[Stml11] R: [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Gio 2 Nov 2017 19:36:09 CET


Naaa... pensava fosse stupido (come lui pensava che lei avesse una 
scopa... beh, sapete dove), poi han fatto amicizia, son finiti a letto e 
adesso hanno questa amicizia dove sembra che si prendano un po' per i 
fondelli in privato.

Però se a Ile non piace lo sistemo.

Il 02/11/2017 17:28, Vane ha scritto:
>
> Hesse era stupido.. non so perché ma mi sono fissata su quel 
> pezzettino del bel teaser di Maddalena.. che la nostra Margret in via 
> subliminale lo pensi del nostro Capitano? XD
>
>
> ========================
> Tenente Comandante Francesca Alluso
> Capo SEC/TAT
> USS Tokugawa NCC-51868
> ========================
>
> *Da: *Maddalena <mailto:vampitrill a gmail.com>
> *Inviato: *giovedì 2 novembre 2017 13:32
> *A: *USS Tokugawa <mailto:stml11 a gioco.net>
> *Oggetto: *[Stml11] [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]
>
> Non è che avessi tutte queste grandi idee all'inizio, onestamente, per 
> cui spero vi piaccia.
>
> Maddy
>
> ----------------------------------
>
>
> *Luogo indefinito – Tempo indefinito*
>
> **
>
> “Svegliati. Avanti, svegliati.”
>
> “Cosa?”
>
> “Ti devi svegliare. Avanti, svegliati.”
>
> Il buio era completo, tanto che Margret si chiese se aveva davvero 
> aperto gli occhi. La voce di Hesse, tuttavia, le arrivò chiarissima. 
> Avvertiva la sua presenza accanto a sé e il braccio di lui le sollevò 
> le spalle, aiutandola a mettersi seduta.
>
> “Dove… che sta succedendo? Non vedo nulla.”
>
> “Nemmeno io. Stai bene?”
>
> “Sì, credo di sì. Tu?”
>
> “Sì.”
>
> “Dove siamo? Dov’è l’equipaggio?”
>
> “Non lo so.”
>
> “Che cosa è successo?”
>
> “Non lo so. Non so nemmeno quanto tempo è passato. So solo che non è 
> la Tokugawa. E che siamo soli.”
>
> No, di certo non era la Tolugawa. Margret tese le antenne, tentando di 
> percepire qualcosa oltre al buio opprimente e al silenzio. Non avvertì 
> nulla, se non un lieve pizzicore, lo stesso che si prova quando la 
> polvere sospesa fa bruciare gli occhi. L’aria era secca, fredda e… 
> neutra, priva di qualunque odore particolare. Si mosse, avvertendo il 
> braccio di Hesse accanto a lei e un pavimento metallico, duro e 
> freddo, sotto di loro. Le loro voci avevano rimbombato leggermente 
> come tra pareti metalliche estremamente lontane.
>
> Sentì Hesse mettersi in piedi con cautela accanto a lei e accettò la 
> mano che le offriva, alzandosi a sua volta.
>
> “Che cosa facciamo ore?” chiese la donna. “Dobbiamo cercare di capire 
> dove siamo.
>
> “Esattamente quello che pensavo,” rispose lui, avviandosi.
>
> **
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Mensa – 1 Novembre 2396 – Ore 00.35*
>
> La sala mensa era sempre quasi completamente vuota a quell’ora. Troppo 
> tardi per chi staccava dal turno gamma e ancora presto per chi si 
> apprestava al delta, al massimo poteva contare su qualche ritardatario 
> che amava le ore piccole o su qualche membro del personale nel mezzo 
> di una notte insonne.
>
> Era un orario che a Margret piaceva particolarmente.  Le piacevano i 
> rumori sommessi tipici del ciclo notturno della nave, le piaceva la 
> calma che si respirava, come se la Tokugawa stessa dormisse. Persino i 
> dolcetti al cocco sembravano avere un sapore migliore a quell’ora.
>
> Sopra ogni cosa , però, le piaceva la completa e sicura mancanza di 
> disturbatori che…
>
> “Ehi, di nuovo le ore piccole? Vedo che non hai perso l’abitudine…”
>
> Hesse prese posto allegramente nella sedia vuota di fronte a lei. Si 
> prese anche un dolcetto al cocco, ficcandoselo in bocca con gusto. Le 
> antenne di Margret si afflosciarono leggermente.
>
> “Fai pure.”
>
> “Ah-ah.”
>
> L’andoriana sospirò, si appoggiò allo schienale e allontanò da sé il 
> piatto ormai quasi vuoto.
>
> “Nemmeno tu hai perso l’abitudine di sederti senza permesso.”
>
> “Sono il capitano. Si potrebbe dire che l’unico a concedere permessi 
> da queste parti sono io.”
>
> “E te la godi da morire, vero?”
>
> “Da morire,” confermò lui con un ampio sorriso e un’alzata di 
> sopracciglia. “Comunque… sapevo di trovarti qui. So che quando mangi 
> non vuoi essere disturbata...”
>
> “Dunque lo fai per puro spirito di contraddizione?” lo interruppe la 
> donna, poggiando i gomiti sul tavolo e tendendo le antenne verso di lui.
>
> Non avrebbe mai sorriso apertamente, ma Hesse sapeva che quel sorriso 
> era lì, nascosto sotto la superficie. Dopotutto, da tempi della Fox, 
> quel gioco fra loro era sempre uguale.
>
> “Anche per quello. Di solito, almeno.”
>
> “Non questa volta?” La donna aggrottò leggermente le sopracciglia. 
> Oltre al sorriso, ora, c’era anche curiosità sotto la superficie. 
> Hesse pareva di un disgustoso buon umore decisamente non giustificato 
> dall’ora, dal luogo o dai dolcetti al cocco.
>
> “No, non questa volta.”
>
> Il capitano posò sul piano del tavolo un piccolo padd e lo fece 
> scivolare verso la donna. Le dita di lei scorsero quanto vi era 
> riportato, quindi il primo ufficiale alzò occhi e antenne sull’amico.
>
> “Non è possibile.”
>
> “Non è probabile.”
>
> “E’ stato accertato?”
>
> “Non ancora. Andiamo là proprio per questo.”
>
> “Quando?”
>
> “Ho già fatto modificare la rotta. Informerò gli ufficiali superiori 
> domani mattina al briefing. Beh, questa mattina ormai,” aggiunse con 
> uno sguardo all’ora.
>
> “Le implicazioni sarebbero…”
>
> “Già.”
>
> “E’… è incredibile…”
>
> “Già,” rispose lui soddisfatto, mangiando l’ultimo dolcetto. Margret 
> quasi non se ne accorse.
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Tattica -  1 Novembre 2396 – Ore 7.58*
>
> Quando Hesse entrò in sala tattica, lo staff di comando era già tutto 
> presente. Lasciò scorrere rapidamente lo sguardo intorno al tavolo, 
> sui volti dei suoi ufficiali in piedi a metà per il saluto formale, 
> abitudine che non avevano ancora perso nonostante i suoi 
> incoraggiamenti in tal senso. Fece cenno a tutti di rimanere comodi, 
> quindi si avviò verso il posto a capotavola. Alla sua destra Margret 
> era già seduta, un padd e una tazza di caffè posati sul piano di 
> fronte a lei, la schiena e le antenne dritte, in attesa.
>
> Il capitano prese posto.
>
> “Buongiorno a tutti. Immagino che abbiate notato che abbiamo cambiato 
> rotta durante la notte,” disse, saltando a piè pari i preamboli.
>
> Una serie di cenni affermativi arrivò dai presenti. Glasgow, Hair e 
> Carpenter, allineati alla sua sinistra, sembravano incuriositi ma non 
> particolarmente colpiti dal cambio di rotta. Più che altro in attesa 
> di conoscere la natura della loro nuova missione. D’altra parte, non 
> si raggiungono certe posizioni all’interno della Flotta senza una 
> buona dose di elasticità mentale. La Alluso, seduta accanto al primo 
> ufficiale, i lunghi capelli raccolti dietro la testa, pareva invece 
> vagamente allarmata, espressione che Hesse aveva imparato ad 
> attribuire ad ogni capo della sicurezza che si rispetti di fronte a 
> repentini cambi di programma.
>
> “Non siamo più diretti alla base 210, quindi,” disse la donna. Più che 
> una domanda, si trattò di una constatazione. “Il randez vous con la 
> Norway è annullato?”
>
> Le teste di tutti si voltarono dal capo della sicurezza al capitano, 
> in palese attesa della risposta. Demian di certo non voleva deluderli. 
> A dir la verità, quasi non vedeva l’ora.
>
> “No, Comandante. Siamo invece diretti su Forshan,”
>
> “Forshan?” domandò Hair, piegandosi leggermente in avanti e poggiando 
> i gomiti sul piano.
>
> “E’ un protettorato federale, dico bene?” si inserì Cartpenter.
>
> Hesse annuì. “Piccolo, abbastanza remoto e di recente creazione. Non 
> mi stupisce che alcuni di voi non ne abbiano mai sentito parlare. La 
> Federazione l’ha annesso qualche mese fa a solo un anno dal primo 
> contatto, ma, data la scarsa importanza strategica e il fatto che la 
> popolazione nativa abbia da poco scoperto la curvatura e quindi non 
> sia tecnologicamente al nostro livello, i servizi di informazione 
> hanno dedicato alla notizia scarsa risonanza.”
>
> “Un anno? Come mai così rapidamente?” domandò Glasgow.
>
> “Il governo Forshan era già planetario prima del loro debutto sulla 
> scena galattica e ha avanzato la richiesta di annessione solo poche 
> settimane dopo il primo contatto. Il consiglio della Federazione ha 
> ritenuto, come altre volte in passato, di aver bisogno di ogni alleato 
> disponibile. Tuttavia,” continuò Hesse, “il motivo per cui andiamo lì 
> è di tutt’altra natura.”
>
> La Alluso si mosse appena sulla poltroncina. “C’è stato qualche problema?”
>
> “Non esattamente.”
>
> “Non ancora, almeno,” commentò Margret.
>
> Hesse le gettò uno sguardo obliquo. “La settimana scorsa il governo 
> Forshan ha richiesto supporto tecnico e scientifico alla Federazione a 
> seguito di una scoperta alquanto… inaspettata.” L’uomo si fermò per un 
> istante, assaporando la curiosità che impregnava letteralmente l’aria 
> della sala tattica. “Pare che una delle loro navi impegnata in un 
> collaudo sia incappata in uno strano fenomeno che si è rivelato poco 
> dopo essere l’ingresso di un tunnel spaziale.”
>
> “Un tunnel spaziale?” domandò Carpenter, lanciando un’occhiata 
> intorno. “Non c’è mai stata traccia di alcun fenomeno del genere in 
> quella zona.”
>
> “Infatti. Pare che il tunnel non sia mai stato scoperto prima.”
>
> “Un di nuova formazione?” chiese Hair.
>
> L’ufficiale scientifico scosse appena il capo. “Beh, non 
> necessariamente. Potrebbe trattarsi di un fenomeno periodico. Se il 
> periodo fosse, diciamo, di qualche secolo, sarebbe la prima volta che 
> qualcuno da quelle parti ha la capacità di rilevarlo.”
>
> “Pare che i tunnel spaziali vadano di gran moda in quest’ultimo 
> secolo,” commentò distrattamente Glasgow.
>
>  “E non è sempre stato un bene,” aggiunge la Alluso. “Se fosse vero, 
> potrebbe essere una scoperta di enorme importanza strategica e di 
> conseguenza attirare guai.”
>
> “Per non parlare della rilevanza scientifica,” interloquì Carpenter.
>
> “E delle possibilità che aprirebbe. Hanno già scoperto dove porta?” 
> domandò Glasgow.
>
> “Proprio per questo hanno richiesto il nostro aiuto,” rispose Margret 
> intrecciando le dita sul piano. “Non hanno la tecnologia per inviare 
> una nave in sicurezza, così si sono limitati ad una sonda. Ma non 
> appena è arrivata dall’altra parte, si sono persi tutti i contatti. 
> Niente comunicazioni né telemetria. Lo stesso è accaduto alla sonda 
> della Thyco, il vascello scientifico inviato sul posto dalla flotta.”
>
> “Il che sembrerebbe suggerire che la distanza sia notevole. Sempre che 
> le analisi non abbiano rilevato qualche problema strutturale…” 
> riflettè l’ufficiale scientifico. “Sono certi che la sonda sia 
> arrivata dall’altra parte intera?”
>
> “Le scansioni non hanno rilevato alcun genere di anomalia, almeno per 
> il momento. Tutto indica che il passaggio sia sicuro. La sonda della 
> Thyco era programmata per rientrare nel tunnel e tornare indietro 
> immediatamente. E così ha fatto. Per questo stiamo andando là.”
>
> Hesse annuì. “Faremo parte di una taskforce il cui compito sarà 
> supportare il governo Forshan durante le analisi.”
>
> “Immagino vogliano anche evitare problemi,” aggiunse la Alluso.
>
> Il capitano annuì. “Ufficiosamente, sì. Vista la vicinanza al confine, 
> la Flotta vuole essere sicura che non ci siano imprevisti. Arriveremo 
> là per le 18.00 di domani, dopo una breve sosta alla base 312 dove 
> imbarcheremo il nostro nuovo consigliere, il tenente comandante Hana.”
>
> Vari cenni di assenso corsero intorno al tavolo, poi Carpenter si 
> sporse leggermente ponendo la domanda logicamente successiva. Hesse 
> era stupido che nessuno l’avesse chiesto prima.
>
> “Signore, la sonda della Thyco ha rivelato dove porta il tunnel?”
>
> Demian annuì. “Pare di sì. Naturalmente i dati dovranno essere 
> confermati, ma pare proprio che il punto di uscita si trovi al di 
> fuori della nostra galassia.”
>
>
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