[Stml14] 10.02 - Prime indagini

Mauro Fenzio oxila79 a gmail.com
Lun 17 Feb 2020 14:08:18 CET


Signori ecco a voi il brano. Buona lettura.
Ps. Un grazie ad Ilenia per l'aiuto

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Brano: 10.02

Titolo:  Prime indagini

Autore: Ten. Cmd. Wood (Mauro)

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Colonia terrestre New France - Area di sud-est

Cantieri planetari di Anubrit

10 dicembre 2399 - ore 13.56

C’era voluta quasi mezz’ora per lasciare l’affollato spazioporto e
raggiungere finalmente l’area dei vari cantieri. New France era senz’altro
in piena evoluzione. In ogni punto svariate squadre erano al lavoro per
procedere alla costruzione di un elevato numero di grattacieli: quel posto
aveva ben poco a che fare con le lunghe distese di vigneti a cui stava
pensando Fox, ma la costruzione di edifici in verticale era comunque una
scelta apprezzabile sotto il profilo del limitare l’impatto umano
sull’ambiente.

“Come potete osservare la scelta è stata quella di optare per edifici che,
nella loro essenza, ricordano molto più le case betazoidi che i palazzi di
Sol III..” il capo cantiere, un benzite di nome Zoffoz, sembrava un bambino
felice mentre elencava ai nuovi arrivati tutto ciò che erano riusciti a
costruire sino a quel momento “Le case betazoidi hanno la caratteristica di
non essere costruite a terra ma sollevate, in modo da lasciare più spazio
possibile alla natura per trovare modo di crescere.. l’idea di quest’area è
un po’ la stessa. Certo, resterà comunque un’area piena di grattacieli ma
con un  occhio anche all’ambiente e all’eco-sostenibilità”

Fox e Malice, assolutamente irriconoscibili nel loro travestimento,
proseguivano con l’osservazione dei luoghi spacciandosi per la coppia Ebony
Thompson e Musa Carter. Non si aspettavano di trovarsi a fare un giro
panoramico per la zona dei cantieri sin dai primi minuti, ma la cosa finiva
per essere un grande vantaggio.

Di certo avevano puntato moltissimo sull’eco-sostenibilità, ma decisamente
il loro architetto mancava di fantasia. Tutti i quartieri risultavano l’uno
la copia dell’altro. Un grosso centro di aggregazione contornato da un
quadrilatero di enormi grattacieli.
“Non so dove abbia vissuto chi ha creato tutto questo, ma qui
dell’architettura betazoide vedo veramente poco. Molto funzionali, ma non
ci sono…” Malice sussurrò a Fox mentre ancora guardava fuori dai finestrini
del mezzo di trasporto “Non c’è l’estro e la creatività Betazoide”
Fox annuì osservando la collega “Sembrano enormi alveari.
Ingegneristicamente la scelta migliore. Uno sfruttamento ideale dello
spazio”
Zoffoz intanto si faceva sempre più animoso trasportato dalla descrizione
di tutto ciò che avevano creato. “Questo invece è il quartiere TJ Crios
intitolato ad un grande magnate del pianeta.”
I due federali portarono lo sguardo, ormai annoiato, verso la vetrata
aspettandosi l’ennesimo quartiere fotocopia, ma stavolta lo sguardo di
entrambi si fece decisamente stupito. Al posto di uno degli enormi
grattacieli c’era invece quella che a tutti gli effetti sembrava una
vecchia villa vittoriana terrestre. Quasi all’unisono sia Fox che Malice si
voltarono verso Zoffoz, ma il primo a prendere la parola fu l’ingegnere
“Scusi non mi sembra che quella costruzione sia in linea con il resto della
città. Decisamente curioso”
Zoffoz a quella domanda parve smontarsi leggermente, trasse un lungo
respiro per poi annuire. “Purtroppo quella costruzione era già presente
quando abbiamo iniziato le opere di costruzione e non abbiamo potuto far
nulla. Comunque non è di vostro interesse, la manutenzione di questo
quartiere è già stata appaltata quindi non dovrete occuparvene.” Tagliò
corto il benzite dando l’idea di voler troncare rapidamente il discorso.

Fox e Malice annuirono per poi guardare la villa mentre il tour continuava.


Colonia terrestre New France

Chateau Lee Smith - area di nord-ovest

10 dicembre 2399 - contemporaneamente

Al contrario dei loro colleghi, per Terr e Stromm l’arrivo su New France fu
molto tranquillo. Imbarcati sul medesimo cargo come i coniugi Curtis
Andrews e Niamh Bell erano arrivati sul pianeta e subito portati verso
l’area più rurale del pianeta tramite una navetta privata.
Mentre i due nel retro del lussuoso trasporto si stavano gustando
dell’ottimo cibo e dell’ottima musica i due piloti davanti stavano
discutendo sui prossimi passi da fare
“Si ma io non ho ancora capito chi sono questi due” Iniziò il copilota che
nel frattempo stava sgranocchiando dell’uva passa.
“Cosa vuoi che ne sappia io. Sono due ricconi che vogliono sperimentare
l’emozione di lavorare” lasciandosi andare in una risata “E’ la nuova
idiozia che hanno inventato. Praticamente prendono dei ricconi e li
spediscono a fare la vendemmia. E questi idioti pagano pure per provare la
gioia di potersi bere un po’ del vino che loro stessi hanno prodotto. Pensa
si improvvisano anche grandi intenditori. Se solo sapessero che è l’ultimo
scarto dei vini replicati” entrambi scoppiarono in una gustosa risata
totalmente ignari di chi fossero effettivamente i due che stavano
trasportando.

Sebbene sia Terr che Stromm stessero sprofondati negli ottimi sedili del
trasporto il viaggio sembrò durare un’eternità. Quando finalmente poterono
scendere si trovarono davanti ad una magnifica villa contornata da
splendidi filari di viti.
Si avvicinò a loro un umano dall’aria altezzosa “Benvenuti a Chateau
Malidur” si proruppe in un lieve inchino “Permettetemi di farvi fare un
breve tour della nostra tenuta” fece un lieve cenno e da uno degli edifici
perimetrali apparve quello che a tutti gli effetti appariva un cameriere
che portava un vassoio con due calici “E permettetemi di farvi assaggiare i
vini che voi stessi contribuirete e produrre”
Preso un calice a testa i due federali chinarono la testa in segno di
ringraziamento per poi seguire l’umano attraverso i filari di viti, nei
quali alcuni gruppi di lavoratori si stavano già adoperando alla vendemmia.
Dai capi di abbigliamento tutt’altro che dozzinali e dagli impeccabili
guanti bianchi utilizzati per la raccolta Terr e Stromm non tardarono a
capire si trattasse di ricconi che, come la loro copertura, erano lì per
quelle specie di vacanze.
“Il nostro orgoglio è di esser riusciti a coltivare su questo pianeta dei
vitigni che si pensavano presenti solo su alcuni pianeti” L’uomo camminava
sicuro per i vari filari indicando ogni tanto alcune piante “Solo in questo
appezzamento abbiamo del Bordeaux terrestre, Vak’lar vulcaniano e Rarinr
romulano” mentre camminavano l’attenzione di Terr venne attratta da dei
coltivatori nel vigneto di fianco al loro; rimase ad osservarli per qualche
secondo il che indusse Stromm a seguire lo sguardo del collega
focalizzandosi anche lei sui lavoratori.
“Molto bene ora immagino sarete stanchi possiamo tornare all’appartamento a
voi dedicato” l’umano si incamminò verso Chateau Malidur “Troverete il
vostro alloggio caratteristico nel pieno dell’esperienza che state
provando, ma avrete ogni confort che confà a gente del vostro calibro”
Rientrati finalmente nel loro appartamento Terr estrasse da tasca un
piccolo oggetto quadrato che appoggiò sul comodino attivandolo “Il
disturbatore che ci ha dato il Tenente Mendel è in azione ora nessuno potrà
sentirci” osservando poi Stromm “Qualcosa non mi torna nel campo qui
vicino. La vite è una pianta molto delicata e stavano decisamente
esagerando con quel concime. O per lo meno esagerando per avere dei
grappoli così belli”
Stromm si stese sul letto guardandolo portando le mani dietro la testa “Si
decisamente tanto più se consideri i phaser che portavano sotto la giacca.
Qualcosa non torna, di certo dovremo indagare”


Colonia terrestre New France

Hotel Casinò Sanders - area di sud-ovest

10 dicembre 2399 - ore 14.18

L’ingresso di Moses al casinò fu tutto fuorché minimalista. Indossava uno
sfarzoso soprabito di pelliccia con intarsiate in oro le iniziali OF sulla
schiena. Era preceduto da una scorta di cinque facchini che portavano
altrettante valigie ornate da inserti in pelliccia e con le medesime
iniziali ben stampigliate sul lato. Fece un cenno ai facchini che si
fermarono mentre lui avanzava baldanzoso verso la reception. Giunto davanti
alla receptionist allungò una mano premendo il sensore numerose volte come
a voler per forza attirare l’attenzione
“Sono Owen Frazier sono qui per alloggiare nella stanza numero 12” proruppe
ignorando chi al momento si trovava in fila alla reception.

La risiana sollevò lo sguardo quasi inviperita per poi sentire il nome
della copertura di Moses e si alzò in piedi “Certamente Signor Fraizer
siamo lieti che lei abbia scelto proprio il Sanders per alloggiare.”
sorrise tornando poi alla miniconsole olografica “Le abbiamo riservato la
suite Excelsior occupa interamente l’ultimo……” ma il parlare della donna
venne interrotto da Moses che premette nuovamente il sensore “No, non ci
siamo capiti! Io voglio la stanza numero 12 e non m’importa nulla della
vostra suite Excelsior”
La risiana osservò l’uomo spalancando gli occhi “Ma signore la suite
Excelsior è la migliore stanza di tutta New France”
Moses scosse la testa “Allora non ci siamo capiti. Io vengo qui a giocare
ogni anno, ogni anno vinco e ogni anno alloggio nella stanza numero 12” si
allungò fissando la donna “Vuoi veramente che la sorte mi sia avversa?
Potrei diventare decisamente scontroso e tu, dolce musino, non vuoi che lo
diventi, vero?”
La donna scosse la testa numerose volte “No, decisamente no” tornando a
digitare freneticamente sulla console “Ecco assegnata la stanza numero 12”
alzandosi prendendo una chiave magnetica “Le ho fatto trasferire tutti gli
extra della suite” per poi sorride maliziosa mentre consegnava la chiave
“Se ha bisogno di qualche svago mi chiami pure. Sarà mia premura personale
soddisfarla”
Moses portò lo sguardo negli occhi della donna facendo un lieve sorriso per
poi farle scivolare una striscia di latinum tra le mani “Questo per
ringraziarti della premura” poi si avviò verso la stanza dove aveva
pianificato di alloggiare.
Appena entrato lasciò che i facchini disponessero le valigie dispensando
mance a tutti. Quando fu sicuro di esser solo si lasciò andare ad un
sospiro liberatorio “Seriamente come diavolo fanno a vivere con sta cosa
addosso” liberandosi dal soprabito peloso per poi aprire una delle valigie
recuperando un emettitore olografico attivando una minimappa dell’albergo
“Ok, da questa stanza potrò uscire senza esser visto in ogni momento”
Riuscì a stendersi per qualche momento. Riusciva a stanare pericolosi
criminali psicopatici senza sentire il benché minimo sforzo, ma fare il
riccone piacione consumava ogni sua energia.
Cercò di rilassarsi, senza riuscirci a pieno, per una buona oretta, poi la
sua copertura necessitava di essere rafforzata. Con una spinta saltò in
piedi rimettendosi lo sfarzoso soprabito per poi uscire dalla stanza
diretto al bar annesso all’hotel.
Camminava lentamente come una star che si beava degli sguardi altrui fino a
raggiungere il bancone al quale appoggiò la schiena. “Dammi un whisky” poi
si voltò fissando il barista “E stai molto attento che i cubetti di
ghiaccio siano esattamente cinque” prese il bicchiere per poi voltarsi
osservando chi affollava quel luogo.
*Assassino professionista, trafficante d’armi, trafficante di schiavi e
qualche truffatore di bassa leva* continuò a guardarsi attorno finché la
sua attenzione venne attirata da un tellarita nell’angolo della sala.
Conosceva bene Pulmar, uno dei più squallidi doppiogiochisti che l’universo
avesse mai partorito; se c’era lui era praticamente certo che qualcosa
stava per succedere. Moses strinse il bicchiere tra le dita fino a farsi
sbiancare le nocche, quanto avrebbe pagato per avere adesso una squadra di
marine e arrestare tutta questa marmaglia, ma la missione imponeva
riservatezza, o nel suo caso grande sfarzo.
Prese due barre di latinum e le appoggiò sul bancone “Questi sono per il
whisky… e per il bicchiere. D’ora in poi questo è il solo bicchiere in cui
berrò per tutta la durata del torneo” detto questo tornò nella sua camera.



Colonia terrestre New France

Missione dei frati “Oasi felice” - zona nord-est

10 dicembre 2399 - ore 16.31

Il viaggio era stato più lungo di quanto Elaina potesse mai immaginare,
Alexander era stato silenzioso per quasi tutto il tempo e non sembrava
apprezzare particolarmente la loro copertura. Tarev non sapeva cosa il
compagno avesse contro il matrimonio e, in effetti, la cosa non le aveva
mai interessato: nella cultura betazoide il rito dell’unione ha una grande
importanza, segna l’inizio della monogamia della coppia, ma era cresciuta
in una famiglia differente e questo l’aveva portata a togliere qualsiasi
valore alla celebrazione dell’unione.

La betazoide osservò per qualche attimo il compagno umano, poi rinunciò e
si mise a guardare le altre coppie con un occhio fortemente critico: un
paio di esse non avrebbero retto più di sei mesi, un  altro paio avrebbero
potuto provocare un attacco diabetico a chiunque avesse avuto l’ardire di
osservarli per più di cinque minuti, un paio di esse erano ad un passo
dall’insegnare a tutti quali fossero le loro posizioni erotiche preferite e
l’ultima coppia aveva qualcosa di strano. Si osservavano, parlottavano fra
di loro, sorridevano felici ma empaticamente erano piatti, vuoti, senza
sentimento.

Il trasporto si fermò di colpo, facendo sballottare un po’ tutti
all’interno dell’abitacolo. Il silenzio venne interrotto dall’apertura del
portello e dalla voce di un sacerdote che invitava tutti a scendere.

“Venite fratelli, venite..” il monaco era vestito con una tunica arancione,
la testa pelata ed una lunga barba bianca “Che la pace sia con voi.
Benvenuti nella nostra umile missione, qui avrete modo di conoscere quanto
vi occorrerà per univi nel sacro vincolo del matrimonio”

Tutti i partecipanti iniziarono ad applaudire ma senza particolare enfasi,
per poi interrompersi quando il monaco riprese a parlare “Il percorso che
state intraprendendo è lungo e complesso, vi accompagnerà per tutta la vita
unendo insieme le vostre anime finché morte non vi separerà.. non si tratta
di qualcosa da prendere alla leggera ma in modo serio e consapevole. Ogni
coppia sarà seguita costantemente nella propria crescita spirituale da un
mio fratello, che risponderà a tutte le vostre domande e vi seguirà per
prepararvi alla vostra nuova vita di coppia. Ed ora, iniziamo con le
presentazioni..”

Le prime coppie si presentarono senza destare particolare interesse nei due
federali, ma Elaina attendeva la presentazione della penultima coppia con
un interesse che celava sfruttando la sua migliore faccia da poker. Ci
volle quasi mezz’ora ma alla fine il momento era arrivato. Il monaco aveva
salutato la coppia precedente lasciandola libera di andare e riprese fra le
mani la lista “I signori Jon Wellner e Jorja Fox”

La strana coppia fece qualche passo avanti sorridendo, raggiungendo mano
nella mano il monaco. Tarev dovette ammetterlo, erano davvero degli ottimi
attori: sembravano davvero una coppia affiatata, se solo non fosse per la
loro empatia del tutto apatica che ne rivelava l’assoluto disinteresse che
provavano l’uno per l’altro.

Il monaco pose le mano sulla fronte di entrambi i giovani per poi chiamare
con la mano un giovane monaco “Voi sarete affidati alle cure del mio
giovane Fratello Mathi, avrete modo di conoscerlo e apprezzarne l’animo
puro. Sarà una buona guida per la vostra crescita spirituale”

Animo puro? Guida spirituale? Dal primo momento che era scesa dal
furgoncino quell’uomo aveva trasmesso empaticamente tanto desiderio
sessuale che avrebbe potuto mettere incinta un telepate anche solo con la
forza dei suoi pensieri.. altro che animo puro, quello era un porco. La
coppia ed il monaco si presentarono in modo molto pacato, ma ecco un altra
stonatura.. si impegnarono davvero tanto per non darlo a vedere ma Elaina
lo sentì subito, quei tre si conoscevano da tempo ed erano lì proprio per
incontrarsi.. ma incontrarsi per cosa?

“Ed ora l’ultima coppia che ci accompagnerà in questo percorso spirituale,
i Signori Jonathan Williams e la sua compagna Emilia Walker”

La voce del monaco fece muovere i due sotto lo sguardo di tutti gli altri
presenti. Alexander nascose molto bene il suo desiderio di andarsene il
prima possibile da quel luogo ma ovviamente Elaina lo percepì. Il monaco,
pose la propria mano sulla fronte della coppia per poi procedere “Voi siete
stati scelti da fratello Stephen, che vi guiderà nel vostro percorso di
unione.. che la pace e l’armonia vi accompagni in questo viaggio. Ora siete
tutti liberi di seguire i fratelli a voi assegnati per iniziare il vostro
viaggio alla ricerca della fede, ci rivedremo questa sera per riunirci
attorno alla tavola”

Elaina osservò la coppia dei “futuri coniugi” Wellner allontanarsi e iniziò
a studiare un modo per seguirli, ma quale? Di fronte a lei e Alexander il
monaco Stephen sembrava non aver intenzione di perdere tempo e questo era
davvero un problema.

“La creazione di una famiglia è un gesto d’amore che non riguarda solo la
coppia ma anche la società e Dio stesso, è un impegno quotidiano che una
coppia prende nei confronti dell’Altissimo..”

Elaina ascoltava una frase su tre di quanto il monaco diceva, Alexander
probabilmente anche meno. Urgeva trovare un modo per liberarsi di quella
palla al piede e andare a ficcanasare indisturbati, ma quale?

“..il percorso che avete scelto non è facile, spesso potreste tentennare e
avere dei dubbi..”

Le ultime parole fecero scattare qualcosa in Elaina, forse un modo per
scappare in fondo c’era; guardò per un attimo Alexander, consapevole che
probabilmente il compagno si sarebbe infuriato ma era sempre stata brava a
farsi perdonare con lui, quindi partì alla carica.

“Giusto Padre! Parliamo di dubbi, perché davvero io non so cosa siamo
venuti a fare qui!!”

La strana uscita di Elaina fece zittire il monaco e spalancare di scatto
gli occhi di Alexander, preso del tutto alla sprovvista “Ehm.. ma amore, tu
lo sai perché siamo qui.. come tutte le coppie, no?”

“A si? Siamo qui come tutte le altre coppie per uno scopo? Allora guardami
in faccia e dimmi che voi sposarmi!”

Alexander osservò la compagna con il serio dubbio che Elaina fosse
effettivamente impazzita e fosse giusto giusto pronta a una camicia di
forza “Beh.. insomma, non saremmo qui altrimenti.. no?”

“Lo stai chiedendo a me?!” Elaina tornò a guardare verso il monaco che,
imbarazzato, seguitava a guardare la coppia “Lei ha sentito che abbia detto
di volermi sposare? Io non l’ho sentito! E guardandolo negli occhi lo
riterrebbe un uomo convinto di quanto vuole? Io non penso!!”

Alexander non riusciva a capire dove volesse andare a parare Elaina ma
sentiva che lo stava incastrando “Non ho mai neppure detto il contrario,
no? Glielo dica anche lei!!”

Wood osservò il monaco sperando in un po’ di supporto e Stephan, preso del
tutto in contropiedi, sembrava non saper bene come fare “Io, credo che per
voi questo percorso sarà molto impegnativo e forse dovremmo iniziarlo con
un po’ più di calma.. ecco. Faremo così, io e Jonathan adesso parleremo un
po’ da soli dei dubbi che gli rendono tanto difficile capire se è davvero
pronto per il grande passo. Questo permetterà a lei, Emilia, di calmarsi..
fra un’oretta parleremo tutti e tre insieme dell’importanza di una
comunicazione franca e tranquilla nel rapporto di coppia”

Solo allora Alexander capì il piano di Elaina ma era tardi per fermarla.
Tarev scattò come una molla, gongolando dentro di sé per essere riuscita a
liberarsi del monaco “Perfetto! Anche perché ho bisogno di andarmene un po’
lontano da lui!!” non si fermò a guardarsi indietro e se ne andò

Alexander non potè far altro che guardare Elaina allontanarsi *Quando la
ripesco la strozzo* anche se, del tutto inconsciamente, un sorriso gli era
nato sul viso. In fondo era quasi fiero di come quella ragazza era in grado
di incastrarlo… questo non le avrebbe evitato la sua vendetta, ma ne era
fiero.

Lasciato il compagno ed il monaco, finalmente Elaina iniziò a girare per la
tenuta di quella strana missione di monaci. Camminava per l’immenso
giardino che circondava degli edifici posti sopra una collina ma quel luogo
gli dava ben poche sensazioni di effettiva spiritualità: il monastero,
molto dei monaci, gli edifici.. tutto sembrava perfettamente a posto,
eppure le empatie che percepiva non erano quelle corrette.

Maniaci, pervertiti, psicopatici, sociopatici.. non c’era che dire, un gran
bel posto se fosse stato un manicomio e quelli dei pazienti ingabbiati. Fu
solo allora che percepì nuovamente fra i presenti le empatie di quella
coppia e del monaco a loro assegnato, tentò di seguirli ma i tre entrarono
in un’area riservata controllata all’esterno da due grossi energumeni
vestiti da monaci. Perchè mai ci sarebbe dovuta essere un’area sorvegliata
in un posto come quello? E perché quei due gorilla sembravano più delle
guardie armate che dei miti monaci? Troppe domande, troppe cose non
tornavano.. Elaina decise che per il momento aveva rischiato fin troppo e,
senza attendere altro, ritornò sui suoi passi per raggiungere nuovamente
Alexander.


Colonia terrestre New France

Hotel Casinò Sanders (stanza 012) - area di sud-ovest

10 dicembre 2399 - ore 17.48

Moses era riuscito a farsi una doccia e lavarsi un po' il viso, non aveva
avuto modo di avere alcuna informazione dalle squadre di sbarco e la cosa
lo impensieriva: più che altro era preoccupato per la coppia Wood e Tarev.
Fox era in compagnia di Malice, un agente dell'intelligence di grande
esperienza, mentre Terr e Stromm erano ufficiali della sicurezza che
avevano già operato sotto copertura.. loro erano a posto. Elaina e
Alexander, invece, li aveva allenati lui in persona ma erano pur sempre un
medico ed uno scienziato, avrebbe voluto che con loro ci fosse anche
qualcuno a guardargli le spalle.

Si asciugò i capelli con l'asciugamano per poi sfiorare il lobo
dell'orecchio destro chiamando a rapporto le varie squadre, nella mente si
stava già disegnando uno scenario che non gli piaceva ma aveva bisogno di
conferme.

"Squadra uno, qualche risultato?"

La risposta di Fox non sorprese più di tanto il vecchio orso "Confermo,
individuato edificio sospetto"

Moses emise un grugnito "Proseguite con attenzione, tenetemi informato di
qualsiasi novità" non attese alcuna risposta e passò a chiamare i
successivi "Squadra due, rapporto"

Anche la risposta di Terr non si fece attendere "Confermo, individuato
edificio sospetto"

Moses annuì "Immaginavo.. Proseguite con attenzione, tenetemi informato di
qualsiasi novità" anche in questo caso non attese la risposta passando
all'ultima squadra "Squadra tre, rapporto.. individuato edificio sospetto?"

Alexander sembrò preso alla sprovvista "Si, esatto.. qui c'è qualcosa che
non va, cosa facciamo?"

"Proseguite con attenzione, tenetemi informato di qualsiasi novità e
cercate di restare in coppia"

Moses grugnì pesantemente lanciando l'asciugamano sulla poltrona e
iniziando a rivestirsi prima di chiamare la nave "Moses a Hazyel, abbiamo
un problema"

"Qui Hazyel, nessuna pista al momento?"

"No, il problema è l'esatto opposto. Penso di aver capito dove si trovi la
base di Jak'Al su questo pianeta.."

"Avete già individuato la base? Splendido, e in quale area si trova?"

"La base di Jack'Al è l'intera colonia.. credo che sia riuscito ad
infiltrarsi ad un tale punto su New France da avere diversi edifici che si
estendono su tutta la colonia"
-------------- parte successiva --------------
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