[Stml14] Imbarco Navras Christopher Terr
Federico Rapuzzi
federico.rapuzzi a gmail.com
Lun 28 Gen 2019 12:19:30 CET
Molto bene
Il 28 Gen 2019 12:10, "Franco Carretti" <frank_moses a mail.com> ha scritto:
Direi perfetto.
*Sent:* Monday, January 28, 2019 at 11:55 AM
*From:* "Federico Rapuzzi" <federico.rapuzzi a gmail.com>
*To:* "USS Raziel" <stml14 a gioco.net>
*Subject:* Re: [Stml14] Imbarco Navras Christopher Terr
Grazie di cuore, Franco. Uso di Moses corretto?
Il giorno Lun 28 Gen 2019, 11:53 Franco Carretti <frank_moses a mail.com> ha
scritto:
> Brano spettacolare... i miei complimenti
>
> *Sent:* Monday, January 28, 2019 at 1:23 AM
> *From:* "Federico Rapuzzi" <federico.rapuzzi a gmail.com>
> *To:* "USS Raziel" <stml14 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml14] Imbarco Navras Christopher Terr
> Ciao a tutti,
> Il travaglio è stato lungo, spero che vi piaccia. È bello aver
> ricominciato a scrivere dopo così tanto tempo.
> Grazie di cuore a tutti.
> Fede
> -------------
>
> SOL III - Scozia
> Skye – Gairloch Hotel
> 10/12/2398 - Ore 22.45
> Certe cose non cambiano nel tempo: passano i secoli, scorrono le
> generazioni come sabbia asciutta tra le dita, ma i paesaggi raramente
> cambiano al punto di essere irriconoscibili.
> Cambia qualche dettaglio, una strada prende il posto di un tratturo, una
> frana elimina una cresta rocciosa, ma il Loch resta sempre il Loch e la
> Casa dei Mac Leods, divenuta da secoli una struttura ricettiva paragonabile
> al Continental di Risa o al Danieli di Betazed, faceva ormai parte della
> memoria genetica dei locali.
> Certo, una nuova ala in alluminio trasparente e struttura portante in
> tritanio compresso, dotata di ogni comfort che le menti più viziate della
> Galassia potessero inventare, si era accostata all’antica magione,
> realizzata in spessi blocchi di pietra, severa guardiana della spietata
> costa e del crocevia strategico che collegava il nord ovest delle Higlands
> al resto del Regno Unito, ma lei era ancora lì, immutabile. Pronta a
> respingere gli Inglesi, nel caso Robert Bruce fosse tornato a reclamare
> l’indipendenza scozzese.
> Anche nel 2398.
> La notte era appena rischiarata da quella che i veneziani chiamavano Luna
> Turca, una piccola falce di luna calante, coperta a sprazzi da nuvole
> stracciate, spinte a sud da un vento a raffiche inclementi.
> L’immutabilità del paesaggio attorno alla cupa magione era turbata
> soltanto da una figura dinoccolata che, stretta attorno al suo trench
> civile preferito, si avvicinava a passi lenti e silenziosi verso l’ala
> ovest del vecchio edificio, fermandosi spesso ad ascoltare ed a controllare
> i dintorni, come se si sentisse seguita.
> Sempre con immensa circospezione, la figura giunse al di sotto della
> parete in pietra, dove era stato fissato lo scarico di uno dei pluviali del
> tetto. Ne saggiò la resistenza e, con consumata abitudine, iniziò ad
> arrampicarsi fino all’altezza del quarto piano dove, con un certo sforzo,
> balzò su un davanzale che sporgeva poco distante.
> Sempre con gesti dettati dall’abitudine, raccolse da sotto una ciotola per
> cani in acciaio, ossidata dal disuso, un chip isolineare che introdusse con
> consumata perizia in un’apparentemente anonimo recesso nella malta tra due
> pietre.
> La porta del davanzale si aprì silenziosa: all’interno, in quello che
> sarebbe dovuto essere il salotto della suite 641, affittata al Signor
> Allistar Kinkaid da 65 anni, tutto taceva in un buio spettrale.
> Eppure la figura si bloccò, come sorpresa, da qualcosa che pareva non
> tornare.. fece per estrarre un phaser standard della flotta Stellare di
> Tipo I da una fondina nascosta nel trench di lana blu, quando una voce
> squarciò il silenzio:
> “Luci!”
> Terr trasalì, riconoscendola.
> Il salotto si illuminò a giorno: seduta sul divano sedeva una Trill dai
> capelli grigi in uniforme da Contrammiraglio della Flotta Stellare.
> Sorrideva sincera così come sorridevano sincere anche le due canne di una
> vetusta doppietta Holland & Holland da caccia grossa puntate al torso della
> figura sul davanzale: i due cani armati, sulle batterie in argento
> finemente cesellato, non lasciavano presagire nulla di buono.
> L’uomo sul davanzale si rilassò, lasciando la sua arma nella fondina e
> scoprendo, a sua volta, due file di denti in un sorriso.
> “Mamma, ti sembra il caso?”
> Navras Christopher Terr, Tenente della Flotta Stellare, fece un passo in
> avanti, ma fu fermato dalle canne della doppietta che batterono sul suo
> sterno.
> “Ti sembra l’ora di rientrare a casa, per di più di soppiatto, come un
> ladro?”
> “Visto come è andata a lavoro, direi proprio di sì. Soprattutto, non
> dovresti essere qua...”
> “Ho saputo cosa è successo, per questo sono venuta. Volevo sapere
> direttamente da te”
> “E se ci fosse stato qualcuno ad aspettarmi?”
> Il sorriso della donna assunse un tono sinistro.
> “Sarebbero stati loro ad essere intrappolati qui dentro con me, sono
> sempre tua mamma”
> “Sì, ma hai smesso di tritare Jem ‘Hadar già da qualche anno”
> “... e poi prima c’era anche papà sì lo so, storia già sentita e
> risentita, che ansia! Ora togliti quello straccio e fammi capire come hai
> fatto a finire in quel disastro”
>
> SOL III - Cina
> Quingdao – Sede Biosyn
> 07/12/2398 - Ore 10.00
> =^=Stromm a Terr=^=
> “Avanti”
> =^=Rilevato teletrasporto in ingresso. Sala riunioni al terzo piano=^=
> “Squadra Alfa in Standby, squadra Bravo in contenimento. Pronta con gli
> inibitori, Malin. Venticinque secondi alla schermatura del laboratorio”
> =^=Ricevuto. Pronta=^=
> “Stavolta li prendiamo. Terr a squadra Bravo”
> =^=Qui Vandegrift, Tenente=^=
> “Inibitori attivi fra venti secondi. Preparatevi a contenere eventuali
> fuggiaschi. Uscirete allo scoperto al mio segnale, non un attimo prima.
> Circa dieci minuti. Vogliamo prove inoppugnabili. Ripeto, si tratta di
> bersagli ad alto profilo, non fatevi intimidire da chi vi troverete
> davanti. Immobilizzate chiunque esca dal laboratorio”
> =^=Anche se fosse un alto ufficiale della Flotta?=^=
> “Anche se fosse lo stramaledetto Ammiraglio Picard! Dieci secondi
> all’inizio dell’operazione!”
> Il Trill si voltò verso la squadra della Sicurezza acquattata tra le
> piante di una collinetta erbosa a duecentocinquanta metri dal laboratorio,
> circa quaranta secondi di corsa in equipaggiamento da incursione, secondo i
> suoi calcoli.
> “Pronti ad irrompere, Stromm darà il semaforo verde”
> La squadra annuì a Terr con diversi gradi di tedio. Aveva ripetuto il
> piano almeno cinquanta volte da quando erano stati assegnati a lui,
> ufficialmente per gestire la sicurezza di un dignitario Cardassiano in
> visita. Avevano ben presto scoperto quanto fosse diversa la verità.
> Il tempo parve cristallizzarsi mentre attendevano.
> Erano tutti pronti, in immobile agguato, tesi in attesa dell’ordine
> d’attacco, in compagnia del fruscio della vegetazione e del respiro del
> collega accanto. Terr, invece, sembrava una statua o un cane da punta fisso
> in caccia.
> =^=Stromm a Terr=^=
> “Avanti”
> =^=Sono tutti dentro=^=
> Terr si voltò verso i suoi, tutte le teste erano scattate verso di lui
> quando il comunicatore aveva cinguettato.
> “Ricevuto. Attiva gli inibitori. Ci muoviamo”
> Non ebbe bisogno di ripetere l’ordine, la squadra della sicurezza era già
> scattata in formazione, phaser di tipo III in punteria.
> Semaforo verde, l’operazione passava alla fase critica.
>
> SOL III - Cina
> Quingdao – Sede Biosyn
> Laboratorio biologico 1G
> Contemporaneamente
> Una scienziata ignorò bellamente l’ingresso di otto persone, due dei quali
> alti papaveri della Flotta Stellare, nella zona sterile del laboratorio:
> avevano regolari pass, protezioni a norma e, da quanto aveva appurato,
> quegli ufficiali gironzolavano spesso per il reparto Ricerche Genetiche da
> qualche mese a quella parte.
> Quando, però, sentì l’aria uscire dagli sfiati della porta pressurizzata,
> contò mentalmente trenta secondi e scattò come un meccanismo ad orologeria
> verso l’armadietto dove aveva riposto, da giorni, un inibitore del
> teletrasporto.
> La donna, con consumata competenza, attivò il dispositivo e tornò alla
> scrivania dove stava lavorando, dopodiché infilò una mano sotto al camice
> bianco ed attivò un comunicatore nascosto come il resto della divisa della
> Flotta Stellare, reparto sicurezza.
> “Stromm a Terr. Inibitore teletrasporto attivato”
> =^=Ricevuto. Procedi con le comunicazioni=^=
> Malin inserì una sequenza di comandi “Black out tra 5... 4... 3... 2...
> 1…”
> Dopo che ebbe la conferma che tutte le trasmissioni erano saltate ed il
> teletrasporto inibito nel raggio di un chilometro, la donna aprì il camice
> in concomitanza della fondina del phaser di Tipo II, settato su stordimento
> massimo, e riprese a leggere il suo romanzo sul terminale come se nulla
> fosse.
>
> SOL III – San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Dipartimento Servizi di Sicurezza
> Ufficio Capitano Langdorff
> 10/12/2398 - Ore 08.00
> Terr, a differenza di un discreto numero di ufficiali operativi, non si
> sentiva a disagio di fronte ad una riunione o alla stesura di un rapporto,
> faceva parte del lavoro.
> Era il fatto di dover produrre idee, stando seduto, a indispettirlo.
> Sapeva che tutto era regolare, aveva pianificato ogni millimetro
> dell’operazione affinché tutto fosse ineccepibile: niente intoppi, niente
> rattoppi.
> “Tenente, un ottimo lavoro, la procedura, da lei seguita, sembra essere
> assolutamente impeccabile: ogni fase documentata appropriatamente, un
> rapporto formalmente corretto e prodotto tempestivamente, sembra quasi che
> lei lo abbia scritto prima di dare il via alle danze”
> “Grazie, Signore”
> “Chiaramente, l’arresto del Contrammiraglio Vashek e del suo aiutante di
> bandiera, Comandante Weigand, faranno un certo scalpore. Sarà sulla bocca
> di tutti, Signor Terr”
> “E’ una pubblicità sgradita sia all’efficienza dell’indagine che alla mia
> persona. Preferirei che ogni accenno in proposito fosse emendato, per il
> momento”
> “Una domanda?”
> “Prego”
> “Ha condotto personalmente gli interrogatori?”
> “Assistito dal Tenente JG Stromm, in presenza dei legali degli arrestati,
> conformemente al protocollo”
> “Assolutamente impeccabile, Terr. Eppure c’è una cosa che non comprendo”
> “Come posso aiutarla?”
> “Il Comandante Weigand l’ho visto insieme agli altri arrestati poco prima
> di incontrarla. Fissava il muro e continuava a ripetere:
> “I suoi occhi, come delle lanterne”
> “Non so come spiegare, Signore. Immagino sia imputabile allo stress
> dell’arresto. Non credo sia facile passare da una brillante carriera da
> aiutante di bandiera di un Ammiraglio a prigioniero sotto custodia della
> Flotta Stellare. In ogni caso, devo salutarla.. le indagini devono andare
> avanti, come dite voi umani il campo va mietuto finché.. uhm.. non mi viene
> in mente.”
> “D’accordo Terr, analizzerò a fondo il suo rapporto e la ricontatterò in
> merito. Può andare, per adesso”
> Fuori dalla porta, lo attendeva Stromm, una pila di pad sottobraccio. Era
> loro abitudine parlare camminando, niente processi decisionali o scambi di
> informazioni rilevanti in un ufficio.
> “Com’è andata, Capo?”
> “Bene, Malin.. lo Shuttle?”
> “Un vecchio sub luce anonimo, pod 35, 1500 metri da qui”
> “Brava. Profilo basso. Hai avuto qualche risultato sul materiale
> sequestrato?”
> “La Flotta impiegherà settimane a farci avere dei risultati, così ho
> seguito il suo consiglio e sono andata da quel suo contatto a St. Kitts; a
> proposito, spiagge incredibili, Signore. So già come passare la mia
> prossima licenza”
> “Hermitage a Nevis, chiedi di Tilda, ti manda Zio Navras. Enfatizza su Zio”
> “Non voglio sapere perché, ma grazie: parlando di lavoro, ho incontrato il
> Dottor McIntyre e, nel tempo di quattro Martini, mi ha fatto avere la
> composizione dei campioni che abbiamo.. distratto dal sequestro”
> “Risultato?”
> “Mac mi ha chiesto se fossi pazza a portare certa roba in giro”
> “Perché?”
> “Perché mi ha mandato in giro per il pianeta centrale della Federazione
> con i quattro componenti di un’arma biogenetica, Capo. I microbici campioni
> che avevo con me, se miscelati e diffusi con una testata tattica, sarebbero
> bastati ad eliminare ogni forma di vita nel raggio di 2500 km”
> “Dove sono i campioni, adesso?”
> “In viaggio per il deposito prove della Sicurezza della Flotta. Il mio
> uomo è piuttosto efficiente”
> Il sopracciglio destro di Terr schizzò verso l’alto, uno dei suoi pochi
> gesti istintivi incontrollati.
> “Noi ne avevamo 0.4 ml, i fusti erano da dieci litri ciascuno. Weigand ha
> detto che c’è il nostro bersaglio dietro a tutto questo. Dobbiamo aumentare
> la velocità. Non so se sia per uso personale o per fini commerciali, ma
> abbiamo fatto bene ad omettere il coinvolgimento dell’Organizzazione di
> Jak’Al dal rapporto alla Flotta. I nostri sono coinvolti, l’informazione
> deve restare confinata il più possibile. Le squadre?”
> “Langdorff aveva già predisposto tutto: subito dopo gli arresti sono stati
> notificati gli ordini: la squadra Alfa parte domattina per due mesi di
> manovre terrestri congiunte con i Klingon, la squadra Bravo invece è stata
> smembrata e tutti i membri hanno ricevuto incarichi lontani. Il caposquadra
> sono riusciti ad inviarlo su DS-16 Gamma. Altre due eccellenti squadre
> smembrate nell’interesse del contenimento notizie, bello schifo. La nostra
> navetta è la quarta da sinistra”
> “Prima o poi i Klingon si stuferanno di far manovre congiunte con la
> nostra bassa manovalanza. Grazie per il riepilogo, Stromm, ti meriti un
> regalo”
> Terr si era bloccato davanti a un negozio. Articoli da spiaggia, dopotutto
> erano a San Francisco.
> “Capo, non è necessario, era solo il mio dovere”
> Per un attimo, il Trill piegò la testa squadrando i capelli corti
> dell’umana con cui collaborava dai tempi della Jubilee: capelli biondi
> corti, la pelle chiarissima ed il taglio degli occhi Suomi.
> “Nonostante tu sia, ormai, uno strumento al servizio della Sicurezza della
> Flotta Stellare, esisti anche come Malin Stromm, di Bergen, e non puoi
> modificare il tuo genoma. Non sei progettata per St Kitts, amica mia. Ti
> serve un equipaggiamento adatto a questa missione”
> Prima che la donna potesse reagire, Navras era schizzato dentro il negozio
> e ne era uscito con un ampio cappello di paglia.
> “Là dove sta per andare, le servirà questo”
> “Tenente, non dove…”
> Le due detonazioni simultanee li colsero di sorpresa. Lo spostamento
> d’aria li proiettò contro la parete dell’edificio che avevano costeggiato.
> Terr ebbe l’illusione di udire distintamente lo schiocco secco di due
> costole che si rompevano sotto la forza del suo peso combinato a quello del
> suo secondo.
> Emise un grugnito rimettendosi in piedi, cercando di ignorare la fiammata
> di dolore che stava sopraggiungendo.
> Stromm stava meglio di lui e, protetta dal suo corpo, aveva soltanto
> qualche abrasione. La fredda finlandese aveva già estratto il suo phaser di
> ordinanza.
> “Capo?”
> Terr capì che Malin si stava rivolgendo a lui solo dal labiale. Le batté
> due volte la mano sulla schiena e parlò senza sentire il suono della sua
> voce.
> “Operativo! La navetta è andata, siamo bruciati, ci muoviamo a piedi.
> Rapidi!”
> I due, ancora frastornati, percorsero un centinaio di metri caracollando
> alla massima velocità possibile, svoltando ad ogni incrocio e tenendo
> d’occhio chiunque incontrassero.
> Si rifugiarono in un androne per riprendere fiato.
> “Stromm?”
> “Tenente?”
> “Quando ti dico di prendere un cappello, prendi un cappello”
> Dopo anni di collaborazione, i due avevano sviluppato un rapporto
> particolare: gli anni a stretto contatto, la natura dei loro incarichi e i
> rischi condivisi li avevano resi, di fatto, l’uno l’unico vero confidente
> dell’altra e viceversa. Tentavano di mantenere un rapporto professionale
> ma, sovente, quell’intesa sviluppatasi in rapporti del genere tendeva ad
> emergere.
> “Ottima proposta, Capo”
> “Siamo esposti, comunque. Sanno chi siamo e come ci spostiamo. Hai un
> posto sicuro su questo pianeta?”
> “Risiedo nella caserma”
> “No, niente caserma, torna da Mac, digli che il tetto è rotto e piove a
> dirotto. Lui capirà”
> “Non capisco come un ufficiale scientifico in pensio…”
> “Il vecchio Mac è sempre una sorpresa, si prenderà cura di te, non farti
> ingannare dalle apparenze, c’è molto più che un vecchietto in pensione
> dietro a quei baffoni grigi. Esegui e fidati. Io vado a casa mia. Capiamo
> il livello di esposizione e muoviamoci di conseguenza”
> “Non dovremmo fare rapporto alla Flotta?”
> “Dopo. Ora profilo basso, nasconditi da Mac. Esegui un mio ordine diretto,
> non possono dirti niente. Alla Flotta penso io. Ventiquattro ore. Non
> cercarmi a St Kitts, non sarò là”
> “Sissignore. Profilo basso. MacIntyre. 24 ore”
> I due camminarono vicini, atteggiandosi ad estranei ed assicurandosi di
> non essere seguiti, fino al pod del teletrasporto poi, senza scambiarsi
> nemmeno un gesto, si trasportarono alle rispettive destinazioni.
>
> SOL III – Scozia
> Skye – Gairloch Hotel
> Suite 641
> 11/12/2398 ore 07.00
> Sua madre poteva avere qualche capello grigio e non essere più la giovane
> responsabile alle operazioni che dava la caccia ai Jem’Hadar di venticinque
> anni prima, ma aveva ancora energie da vendere.
> Non solo aveva preteso di sentire lo svolgimento della retata ai
> laboratori Biosyn, degli arresti e degli interrogatori due volte ma, quando
> Terr aveva insistito per buttarsi sul divano un paio d’ore a dormire, si
> era attaccata al terminale della suite e aveva fatto un po’ di lavoro di
> analisi.
> “Navras, credo che il materiale che hai sequestrato fosse destinato a una
> nave trasporto della Flotta Stellare sottoforma di rifornimenti.. e ritengo
> ci sia dell’altro”
> “Uhm.. cioè?”
> Ho avuto accesso ai tuoi rapporti sull’indagine in cerca di ulteriori
> dettagli e ho notato che, oltre ai nomi previsti: tu, la giovane Malin, il
> tuo Capo Sezione ed il Capitano che dirige la Sezione Sicurezza dove hai
> consegnato gli arrestati, c’è stato un accesso ai dati curioso”
> “E?”
> “Apparentemente un muro di gomma.. Ascoltami, Navras: tutta questa
> faccenda puzza di guai, pare essere il tipo di operazione in cui era
> coinvolta la mia unità. Questa non è una caccia ad un criminale qualsiasi.
> Questo è il motivo per cui ti volevamo Dottore, Avvocato o qualunque cosa,
> ma non un ufficiale della Flotta. Almeno non uno come noi”
> Terr ignorò l’ultimo commento della madre: era la penosa storia della sua
> vita da quando aveva deciso di arruolarsi.
> “Ne sai qualcosa?”
> “No. Non è nella mia area di competenza.. ah.. a proposito di competenze,
> tra due ore ho una riunione con il resto del cinema. Stiamo organizzando un
> colpo di Stato di Romulus e devo gestire le ripercussioni sul mio settore”
> Terr balzò in piedi dal divano dove si era accampato per la notte: non
> aveva avuto la forza di trascinarsi alla stanza da letto che sua madre gli
> aveva lasciato libera.
> “E’ solo una simulazione” si affrettò a dire lei con un sorriso
> *Mia madre fa giardinaggio ed è Presidentessa del Club dell’Orchidea. La
> tua? Organizza colpi di stato per i Servizi della Flotta Stellare. Per
> forza uno cresce paranoico come me*
> “Cerca di non farla diventare reale, mamma. C’è quella splendida
> Colonnello della Flotta Imperiale e mi servirebbero ancora un paio di anni
> di stabilità nel quadrante per…”
> Il Contrammiraglio Nadjad Terr, una delle responsabili del
> controspionaggio concernente l’Impero Stellare Romulano, piantò i suoi
> occhi, fiammeggianti furia omicida, in quelli del figlio.
> “Stai. Lontano. Dalle. Romulane. Portano solo guai, ne so qualcosa”
> La donna si avviò al balcone avvicinandosi al davanzale, fece per
> scavalcare quando tornò sui suoi passi.
> “Dimenticavo, niente finestre per me. Io sono un’ospite regolare, ho preso
> una stanza giù di sotto. Non entravo qui da anni. Vedi? Mi comporto come
> quando ero come te: un operativo nei guai fino al collo. Sto invecchiando,
> Navras”
> “Mamma, nessuno entra qui da almeno cinque anni”
> “Ci rivedremo su Bajor. Salutami Malin, ah.. a proposito.. bel cappello!”
> La porta della Suite 641 si chiuse su un figlio perplesso.
> *Come diavolo ha fatto a sapere del cappello?*
>
> SOL III – San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Dipartimento Servizi di Sicurezza
> Situation Room – Anticamera
> 11/12/2398 – Ore 10.30
> Il Contrammiraglio Terr stava raccogliendo i suoi pad per la simulazione.
> Non che le servissero a molto: la sua memoria era uno strumento ben
> affilato, ma, come molti ex operativi destinati a un incarico da scrivania,
> soffriva ancora di un certo complesso di inferiorità nei confronti degli
> amministrativi di carriera: quei topi da biblioteca si ricordavano il
> passaggio di un insignificante cargo per una nebulosa dimenticata in un
> angolo sperduto del Quadrante.
> Lei era diversa: sarebbe potuta scendere su Romulus con un’uniforme
> federale ed un cartello legato al collo con su scritto “arrestatemi, sono
> una spia” e, due settimane dopo si sarebbe trovata a Risa, con un Singapore
> Sling in mano, a discutere di statue paleo Vulcaniane con il Comandante in
> Capo della Tal Shiar. Il bastardo sembrava avere una predilezione per
> quelle maledette maschere funerarie ineleganti.
> Il suo sesto senso la avvertì di qualcuno alle sue spalle, Nadjad Terr
> diede un colpo secco alla sua chioma e si voltò di scatto, trasformando il
> suo sorriso di circostanza in sincero e guardingo stupore.
> “Ammiraglio Rexen? Non pensavo si interessasse ai nostri sciocchi giochi
> da biblioteca”
> “Oggi sì.. ma, più che altro, sono qui per lei, Terr”
> Tutti gli interruttori nel cervello della Trill passarono da bianco a
> rosso in un battito di ciglia.
> Guai.
> Navras.
> “Comandi, Ammiraglio”
> “Sembra che si sia creata una certa situazione recentemente.. pare che la
> navetta, su cui stava per imbarcare suo figlio con la sua assistente, sia
> esplosa senza una ragione precisa”
> “Sì, Navras mi ha informata. Uno sfortunato episodio”
> “Il fatto preoccupante è che questo non è stato il solo disgraziato
> incidente che è successo ieri a San Francisco. C’è stata una seconda
> detonazione: pare che la celle dove erano detenuti alcuni criminali
> arrestati dal Tenente Terr e dal Tenente JG Stromm abbia subito una curiosa
> implosione. Nessun sopravvissuto”
> Nessun protocollo può fermare una madre: Nadjad Terr colpì il
> comunicatore, fermata subito da un gesto gentile, ma fermo del suo
> superiore.
> “Non si preoccupi, Contrammiraglio. Occhi premurosi vegliano su di lui”
> “Il suo ufficiale superiore?”
> “Temo che la situazione sia al di sopra del Capitano Langdorff. E’ già
> stato contattato ed ha ordine di collaborare, come gradirei facesse anche
> lei, Contrammiraglio”
> “Mi guardi dritta negli occhi, Ammiraglio e mi risponda: mio figlio è
> bruciato?”
> “No, Contrammiraglio. Tutto il contrario. Navras si è avvicinato con
> ammirevole tenacia ad un vaso di Pandora che dovrà essere scoperchiato a
> tempo debito. Dovrà seguire un determinato percorso per riuscirci.. anche
> perché, in questa battuta, non c’è solo un cacciatore”
> “Come posso contribuire a quest’operazione?”
> “Dimenticandone completamente l’esistenza. E’ la cosa migliore che possa
> fare nell’interesse di tutti, prima che il tetto crolli irrimediabilmente”
> Nadjad colse l’antifona al volo, ma senza nessuna reazione apparente. Si
> voltò ed entrò nella Situation Room, come se non avesse mai incontrato
> nessuno.
> *Navras, in che guaio ti sei cacciato?*
>
> SOL III – Scozia
> Skye – Gairloch Hotel
> Suite 641
> Contemporaneamente
> Navras era collegato con Stromm, in vacanza forzata presso la villetta del
> Dottor Mac Intyre. La donna era palesemente tesa.
> “Ho parlato con il Capitano Langdorff: siamo in licenza da ieri mattina.
> Nessuna assenza ingiustificata. La nostra linea d’azione è stata approvata
> e gli ordini sono di restare nei nostri alloggi ed aspettare nuove
> disposizioni”
> Stromm sembrò rilassarsi anche se poi fissò perplessa lo schermo.
> “Ufficialmente, lei dovrebbe essere su quest’isola, Terr”
> “Non preoccuparti per me, Stromm. E’ come se ci fossi. Il Vecchio Dottore
> non può badare a tutti e due. Comunque, sarò da voi domani mattina al
> massimo”
> Navras fu interrotto da qualcuno che bussava educatamente alla porta: dal
> punto in cui la mano picchiava, un piccoletto piuttosto deciso e Navras
> riconobbe al volo il suo visitatore.
> “Devo lasciarti Malin” disse chiudendo il terminale ed avvicinandosi con
> passi silenziosi alla porta per poi aprirla di colpo.
> Nessuna sorpresa da parte del settantenne in tenuta tradizionale scozzese
> dall’altra parte.
> “Buongiorno, signor Sean”
> “I miei rispetti, Tenente. Ho saputo che era tornato a farci visita nella
> vecchia stanza di suo padre e volevo assicurarmi che tutto fosse in ordine”
> “Assolutamente perfetto, grazie”
> “Come da ordini ricevuti dal Coma… dal Signor Kinkaid, molti anni fa: “che
> affoghi di polvere, ma che nessuno entri”
> “Ed è esattamente così. La Signorina Ripley è a casa?”
> “No, Tenente. E’ in giro per la Galassia a risolvere non so che problema
> su non so quale nave. Figli... ”
> “Le porga i miei saluti”
> “Senza dubbio”
> Terr si avvicinò a un vecchio scrigno portasigarette da cui estrasse un
> generoso ammontare di Lathinum compresso, la valuta intergalattica
> preferita per le transazioni sottobanco.
> “Non ho un’idea della contabilità, ma credo che questo possa bastare per
> un po’, giusto?”
> “Ah, mi permetterei di informarla che potrebbe esserci un’infiltrazione
> nel tetto della rimessa barche. Niente di sicuro, però il giovane Christian
> ha notato due individui che curiosavano da quelle parti circa quindici
> minuti fa”
> Terr gelò: mai avrebbe pensato che qualcuno avrebbe potuto trovarlo lì.
> “Grazie Signor Sean, lei è impagabile”
> “Lo diceva anche il suo rimpianto genitore. Immagino conosca le regole
> della casa in merito alle infiltrazioni”
> “Assolutamente”
> Terr richiuse di colpo la porta, schizzò verso un armadio che celava una
> rastrelliera porta fucili: la collezione di suo padre.
> Scelse una versione a calcio collassabile del fucile Phaser di Tipo III,
> un modello vecchio, ma sempre affidabile e, mantenendo una certa calma, si
> assicurò che il mirino ottico fosse in ordine: perfetto, pulito da non più
> di una settimana; le celle di energia nella bandoliera in carica perfetta.
> Sean e suo padre erano stati ottimi amici.
> *Il ferro del Vecchio non si butta via*
> Si avvicinò prudente alla finestra: campo sgombro per 150 gradi.
> La rimessa barche era poco più di tre chilometri, aveva meno di tre minuti.
> Il mezzo vulcaniano uscì dalla porta della stanza celando l’arma lunga
> sotto al vecchio trench che portava piegato sottobraccio: i civili non
> avrebbero notato la piega innaturale della giacca, se si fosse mosso in
> fretta.
> Scelse le scale, avrebbe avuto più margine di manovra e copertura.
> Attraversando la hall affollata dalla ressa dei velisti giunti in loco per
> la tappa del campionato locale, in mezzo alla distesa multicolore di
> cerate, notò due uomini.
> *Età militare, addestramento, fuori contesto. Niente armi pesanti*
> I tre minuti erano passati troppo in fretta.
> Fece per guadagnare uno dei corridoi che portavano alle sale colazioni del
> vecchio complesso.
> Nella sua direzione arrivavano due uomini con indosso l’uniforme di una
> barca locale piuttosto famosa. Tutto il loro non verbale sembrava apporre
> però un cartello sulle loro teste: militari.
> Non erano lì per caso, gli sbarravano la strada.
> Molto abili. Probabilmente ogni uscita era già sotto controllo.
> Quello che avrebbe fatto lui.
> Scacco.
> Fece per alzare il trench che teneva sottobraccio con un gesto distratto,
> quando uno dei due allargò le braccia a mani aperte, palmi a vista: il
> gesto universale delle intenzioni pacifiche.
> “Tenente Terr, quello che ha sotto alla giacca non serve. Veniamo in pace,
> dobbiamo parlare”
> Terr sorrise interiormente.
> Se lo avessero voluto morto avrebbero già provveduto a estrarre i phaser
> che, probabilmente, nascondevano in una fondina ascellare, a giudicare
> dalla postura del braccio sinistro di ambedue.
> La partita era ancora aperta.
> “Bene, visto che venite in pace, chiamate anche i due scimmioni che avete
> usato come battitori per farmi arrivare da voi… e la giacca resta con me”
> I due strabuzzarono gli occhi, fulminei ispezionarono con lo sguardo il
> corridoio deserto, per poi iniziare ad aprire le zip delle giacche
> sportive ed estrarre i phaser che, come previsto dal mezzo Trill, erano in
> posizione ascellare.
> Navras li fermò con un gesto deciso, spingendoli, nel contempo, in una
> stanza attigua, approfittando del movimento per aumentare la sua distanza
> dai due.
> “Prima pensare, poi sparare. E’ pieno di civili, là dietro. Evidentemente,
> i due miscredenti non sono vostri amici. Cominciamo dalle basi: chi siete?”
> Il trench era caduto a terra e il calcio del phaser era magicamente in
> posizione di tiro. Terr teneva l’arma abbassata, ma tutti e tre sapevano
> che non sarebbe rimasta tale a lungo.
> Uno dei due rovesciò il colletto della giacca mostrando un comunicatore
> della Flotta.
> “La nostra missione è scortarla al Comando di Flotta, il Capitano
> Langdorff della Sicurezza ha detto di qualificarci come i Carpentieri”
> Amici. Forse nemici estremamente ben informati.. quantomeno conoscevano il
> suo Ufficiale Comandante.
> “Coincide. Sì, lei tenga d’occhio la porta. Cosa dovrei rispondere io in
> caso di condizione di pericolo?”
> “Un riferimento a un tetto che fa acqua”
> Amici. Oppure Langdorff era stato costretto a parlare. Improbabile.
> *Stiamo al gioco, per ora*
> “Tra circa venticinque secondi i nostri amici capiranno che non sono
> andato a incipriarmi il naso. Dobbiamo muoverci. Li attiriamo fuori e li
> prendiamo? Quali sono i vostri parametri?”
> “Estrazione silenziosa, coatta se necessaria”
> “Questo esclude una cattura. Allora muoviamoci, il tetto gronda acqua e
> non possiamo rischiare una carneficina.. verso il basso ci sono..”
> “Le gallerie delle vecchie cantine. Ottima idea, Tenente... ”
> *Sono professionisti, conoscono le planimetrie a memoria. Sicuramente non
> uomini di Langdorff*
> “Meglio andare sul sicuro.. Delta1 a Shuttle. Teletrasporto per tre!”
>
>
>
> Utopia Planitia
> Bacino di carenaggio 23
> 11/12/2398 - Ore 04.13
> La Raziel sembrava un rapace addormentato: luci scafo spente, nessun
> barlume dalle gondole a curvatura, nemmeno il ronzio rassicurante dei
> generatori ausiliari in funzione.
> La nave era, infatti, collegata alla rete energetica della stazione mentre
> i suoi sistemi venivano revisionati da amorevoli mani, anche se poco
> abituate a vedere quell’unità in bacino.
> L’equipaggio, ancora sotto valutazione, era alloggiato a terra per cui i
> corridoi rimbombava mentre Lara Petersen camminava lungo il corridoio e
> ognuno dei suoi passi veloci sembrava rimbombare all’unisono con il cuore
> in palpitazione. Allo stesso tempo, la sua testa sembrava avere un peso
> innaturale, come quando da bambina era sul punto di fare qualcosa di
> sbagliato, ma era decisa a proseguire.
> Anche oggi, Laura Petersen avrebbe fatto una bella marachella.
>
>
> SOL III – San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Ufficio del Contrammiraglio Bates
> 11/12/2398 – Ore 14.30
> Bernadette Bates si presentò nell’anticamera del suo ufficio presso il
> Comando dopo una riunione sul budget del progetto Empireo.
> I costi di una stazione destinata alle Operazioni Speciali rappresentavano
> un problema: autorizzare l’allocazione di risorse per qualcosa che,
> ufficialmente, non si doveva sapere a cosa servisse era sempre spinoso.
> In più c’era quella nuova grana: uno dei responsabili della Sicurezza
> delle squadre dell’Ammiraglio Rexen le aveva inoltrato una copia di
> richiesta urgente di estrazione per due ufficiali che avevano sfiorato
> Empireo e si erano ritrovati un branco di lupi alle calcagna.
> Aveva potuto soltanto dare una rapida scorsa al rapporto preliminare: le
> era sembrato di capire che non fosse andato tutto liscio e, che, in qualche
> modo, fosse coinvolta una fra le colleghe dell’Intelligence più competenti
> per quanto riguardava l’Impero Stellare Romulano.
> Adesso, finalmente, avrebbe potuto dedicare le giuste risorse alla
> questione e districare la matassa di informazioni confuse che le erano
> arrivate a brandelli nelle ultime ore.
> Una giornata piena di pensieri, anche per un Contrammiraglio a capo di un
> progetto segreto.
> L’anticamera del suo studio era insolitamente affollata: oltre al suo
> storico attendente, il Vulcaniano Terel, vi era un Trill, dalle orecchie a
> punta ed in abiti civili, che stava in un angolo accanto ad una giovane
> Tenente, ammanettata, che scagliava occhiate omicide ad uno dei membri
> della squadra della sicurezza che l’aveva arrestata e sul cui volto si
> stava formando una notevole ecchimosi.
> “Liberate quella donna.. Chi di voi è il Tenente Terr?” domandò
> retoricamente
> Il Trill si voltò verso l’Ammiraglio: lo sguardo di quell’uomo aveva
> qualcosa di particolare che non poteva essere descritto. Niente che potesse
> spaventare la Bates, ma sufficiente per mettere in crisi molti sospettati.
> “Con me, Tenente”
> Navras sussurrò un paio di parole a Stromm, che sembrarono calmarla, e
> seguì il Contrammiraglio nel suo ufficio.
> La Bates non perse un secondo depositando il suo pad sulla scrivania e,
> sedendosi, invitò il suo ospite ad imitarla.
> Il Trill restò in piedi.
> Bates scrollò le spalle e lasciò Navras in quella posizione per un
> abbondante quarto d’ora mentre rileggeva tutto il materiale inerente quella
> situazione e metteva ordine tra le varie informazioni.
> Terr non mosse un muscolo per tutto il tempo: in posizione standard di
> riposo, mani dietro alla schiena, inamidato come un vecchio ritratto
> olografico.
> “Immagino che si stia già facendo un’idea di cosa stia succedendo, Tenente”
> “Sissignora, temo che la mia indagine abbia incrociato una sua qualche
> operazione. Da quanto ho potuto dedurre, non siete parte
> dell’organizzazione in cui era coinvolto il Contrammiraglio Vashek e che,
> sospetto, annoveri diversi altri ufficiali corrotti all’interno della
> Flotta”
> “Vada avanti..” lo esortò Bernadette
> “Suppongo, vista la velocità e le modalità con cui la sua sezione ha
> intercettato ed estratto sia me che il Tenente JG Stromm, che mi teneste
> d’occhio da tempo con risorse notevoli, almeno da quando la mia indagine mi
> ha portato nel settore 001, il che fa presupporre un obiettivo comune, ma
> mezzi diversi… decisamente superiori ai miei. Il Gairloch è sempre stato
> per me un rifugio sicuro, anche dalla Sicurezza della Flotta.. almeno lo
> era stato sinora”
> “Perché avrebbe bisogno di un nascondiglio, Tenente?”
> “Perché mi è capitato spesso di investigare su personale della Flotta
> Stellare, soventemente ufficiali di comando. Questo rende la gestione della
> sicurezza un affare piuttosto elaborato..”
> “In condizioni normali, Signor Terr, sarebbe ordinato al silenzio ed
> assegnato ad altro incarico ma, per sua fortuna, la sua piccola indagine ha
> fatto emergere degli sviluppi decisamente interessanti. La seguivamo da
> tempo.. da ben prima del suo arrivo sulla Terra. Si ricorda il cargo armato
> che ha perquisito quando serviva sulla USS Severstal? E’ stato quello il
> momento in cui le nostre rotte sono entrate in collisione, Tenente. Il suo
> lavoro non è passato inosservato e questa riunione sarebbe comunque
> avvenuta prima o poi. Le particolari circostanze hanno anticipato i tempi…
> e le modalità”
> “Ammiraglio, sul cargo sequestrato dalla USS Severstal c’erano dei vettori
> Federali rubati qui, sulla Terra. Partendo da essi, sono arrivato alle
> testate o, meglio, all’agente biochimico che avrebbero caricato sulle
> testate. Una volta miscelate le componenti, ci saremmo trovati quaranta
> litri di agente per quaranta vettori. Ho avuto una proiezione del
> potenziale distruttivo di questo agente: non ho idea di come possa essere
> impiegata una simile potenza di fuoco”
> “Cosa dicono le sue proiezioni, Terr?”
> “Dicono che ce n’è a sufficienza per eliminare ogni forma di vita animale
> su un pianeta di Classe M. Fortunatamente, sono riuscito a sventare il
> contrabbando dei vettori ed a sequestrare l’agente. Ignoro purtroppo il
> movente: se questo sistema d’arma fosse per uso diretto di…
> dell’Organizzazione su cui sto indagando, oppure in produzione per essere
> rivenduto in stock o al pezzo a terze parti, non posso ancora determinarlo
> con certezza. I suoi uomini mi hanno estratto prima di poter avviare questo
> filone d’indagine”
> “Perché mi sta dicendo tutto questo, Tenente? E’, senza dubbio, una
> violazione evidente del suo protocollo operativo”
> Il Trill mantenne la sua posizione, ma il suo volto parve distendersi.
> “Per tre ottime ragioni, Ammiraglio: prima, se lei fosse coinvolta
> nell’Organizzazione su cui sto indagando, Stromm ed io saremmo già morti o
> questa conversazione starebbe avvenendo in circostanze decisamente meno
> civili e, di sicuro, non all’interno del cuore del Comando della Flotta
> Stellare; seconda, l’unità al suo comando deve avere dei mezzi decisamente
> superiori ai miei e questo lo posso dedurre da come mi avete tenuto sotto
> controllo, dalle informazioni in suo possesso e dal fatto che né il
> Capitano Langdorff, mio diretto superiore né mia madre, il Contrammiraglio
> Terr, non abbiano ancora sfondato la porta di questo ufficio: ambedue sono
> al corrente di una mia situazione di pericolo e non hanno mie notizie da
> ore. Il che implica che sono stati tranquillizzati in qualche modo. Una
> loro eventuale uccisione simultanea non avrebbe molto senso e la giudico
> improbabile: prima di arrivare al suo ufficio, Ammiraglio, i gentili
> signori che mi hanno estratto dal Gairloch così cortesemente, mi hanno
> fatto attraversare a piedi diversi padiglioni del Comando: l’uccisione di
> due ufficiali avrebbe innescato una serie di protocolli standard di
> Sicurezza che non ho notato”
> “Quale sarebbe la terza, Tenente?”
> “Il mio istinto mi dice di affidarmi a lei, Ammiraglio: non ho nessun
> interesse per il protocollo in un frangente simile: là fuori, probabilmente
> più vicino di quanto possiamo immaginare, c’è un’organizzazione criminale
> che sta cercando di entrare in possesso di un’arma in grado di cancellare
> la vita da un pianeta. Lei sta dando la caccia alle stesse persone, è
> evidente, come è lampante che ha a disposizione risorse che mi
> permetterebbero di velocizzare l’indagine e mettere fine a questa minaccia”
> “Allora la pianti di essere così abbottonato e mi dica cosa sa di Jak’Al”
> Fu a quel punto che Terr si sedette e iniziò a rilassarsi.
>
> SOL III - San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Ufficio del Contrammiraglio Bates
> Anticamera
> 11/12/2398 - Ore 15.08
> Il Trill aveva condensato con la Bates anni di ricerche in poco meno di
> mezz’ora e il materiale da rielaborare non era stato poco.
> Dopo essere stato momentaneamente congedato, Navras aveva passato l’ultima
> ora e mezza cercando di rielaborare le informazioni che aveva potuto
> raccogliere su cosa potesse essere questa misteriosa Task Force che pareva
> sapere tutto e poter fare tutto, quando fu interrotto dal Vulcaniano Terel,
> l’aiutante di bandiera del Contrammiraglio Bates.
> “Tenente Terr, potrebbe entrare un momento? L’Ammiraglio vorrebbe
> conferire ancora con lei”
> Navras scambiò una rapida occhiata con Malin senza fiatare ma come per
> dirle *Stai in campana, non siamo ancora fuori dai rovi*
> “Tenente, ci sarebbero un paio di persone che vorrebbero parlare dello
> sviluppo futuro delle sue indagini” esordì la Bates
> *Tienili tesi, Navras. Sei tu che stai interrogando loro*
> “Ammiraglio, con il dovuto rispetto, ho subito un attentato e quello che
> suppongo essere un tentativo di rapimento nelle ultime ventiquattrore. La
> mia sicurezza è chiaramente compromessa, non vorrei estendere il problema
> alla sua Task Force”
> Bates scoccò un’occhiata in tralice a Terr senza parlare prima di attivare
> il suo comunicatore
> “Avviare sequenza”
> Circa due secondi dopo, il Trill avvertì il ronzio tipico di un
> teletrasporto.
> Due uomini si materializzarono nella stanza: immediatamente il sesto senso
> di Terr li identificò come pericolosi: la sua attenzione fu subito attratta
> da un umano, grado Tenente Comandante, chiaramente il tipo che non si
> sarebbe fatto il minimo scrupolo a usare un phaser su settaggi diversi
> dallo stordimento, tutto il suo non verbale, dal modo in cui occupava lo
> spazio intorno a se alle micro rughe di espressione, confermavano questa
> prima ipotesi.
> L’altro, un Risiano sulla trentina, gli ricordò un gigolò da quattro soldi
> che aveva incontrato una volta alla Base Stellare 641, ma l’analogia
> terminava lì. Quest’ultimo portava i gradi di Capitano e, secondo la prima
> analisi di Terr, era da considerarsi ancora più pericoloso del primo.
>
> USS RAZIEL
> Ponte 2 – Ingegneria
> Tubo Jeffries 2/16B
> 11/12/2398 - Ore 15.15
> Il cortocircuito innescò una reazione a catena: i condotti ODN, che
> avrebbero dovuto ridistribuire il surplus energetico al circuito
> secondario, furono i primi a saltare.
> I relay di emergenza, che avrebbero dovuto bloccare la distribuzione di
> energia, limitando i danni, non scattarono, permettendo al sovraccarico di
> estendersi per tutta la linea su due ponti. Fortunatamente per la Raziel,
> Vasilevic era un uomo di cantiere e non uno scalda sedie da ufficio: invece
> di perdere tempo a compilare rapporti, si era rimboccato le maniche ed era
> andato avanti con i lavori, installando una seconda coppia di relay con un
> anticipo di dodici ore sulla tabella di marcia.
> Quello che sarebbe stato un cortocircuito tale da paralizzare i
> teleruttori dei motori a impulso della nave, fu soltanto un fastidioso
> ritardo sulla programmazione delle riparazioni.
> Lara Petersen, sorrise soddisfatta da un terminale nella stiva cargo della
> nave.
> *Tutto secondo i piani*
> Compiaciuta, azionò il suo comunicatore. Quel Risiano era proprio un
> tesoro, chissà se sarebbe riuscita a tenerselo stretto.
>
> SOL III – San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Ufficio del Contrammiraglio Bates
> Contemporaneamente
> “Tenente Terr, mi permetta di presentarle il Capitano Hazyel e il
> Comandante Moses della USS Raziel”
> I tre si squadrarono un secondo, Navras si sentiva come sotto un bio
> scanner medico.
> “A quanto pare, ha avuto qualche problema di sicurezza, Tenente”
> intervenne come con un cupo brontolio Moses
> Terr si voltò verso la Bates, la quale lo tranquillizzò con un cenno.
> “Si, Comandante. Un’indagine che, a quanto pare, ha sollevato un vespaio”
> Moses grugnì, scrollando il capo.
> “Forse perché i dilettanti dovrebbero esplorare strani, nuovi mondi e non
> far perdere tempo a chi salva la Federazione”
> Terr trattenne l’impulso di alzarsi in piedi e spiegare al Comandante il
> suo punto di vista, ma si rivolse invece al più alto in grado dei due nuovi
> venuti.
> “Capitano, non so fino a che punto siate coinvolti e aggiornati nella
> presente situazione, ma credo che possiamo, per il momento, trascurare i
> rispettivi palmarès e concentrarci su quanto emerso finora. Circa quattro
> giorni fa ho fatto irruzione in un laboratorio a Quingdao dove ho avuto
> modo di sequestrare quaranta litri di una bio tossina sintetizzata
> clandestinamente sotto la protezione di un alto ufficiale della Flotta,
> probabilmente a capo di una cellula facente parte di una più estesa
> organizzazione criminale, per essere, con buone probabilità, contrabbandata
> al di fuori del territorio Federale”
> “Destinazione?”
> “Al momento sconosciuta, come il Comandante ha fatto brillantemente notare
> poco fa, la mia sicurezza è stata compromessa, probabilmente da personale
> interno alla Flotta Stellare. Il mio itinerario e la mia residenza sono
> informazioni note a un numero estremamente esiguo di persone, eppure ho
> subito due agguati in meno di ventiquattrore, evento piuttosto insolito..
> il che mi porta a una domanda: come ha fatto a venire a conoscenza del
> Gairloch, Ammiraglio?”
> *Ora vediamo come reagisci*
> “La sua indagine è, come abbiamo potuto stabilire poco fa, connessa a uno
> dei progetti di cui si occupa la mia Task Force. Nel momento in cui è
> atterrato sulla Terra è stato tenuto sotto controllo, il suo itinerario
> estratto dal database del Capitano Langdorff”
> “Mi permetta l’interruzione, Signora. Anche l’ubicazione della mia casa
> sicura?”
> Bates scambiò un’occhiata con il suo aiutante di bandiera, Terel, il quale
> rispose con un cenno affermativo.
> Terr fece scattare un sopracciglio verso l’alto, perplesso.
> *Questa non me l’aspettavo*
> “Il fatto è, Signora, che il Capitano Langdorff non dovrebbe essere stato
> a conoscenza dell’ubicazione della mia casa sicura. E’ una precauzione che
> abbiamo concordato tempo fa”
> Il comunicatore di Hazyel squillò, portando il Capitano ad allontanarsi in
> un angolo dell’ufficio.
> “Pertanto, Ammiraglio, da qualche parte c’è qualcuno che sta cercando di
> reperire un ingente quantitativo di armamenti di distruzione di massa. Al
> momento abbiamo bloccato vettori e agente chimico, ma non è detto che,
> vista l’audacia con cui questo qualcuno…”
> Moses interruppe Terr con un gesto.
> “Apprezzo la sua discrezione, Tenente, ma credo proprio che possa
> riferirsi in questa sede a Jak’Al usando il suo nome. Non troverà persone
> più qualificate di noi in materia”
> “Come preferisce, Signore… vista l’audacia dimostrata da Jak’Al nel
> commissionare questo materiale…”
> “Come fa ad essere sicuro che ci sia Jak’Al dietro a tutto questo?”
> “Durante il mio incarico sulla USS Severstal ho intercettato dei vettori a
> lungo raggio federali rubati, le indagini hanno fatto emergere che il
> committente era Jak’Al o qualcuno ai suoi diretti ordini. Da allora non ho
> fatto altro che indagare su questo nome e sull’organizzazione a esso
> connessa. Comunque, dai vettori sono risalito alla Biosyn di Quingdao. Ho
> passato tre mesi a raccogliere prove ed a seguire lo sviluppo dell’agente
> biochimico. Nel momento in cui è emerso il coinvolgimento di un alto
> ufficiale della Flotta…”
> “Nomi, Terr…”
> Terr si rivolse ancora alla Bates, la quale gli fece nuovamente segno di
> proseguire.
> “... del Contrammiraglio Vashek, ho proceduto a irrompere e ad arrestare
> tutti i coinvolti. A quel punto, avrei voluto procedere con ulteriori
> interrogatori approfonditi e sviluppare la mia indagine da questa serie di
> arresti ma…”
> Hazyel era piombato in mezzo ai tre, allontanando Moses dalla scrivania
> del Contrammiraglio.
> Terr riuscì a cogliere un frammento di conversazione riguardante qualcosa
> avvenuto sulla nave chiamata Raziel.
> “Ammiraglio, abbiamo avuto un problema, è necessaria la nostra presenza a
> bordo. Tenente Terr, le va di unirsi a noi? Ho la sensazione che ci farà
> comodo un segugio come lei, nei prossimi giorni”
> Terr abbozzò un sorriso, si alzò e si affacciò sull’anticamera.
> “Stromm!”
> La finlandese non attendeva altro: con un unico gesto si liberò dai due
> membri della sicurezza che la tenevano sotto stretta sorveglianza e, lesta
> come un gatto, afferrò il fucile phaser del suo superiore appoggiato poco
> distante, lasciando i due di pietra.
> “Dove andiamo, Capo?”
> “A vedere una nave, Malin. Capitano Hazyel, grazie per l’invito. Disturba
> se il Tenente JG Stromm si unisce a noi?”
> Stavolta fu il Risiano a fissare il Contrammiraglio Bates che,
> puntualmente, diede un cenno affermativo di risposta.
> “Benvenuta nella comitiva, Tenente. Ci dorme anche con quel fucile?”
> La finlandese scagliò un’occhiata gelida ad Hazyel, passando l’arma al suo
> superiore.
> “Quel coso dovrebbe essere in un museo” borbottò Moses fissando l’oggetto
> perplesso.
> “Gli armaioli di un tempo sapevano il fatto loro” rispose Terr
> verificando la carica dell’arma.
> Moses grugnì, ma solo Bates e Hazyel vi riconobbero approvazione.
> Mentre si avviavano verso una sala teletrasporto, Navras si accostò alla
> sua assistente.
> “Perché ti tenevano ammanettata, Malin?”
> “Quando sono venuti a prendermi ne ho steso uno”
> Terr abbozzò.
> “La prossima volta, tutti!”
> “Non mancherò, Capo. Questi due?”
> “Sembrano puliti. Operazione complessa, mezzi importanti. Troppo piccola
> per essere pubblica, ma troppo grossa per essere clandestina. Malin, in
> campana: penso che Langdorff ci abbia venduti.”
> “Si, Capo”
>
> USS RAZIEL
> Ponte 2 – Ingegneria
> 11/12/2398 - Ore 16.15
> Moses e Hazyel stavano analizzando un rapporto sull’incidente riportato su
> un pad mentre tutto il personale presente nelle ore dell’incidente veniva
> radunato, sotto l’occhio vigile di Stromm, nel locale reattore della sala
> macchine.
> Terr, invece, era scomparso da qualche minuto nei tubi di Jeffries assieme
> a Fox.
> “Mmpf.. non mi piace che questi due facciano quello che vogliono sulla
> nostra nave”
> “Un punto di vista esterno ci farà comodo in questa situazione e,
> dopotutto, il coinvolgimento di Terr nel nostro progetto, sarebbe stata
> solo questione di tempo. Il Tenente si stava avvicinando, lentamente e
> imperturbabilmente, al nostro obiettivo principale”
> Moses grugnì.
> “In effetti, Naidoo stava iniziando ad avere troppe cose da gestire, una
> mano gli farà comodo. C’è solo una questione: il padre del Tenente Terr. Ho
> cercato la sua scheda, è completamente censurata, lui porta il nome della
> madre. E’ come se avessero voluto condannarlo all’oblio”
> “Ho parlato con Rexen, al riguardo, quando Navras Terr è comparso per la
> prima volta sui nostri radar. Sembra che il padre di Terr fosse un
> ufficiale con un ruolo estremamente particolare. L’Ammiraglio mi ha
> suggerito di non indagare in merito e mi ha garantito l’assoluta
> affidabilità del cosiddetto Giovane Cacciatore. Soprannome orrendo, non
> trova?”
> “Perché lo hanno bollato così? Perché è bravo ad indagare?”
> “No, perché è uno che sbatte dentro i colleghi. Si infiltra in un
> equipaggio dove sospetta irregolarità, si attira qualche simpatia e ne
> approfitta per raccogliere prove a carico.”
> “Mmpf.. suggerisco prudenza”
> “Sono solo voci, Moses. Della biondina cosa sappiamo invece?”
> Moses scoccò un’occhiata in tralice al suo superiore.
> “Professionalmente, Frank”
> “E’ la sua ombra dai tempi dell’Ambasciata Federale su Romulus. Sembra che
> siano inseparabili: lei è il suo braccio operativo. Il rammollito punta il
> dito e manda avanti il suo sottoposto a fare il lavoro sporco. Siamo sicuri
> che sia il profilo giusto per noi?”
> “Ho una buona sensazione su Navras Terr, vediamo come se la cava, oggi.
> Possiamo lasciargli gestire quella che, dopotutto, sembra un’indagine di
> routine su un banale incidente”
> Pochi istanti dopo Lucius Fox apparve dal portello di accesso della rete
> dei tubi di Jefferies della Sala Macchine, seguito pochi istanti dopo da
> Navras. La faccia dell’ingegnere non faceva presagire nulla di buono. I due
> si separarono, Fox diretto verso i suoi ufficiali superiori, Terr incontro
> a Stromm e alla piccola ressa di ingegneri e membri dell’equipaggio della
> Raziel.
> “Rapporto, Signor Fox”
> “Capitano, la nave sarà operativa a breve. Tempo previsto per le
> riparazioni, venticinque minuti. Però… Capitano, temo abbiamo un sabotatore
> a bordo. Quello nuovo, il Trill, ha trovato un ponte tra due condotti ODN,
> messo ad arte per innescare un sovraccarico nella rete in grado di
> paralizzare la nave per settimane. Fortunatamente, una modifica dell’ultimo
> minuto, due valvole d’arresto, che non risultavano installate da nessuna
> parte, hanno limitato il sovraccarico ad una sezione estremamente limitata
> della rete ODN. Capitano, quel Tenente Terr…”
> “Vada avanti, Fox”
> “... ha trovato il sabotaggio in poco tempo, veramente poco. Come se
> conoscesse gli schemi della nave.. o come se avesse piazzato lui il ponte”
> “Terr era con me e Moses al momento dell’incidente e, nei giorni
> precedenti, troppo impegnato per aver orchestrato un attentato alla Raziel
> della cui esistenza era comunque all’oscuro. Escluderei il Tenente dai
> sospetti, per ora”
> Fu a quel punto che la loro attenzione fu attratta da un certo trambusto
> nel gruppo di ingegneri. Vinogradov stava sovrastando Terr urlandogli in
> faccia che nessuno poteva dire che lui, Anastasij Vinogradov, era un
> maledetto sabotatore. Il massiccio ingegnere continuava a puntare il dito
> contro il mezzo Vulcaniano per rinforzare le sue affermazioni.
> “Adesso manderà avanti la sua lacchè. Vado a fermare quel montato di un
> Trill, sarà figlio di un Contrammiraglio, ma questo comportamento è
> intollerabile su una nave della Flotta Stellare”
> Frank fece per andare verso il battibecco quando fu delicatamente
> trattenuto da Hazyel.
> “Aspetti, Moses”
> Terr scattò imprevedibilmente, afferrando il dito dell’ingegnere e,
> usandolo come leva, per mandarne in torsione il braccio. Il voltò di
> Vinogradov si contorse in una smorfia di dolore lancinante.
> Navras afferrò il massiccio ingegnere, reso impotente dalla ferrea presa,
> e lo sbatté, senza troppe cerimonie, verso il locale controllo delle pompe
> di raffreddamento del reattore.
> Quando le porte si richiusero alle spalle dei due, Hazyel e Moses
> scattarono all’unisono, percorrendo in una decina di secondi lo spazio che
> li separava.
> La scena che trovarono all’interno li lasciò di stucco.
> L’ingegnere stava stritolando l’ufficiale della sicurezza in un abbraccio
> che avrebbe sbriciolato spalle e costole ad un Klingon, scrollandolo di
> tanto in tanto.
> La cosa più inquietante era che i due stessero ridendo fragorosamente.
> “...ho ancora una bottiglia di samogon fatta da mio nonno, quando tu
> troverai il bastardo che ha fatto questo alla piccola nave…”
> “..ci siederemo a un tavolo e berremo la tua vodka mangiando i miei
> malossol, sotto il grande tetto del cielo. Come uomini”
> “Come Fratelli, Orecchie a Punta. Il suo nome, Tenente?”
> “Navras, Fratello. Il mio nome è Navras”
> Stromm entrò nell’angusto locale pompe e, dopo essere fatta strada, senza
> troppa gentilezza, tra Moses e Hazyel attirò l’attenzione del mezzo Trill.
> “Ce l’ho. Quella che sembra abbia passato due ore dall’estetista prima di
> presentarsi in servizio, con la faccia lunga e gli occhi tristi...” Malin
> abbassò gli occhi sul suo pad in cerca di un nome “...Petersen, Lara. Nata
> a Des Moines, Sol III…”
> “Malin, non mi servono i dettagli. Mettila in caldo, tra poco arrivo. Usa
> la sala tattica.. mette sempre in soggezione”
> “Anche lo sgabuzzino di questo scricciolo di nave?”
> “Soprattutto. Procedi”
> Questa volta Hazyel e Moses furono lesti nel far luogo alla Stromm,
> animata da una volontà che pareva conferire un deflettore di navigazione al
> suo corpo.
> “Scricciolo di nave?”
> “E’ abituata ad una Prometheus…”
> “Il fatto è, Tenente, che la Raziel non ha una sala tattica propriamente
> detta”
> “Conosco le navi di classe Defiant, di solito viene impiegata la mensa
> ufficiali”
> “...di cui la Raziel non dispone. Questa nave è una sorpresa”
> “Molte cose sono una sorpresa, da quando vi ho incontrati, Capitano... in
> ogni caso.. Computer, localizza il Tenente JG Stromm!”
> =^=Impossibile eseguire=^=
> Hazyel sorrise di fronte alla perplessità di Navras.
> “Molte sorprese, Terr”
>
> SOL III - San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Ufficio del Contrammiraglio Bates
> Contemporaneamente
> Bernadette stava riguardando le schede di Terr e Stromm. Il coinvolgimento
> dei due ufficiali nel Progetto Empireo non era stata una sorpresa, ma le
> tempistiche erano state stravolte.
> In quel preciso momento, sembrava stesse letteralmente scoppiando una
> bomba sulle loro teste.
> La sezione informatica dell’Ammiraglio Rexen stava monitorando tutto il
> traffico comunicazioni inerente Terr e, apparentemente, la sua ultima
> operazione aveva suscitato un vespaio senza fine.
> Il Comandante Weigand aveva un sacco di amici con un’uniforme addosso e, a
> prescindere dalla gravità dei suoi crimini, non erano rimasti molto felici
> del suo arresto e, più probabilmente, della sua morte in carcere. Lo stesso
> poteva dirsi del Contrammiraglio Vashek.
> Pertanto, un sacco di alti ufficiali stavano cercando di addossare a Terr
> e Stromm la responsabilità dei fatti concernenti la loro uccisione in
> carcere.
> Addirittura la madre del Tenente aveva ricevuto minacce, questione che
> preoccupava la Bates non poco: il Contrammiraglio Terr era un ufficiale
> della Vecchia Scuola, nota per essere stata una testa piuttosto calda nei
> suoi anni da operativa.
> L’ultima cosa che Bernadette voleva era una collega dell’Intelligence dal
> grilletto facile e con chissà quanti contatti sottomano, in piena sindrome
> da mamma chioccia.
> L’Ammiraglio Rexen l’aveva rassicurata a riguardo, ma non era tranquilla.
> Se Hazyel e Frank avessero avuto un buon feedback dal loro piccolo
> esercizio, le sarebbe toccato disinnescare quella situazione e l’avrebbe
> fatto con una certa facilità, con buona soddisfazione di tutte le parti in
> causa.
> Altrimenti, peggio per Terr.
>
> USS RAZIEL
> Ponte 1 – Ufficio del Capitano
> 11/12/2398 - Ore 17.05
> La Petersen crollò in quarto d’ora.
> C’era qualcosa nel modo in cui Terr impostava il discorso che, per quanto
> Laura avesse provato ad alterare, deviare od omettere i fatti, alla fine si
> era trovata costretta a raccontare tutto.
> Prontamente, il mezzo Trill aveva fatto rapporto a Hazyel, riferendogli
> che aveva una pista da seguire su Marte.
> Per qualche ragione, un gruppo di mercenari Orioniani aveva commissionato,
> tramite un contabile finanziario residente sul pianeta rosso, il sabotaggio
> alla Petersen.
> Stromm si era immediatamente messa sulla traccia di eventuali movimenti
> finanziari mentre Terr aveva preso appuntamento con Hazyel e Moses presso
> l’ufficio di Bates per riferire all’Ammiraglio gli sviluppi delle indagini.
>
> SOL III - San Francisco
> Comando della Flotta Stellare
> Ufficio del Contrammiraglio Bates
> 13/12/2398 - Ore 08.00
> La Bates era curiosa di come si sarebbero sviluppate le cose. Come aveva
> già fatto Frank con Chase, anni prima, Hazyel e Moses avevano organizzato
> un teatrino per valutare l’efficienza di Navras Terr ma, questa volta,
> aveva l’inspiegabile sensazione che gli sviluppi sarebbero stati diversi
> dal solito. Sinceramente, Bernadette sarebbe rimasta compiaciuta da
> un’inusuale sviluppo del giochino dei suoi due operativi preferiti.
> Hazyel e Moses erano fuori, in anticamera: attendevano l’arrivo di Terr
> con i risultati del suo viaggio su Marte, dove un altro membro della
> logistica di Empireo, fingendosi il contatto degli Orioniani, avrebbe
> fornito un’altra falsa pista a Terr da seguire.
> Restò particolarmente stupita quando la porta del suo ufficio si aprì,
> attivata un po’ troppo rudemente da Moses come se qualcuno lo avesse
> proiettato nella stanza con uno spintone.
> Poco distante lo seguivano Hazyel e un ingegnere della Flotta, Laura
> Petersen, ambedue con le mani alzate.
> “Contro il muro. Anche lei, Ammiraglio. Per favore”
> Il tono del Tenente JG Stromm, rinforzato da un fucile phaser, non
> ammetteva repliche.
> I quattro eseguirono l’ordine lentamente, tenendo le mani bene in vista.
> Terr fece il suo ingresso appena un istante dopo, anche lui armato del suo
> consueto, vetusto, Tipo III.
> “Stromm. Tutto tranquillo, abbiamo almeno un quarto d’ora”
> Poi, rivolto al quartetto allineato alla parete, sfoderò il peggior
> sorriso sarcastico del suo vasto repertorio.
> *Adesso bisogna farli parlare: è ora di capire dove vogliono arrivare*
> “Signori, siete tutti in arresto per il sabotaggio della USS Raziel e per
> cospirazione ai danni della Federazione Unita dei Pianeti”
> “Tenente, è ridicolo!”
> “Sono assolutamente d’accordo con lei, Ammiraglio, quella che sto mettendo
> in scena in questo istante è una pagliacciata. Esattamente la stessa cosa
> che è avvenuta sulla Raziel. Potreste essere così gentili da spiegarmene la
> ragione, possibilmente prima che il Tenente JG Stromm si innervosisca
> ulteriormente?”
> “Il terzo pad da sinistra, Tenente Terr. Se ne sinceri da sé”
> Terr era colpito dalla calma con cui i quattro stavano agendo, come se si
> aspettassero tutto questo.
> Il dubbio si insinuò nella mente dell’Ufficiale della Sicurezza.
> *I cospiratori non si comportano così. Che stia per prendere il granchio
> più grosso della mia carriera? No. Tu sei il Giovane Cacciatore, l’infame
> che sbatte sotto chiave i suoi colleghi. Tu non sbagli*
> “Malin, li tenga sotto tiro. Se provano a grattarsi il naso o ad
> avvicinarsi a un comunicatore…”
> “Con piacere, Capo”
> Terr si sedette alla scrivania dell’Ammiraglio, con una mano afferrò il
> pad indicatogli dalla Bates, mentre l’altra restava sull’impugnatura del
> phaser, appoggiato sulla scrivania e puntato nella direzione generale dei
> quattro.
> Scorse il documento per circa un paio di minuti. Quando alzò gli occhi dal
> pad era esterrefatto. Non aveva letto tutto il documento, ma ne aveva avuto
> abbastanza per stabilire dimensioni e dislocamento del mastodontico
> granchio, dotato di chele phaser, che era appena finito nella sua trappola.
> Si alzò di scatto dalla poltrona, arma puntata al pavimento.
> *Navras, sei un imbecille*
> “Malin?”
> “Capo?”
> “Abbassa il fucile”
> “Prego?”
> “Riposo, Tenente. Se ho capito bene la situazione, ed è difficile non
> capirla, vista la sua lampante chiarezza, stai tenendo sotto tiro gli unici
> ufficiali della Flotta a non volere la nostra testa… e siamo in odore di
> trasferimento”
> Navras si avvicinò ad Hazyel, studiandolo accuratamente.
> “Lo dicevo che era lei, quello pericoloso. Capisco il bisogno di
> valutarci, ma perché tutto questo polverone?”
> “Volevamo avere la certezza che la sua scheda dicesse la verità e non
> fosse gonfiata dall’effetto ‘Figlio del Contrammiraglio Terr’. Inoltre, non
> eravamo convinti della sua piena operatività… la depressione, l’assistente
> alle operazioni che sembra agire da factotum per un ufficiale altrimenti
> apparentemente incompetente...”
> “Capitano, diciamo che ho la buona abitudine a tenere un profilo basso ed
> a farmi sottovalutare dai miei sospettati. Dopotutto, era lei quello contro
> un muro con un fucile phaser puntato allo…”
> Qualcosa attirò l’attenzione di Navras sull’uniforme di Moses, una piccola
> trascurabile piega su una divisa altresì perfetta.
> Nel giro di pochi istanti notò qualcosa di simile anche sull’uniforme di
> Hazyel ed in quella della Bates..
> Finalmente, si rese conto della vera pasta di cui erano fatti i suoi
> interlocutori. Il suo orgoglio restò piuttosto ferito da ciò che non aveva
> realizzato sino a quell’istante.
> *Grandissimi bastardi… eravate esattamente dove volevate trovarvi, bravi.
> Molto bravi*
> “Malin, hai notato che il Comandante Moses era pronto a freddarti con il
> suo phaser di ordinanza?”
> “No”
> “Le nostre più sentite scuse, Signori, abbiamo molto da imparare... Grazie
> per averci lasciato agire.. a modo nostro”
> “Considerata la particolarità del progetto in cui state per essere
> coinvolti, della vostra abitudine a indagare su effettivi corrotti della
> Flotta Stellare, cosa che possiamo sembrare a primo acchito, e la vostra
> propensione ad agire fuori dal sistema gerarchico standard, abbiamo
> ritenuto corretto lasciarvi un po’ di spazio per acquisire la giusta
> fiducia. Inoltre, come accennavo prima, era necessario fugare qualche
> dubbio sulle sue capacità, Tenente Terr. Non eravamo sicuri se fosse
> incompetenza nascosta da un’ottima collaboratrice o una politica di profilo
> basso. Siamo piacevolmente sorpresi, sareste dovuti essere voi quelli messi
> al muro. Come ha capito?”
> Il complimento risollevò l’umore del mezzo Vulcaniano: allora non era
> stato così scioccamente prevedibile.
> “Vinogradov: Un ingegnere del suo stampo non omette una modifica sul suo
> rapporto d’intervento. Un altro ingegnere potrebbe essere in difficoltà, in
> caso di riparazioni d’urgenza... “ e qui Terr tentò malamente di imitare un
> accento russo “... a salvare piccola nave. Da quel momento, niente reggeva
> più, nemmeno la magistrale interpretazione dell’ottima Laura Petersen, il
> che mi ha portato al non verbale..”
> Terr lasciò danzare un allusivo sopracciglio a mezza fronte.
> “...che l’ingegnere mostrava nei suoi confronti, Capitano. Da lì ho smesso
> di focalizzarmi sul sabotaggio, ho ignorato la falsa pista su Marte ed ho
> iniziato a lavorare su di lei, sul Comandante e sull’Ammiraglio, della cui
> onestà ero già sicuro, ma non del suo ruolo e del rapporto con lei e Moses:
> avevo troppi pochi elementi per valutare la situazione nel suo quadro
> generale e, devo ammettere, nulla mi aveva fatto immaginare qualcosa di
> simile al disegno che ho abbozzato da una prima, parziale lettura del
> documento che ho appena visionato. Devo ammettere di essere stupito.
> immagino che dopo questo.. fraintendimento.. vi aggiungerete anche voi alla
> lista di quelli che vogliono la nostra testa. Una lista piuttosto lunga,
> non ne sono sorpreso ma, visti tutti insieme...”
> Il silenzio pervase la stanza per qualche istante
> Fu il Contrammiraglio Bates a rompere gli indugi.
> “Adesso che i giochi sono finiti e sappiamo tutti che tipo di ufficiali
> siamo e da che parte siamo schierati, è il caso di tirare le righe e
> portare un po’ d’ordine in questo caos.”
> Hazyel sorrise cogliendo un attimo di indecisione negli sguardi dei due
> ufficiali prima che Bernadette riprendesse a parlare
> “Tenente Navras Terr, Tenente JG Malin Stromm, siete trasferiti alla
> stazione scientifica K4, presso la Macchia di Rovi, con effetto immediato.
> Siete ufficiali impulsivi, inadatti al servizio presso strutture standard
> della Flotta, la stazione è il posto giusto per due teste calde come voi.
> Nonostante quanto accaduto in questa stanza, che, in circostanze normali,
> vi condannerebbe alla tortura del palo, il Tenente Navras Christopher Terr
> viene promosso con effetto immediato al grado di Tenente Comandante e il
> Tenente Malin Stromm potrà finalmente togliere il suffisso Junior Grade dal
> suo grado. Sarete agli ordini del Capitano Hazyel e del Comandante Frank
> Moses, ai quali mi permetto di suggerire procedure di valutazione e
> arruolamento meno fantasiose e meno propense a spiacevoli conseguenze, come
> quelle a cui abbiamo potuto assistere oggi.”
> Moses puntò gli occhi sui suoi due nuovi sottoposti.
> “Avete dodici ore per presentarvi a bordo della Raziel con i vostri
> effetti. Scattate e lasciate qui ogni pensiero di puntarmi nuovamente
> contro un phaser nella vostra vita”
> “Sissignore”
> I due uscirono dal Comando di Flotta, pervasi da due differenti stati
> d’animo: il volto della, solitamente inossidabile, Stromm era dipinto di
> una cupa tristezza: il trasferimento ad una stazione di serie B, in un’area
> relativamente tranquilla del territorio federale era equivalente ad una
> condanna in carcere per un ufficiale operativo, la promozione soltanto un
> patetico palliativo per una carriera finita. Eppure quei due, gli ex
> sospettati, non sembravano affatto ufficiali logorati dal lavoro di routine
> di una stazione scientifica nel bel mezzo del nulla.
> Terr, invece, gongolava.
> “Capo, non c’è nulla per essere così giocondi. Non capisce che ci hanno
> condannato all’oblio nell’avamposto più inutile della Federazione? Ho
> sentito parlare di K4, la tomba degli ufficiali scomodi, il cimitero degli
> elefanti”
> “Malin, ho letto quel pad, ricordi?”
> “Cosa c’era scritto: godetevi gli interminabili turni di conteggio delle
> particelle di pulviscolo stellare? Capo, sono tanti anni che lavoriamo
> insieme ma credo che stavolta siamo arrivati…”
> “... nel posto dove avremo le risorse e l’autorità per fare, finalmente,
> il nostro lavoro. Il problema è che non potremo raccontarlo a nessuno. K4 è
> la cortina fumogena che abbiamo cercato per tutte le nostre carriere.
> Fidati”
> Stromm parve risollevarsi, conosceva Navras Terr da molto tempo e, se un
> giorno si fosse svegliato e le avesse detto che il Presidente della
> Federazione era, in realtà, un doppiogiochista Gorn, avrebbe messo in tasca
> le manette rinforzate senza indugiare un secondo.
> “Sicuro, Navras?”
> “Assolutamente. La nostra priorità è inserirci in questo progetto nel
> minor tempo possibile e, a tal proposito, questo potrebbe aiutare”
> Navras estrasse dalla schiena dei pantaloni uno dei pad, trafugato dalla
> scrivania del Contrammiraglio Bates, lanciandolo alla collega.
> Malin strabuzzò gli occhi.
> “Non farti illusioni! Sono sicuro che il Capitano e Moses mi abbiano visto
> prenderlo”
> “Buon segno, un gesto di fiducia gratuita”
> “Adesso tocca a noi capire loro come hanno capito noi”
> “Capo, siamo sicuri che esista ancora un noi e un loro?”
> Navras abbassò il capo, pensoso: Malin, dopotutto, poteva aver ragione.
> Il loro percorso li riportò al punto di partenza: il negozio di cappelli
> dove tutto era cominciato.
> Il Vulcaniano passò un amichevole braccio attorno alle spalle della
> collega.
> “Risa non sarà St. Kitts, ma avrai comunque bisogno di un cappello,
> ragazza pallida, figlia del ghiaccio e del vento”
>
> Utopia Planitia
> USS Raziel
> Ponte 1 – Ufficio del Capitano
> 14/12/2398 - Ore 08.30
> Moses aveva convocato un inquieto Naidoo per ragguagliarlo dei nuovi
> eventi.
> Le valutazioni presso il Comando ed il recente, insospettabile,
> trasferimento di Chase ad altro incarico avevano generato un certo grado di
> insicurezza tra gli ufficiali della USS Raziel.
> La voce che circolava era che nessuno fosse al sicuro, che il progetto
> Empireo stava per essere chiuso o riconvertito, che qualcuno avesse
> arrestato Hazyel, Moses e persino l’Ammiraglio Rexen.
> Naidoo sapeva distinguere un pettegolezzo ingigantito da una vera e
> propria voce, però, due facce nuove, in uniforme da ufficiali della
> sicurezza, giravano liberamente per la nave ed il Comandante Mendel gli
> aveva riferito che un alloggio sulla Raziel era stato per loro liberato e
> che era stata data disposizione su K4 di allestire gli spazi necessari per
> accoglierli.
> “Pertanto, le cose stanno così. Nessun trasferimento, nessun’altra
> operazione, come è successo a Chase? Soltanto un supporto, un
> affiancamento?”
> “Esattamente, Signor Naidoo. Il Tenente Comandante Terr si occuperà della
> sicurezza della Raziel e della parte investigativa, lei di quella della
> stazione e di tutto il relativo traffico informazioni inerente la stazione
> ed il Progetto. Si interfaccerà direttamente con il Vulcaniano Terel,
> attendente del Contrammiraglio Bates.
> Il suo compito stava diventando eccessivo per una sola figura ed il
> Contrammiraglio Bates era preoccupata circa l’impossibilità di avere lo
> stesso uomo chiave in carica sia sulla stazione che sulla nave”
> Naidoo sorrise.
> “Capisco, Comandante: le navi hanno la fastidiosa tendenza a spostarsi
> nello spazio”
> Moses concesse al suo ex capo della sicurezza uno dei suoi rari sorrisi.
> “A volte anche nel tempo. Un altra cosa, Signor Naidoo: tenga d’occhio i
> nuovi arrivati per un po’ e mi riferisca. ”
> “Teme qualcosa, Signore?”
> “No. Voglio solo essere sicuro”
> “Provvederò Comandante”
>
> Utopia Planitia
> USS Raziel
> Ponte 1 – Alloggio 12
> 14/12/2398 - Ore 16.25
> “Poteva andare peggio, Malin, potevano infilarci in una camerata da
> quattro cuccette”
> “Che fortuna: intrappolata in uno sgabuzzino con il più grande russatore
> del Quadrante Beta… senza offesa, Capo. Ti ricordi quando eravamo appostati
> vicino al mercato delle verdure di Bhakera, su Romulus e ti sei
> addormentato?”
> Il volto di Terr si fece interrogativo.
> “Registrai il suono della russata, ho le prove. Una volta l’ho usato per
> far credere a Saffier che ci fosse una ridondanza anomala nei condotti del
> plasma secondari della USS Severstal. Corse da Voktaq terrorizzato,
> suggerendo un’evacuazione della sezione ventrale della nave ed una
> separazione di emergenza”
> Terr rise fragorosamente: sapeva dello scherzo e di quanto potessero
> essere molesti i suoi rumori notturni, ma la storia, rinforzata dal ricordo
> della faccia terrorizzata di Saffier, lo divertivano sempre.
> “Mia madre dice che quello e la punta piegata dell’orecchio sinistro sono
> le prove che sono figlio di mio padre. Pare che durante i primi sei mesi
> della loro convivenza uno dei due dovesse spostarsi sul divano”
> “Non so molto su tuo padre, Christopher, ma, da quel poco che ho potuto
> sentire e per come conosco tua madre, devono esserci state delle belle
> lotte a casa per il predominio sul letto”
> “Non immagini, Malin. Una buona parte dei miei traumi infantili arrivano
> da quelle discussioni”
> Navras Christopher Terr lanciò sulla cuccetta bassa la sua borsa.
> Il grosso dei suoi effetti personali erano stati già trasportati a bordo,
> insieme a quelli di Stromm, ma, all’interno di quella borsa, c’erano gli
> oggetti che lo definivano, quelli che lo avrebbero sempre seguito, da una
> nave all’altra; da questa estrasse la base di un oloritratto e lo posò sul
> piccolo portaoggetti accanto alla cuccetta, attivandolo.
> Quattro persone, piuttosto malconce: tre ufficiali della Flotta e un
> Capitano Klingon, in uniformi desuete di almeno vent’anni, apparvero sulla
> basetta: a giudicare dallo stato deplorevole delle loro uniformi, dai
> fucili phaser, due quali con chiare bruciature da sovraccarico,
> affastellati di fronte a loro e dalla plancia semidistrutta, che un occhio
> esperto avrebbe riconosciuto come quella di una nave di Classe Akira,
> sembravano appena scampati a una qualche terribile disgrazia.
> Sui volti stanchi, deformati dalla deprivazione del sonno e dal dolore
> delle ferite era dipinto un sorriso, quasi di liberazione.
> “Padre, Madre, Padrini: penso che esistano poche famiglie più eterogenee
> di questa” Stromm sorrise, riguardando la foto per l’ennesima volta.
> “Già, e non hai visto il resto”
> “Adesso ho conosciuto anche MacIntyre. Che legame avete?”
> “Teoricamente, nessuno. Quello che ho imparato è che la famiglia non è il
> gruppo generato dal legame genetico, ma dalle persone attraverso cui
> definisci te stesso. Mio padre è cresciuto senza famiglia e credo che abbia
> sopperito così”
> “Se il tuo vecchio fosse qui, sarebbe fiero di lei, Tenente Comandante
> Navras Christopher Terr”
> “No, mi farebbe notare che sto perdendo tempo in sentimentalismi, invece
> di produrre cose utili come frugare ogni sporco recondito segreto di
> chiunque sia imbarcato su questa nave, per un eventuale ricatto futuro,
> oppure piazzare due cariche da demolizione in Sala Macchine, sulle reti di
> distribuzione di energia primaria e secondaria, perché non sai mai quando
> ti possa tornare utile paralizzare la nave su cui stai servendo per sei ore”
> “Un tipo paranoico”
> “Per alcuni un eroe, per altri un criminale indegno di portare l’uniforme”
> “...e per te, Navras?”
> “Ambedue, mia madre è solita dire che, se fosse vissuto abbastanza,
> sarebbe stato il primo Capitano a ricevere la nomina contemporaneamente a
> un mandato di arresto”
> “Pochi della Vecchia Guardia si sono adattati ai nostri tempi”
> “Figuriamoci lui, il suo primo imbarco fu una nuovissima nave... di Classe
> Excelsior. A volte, penso che sia meglio così, che sia mancato in servizio
> attivo, prima di essere invitato al congedo o assegnato a un incarico senza
> scopo”
> “Però qualcuno ce l’ha fatta, ad esempio..”
> =^=Hazyel a Terr=^=
> “Qui Terr, Capitano”
> =^=A rapporto nel mio ufficio, occorre riesaminare i fatti degli ultimi
> giorni=^=
> “Immediatamente, Capitano”
> Terr sorrise sarcastico al suo secondo.
> “Si comincia, Tenente Stromm”
> “Faccia attenzione a non fare arrabbiare nessuno, Tenente Comandante Terr”
>
>
>
> Federico Rapuzzi
> Captain
> S/Y Adrigole
> (+39) 3466794397
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> di gomma da masticare, un coltellino e un sorriso." Spy game
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