<div dir='auto'>Ah, molto bello e intenso!<br><br><div data-smartmail="gmail_signature">-- <br>Tenente Comandante Albert K Hair<br>USS Tokugawa - Ingegnere Capo<br><br></div></div><div class="gmail_extra"><br><div class="gmail_quote">Il 03 ago 2018 19:15, Maddalena <bryn.lwellelyn@gmail.com> ha scritto:<br type="attribution" /><blockquote class="quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex"><div>
Eccomi finalmente.<br />
Ho fatto veramente tanta fatica a scrivere questa volta. La storia
si è un po' ingarbugliata. Il brano non è lunghissimo, ma ho cercato
di avviare la missione a conclusione. Spero vi piaccia.<br />
Se c'è qualche refuso che mi è sfuggito, correggo.<br />
<br />
__________________________<br />
<br />
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Hana
non percepiva più nulla se non la
rabbia di quell’essere.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Alla
fine avevano scelto lei, di questo
era certa in un modo che andava oltre la normale logica
dell’esistenza
umanoide. I Kepank, quegli esseri grigi e informi, privi di
percezione, che
aveva avvertito sin dall’inizio di quella storia avevano
scartato gli altri
membri dell’equipaggio uno a uno e, infine, avevano scelto lei.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Non
le era chiaro il perché. All’inizio,
quando si era trovata in quello spazio incorporeo la potenza
della rabbia che
aveva percepito in quelle creature, l’aveva accecata. Li
avvertiva, avvertiva
le voci, quei rombi improvvisi nel buio, avvertiva le vaghe
presenze bluastre
del resto dell’equipaggio intorno a lei, ma erano tutte
sensazioni smorzate. </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">La
rabbia era ovunque. Una rabbia cieca,
pressante, avvolgente. Una rabbia di cui non aveva mai avvertito
pari, una
rabbia che non poteva essere contenuta in una sola mente, una
rabbia che era la
somma dell’odio di un’intera razza. </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Piano
piano, però, era riemersa, aveva
cominciato a capire. C’era decisamente qualcosa di nuovo in
quell’esperienza.
Ormai si era resa conto che anche il luogo in cui era stata
confinata in
precedenza con i suoi compagni di equipaggio non era altro che
un’illusione.
Non poteva che essere così. Ma si era trattato di un tipo
diverso di illusione,
come se i Kepank li stessero valutando, mettendo alla prova. Se
quelli erano
stati i preparativi, questa era la battaglia vera e propria e si
era spostata
nel mondo reale. Per questo, credeva, percepiva gli altri
ufficiali in maniera
così vaga. Ciò che avvertiva era soltanto un’eco, una proiezione
di loro a
bordo della Tokugawa. Il suo stesso corpo fisico era in
movimento, o almeno lo
era stato fino a pochi minuti prima. </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">I
Kepank si stavano manifestando attraverso
di lei per intraprendere una battaglia contro i Kepunk, una
battaglia che
infuriava da secoli e che per secoli sarebbe durata.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">E lei
non sapeva come fermarli.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><b><span style="font-size:12pt;font-family:'new roman' serif">USS
Tokugawa – Plancia – 4 novembre 2397, ore 12.41</span></b></p>
<p style="text-align:justify"><b><span style="font-size:12pt;font-family:'new roman' serif"> </span></b></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">La
battaglia infuriava tutto intorno
alla Tokugawa e, con grande disappunto di Hesse, non stava
andando troppo bene.
La situazione era già grama quando erano le sole navi federali a
combattere l’una
contro l’altra, ora che si erano aggiunte le navi aliene
l’intera faccenda
rischiava di assumere i toni di una catastrofe.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">La
Tokugawa aveva subito relativamente
pochi danni, certamente meno di altre navi che, indebolite dal
precedente
conflitto, non erano state in grado di reagire altrettanto in
fretta ed
efficacemente all’attacco delle cinque potenti navi aliene.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">In
condizioni normali, la strategia
migliore sarebbe stata una ritirata strategica. </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">A
nessun capitano della Flotta piaceva l’idea
della fuga. Vengono loro inculcati durante l’addestramento
ideali di coraggio,
onore e sacrificio, ma se questo significava salvare il proprio
equipaggio e
quello delle altre navi, Hesse sarebbe stato ben contento di
darsi alla fuga.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">La
loro preziosa, gloriosa missione di
esplorazione stava finendo con un gran fiasco. Qualunque fosse
il motivo della
guerra in corso tra i Kepunk e i Kepank, non sembrava ci fosse
spazio per la
mediazione. Hesse non sapeva da quanto durava né quali fossero
le ragioni alla
sua base – diavolo, non sapeva nemmeno chi fosse questa gente e
quali armi
avessero a disposizione – ma, a questo punto, malgrado la sua
curiosità, non
gli interessava.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">La
cosa da fare ora era ritirarsi a
distanza di sicurezza finchè i rinforzi non fossero arrivati.
Abbastanza vicini
da proteggere i punti sensibili del sistema, abbastanza lontani
da poter
raccogliere le forse e riorganizzarsi senza farsi sparare
addosso.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">La
questione di come evitare successivi
attacchi da parte di quelle navi era spinosa, ma Hesse non aveva
tempo di
preoccuparsene ora. Rimaneva solo un piccolo, spinoso dettaglio
da sistemare.
Come avrebbero fatto a riacquistare il controllo delle altre
navi federali?</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><b><span style="font-size:12pt;font-family:'new roman' serif">USS
Tokugawa – Infermeria – Contemporaneamente</span></b></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
capisco… non ha senso…”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">De
Chirico si grattò il retro del collo,
gli occhi stretti e le sopracciglia così corrugate da formare
un’unica linea
continua mentre osservava i dati.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">L’infermiera
accanto a lui, allungò il
collo per vedere i risultati delle scansioni e parve altrettanto
perplessa, benché
la sua reazione non fosse lontanamente soddisfacente quanto
quella del medico.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">D’kar
e Hana erano distesi su due
lettini affiancati, entrambi bloccati da campi di forza ed
entrambi privi di
sensi. Hair aveva aiutato il medico a bloccare il collega che,
prontamente
sedato, era stato messo in condizione di non fare danni, poi era
corso in sala
macchine, richiamato dall’emergenza in corso. Se ne erano andati
quasi tutti,
ognuno alle proprie postazioni da battaglia, tranne Margret che,
visti gli
ultimi sviluppi, aveva ricevuto l’ordine di rimanere in
infermeria.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Sembrava
chiaro che, se avevano qualche
speranza di capire cosa stava succedendo, la risposta dovesse
essere lì.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Cosa
non ha senso, dottore?” Margret si
aggrappò ad un lettino mentre uno scossone faceva tremare il
pavimento.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
riesco a capire…”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Dottore!”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">De
Chirico indicò due schermate gemelle.
“Le vede questi?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Margret
li vedeva, ma non aveva idea di
cosa avrebbero dovuto significare. Dalla sua espressione doveva
essere chiaro perché
De Chirico colse al volo. “Ho avviato una scansione sulle onde
delta terziarie
sia di D’Kar che del consigliere Hana.” Allungò la mano verso lo
schermo più
vicino dove due diversi tracciati erano sovrapposti ed
evidenziati in diversi
colori.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Quello
sottostante appartiene al
consigliere e coincide esattamente con quello che abbiamo in
archivio.”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“E
l’altro?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
ne ho idea. I Kepank, forse. Un’altra
entità che sovrappone la sua attività cerebrale a quella di
Hana.”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Le
antenne del primo ufficiale si
tesero. “Sta dicendo che c’è qualcosa dentro di lei? Che è… come
si dice…
posseduta?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
propriamente… ma… beh, sì, il
concetto più o meno è quello. Credo si tratti di un’influenza
telepatica di
qualche tipo. L’hanno usata per parlare attraverso di lei e a
quanto pare non
se ne sono ancora andati. E non è tutto?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
è tutto?” domandò la donna, reggendosi
in piedi nel bel mezzo di un altro scossone. “Che altro c’è?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">De
Chirico indicò l’altro schermo. “Ho
rilevato lo stesso nel dottor D’Kar. Ora il secondo tracciato,
quello intruso
se vogliamo chiamarlo così, è sparito, ma è stato ben visibile
per qualche
istante dopo che abbiamo iniziato a monitorarlo. Siamo stati in
grado di
registrarlo per un soffio.” </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Il
medico premette un altro tasto. I due
tracciati in sovrapposizione, appartenenti non al vulcaniano e
ad Hana, ma
presumibilmente ai Kepank e ai Kepunk, vennero evidenziati e
sovrapposti.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Margret
strinse gli occhi. “Sono
esattamente speculari. Cosa significa?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
lo so. Non ha senso, non ho mai
visto una cosa del genere. Ma una cosa la so.” De Chirico si
voltò verso il
primo ufficiale. “Credo di poterlo eliminare.”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><b><span style="font-size:12pt;font-family:'new roman' serif">USS
Tokugawa – Plancia – Contemporanemante</span></b></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">L’ennesimo
scossone fece tremare il
pavimento. Una consolle esplose da qualche parte alle sue
spalle. Hesse si
abbassò d’istinto.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Rapporto!”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Danni
sui ponti da 6 a 9, sezioni 13,14
e 16,” gridò una voce.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Ci
stiamo spostando per coprire l’unità
più vicina!” La voce della Alluso risuonò sopra il frastuono
della battaglia.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Hesse
fece segno di aver capito e tornò
a guardare lo schermo principale. Non c’era bisogno di ordinare
al timoniere
una manovra in particolare. Se c’era qualcosa che Hesse aveva
imparato da
quando aveva preso il comando della Tokugawa è che l’equipaggio
sapeva il fatto
suo.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Quasi
non udì il trillo del
comunicatore.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">=^=
Margret a Hesse =^=</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Non
è proprio il momento, comandante.”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">=^=
Capitano, abbiamo scoperto qualcosa
di importante. Crediamo di sapere come i Kepank influenzano i
membri dell’equipaggio.”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">Hesse
si voltò a scambiare un’occhiata
con la Alluso.</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“E
potete fermarli?”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">=^=
Pensiamo di sì. =^=</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'">“Fatelo.”</span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
<p style="text-align:justify"><span style="font-size:12pt;font-family:'times new roman' , 'serif'"> </span></p>
</div>
</blockquote></div><br></div>