[Stml14] 04.07 - F. Moses - Operazione Praga
Ilenia De Battisti
fulmine791 a gmail.com
Gio 9 Mar 2017 23:29:40 CET
Bel brano, mi è piaciuto molto ^_^ anche se qui tutti mi state trovando
tutti scuse per giustificare Wood, mannaggia il pupazzetto così Elaina se
lo tiene lo stesso! (scherzo) ^_^
Il giorno 9 marzo 2017 20:00, Franco Carretti <frank_moses a mail.com> ha
scritto:
> In pratica si, finti attentati ovunque. Naturalmente sono stati attenti a
> non provocare vittime e facevano in mdoo che ogni ufficiale preso di mira
> fosse in grado di scappare o di difendersi.
> Tenete presente che ogni memenro della flotta stellare è altamente
> addestrato... non sarà un incursore ma è in grado di difendersi se
> necessario.
> Oltretutto coloro che sono scampati all'attentato hanno dato l'impressione
> che gli uomini della flotta stellare siano gente in gamba e quindi la
> flotta ha fatto pure bella figura
>
> *Sent:* Thursday, March 09, 2017 at 7:32 PM
> *From:* "Stefano Zaniboni" <stezani a me.com>
> *To:* "USS Raziel" <stml14 a gioco.net>
> *Subject:* Re: [Stml14] 04.07 - F. Moses - Operazione Praga
> Eccellente come sempre:) ottimo lavoro. Solo non ho ben capito una cosa: i
> nostri incursori hanno sparato a membri della flotta per intorbidire le
> acque in tutta praga?
>
> Stefano
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 09 mar 2017, alle ore 13:46, Franco Carretti <
> frank_moses a mail.com> ha scritto:
>
>
> FLASHBACK
> SOL III (Terra)
> Praga - Rozvadov Casino
> 14 gennaio 2397, ore 18.30
>
> DiNardo barcollò mentre beveva il suo dodicesimo drink e si rovesciò gran
> parte del suo Martini, agitato non shakerato come aveva espressamente
> richiesto, direttamente sulla camicia.
> "Per la miseria!" esclamò biascicando le parole e passandosi la mano
> sull'indumento come se fosse semplice polvere e non un liquido. "Questa
> camicia mi è costata un rene!" commentò in direzione di un tizio nerboruto
> appoggiato ad una colonna vicino all'ingresso della sezione VIP, il quale
> lo degno appena di uno sguardo indifferente.
>
> "Eih pollastre!" lo smoking era già stato dimenticato. Poco più avanti due
> giovani donne in abito lungo parlavano sommessamente osservando un tavolo
> di baccarat. Anche in quel caso DiNardo fu ignorato. Il suo sguardo si fece
> annebbiato, emise un piccolo rutto e sventolò la mano davanti al naso per
> disperdere l'odore di alcool poi, convinto di essere di nuovo a posto, si
> girò verso l'uomo in nero e gli mise in mano il bicchiere ormai vuoto
> "Adesso ti faccio vedere come si fa amico!"
> Mentre il buttafuori prendeva il bicchiere quasi sovrapensiero, DiNardo si
> diresse verso le due giovani afferrando il sedere di ognuna con la mano.
> "Amiche mieeee!"
> Qualsiasi fosse il proseguo della frase fu troncato dal grido di sorpresa
> delle due ragazze e dal subitaneo schiaffo di risposta di una delle due.
> DiNardo arretrò incalzato dalle loro urla che lo insultavano in svariate
> lingue e dialetti fino ad una spinta finale che lo catapultò all'interno
> della sala VIP.
>
> "Scusate l'intrusione signori!" esclamò mentre cercava di districarsi dai
> resti del basso tavolino che aveva appena fracassato. "Le ragazze della
> terra non sono più come... una volta..." terminò dopo un attimo di
> indecisione come se non avesse capito nemmeno lui cosa volesse intendere.
> Due mani simili a badili lo afferrarono per il colletto e lo sollevarono
> brutalmente da terra, si ritrovò a viaggiare a faccia in giù sulla spalla
> del buttafuori fino ad una porticina nel retro del locale, infine volò
> scomposamente verso un mucchio di sacchi dell'immondizia sui quali rimase
> sdraiato ronfando beatamente.
>
> =^=Confermi?=^= la voce di Moses gli arrivò nitida attraverso
> l'auricolare, DiNardo aprì un occhio e controllò che il buttafuori se ne
> fosse andato.
> "Confermo, Botkoveli si trova all'interno!" mormorò lui in risposta
> alzandosi e barcollando lungo il vicolo "Dite alle guardiamarina Novak e
> Josel che mi dispiace averle toccate in maniera così volgare."
> =^=Si certo, proprio dispiaciuto!=^= commentò Chase in tono divertito.
> "E' uno sporco lavoro ma qualcuno doveva farlo... comunque le pillole
> della doc tolgono tutto il divertimento del bere!"
> =^=Vatti a lavare e piantatela di chiacchierare, rendez vous fra un'ora al
> Karlův most!=^= sbraitò il Primo Ufficiale chiudendo la comunicazione.
> "Si capo!" DiNardo continuò per un po' a camminare barcollando poi, quando
> fu certo di essere abbastanza lontano, si raddrizò e chiamò un taxi.
>
>
>
> FLASHBACK
> SOL III (Terra)
> Praga - Městská policie
> 14 gennaio 2397, ore 18.35
> "Ma ora non sei più nella polizia di Pretoria." commentò l'ispettore
> all'indirizzo di Naidoo
> "No Antonín ormai ho saltato la barricata e sono approdato nella grande e
> gloriosa Flotta Stellare!" rispose Naidoo con un sorriso.
>
> Antonín Janda era un amico di lunga data. Si erano conosciuti durante un
> caso riguardante una serie di omicidi senza spiegazione ma che avevano
> collegato Praga e Pretoria, ed i due erano rimasti in contatto finchè
> Naidoo non era entrato all'Accademia. Il capo SEC/TAC della Raziel era
> andato a colpo sicuro contattandolo. Certo, non era uno stinco di santo. La
> polizia Ceca non era rinomata per la sua integrità, ma Idrissa pensava che
> tutto sommato Antonin non fosse così marcio sotto sotto.
>
> "Quindi che ti serve?" chiese Janda senza mezzi termini.
> "E' così palese?" rispose Naidoo continuando a sorridere "Bene, avrei
> bisogno di un piccolo favore. Una retata al Rozvadov Casino..."
> Il poliziotto Ceco fischiò sommensamente "Lo chiami piccolo? Lo sai di chi
> è quel casinò?"
> "Si..." confermò il tenente.
> "Se qui richiedo una retata, fra dieci minuti al casinò lo sapranno e, se
> anche ci fosse qualcosa da trovare, non lo troveremo mai."
> Neidoo fece spallucce e il suo sorriso si accentuò.
> "Ah capisco! Ok mi andava proprio di fare un giro inutile fino al
> distretto di Cisa, oggi non è nemmeno una brutta giornata... ci sono solo
> meno venti gradi lì fuori!"
> "Sapevo di poter contare su di te amico mio!"
>
> "Naidoo a Moses, ci stiamo muovendo..."
>
>
>
> FLASHBACK
> SOL III (Terra)
> Praga - Rozvadov Casino - Esterno
> 14 gennaio 2397, ore 18.48
> Chase si alzò dal suo riparo improvvisato proprio mentre la macchina
> atterrava. Nessuno si mosse al suo interno ed i vetri a specchio gli
> impedivano di vedere quanti fossero gli occupanti. Bel problema...
> Il timoniere della Raziel represse l'ennesimo brivido, un misto di
> eccitazione, paura e freddo. Lui era un pilota, non un uomo della
> sicurezza! E se fossero stati in due? E se fossero stati armati? A direi il
> vero, visto chi era venuto a prendere era sicuro che fossero armati! Moses
> aveva sbagliato a mandare qui lui... Non era meglio un incursore? Uno
> qualsiasi avrebbe fatto meglio di lui.
> Nonostante i suoi pensieri disfattisti e pieni di timore, il suo corpo si
> era mosso da solo. Si era aggiustato gli stracci che portava e che lo
> facevano sembrare un comune clochard e si era avvicinato all'auto.
> "Ehi amico! Hai qualche credito?" chiese bussando al vetro. Nessuna
> risposta.
> "Ehi dico a te!" ci provò di nuovo, stesso identico risultato.
>
> Non poteva rompere il vetro, non poteva tirare fuori un arma. E non aveva
> nemmeno molto tempo... Naidoo doveva essere ormai in arrivo.
>
> Chase fece qualche passo barcollante verso la ruota anteriore della
> macchina poi iniziò a rovistare all'altezza del pube. Pochi attimi dopo
> l'urina calda rispetto al freddo esterno fece alzare un velo di vapore.
> Le portiere anteriori dell'auto si aprirono immediatamente. Due uomini
> molto grossi in abito scuro e cravatta ne uscirono facendo cigolare l'auto
> quando le sospensioni tornarono al loro posto con un sospiro di solievo.
>
> *Dov'è Cortez quando serve?* pensò Chase guardando sbigottito i due
> gorilla e rimettendo in fretta i gioielli di famiglia al sicuro.
>
> L'energumeno alla guida disse qualcosa in un dialetto ceco che il
> traduttore non sembrava conoscere. L'altro tirò fuori dal cappotto un
> manganello e si fece avanti con un sogghigno.
>
> =^=Tue ore sei...=^= la voce cavernosa di Cortez lo fece sussultare. Chase
> guardò nella direzione indicata e notò una spranga di metallo grande quanto
> uno shinai, l'afferrò con gratitudine e si mise in posizione di difesa
> senza nemmeno riflettere.
> Dopo anni di addestramento il corpo si muoveva da solo, come se ogni
> movimento e colpo fossero codificati nel suo DNA.
> Con una certa sorpresa si rese conto che fare il pilota aveva allenato i
> suoi riflessi molto meglio di quanto pensasse. I colpi erano rapidi e
> potenti, pochi secondi dopo l'autista e il guardaspalle erano esamini a
> terra con un accenno di sorpresa negli occhi ancora aperti.
> Due tonfi sordi alle sue spelle lo fecero girare fulmineo. La sbarra colpì
> tanto rapida da sibilare nell'aria, le due figure che erano atterrate si
> scansarono con grazia schivando l'arma improvvisata.
> =^=Buono drago! Sono i ripulitori...=^= commentò Cortez con uno sbuffo di
> derisione.
>
> I due non parlarono, afferrarono i corpi e le funi che li collegavano al
> tetto della casa adiacente si tesero facendoli schizzare di nuovo verso
> l'alto come delle molle.
>
> Chase scosse la testa fra il sorpreso e il divertito, si liberò della
> sbarra e degli stracci che indossava buttandoli nel cassonetto vicino e si
> infilò in macchina.
>
> "Chase a Moses, sono in macchina."
>
>
>
> FLASHBACK
> SOL III (Terra)
> Praga - Rozvadov Casino
> 14 gennaio 2397, ore 19.20
> Chase digrignò i denti e fece scartare l'auto schivando i passanti che
> affollavano il marciapiede. L'auto passò fra il tetto di un grosso camion e
> cavi di corrente dell'illuminazione stradale.
> "A San Francisco gli interrano i cavi!" borbottò fra i denti mentre si
> infilava a tutta velocità dentro un vicolo.
> Le quattro auto nere che lo inseguivano sfrecciarono dietro di lui senza
> perdere il ritmo e senza lasciarsi distanziare. Erano professionisti,
> questo lo doveva ammettere, ma lui lo era di più. Lanciò un occhiata nello
> specchietto retrovisore e vide che Botkoveli era ancora esamine dopo aver
> picchiato la testa contro il vetro blindato alla prima curva stretta.
>
> Prima dell'arrivo di Naidoo con la polizia ceca, dal locale erano sciamati
> fiori diversi individui. Probabilmente quelli che avevano qualcosa da
> nascondere.
> Botkoveli, con l'aiuto delle guerdie del corpo, si era fatto strada fino
> all'auto ed era salito per primo. Chase aveva approfittato della cosa per
> partire immediatamente lasciando i due guardaspalle con un espressione
> ebete sul volto.
> Il suo passeggero aveva sbraitato un po' per alcuni secondi e Deve si era
> limitato a sterzare bruscamente e a ricevere in risposta il soddisfacente
> rumore di una testa che sbatteva.
> Dopo pochi secondi, dalle vie vicine, quattro auto nere si erano lanciate
> al suo inseguimento sibilando. Come previsto dal Capitano, i palesi
> tentativi di nascondere la loro destinazione ultima, cioè Praga, ai servizi
> segreti civili, avevano avuto l'effetto di richiamare uno sciame di vespe
> al loro inseguimento.
>
> Chase si chiese perchè la Homeland Security ce l'avesse tanto non loro. Nè
> il capitano, nè tantomeno il Primo Ufficiale si erano sbottonati. Dave
> aveva l'impressione che quei due non parlassero nemmeno fra loro, eppure
> sembravano essere arrivati alla medesima conclusione... qualsiasi essa
> fosse.
>
> Il Karlův most, il ponte che collegava la città vecchia al quartiere di
> Malà Strana passando sopra il fiume Moldava, distava appena poche centinaia
> di metri. Secondo gli ordini lui doveva attraversare il ponte e poi
> svignarsela di lì il più velocemente possibile. Niente di problematico per
> uno come lui.
>
> Duecento metri più avanti Moses si accese il sigaro proteggendo la fiamma
> del fiammifero con la mano. Bernadette l'avrebbe ammazzato se solo avesse
> avuto il sentore che non aveva mai smesso di fumare quei 'cosi puzzolenti'.
> Tirò ed emise una nuvola di fumo con soddisfazione. *Amo vivere
> pericolosamente!* pensò con un ghigno.
> "Moses a tutte le unità, iniziate le danze!"
>
> L'auto gli sfrecciò accanto a non più di due metri proprio quando stava
> per attraversare. Sentì il clacson delle macchine che seguivano ma non ci
> fece caso. Prima che l'auto nera lo prendesse in pieno, premette il
> pulsante del detonatore che teneva in tasca. L'auto alla quale era
> appoggiato pochi momenti prima esplose e l'onda d'urto fece rovesciare e
> sbandare le macchine nere.
> Dalla strada attigua arrivò un furgone con il logo della flotta che,
> vedendosi la strada sbarrata dal groviglio di auto, sbandò a sua volta e fu
> costretto a scendere di quota colpendo con violenza il parapetto del fiume.
> Cinque guardiamarina dall'aria smarrita ma dai fisici stranamente
> possenti, scesero dal furgone frastornati. Stessa cosa fecero gli uomini
> delle macchine nere. Il loro primo errore fu non notare che non c'era
> l'ombra di civili in un area normalmente affollata di turisti, il secondo
> fu tirare fuori le armi.
> Le cinque vittime dell'incidente passarono dal frastornato al
> professionale in un battito di ciglia mettendosi immediatamente al coperto
> e tirando fuori le armi a loro volta. Il furgone dietro di loro saltò in
> aria e fu scaraventato nel fiume.
> Lo scontro a colpi di phaser fu intenso. Un colpo particolarmente
> sfortunato colpì una macchina parcheggiata facendo saltare un pezzo di
> carrozzeria che si infilò con violenza nella gamba di un incursore. Moses,
> che fino a quel momento era rimasto in disparte, lo trascinò al coperto e
> si tose la cravatta per usarla come laccio emostatico improvvisato.
>
> "Bene signori, abbiamo attirato abbastanza attenzione, è il momento di
> filarsela!" una nuova detonazione fece saltare un tombino che divideva i
> due gruppi di combattimento e una nuvola densa di fumo nero dette il tempo
> a Moses di afferrare il ferito e buttarsi nel fiume saltando il parapetto.
> Un attimo dopo altri quattro tonfi indicarono che gli altri lo avevano
> immediatamente seguito nelle gelde acque sottostanti.
>
> In altre parti della città molti attentati, rumorosi quanto inoffensivi,
> erano stati eseguiti ai danni di altrettanti ignari ufficiali della flotta
> stellare in franchigia a Praga. In seguito intervistati dai mass media,
> avrebbero raccontato come, uomini armati e vestiti di nero, li avessero
> presi di mira nel tentativo di ucciderli o rapirli. Nessuno di loro seppe
> mai di essere stati parte di un piano ben congegnato e che nessuno di loro
> aveva mai corso un reale pericolo.
>
> Alcuni minuti dopo decine di teletrasporti simultanei portavano al sicuro
> gli uomini della Raziel dai loro rispettivi luoghi di rendez vous. Grazie
> ai comandanti Wood e Mendel i segnali furono talmente dirottati e confusi
> da renderne impossibile il tracciamento. I due, stretti nella piccola
> stanza chiamata Stazione Ombra, batterono i palmi della mano l'uno con
> l'altra in segno di soddisfazione.
>
>
>
> SOL III (Terra)
> Parigi - Gran Galà
> 14 gennaio 2397, ore 21.27
> =^=Jaz, Jonson, dileguatevi con la dottoressa Tarev appena vi è
> possibile.=^=
> "Ricevuto" rispose Jonson che, sfruttando il notiziario, si era sostituito
> al Capitano come compagno di danza della dottoressa.
> La dottoressa Tarev lo guardò sovrapensiero. Jonson era qualche centimetro
> più basso di Hazyel e meno possente, ma i tratti del viso erano molto
> simili e poteva essere scambiato facilmente per il giovane risiano,
> soprattutto perchè si era fatto applicare sulla fronte lo stesso stemma
> raziale.
> Dalla sua Jonson aveva la bravura nel ballo. Appena si erano scambiati
> aveva notato immediatamente la differenza fra i due. Nonostante la notizia
> avesse bloccato molti presenti della sala, i due avevano usato la scusa del
> ballo per dirigersi verso le uscite e attendere l'ordine di evacuare.
> Elaina lo guardò ancora una volta e pensò che fosse un bell'uomo. Non
> certo quanto Hazyel che sembrava avere quel 'nonsoché' di magnetico e che
> attirava ogni donna e molti uomini, ma Jonson aveva uno sguardo più
> rassicurante, sembrava meno 'pericoloso' nonostante fosse un incursore
> addestrato ad uccidere.
> Lui la guardò percependo che gli occhi di lei lo stavano fissando e
> ricambiò lo sguardo con una muta domanda negli occhi.
> Quando aveva fatto la sua comparsa nella sala a braccetto con Hazyel aveva
> percepito su di se gli sguardi di molti uomini. Dovendo aprire le sue
> percezioni per trovare il bersaglio della loro missione, aveva ricevuto
> molte sensazioni provenienti da quelli che la fissavano.
> Desiderio, lussuria, pensieri poco piacevoli che si frammezzavano con
> sensazioni di invidia provenienti da molte donne.
> Jonson non era addestrato come Hazyel a mascherare i suoi pensieri e le
> sue emozioni e quando si erano avvicinati aveva percepito solo pensieri
> galanti che l'avevano fatta sentire bene.
> Si chiese quanto tempo fosse che non provava la stessa cosa con Alexander.
> Quanto era passato dall'ultima volta che lui era stato gentile e galante
> con lei? Immagini e ricordi degli ultimi periodi le susseguirono nella
> mente in brevi flash mnemonici. Si rese conto con orrore che Alexander era
> sempre estremamente galante e dolce con lei. Non le aveva mai fatto mancare
> una parola gentile o un gesto di attenzione e lei in cambio lo stava
> costringendo a rispondere ad un quesito che lei stessa aveva ammesso con se
> stessa solo ora.
> Si lamentava perchè non aveva ancora detto nulla sulla possibilità di
> avere un figlio? Che diritto aveva lei di chiedere una pronta risposta se
> in 34 anni non si era mai posta nemmeno lei la domanda? Lei gli aveva
> buttato fra le mani quella patata bollente all'improvviso aspettandosi da
> lui una risposta immediata e non ricevendola l'aveva preso come un affronto
> personale. Non erano bambini e si amavano, se era necessario riparlarne lo
> avrebbero fatto, non aveva senso tenere il broncio e chiudersi a riccio.
> Elaina sorrise e Jonson sollevò un sopracciglio confuso. Lei gli dette un
> misterioso buffetto di ringraziamento e gli fece cenno che era l'ora di
> andare.
>
>
>
> SOL III (Terra)
> Parigi - Hotel Napoleon
> 14 gennaio 2397, contemporaneamente
> Hazyel aveva seguito la sua preda lungo i corridoi del quarto piano dove
> si svolgeva il galà. Al suo avvicinarsi le telecamere di sorveglianza si
> guastavano come per magia mentre lui si muoveva come un felino in caccia
> contraddicendo la sua goffaggine nel ballo.
> La sua preda era poco più avanti e sembrava furiosa dal passo veloce che
> stava tenendo lungo il corridoio.
> Stava per prendere l'ascensore, forse per dirigersi verso la sua camera,
> quando lo squillo di un comunicatore le fece cambaire idea. Si guardò
> attorno un attimo e poi si diresse verso il balcone stringendosi nella
> pelliccia che le adornava le spalle. Hazyel la seguì prima che le porte
> automatiche si chiudessero.
> Finalmente la donna si decise ad accettare la chiamata.
> "McWilliams! Che le è saltato in mente scatenando quel putiferio a Praga!
> Dovevate solo seguire gli uomini della Raziel e aspettare il mio via!" la
> voce della donna si alzò di un'altra ottava "Mi dia una spiegazione o la
> faccio diventare un ausiliare del traffico!"
> =^=Direttore Trammell non ho idea di quello che sia successo! Non siamo
> stati noi ad attaccare i federali. Gli uomini della Raziel sbucavano da
> tutte le parti. Me lo lasci dire, quelli non sono semplici idioti mandati a
> riscaldare una sedia su una base sperduta!=^=
> "McWilliams si preoccupi far sparire la presenza dei nostri uomini a
> Praga, io e lei faremo i conti al mio ritorno." la donna chiuse con rabbia
> il comunicatore rimettendolo nella borsetta. Doveva pensare ad una
> soluzione e in fretta... presto qualcuno avrebbe fatto delle domande e lei
> avrebbe fatto una brutta fine se le risposte che avrebbe dato non fossero
> piaciute ai poteri che la manovravano.
>
> Con un ringhio tirò fuori ancora il comunicatore dalla borsetta e con
> rabbia digitò un semplice numero. Attese alcuni secondi e poi una voce
> afona di donna le rispose con un semplice =^=Si...=^=
> "Chi diavolo ci hai messo contro Corinne?!" esclamò piano ma con rabbia il
> Direttore della Homeland Security al suo interlocutore.
> =^=Niente nomi stupida! Tieni impegnati gli uomini della Raziel finchè non
> ti dico io di smettere. Il vostro goffo tentativo di strappare loro le
> indagini sul caso ha fatto in modo che non si muovessero dal sistema
> solare. Voglio che rimangano li a costo di tenerceli con la forza. Adesso
> fai quello per cui sei pagata e senza far domande! E non chiamare più
> questo numero!=^=
> Questa volta Catherine Trammell, direttore della Homeland Security, lanciò
> letteralmente il comunicatore oltre il balcone per sfogare la sua rabbia.
>
> "Bella serata non è vero?" la voce alle sue spalle la fece voltare di
> scatto. Dietro di lei il giovane Capitano della Raziel la stava guardando
> con un sorriso. Un sorriso che però non si rifletteva nei suoi occhi
> azzurri che erano invece due schegge gelide.
>
>
>
>
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> Ten. Cmdr. Francis Moses
> Primo Ufficiale
> USS Raziel
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> "La tecnologia migliora ogni giorno e va bene, ma di solito basta un pezzo
> di gomma da masticare, un coltellino e un sorriso." Spy game
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