<html><head><meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=utf-8"></head><body dir="auto"><div>Vista... Mio malgrado dovrò uscire dall'anonimato ;)<br><br>Fabio<div>Inviato da iPad</div></div><div><br>Il giorno 04/dic/2014, alle ore 22:46, Maximilien Tracey <<a href="mailto:cpt.maxtracey@gmail.com">cpt.maxtracey@gmail.com</a>> ha scritto:<br><br></div><blockquote type="cite"><div><div dir="ltr"><div>Ringrazio tutti per i commenti, sono particolarmente felice di come è cicciato fuori questo pezzo dato che, oltre ai vostri complimenti, ho ricevuto anche gli inaspettatissimi complimenti di mio padre che (non so come) ha trovato la bozza del brano sul PC ahahah<br><br></div>Tralasciando ciò, Fabio, hai visto anche la mail con la comunicazione?<br></div><div class="gmail_extra"><br><div class="gmail_quote">Il giorno 4 dicembre 2014 13:34, Fabio <span dir="ltr"><<a href="mailto:fab4web@email.it" target="_blank">fab4web@email.it</a>></span> ha scritto:<br><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">Complimenti, veramente un pezzo eccezionale!<br>
...e come dici tu purtroppo siamo rimasti nella cacca<br>
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Il giorno 03/dic/2014, alle ore 21.40, Maximilien Tracey ha scritto:<br>
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> Come promesso, ecco il mio pezzo finalmente ... lo ammetto, data la situazione avevo pensato di far saltare la Tokugawa ... invece siamo semplicemente rimasti "nella cacca" ;P spero vi piaccia<br>
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> Pianeta Nexar – regione di Qulca, miniere di Gallicite – due anni prima<br>
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> “Il Comandante è arrivato!” urlò un giovane ragazzo, probabilmente un lavoratore delle miniere, correndo all’impazzata verso l’interno della struttura, facendo voltare gli altri al suo passaggio.<br>
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> Malgrado ciò, furono necessari dieci minuti buoni prima che un ometto segaligno dai lunghissimi capelli rossi e la pelle olivastra fece il suo ingresso nella struttura, accompagnato da un ricco entourage di uomini in quella che aveva tutta l’aria di essere una divisa militare dagli sgargianti colori. Un lavoratore, sporco ed emaciato, con un ampio e plastico sorriso stampato sul volto, gli si parò davanti con fare gentile.<br>
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> “Comandante Taor! – affermò ad alta voce – l’aspettavamo con ansia! Il mio nome è Kilepp e sono a capo …”<br>
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> Il Comandante non sembrò dargli eccessivo peso, massaggiandosi le tempie con il pollice e l’indice della mano destra con fare irritato.<br>
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> “Dov’è il marchingegno?” Tagliò corto in tono acido, producendosi in un’occhiata capace di far gelare il sangue. Kilepp si zittì immediatamente, deglutendo a fatica.<br>
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> “D-da questa parte … - balbettò il minatore, passandosi con fare nervoso una mano sporca dapprima sull’ampia fronte sporgente, poi sui pochi e untuosi capelli rimasti a coprire il capo squadrato tipico della sua razza, prima di indicare la via da percorrere con la stessa mano - … prego …”<br>
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> Il folto gruppo di persone iniziò ad addentrarsi nel ventre della terra con fare sicuro nel ventre della miniera in religioso silenzio, spezzato solamente dal rumore degli attrezzi dei lavoratori impegnati ad estrarre il minerale.<br>
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> “I rapporti dicono che questo marchingegno è in grado di produrre onde Theta ...” affermò Taor, apparentemente senza completare la domanda a cui Kilepp rispose comunque con un gesto del capo.<br>
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> “Sembrerebbe di si. Fino a ora siamo riusciti ad attivare la macchina solo un paio di volte e per brevi periodi … in ogni caso se i materiali di cui è composta non avessero interagito con il minerale, probabilmente non l'avremmo mai trovata ...”<br>
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> “Sappiamo chi l'ha costruita?” domandò Taor, lanciando occhiate sospettose ai lavoratori che lasciavano indietro. Kilepp questa volta scosse il capo.<br>
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> “Non ancora. Ma riteniamo predati il primo insediamento Nexariano conosciuto in questa zona di almeno un paio di secoli … - il minatore/scienziato sembrò indeciso se esprimere preoccupazione o contentezza nel rivelare quell'informazione - … e vicino alla macchina sono state ritrovate delle tavole … ma allo stato attuale siamo riusciti ad identificare solamente quelle che crediamo essere coordinate spaziali di un pianeta molto distante da qui ...”<br>
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> Taor inarcò un sopracciglio, senza però proferire parola. Arrivarono poi alfine ad un breve tunnel chiaramente fresco che si apriva su di un'ampia caverna naturale. Al centro di questa caverna troneggiava un grosso dispositivo visivamente non dissimile da una bobina di Tesla, su cui di tanto in tanto si abbattevano scariche elettriche provenienti dalle pareti della caverna. Attorno al marchingegno e a quella che sembrava una consolle di comando realizzata in uno stile decisamente alieno, ronzavano un paio di tecnici in tuta protettiva.<br>
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> “Avvicinarsi oltre senza protezione sarebbe pericoloso … - lo informò Kilepp - … ma pensiamo di riuscire, con ulteriori studi, a comprendere completamente il funzionamento della macchina ...”<br>
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> Per la prima volta dall'inizio di quella spedizione sul volto di Taor si dipinse un lieve sorriso. Il Comandante indicò ad un soldato del suo entourage di avvicinarsi con un gesto della mano.<br>
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> “Sigillate l'ingresso. - bisbiglò all'orecchio del suo sottoposto, proseguendo poi con freddezza allucinante – Eliminate chiunque sia venuto a conoscenza di questo macchinario.”<br>
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> [Flashback] Nave Koraxal, plancia - 8 luglio 2394, ore 00:02<br>
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> Xalor vide apparire il proprio Comandante in plancia con la stessa irruenza del vento che entra in una finestra aperta in una tempesta.<br>
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> “Riportate la nave in orbita … ” ordinò laconico in tono che non lasciava spazio a repliche di alcun tipo.<br>
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> “Riportare la nave in'orbita? - fece eco il Vice-Comandante, alzandosi dalla poltrona su cui era seduto in precedenza - … se non possiamo interfacciarci direttamente con il Palazzo della Federazione per ampliare la potenza del generatore di onde ...”<br>
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> Taor non si voltò nemmeno verso il suo sottoposto, continuando a dare ordini mentre si sedeva alla propria postazione.<br>
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> “So benissimo cosa accadrà. Ma i Federali ritorneranno … e non arrivereanno mai abbastanza vicini a Qumo perché le difese planetarie risultino efficaci … dobbiamo occuparcene direttamente ...”<br>
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> Xalor non replicò instataneamente, rendendosi conto di come il suo superiore si fosse lasciato prendere dalla boria e il suo piano fosse pieno di falle. Malgrado fosse un'incrociatore leggero, difficilmente la Koraxal sarebbe riuscita a tener testa a ben due navi Federali se avessero deciso di attaccare contemporaneamente, anche con il dispositivo ad aiutarli.<br>
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> “Per permettere al nostro dispositivo di operare gli scudi non possono funzionare a piena potenza … - spiegò - … potrebbero essere in grado di danneggiarci abbastanza seriamente da ...”<br>
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> Taor si voltò verso il suo sottoposto riservandogli un'occhiata capace di far gelare il sangue nelle vene ad un Gorn.<br>
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> “Allora vedi di impedirlo.”<br>
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> USS Excelsius – Plancia<br>
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> “Dannazione! Continui a chiamarli!” - affermò il Capitano Frass, sferrando un pugno carico di frustrazione sul bracciolo della propria poltrona, pochi attimi prima di alzarsi dalla stessa, impossibilitato a rimanere composto a causa dell'adrenalina che gli scorreva nelle vene.<br>
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> “Un minuto e ventisette secondi alla rottura del nucleo …” replicò immediatamente l'ufficiale alla consolle, quasi come se avesse saputo in anticipo cosa il proprio Capitano gli avrebbe chiesto.<br>
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> “... non possiamo fare nulla per loro …” aggiunse in tono rassegnato il Comandante de Icaza.<br>
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> Il Capitano si volse verso il suo Primo Ufficiale, scambiando con quest’ ultimo uno sguardo carico di amarezza.<br>
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> “Non possiamo nemmeno starcene con le mani in mano … - affermò - … noi dobbiamo fare qualcosa per aiutarli!”<br>
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> Malgrado quelle parole però, de Icaza aveva ragione. La sola idea gli faceva rodere il fegato e torcere le budella,ma non c'era nulla che potessero fare per aiutare l'equipaggio della Tokugawa. Quantomeno non in poco più di un minuto.<br>
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> Il Capitano digrignò i denti con rabbia, cercando di tirare fuori dal cilindro una soluzione impossibile, quasi fosse un novello Kirk o Picard, ma non ci riuscì. La Tokugawa era condannata così come aveva detto il suo Primo Ufficiale.<br>
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> “Quarantacinque secondi alla rottura del nucleo …” rese noto l'addetto ai sensori, poi un suono attirò la sua attenzione, costringendolo a far danzare nuovamente le dita sulla consolle.<br>
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> USS Tokugawa – Sala Macchine - Pochi attimi prima<br>
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> Albert aprì leggermente gli occhi, cercando di mettere a fuoco le immagini distorte che gli si paravano davanti, senza venir accecato dalla luce soffusa che permeava la sala. Intravide quella che gli sembrò la sagoma di sua moglie, riversa all’indietro sulla poltrona, in mezzo ai fumi multicolore che avevano invaso la sala macchine. La chiamò, iniziando a strisciare lentamente e con fatica verso la sua direzione, ma l’unica risposta che ricevette fu l’ovattato rumore di una scarica del sistema EPS mista alla sirena dell’allarme rosso. La chiamò nuovamente, mentre un lampo di memoria gli attraversava la mente. Deglutì a fatica, puntellandosi poi al terreno con le braccia cercando di riguadagnare la posizione eretta, senza riuscirci completamente, incespicando un paio di passi più in là. Biascicò un paio di parole confuse, di riflesso pressoché involontario, a cui il computer sembrò rispondere. Chiamò nuovamente la moglie, compiendo una serie di passi incerti, mentre il computer iniziava a contare all’indietro e la sua mente cercava progressivamente di tornare nell’oblio.<br>
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> Finalmente arrivò al fianco della moglie, ma incespicando nuovamente nel nulla le rovinò sgraziatamente fra le braccia, ricevendo un gemito di rimando. Si volse allora verso la vicina consolle dove, benché le immagini stessero nuovamente perdendo il fuoco, intravide sulla stessa un grosso comando lampeggiante. Allungò con fatica la mano mentre il computer imperterrito continuava il suo crudele conteggio, ma il comando era troppo lontano e la sua mente ancora troppo confusa. Sbagliò una, due volte poi, proprio quando sembrava che la sua coscienza scivolasse definitivamente nell’oblio, riuscì nell’impresa. Solamente una manciata di parole arrivò alle sue orecchie prima di perdere i sensi.<br>
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> =^=Nucleo di Curvatura espulso con successo.=^=<br>
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> USS Excelsius – Plancia - Contemporaneamente<br>
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> “Signore … - affermò l’addetto ai sensori - … la Tokugawa ha appena espulso il nucleo di curvatura!”<br>
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> Il Capitano Frass e il suo Primo Ufficiale si scambiarono una fugace occhiata di intesa, carica di speranze non espresse, come se entrambi non avessero aspettato altro.<br>
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> “Quando esploderà il nucleo sarà ancora troppo vicino alla Tokugawa! – affermò de Icaza, alzandosi in piedi a sua volta compiendo un passo verso il suo Superiore – La nave sicuramente verrà danneggiata in maniera piuttosto seria dall’esplosione, chiedo il permesso di approntare una squadra di soccorso!”<br>
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> Il Capitano incrociò lo sguardo in quello del suo secondo. De Icaza aveva passato più di metà della sua carriera fra nuclei di curvatura e condotti EPS, perciò si fidava della sua valutazione tecnica, ma sapeva che se si fosse avvicinato troppo al pianeta il messicano sarebbe nuovamente caduto vittima delle onde Theta provenienti dal Pianeta. Mosse le labbra, ma prima che qualsiasi suono potesse uscire dalla sua bocca fu interrotto dall'Ufficiale addetto ai sensori .<br>
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> “Signore … la Tokugawa ha iniziato a muoversi a velocità d'impulso allontanandosi dal nucleo! ”<br>
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> Frass si voltò sorpreso verso l'addetto ai sensori, il quale però continuò imperterrito a snocciolare dati.<br>
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> “Quindici secondi alla rottura del nucleo, ancora nessuna risposta dalla Tokugawa …” la voce dell’addetto ai sensori riportò l’attenzione del Capitano sul monitor centrale, su cui si stagliava la sagoma inerte della piccola Steamrunner e poco più in là il nucleo che si allontanava pigramente.<br>
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> “Vada! Permesso accordato! – replicò il Capitano, accompagnando alle parole un gesto della mano. La zazzera castana del messicano già schizzò verso il turbo ascensore - … Rafael … - aggiunse in tono quasi paterno - … faccia il possibile, ma non corra rischi inutili...”<br>
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> Il Comandante de Icaza si limitò a un cenno affermativo del capo, mentre entrava all’interno del turbo ascensore sfiorandosi il comunicatore.<br>
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> “… cinque, quattro, tre, due …”<br>
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> La plancia della USS Excelsius fu invasa da una bomba di luce.<br>
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> [Flashback] USS Tokugawa – Plancia – Qualche attimo prima<br>
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> =^= … a U-U-U-USS Tokugawa … ci ricevete? =^=<br>
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> Shnar aprì gli occhi quando quella voce distorta e appena udibile sopra alla fastidiosa sirena dell'allarme rosso arrivarò a lambire la sua coscienza. Sollevò lentamente il corpo dolorante dalla consolle su cui era riverso, dandosi una rapida occhiata intorno a se.<br>
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> =^= Tokugawa, ci ri-ri-ricevete? - il suono proveniente dagli altoparlanti subì una distorsione decisa, producendo un rumore metallico di difficile interpretazione prima di riguadagnare intellegibilità mutando nella familiare voce del Computer di Bordo - … quarantadue secondi alla rottura del nucleo … =^=<br>
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> =^= Excelsius … - affermò debolmente dopo aver cercato di aprire un canale - … qui è … =^=<br>
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> L'andoriano fu però interrottò dalla sua consolle che si produsse in una serie di scoppi e scintille da cui cercò di pararsi maldestramente con le mani, provocandosi un paio di leggere ustioni. Riacquistando progressivamente lucidità si rese conto della situazione e del fatto che, probabilmente, le comunicazioni erano inutilizzabili, al contrario della navigazione. Fu allora che la voce distorta del computer lo informò di un inaspettata novità.<br>
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> =^= Nucleo di Curvatura espulso con successo. =^=<br>
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> Nave Koraxal - 8 luglio 2394, ore 07:40<br>
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> Taor era furente. In pochi sarebbero stati capaci di vedere in quei freddi occhi cerulei qualsiasi tipo di sentimento, ma Xalor conosceva il suo Comandante meglio di chiunque altro a bordo della Koraxal.<br>
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> “Non c’era niente che potessimo fare … - accennò, cercando di giustificare l’ordine che erano stati costretti ad eseguire pochi minuti prima - … dovevamo allontanarci altrimenti …”<br>
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> Taor lo zittì prontamente senza proferire alcuna parola, semplicemente alzando una mano e spostando lo sguardo sul suo sottoposto.<br>
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> *Te l’ho già detto caro il mio Comandante … - pensò Koraxal, scuotendo lievemente la testa una volta libero dallo sguardo del superiore - … benché tu pensi il contrario, sei ben lungi dall’essere onnipotente …*<br>
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> “Quanto tempo prima di poter ritornare a Qumo?” domandò Taor con freddezza.<br>
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> “Sono riusciti a colpire i generatori primari di poppa, perciò necessiteremo …”<br>
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> Taor si voltò nuovamente verso il suo sottoposto, riservandogli la stessa occhiata che aveva usato in precedenza, prima di riprendere la parola.<br>
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> “Quanto. Tempo.” Affermò, accentuando in tono rabbioso ogni parola.<br>
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> “Almeno un paio d'ore … probabilmente di più.” replicò l’altro, mentre Taor si volgeva nuovamente verso lo schermo centrale, espirando sonoramente attraverso l’ampio naso schiacciato tipico della sua razza, quasi fosse un toro infuriato. Sapeva che senza l'emettitore presente sulla nave la popolazione Qumana sarebbe ben presto ritornata libera.<br>
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> “Sbrigatevi.- ringhiò, lasciando la plancia. - Sapete che non possiamo lasciare il pianeta prima di aver completato la nostra missione.”<br>
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> USS Tokugawa – Plancia – 8 luglio 2394, ore 07:55<br>
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> Erano arrivati sulla Tokugawa da un paio di minuti, ma erano bastati solamente pochi secondi alla squadra della Excelsius per rendersi conto della criticità della situazione.<br>
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> Ampie falle apertesi nella sezione dorsale continuavano a rilasciare materiale nello spazio circostante come ferite purulente.Su quattro dei nove ponti le zone prive di atmosfera si espandevano a macchia d'olio. La gondola di destra era oramai un lontano ricordo e quella di sinistra era praticamente inutilizzabile. Sarebbe bastato un granello di polvere per mandare definitivamente in frantumi la piccola Steamrunner e de Icaza ne era ben conscio.<br>
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> Fortunatamente, gran parte dei sopravvissuti stavano lentamente riprendendo conoscenza e ciò facilitava enormemente le operazioni di soccorso. Nel giro di quattro minuti infatti, avevano evaquato la totalità della plancia e ciò che rimaneva della sala macchine, ora rimaneva la parte più ardua. Cercare ponte per ponte e conteggiare i caduti.<br>
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> USS Excelsius – Plancia – 8 luglio 2394, ore 08:45<br>
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> Il Capitano Tracey arrivò in plancia come una furia, sbraitando e gesticolando con enfasi, mentre dribblava con sorprendente abilità due uomini della sicurezza che cercarono di fermarlo. Il Capitano Frass, si rese immediatamente conto che nessun impedimento fisico, dalla vistosa ferita sulla tempia al doloroso ematoma sul fianco, avrebbe fermato Tracey in quel momento. Fece un cenno con la mano ai suoi uomini, in modo da lasciarlo passare.<br>
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> “Capitano Tracey … - affermò avvicinandosi al suo parigrado di un paio di passi, porgendogli un padd - … abbiamo delle novità …”<br>
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> “Poul …- lo interruppe in tono mesto Maximilién - … non girarci attorno, quanti uomini abbiamo perso?”<br>
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> Il Capitano Frass aveva previsto una domanda così diretta, malgrado ciò non era riuscito ad elaborare una risposta abbastanza soddisfacente.<br>
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> “Il team di De Icaza non ha ancora terminato l’ispezione dei ponti inferiori … - Frass tentò di prenderla alla larga, notando però immediatamente lo sguardo negli occhi di Tracey - … cinquantasei, tra morti e dispersi …”<br>
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> Maximilién chiuse gli occhi, espirando profondamente mentre si stropicciava il volto con entrambe le mani.<br>
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> “Un quarto dell’equipaggio …” si lasciò sfuggire in un tono frustrato e rabbioso, a metà tra un ringhio e un lamento.<br>
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> “So che è un momento difficile … - replicò Poul, poggiando una mano sulla spalla del collega - … ma ci sono stati degli sviluppi. I Qumani ci hanno dato una mano … - continuò porgendo un padd al parigrado - … durante lo scontro abbiamo recuperato una sonda … non abbiamo finito di esaminarla, ma a quanto sembra contenere dati sulla nave Nexariana e su come essa sia in grado di utilizzare il Palazzo della Federazione come amplificatore di segnale … “ il Capitano Frass si accorse di aver perso l’attenzione di Maximilién, rapito dall’immagine proiettata dallo schermo centrale. L’immagine della sua piccola Steamrunner ferita e mutilata come mai prima.<br>
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> “ … la pagheranno … ”<br>
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> --<br>
> -----------------------<br>
> Cpt. Maximilien Tracey<br>
> Commanding Officer<br>
> USS Tokugawa - nx 51868<br>
> Commbadge(mail): <a href="mailto:cpt.maxtracey@gmail.com">cpt.maxtracey@gmail.com</a><br>
> Commbadge(msn) : <a href="mailto:tamiel@email.it">tamiel@email.it</a><br>
> Commbadge(ICQ) : 166168538<br>
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> "E se per caso incontra un pullman di monache e le frigge col laser, come li vedete i titoli sui giornali di domani?" "... Fritto Mistico ..." - Howard Marner & Ben Jabituya, Corto Circuito.<br>
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