[Stml11] 08.05 Polvere di Kepunk

Marco Calandri cesare.mouri.sf a gmail.com
Gio 15 Feb 2018 20:33:02 CET


Ciao,

eccovi il mio brano spero che vi piaccia e di non aver combinato troppi 
casini.


USS Tokugawa – Plancia - 4 Novembre 2397 - Ore 07.50

La situazione in plancia era totalmente tranquilla. La nave era bloccata 
nello spazio circondata dalla task force federale e l’equipaggio aveva 
molto poco da fare: l’ufficiale al timone controllava di tanto in tanto 
la posizione mentre gli ufficiali al tattico cercavano di tenersi 
impegnati con una diagnostica del sistema d’arma. Francesca era seduta 
al postazione del capitano. Anche lei aveva praticamente nulla da fare. 
Aveva impartito pochi ordini e di tanto in tanto chiedeva aggiornamenti 
agli ufficiali scientifici.

Aveva appena chiuso una comunicazione con l’insistente capitano della 
Leonardo quando arrivò una chiamata:=^=Capitano Alluso, ci raggiunga al 
laboratorio scientifico 2.=^=

USS Tokugawa – Infermeria - 4 Novembre 2397 - Ore 07.50

Anche in infermeria la situazione era stabile e immutabile. Il dottor de 
Chirico stava cercando di risvegliare senza troppi successi la squadra 
di comando. D’improvviso gli venne un flash della sua esperienza in quel 
luogo oscuro e grigio e guardò preoccupato i suoi compagni.

Doveva tirarli fuori.

Era rimasto terribilmente scioccato da quella esperienza e non poteva 
lasciare i suoi colleghi e il capitano bloccati in quella prigione.

Stava per prendere un strumento di analisi neurale quando un terribile 
dubbio avvolse la sua mente: e se si trattava di un sogno? Se era ancora 
prigioniero di quella strana oscurità?

Una paura primordiale avvolse le sue viscere e il dottore iniziò a 
guardarsi attorno rapidamente come per cercare delle conferme.

*Ne sono uscito… ne sono uscito.* La parte conscia del medico cercò di 
scacciare le paure ma l’inconscio non voleva sapere di calmarsi.

Si allontanò leggermente da colleghi e, giunto ad un replicatore, si 
bevve un bicchiere d’acqua fresca.Sentì l’acqua passare attraverso la 
gola e il gelido tocco della bassa temperatura del liquido fu un vero 
toccasana: la pura sparì di colpo lasciando il medico come rinvigorito e 
sicuro delle sue certezze.

A grandi passi torno al suo lavoro ma, pochi istanti dopo aver iniziato 
delle analisi sul capitano Hesse, sentì una chiamata all’interfono:=^= 
Dottor De Chirico ci raggiunga al laboratorio 2.=^=

USS Tokugawa – Laboratorio scientifico - 4 Novembre 2397 - Ore 08.00

La polvere iniziò ad uscire dalla sonda come spinta da una strana e 
aliena forza. I singoli granelli erano così fini che sembrava un 
riversamento di un liquido catramoso. In pochi istanti si accumulò ai 
piedi della sonda un mucchio di grosse dimensioni superiore al volume 
interno della sonda.

Per un lunghissimo minuto non successe nulla. Poi piccole scariche 
energetiche iniziarono a legare i vari grani. Nel punto centrale le 
folgori si concentrarono in un vortice di color bluastro. La polvere 
iniziò a vorticare fino ad addensarsi in uno strano cubo arrotondato. La 
struttura diventò omogenea, robusta e quasi lucente. Appena addensata 
iniziò a cresce con una forma tubolare spingendo verso l’alto il cubo 
arrotondato.

Arrivato ad una altezza di circa 60 centimetri il cubo esplose aprendo 
in 5 falangi più un palmo.

Poco distante il campo di forza iniziò a sfrigolare come se stesse 
sobbalzando.

Una seconda serie di folgori avvolse la polvere restante e in pochi 
istanti assunse una forma antropomorfa.

Il copro era nero, compatto e rifletteva la luce del laboratorio con una 
strana brillantezza violacea.

In una stanza adiacente il facente funzioni di capitano Alluso osservava 
la scena attraverso un monitor. Sapeva di avere gli occhi di almeno una 
ventina di scienziati addosso. Il dottor De Chirico le si avvicinò 
dicendo: ”Che cos’è?”

Francesca ruotò la testa verso il responsabile del laboratorio il quale 
replicò: “Le analisi sono inconcludenti.”

“Cioè?” Chiese la Alluso.

“Rileviamo… .” lo scienziato si voltò verso i colleghi come per chiedere 
supporto:”… la polvere… nessun cambio della composizione… .”

“Ma allora come ha fatto ad assumere quella forma?”

“Non si sa… se ci fosse Carpenter… .” Provò a dire lo scienziato.

“Allora perché ha assunto quella forma?” Chiese Francesca.

“Non lo so.” Provò a dire lo scienziato ma il dottore De Chirico fu più 
rapido: “Se ha quella forma è perché vuole comunicare… .”

“E noi comunicheremo.” Concluse il facente funzioni di capitano.

Luogo indeterminato - Tempo indeterminato

Il capitano Hesse era ancora pesantemente irritato dalla scomparsa del 
dottor DeChirico quando Hana richiamò l’attenzione di tutti.

“Sta succedendo qualcosa.” Avvertì la donna.

“Come?” Rispose il comandante Margret mettendosi istintivamente sulla 
difensiva.

Carpenter e Hair si misero spalla contro spalla scrutando 
quell’impenetrabile buio.

Il timoniere Shnar e Glaskow si avvicinarono al capitano e al 
consigliere pronti a proteggere i colleghi.

Hesse si guardò intorno e, in direzione di Margret, vide qualcosa che 
non riuscì a spiegare: un buio scurissimo più forte e compatto di quello 
che gli avvolgeva si stava avvicinando.

Il capitano fece per parlare ma Hana fu più veloce: ”Sono le creature 
che ho definito grigie… si stanno avvinando.”

Hesse guardò il buio intenso avvicinarsi indeciso su cosa fare e come 
tentare un primo contatto.

Il buio fu vicinissimo a loro. Si era fermato ad un passo da Carpenter e 
Hair istintivamente provo ad illuminarlo con la torcia ma la luce sparì 
nel nulla come se qualcosa l’avesse catturata.

Hesse vide il tentativo dell’ingegnere e, nello stesso istante in cui si 
chiese se era stata o no una mossa azzardata, una voce risuono attorno a 
loro: ”Voi… non dovevate venir qui.”

Era una voce settica senza emozioni o inflessioni e, dopo una breve 
pausa, aggiunse: ”Dovete stare attenti ai Kepunk.”

USS Tokugawa – Laboratorio scientifico - 4 Novembre 2397 - Ore 08.05

Timoroso il facente funzione di capitano entro nel laboratorio seguita 
dal dottor De Chirico. In pochi passi fu davanti al campo di forza e lo 
sentì sfrigolare al contatto.

La donna fece un cenno al guardiamarina che le guardava attraverso un 
cristallo protettivo nell’altra stanza. Prontamente l’ufficiale digitò 
alcuni comandi sulla consolle e si aprì un varco nel campo di forza.

Il capo della sicurezza guardo il dottore: ”Pronto.”

Il medito annuì gravemente e il gruppetto si avvicinò all’umanoide 
formatosi dalla polvere oscura contenuta nella sonda.

L’essere era rimasto inerte senza muoversi o far nulla ma quando i due 
ufficiali entrarono nel campo di forza mosse la testa in direzione dei 
due nuovi arrivati.

Non aveva gli occhi. Aveva quello che si poteva definire come il profilo 
esterno degli occhi di un umanoide ma si voltò comunque verso il 
comandante Alluso e il dottor De Chirico.

Labbra fittizie si mossero ma non uscì alcun suono. La comunicazione 
arrivò direttamente nella mente dei due ufficiali: *Noi siamo i Kepunk. *



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