[Stml17] R: 01.03 Chiacchiere e Distintivi

Silvia Bianchini dwalla.cons a libero.it
Mar 24 Feb 2015 07:16:07 CET


Molto bello! Brava Silvia!!
p.s. scusate il ritardo nel commentare, ma è mancata una persona a me molto cara e non guardavo la posta da qualche giorno.
ciaoSilvia/Luna




----Messaggio originale----

Da: sbrunati a gmail.com

Data: 21-feb-2015 10.50

A: "USS Hope"<stml17 a gioco.net>

Ogg: [Stml17] 01.03 Chiacchiere e Distintivi



E' breve, ma sono purtroppo settimane intense di lavoro.
Spero vada bene!

Silvia

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Brano: 01.03
Brano Precedente: 01.02 Il Profumo del Lathinum
Titolo: Chiacchiere e Distintivi
Autore: Lon Basta
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USS Hope – Hangar Navette – Ore 12:00

Luna aveva appena finito un noiosissimo turno in plancia con il primo ufficiale Xyr, o meglio, sotto il suo sguardo bruciante e ora fissava corrucciata il suo akesh. Da quando quei poppanti erano svaniti nel nulla, tutti sembravano impegnati a fare qualcosa tranne lei e Luna non amava stare con le mani in mano. Se fosse stata in accademia avrebbe saputo che fare per sfogare la sua frustrazione, qui era tutto decisamente più complicato.
Il suono di qualcuno che si schiariva la gola alle sue spalle la riportò bruscamente alla realtà.

"Pensi uscire a fare un giro?"

Luna fissò Rodriguez corrucciata, valutando come rispondergli. "Ti piacerebbe vedere come vola?"

"Si e no".

*Interessante.

"Mettiamo che io abbia ancora solo mezz'ora di tempo per svolgere un incarico e che mi serva parlare con qualcuno," Rodriguez si schiarì la gola, "in tranquillità. Potremmo," occhieggiò l'akesh "farlo con quella?"

52° Regola, Sezione Scientifica – Ore 23:00

Lon Basta si godeva il silenzio e si rendeva invisibile. La prima delle due cose non gli capitava spesso, perciò non era così dispiaciuto di essere nuovamente a bordo della 52° Regola; la seconda invece solitamente richiedeva maggior impegno, ma il signor Tucci gli aveva inconsapevolmente semplificato le cose attirando su di se l'attenzione.

Il Daimon Bord non era stato contento di vederli, ma, dopo che Lon gli aveva spiegato che non erano interessati a lui era stato ben felice di consegnarli al suo ufficiale scientifico che, a sua volta, dopo averli parcheggiati davanti ad una consolle aveva addotto ad un lavoro improrogabile e incaricato un suo sottoposto, che aveva cercato inutilmente di svignarsela senza farsi vedere, di assistere il signor Tucci e 'il suo amico'.

Appoggiandosi alla parete a braccia conserte, con la miglior espressione da 'sono qui ma non conto nulla' che conoscesse, Lon aveva subito messo in chiaro il suo ruolo di scorta ed era stato ben presto dimenticato. Cosa che gli aveva permesso di dedicarsi all'ascolto del silenzio mentre l'ufficiale scientifico mentre sprofondava nella mole di dati dei diari della nave Ferengi.

Quella situazione non disturbava affatto il betazoide, le emozioni, l'aveva imparato sulla sua pelle, potevano ingannare. Affidarsi totalmente a loro per capire chi si aveva di fronte era un errore. L'istinto, lo studio di un atteggiamento o il contrarsi di un muscolo potevano dire molto di più di un individuo. Per esempio il signor Tucci era tutto il contrario di quello che uno poteva pensare di lui.

Blu intenso, delle profondità del mare, tracce di una serenità che si disperde nell'immensità.

Era da un'ora che era in quello stato, da quando aveva iniziato a fare quella ricerca che il signor Rest aveva richiesto; al punto che si sarebbe potuto pensare che stesse perdendo tempo per godersi quel momento di isolamento anche lui. In realtà, però, le sue dita scorrevano rapide sui dati passando dall'uno all'altro quasi seguisse uno schema preciso, gli occhi che tenevano il passo delle mani, e tutto il suo corpo era teso come quello di un segugio dietro una pista. Sorprendentemente calmo quando faceva il suo lavoro, nervoso e impacciato quando interagiva con gli altri.

"E poi c'è Rescjak, quello non fa che cercare modi di farmi sembrare stupido davanti al Daimon, devo sempre stare attento a quello che faccio, come lo faccio, persino a dove nascondo i... non che io nasconda nulla sia chiaro! Se lo facessi non verrei certo a dirlo a te amico mio, ha ha ha..."
Il ferengi non ci aveva messo molto a perdere interesse nel lavoro del signor Tucci, annoiato e depresso, aveva sbuffato, si era lamentato, aveva provato a fare conversazione con l'ufficiale scientifico ricevendo in cambio solo monosillabi, poi si era rivolto al betazioide cui erano bastate un paio di battute per incoraggiarlo a sfogarsi. Non era stato ordinato loro di "fare amicizia" con i ferengi, dato però che il suo compito era quello di fare da scorta a Tucci, per farlo al meglio doveva conoscere l'ambiente in cui si trovava e quindi scoprire il più possibile sulla situazione a bordo della 52° Regola.

Giallo tenue che si fa largo nella profondità del blu, appena una striscia di eccitazione accennata che svaniva però nell'immensità dell'oceano per perdersi nuovamente.

Tucci fissò il vuoto mormorando fra se poi tornò ai suoi dati, non era la prima volta che lo faceva da quando si era messo al lavoro. Sembrava aver trovato qualcosa e poi lo perdeva e riprendeva la sua ricerca.
"E quella fissazione per sapere cosa facciamo, quando lo facciamo, con chi parliamo! Secondo Sergin ha attivato i sensori ovunque sulla nave e ci spia, per questo lui si è preso uno di quegli aggeggi in grado di ingannare le registrazioni, quelli che ti fanno vedere cose che non ci sono. Hai capito che intendo?"
"No".
"Ma come no? Quei cosi che vendono per alterare le immagini! Sergin dice che funziona che una meraviglia e che, opportunamente modificato è in grado di alterare anche i dati," il ferengi teneva la voce bassa, guardandosi attorno e ogni tanto alzando lo sguardo verso l'alto. Lon, che ne aveva seguito lo sguardo senza notare nulla di particolare, si prese qualche secondo per studiarne l'espressione, stava prendendolo in giro per indurlo a parlare o, se era vero che il Daimon Bord registrava tutto, stava tradendo il suo collega?
"Mi piacerebbe proprio avere uno di questi congegni," buttò li per dargli corda, "come se l'è procurato il tuo amico?"
"Pfuff! Amico! Non mi ha ancora restituito il latinum che gli ho prestato due giorni fa! Dice che l'ha perso! Ah! Comunque credo gliel'abbia venduto un mercante in una base dove ci siamo fermati per rifornimento, un tizio nuovo".

Il blu intenso si era schiarito all'improvviso, perdendo la serenità all'inseguimento di una luce più intensa ora, eccitante, in aumento.

"Non avrebbe mai potuto permetterselo comprandolo, sai, legalmente," il ferengi sogghignò alzando nuovamente gli occhi verso l'alto, "ci credi? Che ci spiano? E' un'assurdità! Di certo non ti racconterei queste cose se ci credessi! Andrei direttamente dal Daimon a dirglielo". Aumentò il tono della voce di un pò alle ultime parole.
"A meno che il Daimon non l'abbia già scoperto," commentò con un sorriso complice Lon cercando di tenere l'attenzione del ferengi su di se. Tucci non aveva cambiato posizione, ma il viso si era improvvisamente animato e il borbottio del suo ragionamento si era fatto più deciso. Il ferengi sgranò esageratamente gli occhi.
"Dici che lo sa già?! Come avrebbe mai potuto saperlo? Io non gliel'ho certo detto!" L'espressione del suo viso era un'opera d'arte di finta sorpresa e incredulità.

Giallo che all'improvviso soppianta il blu, non ancora accecante, ma inesorabilmente alla conquista della tranquillità.

Una rapida occhiata verso l'umano convinse immediatamente Lon che stavolta non era un falso allarme, doveva liberarsi del ferengi.
"E' un peccato perché se l'avesse saputo da te magari ti avrebbe ricompensato". Commentò con aria saputa.
"Oh".
"Già".
"Ma guarda tu com'è tardi! Il mio turno è iniziato da tre minuti! Devo proprio andare!"
"Davvero?" Lon si finse dispiaciuto.
"Assolutamente! Mi spiace, bella conversazione, ripetiamola!"

Giallo accecante, forse orgoglio, soddisfazione, ma soprattutto eccitazione. Troppo forte.

Non appena le porte si chiusero alle spalle del ferengi Lon si prese qualche secondo di tempo poi si avvicinò a Tucci. L'ufficiale scientifico sollevò di scatto lo sguardo vedendolo e, sorprendentemente gli sorrise.
"No".
Il sorriso scomparve all'istante.
"No cosa?"
"Non ora".
"Eh?"
Lon sbuffò, non era fatto per parlare, né per spiegare.
"Raccolga i suoi risultati e torniamo a bordo".
"Ma ho appena iniziato a..."
"Signor Tucci, il Daimon Bord vorrà sapere cosa ha scoperto, non lo conosco a sufficienza da sapere se una volta saputolo cercherà di coprire tutto o se invece collaborerà con noi. Non so nemmeno se," istintivamente alzò gli occhi verso l'alto come aveva fatto il ferengi prima, "sta ascoltando questa conversazione, so per certo però che sarà ostacolato per qualche minuto. Preferisce trattare con lui qui, o al sicuro a bordo della Hope?"



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