[Stml11] [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Gio 2 Nov 2017 19:33:56 CET
Possibilissimo che abbia sbagliato io, eh. Ma l'ultima non finiva a
maggio del '96?
Il 02/11/2017 14:30, Albert K Hair ha scritto:
> A dire il vero secondo me la data dovrebbe effettivamente essere
> quella del 2397.
>
> --
> Tenente Comandante Albert K Hair
> USS Tokugawa - Ingegnere Capo
>
>
> Il 02 nov 2017 14:20, Ilenia De Battisti <fulmine791 a gmail.com> ha
> scritto:
>
> Il brano è stupendo, mi piace tantissimo. ^^
> Unico problema, che riguarda più l'arrivo della mia consigliera
> che altro: nella biografia lei riceve l'incarico nel 2397, ma
> sulla base del brano salirebbe a bordo a inizio novembre 2396.. o
> cambio la biografia per dire che sale a bordo alla fine del 2396 o
> non saprei come giustificare che l'attribuzione qui avviene adesso
> e nel curriculum vitae l'anno successivo.
>
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=webmail>
> Mail priva di virus. www.avast.com
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=webmail>
>
>
>
> Il giorno 2 novembre 2017 13:32, Maddalena <vampitrill a gmail.com
> <mailto:vampitrill a gmail.com>> ha scritto:
>
> Non è che avessi tutte queste grandi idee all'inizio,
> onestamente, per cui spero vi piaccia.
>
> Maddy
>
> ----------------------------------
>
> *Luogo indefinito – Tempo indefinito*
>
> **
>
> “Svegliati. Avanti, svegliati.”
>
> “Cosa?”
>
> “Ti devi svegliare. Avanti, svegliati.”
>
> Il buio era completo, tanto che Margret si chiese se aveva
> davvero aperto gli occhi. La voce di Hesse, tuttavia, le
> arrivò chiarissima. Avvertiva la sua presenza accanto a sé e
> il braccio di lui le sollevò le spalle, aiutandola a mettersi
> seduta.
>
> “Dove… che sta succedendo? Non vedo nulla.”
>
> “Nemmeno io. Stai bene?”
>
> “Sì, credo di sì. Tu?”
>
> “Sì.”
>
> “Dove siamo? Dov’è l’equipaggio?”
>
> “Non lo so.”
>
> “Che cosa è successo?”
>
> “Non lo so. Non so nemmeno quanto tempo è passato. So solo che
> non è la Tokugawa. E che siamo soli.”
>
> No, di certo non era la Tolugawa. Margret tese le antenne,
> tentando di percepire qualcosa oltre al buio opprimente e al
> silenzio. Non avvertì nulla, se non un lieve pizzicore, lo
> stesso che si prova quando la polvere sospesa fa bruciare gli
> occhi. L’aria era secca, fredda e… neutra, priva di qualunque
> odore particolare. Si mosse, avvertendo il braccio di Hesse
> accanto a lei e un pavimento metallico, duro e freddo, sotto
> di loro. Le loro voci avevano rimbombato leggermente come tra
> pareti metalliche estremamente lontane.
>
> Sentì Hesse mettersi in piedi con cautela accanto a lei e
> accettò la mano che le offriva, alzandosi a sua volta.
>
> “Che cosa facciamo ore?” chiese la donna. “Dobbiamo cercare di
> capire dove siamo.
>
> “Esattamente quello che pensavo,” rispose lui, avviandosi.
>
> **
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Mensa – 1 Novembre 2396 – Ore 00.35*
>
> La sala mensa era sempre quasi completamente vuota a
> quell’ora. Troppo tardi per chi staccava dal turno gamma e
> ancora presto per chi si apprestava al delta, al massimo
> poteva contare su qualche ritardatario che amava le ore
> piccole o su qualche membro del personale nel mezzo di una
> notte insonne.
>
> Era un orario che a Margret piaceva particolarmente. Le
> piacevano i rumori sommessi tipici del ciclo notturno della
> nave, le piaceva la calma che si respirava, come se la
> Tokugawa stessa dormisse. Persino i dolcetti al cocco
> sembravano avere un sapore migliore a quell’ora.
>
> Sopra ogni cosa , però, le piaceva la completa e sicura
> mancanza di disturbatori che…
>
> “Ehi, di nuovo le ore piccole? Vedo che non hai perso
> l’abitudine…”
>
> Hesse prese posto allegramente nella sedia vuota di fronte a
> lei. Si prese anche un dolcetto al cocco, ficcandoselo in
> bocca con gusto. Le antenne di Margret si afflosciarono
> leggermente.
>
> “Fai pure.”
>
> “Ah-ah.”
>
> L’andoriana sospirò, si appoggiò allo schienale e allontanò da
> sé il piatto ormai quasi vuoto.
>
> “Nemmeno tu hai perso l’abitudine di sederti senza permesso.”
>
> “Sono il capitano. Si potrebbe dire che l’unico a concedere
> permessi da queste parti sono io.”
>
> “E te la godi da morire, vero?”
>
> “Da morire,” confermò lui con un ampio sorriso e un’alzata di
> sopracciglia. “Comunque… sapevo di trovarti qui. So che quando
> mangi non vuoi essere disturbata...”
>
> “Dunque lo fai per puro spirito di contraddizione?” lo
> interruppe la donna, poggiando i gomiti sul tavolo e tendendo
> le antenne verso di lui.
>
> Non avrebbe mai sorriso apertamente, ma Hesse sapeva che quel
> sorriso era lì, nascosto sotto la superficie. Dopotutto, da
> tempi della Fox, quel gioco fra loro era sempre uguale.
>
> “Anche per quello. Di solito, almeno.”
>
> “Non questa volta?” La donna aggrottò leggermente le
> sopracciglia. Oltre al sorriso, ora, c’era anche curiosità
> sotto la superficie. Hesse pareva di un disgustoso buon umore
> decisamente non giustificato dall’ora, dal luogo o dai
> dolcetti al cocco.
>
> “No, non questa volta.”
>
> Il capitano posò sul piano del tavolo un piccolo padd e lo
> fece scivolare verso la donna. Le dita di lei scorsero quanto
> vi era riportato, quindi il primo ufficiale alzò occhi e
> antenne sull’amico.
>
> “Non è possibile.”
>
> “Non è probabile.”
>
> “E’ stato accertato?”
>
> “Non ancora. Andiamo là proprio per questo.”
>
> “Quando?”
>
> “Ho già fatto modificare la rotta. Informerò gli ufficiali
> superiori domani mattina al briefing. Beh, questa mattina
> ormai,” aggiunse con uno sguardo all’ora.
>
> “Le implicazioni sarebbero…”
>
> “Già.”
>
> “E’… è incredibile…”
>
> “Già,” rispose lui soddisfatto, mangiando l’ultimo dolcetto.
> Margret quasi non se ne accorse.
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Tattica - 1 Novembre 2396 – Ore 7.58*
>
> Quando Hesse entrò in sala tattica, lo staff di comando era
> già tutto presente. Lasciò scorrere rapidamente lo sguardo
> intorno al tavolo, sui volti dei suoi ufficiali in piedi a
> metà per il saluto formale, abitudine che non avevano ancora
> perso nonostante i suoi incoraggiamenti in tal senso. Fece
> cenno a tutti di rimanere comodi, quindi si avviò verso il
> posto a capotavola. Alla sua destra Margret era già seduta, un
> padd e una tazza di caffè posati sul piano di fronte a lei, la
> schiena e le antenne dritte, in attesa.
>
> Il capitano prese posto.
>
> “Buongiorno a tutti. Immagino che abbiate notato che abbiamo
> cambiato rotta durante la notte,” disse, saltando a piè pari i
> preamboli.
>
> Una serie di cenni affermativi arrivò dai presenti. Glasgow,
> Hair e Carpenter, allineati alla sua sinistra, sembravano
> incuriositi ma non particolarmente colpiti dal cambio di
> rotta. Più che altro in attesa di conoscere la natura della
> loro nuova missione. D’altra parte, non si raggiungono certe
> posizioni all’interno della Flotta senza una buona dose di
> elasticità mentale. La Alluso, seduta accanto al primo
> ufficiale, i lunghi capelli raccolti dietro la testa, pareva
> invece vagamente allarmata, espressione che Hesse aveva
> imparato ad attribuire ad ogni capo della sicurezza che si
> rispetti di fronte a repentini cambi di programma.
>
> “Non siamo più diretti alla base 210, quindi,” disse la donna.
> Più che una domanda, si trattò di una constatazione. “Il
> randez vous con la Norway è annullato?”
>
> Le teste di tutti si voltarono dal capo della sicurezza al
> capitano, in palese attesa della risposta. Demian di certo non
> voleva deluderli. A dir la verità, quasi non vedeva l’ora.
>
> “No, Comandante. Siamo invece diretti su Forshan,”
>
> “Forshan?” domandò Hair, piegandosi leggermente in avanti e
> poggiando i gomiti sul piano.
>
> “E’ un protettorato federale, dico bene?” si inserì Cartpenter.
>
> Hesse annuì. “Piccolo, abbastanza remoto e di recente
> creazione. Non mi stupisce che alcuni di voi non ne abbiano
> mai sentito parlare. La Federazione l’ha annesso qualche mese
> fa a solo un anno dal primo contatto, ma, data la scarsa
> importanza strategica e il fatto che la popolazione nativa
> abbia da poco scoperto la curvatura e quindi non sia
> tecnologicamente al nostro livello, i servizi di informazione
> hanno dedicato alla notizia scarsa risonanza.”
>
> “Un anno? Come mai così rapidamente?” domandò Glasgow.
>
> “Il governo Forshan era già planetario prima del loro debutto
> sulla scena galattica e ha avanzato la richiesta di annessione
> solo poche settimane dopo il primo contatto. Il consiglio
> della Federazione ha ritenuto, come altre volte in passato, di
> aver bisogno di ogni alleato disponibile. Tuttavia,” continuò
> Hesse, “il motivo per cui andiamo lì è di tutt’altra natura.”
>
> La Alluso si mosse appena sulla poltroncina. “C’è stato
> qualche problema?”
>
> “Non esattamente.”
>
> “Non ancora, almeno,” commentò Margret.
>
> Hesse le gettò uno sguardo obliquo. “La settimana scorsa il
> governo Forshan ha richiesto supporto tecnico e scientifico
> alla Federazione a seguito di una scoperta alquanto…
> inaspettata.” L’uomo si fermò per un istante, assaporando la
> curiosità che impregnava letteralmente l’aria della sala
> tattica. “Pare che una delle loro navi impegnata in un
> collaudo sia incappata in uno strano fenomeno che si è
> rivelato poco dopo essere l’ingresso di un tunnel spaziale.”
>
> “Un tunnel spaziale?” domandò Carpenter, lanciando un’occhiata
> intorno. “Non c’è mai stata traccia di alcun fenomeno del
> genere in quella zona.”
>
> “Infatti. Pare che il tunnel non sia mai stato scoperto prima.”
>
> “Un di nuova formazione?” chiese Hair.
>
> L’ufficiale scientifico scosse appena il capo. “Beh, non
> necessariamente. Potrebbe trattarsi di un fenomeno periodico.
> Se il periodo fosse, diciamo, di qualche secolo, sarebbe la
> prima volta che qualcuno da quelle parti ha la capacità di
> rilevarlo.”
>
> “Pare che i tunnel spaziali vadano di gran moda in
> quest’ultimo secolo,” commentò distrattamente Glasgow.
>
> “E non è sempre stato un bene,” aggiunge la Alluso. “Se fosse
> vero, potrebbe essere una scoperta di enorme importanza
> strategica e di conseguenza attirare guai.”
>
> “Per non parlare della rilevanza scientifica,” interloquì
> Carpenter.
>
> “E delle possibilità che aprirebbe. Hanno già scoperto dove
> porta?” domandò Glasgow.
>
> “Proprio per questo hanno richiesto il nostro aiuto,” rispose
> Margret intrecciando le dita sul piano. “Non hanno la
> tecnologia per inviare una nave in sicurezza, così si sono
> limitati ad una sonda. Ma non appena è arrivata dall’altra
> parte, si sono persi tutti i contatti. Niente comunicazioni né
> telemetria. Lo stesso è accaduto alla sonda della Thyco, il
> vascello scientifico inviato sul posto dalla flotta.”
>
> “Il che sembrerebbe suggerire che la distanza sia notevole.
> Sempre che le analisi non abbiano rilevato qualche problema
> strutturale…” riflettè l’ufficiale scientifico. “Sono certi
> che la sonda sia arrivata dall’altra parte intera?”
>
> “Le scansioni non hanno rilevato alcun genere di anomalia,
> almeno per il momento. Tutto indica che il passaggio sia
> sicuro. La sonda della Thyco era programmata per rientrare nel
> tunnel e tornare indietro immediatamente. E così ha fatto. Per
> questo stiamo andando là.”
>
> Hesse annuì. “Faremo parte di una taskforce il cui compito
> sarà supportare il governo Forshan durante le analisi.”
>
> “Immagino vogliano anche evitare problemi,” aggiunse la Alluso.
>
> Il capitano annuì. “Ufficiosamente, sì. Vista la vicinanza al
> confine, la Flotta vuole essere sicura che non ci siano
> imprevisti. Arriveremo là per le 18.00 di domani, dopo una
> breve sosta alla base 312 dove imbarcheremo il nostro nuovo
> consigliere, il tenente comandante Hana.”
>
> Vari cenni di assenso corsero intorno al tavolo, poi Carpenter
> si sporse leggermente ponendo la domanda logicamente
> successiva. Hesse era stupido che nessuno l’avesse chiesto prima.
>
> “Signore, la sonda della Thyco ha rivelato dove porta il tunnel?”
>
> Demian annuì. “Pare di sì. Naturalmente i dati dovranno essere
> confermati, ma pare proprio che il punto di uscita si trovi al
> di fuori della nostra galassia.”
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