[Stml11] 10.09 - Quando l’unica scelta è la resa..

Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com
Mer 31 Lug 2019 00:02:05 CEST


Signori,

ecco a voi il mio brano.. spero vi piaccia.

Ilenia


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Brano: 10.09

Titolo: Quando l’unica scelta è la resa..

Autore: Ten. Cmd. Hana (Ilenia)

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USS Tokugawa - Plancia

9 aprile 2399, ore 14.15

Eberhard De Rais era sempre più furioso e frustrato a mano a mano che il
tempo passava. La Tokugawa non era appena uscita dai cantieri e gli anni
avevano certamente pesato sulla sua struttura ma non sino al punto di
renderla una carretta spaziale; doveva esserci molto di più alla base di
tutte quelle disfunzioni.

Dapprima era iniziato tutto con un problema di calibrazione dei sensori
interni: si era ipotizzato fossero stati sabotati da quello sporco klingon
Kret'Aq, che tentava in tal modo di poter girare pern la nave senza essere
notato e di raggiungere il Capitano.

Poi c’erano stati dei problemi a mantenere la curvatura, ma anche questo
problema aveva una facile spiegazione: erano veramente in pochi a gestire
quella grande nave e questo creava gravi problemi di operatività. E poi?

I sensori interni sembravano necessitare di continue calibrazioni e non
operavano mai oltre al 41%, cosa del tutto inaccettabile perchè gli rendeva
impossibile sapere cosa stesse succedendo a bordo della nave; senza contare
che anche l'efficienza dei sensori esterni stava a poco a poco scemando.

L’uomo alla consolle scientifica continuava i suoi laconici rapporti con la
stessa enfasi di chi legge una pagina di necrologi; tutti i tentativi di
capire come risolvere il guasto non stavano dando alcun risultato.

“Se prosegue in questo modo presto saremo ciechi” la voce dell’uomo alla
consolle scientifica era completamente spenta, come se non avesse la più
pallida idea di cosa fare “Le ho tentate tutte ma se l'efficienza continua
a scendere presto non vedremo più cosa accade dentro e fuori al vascello”

“E saremo anche sordi e muti..” la donna alle comunicazioni si voltò verso
De Rais “Anche il sistema delle comunicazioni non funziona, non riesco a
comunicare né ad aprire le comunicazioni.. è come se la consolle fosse
andata in blocco!”

Eberhard scosse il capo “No signori, io non sarò un ingegnere ma questo non
è normale! Hanno sicuramente sabotato la nave, questo è poco ma sicuro!”

“Signore.. usciamo dalla curvatura!” la voce del timoniere era stupita
“Stiamo uscendo dalla curvatura proprio ora e non ho modo di impedirlo,
saremo costretti a proseguire ad impulso!”

“Ad impulso??” De Rais scattò in piedi “Inaccettabile! Avete la più pallida
idea di quanti giorni ci occorrerebbero per raggiungere il rendez vous?”
sfiorò il pannellino posto sulla postazione del Capitano attivando
l’interfono “Plancia a Sala Macchine! Maledizione, si può sapere che
diavolo state combinando?! Abbiamo perso la curvatura!”

=^= Sala Macchine a Plancia, ci stiamo lavorando il più rapidamente
possibile.. il fatto è che inizialmente pensavamo che il problema fosse la
mancanza di organico, ora siamo quasi certi che sia stato infettato il
computer della nave! I sistemi si stanno ad uno ad uno disattivando e per
quanto tentiamo di ristabilirli non otteniamo alcun risultato.. è
sicuramente un sabotaggio! =^=

“Maledetto Kret'Aq.. questa è tutta colpa sua!”

=^= Dubito che sia lui il responsabile signore, chi ha compiuto questo
gesto è qualcuno che deve avere competenze avanzate in ingegneria ed
informatica =^=

“Quindi abbiamo un sabotatore a bordo, questo non ci voleva..” De Rais era
sempre più inviperito mentre si osservava attorno nel tentativo di trovare
una soluzione alla situazione “Cosa diavolo sta facendo l’ingegnere capo?
Possibile che anche il Comandante Hair non sappia cosa diavolo fare?”

=^= Si e no. Sicuramente potrebbe essergli d’aiuto essere supportato
dall’ufficiale scientifico per identificare e debellare il problema
informatico all’interno del computer, ma al momento non sembra minimamente
interessato a sistemare il vascello. Si rifiuta di aiutare dei terroristi
=^=

Eberhard non se lo fece ripetere due volte “Cambierà idea.. stanne certo,
cambierà idea! Arrivo!” si voltò verso l’uomo alla consolle tattica per poi
dirigersi al turboascensore “Endymion, prendi il comando.. è il momento di
far capire chi comanda sulla Tokugawa”



USS Tokugawa - Sala macchine

9 aprile 2399, ore 14.28

Eberhard entrò in sala macchine guardandosi attorno; tutti i suoi uomini
stavano correndo a destra e a manca per tentare di risolvere i vari
problemi che si stavano via via presentando. Una sola persona se ne stava
immobile, a braccia conserte, nel bel mezzo della parapiglia: il Tenente
Comandante Hair osservava i colleghi in silenzio, con un sorriso divertito
dipinto sul volto.

“Si stanno disattivando gli smorzatori inerziali di sinistra! Ma li avevo
attivati nuovamente solo una decina di minuti fa! Qui stiamo solo perdendo
tempo!!”

“Non ti arrendere John, vedrai che ne verremo fuori in qualche modo!”

Eberhard rimase per qualche istante ad osservare i suoi uomini lavorare per
poi puntare a passo spedito verso Hair “Tenente Comandante Hair, le ordino
di sistemare la mia nave e di farlo ora!”

“Tenente Eberhard De Rais, questa non è la sua nave e lei è solamente un
ufficiale addetto alla sicurezza in stanza su Sol III.. non fa neppure
parte dell’organico di questo vascello” Hair rispose serafico, con una
grande calma e compostezza “Avete sequestrato una nave federale ed il suo
equipaggio.. come pensa che potrà finire questa storia?”

“Con la tua morte se non ti decidi a metterti al lavoro!” De Rais fece
partire un destro diretto alla mascella dell’ufficiale superiore, ma Hair
si spostò giusto in tempo facendo infuriare ancora di più Eberhard “Se non
si mette immediatamente al lavoro la farò ammazzare”

“E così perderete definitivamente l’ufficiale ingegnere capo della nave, la
persona che conosce di più i sistemi ingegneristici di questa vecchia
signora” Hair continuava a mantenere un aplomb da vero ufficiale superiore
“Il che vi porterà con buone probabilità a perdere del tutto i sistemi
propulsivi all’incirca tra un’ora”

“Quindi lei si rifiuta di collaborare?” Eberhard fece un ghigno sadico
“Vediamo se rimarrà della stessa idea ancora per molto..” quindi fece un
cenno ad alcuni dei suoi uomini

Pochi attimi dopo all’interno della sala macchine vennero trascinati tutti
gli ufficiali superiori donne, ossia i Comandanti Margret, Hana ed Alluso.
Il volto di Hair si rabbuiò immediatamente nel veder maltrattare le tre
donne.

“Vede, lei pensa di non avere nulla da perdere.. di poter essere superiore
alle nostre richieste perché non ha paura di noi..” De Rais camminava
lentamente verso le tre donne, con le mani legate dietro alla schiena “Ma i
membri dell’equipaggio sono molti e a noi non servono. E’ pronto a vederli
morire ad uno ad uno e a sopportare il peso di esserne l’unico
responsabile?”

Hair rimase per un attimo bloccato, non avrebbe mai voluto aiutare dei
terroristi, ma quelle erano le sue colleghe e non poteva semplicemente
voltarsi dall’altra parte. De Rais colse negli occhi del comandante quel
dubbio e ne fu soddisfatto “Non le interessa dunque? Molto bene..”

Gli uomini che tenevano le tre ufficiali donne non sembravano attendere
altro e colpirono con forza i Comandanti seppure fossero legate e quindi
impossibilitate a difendersi. Alluso venne raggiunta da un montante al
plesso solare, ma grazie all’addestramento incassò meglio delle altre il
colpo, incespicando ma riuscendo nonostante tutto a restare in piedi.
Viceversa, Margret e Hana non si aspettavano di essere colpite e finirono a
terra, la prima piegata in due per essere stata colpita alle costole mentre
la seconda con il labbro spaccato da un colpo in pieno volto rimase a terra
priva di conoscenza.

“Lasciatele stare!” Hair fece una gran fatica a controllare la rabbia
“Fatela finita!”

De Rais sorrise divertito “Vede, è questo che vi rende deboli.. il fatto
che alla fine non siete mai in grado di mantenere i vostri propositi..”
estrasse il phaser dalla propria fondina puntandolo alla testa di Margret
“Potrei ucciderle tutte e tre in pochi istanti ma sono certo che questo lei
lo sappia, Comandante.. glielo domando nuovamente, intende riparare la
nave?”

“E cosa ci dice che se lo facesse noi potremmo restare in vita?” Francesca
osservò con lo sguardo carico di odio i terroristi “Ci risparmiate per
quanto, un’ora.. due? Il tempo che Albert sistemi la nave, e poi?”

“Preferisce morire, subito?” Eberhard spostò l’arma in direzione della
Alluso “Posso accontentarla..”

“No!” Margret intervenne prontamente faticando a rimettersi in piedi per il
dolore alle costole “Finora siete punibili solo per sequestro di un
vascello federale e per rapimento.. volete davvero aggiungervi un’accusa di
omicidio?”

De Rais scoppiò a ridere mantenendo il phaser puntato sulla Alluso “Io non
riconosco più alcuna autorità alla Federazione Unita dei Pianeti, non mi
interessa se voi mi considerate solo un criminale.. quando il piano verrà
messo in atto io sarò considerato un eroe!”

“Un momento..” la voce di Hair si fece fredda “Vi offro uno scambio.. la
nave per la vita di tutto l’equipaggio sequestrato. Io riparerò i sistemi
della nave ma esigo che a nessuno di noi venga torto un capello”

De Rais osservò Hair con una certa curiosità “E chi mi dice che non sta
solo guadagnando tempo per fare qualche piano dei vostri?”

“Nulla, esattamente come io non ho basi per fidarmi di lei ma ci pensi.. è
uno scambio che può soddisfare entrambi” Hair incrociò le braccia al petto
“A lei questa nave serve, giusto? Il resto dell’equipaggio viceversa è solo
un rischio, potrebbero tentare di fuggire o di riprendersi la nave.. troppo
pericoloso. Questa è la mia proposta, sistemerò la nave e poi lei farà
sbarcare me e tutto il resto dell’equipaggio su di un pianeta vivibile”

Eberhard ci riflettè per svariati secondi, poi abbassò il phaser “Le do due
ore, non di più.. poi l’accordo salta!”


Argelius II - Enope City

Cevotov Museum - esterno dell’edificio

9 aprile 2399, contemporaneamente

Freya Icrash, giovane umana trasferitasi da circa due anni su Argelius II,
aveva iniziato la sua consueta giornata tipo: si era innamorata di un
argeliano e aveva deciso di trasferirsi da lui per farsi una famiglia. Da
allora ogni mattina usciva di casa intorno alle 8.30 per incamminarsi per
le vie della città di Enope e raggiungere la centrale comunicazioni,
prendendo posto come addetta alla consolle principale.

Camminava con calma anche quella mattina, gustandosi il tepore del sole che
le scaldava il viso; non c'era nessun rumore ed il cielo era di un celeste
intenso, senza nuvole, tanto che le venne quasi il desiderio di cambiare
direzione e raggiungere la spiaggia.

Superato il ponte di Ravinie si ritrovò a passare in un punto poco distante
dal museo Cevotov; si trattava di un edificio considerevole, era alto
cinque piani e tutte le pareti erano fatte di vetri specchi colorati, che
lo facevano apparire come un gigantesco cubo di Rubik. Passò a poca
distanza dall’entrata per poi girare in direzione della via principale
quando improvvisamente si voltò indietro. Neppure lei riuscì a capire che
cosa l’avesse convinta a fermarsi ma per qualche attimo ebbe la sensazione
di aver sentito un rumore diverso dall’ordinario.

Freya si voltò indietro ad osservare le scolaresche che si preparavano ad
entrare al museo mentre delle povere insegnanti cercavano di radunarli e
riportare l’ordine; ridacchiò divertita mentre riprendeva a camminare
aggirando l’edificio e lasciandoselo alle spalle ma ecco che nuovamente
sentì quello strano rumore. Tornò nuovamente ad osservare il museo, la luce
del sole riflessa nelle grandi finestre a specchio dell'edificio era tanto
accecante che dovette portare la mano destra alla fronte e poi.. poi nulla
fu come prima.

La giovane vide un flash, quello che si potrebbe definire una grande luce
irradiarsi alle basi del museo, poi un rombo simile ad un tuono la investì
con tanta violenza da sollevarla in aria e spingerla con forza contro un
edificio a poca distanza. Era stata proiettata via dall’onda d’urto di
un’esplosione che aveva coinvolto il museo di xeno antropologia ma se ne
rese conto solo svariato tempo dopo, quando riprese quasi miracolosamente
conoscenza ancora semi-sommersa fra le macerie.

Cosa era successo? Chi mai avrebbe fatto una cosa simile in un pianeta come
Argelius II? Quanto tempo era rimasta incosciente? Qualcuno l’avrebbe
trovata lì dove si trovava? Come stava il suo ragazzo? Ed i bambini che
aveva visto poco prima davanti al museo? ..mille domande affollavano la sua
mente ma non avrebbe saputo rispondere a nessuna di esse.

Attorno a lei il profondo silenzio lasciò improvvisamente spazio alle grida
della gente che chiedeva aiuto; neppure lei capì come fece, ma si rialzò
barcollando e si tolse di dosso dei calcinacci che le erano finiti sopra le
gambe, uscendo dal piccolo anfratto che le aveva offerto un po’ di
protezione dopo l’esplosione. Attorno a lei il paesaggio si era trasformato
in un inferno di fuoco e gente agonizzante; centinaia di cadaveri distesi a
raggiera attorno a ciò che era stato un museo, come fossero stati
proiettati fuori dalle finestre a causa dell’esplosione, avevano riportato
danni così gravi da non avere più una parvenza umana. Tutti gli edifici
limitrofi, compreso il gigantesco museo, erano stati rasi al suolo ed
un’intensa polvere si stava alzando rendendo più difficile la respirazione
e celando in parte alla vista l’entità della devastazione avvenuta.

Le fiamme avevano iniziato a lambire le case che ancora non erano crollate,
mentre la gente sopravvissuta cercava di spostarsi in luoghi sicuri
nonostante le gravi ferite che avevano riportato. Freya iniziò a muoversi
come un automa, incapace di capire la portata della situazione,
incamminandosi per come poteva verso il suo luogo di lavoro. Solo allora
una vocina risuonò nella sua testa richiamandola ai suoi doveri; ancora
ferita raggiunse la sua postazione attivando una chiamata verso Sol III

“Al Comando di Flotta su Sol III, qui Argelius II.. abbiamo subito un
attentato, chiediamo immediato aiuto”


USS Tokugawa - Alloggio del Capitano Hesse

9 aprile 2399, contemporaneamente

Hesse fissava ancora la strana figura che era apparsa di soppiatto nel suo
alloggio, aveva scambiato poche parole con quel Grandis ma per il momento
non sentiva di potersi fidare a pieno di quell’uomo. Ma del resto, in quel
momento avrebbe avuto difficoltà a fidarsi della maggior parte dei membri
della nave; aveva subito un ammutinamento ed era stato confinato nel
proprio alloggio, aveva assistito alla morte di Kret'Aq e ancora non aveva
idea di dove stessero conducendo la Tokugawa.

“Lei non è una persona facile da convincere” Alphonse Grandis fa qualche
passo avanti verso il capitano “Ma infondo la posso capire, non credo sia
facile fidarsi di qualcuno che faceva parte della stessa organizzazione che
ha requisito la sua nave..”

“Che cos’è la Cura?”

“Non è facile rispondere a questa domanda” Alphonse si sedette sul divano
mettendosi comodo “La Cura è un'organizzazione secolare, neppure io so
quando sia nata esattamente anche se con tutta probabilità è antecedente
alla fondazione della Federazione Unita dei Pianeti. Il suo scopo
dichiarato è la difesa dell’unicità delle varie razze federali ma i buoni
propositi nascondono spesso pessime intenzioni”

“Si spieghi meglio..” Hesse si sedette di fronte all’inaspettato ospite

“Il principio che guida gli ideali della cura sono legati all’idea della
preservazione delle unicità di ogni razza a discapito del conformismo.. ma
ciò che intendono affermare è che le varie razze dovrebbero essere poste
nell’impossibilità di riprodursi fra loro.. la Federazione Unita dei
Pianeti viene vista come un pericolo perché con il passare del tempo le
varie razze riproducendosi fra loro potrebbe portare alla creazione di
razze ibride che potrebbero perdere le unicità delle singole razze che li
compongono”

“E’ un ragionamento priva di senso”

“Capitano, l’ideale delle razze pure non sono nuove nel nostro mondo.. se
le razze si sommassero tutte le peculiarità culturali, storiche e persino
fisiche andrebbero perdute per sempre” Grandis osservava il Capitano con
una strana convinzione negli occhi “Ma se un tempo l’ideale era perseguito
solo a carattere filosofico, ora la Cura si è mobilitata per distruggere la
Federazione e portare ai popoli ad un'auto isolazionismo protettivo.. meno
rapporti fra i popoli, meno rischi di figli ibridi fra i vari mondi”

“Da chi è composta la Cura?”

“La Cura è composta da una moltitudine di persone, chi all’interno della
flotta.. chi nel mondo degli intellettuali.. altri tra persone comuni. Sono
tutte persone eterogenee che sono accomunate dalla piena convinzione nei
principi della Cura” Grandis fece una pausa “I membri di
quell’organizzazione hanno dimostrato un totale asservimento ai principi
dell’organizzazione e sarebbero felici di dare la vita per loro. La setta,
negli anni, ha addestrato alcuni valorosi membri della flotta stellare che
ora si stanno ad uno ad uno ammutinando”

“Ed ora, quale sarà la loro prossima mossa?”

“Ancora non lo so..” Grandis scosse il capo “Ma spero di scoprirlo prima
che sia troppo tardi..” lo strano uomo si alzò “Ora mi perdoni, ma devo
tornare a confondermi fra i traditori della Cura, non tema.. sono certo che
avremo modo di rivederci” detto questo uscì di soppiatto dall’alloggio del
Capitano.


Sol III - Ufficio del Contrammiraglio Darion

9 aprile 2399, ore 14.51

Le notizie si stavano via via susseguendo sull’attentato di Argelius II; il
contrammiraglio Darion cercava di seguire quasi in tempo reale sul
conteggio delle vittime che purtroppo stava salendo sempre di più. Il suono
del sensore lo fece quasi trasalire, mentre il Contrammiraglio Bates
entrava nel suo ufficio.

“Questa non ci voleva, la situazione rischia di sfuggirci tra le dita..”
Bates sembrava preoccupato tanto quanto il collega “Ed il peggio deve
ancora venire”

Darion alzò il capo dal terminale sgranando gli occhi “Non me lo dire, un
altro attentato?”

Bates scosse il capo “No, ma gli effetti dei due attentati si stanno
facendo sentire.. vari pianeti hanno fatto richiesta di avere un aumento
delle navi di pattuglia temendo di poter essere i prossimi obiettivi,
stiamo cercando di dare risposte concrete alle varie richieste ma fra le
navi che hanno lasciato le proprie posizioni senza dare motivi e tutte le
richieste pervenute..”

“Sta diventando quasi impossibile riuscire accontentare tutti?”

Bates annuì brevemente a Darion accomodandosi sulla poltroncina “Si.. si
stanno creando dei vuoti nelle difese e la cosa rischia solo di
peggiorare..”  fece una pausa “E nel frattempo è stato confermato che anche
la Corwin non risponde più alle chiamate, siamo nei guai.. siamo davvero
nei guai John”


Zona sconosciuta - Asteroide di classe M Sconosciuto

9 aprile 2399, ore 16.51

Erano nuovamente tutti insieme sull’asteroide, o quasi.. il capitano Hesse
non si vedeva da nessuna parte, tanto che ormai era palese fosse stato
trattenuto sulla nave, forse come ostaggio. Margret passava con lo sguardo
il volto dei membri dell’equipaggio rimasti leali alla Flotta Stellare
senza sapere esattamente cosa dirgli.

Erano stati abbandonati in quel luogo sperduto, con pochissime attrezzature
ed ora non gli restava altro che sopravvivere in attesa che qualcuno
potesse trovarli.

“Siamo in una zona poco trafficata Comandante”

La voce di Asami fece voltare Margret che annuì “Lo so, ma dobbiamo
continuare a crederci.. non ci siamo mai arresi, non lo faremo neppure
adesso! Ci hanno lasciato una boa di emergenza.. siamo in un’area in cui
passano poche nave ma questo non significa nulla, saremo trovati presto..
me lo sento”


USS Tokugawa - Alloggio del Capitano Hesse

9 aprile 2399, contemporaneamente

Hesse fissò per qualche attimo l’asteroide prima che la Tokugawa ripartisse
a curvatura e sorrise dentro di sé: il suo equipaggio nonostante tutto era
salvo ora stava a lui e all'improbabile alleato Grandis trovare un modo per
fermare la vecchia signora.

*Riuscirò a trovare un modo a fermare tutto questo.. la Cura non l’avrà
vinta..* pensò Hesse fra sé e sé *Li fermerò.. costi quel che costi*
-------------- parte successiva --------------
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