[Stml11] [10.01 - De Chirico - Essere umani]
Bryn Lwellelyn
bryn.lwellelyn a gmail.com
Gio 7 Mar 2019 18:26:56 CET
Ho letto solo ora, scusate. A me il pezzo è piaciuto e mi piace anche
l'idea di Amedeo di un qualcosa di ricorrente. Attendo gli altri commenti,
prima di mettere online, così da avere tutti i pareri.
Il mer 6 mar 2019, 20:13 Amedeo Laudisio <amedeo.laudisio a gmail.com> ha
scritto:
> Ciao!
> Ho finito di scrivere il primo brano della nostra nuova missione, non
> senza qualche perplessità e qualche timore di scrivere qualcosa di "troppo"
> incrociato con il Canon.
> Lo spirito con cui ho fatto questo lavoro è quello di dare alla nostra
> nave una missione che sia un degno congedo in vista del nuovo progetto, ma
> anche un lancio per la nostra prossima avventura. L'idea di fondo vorrebbe
> essere quella (tutta da sviluppare ovviamente) di provare a trovare un
> "nemico" ricorrente nelle nostre prossime missioni, qualcosa che non è un
> nemico in senso strettamente fisico ma un'ideologia "avversaria", che i
> nostri protagonisti si potrebbero trovare ad affrontare in futuro.
> Qualcosa che dia un senso di continuità "inter-missione" alle nostre
> storie.
>
> Ovviamente è solo una proposta ma credo che l'idea di base che sta dietro
> questo brano possa prestarsi a un sacco di sviluppi diversi che potremmo
> divertirci ad esplorare. Spero vi piacerà!
>
> Campagna Centauriana - 4 Aprile 2399 ore 15:00
>
> Il Dottor De Chirico si godeva una meritata vacanza in una regione
> agricola non lontano da Alfa Centaury City, la maggior parte dei suoi
> compagni di bordo alloggiava nei palazzi della federazione in centro città,
> ma lui non aveva resistito alla tentazione di prendere alloggio là, in
> quella terra così simile alla sua patria, dopo tanti anni che mancava da
> casa.
>
> La Tokugawa era stata convocata lì per presenziare alle cerimonie
> commemorative riguardanti il primo “programma curvatura” e il primo
> contatto.
>
> Come molti ufficiali superiori aveva una serie di impegni istituzionali,
> ma questo non gli aveva impedito una breve vacanza in quei luoghi che in
> qualche modo sentiva come i “suoi” luoghi, o i luoghi di un’altra versione
> di se stesso.
>
> La campagna Centauriana sembrava un paese fermo nel tempo: nonostante gli
> avanzamenti tecnologici e sociali degli ultimi secoli conservava un aspetto
> ancestrale. Coltivazioni di grano a perdita d’occhio. File di ulivi
> allineati come tanti piccoli soldatini.
>
> Anche una semplice navetta per i trasporti doveva costituire una relativa
> novità per il posto, considerando gli sguardi curiosi che aveva attirato al
> suo arrivo.
>
> Giovanni aveva approfittato del tempo libero per dedicarsi al relax e alla
> musica. Sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che si era potuto
> affrancare dalla bolgia della vita su una nave spaziale per dedicarsi a
> solitudine e contemplazione.
>
> Gli ufficiali della Tokugawa, insieme al personale di alcune altre navi
> selezionate erano stati invitati a una rievocazione storica del primo volo
> in curvatura, lo spirito della commemorazione era rievocare il momento in
> cui l’umanità smise di essere un punto nel vuoto del cosmo e iniziò ad
> essere una comunità che esisteva insieme ad altre comunità.
>
> Il momento in cui le guerre intestine all’umanità iniziarono a diventare
> qualcosa di piccolo rispetto al resto.
>
> Di per sé non era un argomento particolarmente divertente per le persone
> della generazione di Giovanni, tranne che per gli appassionati di storia.
>
> Quanto a lui, come molti suoi coetanei della federazione viveva il suo
> essere umano come un semplice retaggio. Abituato ad avere a che fare ogni
> giorno con persone di centinaia di specie diverse. Era scontato e normale
> considerarsi un semplice “essere” in mezzo a molti altri.
>
> Era strano vedere gli eventi storici dal punto di vista di qualcuno che
> molti secoli prima era abituato a pensarsi come ad un “noi” in
> contrapposizione al resto. Qualcosa di così alieno per il modo di vivere di
> Giovanni che non sembrava neanche una parte della storia della propria
> nazione.
>
> Eppure erano proprio i suoi antenati. Era proprio di Zefram Cochraine che
> stavano parlando. Di un nemico che non erano “loro” ma era la stessa
> umanità.
>
> Campagna Centauriana - 4 Aprile 2399 ore 23:30
>
> La cerimonia fù molto meno noiosa di quanto Giovanni si potesse aspettare,
> quella sera rientrò nella sua villetta, pronto a reimbarcarsi al termine
> della cerimonia conclusiva del giorno successivo pieno di interrogativi su
> “noi” e “loro”.
>
> Si sentiva stranamente consapevole dell’incredibile ovvietà costituita dal
> suo essere umano. Qualcosa che era apparso così scontato da averlo quasi
> dimenticato.
>
> I bagagli erano già stati reimbarcati sulla Tokugawa, e Giovanni andando a
> dormire non potè non assaporare il silenzio quasi irreale che regnava
> attorno a lui.
>
> “Mi mancherà questo luogo. Forse dovrei comprare una casa da queste parti
> in cui tornare nei periodi di licenza.”
>
> Alfa Centauri City - Quartieri della federazione - 4 Aprile 2399 ore 15:00
>
> Hana alloggiava nei quartieri della Federazione, nelle immediate vicinanze
> delle sale conferenze dedicate alle commemorazioni di quei giorni.
>
> Non essendo umana non aveva parenti o amici stretti sulla colonia, quindi
> trascorreva il tempo libero studiando le variegate emozioni che poteva
> avvertire in quell’occasione.
>
> Era la prima volta che si trovava a presenziare ad una commemorazione
> umana, e trovò quanto meno curioso il sentimento generale che avvertiva
> intorno a se.
>
> Interesse ma un generale distacco emotivo rispetto agli argomenti di cui
> trattavano.
>
> Non avvertiva il tipico orgoglio “nazionale” che si poteva trovare
> normalmente in quel genere di eventi quando erano coinvolte altre specie.
> In questo caso il sentimento generale era di disinteresse e di distacco.
> Come fosse qualcosa che riguardava altri.
>
> Non avvertiva lo stesso tipo di empatia e vicinanza emotiva che avevano
> provato mille altre volte in altrettanti pianeti. Quando avevano
> partecipato a cerimonie riguardanti altri popoli. Interesse, senso
> dell’importanza di quello che stavano facendo.
>
> Non poteva non fare un paragone col tipico orgoglio Klingon, o Andoriano o
> anche addirittura Vulcaniano.
>
> Gli umani sembravano essere del tutto estranei a quel tipo di sentimento
> ma vivere il senso di sé in maniera del tutto diversa dalle altre specie.
>
> Il popolo degli umani non era l’umanità, o non più. Il popolo dei “suoi”
> umani erano i propri compagni di bordo e tutte le specie che erano state
> loro amiche.
>
> Queste persone costituivano solo un retaggio del passato per loro.
>
> USS Sengoku - Alloggio del primo ufficiale - 4 Aprile 2399 ore 9:00
>
> Carl Durston si trovava nel suo ufficio a bordo della Sengoku, a piena
> velocità di curvatura in direzione Alfa Centauri City.
>
> Come primo ufficiale della Sengoku era tenuto a presenziare alle cerimonie
> di commemorazione del primo volo a curvatura assieme ad un altro paio di
> navi prescelte per tale “onore”.
>
> A presenziare ci sarebbero certamente state alte cariche della
> federazione, tutti pronti a celebrare il momento in cui l’umanità aveva
> smesso di essere umanità.
>
> Odiava questo genere di celebrazioni, così come odiava l’ipocrisia di
> fondo che leggeva all’interno della federazione.
>
> Tanti popoli che vivono come uno solo.
>
> Senza essere più un popolo. Cancellando le singole culture in nome di una
> conformazione di massa.
>
> Si ritrovò a fissare il comunicatore col simbolo della federazione
> pensando: “La federazione rappresenta tutto questo, chissà che cosa ne
> avrebbe pensato Cochrane”.
>
> Per fortuna solo i capitani e le autorità avrebbero dovuto tenere un
> discorso, sarebbe stato molto difficile nascondere l’amarezza che provava
> in quel momento.
>
> “Ufficiali superiori in plancia, stiamo entrando in orbita”
>
> Carl si riscosse dalle sue meditazioni come da un sonno profondo facendo
> cadere a terra un mucchietto di libri cartacei e dall’aspetto antiquato che
> prima erano aperti sulla scrivania di fronte a lui.
>
> Li raccolse e li rimise, chiusi, sulla scrivania prima di uscire dalla
> porta.
>
> In cima alla piccola pila c’era un libricino dalla copertina blu, su cui
> in lettere dorate si leggeva: “Philip Durston - Il tramonto della civiltà
> umana”
>
> Alfa Centauri City - Palazzo della federazione - 5 Aprile 2399 ore 11:00
>
> La mattina dopo, in alta uniforme, Giovanni si presentò nella sala
> conferenze principali assieme a tutti gli altri ufficiali superiori, agli
> ammiragli e a una piccola folla di visitatori venuti a vedere la
> conclusione delle celebrazioni.
>
> Iniziarono a sfilare discorsi di capitani e ammiragli che riprendevano i
> punti salienti dei giorni precedenti.
>
> In una stanza adiacente era già pronto un lauto banchetto, che avrebbe
> concluso la cerimonia e salutato a dovere tutti quelli che erano li per
> presenziare.
>
> Si sentirono delle esplosioni fuori dalla palazzina.
>
> Qualcosa non andava, non sembravano fuochi d’artificio o simulazioni
> dovute alla festività.
>
> Un agghiacciante minuto di silenzio congelò i presenti e bloccò il
> capitano della Sengoku, nave gemella della Tokugawa, a metà del suo
> discorso con ancora la bocca aperta e una mano gesticolante ferma a metà
> movimento.
>
> All’unisono risuonarono tutti i comunicatori e gli altoparlanti in sala:
> “Tutto il personale civile è pregato di recarsi ordinatamente nei
> rispettivi alloggi. Tutto il personale della flotta resti alle proprie
> posizioni in attesa di ordini.”
>
> “Capitano Hesse, raggiunga con gli altri capitani negli uffici
> dell’ammiragliato, c’è stato un attacco terroristico”
>
>
> --Amedeo Laudisio
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