[Stml11] [10.01 - De Chirico - Essere umani]
Amedeo Laudisio
amedeo.laudisio a gmail.com
Mer 6 Mar 2019 20:13:43 CET
Ciao!
Ho finito di scrivere il primo brano della nostra nuova missione, non senza
qualche perplessità e qualche timore di scrivere qualcosa di "troppo"
incrociato con il Canon.
Lo spirito con cui ho fatto questo lavoro è quello di dare alla nostra nave
una missione che sia un degno congedo in vista del nuovo progetto, ma anche
un lancio per la nostra prossima avventura. L'idea di fondo vorrebbe essere
quella (tutta da sviluppare ovviamente) di provare a trovare un "nemico"
ricorrente nelle nostre prossime missioni, qualcosa che non è un nemico in
senso strettamente fisico ma un'ideologia "avversaria", che i nostri
protagonisti si potrebbero trovare ad affrontare in futuro.
Qualcosa che dia un senso di continuità "inter-missione" alle nostre storie.
Ovviamente è solo una proposta ma credo che l'idea di base che sta dietro
questo brano possa prestarsi a un sacco di sviluppi diversi che potremmo
divertirci ad esplorare. Spero vi piacerà!
Campagna Centauriana - 4 Aprile 2399 ore 15:00
Il Dottor De Chirico si godeva una meritata vacanza in una regione agricola
non lontano da Alfa Centaury City, la maggior parte dei suoi compagni di
bordo alloggiava nei palazzi della federazione in centro città, ma lui non
aveva resistito alla tentazione di prendere alloggio là, in quella terra
così simile alla sua patria, dopo tanti anni che mancava da casa.
La Tokugawa era stata convocata lì per presenziare alle cerimonie
commemorative riguardanti il primo “programma curvatura” e il primo
contatto.
Come molti ufficiali superiori aveva una serie di impegni istituzionali, ma
questo non gli aveva impedito una breve vacanza in quei luoghi che in
qualche modo sentiva come i “suoi” luoghi, o i luoghi di un’altra versione
di se stesso.
La campagna Centauriana sembrava un paese fermo nel tempo: nonostante gli
avanzamenti tecnologici e sociali degli ultimi secoli conservava un aspetto
ancestrale. Coltivazioni di grano a perdita d’occhio. File di ulivi
allineati come tanti piccoli soldatini.
Anche una semplice navetta per i trasporti doveva costituire una relativa
novità per il posto, considerando gli sguardi curiosi che aveva attirato al
suo arrivo.
Giovanni aveva approfittato del tempo libero per dedicarsi al relax e alla
musica. Sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che si era potuto
affrancare dalla bolgia della vita su una nave spaziale per dedicarsi a
solitudine e contemplazione.
Gli ufficiali della Tokugawa, insieme al personale di alcune altre navi
selezionate erano stati invitati a una rievocazione storica del primo volo
in curvatura, lo spirito della commemorazione era rievocare il momento in
cui l’umanità smise di essere un punto nel vuoto del cosmo e iniziò ad
essere una comunità che esisteva insieme ad altre comunità.
Il momento in cui le guerre intestine all’umanità iniziarono a diventare
qualcosa di piccolo rispetto al resto.
Di per sé non era un argomento particolarmente divertente per le persone
della generazione di Giovanni, tranne che per gli appassionati di storia.
Quanto a lui, come molti suoi coetanei della federazione viveva il suo
essere umano come un semplice retaggio. Abituato ad avere a che fare ogni
giorno con persone di centinaia di specie diverse. Era scontato e normale
considerarsi un semplice “essere” in mezzo a molti altri.
Era strano vedere gli eventi storici dal punto di vista di qualcuno che
molti secoli prima era abituato a pensarsi come ad un “noi” in
contrapposizione al resto. Qualcosa di così alieno per il modo di vivere di
Giovanni che non sembrava neanche una parte della storia della propria
nazione.
Eppure erano proprio i suoi antenati. Era proprio di Zefram Cochraine che
stavano parlando. Di un nemico che non erano “loro” ma era la stessa
umanità.
Campagna Centauriana - 4 Aprile 2399 ore 23:30
La cerimonia fù molto meno noiosa di quanto Giovanni si potesse aspettare,
quella sera rientrò nella sua villetta, pronto a reimbarcarsi al termine
della cerimonia conclusiva del giorno successivo pieno di interrogativi su
“noi” e “loro”.
Si sentiva stranamente consapevole dell’incredibile ovvietà costituita dal
suo essere umano. Qualcosa che era apparso così scontato da averlo quasi
dimenticato.
I bagagli erano già stati reimbarcati sulla Tokugawa, e Giovanni andando a
dormire non potè non assaporare il silenzio quasi irreale che regnava
attorno a lui.
“Mi mancherà questo luogo. Forse dovrei comprare una casa da queste parti
in cui tornare nei periodi di licenza.”
Alfa Centauri City - Quartieri della federazione - 4 Aprile 2399 ore 15:00
Hana alloggiava nei quartieri della Federazione, nelle immediate vicinanze
delle sale conferenze dedicate alle commemorazioni di quei giorni.
Non essendo umana non aveva parenti o amici stretti sulla colonia, quindi
trascorreva il tempo libero studiando le variegate emozioni che poteva
avvertire in quell’occasione.
Era la prima volta che si trovava a presenziare ad una commemorazione
umana, e trovò quanto meno curioso il sentimento generale che avvertiva
intorno a se.
Interesse ma un generale distacco emotivo rispetto agli argomenti di cui
trattavano.
Non avvertiva il tipico orgoglio “nazionale” che si poteva trovare
normalmente in quel genere di eventi quando erano coinvolte altre specie.
In questo caso il sentimento generale era di disinteresse e di distacco.
Come fosse qualcosa che riguardava altri.
Non avvertiva lo stesso tipo di empatia e vicinanza emotiva che avevano
provato mille altre volte in altrettanti pianeti. Quando avevano
partecipato a cerimonie riguardanti altri popoli. Interesse, senso
dell’importanza di quello che stavano facendo.
Non poteva non fare un paragone col tipico orgoglio Klingon, o Andoriano o
anche addirittura Vulcaniano.
Gli umani sembravano essere del tutto estranei a quel tipo di sentimento ma
vivere il senso di sé in maniera del tutto diversa dalle altre specie.
Il popolo degli umani non era l’umanità, o non più. Il popolo dei “suoi”
umani erano i propri compagni di bordo e tutte le specie che erano state
loro amiche.
Queste persone costituivano solo un retaggio del passato per loro.
USS Sengoku - Alloggio del primo ufficiale - 4 Aprile 2399 ore 9:00
Carl Durston si trovava nel suo ufficio a bordo della Sengoku, a piena
velocità di curvatura in direzione Alfa Centauri City.
Come primo ufficiale della Sengoku era tenuto a presenziare alle cerimonie
di commemorazione del primo volo a curvatura assieme ad un altro paio di
navi prescelte per tale “onore”.
A presenziare ci sarebbero certamente state alte cariche della federazione,
tutti pronti a celebrare il momento in cui l’umanità aveva smesso di essere
umanità.
Odiava questo genere di celebrazioni, così come odiava l’ipocrisia di fondo
che leggeva all’interno della federazione.
Tanti popoli che vivono come uno solo.
Senza essere più un popolo. Cancellando le singole culture in nome di una
conformazione di massa.
Si ritrovò a fissare il comunicatore col simbolo della federazione
pensando: “La federazione rappresenta tutto questo, chissà che cosa ne
avrebbe pensato Cochrane”.
Per fortuna solo i capitani e le autorità avrebbero dovuto tenere un
discorso, sarebbe stato molto difficile nascondere l’amarezza che provava
in quel momento.
“Ufficiali superiori in plancia, stiamo entrando in orbita”
Carl si riscosse dalle sue meditazioni come da un sonno profondo facendo
cadere a terra un mucchietto di libri cartacei e dall’aspetto antiquato che
prima erano aperti sulla scrivania di fronte a lui.
Li raccolse e li rimise, chiusi, sulla scrivania prima di uscire dalla
porta.
In cima alla piccola pila c’era un libricino dalla copertina blu, su cui in
lettere dorate si leggeva: “Philip Durston - Il tramonto della civiltà
umana”
Alfa Centauri City - Palazzo della federazione - 5 Aprile 2399 ore 11:00
La mattina dopo, in alta uniforme, Giovanni si presentò nella sala
conferenze principali assieme a tutti gli altri ufficiali superiori, agli
ammiragli e a una piccola folla di visitatori venuti a vedere la
conclusione delle celebrazioni.
Iniziarono a sfilare discorsi di capitani e ammiragli che riprendevano i
punti salienti dei giorni precedenti.
In una stanza adiacente era già pronto un lauto banchetto, che avrebbe
concluso la cerimonia e salutato a dovere tutti quelli che erano li per
presenziare.
Si sentirono delle esplosioni fuori dalla palazzina.
Qualcosa non andava, non sembravano fuochi d’artificio o simulazioni dovute
alla festività.
Un agghiacciante minuto di silenzio congelò i presenti e bloccò il capitano
della Sengoku, nave gemella della Tokugawa, a metà del suo discorso con
ancora la bocca aperta e una mano gesticolante ferma a metà movimento.
All’unisono risuonarono tutti i comunicatori e gli altoparlanti in sala:
“Tutto il personale civile è pregato di recarsi ordinatamente nei
rispettivi alloggi. Tutto il personale della flotta resti alle proprie
posizioni in attesa di ordini.”
“Capitano Hesse, raggiunga con gli altri capitani negli uffici
dell’ammiragliato, c’è stato un attacco terroristico”
--Amedeo Laudisio
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