[Stml11] [9.03 - Margret - Pantomima]
Maddalena
bryn.lwellelyn a gmail.com
Sab 6 Ott 2018 15:29:08 CEST
Eccomi.
E' stato un periodaccio, quindi nonostante il ritardo il brano è
piuttosto breve. Spero vi piaccia comunque.
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*USS Tokugawa, Ufficio del capitano - 14/08/2398, ore 8:03*
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La rissa era scoppiata improvvisamente e apparentemente senza ragione.
Un attimo prima la sala mensa era tranquilla – per quanto tranquilla
potesse essere nella situazione attuale – e un attimo dopo c’erano
tavoli ribaltati e gente che si picchiava. Chi vi aveva assistito aveva
descritto la scena in termini coloriti e con abbondanti riferimenti alle
più movimentate ed alcoliche riunioni klingon.
Quando glielo avevano riferito, Hesse non aveva saputo se mettersi a
ridere, mantenere un contegno severo e adatto all’occasione o
indignarsi. Il primo ufficiale, da parte sua, aveva assunto un lieve
colorito verdastro e non si era pronunciato.
La sicurezza aveva riportato l’ordine, tutti i partecipanti erano stati
fermati, confinati nei propri alloggi e gli era stato prescritto un
colloquio con il consigliere di bordo.
Hana si era trovata di colpo sommersa dal lavoro. E benché occuparsi
delle altrui turbe mentali fosse parte del suo lavoro, la cosa si stava
facendo piuttosto preoccupante.
“Mi sembra di capire che ci sia stata un’escalation,” commentò Hesse,
appoggiandosi allo schienale della poltroncina del suo ufficio e
accavallando la gamba destra alla sinistra.
“Non so se possa definire esattamente un’escalation, Signore. Certamente
la situazione si sta aggravando.” Hana si massaggiò lentamente una
tempia. Ad Hesse sembrò piuttosto stanca.
“Ci sono stati episodi di, nervosismo, chiamiamolo così, prima d’ora,”
si inserì Margret, seduta accanto al consigliere, le antenne che si
agitavano piano in un modo che Hesse sapeva indicava una certa
preoccupazione, “ma finora non erano mai sfociati in aperta violenza.”
“No, infatti,” rispose Hana. “Tutti gli episodi precedenti sono stati di
poco conto. Gli animi si scaldavano per un nonnulla, ma si placavano
altrettanto velocemente. In alcuni casi sembrava quasi che le persone
coinvolte stentassero quasi a ricordare il motivo dello screzio. Ma
questa volta è stato diverso.”
“Qual è stato esattamente il motivo scatenante?”
“Anche questo è un punto che ha qualcosa di strano.”
Hesse aggrottò leggermente le sopracciglia, senza staccare gli occhi dal
consigliere. Con un cenno cortese la invitò a proseguire.
“La motivazione principale sembrerebbe essere una questione di gelosia.
A quanto pare due guardiamarina della sezione scientifica escono da poco
insieme. Uno dei superiori di lui, un tenente, ha manifestato un certo
interesse per la stessa ragazza. La discussione è degenerata rapidamente
e ha coinvolto altri presenti, anche se alcuni di loro non sembravano
avere alcuna correlazione diretta con la questione.”
Margret cambiò leggermente posizione sulla poltroncina. “E’ una faccenda
incresciosa, ma un triangolo amoroso non è esattamente una cosa strana. “
“No, ma il fatto è che è già la seconda volta che sento questa storia.”
“Non capisco,” ammise Hesse.
“Il guardiamarina Trefly ieri mi ha raccontato una storia molto molto
simile. In quel caso non si è arrivati alla rissa, la faccenda si è
limitata ad una discussione di poco conto. Ma mi ha fatto lo stesso
racconto.”
“Non può trattarsi di una coincidenza?” domandò il primo ufficiale.
“A distanza di 24 ore?” Hesse scosse leggermente la testa.
“I racconti coincidono non solo da un punto di vista dei fatti. Le
conversazioni che mi hanno riportato sono quasi identiche, parola per
parola. Come se si trattasse di un copione che viene recitato sempre
uguale.”
*USS Tokugawa, Infermeria - Contemporaneamente*
“Questi dati non hanno senso…”
De Chirico fissò per un istante i dati sul dispay del terminale, poi
quelli sul padd che aveva in mano, poi di nuovo quelli sul terminale e
pronunciò nuovamente la frase incriminata.
Era stato così fiducioso che sarebbe stato possibile sintetizzare
rapidamente una cura per la variante di epidemia boliana che stava
portando scompiglio sulla base, così sicuro e tranquillo che la
delusione ora, oltre che preoccupante, era anche più cocente.
Ricontrollò rapidamente le procedure eseguite, le annotazioni e i dati.
Era tutto come doveva essere. Non si trattava di un errore suo o del suo
staff. Sembrava che il ceppo del virus fosse mutato nuovamente
nottetempo e ora fosse resistente all’antidoto che avevano messo a
punto. Ma un virus del genere non poteva mutare con una tale velocità e
improvvisamente. Non in condizioni normale, quanto meno.
O qualcuno aveva giocato con i suoi campioni o lì stava accadendo
qualcosa di molto strano.
Seccato, sbattè il padd sul piano della scrivania, non abbastanza
violentemente da romperlo, ma a sufficienza da produrre un soddisfacente
crack. Avrebbe dovuto riprendere da capo. Sulla base non l’avrebbero
apprezzato. Diamine, nemmeno lui lo stava aprpezzando.
Si alzò e girò intorno alla scrivania, diretto al replicatore.
Nell’infermeria principale, qualcuno iniziò a gridare.
*USS Tokugawa, Ufficio del capitano – Contemporanemante*
**
“Assodato che i membri del personale non stiano effettivamente seguendo
un copione, il fatto che si ripeta la stessa scena così ci dice?”
domandò Margret, un po’ perplessa.
“Non ne ho idea. E’ possibile che l’equipaggio stia subendo una sorta di
influenza esterna? Di natura telepatica, magari?”
Hana scosse la testa. “Ci ho riflettuto, ma io non riesco a percepire
nulla, all’infuori delle emozioni dei nostri uomini. Se qualcosa li
stesse influenzando me ne accorgerei.”
“In più non sembra ci sia uno schema preciso riguardo al modo in cui
vengono scelte le vittime.”
“A parte le coppie, per inscenare un triangolo amoroso.”
“Quindi non può trattarsi di un virus o un batterio. Che io sappia una
relazione non ti rende più esposto all’influenza.”
“Inoltre, il dottor De Chirico non ha rilevato nulla.”
“Beh,” sospirò Hesse. “Non possono essere impazziti tutti insieme su
questa nave, no?”
*USS Tokugawa, Infermeria – Contemporaneamente*
**
L’urlo si ripetè e De Chirico si precipitò nell’infermeria principale,
giusto in tempo per vedere il guardiamarina Carter pugnalare il suo
secondo al petto con un bisturi laser, sotto lo sguardo sgomento e
terrorizzato dei pazienti presenti.
-------------- parte successiva --------------
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