[Stml14] 04.07 - F. Moses - Operazione Praga
marco.tassinari94 a email.it
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Ven 10 Mar 2017 19:52:34 CET
... Non so che dire a parte che il ruolo del mio personaggio l'hai centrato
in pieno!
Il brano è stupendo e aritcolato, e la fine è estremamente
coinvolgente.
L'unico difetto... come solito dopo di te Franco c'è una mezza
calzetta nello scrivere i brani quindi aiutooooo!!!
--------- Original Message --------
Da: "USS Raziel" <stml14 a gioco.net>
To: "stml14 a gioco.net" <stml14 a gioco.net>
Oggetto: [Stml14] 04.07 - F. Moses - Operazione Praga
Data: 09/03/17 13:48
FLASHBACK
SOL III (Terra)
Praga - Rozvadov Casino
14 gennaio 2397, ore 18.30
DiNardo barcollò mentre beveva il suo dodicesimo drink e si
rovesciò gran parte del suo Martini, agitato
non shakerato come aveva espressamente richiesto, direttamente
sulla camicia.
"Per la miseria!" esclamò biascicando le parole e passandosi la mano
sull'indumento come se fosse semplice polvere e non un liquido. "Questa
camicia mi è costata un rene!" commentò in direzione di un
tizio nerboruto appoggiato ad una colonna vicino all'ingresso della sezione
VIP, il quale lo degno appena di uno sguardo indifferente.
"Eih pollastre!" lo smoking era già stato dimenticato. Poco
più avanti due giovani donne in abito lungo parlavano sommessamente
osservando un tavolo di baccarat. Anche in quel caso DiNardo fu ignorato. Il
suo sguardo si fece annebbiato, emise un piccolo rutto e sventolò la
mano davanti al naso per disperdere l'odore di alcool poi, convinto di
essere di nuovo a posto, si girò verso l'uomo in nero e gli mise in
mano il bicchiere ormai vuoto "Adesso ti faccio vedere come si fa amico!"
Mentre il buttafuori prendeva il bicchiere quasi sovrapensiero, DiNardo si
diresse verso le due giovani afferrando il sedere di ognuna con la mano.
"Amiche mieeee!"
Qualsiasi fosse il proseguo della frase fu troncato dal grido di sorpresa
delle due ragazze e dal subitaneo schiaffo di risposta di una delle due.
DiNardo arretrò incalzato dalle loro urla che lo insultavano in
svariate lingue e dialetti fino ad una spinta finale che lo catapultò
all'interno della sala VIP.
"Scusate l'intrusione signori!" esclamò mentre cercava di districarsi
dai resti del basso tavolino che aveva appena fracassato. "Le ragazze della
terra non sono più come... una volta..." terminò dopo un
attimo di indecisione come se non avesse capito nemmeno lui cosa volesse
intendere. Due mani simili a badili lo afferrarono per il colletto e lo
sollevarono brutalmente da terra, si ritrovò a viaggiare a faccia in
giù sulla spalla del buttafuori fino ad una porticina nel retro del
locale, infine volò scomposamente verso un mucchio di sacchi
dell'immondizia sui quali rimase sdraiato ronfando beatamente.
=^=Confermi?=^= la voce di Moses gli arrivò nitida attraverso
l'auricolare, DiNardo aprì un occhio e controllò che il
buttafuori se ne fosse andato.
"Confermo, Botkoveli si trova all'interno!" mormorò lui in
risposta alzandosi e barcollando lungo il vicolo "Dite alle guardiamarina
Novak e Josel che mi dispiace averle toccate in maniera così
volgare."
=^=Si certo, proprio dispiaciuto!=^= commentò Chase in tono
divertito.
"E' uno sporco lavoro ma qualcuno doveva farlo... comunque le pillole della
doc tolgono tutto il divertimento del bere!"
=^=Vatti a lavare e piantatela di chiacchierare, rendez vous fra un'ora al
Karlův most!=^= sbraitò il Primo Ufficiale chiudendo la
comunicazione.
"Si capo!" DiNardo continuò per un po' a camminare barcollando poi,
quando fu certo di essere abbastanza lontano, si raddrizò e
chiamò un taxi.
FLASHBACK
SOL III (Terra)
Praga - Městská policie
14 gennaio 2397, ore 18.35
"Ma ora non sei più nella polizia di Pretoria." commentò
l'ispettore all'indirizzo di Naidoo
"No Antonín ormai ho saltato la barricata e sono approdato nella
grande e gloriosa Flotta Stellare!" rispose Naidoo con un sorriso.
Antonín Janda era un amico di lunga data. Si erano conosciuti
durante un caso riguardante una serie di omicidi senza spiegazione ma che
avevano collegato Praga e Pretoria, ed i due erano rimasti in contatto
finchè Naidoo non era entrato all'Accademia. Il capo SEC/TAC della
Raziel era andato a colpo sicuro contattandolo. Certo, non era uno stinco di
santo. La polizia Ceca non era rinomata per la sua integrità, ma
Idrissa pensava che tutto sommato Antonin non fosse così marcio sotto
sotto.
"Quindi che ti serve?" chiese Janda senza mezzi termini.
"E' così palese?" rispose Naidoo continuando a sorridere "Bene, avrei
bisogno di un piccolo favore. Una retata al Rozvadov Casino..."
Il poliziotto Ceco fischiò sommensamente "Lo chiami piccolo? Lo sai
di chi è quel casinò?"
"Si..." confermò il tenente.
"Se qui richiedo una retata, fra dieci minuti al casinò lo
sapranno e, se anche ci fosse qualcosa da trovare, non lo troveremo mai."
Neidoo fece spallucce e il suo sorriso si accentuò.
"Ah capisco! Ok mi andava proprio di fare un giro inutile fino al distretto
di Cisa, oggi non è nemmeno una brutta giornata... ci sono solo meno
venti gradi lì fuori!"
"Sapevo di poter contare su di te amico mio!"
"Naidoo a Moses, ci stiamo muovendo..."
FLASHBACK
SOL III (Terra)
Praga - Rozvadov Casino - Esterno
14 gennaio 2397, ore 18.48
Chase si alzò dal suo riparo improvvisato proprio mentre la macchina
atterrava. Nessuno si mosse al suo interno ed i vetri a specchio gli
impedivano di vedere quanti fossero gli occupanti. Bel problema...
Il timoniere della Raziel represse l'ennesimo brivido, un misto di
eccitazione, paura e freddo. Lui era un pilota, non un uomo della sicurezza!
E se fossero stati in due? E se fossero stati armati? A direi il vero, visto
chi era venuto a prendere era sicuro che fossero armati! Moses
aveva sbagliato a mandare qui lui... Non era meglio un incursore? Uno
qualsiasi avrebbe fatto meglio di lui.
Nonostante i suoi pensieri disfattisti e pieni di timore, il suo corpo si
era mosso da solo. Si era aggiustato gli stracci che portava e che lo
facevano sembrare un comune clochard e si era avvicinato all'auto.
"Ehi amico! Hai qualche credito?" chiese bussando al vetro. Nessuna
risposta.
"Ehi dico a te!" ci provò di nuovo, stesso identico risultato.
Non poteva rompere il vetro, non poteva tirare fuori un arma. E non aveva
nemmeno molto tempo... Naidoo doveva essere ormai in arrivo.
Chase fece qualche passo barcollante verso la ruota anteriore della macchina
poi iniziò a rovistare all'altezza del pube. Pochi attimi dopo
l'urina calda rispetto al freddo esterno fece alzare un velo di vapore.
Le portiere anteriori dell'auto si aprirono immediatamente. Due uomini molto
grossi in abito scuro e cravatta ne uscirono facendo cigolare l'auto quando
le sospensioni tornarono al loro posto con un sospiro di solievo.
*Dov'è Cortez quando serve?* pensò Chase guardando sbigottito
i due gorilla e rimettendo in fretta i gioielli di famiglia al sicuro.
L'energumeno alla guida disse qualcosa in un dialetto ceco che il traduttore
non sembrava conoscere. L'altro tirò fuori dal cappotto un manganello
e si fece avanti con un sogghigno.
=^=Tue ore sei...=^= la voce cavernosa di Cortez lo fece sussultare. Chase
guardò nella direzione indicata e notò una spranga di metallo
grande quanto uno shinai, l'afferrò con gratitudine e si mise in
posizione di difesa senza nemmeno riflettere.
Dopo anni di addestramento il corpo si muoveva da solo, come se ogni
movimento e colpo fossero codificati nel suo DNA.
Con una certa sorpresa si rese conto che fare il pilota aveva allenato i
suoi riflessi molto meglio di quanto pensasse. I colpi erano rapidi e
potenti, pochi secondi dopo l'autista e il guardaspalle erano esamini a
terra con un accenno di sorpresa negli occhi ancora aperti.
Due tonfi sordi alle sue spelle lo fecero girare fulmineo. La sbarra
colpì tanto rapida da sibilare nell'aria, le due figure che erano
atterrate si scansarono con grazia schivando l'arma improvvisata.
=^=Buono drago! Sono i ripulitori...=^= commentò Cortez con uno
sbuffo di derisione.
I due non parlarono, afferrarono i corpi e le funi che li collegavano al
tetto della casa adiacente si tesero facendoli schizzare di nuovo verso
l'alto come delle molle.
Chase scosse la testa fra il sorpreso e il divertito, si liberò della
sbarra e degli stracci che indossava buttandoli nel cassonetto vicino e si
infilò in macchina.
"Chase a Moses, sono in macchina."
FLASHBACK
SOL III (Terra)
Praga - Rozvadov Casino
14 gennaio 2397, ore 19.20
Chase digrignò i denti e fece scartare l'auto schivando i passanti
che affollavano il marciapiede. L'auto passò fra il tetto di un
grosso camion e cavi di corrente dell'illuminazione stradale.
"A San Francisco gli interrano i cavi!" borbottò fra i denti mentre
si infilava a tutta velocità dentro un vicolo.
Le quattro auto nere che lo inseguivano sfrecciarono dietro di lui senza
perdere il ritmo e senza lasciarsi distanziare. Erano professionisti, questo
lo doveva ammettere, ma lui lo era di più. Lanciò un occhiata
nello specchietto retrovisore e vide che Botkoveli era ancora
esamine dopo aver picchiato la testa contro il vetro blindato alla prima
curva stretta.
Prima dell'arrivo di Naidoo con la polizia ceca, dal locale erano sciamati
fiori diversi individui. Probabilmente quelli che avevano qualcosa da
nascondere.
Botkoveli, con l'aiuto delle guerdie del corpo, si era fatto strada fino
all'auto ed era salito per primo. Chase aveva approfittato della cosa per
partire immediatamente lasciando i due guardaspalle con un espressione ebete
sul volto.
Il suo passeggero aveva sbraitato un po' per alcuni secondi e Deve si era
limitato a sterzare bruscamente e a ricevere in risposta il soddisfacente
rumore di una testa che sbatteva.
Dopo pochi secondi, dalle vie vicine, quattro auto nere si erano lanciate al
suo inseguimento sibilando. Come previsto dal Capitano, i palesi tentativi
di nascondere la loro destinazione ultima, cioè Praga, ai servizi
segreti civili, avevano avuto l'effetto di richiamare uno sciame di vespe al
loro inseguimento.
Chase si chiese perchè la Homeland Security ce l'avesse tanto non
loro. Nè il capitano, nè tantomeno il Primo Ufficiale si erano
sbottonati. Dave aveva l'impressione che quei due non parlassero nemmeno fra
loro, eppure sembravano essere arrivati alla medesima conclusione...
qualsiasi essa fosse.
Il Karlův most, il ponte che collegava la città vecchia al
quartiere di Malà Strana passando sopra il fiume Moldava, distava
appena poche centinaia di metri. Secondo gli ordini lui doveva attraversare
il ponte e poi svignarsela di lì il più velocemente possibile.
Niente di problematico per uno come lui.
Duecento metri più avanti Moses si accese il sigaro proteggendo la
fiamma del fiammifero con la mano. Bernadette l'avrebbe ammazzato se solo
avesse avuto il sentore che non aveva mai smesso di fumare quei 'cosi
puzzolenti'. Tirò ed emise una nuvola di fumo con soddisfazione. *Amo
vivere pericolosamente!* pensò con un ghigno.
"Moses a tutte le unità, iniziate le danze!"
L'auto gli sfrecciò accanto a non più di due metri proprio
quando stava per attraversare. Sentì il clacson delle macchine che
seguivano ma non ci fece caso. Prima che l'auto nera lo prendesse in pieno,
premette il pulsante del detonatore che teneva in tasca. L'auto alla quale
era appoggiato pochi momenti prima esplose e l'onda d'urto fece rovesciare e
sbandare le macchine nere.
Dalla strada attigua arrivò un furgone con il logo della flotta che,
vedendosi la strada sbarrata dal groviglio di auto, sbandò a sua
volta e fu costretto a scendere di quota colpendo con violenza il parapetto
del fiume.
Cinque guardiamarina dall'aria smarrita ma dai fisici stranamente possenti,
scesero dal furgone frastornati. Stessa cosa fecero gli uomini delle
macchine nere. Il loro primo errore fu non notare che non c'era l'ombra di
civili in un area normalmente affollata di turisti, il secondo fu tirare
fuori le armi.
Le cinque vittime dell'incidente passarono dal frastornato al professionale
in un battito di ciglia mettendosi immediatamente al coperto e tirando fuori
le armi a loro volta. Il furgone dietro di loro saltò in aria e fu
scaraventato nel fiume.
Lo scontro a colpi di phaser fu intenso. Un colpo particolarmente sfortunato
colpì una macchina parcheggiata facendo saltare un pezzo di
carrozzeria che si infilò con violenza nella gamba di un incursore.
Moses, che fino a quel momento era rimasto in disparte, lo trascinò
al coperto e si tose la cravatta per usarla come laccio emostatico
improvvisato.
"Bene signori, abbiamo attirato abbastanza attenzione, è il momento
di filarsela!" una nuova detonazione fece saltare un tombino che divideva i
due gruppi di combattimento e una nuvola densa di fumo nero dette il tempo a
Moses di afferrare il ferito e buttarsi nel fiume saltando il parapetto. Un
attimo dopo altri quattro tonfi indicarono che gli altri lo avevano
immediatamente seguito nelle gelde acque sottostanti.
In altre parti della città molti attentati, rumorosi quanto
inoffensivi, erano stati eseguiti ai danni di altrettanti ignari ufficiali
della flotta stellare in franchigia a Praga. In seguito intervistati dai
mass media, avrebbero raccontato come, uomini armati e vestiti di nero, li
avessero presi di mira nel tentativo di ucciderli o rapirli. Nessuno di loro
seppe mai di essere stati parte di un piano ben congegnato e che nessuno di
loro aveva mai corso un reale pericolo.
Alcuni minuti dopo decine di teletrasporti simultanei portavano al sicuro
gli uomini della Raziel dai loro rispettivi luoghi di rendez vous. Grazie ai
comandanti Wood e Mendel i segnali furono talmente dirottati e confusi da
renderne impossibile il tracciamento. I due, stretti nella piccola stanza
chiamata Stazione Ombra, batterono i palmi della mano l'uno con l'altra in
segno di soddisfazione.
SOL III (Terra)
Parigi - Gran Galà
14 gennaio 2397, ore 21.27
=^=Jaz, Jonson, dileguatevi con la dottoressa Tarev appena vi è
possibile.=^=
"Ricevuto" rispose Jonson che, sfruttando il notiziario, si era sostituito
al Capitano come compagno di danza della dottoressa.
La dottoressa Tarev lo guardò sovrapensiero. Jonson era qualche
centimetro più basso di Hazyel e meno possente, ma i tratti del viso
erano molto simili e poteva essere scambiato facilmente per il giovane
risiano, soprattutto perchè si era fatto applicare sulla fronte lo
stesso stemma raziale.
Dalla sua Jonson aveva la bravura nel ballo. Appena si erano scambiati aveva
notato immediatamente la differenza fra i due. Nonostante la notizia avesse
bloccato molti presenti della sala, i due avevano usato la scusa del ballo
per dirigersi verso le uscite e attendere l'ordine di evacuare.
Elaina lo guardò ancora una volta e pensò che fosse un
bell'uomo. Non certo quanto Hazyel che sembrava avere quel 'nonsoché'
di magnetico e che attirava ogni donna e molti uomini, ma Jonson aveva uno
sguardo più rassicurante, sembrava meno 'pericoloso' nonostante fosse
un incursore addestrato ad uccidere.
Lui la guardò percependo che gli occhi di lei lo stavano fissando e
ricambiò lo sguardo con una muta domanda negli occhi.
Quando aveva fatto la sua comparsa nella sala a braccetto con Hazyel aveva
percepito su di se gli sguardi di molti uomini. Dovendo aprire le sue
percezioni per trovare il bersaglio della loro missione, aveva ricevuto
molte sensazioni provenienti da quelli che la fissavano.
Desiderio, lussuria, pensieri poco piacevoli che si frammezzavano con
sensazioni di invidia provenienti da molte donne.
Jonson non era addestrato come Hazyel a mascherare i suoi pensieri e le sue
emozioni e quando si erano avvicinati aveva percepito solo pensieri galanti
che l'avevano fatta sentire bene.
Si chiese quanto tempo fosse che non provava la stessa cosa con Alexander.
Quanto era passato dall'ultima volta che lui era stato gentile e galante con
lei? Immagini e ricordi degli ultimi periodi le susseguirono nella mente in
brevi flash mnemonici. Si rese conto con orrore che Alexander era sempre
estremamente galante e dolce con lei. Non le aveva mai fatto mancare una
parola gentile o un gesto di attenzione e lei in cambio lo stava
costringendo a rispondere ad un quesito che lei stessa aveva ammesso con se
stessa solo ora.
Si lamentava perchè non aveva ancora detto nulla sulla
possibilità di avere un figlio? Che diritto aveva lei di chiedere una
pronta risposta se in 34 anni non si era mai posta nemmeno lei la domanda?
Lei gli aveva buttato fra le mani quella patata bollente all'improvviso
aspettandosi da lui una risposta immediata e non ricevendola l'aveva preso
come un affronto personale. Non erano bambini e si amavano, se era
necessario riparlarne lo avrebbero fatto, non aveva senso tenere il broncio
e chiudersi a riccio.
Elaina sorrise e Jonson sollevò un sopracciglio confuso. Lei gli
dette un misterioso buffetto di ringraziamento e gli fece cenno che era
l'ora di andare.
SOL III (Terra)
Parigi - Hotel Napoleon
14 gennaio 2397, contemporaneamente
Hazyel aveva seguito la sua preda lungo i corridoi del quarto piano dove si
svolgeva il galà. Al suo avvicinarsi le telecamere di sorveglianza si
guastavano come per magia mentre lui si muoveva come un felino in caccia
contraddicendo la sua goffaggine nel ballo.
La sua preda era poco più avanti e sembrava furiosa dal passo veloce
che stava tenendo lungo il corridoio.
Stava per prendere l'ascensore, forse per dirigersi verso la sua camera,
quando lo squillo di un comunicatore le fece cambaire idea. Si guardò
attorno un attimo e poi si diresse verso il balcone stringendosi nella
pelliccia che le adornava le spalle. Hazyel la seguì prima che le
porte automatiche si chiudessero.
Finalmente la donna si decise ad accettare la chiamata.
"McWilliams! Che le è saltato in mente scatenando quel putiferio a
Praga! Dovevate solo seguire gli uomini della Raziel e aspettare il mio
via!" la voce della donna si alzò di un'altra ottava "Mi dia una
spiegazione o la faccio diventare un ausiliare del traffico!"
=^=Direttore Trammell non ho idea di quello che sia successo! Non siamo
stati noi ad attaccare i federali. Gli uomini della Raziel sbucavano da
tutte le parti. Me lo lasci dire, quelli non sono semplici idioti mandati a
riscaldare una sedia su una base sperduta!=^=
"McWilliams si preoccupi far sparire la presenza dei nostri uomini a Praga,
io e lei faremo i conti al mio ritorno." la donna chiuse con rabbia il
comunicatore rimettendolo nella borsetta. Doveva pensare ad una soluzione e
in fretta... presto qualcuno avrebbe fatto delle domande e lei avrebbe fatto
una brutta fine se le risposte che avrebbe dato non fossero piaciute ai
poteri che la manovravano.
Con un ringhio tirò fuori ancora il comunicatore dalla borsetta e con
rabbia digitò un semplice numero. Attese alcuni secondi e poi una
voce afona di donna le rispose con un semplice =^=Si...=^=
"Chi diavolo ci hai messo contro Corinne?!" esclamò piano ma con
rabbia il Direttore della Homeland Security al suo interlocutore.
=^=Niente nomi stupida! Tieni impegnati gli uomini della Raziel
finchè non ti dico io di smettere. Il vostro goffo tentativo di
strappare loro le indagini sul caso ha fatto in modo che non si muovessero
dal sistema solare. Voglio che rimangano li a costo di tenerceli con la
forza. Adesso fai quello per cui sei pagata e senza far domande! E non
chiamare più questo numero!=^=
Questa volta Catherine Trammell, direttore della Homeland Security,
lanciò letteralmente il comunicatore oltre il balcone per sfogare la
sua rabbia.
"Bella serata non è vero?" la voce alle sue spalle la fece voltare di
scatto. Dietro di lei il giovane Capitano della Raziel la stava guardando
con un sorriso. Un sorriso che però non si rifletteva nei suoi occhi
azzurri che erano invece due schegge gelide.
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Ten. Cmdr. Francis Moses
Primo Ufficiale
USS Raziel
[CV]: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=139
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"La tecnologia migliora ogni giorno e va bene, ma di solito basta un pezzo
di gomma da masticare, un coltellino e un sorriso." Spy game
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