[Stml17] Rest - 02-01: Del come e del perché ci ritroviamo con una navetta conficcata in Sala Macchine
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Mer 8 Lug 2015 18:53:14 CEST
In effetti arrivano un po' random le mail. Quella del pezzo è arrivata
dopo anche a me.
Comunque mi è piaciuto moltissimo... fa morir dal ridere, specie per
quanto riguarda reazioni e interazioni tra questi disgraziati.
Però è vero che non facevamo nulla di male XD
Maddy
Il 08/07/2015 18:41, Silvia Bianchini ha scritto:
>
> Forte e chiaro ;-)
>
> Il 08/lug/2015 18:36, "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com
> <mailto:sbrunati a gmail.com>> ha scritto:
>
> Ehm... e le mie? Le ricevete?
>
> Il giorno 8 luglio 2015 16:47, Franco Carretti
> <ferris.bueller a mail.com <mailto:ferris.bueller a mail.com>> ha scritto:
>
> Io per ora le tue le ricevo... penso tutte
> *Sent:* Wednesday, July 08, 2015 at 4:45 PM
> *From:* "Silvia Bianchini" <ltcomm.sibi a gmail.com
> <mailto:ltcomm.sibi a gmail.com>>
>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net <mailto:stml17 a gioco.net>>
> *Subject:* Re: [Stml17] Rest - 02-01: Del come e del perché ci
> ritroviamo con una navetta conficcata in Sala Macchine
>
> Mi date conferma che i miei messaggi arrivano?
>
> Il 08/lug/2015 16:41, "Silvia Bianchini"
> <ltcomm.sibi a gmail.com <http://ltcomm.sibi@gmail.com>> ha
> scritto:
>
> Continuo a non ricevere le mail di Federico... Solo quelle
> di Franco...
>
> Il 08/lug/2015 16:37, "Franco Carretti"
> <ferris.bueller a mail.com <http://ferris.bueller@mail.com>>
> ha scritto:
>
> Tranquillo correggo io quando metto online (e non
> posso mettere online finchè non ho preparato la cover)
> *Sent:* Wednesday, July 08, 2015 at 4:11 PM
> *From:* "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com
> <http://cmdrtkar@gmail.com>>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net
> <http://stml17@gioco.net>>
> *Subject:* Re: [Stml17] Rest - 02-01: Del come e del
> perché ci ritroviamo con una navetta conficcata in
> Sala Macchine
> REFUSISSIMO!!!!!!!!!!!!!
> mi cospargo il capo di ceneri...la frase corretta è:
> "Però a bordo c'é una forma di vita..." fece notare
> Xyr, quasi strappando di mano l'analizzatore
> all'Umano. La bella Andoriana digitò alcuni comandi
> con le lunghe ed affusolate dita blu. In risposta,
> l'analisi avviata dall'Ingegnere Capo venne messa in
> secondo piano ed il piccolo schermo evidenziò un
> diagramma d'onda che prima compariva solo come un
> piccolo simbolo di sfondo "*non riesco ad avere una
> lettura chiara sulla specie, ma c'è...*"
> Chiedo perdono
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile /Sea Tiger/
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite,
> Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una
> richiesta di 150 rotoli di carta igienica. Il 16
> dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita con
> la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta
> annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile /Sea Tiger/ non
> può fare a meno di domandarsi cosa viene usato
> all'Approvvigionamento di Cavite in sostituzione di
> questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente
> noto a questo Comando.
> _________________________________________________________________________
> Il giorno 8 luglio 2015 15:46, Franco Carretti
> <ferris.bueller a mail.com
> <http://ferris.bueller@mail.com>> ha scritto:
>
> Santoddio che pezzone! Fantastico!
> C'è solo un punto strano:
> /"Però a bordo c'é una forma di vita..." fece
> notare Xyr, quasi strappando di mano
> l'analizzatore all'Umano. La bella Andoriana
> digitò alcuni comandi con le lunghe ed affusolate
> dita blu. In risposta, l'analisi avviata
> dall'Ingegnere Capo venne messa in secondo piano
> ed il piccolo schermo evidenziò un diagramma
> d'onda che prima compariva solo come un piccolo
> simbolo di sfondo "si direbbe un Betazoide..."/
> Quindi Xyr aveva visto che era betazoide, ma poi
> in sala riunioni:
> /“Non sono Romulani?” domandò invece Xyr,
> piuttosto stupita dalla cosa. Aveva scansionato
> lei stessa il corpo del ferito trovato all’interno
> della navetta ed il tricoder aveva confermato di
> trovarsi di fronte ad un essere proveniente dal
> pianeta Romulus “Beh…ci assomigliavano molto…”/
> Quindi c'è qualcosa che non va probabilmente a
> causa del bagno del cellulare :)
> Comunque è una gran figata!
> *Sent:* Wednesday, July 08, 2015 at 2:06 PM
> *From:* "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com
> <http://cmdrtkar@gmail.com>>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net
> <http://stml17@gioco.net>>
> *Subject:* [Stml17] Rest - 02-01: Del come e del
> perché ci ritroviamo con una navetta conficcata in
> Sala Macchine
> Ok signori, ecco il mio pezzo...innanzitutto mi
> scuso per il ritardo e per l'ultima parte, forse
> un po' tirata via...
> purtroppo il mio cellulare ha ben pensato di farsi
> un tuffo nella ciotola dell'acqua del cane e di
> autodistruggersi di conseguenza...ergo ho perso
> parte del lavorato ed un mucchio di tempo, ma
> tant'è...
> Alla fine qualcosa ho prodotto, ispirandomi
> principalmente ai seguenti episodi:
> TNG 5x24: The Next Phase - Un’altra dimensione
> TNG 7x12: The Pegasus - La Pegasus
> ENT 4x22: These Are The Voyages - Questi sono i
> viaggi...
> Spero che l'idea sia di vostro gradimento!
> ***************************************************************************************************************
> *Brano: 02-01*
> *Titolo: Del come e del perché ci ritroviamo con
> una navetta conficcata in Sala Macchine*
> *Autore: Rest figlio di Retok*
> *Brano precedente: Missione o punizione?*
> ****************************************************************************************************************
> *U.S.S. Hope – Aula di Formazione nr. 3 - 30
> dicembre 2394 - Ore 09:01*
> Paulo accolse la fine della lezione di meccanica
> quantistica con malcelata soddisfazione e, con un
> colpo di reni, si tirò in piedi avviandosi verso
> l'uscita dell’Aula...aveva cose molto più
> interessanti, divertenti e potenzialmente
> redditizie da fare che perdere tempo dietro
> noiosissime lezioni di Storia della Diplomazia
> Interplanetaria...
> 'Giusto Rest potrebbe trovare interessante una
> lezione del genere...' si disse, notando
> l'Ufficiale Tattico che, dopo aver digitato tutto
> il tempo della lezione sul proprio DiPadd, stava
> ora apprestandosi ad abbandonare a sua volta
> l'aula per assumere il suo ruolo istituzionale a
> bordo della Hope.
> Passando accanto al collega, però, il Capo
> Operazioni si accorse che neppure il Vulcaniano
> doveva essere lo studente modello che aveva
> immaginato. Il suo elaborato digitale, infatti,
> pareva una stringa di programma olografico e - a
> giudicare da quel che poteva vedere - doveva
> trattarsi della simulazione di uno scontro tra
> astronavi.
> "Ma come, Rest...anziché prestare attenzione alla
> lezione e prendere appunti si mette a compilare
> oloprogrammi di addestramento?" buttò lì senza
> riuscire a trattenersi. La natura del collega -
> decisamente in antitesi con la sua - lo spingeva
> alla sfida con alterni risultati, ma si trattava
> sempre di scontri piuttosto interessanti!
> Il Vulcaniano sollevò su di lui uno sguardo
> infastidito ma per nulla stupito, segno che era
> conscio della sua presenza nonostante il trambusto
> generato dai Cadetti che lasciavano l'aula e
> l'attenzione che pareva dare a ciò su cui stava
> lavorando "Le assicuro, Comandante, che ho
> prestato tutta l'attenzione necessaria alla
> lezione e che l'addestramento mnemonico al quale
> sono stato sottoposto sin dall'infanzia rende
> sostanzialmente inutile l'atto di appuntare i
> dettagli della medesima, specie alla luce del
> fatto che si tratta di una lezione olografica, il
> cui contenuto é di immediata consultazione per
> tutti..."
> La risposta, nonostante i due si stessero ora
> fissando, fu data senza smettere di digitare
> stringhe di codice. Quando fu apparentemente
> soddisfatto, Rest salvò il lavoro svolto e si
> alzò, aggiungendo "Ad ogni modo non si tratta di
> un programma di addestramento, ma della
> simulazione del test della Kobayashi Maru. Stavo
> rivedendone la programmazione originale alla
> ricerca di una modalità di risoluzione..."
> Tutti gli Ufficiali Superiori della Hope
> conoscevano quel test perché tutti - in previsione
> di quella crociera di addestramento - avevano
> seguito i corsi base di Comando. Si trattava di un
> test particolare, la cui programmazione presentava
> uno schema non-vincente al quale i Cadetti
> dovevano tenere testa mostrando capacità creative
> nel modificarne i parametri di base per giungere
> alla vittoria. Ciò premesso, Rodriguez non
> riusciva a comprendere il senso delle parole del
> collega, cui disse "Mi scusi, Rest...ma non credo
> di capire. A quanto so, anche lei ha già superato
> questo test, no? E allora perché se lo ristudia?"
> "Lo ho superato modificandone i parametri,"
> affermò il Vulcaniano, dicendo quella che
> all'altro pareva una ovvietà "ma in realtà trovo
> di maggiore interesse la modalità di esecuzione
> iniziale del test. Originariamente, infatti, il
> test era semplicemente uno schema non-vincente,
> programmato per formare i Cadetti al fine di
> trasmettere loro la consapevolezza dell'esistenza
> di situazioni non vincenti e per studiarne la
> reazione di fronte ad esse. Solo successivamente é
> diventato uno strumento di valutazione
> dell'inventiva dei Cadetti stessi."
> "Quindi lei sta cercando di vincere lo schema
> non-vincente iniziale senza barare?" domandò
> incredulo Paulo, mentre i due imboccavano il
> medesimo corridoio diretti al più vicino
> turboascensore.
> "Nessuno schema é perdente a priori,
> Comandante..." ribatté Rest, forse piccato dal
> tono del Capo Operazioni "con il giusto tempo e la
> giusta preparazione é sempre possibile individuare
> una strategia vincente. In questo caso specifico,
> si tratta di un semplice confronto di astuzia
> strategica tra il candidato e chi ha programmato
> il test..."
> "E...come va questa sfida?" domandò Paulo,
> piuttosto divertito dalla spocchiosità del
> Vulcaniano e con l'intenzione di fargli abbassare
> un po' la cresta...dopotutto, se in più di 150
> anni nessuno aveva battuto lealmente il test della
> Kobayashi Maru, cosa faceva credere a Rest di
> poterci riuscire?
> "Per il momento rimane... sfidante..." rispose
> diplomaticamente il Tattico, lasciando che le
> porte della piccola cabina si chiudessero dietro
> di loro. Lasciati passare alcuni secondi, però,
> attivò il comando che bloccava il turboascensore e
> aggiunse "Comandante...ho notato che il suo
> rapporto circa gli eventi intercorsi durante la
> missione di liberazione del Consigliere e degli
> altri membri dell'equipaggio dal mercato degli
> schiavi é a tutt'oggi...lacunoso in alcuni punti.
> Posso avere una stima del tempo necessario a
> renderlo definitivo?"
> “Lacunoso?” rispose Paulo, preso in contropiede da
> quel repentino cambio di argomento “In che senso…”
> “Ho notato che il suo rapporto non approfondisce
> la consistenza e la tipologia della totalità dei
> materiali che ha ritenuto opportuno…requisire da
> quel luogo…” ribatté con una accurata scelta di
> parole il Vulcaniano, tenendo gli occhi fissi sul
> collega delle operazioni alla ricerca di una
> qualsiasi reazione visibile.
> Ma Paulo Rodriguez era un uomo dalle mille risorse
> e dalla faccia di bronzo nota a decine di tavoli
> da gioco sparsi per il settore terrestre e – dopo
> quella iniziale reazione di stupore – il suo viso
> assunse una neutralità emotiva così studiata da
> renderlo l’orgoglio di un qualsiasi istruttore di
> Kolinahr mentre rispondeva “Ad essere sincero ho
> lasciato ai miei uomini la maggior parte delle
> attività di verifica, ripromettendomi di
> verificare che tutto fosse in ordine al più
> presto. Ma sa…questa è una vecchia nave e ci sono
> sempre mille piccoli problemi. Ad ogni modo, se mi
> dice cosa ha notato manchi posso fare un controllo
> al più presto.”
> “Gliene sarei effettivamente grato…” rispose Rest,
> apparentemente accettando quella risposta “in
> particolare sono interessato al rapporto circa
> quelle quattro testate quantiche che si trovano al
> momento depositate nella stiva del vascello del
> Cadetto Jones, in una zona prossima al motore e
> pesantemente schermata alle emissioni di
> radiazioni…e sensorie…”
> A quelle parole, Paulo non riuscì però a reprimere
> un leggero aumento della sudorazione, come se
> qualcuno avesse alzato la temperatura in quel
> dannato ascensore di una decina di gradi
> “Ah…quelli…” disse solo, mentre la sua mente agiva
> rapidamente per trovare una risposta
> soddisfacente, una di quelle che non lo avrebbe
> fatto finire di fronte ad una corte marziale
> “effettivamente li ho requisiti perché mi sembrava
> inappropriato che una simile tecnologia bellica,
> coperta dal più alto segreto militare, fosse
> disponibile a chiunque in un posto come quello.
> Quanto al rapporto, non li ho inseriti perché, da
> una prima analisi, mi sono parsi falsi…”
> “Falsi?” domandò l’Ufficiale Tattico, sollevando
> un sopracciglio interrogativo.
> “Sì…” convenne Paulo, ora più sicuro di sé, visto
> che aveva iniziato a trovare la strada giusta
> “naturalmente non sono un esperto di esplosivi, ma
> le analisi preliminari della scocca esterna mi
> hanno lasciato alcune perplessità e ho preferito
> aspettare ad inserire nel rapporto il ritrovamento
> di simili armi, se non ero certo che fossero vere.
> Volevo innanzitutto sottoporre la struttura di
> quelle testate ad una analisi approfondita ma –
> come sa – la maggior parte delle risorse di
> calcolo del computer sono al momento dedicate
> all’Astronomia, quindi non potrò farlo fino a
> completamento della missione attuale.”
> “Capisco…” rispose – apparentemente meditabondo –
> Rest. Dopo un attimo aggiunse “Sarei comunque più
> tranquillo se le testate – o presunte tali –
> venissero trasferite in armeria e poste sotto
> controllo della sicurezza. Inoltre gradirei
> assistere alle successive analisi, quando avrà
> modo di porle in essere. Ho avuto modo di studiare
> questa tipologia di armi e potrei essere di supporto…”
> “Naturalmente…” rispose il Capo delle Operazioni,
> tirando un invisibile sospiro di sollievo quando
> vide Rest digitare un comando sul controller del
> Turboascensore e farlo ripartire. Forse avrebbe
> aggiunto anche qualcos’altro, se dopo aver
> percorso una decina di metri, la cabina non si
> fosse nuovamente bloccata con un contraccolpo tale
> da farlo cadere a terra “Che accidenti…?”
> Rest, che era riuscito ad appoggiarsi ad una delle
> pareti curve per sostenersi, si avviò rapidamente
> ai comandi solo per scoprire che l’energia
> principale sembrava disattiva. Prima che potesse
> dire qualcosa, l’ascensore si riavviò, percorse un
> altro ponte e si bloccò di nuovo, mentre l’intera
> nave veniva scossa violentemente.
> “Maledizione, che sta combinando Doohan in Sala
> Macchine?” sbottò l’umano, riuscendo finalmente a
> rialzarsi e ad accedere al computer, appena
> tornato in funzione. Verificate un paio di cose su
> di una mini schermata di controllo danni, aggiunse
> “Non è possibile…qualcosa ha interrotto sia
> l’energia principale che la secondaria. Adesso
> stiamo andando a batterie…”
> Mentre parlava, le porte si aprirono sulla Plancia
> del vascello, mostrando che – al momento –
> sembrava non esserci una catena di comando
> efficiente. Degli otto cadetti presenti, infatti,
> solo la timoniera Luna Jones pareva avere il pieno
> controllo di sé, mentre riferiva che il timone
> pareva rispondere anche se – a causa
> dell’interruzione dell’energia principale – erano
> usciti dalla Curvatura. Per contro, l’ufficiale
> che sedeva sulla Poltrona di Comando– il Tenente
> Aston – sembrava piuttosto spaesato e sopraffatto
> dai rapporti che riceveva contemporaneamente da
> tutte le postazioni.
> “Signori....” disse con voce greve e forte il
> Vulcaniano, sovrastando i rapporti confusionari ed
> attirando l’attenzione di tutto il personale di
> Plancia, mentre Paulo Rodriguez si dirigeva con un
> ghigno alla postazione delle Operazioni “credo sia
> opportuno che interrompiate i vostri rapporti e
> procediate con ordine di priorità, così da poter
> efficientemente stabilire l’esatta situazione
> della nave.”
> Si trattava di certo di un consiglio sensato,
> quindi tutti vi si attennero. Purtroppo ognuno
> degli addetti alle postazioni di Plancia riteneva
> che le proprie informazioni fossero le più
> rilevanti, quindi tutti – con l’eccezione dei due
> nuovi arrivati e di Aston - ricominciarono a
> parlare contemporaneamente.
> Rest provò per un secondo l’istinto di estrarre
> dall’armadietto tattico un Phaser per sparare un
> colpo di avvertimento nel mezzo di quella mandria
> di incapaci ma – prima ancora che la sua mente
> iniziasse ad individuare le migliaia di
> motivazioni che classificavano questo desiderio
> come una illogica esternazione di frustrazione –
> un fischio penetrante interruppe di nuovo il
> chiacchiericcio, costringendo quasi tutti a
> zittirsi e tapparsi le orecchie.
> Il Vulcaniano osservò con un accenno di curiosità
> Paulo che – toltosi due dita dalla bocca –
> ricominciava a lavorare come se nulla fosse. Prima
> che qualcuno potesse ricominciare a parlare, però,
> aggiunse con tono di voce che non ammetteva
> repliche “Credo sia opportuno che parliate solo
> quando siete interpellati, dato che non sembrate
> in grado di capire da soli il corretto ordine di
> priorità.”
> Ottenuto un silenzio di tomba a quelle parole, il
> Vulcaniano si volse verso l’Ufficiale in Comando,
> per cedergli la parola. Forse timoroso di
> sbagliare – o, più probabilmente, temendo di
> essere ricompreso nel novero degli incapaci –
> Aston gli fece cenno di proseguire e lui non se lo
> fece ripetere due volte. Mentre prendeva posto al
> Tattico, avviando una scansione di prossimità e
> rivedendo al contempo il diario dei sensori,
> aggiunse “Tenente Jones, stato della navigazione e
> dello spazio circostante.”
> “Siamo stati strappati fuori dalla Curvatura per
> mancanza di energia alle gondole…” affermò la
> Mezza-Klingon senza neppure consultare di nuovo i
> propri strumenti “Fortunatamente sono stata veloce
> ad accorgermi del calo di potenza e ho potuto
> compensare, o avremmo subito danni. Ad ogni modo
> ora siamo in arresto completo e non ci sono altre
> navi o ostacoli alla navigazione nel raggio dei
> sensori.”
> “Confermo dai sensori tattici…” commentò quasi tra
> sé e sé Rest “Stato della nave, signor Rodriguez?”
> “Stiamo procedendo con l’energia di emergenza. La
> reazione del Nucleo è stata soppressa e i reattori
> ad impulso hanno subito un arresto di emergenza
> per evitare contraccolpi dovuti al reflusso
> energetico. Parte della rete EPS nella zona tra la
> Sala Macchine ed il Punte di Lancio è stata
> interrotta da qualcosa, ma non rilevo perdite di
> Plasma rilevanti. Il reflusso energetico ha
> inoltre causato diversi danni ai sistemi:
> attualmente abbiamo perso le comunicazioni, la
> propulsione a Curvature ed i sistemi tattici”
> “L’Infermeria comunica che abbiamo circa una
> dozzina di contusi a causa della brusca uscita
> dalla Curvatura ed un paio di feriti per
> esplosioni di condotti EPS sui ponti inferiori, ma
> nulla di grave…” si intromise il Guardiamarina
> Anister, dalle comunicazioni.
> Rest fulminò con una occhiataccia la giovane
> Betazoide, rea di aver parlato senza essere stata
> interpellata, ma scelse di non dirle nulla
> verbalmente, mentre aggiungeva “Molto bene, signor
> Rodriguez, dia la priorità al riavvio dell’energia
> secondaria ed alla riattivazione dei sistemi
> tattici. Signor Jones, ho rilevato una zona di
> materia densa nelle propaggini della nebulosa che
> stiamo costeggiando. Si diriga a pieno impulso in
> quella direzione, così che possiamo mantenere un
> basso profilo finché non avremo ripristinato i
> sistemi tattici.”
> “Pensa che ci sia qualcuno che intende
> attaccarci?” domandò stupito Aston, che nel
> frattempo si era alzato dalla poltrona centrale
> della Plancia quasi scottasse “Che quel che è
> successo fosse un attacco?”
> “Non ho elementi per rispondere a questa domanda,”
> affermò semplicemente il Vulcaniano, mentre
> richiamava a video le letture dei sensori tattici
> relative ai minuti precedenti, per tentare di
> capire cosa fosse effettivamente successo “ma non
> posso neppure escludere tale ipotesi. Ergo,
> preferisco eccedere in cautela che in
> avventatezza. Computer, attivare la condizione di
> Allarme Giallo.”
> *U.S.S. Hope - Sala Macchine - Contemporaneamente*
> "Me lo rispieghi..." chiese il Capitano Bueller,
> osservando con una torsione del collo il muso
> della navetta sconosciuta che spuntava
> parzialmente dal soffitto della Sala Macchine. La
> navetta non sembrava aver sfondato la paratia di
> separazione tra i ponti della nave, ma essere fusa
> in essa.
> Nella stessa posizione del suo ufficiale
> comandante, il Cadetto James Doohan III, Ingegnere
> Capo della Hope, aprì la bocca a vuoto un paio di
> volte, come se non sapesse come iniziare la sua
> spiegazione. Alla fine disse "Non lo so, signore.
> Un momento andava tutto bene...poi l'energia
> principale é saltata e - tra mille cortocircuiti -
> é iniziata una reazione di riflusso nel Nucleo.
> Quando siamo riusciti a spegnerlo, ho alzato gli
> occhi al soffitto e la nave era lì...nessun
> rumore, nessun detrito caduto...come se si fosse
> materializzata dal nulla."
> "Di solito le navette non compaiono dal nulla..."
> commentò Bueller, senza riuscire a staccare gli
> occhi dal muso di quel piccolo veicolo spaziale.
> La forma gli era sconosciuta, ma il modello
> avrebbe potuto far pensare all'evoluzione di una
> nave Federale. Nonostante lo scafo nero come la
> notte, infatti, gli oblò frontali avevano la
> stessa forma leggermente stondata di quelli di un
> Runabout ed anche la punta di una gondola, che
> spuntava dal soffitto sotto la struttura
> principale, aveva un aspetto che poteva richiamare
> quelli usati dalla Flotta per i suoi vascelli di
> piccolo tonnellaggio.
> Il Capitano si volse allora verso Tucci, che fino
> a quel momento era rimasto in silenzio dopo la sua
> iniziale ammissione di colpa. L'Ufficiale
> Scientifico non parve cogliere l'implicito invito
> a prendere parte alla conversazione, quindi
> Bueller si schiarì la gola un paio di volte e -
> infine - lo richiamò all'ordine dicendo "Tucci,
> lei che ne pensa?"
> Il giovane Umano sollevò spaesato lo sguardo dal
> terminale che stava studiando e disse con voce
> colpevole “Non so da dove sia venuta, signore…ma
> ho il tremendo sospetto di sapere perché sia
> comparsa qui…”
> “Immagino che centri qualcosa con quanto ha
> affermato poco fa, ovvero che è colpa sua…”
> commentò Xyr, che se ne stava immobile a braccia
> conserte alla destra del Capitano, l’attenzione
> equamente suddivisa tra le procedure della Sala
> Macchine, le conversazioni in corso e la navetta
> che spuntava sulle loro teste.
> Bueller le lanciò un’occhiataccia ma Edison parve
> non accorgersi dell’interazione tra i due colletti
> rossi, rispondendo “Io…forse, signore. Come
> certamente saprà, io ed il signor Doohan avevamo
> riscontrato alcune anomalie circa il funzionamento
> della Gondola di dritta. Negli ultimi giorni
> avevamo rilevato delle sporadiche perdite di
> potenza, come se ci fossero fughe di plasma da
> qualche parte…o come se l’energia venisse drenata
> da qualcosa…”
> “Mi pareva di aver autorizzato una ispezione della
> gondola, no?” chiese Bueller, che ricordava la
> discussione che aveva dovuto sostenere con Luna,
> quando la sua amica aveva protestato vivamente per
> averla costretta per un intero turno a procedere a
> velocità impulso, togliendole anche quel po’ di
> gioia datale dalla vibrazione dei motori a
> curvatura…testuali parole “Mi pare non aveste
> rilevato nulla.”
> “Infatti signore, nessuna perdita.” Convenne il
> Capo Ingegnere, in sostegno al collega della
> Sezione Scientifica “Per questo abbiamo ipotizzato
> che il problema potesse essere di natura
> diversa…che un qualche fenomeno spaziale causasse
> – a cicli costanti – le perdite che rilevavamo.
> Poiché però i sistemi non rilevavano nulla,
> abbiamo pensato che potesse trattarsi di qualcosa
> nel subspazio.”
> “Abbiamo quindi pensato di generare una piccola
> emissione subspaziale…una sorta di impulso di
> risonanza del Nucleo di Curvatura.” Riprese Tucci
> “Nelle nostre intenzioni avrebbe dovuto funzionare
> come una sorta di sonar subspaziale…se ci fosse
> stato qualcosa – anche profondamente radicato nel
> subspazio ed invisibile ai nostri sensori –
> l’impulso avrebbe dovuto colpirlo e generare una eco…”
> “E, mi faccia capire,” si intromise di nuovo Xyr
> “Avete attivato l’impulso e la navetta è comparsa?”
> “Dopo pochi secondi…” ammise Edison con un cenno
> del capo “Forse era molto vicina a noi e l’impulso
> la ha…attirata verso il Nucleo di Curvatura…”
> Effettivamente quel poco del muso della navetta
> che si vedeva era perfettamente allineato al
> Nucleo di Curvatura, quasi vi stesse precipitando
> contro. Constatato ciò, Bueller disse “Quindi, in
> sostanza, il vostro impulso ha in qualche modo
> attirato questa navetta verso il Nucleo ed in
> qualche modo l’ha costretta a palesarsi. Ma come?
> Da dove viene?”
> Nessuno rispose, quindi l’Umano aggiunse una
> domanda che da un po’ gli ronzava in testa
> "Potrebbe venire dal futuro?"
> "Io...non saprei..." affermò l'ingegnere, uscendo
> dal suo stato di confusione e cercando un
> tricoder, che subito accese "Ma questo possiamo
> verificarlo.” Dopo alcuni secondi di scansione,
> durante i quali il Primo Ufficiale si era
> avvicinata al Capo Ingegnere per vedere per prima
> i risultati, aggiunse “Non rilevo tracce di
> radiazione cronotonica, quindi penso di no...non
> dovrebbe essere giunta attraverso uno spostamento
> temporale"
> "Però a bordo c'é una forma di vita..." fece
> notare Xyr, quasi strappando di mano
> l'analizzatore all'Umano. La bella Andoriana
> digitò alcuni comandi con le lunghe ed affusolate
> dita blu. In risposta, l'analisi avviata
> dall'Ingegnere Capo venne messa in secondo piano
> ed il piccolo schermo evidenziò un diagramma
> d'onda che prima compariva solo come un piccolo
> simbolo di sfondo "si direbbe un Betazoide..."
> "Allora muoviamoci a tirarlo fuori!" ordinò
> Bueller, come attraversato da una scarica
> elettrica, mentre la mano dirigeva al Comunicatore
> " Dottoressa Grahan...a rapporto immediatamente in
> Sala Macchine!" quindi, voltandosi verso i
> presenti, aggiunse "Signor Doohan, Signor
> Tucci…trovate un modo di entrare in quell'affare,
> a costo di portare qui una scala e sfondare l'oblò
> frontale... Basta, prenda uno dei suoi e lo copra!"
> *U.S.S. Hope - Ponte di Lancio – 30 dicembre 2394
> - Ore 9:25*
> "Molto bene Rest, tenga sott'occhio la situazione
> esterna e mi avverta di qualsiasi cambiamento.
> Fino a diverso ordine mantenga tutti i sistemi in
> Allarme Giallo."
> Dopo un veloce scambio di informazioni con
> l'Ufficiale Tattico, che gli pareva avesse messo
> sotto controllo la situazione in Plancia, Bueller
> si concentrò su quanto stavano facendo i suoi
> uomini, non riuscendo però a trattenersi dallo
> sbuffare, alla vista della parte posteriore della
> navetta sconosciuta che spuntava - inclinata di
> una quarantina di gradi - dalla superficie liscia
> del suo Ponte di Lancio.
> Xyr, che aveva passato gli ultimi minuti ad
> interrogare gli addetti al Ponte di Volo
> sull'accaduto si avvicinò a Bueller e, senza
> staccare a sua volta gli occhi dal portello
> attorno al quale stavano trafficando Doohan e
> Tucci, riferí "Anche gli addetti al Ponte
> confermano quanto già sapevamo...c'é stato un
> primo breve Black Out e subito dopo é comparsa la
> nave, già incastrata nello scafo. Quando si é
> materializzata c'é stata la seconda perdita di
> potenza e la nave é uscita dalla Curvatura,
> causando lo scossone..."
> "Bene..." commentò il Capitano, anche se non
> pensava affatto fosse un bene. Certo, la loro
> missione era improvvisamente diventata molto più
> interessante ed eccitante, ma quella navetta
> comparsa dal nulla aveva causato parecchi danni
> alla nave...alla SUA nave. E questo non era
> accettabile! "Ora non ci resta che capire da dove
> diavolo si é materializzata e come. Ho parlato con
> Rest. Lui e Paulo sono in Plancia e stanno
> ricontrollando tutte le letture dei sensori. A
> quanto pare non c'é nulla di visibile nel raggio
> di analisi e anche le letture dei momenti
> dell'incidente non mostrano la presenza di altre
> navi, anomalie o altro..."
> "In tal caso, immagino che troveremo le nostre
> risposte lì dentro..." commentò l'Andoriana,
> mentre le antenne sulla sommità della sua fronte
> si tendevano verso il portello della navetta
> misteriosa, che Tucci e Doohan erano finalmente
> riusciti a forzare.
> Lon Basta, armato di un Phaser Tipo II, entrò
> rapidamente, seguito da un secondo membro della
> Sicurezza e, contemporaneamente, l'Ufficiale
> Scientifico Capo ed il Capo Ingegnere iniziarono a
> scansionare l'interno del veicolo.
> Bueller e Xyr li raggiunsero a rapide falcate e,
> prima che qualcuno potesse dire nulla, la voce di
> Basta richiese l'intervento della Dottoressa
> Grahan, che si era fino a quel momento tenuta a
> distanza per non intralciare le operazioni.
> Al richiamo del Capo della Sicurezza tutti gli
> ufficiali presenti si precipitarono nell’angusto
> spazio della navetta, così che la Dottoressa
> dovette spintonare Capitano e Primo Ufficiale per
> adempiere ai suoi doveri. Naturalmente, se avesse
> saputo che ciò che la aspettava era il corpo di un
> uomo che emergeva parzialmente da una paratia –
> all’interno della quale doveva essersi
> materializzato quando la navetta aveva
> riacquistato consistenza – probabilmente si
> sarebbe data meno da fare.
> Lon Basta percepì chiaramente lo shock della donna
> come un alone verde che si stendeva come un velo
> sui suoi pensieri ma, poiché il suo intervento era
> necessario, attirò l’attenzione dell’amica sul
> secondo passeggero “Dottoressa, non credo possa
> fare più nulla per quell’uomo…questo, d’altro
> canto, è ancora vivo.”
> A quelle parole la Dottoressa Grahan si riscosse
> e, staccati gli occhi da quel volto
> dall’espressione distorta dal dolore per quella
> morte così improvvisa, si trovò ad osservare un
> secondo corpo, disteso a terra accanto ad una
> consolle che non era in grado di identificare.
> Quasi automaticamente il braccio si sollevò
> puntando il Tricoder verso il ferito e, quando
> vide un segno vitale instabile ma ancora
> percepibile, ordinò “Presto, serve un
> teletrasporto di emergenza in Infermeria!”
> “La struttura della navetta rende impossibile il
> teletrasporto dall’esterno…” disse subito Tucci,
> ma il Capo della Sicurezza doveva averlo già
> compreso dai suoi pensieri o dalle scansioni
> efettuate perché, con un rapido cenno, si era
> fatto affiancare dal sottoposto ed insieme avevano
> cominciato a spostare il ferito, cercando di farlo
> nel modo più sicuro possibile.
> Con uno sbuffo Melanne si accostò all’amico e gli
> mostrò il giusto modo di sostenere il collo del
> paziente quindi, quando i due membri della
> sicurezza lo ebbero portato fuori, disse solo “Io
> vado, Capitano…le farò sapere al più presto…”
> Quindi, dopo essersi messa accanto al ferito – ora
> sdraiato sul ponte di decollo – sfiorò il
> comunicatore e disse “Grahan a Sala Teletrasporto
> 1. Emergenza Medica, due da teletrasportare in
> Infermeria.”
> Rimasti soli all’interno della Navetta, Bueller,
> Xyr, Tucci e Doohan si guardarono per un momento,
> quindi fu l’Ufficiale scientifico a domandare,
> quasi timidamente “Hem…nessuno ha notato che i due
> passeggeri erano Romulani?”
> *U.S.S. Hope – Sala Riunioni – 30 dicembre 2394 -
> Ore 12:30*
> Diario del Capitano: Supplemento. Sono tre ore che
> le riparazioni sono state avviate, ma ancora metà
> dei sistemi automatizzati non rispondono. Al
> momento le avarie più gravi riguardano i Motori a
> Curvatura ed il sistema delle Comunicazioni. Per
> quanto riguarda le Comunicazioni, la Sala Macchine
> ha riferito che il sovraccarico energetico subito
> dal nucleo ha bruciato l’Antenna Subspaziale,
> pertanto sarà necessario organizzare una
> sostituzione della stessa, cosa che dovrà essere
> fatta con attività extraveicolare.
> Per quanto concerne la Curvatura, invece, il
> signor Doohan ha affermato che i motori sono in
> buone condizioni, ma che non sarà possibile
> alimentare la Gondola di sinistra fintanto che non
> avremo rimosso la navetta sconosciuta dal soffitto
> della Sala Macchine, dato che pare si sia
> incastrata esattamente all’interno di uno dei
> giunti EPS principali.
> Attualmente abbiamo ripristinato l’Energia
> Secondaria e – su suggerimento del signor Rest –
> siamo nascosti all’interno di una zona
> particolarmente densa della Nebulosa che stavamo
> analizzando. Ciò dovrebbe proteggerci dal rischio
> di individuazione da parte di amici dei due
> Romulani che abbiamo trovato nella navetta, per lo
> meno fin quando non avremo ripristinato le
> comunicazioni con il Comando di Flotta.
> Diario personale: chiunque sia il genio che ha
> stilato la lista dele priorità negli interventi di
> riparazione non ha la più pallida idea di quanto
> possa essere intrattabile Luna quando si ritrova
> costretta a mangiare razioni di emergenza e a bere
> caffè liofilizzato…devo assolutamente trovare una
> buona scusa per convincere Xyr a mettere i
> replicatori alimentari in cima alla lista delle
> riparazioni…
> Il Capitano Bueller finì di registrare
> l’aggiornamento sulla situazione e, in attesa
> dell’arrivo dei colleghi inviati alla riunione, si
> mise ad osservare la nebulosa al di fuori degli
> oblò di osservazione. Si trattava di uno
> spettacolo impressionante, visto da così vicino,
> ma Ferris aveva ben altro per la testa. Aveva a
> bordo due ufficiali Romulani su una navetta
> sconosciuta, ma di fattura non Romulana. Uno era
> certamente morto, mentre l’altro pareva ferito
> gravemente. La nave aveva subito avarie ai sistemi
> principali e – anche se si trattava di riparazioni
> facili – lo impensieriva avere a che fare con i
> Romulani ed essere tagliato fuori dal Comando di
> Flotta.
> ‘Dovrei inviare una sonda, con un rapporto sulla
> situazione…’ si disse. Ma sapeva perché ancora
> non lo aveva fatto. Quella era la loro seconda
> missione ed erano già riusciti a ficcarsi in un
> mare di guai entrambe le volte. Questa volta
> sarebbe stato il caso di comunicare all’Ammiraglio
> Lennox qualcosa di più di un <<Non stavamo facendo
> niente di male, ma una navetta Romulana ci è
> comparsa in Sala Macchine scassando un po’
> tutto…ah, abbiamo anche un cadavere Romulano in
> obitorio, o almeno qualche suo pezzo…>>
> Decisamente…
> “Invierò la sonda dopo la riunione.” Borbottò,
> alzandosi in piedi e sistemandosi la parte
> superiore dell’uniforme. Quella era la soluzione
> migliore, si disse. I ragazzi avevano di certo
> scoperto qualcosa di utile in quelle tre ore che
> aveva concesso loro ed un rapporto con
> informazioni più utili sarebbe certo stato meglio
> accolto dal Comando.
> Come se fossero stati convocati da un suo comando
> mentale, i <<ragazzi>> entrarono a piccoli gruppi
> in Sala Riunioni, salutandolo e poi andando a
> prendere posto. Per primi – esattamente all’ora
> convenuta – entrarono Xyr e Rest, seguiti in
> rapida successione dagli altri, che parvero
> giungere in gruppetti in base alle amicizie che si
> erano strette durante i precedenti anni di Accademia.
> ‘Proprio come un gruppetto di studenti…’ si disse
> il Capitano Bueller, prima di prendere la parola
> affermando senza troppi preamboli “Molto bene,
> signori…abbiamo un rapporto da inviare
> all’Ammiraglio Lennox, quindi voglio solo un paio
> di risposte semplici e chiare: chi cavolo sono
> quei Romulani, perché si trovavano così vicini
> alla Hope e come accidenti hanno fatto a
> materializzarsi nel soffitto della nostra Sala
> Macchine?”
> “Beh…innanzitutto non sono Romulani…” affermò
> leggermente turbata la Dottoressa Grahan,
> arrossendo quasi immediatamente alle occhiate
> sorprese lanciategli da tre quarti
> dell’equipaggio. Tutti i presenti avevano visto
> quei corpi – o quantomeno le riprese effettuate
> dalle olocamere di sorveglianza mentre venivano
> portati via – ma solo Rest, da bravo Vulcaniano,
> riuscì a nascondere lo stupore a quelle parole.
> Lui e Lon Basta, anche se forse il Telepate era
> già stato messo al corrente della cosa, dato che
> era arrivato insieme alla dottoressa.
> “Non sono Romulani?” domandò invece Xyr, piuttosto
> stupita dalla cosa. Aveva scansionato lei stessa
> il corpo del ferito trovato all’interno della
> navetta ed il tricoder aveva confermato di
> trovarsi di fronte ad un essere proveniente dal
> pianeta Romulus “Beh…ci assomigliavano molto…”
> “Erano alterati chirurgicamente per sembrarlo…”
> spiegò la Dottoressa, tirando fuori dalle tasche
> del camice da medico un piccolo contenitore
> sterile al cui interno vi era un piccolo circuito
> nero “inoltre… ognuno di loro aveva uno di questi,
> innestato della parte superiore della colonna
> vertebrale. Emette un falso segnale che integra le
> bioemissioni del corpo, creando una falsa traccia.
> I nostri analizzatori li leggevano come Romulani,
> ma i due appartengono a specie Federali. Quello
> sopravvissuto è un Umano, mentre l’altro era un
> Betazoide.” La donna fece una pausa, prima di
> aggiungere “Inutile che vi dica che non avevo mai
> visto un apparecchio del genere prima. Una cosa
> simile può essere fatta con un Tricoder, ma per
> breve tempo ed è facilmente identificabile. Il
> segnale di quest’affare è praticamente perfetto.
> Se non avessi operato uno dei due e fatto
> l’autopsia all’altro, probabilmente, non me ne
> sarei accorta pur avendoli su di un bioletto
> dell’Infermeria.”
> “Li ha identificati?” domandò semplicemente Rest,
> mentre i colleghi ancora stavano rimuginando sulle
> implicazioni di quel che era stato loro rivelato.
> “L’Umano si chiama John Smith, un contadino del
> Kansas…” affermò la Grahan con il tono di chi è
> incredulo circa ciò che sta riferendo “mentre il
> Betazoide si chiamava Alari Sten, un bibliotecario
> di Medela III.”
> “I nomi sono evidentemente fasulli,” affermò Rest,
> senza neppure alzare lo sguardo sui colleghi “si
> tratta di nomi e cognomi comuni estremamente
> diffusi su entrambi i pianeti, di conseguenza –
> tenendo conto delle circostanze - le probabilità
> che si tratti di identità di copertura sono del
> 91,36%”
> Bueller fece cenno di essere d’accordo con la
> testa, quindi osservò gli altri e disse “E della
> navetta che mi dite? Di chi è? Che ci faceva qui
> e, soprattutto, come ci è comparsa dentro la nave?”
> “La navetta risulta essere uno yacht da diporto
> appartenente ad un tale Myelos, un Boliano
> residente in Atarsis, un mondo extrafederale ai
> confini con lo spazio Ferengi.” Riferì Lon Basta,
> che aveva usato i codici del radiofaro (spento)
> della navetta per cercare indizi sulla sua origine
> “Ma, devo ammettere, per essere una navetta civile
> è stata pesantemente modificata.”
> “Navetta civile un accidenti!” Esclamò Paulo
> Rodriguez, che aveva passato le ultime tre ore a
> studiare i sistemi di quella navetta, o perlomeno
> quella parte di sistemi che non erano diventati
> parte integrante del loro Ponte di Volo
> “schermatura antisensoriale, dispositivo di
> occultamento, sensori attivi e passivi ad
> altissima definizione, reattore Antimateria in
> grado di produrre una quantità di energia
> sufficiente ad alimentare una nave tre volte più
> grande. E questo è solo quello che sono riuscito a
> studiare. C’è anche un altro apparecchio – quello
> accanto a cui era accasciato il falso Romulano
> sopravvissuto – che non ho idea di cosa faccia, ma
> sembra avere un output di energia enorme. Tutto
> ciò che posso dire che non è parte della dotazione
> standard della navetta, ma pare essere stato
> aggiunto in un secondo momento, collegandolo
> direttamente ad un condotto del Plasma dopo aver
> scavato una sorta di nicchia nel pavimento.”
> “Potrei sbagliare…” azzardò Tucci, apparentemente
> perso dietro mille pensieri “ma credo di aver già
> visto qualcosa di simile, anche se solo su un
> progetto che credevo non fosse mai stato realizzato…”
> Bueller dovette resistere alla tentazione di
> strappare a forza le parole dall’Ufficiale
> Scientifico per un intero minuto, prima che
> aggiungesse “Quello assomiglia davvero tanto ad
> uno sincronizzatore di fase…se così fosse, la
> navetta ci sarebbe potuta finire dentro perché era
> “fuori fase” rispetto a noi…”
> Questa volta neppure Rest riuscì a nascondere
> completamente una espressione di stupore, anche se
> la mascherò con consumata abilità in una alzata di
> sopracciglio decisamente tipica della sua razza.
> Fu comunque Xyr a chiedere “Fuori fase? Cioè
> quella nave ci sarebbe potuta passare attraverso
> senza difficoltà? Ho studiato qualcosa al
> riguardo…mi pare fosse un corso sugli armamenti di
> razze del Quadrante Delta…”
> “Non serve spingersi così lontani…” rispose lo
> scienziato, che dopo aver avanzato la propria
> ipotesi aveva effettuato anche alcune ricerche “il
> fatto che la Federazione non abbia mai ritenuto
> opportuno studiare questa tecnologia – peraltro
> considerata a tutti gli effetti un dispositivo di
> occultamento e quindi vietata dal Trattato di
> Algeron – non significa che non l’abbia mai
> incontrata. Dai miei studi ho scoperto che proprio
> i Romulani avevano sviluppato un prototipo che la
> sfruttasse, ma pare che non sia andata bene e
> abbia quasi distrutto la nave che lo montava…”
> “Umh…quindi abbiamo due membri della Federazione
> camuffati chirurgicamente per sembrare Romulani,
> una navetta ipertecnolgica che dovrebbe essere un
> semplice yacht da diporto e una specie di
> dispositivo di occultamento ultratecnologico, la
> cui tecnologia sappiamo essere stata studiata dai
> Romulani e da loro sviluppata almeno fino a
> livello di sperimentazione…” riepilogò Bueller,
> contando sulle dita della mano destra i fatti man
> mano che li elencava “solo a me questa cosa puzza
> di Servizi Segreti lontano anni luce?”
> Prima che qualcuno potesse rispondere, le luci si
> abbassarono e vennero rapidamente sostituite da
> quelle dell’Allarme Rosso, mentre la relativa
> sirena richiamava tutti i membri dell’equipaggio
> di Cadetti alle relative postazioni di emergenza.
> *U.S.S. Hope – Plancia – quarantasette secondi dopo*
> La Plancia della Hope distava dalla sala riunioni
> circa due minuti, ma Bueller ed il suo seguito di
> giovani Ufficiali impiegarono meno della metà del
> tempo per raggiungerla. Per ognuno di quegli
> interminabili cinquanta secondi, il Capitano della
> Hope si chiese che accidenti d’altro potesse
> essere successo.
> Luna, che in quel momento era stata messa al
> comando delle operazioni di Plancia, gli aveva
> solo riferito di “muovere quel dannato sedere e
> raggiungerla”, quindi Ferris non aveva molti
> indizi su cosa stesse capitando.
> Quando le doppie porte della Plancia si aprirono,
> i suoi uomini si lanciarono alle rispettive
> postazioni e l’Umano chiese solo “Che accidenti
> sta succedendo?”, ma non ebbe bisogno di alcun
> chiarimento, quando vide sullo schermo visore la
> massiccia ed inconfondibile sagoma di un Falco da
> Guerra Romulano di Classe D’Deridex stagliarsi
> sullo sfondo dello spazio circostante, al di fuori
> dell’ampia coltre di materiale gassoso e detritico
> della Nebulosa che – si sperava – li nascondesse
> alla immensa nave da guerra della Marina Imperiale.
> “Oh…porca…” disse una voce alle sue spalle, ma
> Bueller non si chiese neppure chi fosse stato a
> parlare. Di chiunque si trattasse, aveva quasi
> certamente dato voce al pensiero di tutti in
> quella sala.
> **********************************
> *END TRANSMISSION*
> **********************************
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile /Sea Tiger/
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di
> Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato
> una richiesta di 150 rotoli di carta igienica. Il
> 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata
> restituita con la stampigliatura: "Materiale
> sconosciuto. Richiesta annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile /Sea
> Tiger/ non può fare a meno di domandarsi cosa
> viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un
> tempo perfettamente noto a questo Comando.
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