[Stml13] Vita o Morte
Luigi Fantin
edward.a.jenner a gmail.com
Lun 2 Giu 2014 22:23:07 CEST
Ciao,
alla fine ce l'ho fatta. per fortuna l'avevo già finito prima del weekend
quindi adesso l'ho dovuto solo rileggere e via.
Naturalmente è breve, ma spero vi piaccia lo stesso.
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USS Crusader NX 69659
Autore: Gigi
Personaggio: Tenente Jenner
Titolo: Vita o Morte
Data creazione: 29/05/2014
Ambientazione: Muwai
Personaggi principali: Jenner, McAllister
Trama principale: Rinchiusi nelle segrete di Muwaii Jenner e McAllister si
rendono conto di quale destino attenda loro e il popolo muwaii.
Grotte muwaii - 17/01/2394, ore 09:00
Nella grotta aleggiava un intenso odore di muschio e umido. Le pareti
sembravano di fango ma come ricoperte da uno strato molliccio di chissà
quale sostanza. Jenner per l'ultima volta provò a dare un strattone alla
gamba, ma niente: non riuscì a muoverla neanche questa volta.
"Non credo otterrai nulla in questo modo doc. Quella roba seccata mi sembra
più che robusta. E se dopo tutti quei tentativi non sei ancora riuscito a
smuoverla non credo che ci riuscirai al prossimo."
Jenner cercò con un certo sforzo di abbassare la testa per guardare cosa
gli teneva bloccati i piedi. Non ci riuscì. Era praticamente appeso alla
parete dalle braccia. Due enormi catene nere, pendenti dal soffitto, erano
chiuse ai polsi con delle manette. Avevano tutta l'aria di essere ben
solide e resistenti, nonostante la ruggine abbondante e una strana sostanza
verdastra che colava di anello in anello. Per la verità tutta la prigione,
anche se era meglio definirla grotta, era piena di quella melma verde.
Jenner guardò il suo compagno di sventure che, come lui, pendeva dal
soffitto per i polsi sulla parete di fronte. L'illuminazione era scarsa.
Due torce illuminavano debolmente la grotta: una vicino al piccolo buco di
ingresso sulla destra e una sulla parete di sinistra. McAllister aveva i
piedi intrappolati in quello che sembrava fango secco. Veniva su
direttamente dal pavimento della cella e sembrava formare un tutt'uno con
quello. Erano stati tramortiti e portati lì chissà da quanto tempo, si
erano svegliati da almeno mezzora.
"Dobbiamo cercare di liberarci e avvertire gli altri che ci hanno
scoperti." Tagliò corto Jenner.
"Gli altri chi? Non riesco ancora a ricordare bene e quello che mi hai
detto mi sembra ancora un po' incredibile." Rispose McAllister.
"Dobbiamo avvertire il Capitano Shaitan e quelli della Diplomacy. Saasha e
Nazja faranno catturare quelli di noi che hanno già iniziato a ricordare e
li sbatteranno in cella come hanno fatto con noi."
"Credo che Nazja non centri nulla. Non può volermi rinchiudere in questo
posto: siamo compagni. Credo che Saasha stia agendo per conto suo."
Intervenne McAllister.
"Credi quello che vuoi. Io non mi fido di questa gente: che siano uomini o
serpenti. Ci hanno mentito e costretto a lavorare per loro come schiavi. E
la tua 'compagna' è il capo qui sotto, se non mi sbaglio."
"Arriva qualcuno..."
Con un lieve fruscio una figura in tunica variopinta entrò nella stanza
strisciando attraverso il piccolo buco che faceva da entrata.
McAllister subito lo apostrofò: "Perché ci hai rinchiuso in questo posto.
Non abbiamo fatto nulla!"
"Non ancora umano." Rispose calmo Saasha. " e non posso permettere che
interferiate con il rito sacro dell'accoppiamento. E' troppo importante, la
sopravvivenza di tutta Muwai dipende da esso."
"La regina si arrabbierà se non mi troverà più. Io ero il suo compagno."
"Nazja troverà qualcun altro, Muwai dal canto suo è un dio flessibile e
accondiscendente. Il rito avverrà comunque."
"I vostri riti non ci interessano Saasha. Perché ci avete cancellato la
memoria e ci state usando come schiavi?" intervenne il dottore.
"Lei, che è medico, più di tutti deve capire l'importanza della vita. La
nostra specie è ormai sterile da generazioni. I maschi Muwai si contano
sulla punta delle dita e gli ibridi, come me, sono infecondi. I brillamenti
della nostra stella ci hanno alterato il dna condannandoci ad una morte
lunga e triste. L'unica soluzione è accoppiarsi con altre specie con cui è
possibile procreare."
"Gli umani per esempio!"
"Per esempio. Mio padre era umano e mia madre muwaii. I figli maschi
nascono prevalentemente ibridi con sembianze umane, mentre le femmine
ereditano tutto dalla madre e sono muwaii quasi al cento per cento."
"Ma perché cancellarci la memoria? E farci credere di essere come voi."
Intervenne mcAllister
"Avresti accettato di seguire la tua compagna se il rito prevedesse la
vostra morte?"
"Morte? Non hai detto che è un rito per la vita?"
"Durante l'accoppiamento le femmine perdono la ragione e, spinte
dall'istinto, divorano i loro partner. Poi si isolano in caverne come
questa e qui creano un bozzolo dove depongono le larve. Quando le larve
sono abbastanza mature divorano tutto ciò che trovano tra queste grotte,
compresa, come ultima risorsa, la propria madre. Quando poi raggiungono uno
stadio più adulto escono dalle grotte, se ce la fanno, e si uniscono a noi."
Jenner che per canto suo aveva capito, non riusciva ad essere disgustato
dal racconto di Saasha. Era in gioco la sopravvivenza di una specie, che
aveva avuto l'unica colpa di trovarsi sul pianeta sbagliato.
"La nostra esistenza dipende da quanti stranieri riusciamo a catturare e a
sacrificare nel grande rito. Io ho giurato di proteggere Muwai: la sua
gente, le sue tradizioni e il suo Dio. Ora sapete. Adesso però vi devo
lasciare. Addio, possiate nutrire le figlie di Muwaii. Vi siamo debitori."
E come era venuto se ne andò con un sibilo.
"Debitori un corno! Viscido serpente dal sangue verde." Gli urlò contro
McAllister.
"Credo che per lui possa essere considerato un complimento." Osservò Jenner
che intanto stava iniziando ad intuire l'origine della melma verdastra che
ricopriva la grotta. "Non credo possano continuare con questo inganno
ancora per molto. Già adesso, noi e la Diplomacy sappiamo qualcosa. Questa
gente ha le spalle al muro. Sono destinati all'estinzione."
"Su questo pianeta. Ma se riuscissimo ad andarcene?" disse una voce
proveniente dall'entrata.
Entrambi gli uomini sussultarono non essendosi accorti che qualcuno era
scivolato dentro la grotta.
"Io ti conosco. Tu sei Mandrita, l'ancella di Nazja." Disse McAllister.
"Guardia del corpo e amante, umano." Replico la donna serpente.
"Perché ho la sensazione che tu non sia venuta per liberarci?" chiese
Jenner.
"Non ho niente contro di voi umani e forse possiamo collaborare per
andarcene da questo pianeta."
"Andarvene? Come mai volete andare via dal vostro pianeta natale?" disse
McAllister.
"Per sfuggire al nostro destino e sopravvivere. Sappiamo bene cosa succede
alle femmine che partoriscono. Non è sempre stato così. Prima che l'Urlo di
Muwai iniziasse a investire il nostro pianeta, la nostra specie viveva
sulla superficie e dava alla luce piccoli sani che crescevano senza dover
lottare per la propria sopravvivenza. Dopo le prime manifestazioni
dell'urlo le nostre larve morivano inspiegabilmente e scoprimmo che
proteggendole sotto terra riuscivano a crescere abbastanza per
sopravvivere. Poi cominciammo a non poter vivere nemmeno noi in superficie
e ci creammo questo mondo sotterraneo dove siamo confinati oggi. I nostri
piccoli, mutati dalle radiazioni e dall'ibridazione con le altre razze,
divennero sempre più aggressivi e voraci. Forse se ce ne andassimo via la
vostra razza potrebbe curare le nostre ferite genetiche e permetterci di
tornare normali come un tempo."
"E perché non ve ne siete mai andati?" chiese Jenner.
"I Guardiani di Muwai non ce lo permettono. Detengono la conoscenza del
volo spaziale e controllano la popolazione con la forza e la paura."
"Saasha..." disse a dentri stretti McAllister.
"Saasha e quelli della sua stirpe. Dicono di servire il Grande Serpente,
ma quello che fanno è solo mantenere il potere nelle loro mani e
confinarci tutta la vita rinchiusi in queste grotte. Se sarete disposti ad
aiutarci libereremo voi e i vostri compagni."
"Dobbiamo avvertire il Capitano Shaitan prima che venga catturato dagli
uomini di Saasha. Lui saprà cosa fare. Liberaci e vi aiuteremo." Tagliò
corto Jenner.
Proprio in quel momento dal tunnel che conduceva nella cella cominciarono a
sentirsi dei rumori. Qualcuno si stava avvicinando.
"Questa grotta è più battuta del bar di prora in orario di punta." Sbottò
Jenner.
In quel momento un grosso bruco verdastro, grande la metà di un uomo,
scivolò all'interno della cella seguito da un'altra mezza dozzina di suoi
simili che per la foga si accalcavano gli uni sugli altri. Alcuni
spingevano, altri mordevano, tutti cercavano di entrare per primi: avevano
sentito l'odore di carne fresca.
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un saluto
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Tenente Edward Anthony Jenner
Ufficiale Medico Capo
USS Crusader
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Email: edward.a.jenner at gmail.com
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