[Stml11] 10.09 - Quando l’unica scelta è la resa..
Marco Calandri
cesare.mouri.sf a gmail.com
Mer 31 Lug 2019 20:45:49 CEST
Ciao
bel brano complimenti! Molto interessante.
Mi è piaciuto il comportamento fiero di Hair!
Il 31/07/2019 00:02, Ilenia De Battisti ha scritto:
> Signori,
>
> ecco a voi il mio brano.. spero vi piaccia.
>
> Ilenia
>
>
> *****************************************
>
> Brano: 10.09
>
> Titolo: Quando l’unica scelta è la resa..
>
> Autore: Ten. Cmd. Hana (Ilenia)
>
> *****************************************
>
>
> USS Tokugawa - Plancia
>
> 9 aprile 2399, ore 14.15
>
> Eberhard De Rais era sempre più furioso e frustrato a mano a mano che il
> tempo passava. La Tokugawa non era appena uscita dai cantieri e gli anni
> avevano certamente pesato sulla sua struttura ma non sino al punto di
> renderla una carretta spaziale; doveva esserci molto di più alla base di
> tutte quelle disfunzioni.
>
> Dapprima era iniziato tutto con un problema di calibrazione dei sensori
> interni: si era ipotizzato fossero stati sabotati da quello sporco klingon
> Kret'Aq, che tentava in tal modo di poter girare pern la nave senza essere
> notato e di raggiungere il Capitano.
>
> Poi c’erano stati dei problemi a mantenere la curvatura, ma anche questo
> problema aveva una facile spiegazione: erano veramente in pochi a gestire
> quella grande nave e questo creava gravi problemi di operatività. E poi?
>
> I sensori interni sembravano necessitare di continue calibrazioni e non
> operavano mai oltre al 41%, cosa del tutto inaccettabile perchè gli rendeva
> impossibile sapere cosa stesse succedendo a bordo della nave; senza contare
> che anche l'efficienza dei sensori esterni stava a poco a poco scemando.
>
> L’uomo alla consolle scientifica continuava i suoi laconici rapporti con la
> stessa enfasi di chi legge una pagina di necrologi; tutti i tentativi di
> capire come risolvere il guasto non stavano dando alcun risultato.
>
> “Se prosegue in questo modo presto saremo ciechi” la voce dell’uomo alla
> consolle scientifica era completamente spenta, come se non avesse la più
> pallida idea di cosa fare “Le ho tentate tutte ma se l'efficienza continua
> a scendere presto non vedremo più cosa accade dentro e fuori al vascello”
>
> “E saremo anche sordi e muti..” la donna alle comunicazioni si voltò verso
> De Rais “Anche il sistema delle comunicazioni non funziona, non riesco a
> comunicare né ad aprire le comunicazioni.. è come se la consolle fosse
> andata in blocco!”
>
> Eberhard scosse il capo “No signori, io non sarò un ingegnere ma questo non
> è normale! Hanno sicuramente sabotato la nave, questo è poco ma sicuro!”
>
> “Signore.. usciamo dalla curvatura!” la voce del timoniere era stupita
> “Stiamo uscendo dalla curvatura proprio ora e non ho modo di impedirlo,
> saremo costretti a proseguire ad impulso!”
>
> “Ad impulso??” De Rais scattò in piedi “Inaccettabile! Avete la più pallida
> idea di quanti giorni ci occorrerebbero per raggiungere il rendez vous?”
> sfiorò il pannellino posto sulla postazione del Capitano attivando
> l’interfono “Plancia a Sala Macchine! Maledizione, si può sapere che
> diavolo state combinando?! Abbiamo perso la curvatura!”
>
> =^= Sala Macchine a Plancia, ci stiamo lavorando il più rapidamente
> possibile.. il fatto è che inizialmente pensavamo che il problema fosse la
> mancanza di organico, ora siamo quasi certi che sia stato infettato il
> computer della nave! I sistemi si stanno ad uno ad uno disattivando e per
> quanto tentiamo di ristabilirli non otteniamo alcun risultato.. è
> sicuramente un sabotaggio! =^=
>
> “Maledetto Kret'Aq.. questa è tutta colpa sua!”
>
> =^= Dubito che sia lui il responsabile signore, chi ha compiuto questo
> gesto è qualcuno che deve avere competenze avanzate in ingegneria ed
> informatica =^=
>
> “Quindi abbiamo un sabotatore a bordo, questo non ci voleva..” De Rais era
> sempre più inviperito mentre si osservava attorno nel tentativo di trovare
> una soluzione alla situazione “Cosa diavolo sta facendo l’ingegnere capo?
> Possibile che anche il Comandante Hair non sappia cosa diavolo fare?”
>
> =^= Si e no. Sicuramente potrebbe essergli d’aiuto essere supportato
> dall’ufficiale scientifico per identificare e debellare il problema
> informatico all’interno del computer, ma al momento non sembra minimamente
> interessato a sistemare il vascello. Si rifiuta di aiutare dei terroristi
> =^=
>
> Eberhard non se lo fece ripetere due volte “Cambierà idea.. stanne certo,
> cambierà idea! Arrivo!” si voltò verso l’uomo alla consolle tattica per poi
> dirigersi al turboascensore “Endymion, prendi il comando.. è il momento di
> far capire chi comanda sulla Tokugawa”
>
>
>
> USS Tokugawa - Sala macchine
>
> 9 aprile 2399, ore 14.28
>
> Eberhard entrò in sala macchine guardandosi attorno; tutti i suoi uomini
> stavano correndo a destra e a manca per tentare di risolvere i vari
> problemi che si stavano via via presentando. Una sola persona se ne stava
> immobile, a braccia conserte, nel bel mezzo della parapiglia: il Tenente
> Comandante Hair osservava i colleghi in silenzio, con un sorriso divertito
> dipinto sul volto.
>
> “Si stanno disattivando gli smorzatori inerziali di sinistra! Ma li avevo
> attivati nuovamente solo una decina di minuti fa! Qui stiamo solo perdendo
> tempo!!”
>
> “Non ti arrendere John, vedrai che ne verremo fuori in qualche modo!”
>
> Eberhard rimase per qualche istante ad osservare i suoi uomini lavorare per
> poi puntare a passo spedito verso Hair “Tenente Comandante Hair, le ordino
> di sistemare la mia nave e di farlo ora!”
>
> “Tenente Eberhard De Rais, questa non è la sua nave e lei è solamente un
> ufficiale addetto alla sicurezza in stanza su Sol III.. non fa neppure
> parte dell’organico di questo vascello” Hair rispose serafico, con una
> grande calma e compostezza “Avete sequestrato una nave federale ed il suo
> equipaggio.. come pensa che potrà finire questa storia?”
>
> “Con la tua morte se non ti decidi a metterti al lavoro!” De Rais fece
> partire un destro diretto alla mascella dell’ufficiale superiore, ma Hair
> si spostò giusto in tempo facendo infuriare ancora di più Eberhard “Se non
> si mette immediatamente al lavoro la farò ammazzare”
>
> “E così perderete definitivamente l’ufficiale ingegnere capo della nave, la
> persona che conosce di più i sistemi ingegneristici di questa vecchia
> signora” Hair continuava a mantenere un aplomb da vero ufficiale superiore
> “Il che vi porterà con buone probabilità a perdere del tutto i sistemi
> propulsivi all’incirca tra un’ora”
>
> “Quindi lei si rifiuta di collaborare?” Eberhard fece un ghigno sadico
> “Vediamo se rimarrà della stessa idea ancora per molto..” quindi fece un
> cenno ad alcuni dei suoi uomini
>
> Pochi attimi dopo all’interno della sala macchine vennero trascinati tutti
> gli ufficiali superiori donne, ossia i Comandanti Margret, Hana ed Alluso.
> Il volto di Hair si rabbuiò immediatamente nel veder maltrattare le tre
> donne.
>
> “Vede, lei pensa di non avere nulla da perdere.. di poter essere superiore
> alle nostre richieste perché non ha paura di noi..” De Rais camminava
> lentamente verso le tre donne, con le mani legate dietro alla schiena “Ma i
> membri dell’equipaggio sono molti e a noi non servono. E’ pronto a vederli
> morire ad uno ad uno e a sopportare il peso di esserne l’unico
> responsabile?”
>
> Hair rimase per un attimo bloccato, non avrebbe mai voluto aiutare dei
> terroristi, ma quelle erano le sue colleghe e non poteva semplicemente
> voltarsi dall’altra parte. De Rais colse negli occhi del comandante quel
> dubbio e ne fu soddisfatto “Non le interessa dunque? Molto bene..”
>
> Gli uomini che tenevano le tre ufficiali donne non sembravano attendere
> altro e colpirono con forza i Comandanti seppure fossero legate e quindi
> impossibilitate a difendersi. Alluso venne raggiunta da un montante al
> plesso solare, ma grazie all’addestramento incassò meglio delle altre il
> colpo, incespicando ma riuscendo nonostante tutto a restare in piedi.
> Viceversa, Margret e Hana non si aspettavano di essere colpite e finirono a
> terra, la prima piegata in due per essere stata colpita alle costole mentre
> la seconda con il labbro spaccato da un colpo in pieno volto rimase a terra
> priva di conoscenza.
>
> “Lasciatele stare!” Hair fece una gran fatica a controllare la rabbia
> “Fatela finita!”
>
> De Rais sorrise divertito “Vede, è questo che vi rende deboli.. il fatto
> che alla fine non siete mai in grado di mantenere i vostri propositi..”
> estrasse il phaser dalla propria fondina puntandolo alla testa di Margret
> “Potrei ucciderle tutte e tre in pochi istanti ma sono certo che questo lei
> lo sappia, Comandante.. glielo domando nuovamente, intende riparare la
> nave?”
>
> “E cosa ci dice che se lo facesse noi potremmo restare in vita?” Francesca
> osservò con lo sguardo carico di odio i terroristi “Ci risparmiate per
> quanto, un’ora.. due? Il tempo che Albert sistemi la nave, e poi?”
>
> “Preferisce morire, subito?” Eberhard spostò l’arma in direzione della
> Alluso “Posso accontentarla..”
>
> “No!” Margret intervenne prontamente faticando a rimettersi in piedi per il
> dolore alle costole “Finora siete punibili solo per sequestro di un
> vascello federale e per rapimento.. volete davvero aggiungervi un’accusa di
> omicidio?”
>
> De Rais scoppiò a ridere mantenendo il phaser puntato sulla Alluso “Io non
> riconosco più alcuna autorità alla Federazione Unita dei Pianeti, non mi
> interessa se voi mi considerate solo un criminale.. quando il piano verrà
> messo in atto io sarò considerato un eroe!”
>
> “Un momento..” la voce di Hair si fece fredda “Vi offro uno scambio.. la
> nave per la vita di tutto l’equipaggio sequestrato. Io riparerò i sistemi
> della nave ma esigo che a nessuno di noi venga torto un capello”
>
> De Rais osservò Hair con una certa curiosità “E chi mi dice che non sta
> solo guadagnando tempo per fare qualche piano dei vostri?”
>
> “Nulla, esattamente come io non ho basi per fidarmi di lei ma ci pensi.. è
> uno scambio che può soddisfare entrambi” Hair incrociò le braccia al petto
> “A lei questa nave serve, giusto? Il resto dell’equipaggio viceversa è solo
> un rischio, potrebbero tentare di fuggire o di riprendersi la nave.. troppo
> pericoloso. Questa è la mia proposta, sistemerò la nave e poi lei farà
> sbarcare me e tutto il resto dell’equipaggio su di un pianeta vivibile”
>
> Eberhard ci riflettè per svariati secondi, poi abbassò il phaser “Le do due
> ore, non di più.. poi l’accordo salta!”
>
>
> Argelius II - Enope City
>
> Cevotov Museum - esterno dell’edificio
>
> 9 aprile 2399, contemporaneamente
>
> Freya Icrash, giovane umana trasferitasi da circa due anni su Argelius II,
> aveva iniziato la sua consueta giornata tipo: si era innamorata di un
> argeliano e aveva deciso di trasferirsi da lui per farsi una famiglia. Da
> allora ogni mattina usciva di casa intorno alle 8.30 per incamminarsi per
> le vie della città di Enope e raggiungere la centrale comunicazioni,
> prendendo posto come addetta alla consolle principale.
>
> Camminava con calma anche quella mattina, gustandosi il tepore del sole che
> le scaldava il viso; non c'era nessun rumore ed il cielo era di un celeste
> intenso, senza nuvole, tanto che le venne quasi il desiderio di cambiare
> direzione e raggiungere la spiaggia.
>
> Superato il ponte di Ravinie si ritrovò a passare in un punto poco distante
> dal museo Cevotov; si trattava di un edificio considerevole, era alto
> cinque piani e tutte le pareti erano fatte di vetri specchi colorati, che
> lo facevano apparire come un gigantesco cubo di Rubik. Passò a poca
> distanza dall’entrata per poi girare in direzione della via principale
> quando improvvisamente si voltò indietro. Neppure lei riuscì a capire che
> cosa l’avesse convinta a fermarsi ma per qualche attimo ebbe la sensazione
> di aver sentito un rumore diverso dall’ordinario.
>
> Freya si voltò indietro ad osservare le scolaresche che si preparavano ad
> entrare al museo mentre delle povere insegnanti cercavano di radunarli e
> riportare l’ordine; ridacchiò divertita mentre riprendeva a camminare
> aggirando l’edificio e lasciandoselo alle spalle ma ecco che nuovamente
> sentì quello strano rumore. Tornò nuovamente ad osservare il museo, la luce
> del sole riflessa nelle grandi finestre a specchio dell'edificio era tanto
> accecante che dovette portare la mano destra alla fronte e poi.. poi nulla
> fu come prima.
>
> La giovane vide un flash, quello che si potrebbe definire una grande luce
> irradiarsi alle basi del museo, poi un rombo simile ad un tuono la investì
> con tanta violenza da sollevarla in aria e spingerla con forza contro un
> edificio a poca distanza. Era stata proiettata via dall’onda d’urto di
> un’esplosione che aveva coinvolto il museo di xeno antropologia ma se ne
> rese conto solo svariato tempo dopo, quando riprese quasi miracolosamente
> conoscenza ancora semi-sommersa fra le macerie.
>
> Cosa era successo? Chi mai avrebbe fatto una cosa simile in un pianeta come
> Argelius II? Quanto tempo era rimasta incosciente? Qualcuno l’avrebbe
> trovata lì dove si trovava? Come stava il suo ragazzo? Ed i bambini che
> aveva visto poco prima davanti al museo? ..mille domande affollavano la sua
> mente ma non avrebbe saputo rispondere a nessuna di esse.
>
> Attorno a lei il profondo silenzio lasciò improvvisamente spazio alle grida
> della gente che chiedeva aiuto; neppure lei capì come fece, ma si rialzò
> barcollando e si tolse di dosso dei calcinacci che le erano finiti sopra le
> gambe, uscendo dal piccolo anfratto che le aveva offerto un po’ di
> protezione dopo l’esplosione. Attorno a lei il paesaggio si era trasformato
> in un inferno di fuoco e gente agonizzante; centinaia di cadaveri distesi a
> raggiera attorno a ciò che era stato un museo, come fossero stati
> proiettati fuori dalle finestre a causa dell’esplosione, avevano riportato
> danni così gravi da non avere più una parvenza umana. Tutti gli edifici
> limitrofi, compreso il gigantesco museo, erano stati rasi al suolo ed
> un’intensa polvere si stava alzando rendendo più difficile la respirazione
> e celando in parte alla vista l’entità della devastazione avvenuta.
>
> Le fiamme avevano iniziato a lambire le case che ancora non erano crollate,
> mentre la gente sopravvissuta cercava di spostarsi in luoghi sicuri
> nonostante le gravi ferite che avevano riportato. Freya iniziò a muoversi
> come un automa, incapace di capire la portata della situazione,
> incamminandosi per come poteva verso il suo luogo di lavoro. Solo allora
> una vocina risuonò nella sua testa richiamandola ai suoi doveri; ancora
> ferita raggiunse la sua postazione attivando una chiamata verso Sol III
>
> “Al Comando di Flotta su Sol III, qui Argelius II.. abbiamo subito un
> attentato, chiediamo immediato aiuto”
>
>
> USS Tokugawa - Alloggio del Capitano Hesse
>
> 9 aprile 2399, contemporaneamente
>
> Hesse fissava ancora la strana figura che era apparsa di soppiatto nel suo
> alloggio, aveva scambiato poche parole con quel Grandis ma per il momento
> non sentiva di potersi fidare a pieno di quell’uomo. Ma del resto, in quel
> momento avrebbe avuto difficoltà a fidarsi della maggior parte dei membri
> della nave; aveva subito un ammutinamento ed era stato confinato nel
> proprio alloggio, aveva assistito alla morte di Kret'Aq e ancora non aveva
> idea di dove stessero conducendo la Tokugawa.
>
> “Lei non è una persona facile da convincere” Alphonse Grandis fa qualche
> passo avanti verso il capitano “Ma infondo la posso capire, non credo sia
> facile fidarsi di qualcuno che faceva parte della stessa organizzazione che
> ha requisito la sua nave..”
>
> “Che cos’è la Cura?”
>
> “Non è facile rispondere a questa domanda” Alphonse si sedette sul divano
> mettendosi comodo “La Cura è un'organizzazione secolare, neppure io so
> quando sia nata esattamente anche se con tutta probabilità è antecedente
> alla fondazione della Federazione Unita dei Pianeti. Il suo scopo
> dichiarato è la difesa dell’unicità delle varie razze federali ma i buoni
> propositi nascondono spesso pessime intenzioni”
>
> “Si spieghi meglio..” Hesse si sedette di fronte all’inaspettato ospite
>
> “Il principio che guida gli ideali della cura sono legati all’idea della
> preservazione delle unicità di ogni razza a discapito del conformismo.. ma
> ciò che intendono affermare è che le varie razze dovrebbero essere poste
> nell’impossibilità di riprodursi fra loro.. la Federazione Unita dei
> Pianeti viene vista come un pericolo perché con il passare del tempo le
> varie razze riproducendosi fra loro potrebbe portare alla creazione di
> razze ibride che potrebbero perdere le unicità delle singole razze che li
> compongono”
>
> “E’ un ragionamento priva di senso”
>
> “Capitano, l’ideale delle razze pure non sono nuove nel nostro mondo.. se
> le razze si sommassero tutte le peculiarità culturali, storiche e persino
> fisiche andrebbero perdute per sempre” Grandis osservava il Capitano con
> una strana convinzione negli occhi “Ma se un tempo l’ideale era perseguito
> solo a carattere filosofico, ora la Cura si è mobilitata per distruggere la
> Federazione e portare ai popoli ad un'auto isolazionismo protettivo.. meno
> rapporti fra i popoli, meno rischi di figli ibridi fra i vari mondi”
>
> “Da chi è composta la Cura?”
>
> “La Cura è composta da una moltitudine di persone, chi all’interno della
> flotta.. chi nel mondo degli intellettuali.. altri tra persone comuni. Sono
> tutte persone eterogenee che sono accomunate dalla piena convinzione nei
> principi della Cura” Grandis fece una pausa “I membri di
> quell’organizzazione hanno dimostrato un totale asservimento ai principi
> dell’organizzazione e sarebbero felici di dare la vita per loro. La setta,
> negli anni, ha addestrato alcuni valorosi membri della flotta stellare che
> ora si stanno ad uno ad uno ammutinando”
>
> “Ed ora, quale sarà la loro prossima mossa?”
>
> “Ancora non lo so..” Grandis scosse il capo “Ma spero di scoprirlo prima
> che sia troppo tardi..” lo strano uomo si alzò “Ora mi perdoni, ma devo
> tornare a confondermi fra i traditori della Cura, non tema.. sono certo che
> avremo modo di rivederci” detto questo uscì di soppiatto dall’alloggio del
> Capitano.
>
>
> Sol III - Ufficio del Contrammiraglio Darion
>
> 9 aprile 2399, ore 14.51
>
> Le notizie si stavano via via susseguendo sull’attentato di Argelius II; il
> contrammiraglio Darion cercava di seguire quasi in tempo reale sul
> conteggio delle vittime che purtroppo stava salendo sempre di più. Il suono
> del sensore lo fece quasi trasalire, mentre il Contrammiraglio Bates
> entrava nel suo ufficio.
>
> “Questa non ci voleva, la situazione rischia di sfuggirci tra le dita..”
> Bates sembrava preoccupato tanto quanto il collega “Ed il peggio deve
> ancora venire”
>
> Darion alzò il capo dal terminale sgranando gli occhi “Non me lo dire, un
> altro attentato?”
>
> Bates scosse il capo “No, ma gli effetti dei due attentati si stanno
> facendo sentire.. vari pianeti hanno fatto richiesta di avere un aumento
> delle navi di pattuglia temendo di poter essere i prossimi obiettivi,
> stiamo cercando di dare risposte concrete alle varie richieste ma fra le
> navi che hanno lasciato le proprie posizioni senza dare motivi e tutte le
> richieste pervenute..”
>
> “Sta diventando quasi impossibile riuscire accontentare tutti?”
>
> Bates annuì brevemente a Darion accomodandosi sulla poltroncina “Si.. si
> stanno creando dei vuoti nelle difese e la cosa rischia solo di
> peggiorare..” fece una pausa “E nel frattempo è stato confermato che anche
> la Corwin non risponde più alle chiamate, siamo nei guai.. siamo davvero
> nei guai John”
>
>
> Zona sconosciuta - Asteroide di classe M Sconosciuto
>
> 9 aprile 2399, ore 16.51
>
> Erano nuovamente tutti insieme sull’asteroide, o quasi.. il capitano Hesse
> non si vedeva da nessuna parte, tanto che ormai era palese fosse stato
> trattenuto sulla nave, forse come ostaggio. Margret passava con lo sguardo
> il volto dei membri dell’equipaggio rimasti leali alla Flotta Stellare
> senza sapere esattamente cosa dirgli.
>
> Erano stati abbandonati in quel luogo sperduto, con pochissime attrezzature
> ed ora non gli restava altro che sopravvivere in attesa che qualcuno
> potesse trovarli.
>
> “Siamo in una zona poco trafficata Comandante”
>
> La voce di Asami fece voltare Margret che annuì “Lo so, ma dobbiamo
> continuare a crederci.. non ci siamo mai arresi, non lo faremo neppure
> adesso! Ci hanno lasciato una boa di emergenza.. siamo in un’area in cui
> passano poche nave ma questo non significa nulla, saremo trovati presto..
> me lo sento”
>
>
> USS Tokugawa - Alloggio del Capitano Hesse
>
> 9 aprile 2399, contemporaneamente
>
> Hesse fissò per qualche attimo l’asteroide prima che la Tokugawa ripartisse
> a curvatura e sorrise dentro di sé: il suo equipaggio nonostante tutto era
> salvo ora stava a lui e all'improbabile alleato Grandis trovare un modo per
> fermare la vecchia signora.
>
> *Riuscirò a trovare un modo a fermare tutto questo.. la Cura non l’avrà
> vinta..* pensò Hesse fra sé e sé *Li fermerò.. costi quel che costi*
>
>
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