[Stml11] R: R: [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]

Vane hazyel91 a gmail.com
Gio 2 Nov 2017 19:18:29 CET


Lo so Capa, ma correggi da stupido a stupito in fase di messa online XD o le malelingue poi spettegolano XD


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Tenente Comandante Francesca Alluso
Capo SEC/TAT
USS Tokugawa NCC-51868
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Da: Capitano Demian Hesse
Inviato: giovedì 2 novembre 2017 19:16
A: USS Tokugawa
Oggetto: Re: [Stml11] R: [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]

Cara Vanessa... non è dato sapere la relazione che c'è tra Margret ed Hesse :) 

Si scoprirà?? Chissà... ma di certo non gli dà dello stupido!

Confermo quanto detto da Alberto, la data del brano deve essere spostata avanti di un anno... ma lo farò in fase di caricamento on line...

Per Ilenia, non  ti preoccupare, faccio modificare il tuo CV, la data di imbarco deve essere quella effettiva!

Per Maddalena: ottimo teaser! Grande!!

Domani lo metto on line... :)

Ileana



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Capitano Demian Hesse
USS Tokugawa
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Sype: dolcevoloo
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*** L'unica differenza tra un pazzo e me è che io non sono pazzo ***

Il giorno 2 novembre 2017 17:28, Vane <hazyel91 a gmail.com> ha scritto:
Hesse era stupido.. non so perché ma mi sono fissata su quel pezzettino del bel teaser di Maddalena.. che la nostra Margret in via subliminale lo pensi del nostro Capitano? XD
 

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Tenente Comandante Francesca Alluso
Capo SEC/TAT
USS Tokugawa NCC-51868
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Da: Maddalena
Inviato: giovedì 2 novembre 2017 13:32
A: USS Tokugawa
Oggetto: [Stml11] [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]
 
Non è che avessi tutte queste grandi idee all'inizio, onestamente, per cui spero vi piaccia.

Maddy

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Luogo indefinito – Tempo indefinito
 
“Svegliati. Avanti, svegliati.”
“Cosa?”
“Ti devi svegliare. Avanti, svegliati.”
 
Il buio era completo, tanto che Margret si chiese se aveva davvero aperto gli occhi. La voce di Hesse, tuttavia, le arrivò chiarissima. Avvertiva la sua presenza accanto a sé e il braccio di lui le sollevò le spalle, aiutandola a mettersi seduta.
 
“Dove… che sta succedendo? Non vedo nulla.”
“Nemmeno io. Stai bene?”
“Sì, credo di sì. Tu?”
“Sì.”
“Dove siamo? Dov’è l’equipaggio?”
“Non lo so.”
“Che cosa è successo?”
“Non lo so. Non so nemmeno quanto tempo è passato. So solo che non è la Tokugawa. E che siamo soli.”
 
No, di certo non era la Tolugawa. Margret tese le antenne, tentando di percepire qualcosa oltre al buio opprimente e al silenzio. Non avvertì nulla, se non un lieve pizzicore, lo stesso che si prova quando la polvere sospesa fa bruciare gli occhi. L’aria era secca, fredda e… neutra, priva di qualunque odore particolare. Si mosse, avvertendo il braccio di Hesse accanto a lei e un pavimento metallico, duro e freddo, sotto di loro. Le loro voci avevano rimbombato leggermente come tra pareti metalliche estremamente lontane.
Sentì Hesse mettersi in piedi con cautela accanto a lei e accettò la mano che le offriva, alzandosi a sua volta.
 
“Che cosa facciamo ore?” chiese la donna. “Dobbiamo cercare di capire dove siamo.
“Esattamente quello che pensavo,” rispose lui, avviandosi.
 
Flashback
USS Tokugawa – Sala Mensa – 1 Novembre 2396 – Ore 00.35
 
La sala mensa era sempre quasi completamente vuota a quell’ora. Troppo tardi per chi staccava dal turno gamma e ancora presto per chi si apprestava al delta, al massimo poteva contare su qualche ritardatario che amava le ore piccole o su qualche membro del personale nel mezzo di una notte insonne.
Era un orario che a Margret piaceva particolarmente.  Le piacevano i rumori sommessi tipici del ciclo notturno della nave, le piaceva la calma che si respirava, come se la Tokugawa stessa dormisse. Persino i dolcetti al cocco sembravano avere un sapore migliore a quell’ora. 
Sopra ogni cosa , però, le piaceva la completa e sicura mancanza di disturbatori che…
 
“Ehi, di nuovo le ore piccole? Vedo che non hai perso l’abitudine…”
 
Hesse prese posto allegramente nella sedia vuota di fronte a lei. Si prese anche un dolcetto al cocco, ficcandoselo in bocca con gusto. Le antenne di Margret si afflosciarono leggermente.
 
“Fai pure.”
“Ah-ah.”
 
L’andoriana sospirò, si appoggiò allo schienale e allontanò da sé il piatto ormai quasi vuoto.
 
“Nemmeno tu hai perso l’abitudine di sederti senza permesso.”
“Sono il capitano. Si potrebbe dire che l’unico a concedere permessi da queste parti sono io.”
“E te la godi da morire, vero?”
“Da morire,” confermò lui con un ampio sorriso e un’alzata di sopracciglia. “Comunque… sapevo di trovarti qui. So che quando mangi non vuoi essere disturbata...”
“Dunque lo fai per puro spirito di contraddizione?” lo interruppe la donna, poggiando i gomiti sul tavolo e tendendo le antenne verso di lui.
Non avrebbe mai sorriso apertamente, ma Hesse sapeva che quel sorriso era lì, nascosto sotto la superficie. Dopotutto, da tempi della Fox, quel gioco fra loro era sempre uguale.
“Anche per quello. Di solito, almeno.”
“Non questa volta?” La donna aggrottò leggermente le sopracciglia. Oltre al sorriso, ora, c’era anche curiosità sotto la superficie. Hesse pareva di un disgustoso buon umore decisamente non giustificato dall’ora, dal luogo o dai dolcetti al cocco.
“No, non questa volta.”
 
Il capitano posò sul piano del tavolo un piccolo padd e lo fece scivolare verso la donna. Le dita di lei scorsero quanto vi era riportato, quindi il primo ufficiale alzò occhi e antenne sull’amico.
 
“Non è possibile.”
“Non è probabile.”
“E’ stato accertato?”
“Non ancora. Andiamo là proprio per questo.”
“Quando?”
“Ho già fatto modificare la rotta. Informerò gli ufficiali superiori domani mattina al briefing. Beh, questa mattina ormai,” aggiunse con uno sguardo all’ora.
“Le implicazioni sarebbero…”
“Già.”
“E’… è incredibile…”
“Già,” rispose lui soddisfatto, mangiando l’ultimo dolcetto. Margret quasi non se ne accorse.
 
Flashback
USS Tokugawa – Sala Tattica -  1 Novembre 2396 – Ore 7.58
 
Quando Hesse entrò in sala tattica, lo staff di comando era già tutto presente. Lasciò scorrere rapidamente lo sguardo intorno al tavolo, sui volti dei suoi ufficiali in piedi a metà per il saluto formale, abitudine che non avevano ancora perso nonostante i suoi incoraggiamenti in tal senso. Fece cenno a tutti di rimanere comodi, quindi si avviò verso il posto a capotavola. Alla sua destra Margret era già seduta, un padd e una tazza di caffè posati sul piano di fronte a lei, la schiena e le antenne dritte, in attesa.
Il capitano prese posto.
 
“Buongiorno a tutti. Immagino che abbiate notato che abbiamo cambiato rotta durante la notte,” disse, saltando a piè pari i preamboli.
Una serie di cenni affermativi arrivò dai presenti. Glasgow, Hair e Carpenter, allineati alla sua sinistra, sembravano incuriositi ma non particolarmente colpiti dal cambio di rotta. Più che altro in attesa di conoscere la natura della loro nuova missione. D’altra parte, non si raggiungono certe posizioni all’interno della Flotta senza una buona dose di elasticità mentale. La Alluso, seduta accanto al primo ufficiale, i lunghi capelli raccolti dietro la testa, pareva invece vagamente allarmata, espressione che Hesse aveva imparato ad attribuire ad ogni capo della sicurezza  che si rispetti di fronte a repentini cambi di programma.
 
“Non siamo più diretti alla base 210, quindi,” disse la donna. Più che una domanda, si trattò di una constatazione. “Il randez vous con la Norway è annullato?”
 
Le teste di tutti si voltarono dal capo della sicurezza al capitano, in palese attesa della risposta. Demian di certo non voleva deluderli. A dir la verità, quasi non vedeva l’ora.
 
“No, Comandante. Siamo invece diretti su Forshan,”
“Forshan?” domandò Hair, piegandosi leggermente in avanti e poggiando i gomiti sul piano.
“E’ un protettorato federale, dico bene?” si inserì Cartpenter.
 
Hesse annuì. “Piccolo, abbastanza remoto e di recente creazione. Non mi stupisce che alcuni di voi non ne abbiano mai sentito parlare. La Federazione l’ha annesso qualche mese fa a solo un anno dal primo contatto, ma, data la scarsa importanza strategica e il fatto che la popolazione nativa abbia da poco scoperto la curvatura e quindi non sia tecnologicamente al nostro livello, i servizi di informazione hanno dedicato alla notizia scarsa risonanza.”
“Un anno? Come mai così rapidamente?” domandò Glasgow.
“Il governo Forshan era già planetario prima del loro debutto sulla scena galattica e ha avanzato la richiesta di annessione solo poche settimane dopo il primo contatto. Il consiglio della Federazione ha ritenuto, come altre volte in passato, di aver bisogno di ogni alleato disponibile. Tuttavia,” continuò Hesse, “il motivo per cui andiamo lì è di tutt’altra natura.”
 
La Alluso si mosse appena sulla poltroncina. “C’è stato qualche problema?”
“Non esattamente.”
“Non ancora, almeno,” commentò Margret.
 
Hesse le gettò uno sguardo obliquo. “La settimana scorsa il governo Forshan ha richiesto supporto tecnico e scientifico alla Federazione a seguito di una scoperta alquanto… inaspettata.” L’uomo si fermò per un istante, assaporando la curiosità che impregnava letteralmente l’aria della sala tattica. “Pare che una delle loro navi impegnata in un collaudo sia incappata in uno strano fenomeno che si è rivelato poco dopo essere l’ingresso di un tunnel spaziale.”
“Un tunnel spaziale?” domandò Carpenter, lanciando un’occhiata intorno. “Non c’è mai stata traccia di alcun fenomeno del genere in quella zona.”
“Infatti. Pare che il tunnel non sia mai stato scoperto prima.”
“Un di nuova formazione?” chiese Hair.
L’ufficiale scientifico scosse appena il capo. “Beh, non necessariamente. Potrebbe trattarsi di un fenomeno periodico. Se il periodo fosse, diciamo, di qualche secolo, sarebbe la prima volta che qualcuno da quelle parti ha la capacità di rilevarlo.”
“Pare che i tunnel spaziali vadano di gran moda in quest’ultimo secolo,” commentò distrattamente Glasgow. 
 “E non è sempre stato un bene,” aggiunge la Alluso. “Se fosse vero, potrebbe essere una scoperta di enorme importanza strategica e di conseguenza attirare guai.”
“Per non parlare della rilevanza scientifica,” interloquì Carpenter.
“E delle possibilità che aprirebbe. Hanno già scoperto dove porta?” domandò Glasgow.
 
“Proprio per questo hanno richiesto il nostro aiuto,” rispose Margret intrecciando le dita sul piano. “Non hanno la tecnologia per inviare una nave in sicurezza, così si sono limitati ad una sonda. Ma non appena è arrivata dall’altra parte, si sono persi tutti i contatti. Niente comunicazioni né telemetria. Lo stesso è accaduto alla sonda della Thyco, il vascello scientifico inviato sul posto dalla flotta.”
“Il che sembrerebbe suggerire che la distanza sia notevole. Sempre che le analisi non abbiano rilevato qualche problema strutturale…” riflettè l’ufficiale scientifico. “Sono certi che la sonda sia arrivata dall’altra parte intera?”
“Le scansioni non hanno rilevato alcun genere di anomalia, almeno per il momento. Tutto indica che il passaggio sia sicuro. La sonda della Thyco era programmata per rientrare nel tunnel e tornare indietro immediatamente. E così ha fatto. Per questo stiamo andando là.”
Hesse annuì. “Faremo parte di una taskforce il cui compito sarà supportare il governo Forshan durante le analisi.”
“Immagino vogliano anche evitare problemi,” aggiunse la Alluso. 
Il capitano annuì. “Ufficiosamente, sì. Vista la vicinanza al confine, la Flotta vuole essere sicura che non ci siano imprevisti. Arriveremo là per le 18.00 di domani, dopo una breve sosta alla base 312 dove imbarcheremo il nostro nuovo consigliere, il tenente comandante Hana.”
 
Vari cenni di assenso corsero intorno al tavolo, poi Carpenter si sporse leggermente ponendo la domanda logicamente successiva. Hesse era stupido che nessuno l’avesse chiesto prima.
“Signore, la sonda della Thyco ha rivelato dove porta il tunnel?”
Demian annuì. “Pare di sì. Naturalmente i dati dovranno essere confermati, ma pare proprio che il punto di uscita si trovi al di fuori della nostra galassia.”
 
 


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