[Stml13] R: 21.08 Espedienti!

Adriano Maggi a.maggi a live.it
Dom 16 Giu 2019 22:41:47 CEST


Ciao,

bene che si riprende la missione dopo un po´di tempo,
mi sono piaciute in particolare le parti descrittive del brano

Adriano
Ten. Bloch

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Da: Stml13 <stml13-bounces a gioco.net> per conto di Luigi Fantin <edward.a.jenner a gmail.com>
Inviato: mercoledì 12 giugno 2019 23:34
A: USS Crusader
Oggetto: [Stml13] 21.08 Espedienti!

Ciao a tutti,
eccomi. solito ritardo.

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USS Crusader NX 69659
Autore: Luigi Fantin
Personaggio: Ufficiale Medico Capo Tenente Edward Anthony Jenner
Titolo: Espedienti!
Data creazione: 12/06/2019
Ambientazione: Pianeta della Fortezza
Personaggi principali: Shaitan, Laen, Ivanov, Bloch
Trama principale: Mentre il Capitano cerca di uscire dalla Fortezza una squadra di ricognizione è pronta ad entrare. Qualcuno, però, ha seminato delle trappole lungo il percorso verso la salvezza.

La Fortezza - 19/09/2398 ore 16:20
Quando Shaitan si svegliò, la luce penetrava debole dai lunghi finestroni dell’astronave. Strisce orizzontali erano proiettate sul pavimento dai dispositivi di oscuramento, non completamente chiusi, che fungevano da persiane. La nave doveva trovarsi vicino a una stella. O almeno questo era quello che volevano fargli credere. Si alzò dal suo letto e si avvicinò alle finestre.
“Computer, apri gli scuri.”
Quasi per permettere agli occhi di abituarsi, le paratie si ritirarono piano e la luce invase la stanza lentamente. Shaitan vide da dove arrivava quel chiarore e quale era il panorama che i Metron avevano deciso per lui. La luce proveniva, di riflesso, da un gigante gassoso azzurro, circondato da numerosi anelli di ghiaccio e polvere. L’ombra degli anelli oscurava parte della metà inferiore di una grande luna che orbitava silenziosa intorno al pianeta. Un mondo di ghiaccio, un modo freddo. Un mondo che riempì inaspettatamente il cuore di Shaitan di calore e stupore. Il Capitano non aveva bisogno di vedere la stella che illuminava quella scena, sapeva già che un maestoso sistema binario offriva da lontano il suo calore e la sua luce agli abitanti di quella luna. Il suo caro pianeta. La sua Andoria.
Pianeta della Fortezza - nello stesso momento
La squadra di ricognizione con Ivanov, Bloch e Laen era atterrata a debita distanza su una grande radura rocciosa alla base di una piccola collina. Per raggiungere la Fortezza il gruppo avrebbe dovuto superare la collina e un tratto di bosco. Non erano vicinissimi ma almeno erano ragionevolmente sicuri che nessuno aveva notato il loro arrivo. A passo spedito cominciarono a muoversi. Ivanov e Laen con i faser in pugno e Bloch con il tricorder accesso. Arrivati in cima alla collina si acquattarono per controllare la situazione, al riparo offerto da alcune rocce. Il paesaggio al di là dell’altura era tetro ma suggestivo. La Fortezza si ergeva solitaria al centro di una vasta pietraia bianca circondata da un anello di bosco poco fitto. Alle sue spalle il terreno degradava lievemente fino a raggiungere le sponde di un lago o forse un fiordo. In giro non si vedevano altre costruzioni, ne mezzi o creature in movimento. Tutto era tranquillo: fermo o in attesa.
“Strano posto per costruire una Fortezza.” Ivanov era pensieroso. “E’ facilmente raggiungibile da terra, da aria e persino dall’acqua.”
“Il bosco però rallenterebbe l’avanzata di mezzi pesanti.” Intervenne Laen.
“Non credo: gli alberi non mi sembrano grandi, possono essere facilmente abbattuti. Oltretutto potrebbero nascondere la dimensione del nemico. Tenente Bloch, rileva qualcosa?”
“Niente” Rispose Bloch.
“Bene, possiamo muoverci allora.”
“No, Aspettate! Niente significa che non rilevo nessun dato: niente di niente. Sembra che questo posto sia schermato ai sensori come il mio tricorder.”
“La cosa non mi piace.” Concluse Ivanov. “Comandante Yager, abbiamo rilevato una possibile schermatura della zona che circonda la Fortezza.”
=^= Ricevuto  Tenente, do l’ordine alla navetta di Quatro di rimanere temporaneamente in orbita bassa, sopra di voi. Dovete capire se ci sono dei pericoli. =^=
“L’unica è avvicinarsi alla torre. Entriamo nel bosco. Le comunicazioni, però, potrebbero interrompersi.”
=^= Bene Tenente, avete un’ora per avvicinarvi e perlustrare la zona. Se le comunicazioni saltano, dovete tornare indietro al punto in cui siete ora. =^=
“Ricevuto Comandante, ci avviciniamo.”

La Fortezza - 19/09/2398 ore 16:50
“Computer, che giorno è?”
“Oggi è il sette luglio 2394 secondo il calendario terrestre.”
“Il sette luglio 2394? … “ ripeté piano il Capitano. Il volto, già segnato, si era incupito ancora di più.
Shaitan si avvicinò alle porte ma queste non si aprirono.
“Computer apri le porte!”
“Necessaria autorizzazione”
Shaitan provò, senza crederci molto in verità, con il proprio codice autoritativo. Ma le porte non si aprirono.
“Necessaria autorizzazione”
Shaitan si girò pensieroso verso i finestroni e riprovò con un nuovo codice: “Shaitan 17 54”. E Le porte si aprirono con un fischio.

“Sono veramente sorpreso!” Esclamo il Metron. “Non so proprio come tu ci sia riuscito. Questa volta me l’hai veramente fatta…”
“Grazie. Ho puntato tutto sulla celebre intelligenza del nostro capitano.”
“Ma i giochi non sono ancora finiti. Per vincere deve trovare i suoi compagni.”

Shaitan stava percorrendo il corridoio verso l’unica porta da cui gli sembrava provenire della luce. Era sempre turbato ma adesso un nuovo pensiero lo confortava. Qualcuno li stava aiutando. Il numero degli anelli di Andor che aveva visto fuori dall’astronave era sbagliato. Il numero giusto era 17. E il sette luglio 2394 era il giorno in cui morì la sua K’Rael , a 54 anni.
Pianeta della Fortezza - nello stesso momento
Le comunicazione erano state prevedibilmente interrotte da quando la squadra di ricognizione si era addentrata nel boschetto. Ormai era passata una buona mezzora, ne mancava un’altra.

“Un po’ banale… non trovi?” suggerì l’altro Metron.
“mmm…” fu la risposta un po’ stizzita del compagno.

“Qualcosa non quadra. Il bosco non mi sembrava così grande: ci stiamo mettendo troppo tempo a superarlo.” Disse Ivanov.
“Forse stiamo girando in tondo.” Rispose Lean “Che sia l’ennesimo trucco dei Metron?”

“Trucco! Ha detto trucco?”
“Già. Credo ti stia dando del ‘prestigiatore’…”
“Bene. Voglio proprio vedere come escono da questo ‘trucco’ i tuoi umani.”

“Il tricorder non rileva nulla di anomalo in questo bosco. Le piante sono reali e anche le rocce.” Intervenne Bloch.
“Potrebbero usare qualche espediente per confonderci.” Propose sempre Lean.

“Espediente!”
“Ha detto ‘Espediente’,si.”
“Questo umano inizia ad irritarmi.”

“Apettate!” li fermò Bloch. “Il tricorder rileva un debole segnale di fondo. L’ho rilevato appena  siamo atterrati sul pianeta. L’ho escluso perché pensavo fosse un’interferenza, ma in effetti è un’armonica costante.”
“Cosa suggerisce di fare Tenente?” chiese Ivanov perplesso.
“Potremmo programmare il tricoder per emettere un segnale in opposizione di fase per annullare l’armonica. Il raggio di azione sarebbe però molto limitato e non ho idea di casa potrebbe succedere.”
“Tanto vale provare Tenente: non abbiamo alternative.”
Bloch armeggiò per qualche minuto con il tricorder e poi lo posò a terra.
“L’ho programmato per emettere il segnale utilizzando la massima potenza disponibile.”
Quando il tricorder si mise in funzione tutto intorno, nell’arco di un paio di metri, l’aria cominciò a tremolare come quando una superfice calda crea strani effetti ottici nelle giornate estive. Gli uomini videro un passaggio. In quel punto non c’era più bosco e si poteva vedere la pietraia chiara e al centro di essa la fortezza. I tre uomini della squadra di ricognizione corsero al di là del varco il più in fretta possibile. Del fumo grigiastro cominciava già a uscire dall’apparecchio entrato in risonanza e pochi secondi dopo il tricoder scoppiò con un piccolo schianto. La squadra di sbarco era ormai nella radura e il bosco si richiuse dietro di loro.

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un saluto

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Tenente Edward Anthony Jenner
Ufficiale Medico Capo
USS Crusader
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Email: edward.a.jenner a gmail.com<mailto:edward.a.jenner a gmail.com>
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