[Stml17] Basta - 02 - 02: E ora cosa gli diciamo ai romulani?
federico pirazzoli
cmdrtkar a gmail.com
Mar 14 Lug 2015 15:07:21 CEST
Bello, mi è piaciuto molto, anche se lo ho ricevuto come rinvio di altri
tre (mi sa che c'è ancora qualcosa che non va nelle comunicazioni)...
Il senso di incertezza davanti alla prima situazione veramente pericolosa è
palpabile, e mi sembra assolutamente corretto. Nessuno è un superman che sa
come agire in quella situazione assurda, e la mancanza di coesione
dell'equipaggio è assolutamente azzeccata (anche se potenzialmente letale).
Il conflitto represso tra Rest e Basta, poi, è assolutamente adatto e
rispecchia in un certo senso quello tra Bueller e Xyr...in fondo non sempre
le navi hanno un Capo della Sicurezza ed un Ufficiale Tattico e ancora
manca una chiara definizione dei ruoli...
Ottimo lavoro!
*_________________________________________________________________________*
*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
_________________________________________________________________________
Il giorno 14 luglio 2015 13:50, Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com> ha
scritto:
> Eccolo!
>
> Critiche e commenti sono ben accetti! :)
>
> Silvia
>
>
> **********************************************************************************
>
> *Brano: 02-02*
>
> *Titolo: E ora cosa gli diciamo ai romulani?*
>
> *Autore: Lon Basta*
>
> *Brano precedente: Del come e del perché ci ritroviamo con una navetta
> conficcata in Sala Macchine*
>
>
> **********************************************************************************
>
>
>
> *Accademia della Flotta Stellare - Flashback*
>
>
>
> L’istruttore rimase in silenzio, le mani sui fianchi, a fissare il corpo
> del cadetto privo di sensi, poi trasse un profondo respiro e sollevò lo
> sguardo per fissare il betazoide.
>
> “Si spieghi”, ogni parola era accompagnata dalle strie grigie che
> solitamente portano alla tempesta.
>
> “Il cadetto Bueller si rifiutava di abbandonare la plancia quando era
> evidente che la nave era perduta”.
>
> “E quindi lei lo ha colpito”.
>
> “Si”.
>
> “Sul mento”.
>
> “Si signore”.
>
> “E come…”
>
> “L’ho colto di sorpresa”.
>
> “Capisco, poi?”.
>
> “L’ho portato di peso alla navetta”.
>
> L’istruttore inspirò di nuovo a fondo, poi scosse la testa.
>
> “Si rende conto che in una situazione reale sarebbe insubordinazione?”
>
> “Il mio compito era quello di tenere in vita le persone di cui ero
> responsabile signore, la stupidaggine non è una scusa per far valere un
> grado”.
>
> Un colpo di tosse provenne dalle spalle del betazoide, riflessi di un
> verde brillante si mescolarono al grigio sempre più intenso proveniente
> dall’istruttore.
>
> “Se ne vada cadetto, tutti voi, andatevene, la lezione è finita”.
>
> Senza farselo ripetere due volte, tutta la classe si diresse rapidamente
> verso l’uscita della sala ologrammi.
>
> “La stupidaggine non è una scusa per far valere un grado?”
>
> “Già”, Lon si girò verso Melanne ed il sorriso che lei tentava inutilmente
> di nascondere.
>
> “Se lo fai anche con me, la prossima volta che vieni a chiedermi di
> rattopparti te ne farò pentire”.
>
> “A te basterebbe stordirti”.
>
> Melanne gli lanciò un’occhiata scandalizzata e fece appena in tempo a
> cogliere un lampo divertito negli occhi del betazoide.
>
> “Gli dovrai chiedere scusa lo sai vero?”
>
> “Al tenente Graz?”
>
> “Non fare il finto tonto, Lon! A Bueller”.
>
> “Vedremo”.
>
>
>
> *U.S.S. Hope – Plancia – 30 dicembre 2394 - Ore 13:00*
>
>
>
> “Situazione”. Ordinò Bueller. Funzionava sempre chiedere la situazione,
> aiutava a prendere tempo e a ritrovare il controllo.
>
> “E’ quella che vede capitano”, rispose Luna mentre si scostava per dargli
> il comando, “sono comparsi all’improvviso, probabilmente erano occultati,
> non sembra ci abbiano ancora rilevati, non ci hanno contattati”. Bueller si
> girò a guardarla, avevano affrontato insieme migliaia di simulazioni,
> alcune non dissimili da quella, ma entrambi sapevano che non erano reali,
> ora invece era tutto diverso, quelli erano veri romulani. Luna ricambiò il
> suo sguardo con fermezza: “mi metto al lavoro per capire come portare fuori
> la nave intatta da questa situazione, qualcuno mi dia i dati precisi della
> nebulosa!” Ordinò portandosi alla sua postazione come se fosse pronta a
> tutto. A Ferris bastò.
>
> “Nel frattempo manteniamo basse le emissioni della nave il più basse
> possibile. Signor Tucci?”
>
> L’ufficiale scientifico fissava lo schermo come rapito, le dita della mano
> destra si muovevano leggermente come se stessero seguendo il tempo di una
> musica silenziosa, “delle emissioni sarebbe meglio si occupasse la sezione
> ingegneria", rispose distrattamente dopo qualche secondo. Doohan, già al
> lavoro, gli lanciò un’occhiata sconcertata.
>
> “Signor Tucci?”
>
> L’ufficiale scientifico riportò finalmente l’attenzione su di lui.
> “Capitano?”
>
> “La nebulosa, ci proteggerà?”
>
> “Er… Dovrebbe, a meno che non fossero già qui quando si è verificato, ehm,
> l’incidente e che ci abbiano seguito fino alla nebulosa, o che noi abbiamo
> lasciato una traccia troppo evidente nel raggiungerla e che sia visibile
> anche attraver…” si interruppe arrossendo sotto lo sguardo del superiore
> “ci proteggerà, ma devo fare un po’ di calcoli”.
>
> Bueller contò fino a dieci ed emise un lungo sospiro, alle sue spalle
> all’improvviso a Basta venne in mente il tenente Graz. “Li faccia in
> fretta,” concluse il capitano alla fine spostando l’attenzione sul primo
> ufficiale, “suggerimenti?”
>
> In quello che ormai era un gesto abituale, l’andoriana portò le mani
> dietro la schiena e le antenne arretrarono lentamente a seguire il
> movimento delle spalle che si raddrizzavano, “prendiamo tempo, scopriamo
> quello che è successo”.
>
> Bueller spostò lo sguardo sulla dottoressa: “Il suo paziente è in grado di
> parlare?”
>
> Melanne Grahan scosse la testa incerta, “Per pochi minuti, non di più”.
>
> “Ce li faremo bastare, signor Rest, signor Basta, portatemi delle
> risposte”.
>
> Il betazoide fissò il vulcaniano come se volesse dire qualcosa e ricevette
> in cambio il sollevarsi appena accennato di un sopracciglio, serrò perciò
> le labbra e chinò leggermente il capo. “Si signore”.
>
> Bueller sentì a mala pena la porta chiudersi alle loro spalle, con lo
> sguardo fisso sul falco da guerra romulano si domandava se avrebbe dovuto
> avvertire il capitano Strauss.
>
> ==^== Bueller a Caytlin, consigliere? Come se la cava con i romulani?==^==
>
>
>
> *U.S.S. Hope – Turboascensore – 30 dicembre 2394 – Pochi minuti dopo*
>
>
>
> Nel silenzio più totale Melanne si studiò le dita. Alla sua sinistra,
> impassibile, Lon fissava le porte del turboascensore, alla sua destra Rest
> manteneva un’espressione di tranquilla indifferenza. Il betazoide era un
> maestro nel far sentire le persone a disagio e, anche se funzionava
> benissimo con lei, la dottoressa dubitava fortemente avesse lo stesso
> successo sul vulcaniano. Si schiarì perciò la gola corrugando leggermente
> la fronte.
>
> “Come volete procedere?” Chiese al vuoto.
>
> “E’ lei il tattico,” a quella frase, pronunciata con freddezza, Melanne
> roteò gli occhi verso l’alto e guardò il vulcaniano che imperturbabile
> annuì come se Basta avesse di fatto passato il comando a lui.
>
> “Sarebbe meglio che io facessi le domande e lei studiasse le reazioni del
> presunto ‘signor Sten’, non dovrebbe essere difficile per lei capire se ci
> nasconde qualcosa”.
>
> “Già”.
>
> Oh santa pazienza! Melanne si trattenne a stento da dare una gomitata al
> betazoide.
>
> “Vi pregherei di non pressarlo troppo, non vorrei essere costretta ad
> operarlo di nuovo”.
>
> “Non accadrà dottoressa”, rispose tranquillo Rest continuando a fissare
> Basta e Melanne si domandò quanto tempo avrebbe ancora impiegato il
> turboascensore ad arrivare a destinazione, “sono certo che io ed il signor
> Basta riusciremmo ad ottenere le informazioni che ci servono senza alcun
> problema”.
>
> “Assolutamente”. Confermò Basta senza distogliere lo sguardo dal
> vulcaniano.
>
> “Perfetto”. Commentò acida Melanne.
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