farlo è necessario
trasferire temporaneamente alcune funzioni di controllo in un apparato
secondario, il quale è attualmente mal funzionante a causa di un anomalia
di origine esterna”
Maximilién comprese immediatamente cosa l’interfaccia intendesse. Il
dispositivo di Taor.
Un idea iniziò quindi a formarsi nella mente del mezzosangue betazoide.
USS Tokugawa, plancia - 8 luglio 2394, ore 12:12
Hair e il resto dell’equipaggio avevano appena dato il via a l’ultima di
una serie di innumerevoli quanto fallaci simulazioni. Nel tempo trascorso,
gli equipaggi delle due navi federali avevano cercato di realizzare un
dispositivo portatile, basato sugli studi che avevano effettuato sugli
scudi delle navi, capace di generare un campo in grado di tenere alla larga
le onde theta in modo di permettere ad una squadra di recarsi sul pianeta e
mettere fine alla faccenda. Era un progetto a cui, in realtà, entrambi gli
equipaggi, lavoravano dall’inizio della missione, ma non erano ancora
riusciti a cavare un ragno dal buco.
Il dispositivo funzionava, si, ma i risultati erano decisamente poco
incoraggianti, in quanto gli scudi funzionavano effettivamente come filtro
solamente quando l’intensità delle onde era minima. Se si fossero
avvicinati al pianeta, le onde avrebbero attraversato gli scudi come un
coltello che affonda nel burro.
Seduto sulla poltrona del comando, Albert non aveva mai smesso di osservare
i dati della simulazione che scorrevano sul grande visore dall’inizio della
stessa, ma dovette farlo quando sentì la testa iniziare ad appesantirsi.
Qualcosa stava cambiando, probabilmente in peggio. Fece per dare un nuovo
ordine, ma prima che potesse farlo, una voce lo fermò. La voce del Capitano
Tracey.
“Hair … Albert, riesce a sentirmi?”
Subconscio di Taor – Poco dopo
“Dannazione!” ruggì mentalmente il Nexariano, la cui coscienza, al
contrario di Tracey, si trovava ancora sospesa in quel primitivo nulla
cosmico. Da quando era caduto sotto l’influsso della deflagrazione theta,
Taor aveva disperatamente cercato di controllare l’emissione di onde, come
aveva già fatto in precedenza, ma i suoi tentativi erano caduti miseramente
nel vuoto. L’apparecchio, semplicemente, non rispondeva ai suoi comandi e
lui, semplicemente, si limitava a maledirlo in tutti i modi che conosceva.
Qualcosa era successo nel mondo esterno, qualcosa che aveva fatto che si
che anche lui si ritrovasse vittima delle proprie macchinazioni. Era
decisamente improbabile che i Federali fossero riusciti a comprendere come
utilizzare il dispositivo, ma era l’unica idea che gli passava per la mente
e sapeva che doveva fermarli prima che riuscissero a mandare all’aria il
suo piano.
“Taor … - in maniera quasi profetica, la voce del Capitano Tracey squarciò
il nulla. Il nexariano strinse i pugni e digrignò i denti - … so che mi
senti.”
“Non so come abbia fatto, Capitano … - sentenziò con rabbia l’alieno - … ma
non mi arrenderò mai!”
Tracey non replicò immediatamente, ma quando lo fece, non fu difficile
notare una nota di marcato disgusto nella voce del mezzosangue betazoide.
“Taor, tu … - il Capitano Federale si fermò per una frazione di secondo,
tenendo faticosamente a freno la lingua - … tu ora sei solo un prigioniero,
come lo siamo noi …”
Il nexariano si produsse in malizioso sorriso. Le parole del Capitano gli
avevano fatto capire che egli non era in grado, perlomeno non ancora, di
esercitare pienamente controllo sul dispositivo. Certo, come aveva fatto
lui, il Capitano sarebbe stato probabilmente in grado di controllare
appieno il dispositivo dopo qualche tempo, ma lui non gliel’avrebbe
permesso.
USS Tokugawa, plancia - 8 luglio 2394, ore 12:32
=^= E lei ha acconsentito?!? – Il volto del Capitano Frass sul visore,
mostrava in maniera decisamente eloquente il suo più totale stupore - … mi
scusi per la franchezza, ma sia lei che il suo Capitano siete dei pazzi
incoscienti! =^=
“Se il piano del Capitano funziona ci saremo liberati delle onde theta e di
Taor con una sola manovra …”
=^= Ma se non funziona avremo regalato ad un dittatore un’arma in grado di
…=^=
“Chi non risica, non rosica …” affermò sottovoce Albert. Una nozione che,
servendo sotto il Capitano Tracey, famoso per i suoi arditi colpi di testa,
aveva imparato bene.
“Signore! – il giovane ufficiale che sostituiva Carpenter alla consolle
scientifica interruppe la conversazione – le onde theta stanno collassando!”
Palazzo della Federazione – pochi secondi prima
“Trasferimento delle funzioni di controllo al dispositivo secondario in
corso …” affermò l’interfaccia iniziando a perdere coesione e
trasformandosi in un indistinta figura luminosa.
Maximilién sperava di aver preso la decisione giusta. L’interfaccia della
banca dati l’aveva informato che l’apparato in possesso di Taor non sarebbe
stato in grado di sostenere la potenza di entrambi i dispositivi
contemporaneamente e che, se utilizzato, probabilmente si sarebbe
sovraccaricato e autodistrutto. Per questo aveva gettato l’esca a Taor,
facendogli sapere ciò avrebbe fatto e facendola passare come una sorta di
resa dovuta all’empasse che si era venuto a creare. Sperava solo che, come
sospettava, il nexariano fosse abbastanza paranoico da riattivare
immediatamente il dispositivo.
“Trasferimento delle funzioni di controllo completato. – affermò la T’Laria
virtuale sfarfallando per un paio di secondi prima di scomparire. Al
capitano parve di udire un sussurro prima di tornare alla realtà. - … buona
fortuna …”
Tempio nexariano - 8 luglio 2394 – poco dopo
Taor fu il primo a riprendersi fra coloro che si trovavano all’interno del
tempio. Con un sorriso a dir poco maligno attivo il proprio comunicatore,
urlando poi immediatamente l’ordine di riportarlo sulla nave…
Palazzo della Federazione – 11 luglio 2394 – Ore 08:00
Tracey, Frass e i rispettivi entourage fecero il loro ingresso all’interno
della stanza dove il prefetto Resco e i suoi colleghi li stavano attendendo
sfoggiando uno stanco sorriso.
“Capitano Tracey! - affermò il prefetto, alzandosi dalla propria sedia ed
avvicinandosi al Capitano con la mano tesa. – è un onore averla con noi … “
Maximilien si limitò ad un gesto del capo, prendendo posto all’enorme
tavolo rotondo assieme ai colleghi.
“Come procedono le trattative coi nexariani?” il prefetto sospirò
mestamente, scuotendo la testa prima di rispondere.
“Lentamente, molto lentamente. Non intendono ammettere nulla, ma la maggior
parte di loro temeva Taor e ci sono grati per averglielo tolto dai piedi …
ma confidiamo in una soluzione positiva …”
Come aveva previsto, Taor aveva tentato di attivare immediatamente il
proprio dispositivo, sovraccaricandolo e bruciandone alcuni componenti,
rendendolo di fatto inutilizzabile. Comprendendo di essere stato in qualche
modo giocato, il nexariano aveva poi perso definitivamente il lume della
ragione ed aveva iniziato a massacrare membri del proprio equipaggio fino a
che uno dei pochi ufficiali superiori ancora rimasti in vita non era
riuscito a fermarlo con un colpo di phaser ben assestato. Non avevano
nemmeno tentato di ribellarsi quando le squadre di sicurezza dell’Excelsior
e della Tokugawa avevano abbordato la nave.
Subito dopo i Qumani avevano cercato risposte dai Nexariani, senza però
ottenere granchè. Ora divenuti inutilizzabile a causa della mancanza di
interfaccia, i Qumani non potevano provare che la banca dati fosse
realmente quello che sostenevano, però non sembravano nemmeno così
aggressivi come era stato Taor. Probabilmente, in modo, diverso, anche loro
erano state vittime di Taor.
“Tutto è bene ciò che finisce bene …” affermò alfine il Capitano Frass.
Dopo aver scambiato con un lui una rapida occhiata, il mezzosangue
betazoide gli fece eco in un tono privo di convinzione.
“Già … Tutto è bene ciò che finisce bene …”
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Cpt. Maximilien Tracey
Commanding Officer
USS Tokugawa - nx 51868
Commbadge(mail): cpt.maxtracey a gmail.com
Commbadge(msn) : tamiel a email.it
Commbadge(ICQ) : 166168538
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"E se per caso incontra un pullman di monache e le frigge col laser, come
li vedete i titoli sui giornali di domani?" "... Fritto Mistico ..." -
Howard Marner & Ben Jabituya, Corto Circuito.
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