[Stml11] [07.12 - Margret - L'ombra]
marco.tassinari94 a email.it
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Lun 30 Gen 2017 10:42:59 CET
Bellissimo il brano, avvinciente e pieno di sviluppi... non vedo l'ora di
leggere il seguito
USS Tokugawa - Sala macchine - 27 maggio 2396, 00.36
Un SOS pareva un messaggio dannatamente chiaro.
Per un istante Hesse rimase immobile a fissare i due ufficiali, riflettendo
rapidamente sullo strano volgersi degli eventi. Sparizioni, tempeste di
sabbia in plancia, fantasmi e ora un SOS. In confronto all'andazzo
precedente, la situazione stava prendendo una svolta leggermente migliore. O
almeno così sperava.
"Comandante, è sicuro che si tratti di un SOS?" domandò
facendo due passi verso i due ufficiali alla consolle.
Hair annuì. "Sicurissimo." Si fece leggermente da parte per mostrare
al proprio capitano la registrazione dei segnali. "Vede? Tre punti, tre
linee, tre punti. Una sequenza ripetuta tre volte. Non so se il comandante
Margret o il guardiamarina Blendin conoscano il codice Morse, ma Carpenter
sicuramente sì."
"Non può trattarsi di una fluttuazione casuale?"
"Non con uno schema così preciso, Signore."
"Tuttavia," si inserì Glasgow, "rimane comunque un'ipotesi.
Sicuramente è la spiegazione più logica..."
"... ma di fatto non abbiamo prove," concluse per lui Hesse.
"No, infatti. Sono d'accordo che non può trattarsi di una
fluttuazione casuale e che sembri un tentativo di comunicazione. Ma di chi?"
Hair assunse un'espressione pensierosa, il volto attraversato da una ruga
sottile tra gli occhi. "Il codice Morse è terrestre e in disuso da
secoli. Non sono molti colore che sono in grado di utilizzarlo, nemmeno
parzialmente. Se si trattasse di un'entità aliena di qualche genere,
come potrebbe usarlo?"
"Senza conoscere la natura della creatura è difficile dirlo."
Il capo ingegnere annuì un paio di volte. "Siamo ancora nel campo
delle ipotesi. Tuttavia rimane il riflesso del comandante sulla pietra
dell'anello."
Hesse chinò il capo per un attimo, poi si guardò intorno nella
sala vuota come se si aspettasse di vedere la soluzione al problema apparire
nell'aria. Vista la comparsa dell'anello, chi poteva dire che non sarebbe
successo?
Esattamente di fronte a lui, Margret ricambiava, non vista il suo sguardo.
Ogni volta che qualcuno,specialmente Hesse, lanciava casualmente un'occhiata
nella sua direzione si trovava a pensare *Dai, sono qui! Guardami!*
Non succedeva mai, ma lei non smetteva comunque di provarci.
Ora teneva una mano sollevata, indicando a Carpenter e a Blendin di rimanere
fermi e attendere. Se Hesse, Glasgow e Hair fossero arrivati alla loro
stessa conclusione avrebbero potuto tentare di comunicare ma, vista la
difficoltà del mezzo di trasmissione, avrebbero dovuto porre la
massima attenzione. Inoltre non voleva rischiare di destabilizzare senza
motivo il nucleo causando un danno maggiore, per esempio l'accidentale
esplosione della nave.
Fortunatamente Hesse parve arrivare rapidamente alla stessa idea.
"Immagino che il modo più semplice per scoprirlo sia fare un test,"
commentò verso i due colleghi. "Margret, Carpenter... o chiunque sia
in ascolto, se si tratta di un tentativo di comunicare," disse all'aria
davanti al nucleo di curvatura, "direi che è il momento di un altro
SOS."
Margret si voltò e annuì in direzione di Carpenter.
Abraxas - 27 maggio 2396, 00.41
La perdita di Tenas aveva scosso la squadra - e lei stessa - più di
quanto Francesca fosse disposta ad ammettere. Non era la prima volta che
perdeva un uomo, era stata addestrata ad affrontare la cosa, conosceva il
carattere di Tenas ed era consapevole di essersi trovata in una situazione
di temporanea inabilità. Tuttavia durante il viaggio di ritorno alla
tenuta aveva riflettuto su cosa avrebbe potuto fare per evitare la scomparsa
del suo miglior tiratore.
Mai una volta, comunque, aveva mostrato questi sentimenti ai suoi sfortunati
compagni di squadra.
Kheller aveva camminato al suo fianco per un po', forse pensando che lei
potesse avere nuovamente bisogno di sostegno. Non era stato necessario, ma
Francesca ne aveva approfittato per discutere dell'accaduto.
Avevano raccolto campioni di quella specie di strane uova che avevano poi
inviato a bordo. Avevano scansionato con cura l'intera zona, verificando
l'assenza di altri esseri del genere. Avevano cercato residui energetici
lasciati dai raggi luminosi, forse un sistema sensore, fuoriusciti
dall'ombra. Non avevano trovato nulla di specifico ma tutte i risultati
erano comunque stati inviati alla nave per successive analisi. Francesca
aveva allora ordinato di rientrare. Era inutile rimanere oltre, almeno per
il momento, e alla tenuta le comunicazioni con la Tokugawa sarebbero state
meno difficili.
Kheller era stato pensieroso per tutto il tragitto finchè Francesca
non gli aveva chiesto cosa avesse sentito. La strumentazione evidentemente
non era molto d'aiuto e lei aveva percepito soltanto un fetore nauseante, un
ronzio alle orecchie e poi più nulla, ma Kheller e Molabe possedevano
sensi molto più acuti dei suoi.
L'Abraxiano rimase silenzioso per un momento, in apparente riflessione.
"E' difficile da spiegare. Non è stato soltanto l'odore o la
vibrazione. E' stata una sensazione istintiva di minaccia."
"Di minaccia?" domandò la donna. "Intende dire di spavento?" Lo
chiese con la massima delicatezza possibile, così che l'altro non si
sentisse accusato in qualche modo di essere un codardo.
"No, non in questo senso." Kheller arricciò il naso e mosse le
orecchie. "Non è il comune spavento per una situazione pericolosa,
capisce, ma qualcosa di diverso. Mi sono già trovato in situazioni
critiche, ho provato la paura in battaglia o davanti all'ignoto. Ma questa
volta è stato come se il mio corpo sapesse, istintivamente, di dover
fuggire. Come un lhait di fronte ad un sek."
Francesca aggrottò le sopracciglia. "Come, scusi?"
Kheller scosse la testa. "Si tratta di animali abraxiani." Sembrò
cercare un termine adeguato, quindi si arrese. "Come un preda di fronte al
suo naturale predatore," disse infine.
USS Tokugawa - Sala macchine - 27 maggio 2396, 00.53
C'erano voluti quasi venti minuti, ma alla fine parevano aver stabilito un
codice di comunicazione. Il segnale di SOS si era ripetuto con
regolarità ad ogni loro richiesta. Hair aveva quindi deciso di
utilizzare il vecchio trucco del sistema di domanda e risposa più
semplice, quello che prevedeva solo sì e no. Un colpo per il no, due
per il sì.
Il capo ingegnere prese un respiro e domandò: "Avete compreso il
codice?"
Due colpi.
Annuì a Glasgow e ad Hesse. Il capitano si voltò nuovamente
verso il nucleo. "Ok. Carpenter, è lei?" chiese.
Due colpi.
"Margret e Blendin sono con lei?"
Due colpi.
"State bene?"
Due colpi. Hesse annuì. Hair e Glasgow si scambiarono un'occhiata di
sollievo.
"C'è qualcun altro con voi?"
Un colpo solo.
"Bene," fece Hesse a mezza voce. "Almeno non c'è qualcun altro che
gira per la mia nave a mia insaputa."
Margret, non udita, rise. Glasgow fece notare con gentilezza che non era
affatto stabilito e si guadagnò un'occhiataccia cerchiata di nero.
Hair si schiarì leggermente la voce. "Signore, posso?"
Hesse annuì. "Certamente."
"Comandante, state agendo direttamente sul nucelo?"
Due colpi.
"Riuscite a interagire con la matrice del dilitio?"
Due colpi.
"Dovranno fare parecchia attenzione," si inserì Glasgow.
Hair annuì. "Altrochè. E' interessante, tuttavia. E' come con
l'anello, sembra che la connessione avvenga tramite il dilitio."
"Mi chiedo se non dipenda dalla particolare frequenza di risonanza della
struttura cristallina," riflettè Glasgow.
"Potrebbe dipendere dalla frequenza di risonanza del reticolo del
cristallo," disse Carpenter nello stesso momento. Sorrise leggermente.
"A quanto pare avete la stessa idea," commentò Margret con
ovvietà. Quindi il suo sguardo caddè su Blendin che la fissava
ad occhi sbarrati. No, non fissava lei. Fissava qualcosa dietro di lei. Le
sue antenne vennero improvvisamente investite da una vibrazione che le
inviò una scarica lungo la spina dorsale Si voltò, proprio nel
momento in cui Carpenter gridava un avvertimento e le sue orecchie
registravano un acuto ronzio..
L'ombra nera le si precipitò addosso, ma prima che potesse colpirla,
Blendin si buttò sopra di lei.
A pochi metri, Hair, Glagow e Hesse proseguivano nella loro discussione,
completamente ignari.
"Carpenter avrà sicuramente un'ipotesi," commentò il capo
ingegnere, abbassando gli occhi per leggere la risposta. Nessun colpo.
Aggrottò le sopracciglia.
"Carpenter? Comandante?"
Nessun colpo.
L'uomo alzò gli occhi perplesso ma prima di poter dire qualcosa una
delle consolle intorno al nucleo emise una pioggia di scintille. Nello
stesso instante le figure di Margret e Blendin ricomparvero dal nulla,
improvvisamente. Non ci furono sfarfallii o lampi di luce. Nessuno
spostamento d'aria. Un attimo prima non c'erano, quello dopo i due corpi
erano lì, crollavano sul pavimento e rimanevano immobili.
Hesse scattò in avanti insieme a Glasgow mentre Hair premeva con
forza il comunicatore. "Emergenza medica in sala macchine!"
Quando i due li raggiunsero, il guardiamarina Blendin era morto.
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