[Stml11] [07.12 - Margret - L'ombra]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Sab 28 Gen 2017 13:30:39 CET


Avevate perso la speranza, lo so. Spero vi piaccia.

Maddy

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*USS Tokugawa - Sala macchine - 27 maggio 2396, 00.36*

**

Un SOS pareva un messaggio dannatamente chiaro.

Per un istante Hesse rimase immobile a fissare i due ufficiali, 
riflettendo rapidamente sullo strano volgersi degli eventi. Sparizioni, 
tempeste di sabbia in plancia, fantasmi e ora un SOS. In confronto 
all'andazzo precedente, la situazione stava prendendo una svolta 
leggermente migliore. O almeno così sperava.

"Comandante, è sicuro che si tratti di un SOS?" domandò facendo due 
passi verso i due ufficiali alla consolle.

Hair annuì. "Sicurissimo." Si fece leggermente da parte per mostrare al 
proprio capitano la registrazione dei segnali. "Vede? Tre punti, tre 
linee, tre punti. Una sequenza ripetuta tre volte. Non so se il 
comandante Margret o il guardiamarina Blendin conoscano il codice Morse, 
ma Carpenter sicuramente sì."

"Non può trattarsi di una fluttuazione casuale?"

"Non con uno schema così preciso, Signore."

"Tuttavia," si inserì Glasgow, "rimane comunque un'ipotesi. Sicuramente 
è la spiegazione più logica..."

"... ma di fatto non abbiamo prove," concluse per lui Hesse.

"No, infatti. Sono d'accordo che non può trattarsi di una fluttuazione 
casuale e che sembri un tentativo di comunicazione. Ma di chi?"

Hair assunse un'espressione pensierosa, il volto attraversato da una 
ruga sottile tra gli occhi. "Il codice Morse è terrestre e in disuso da 
secoli. Non sono molti colore che sono in grado di utilizzarlo, nemmeno 
parzialmente. Se si trattasse di un'entità aliena di qualche genere, 
come potrebbe usarlo?"

"Senza conoscere la natura della creatura è difficile dirlo."

Il capo ingegnere annuì un paio di volte. "Siamo ancora nel campo delle 
ipotesi. Tuttavia rimane il riflesso del comandante sulla pietra 
dell'anello."

Hesse chinò il capo per un attimo, poi si guardò intorno nella sala 
vuota come se si aspettasse di vedere la soluzione al problema apparire 
nell'aria. Vista la comparsa dell'anello, chi poteva dire che non 
sarebbe successo?

Esattamente di fronte a lui, Margret ricambiava, non vista il suo 
sguardo. Ogni volta che qualcuno,specialmente Hesse, lanciava 
casualmente un'occhiata nella sua direzione si trovava a pensare *Dai, 
sono qui! Guardami!*

Non succedeva mai, ma lei non smetteva comunque di provarci.

Ora teneva una mano sollevata, indicando a Carpenter e a Blendin di 
rimanere fermi e attendere. Se Hesse, Glasgow e Hair fossero arrivati 
alla loro stessa conclusione avrebbero potuto tentare di comunicare ma, 
vista la difficoltà del mezzo di trasmissione, avrebbero dovuto porre la 
massima attenzione. Inoltre non voleva rischiare di destabilizzare senza 
motivo il nucleo causando un danno maggiore, per esempio l'accidentale 
esplosione della nave.

Fortunatamente Hesse parve arrivare rapidamente alla stessa idea.

"Immagino che il modo più semplice per scoprirlo sia fare un test," 
commentò verso i due colleghi. "Margret, Carpenter... o chiunque sia in 
ascolto, se si tratta di un tentativo di comunicare," disse all'aria 
davanti al nucleo di curvatura, "direi che è il momento di un altro SOS."

Margret si voltò e annuì in direzione di Carpenter.

*Abraxas - 27 maggio 2396, 00.41*

La perdita di Tenas aveva scosso la squadra - e lei stessa - più di 
quanto Francesca fosse disposta ad ammettere. Non era la prima volta che 
perdeva un uomo, era stata addestrata ad affrontare la cosa, conosceva 
il carattere di Tenas ed era consapevole di essersi trovata in una 
situazione di temporanea inabilità. Tuttavia durante il viaggio di 
ritorno alla tenuta aveva riflettuto su cosa avrebbe potuto fare per 
evitare la scomparsa del suo miglior tiratore.

Mai una volta, comunque, aveva mostrato questi sentimenti ai suoi 
sfortunati compagni di squadra.

Kheller aveva camminato al suo fianco per un po', forse pensando che lei 
potesse avere nuovamente bisogno di sostegno. Non era stato necessario, 
ma Francesca ne aveva approfittato per discutere dell'accaduto.

Avevano raccolto campioni di quella specie di strane uova che avevano 
poi inviato a bordo. Avevano scansionato con cura l'intera zona, 
verificando l'assenza di altri esseri del genere. Avevano cercato 
residui energetici lasciati dai raggi luminosi, forse un sistema 
sensore, fuoriusciti dall'ombra. Non avevano trovato nulla di specifico 
ma tutte i risultati erano comunque stati inviati alla nave per 
successive analisi. Francesca aveva allora ordinato di rientrare. Era 
inutile rimanere oltre, almeno per il momento, e alla tenuta le 
comunicazioni con la Tokugawa sarebbero state meno difficili.

Kheller era stato pensieroso per tutto il tragitto finchè Francesca non 
gli aveva chiesto cosa avesse sentito. La strumentazione evidentemente 
non era molto d'aiuto e lei aveva percepito soltanto un fetore 
nauseante, un ronzio alle orecchie e poi più nulla, ma Kheller e Molabe 
possedevano sensi molto più acuti dei suoi.

L'Abraxiano rimase silenzioso per un momento, in apparente riflessione.

"E' difficile da spiegare. Non è stato soltanto l'odore o la vibrazione. 
E' stata una sensazione istintiva di minaccia."

"Di minaccia?" domandò la donna. "Intende dire di spavento?" Lo chiese 
con la massima delicatezza possibile, così che l'altro non si sentisse 
accusato in qualche modo di essere un codardo.

"No, non in questo senso." Kheller arricciò il naso e mosse le orecchie. 
"Non è il comune spavento per una situazione pericolosa, capisce, ma 
qualcosa di diverso. Mi sono già trovato in situazioni critiche, ho 
provato la paura in battaglia o davanti all'ignoto. Ma questa volta è 
stato come se il mio corpo sapesse, istintivamente, di dover fuggire. 
Come un lhait di fronte ad un sek."

Francesca aggrottò le sopracciglia. "Come, scusi?"

Kheller scosse la testa. "Si tratta di animali abraxiani." Sembrò 
cercare un termine adeguato, quindi si arrese. "Come un preda di fronte 
al suo naturale predatore," disse infine.

*USS Tokugawa - Sala macchine - 27 maggio 2396, 00.53*

**

C'erano voluti quasi venti minuti, ma alla fine parevano aver stabilito 
un codice di comunicazione. Il segnale di SOS si era ripetuto con 
regolarità ad ogni loro richiesta. Hair aveva quindi deciso di 
utilizzare il vecchio trucco del sistema di domanda e risposa più 
semplice, quello che prevedeva solo sì e no. Un colpo per il no, due per 
il sì.

Il capo ingegnere prese un respiro e domandò: "Avete compreso il codice?"

Due colpi.

Annuì a Glasgow e ad Hesse. Il capitano si voltò nuovamente verso il 
nucleo. "Ok. Carpenter, è lei?" chiese.

Due colpi.

"Margret e Blendin sono con lei?"

Due colpi.

"State bene?"

Due colpi. Hesse annuì. Hair e Glasgow si scambiarono un'occhiata di 
sollievo.

"C'è qualcun altro con voi?"

Un colpo solo.

"Bene," fece Hesse a mezza voce. "Almeno non c'è qualcun altro che gira 
per la mia nave a mia insaputa."

Margret, non udita, rise. Glasgow fece notare con gentilezza che non era 
affatto stabilito e si guadagnò un'occhiataccia cerchiata di nero. Hair 
si schiarì leggermente la voce. "Signore, posso?"

Hesse annuì. "Certamente."

"Comandante, state agendo direttamente sul nucelo?"

Due colpi.

"Riuscite a interagire con la matrice del dilitio?"

Due colpi.

"Dovranno fare parecchia attenzione," si inserì Glasgow.

Hair annuì. "Altrochè. E' interessante, tuttavia. E' come con l'anello, 
sembra che la connessione avvenga tramite il dilitio."

"Mi chiedo se non dipenda dalla particolare frequenza di risonanza della 
struttura cristallina," riflettè Glasgow.

"Potrebbe dipendere dalla frequenza di risonanza del reticolo del 
cristallo," disse Carpenter nello stesso momento. Sorrise leggermente.

"A quanto pare avete la stessa idea," commentò Margret con ovvietà. 
Quindi il suo sguardo caddè su Blendin che la fissava ad occhi sbarrati. 
No, non fissava lei. Fissava qualcosa /dietro/ di lei. Le sue antenne 
vennero improvvisamente investite da una vibrazione che le inviò una 
scarica lungo la spina dorsale Si voltò, proprio nel momento in cui 
Carpenter gridava un avvertimento e le sue orecchie registravano un 
acuto ronzio..

L'ombra nera le si precipitò addosso, ma prima che potesse colpirla, 
Blendin si buttò sopra di lei.

A pochi metri, Hair, Glagow e Hesse proseguivano nella loro discussione, 
completamente ignari.

"Carpenter avrà sicuramente un'ipotesi," commentò il capo ingegnere, 
abbassando gli occhi per leggere la risposta. Nessun colpo.

Aggrottò le sopracciglia.

"Carpenter? Comandante?"

Nessun colpo.

L'uomo alzò gli occhi perplesso ma prima di poter dire qualcosa una 
delle consolle intorno al nucleo emise una pioggia di scintille. Nello 
stesso instante le figure di Margret e Blendin ricomparvero dal nulla, 
improvvisamente. Non ci furono sfarfallii o lampi di luce. Nessuno 
spostamento d'aria. Un attimo prima non c'erano, quello dopo i due corpi 
erano lì, crollavano sul pavimento e rimanevano immobili.

Hesse scattò in avanti insieme a Glasgow mentre Hair premeva con forza 
il comunicatore. "Emergenza medica in sala macchine!"

Quando i due li raggiunsero, il guardiamarina Blendin era morto.


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