[Stml17] Brano 02-11 - La strategia dei pugni
federico pirazzoli
cmdrtkar a gmail.com
Dom 22 Nov 2015 18:43:49 CET
Dimenticavo...ho cercato di portare un po' avanti i rapporti tra Rest e parte dell'equipaggio (in particolare Xyr e Basta, ma anche Graahn e Caytlin...se ritenete che le reazioni dei vostri personaggi non siano corrette non esitate a dirlo, che si fa in tempo a modificare!
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Inviato da myMail per Android domenica, 22 novembre 2015, 06:30PM +01:00 da federico pirazzoli < cmdrtkar a gmail.com> :
>Ok gente, ecco il mio pezzo. Ho raccolto l'invito a chiudere la missione e - anche se non sono del tutto soddisfatto - qualcosa ho prodotto. Il problema principale é stato giustificare otto ore di scontri tra un gruppo di prigionieri disarmati e i loro carcerieri, armati e dotati del controllo dell'astronave.
>Per i pomodori tiratemeli per favore al naturale e non nei vasetti di vetro :-)
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>Brano: 02.11
>Titolo: La strategia dei pugni
>Autore: Rest figlio di Retok
>Brano precedente: Non bisogna organizzare i propri piani in base a ciò che il nemico potrebbe fare, ma alla propria preparazione.
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>Accademia della Flotta Stellare - ufficio del Consigliere Cond - Flashback
>"Posso fare qualcosa per te, Lon?" domandò il Consigliere, porgendo una tazza di tisana aromatica al Betazoide, che la fissò intensamente per diversi secondi senza neppure sfiorarla.
>Si trattava di una specie di sfida silenziosa tra il Cadetto ed il suo terapista che - sin dal loro primo incontro - cercava di scoprire quale tipo di bevanda potesse piacere al ragazzo, offrendogliene una diversa ad ogni incontro senza mai chiedergli nulla.
>Grazie alle sue capacità di deduzione, Lon aveva capito che si trattava di una sorta di mossa di apertura. L'Umano non chiedeva delucidazioni sui suoi gusti perché attendeva che fosse Lon ad aprirsi a lui, rivelandogli cosa gli piacesse. Ma il Betazoide, che pure aveva trovato giovamento da diversi dei consigli ricevuti da quell'Umano, non si sentiva ancora pronto ad aprirsi realmente con lui.
>Era seduto sul divanetto, l’ultimo traguardo di un lungo percorso che era iniziato con il rimanere in piedi vicino alla porta, passando per due diverse poltroncine ed il pavimento. Non aveva la minima idea di cosa pensasse il consigliere in quel momento, il Tenente Cond era un muro bianco sul quale non si disegnava alcuna emozione. Era stato così fin dall’inizio e così sarebbe rimasto fra loro fino a quando non fosse stato Lon a cambiare idea. “Credi forse di essere l’unico a non sopportare l’eccessiva intimità betazoide?” aveva osservato il Consigliere con un sorriso durante il loro primo colloquio.
>"É stato lei a convocarmi, Consigliere..." decise quindi di rispondere. Un'apertura cauta e neutrale, che non causò significative variazioni nel muro di bianco emozionale del suo interlocutore "Il nostro incontro periodico era fissato per mercoledì prossimo."
>"Hai ragione..." ammise sorridendo il Consigliere che, in tanti anni di servizio, aveva appreso la difficile arte della pazienza coi suoi assistiti "permettimi di riformulare la domanda...c'é nulla di cui vorresti parlarmi?" leggerissimo picco emotivo di colore pastello...divertimento? "O di cui ritieni di dovermi parlare?"
>Così formulata, la domanda non poteva più essere elusa. Anche se non voleva parlarne, come Cadetto aveva il dovere di farlo "Ho colpito il Cadetto Bueller durante la simulazione della Kobayashi Maru..."
>"Interessante..." rispose il Consigliere, neutrale empaticamente quanto nel tono della voce "ed é stato...soddisfacente?"
>"É stato necessario." ribatté Basta, un po' disorientato. In effetti si aspettava una domanda sui motivi che lo avevano spinto a colpire Bueller. Con questa domanda Cond aveva spiazzato il discorso che si era preparato. Ciononostante poteva tentare di riportare la discussione sui giusti binari "era il metodo più efficiente per raggiungere l'evacuazione della nave."
>"E lui condivide questa tua idea?" gli chiese l'Umano "ne avete parlato?"
>"É venuto da me a mensa. Si é seduto non invitato..." riferì Lon, ritenendo che - con ogni probabilità - il Consigliere già lo sapesse “Bueller mi guardava come se volesse restituirmi il pugno, nonostante sorridesse."
>Sotto lo sguardo incuriosito del tenente, Lon annusò la bevanda che aveva sotto il naso, senza però accennare a toccarla, quindi continuò “Il cadetto Graahn mi ha impedito con una gomitata di invitarlo a farlo," una smorfia seccata si disegnò sul suo volto mentre inconsciamente si massaggiava il fianco, e la sua amica del cuore ci guardava fra il deluso e il sorpreso."
>“E com’è finita?” chiese con aspettativa appena accennata il Consigliere, forse sperando che questa parte del discorso lo portasse ad esternare qualche sentimento.
>“Bueller ci ha offerto da bere, ho rifiutato... Jones si è offerta di andare a prendere le bevande ed ha portato con se il cadetto Graahn.”
>Silenzio. Evidentemente Cond non riteneva fosse soddisfacente e attendeva un proseguo. Per esperienza, Lon sapeva che lo avrebbe tenuto lì a lungo, anche a costo di rinviare gli appuntamenti successivi.
>“A quel punto il cadetto si è massaggiato il mento ed io ho commentato che se l’era meritato. Lui ha risposto con un‘è vero, ed è finita lì.” Concluse rapidamente Lon, cercando di dare un tono definitivo alla cosa. Non era finita davvero lì, ma il resto della discussione era troppo assurdo e spiazzante per riferirlo.
>“Descrivi i tuoi compagni con la tecnica che abbiamo iniziato ad usare.” Chiese Cond, apparentemente credendo alla messinscena del Betazoide.
>Basta sbuffò, poi socchiuse gli occhi riflettendo. “Bueller è talmente accecante che non capisci cosa c’è dietro, probabilmente nulla. Jones è una fiamma, arde costantemente, leale, incosciente. Graahn è l’azzurro dell’acqua, la pioggia che porta la quiete, ma che se si trasforma in tempesta ti schiaccia.” la mano tornò di nuovo al costato.
>“E tu come ti descriveresti?”
>“Io sono nero,” rispose senza esitazione “non c’è nulla in me.”
>Il Consigliere rimase silenzioso a quella risposta, dopodiché sorrise sornione e disse "Molto bene, Lon... lavoreremo ancora su questa cosa, finché non troveremo un colore migliore che ti descriva. Intanto... perché non rifletti su quello che realmente ti ha detto Bueller a mensa? Quando vorrai, poi, lo riferirai anche a me."
>Solo nella sua stanza in Accademia, Lon fissò il soffitto pensieroso. Con Cond aveva fatto bellamente finta di nulla, ma a sé stesso non poteva mentire. Bueller aveva detto altro, qualcosa di inaspettato e difficilmente credibile.
>"Penso che sappia che stanno selezionando Cadetti per il Progetto Hope..." aveva detto con un ghigno divertito, mentre la sua luce diventava ancora più brillante "Spero che non lo farà ancora quando sarà il mio Capo della Sicurezza ed io il suo Capitano...."
>*Sta scherzando...* si disse allora il Betazoide, e anche in quel momento lo pensava. Lui lo aveva preso a pugni e Bueller gli offriva di fargli da Ufficiale Superiore, se avesse avuto il comando? "Certo che lo rifarei, a parità di situazione..." aveva risposto.
>"Vedremo..." aveva risposto Bueller.
>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31 dicembre 2394 - Ore 04:05
>"Dobbiamo ripiegare, la nostra posizione diventerà presto insostenibile!" gridò Basta, per farsi sentire al di sopra del suono dei raggi Phaser che saettavano ed impattavano ovunque.
>"Non mi sembra ce la stiamo cavando tanto male!" rispose di rimando il Capitano Bueller, sollevandosi per sparare un colpo alla cieca verso quanto restava di una porta di duranio, dietro la quale erano barricati un numero imprecisato di Romulani.
>Si trattava di una spacconata, e lo sapevano entrambi. Erano rimasti in sette ed avevano almeno altrettanti feriti, mentre la maggior parte dei Romulani era ammassata oltre l'angolo, trattenuta solo dal numero limitato di armi a particelle delle quali erano riusciti ad impadronirsi
>Lon fu tentato di sferrare nuovamente un destro al mento di Bueller, ma si trattenne. Se avesse stordito il Capitano non sarebbero stati in numero sufficiente a portare con loro tutti i feriti, e non era accettabile lasciare prigionieri ai Romulani. Inoltre Luna, che era china accanto a loro con un fucile Phaser tra le mani ed una Bath'Leth legata alle spalle, probabilmente non avrebbe approvato, finendo per opporsi e peggiorare ulteriormente la loro situazione tattica.
>"Senza rinforzi avranno comunque la meglio..." disse il Capo della Sicurezza, chiudendo la mente alle fiamme furiose che erano le emozioni dei due membri della Sezione Comando e ricominciando a sparare "meglio retrocedere ora che abbiamo copertura, evacuare i feriti e barricarci in una posizione più difendibile."
>"I rinforzi arriveranno presto..." rispose sicuro Bueller, a voce abbastanza alta da farsi sentire dagli altri, rincuorandoli "non permetteremo a quei bastardi dei Romulani di prendere l'hangar e filarsela con le nostre navette!"
>Ma ora le sue fiamme erano velate di dubbio, un dubbio che Basta condivideva *Dove accidenti sono i nostri rinforzi?*
>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Contemporaneamente
>L'atmosfera sulla Plancia della Hope era estremamente tesa e la stanchezza di numerose ore di scontri stava logorando i cadetti assegnati alle varie postazioni. Solo Rest - che pur essendo stato investito del comando non si era spostato dalla consolle tattica - pareva imperturbabile nell'osservare una riproduzione tridimensionale della nave, dove numerosi segni rappresentavano gli scontri in corso.
>Davanti alla postazione vi erano tre cadetti i quali - a seguito dell'interruzione delle comunicazioni interne e della disattivazione dei sensori - fungevano da portaordini muovendosi attraverso i Tubi di Jeffries, riferendo in continuazione l'andamento degli scontri e portando alle varie cellule Federali gli ordini del Vulcaniano.
>"E siamo stati costretti ad abbandonare la Sezione 11 del Ponte 5..." riferì il Cadetto Paulson, del Laboratorio Botanico "I Romulani si sono piazzati nella Palestra e hanno installato lì un punto di comando. Abbiamo avuto nove feriti, di cui tre gravi...il signor Topper li ha stabilizzati ma..."
>"Quindi ora la Sezione 9 é libera da forze ostili?" domandò l'Ufficiale Tattico, che pareva più interessato ad aggiornare il proprio schema tattico che al conteggio delle perdite.
>"Io...non saprei, signore..." ammise il Cadetto, spiazzato "stavamo indietreggiando verso le Sezioni 12 e 13...non abbiamo..."
>"Verificate e riferite." ordinò Rest, con tono definitivo che non ammetteva repliche. Quindi, quasi con un ripensamento, aggiunse "quanto al resto del gruppo...data la conformazione del Ponte dovreste riuscire nella prossima ora a contenere i Romulani nella Sezione 11. Se dovessero ricevere rinforzi siete autorizzati ad utilizzare i Tubi di Jeffries per ripiegare sul Ponte 4."
>Detto ciò il Vulcaniano si disinteressò completamente del proprio interlocutore, concentrandosi invece sul Guardiamarina Esteban, uno degli uomini della Sicurezza. Esteban era un Umano di origini sudamericane, in quel momento incapacitato al servizio attivo a causa di una brutta ferita alla spalla destra rimediata in uno degli ultimi scontri, cosa che gli impediva di tenere un'arma ma non di fare da messaggero "Mi dica, Guardiamarina..."
>"Signore, la situazione presso l'Hangar principale é insostenibile. Per mantenere la posizione necessitiamo di almeno altre dieci unità armate...." riferì l'uomo della Sicurezza, palesemente irritato per essere stato costretto ad attendere che Rest ricevesse prima gli altri rapporti.
>Dal canto suo, il Tattico non rispose immediatamente, preferendo studiare prima il suo schema della nave, come se in quei diagrammi e simboli vi fossero le risposte che cercava. Dopo circa trenta secondi disse "Al momento non è possibile stanziare altre unità presso l'Hangar. Se non riuscite a sostenere l'impatto nemico ritiratevi."
>"Col dovuto rispetto, signore..." rispose Esteban, evidentemente vicino a perdere la pazienza "anche il signor Basta ha proposto questa linea di azione, ma il Capitano non intende cedere ulteriori posizioni al nemico, ritenendo che non sia opportuno consegnare ai Romulani le nostre navette."
>"In tal caso il Capitano dovrà difendere l'Hangar con gli uomini a sua disposizione." ribatté secco Rest, prima di tornare a concentrarsi sui suoi schemi, completamente dimentico di tutto il resto.
>Il volto di Esteban si fece rosso, mentre l'ira montava evidentemente in lui. Stava per ribattere stizzito, quando il Consigliere lo avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla e dicendogli gentilmente "Guardiamarina... Sul Ponte 2 é stata allestita una infermeria di emergenza...perché non va a vedere lì se qualcuno dei feriti meno gravi é in grado di darvi supporto?"
>"Farò così, signore...grazie..." rispose l'uomo della Sicurezza, lanciando a Rest un'ultima occhiata di fuoco prima di andarsene.
>"Signor Rest, possiamo parlare un momento?" chiese poi la giovane Risiana, indicando al Vulcaniano l'Ufficio del Capitano.
>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Contemporaneamente
>"Mi pare nervosa, Dottoressa..." commentò laconico Smith, osservando la responsabile dell'Infermeria mentre si muoveva tra i pazienti, alcuni stesi sui bioletti ed altri a terra, in brande di fortuna.
>"E lei mi pare sin troppo tranquillo, signor Smith!" ribatté la giovane donna, lanciandogli un'occhiata stizzita "In fondo non ha più il suo travestimento e - se i Romulani dovessero giungere sin qui - lei sarebbe un bersaglio tra i tanti. Forse addirittura un bersaglio prioritario, visto che é più vecchio e ragionevolmente più esperto di noi."
>"Ma i Romulani non arriveranno qui..." rispose semplicemente la presunta spia "i suoi colleghi sono stati estremamente efficienti nell'isolare questa zona..."
>*Forse anche troppo..." pensò, e lo sguardo le cadde sulle doppie porte d'accesso, al momento bloccate. Dietro di esse, Melanne lo sapeva, i corridoi della Sezione erano stati decompressi su ordine della Plancia, creando una situazione di vuoto in tutto il Ponte.
>La Dottoressa ripensò a quanto accaduto circa otto ore prima, e non poté che rabbrividire nuovamente.
>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Otto ore prima (Flashback)
>Melanne stava riflettendo su quello che lo schermo del suo terminale le mostrava, ma in realtà i suoi pensieri erano focalizzati su due persone: il Capo della Sicurezza e l'Ufficiale Tattico Capo.
>*Ma con tutto quello che é successo, come accidenti gli é saltato in mente di perdere tempo a scrivere questa roba?* si domandò l'Umana, picchiettando con l'affusolato indice della mano destra lo schermo, sul quale era aperta una notifica di proposta di Nota di Demerito.
>L'autore della proposta - il Vulcaniano Rest - aveva trasmesso la nota a tutti gli interessati, oltre che al Capitano e al Primo Ufficiale. In pratica, il Capo della Sezione Tattica richiedeva che i vertici della nave emettessero Nota di Demerito verso lui stesso e gli altri tre Ufficiali presenti durante l'interrogatorio del signor Smith, con la motivazione che nessuno di loro era stato in grado di prevedere o prevenire il suicidio - meglio, il falso suicidio - del sospettato.
>*E il bello é che ha pure ragione...* si disse la Dottoressa, chiudendo la nota. Non poteva infatti contestare la veridicità delle motivazioni addotte da Rest, anche se non riusciva a capire come diavolo la cosa fosse venuta in mente a quel Vulcaniano asociale in quel momento, quando era estremamente probabile che tutti loro venissero spazzati via a minuti dalla faccia dell'Universo.
>*Probabilmente dipende dalla struttura mentale Vulcaniana, che nel suo essere estremamente logica tende a compartimentare le problematiche, finendo per non far caso a tali...sciocchezze.. *
>Ci sarebbe stato da riderci sopra, se Lon non avesse preso la cosa mortalmente sul serio, mollando lì ciò che stava facendo per andare a chiarire la faccenda con il collega. Melanne aveva cercato di impedirglielo, ma non c'era stato verso. Tra Lon e Rest esisteva una incompatibilità di fondo, data da due caratteri diametralmente opposti. *E il fatto che non sia stata stabilita una catena gerarchica all'interno dei vertici della loro Sezione non aiuta di certo...*
>Forse avrebbe dovuto parlarne a Caytlin...
>"Ma non ora!" si ritrovò a ringhiare la donna, mentre la nave veniva violentemente scossa da quello che pareva un colpo diretto. Subito tutti gli allarmi si accesero e l'infermeria si animò di medici ed infermieri che - al suo comando - avrebbero dovuto gestire eventuali feriti in arrivo.
>Ed i feriti arrivarono. Inizialmente si trattava di contusioni da urto o ferite da esplosione di condotti EPS, nulla che non potessero gestire.. poi le cose precipitarono.
>Quando dalla Sala Macchine giunse notizia di numerosi feriti per un’importante esplosione, la Dottoressa Graahn ordinò di teletrasportarli direttamente in Infermeria ma - poiché le procedure di emergenza parevano non funzionare - inviò circa due terzi dei suoi uomini verso il luogo dell'incidente con barelle antigravitazionali e kit di emergenza.
>I medici e gli Infermieri non erano ancora arrivati in Sala Macchine che - inizialmente dalle zone detentive di emergenza e dopo anche dalle Sezioni e dai Ponti limitrofi - cominciarono ad arrivare feriti con bruciature di Phaser. Inizialmente stupita, Melanne aveva rapidamente scoperto che i Romulani erano fuggiti e si era rimboccata le maniche per organizzare il lavoro dell'Infermeria.
>E di organizzazione avevano avuto rapidamente bisogno, perché i feriti avevano cominciato a giungere numerosi - alcuni anche in gravi condizioni - e si era subito dimostrato necessario inviare sui luoghi degli scontri personale medico e paramedico per garantire i primi soccorsi.
>In Infermeria erano pertanto rimasti la Dottoressa, il MOE e due infermieri quando i rumori degli scontri a fuoco si erano fatti vicini, parecchio vicini. Subito dopo un paio di Cadetti erano entrati di corsa, avevano barricato l'infermiera con un campo di forza che di norma veniva utilizzato per contenere pericolose epidemie e avevano chiamato la Plancia, annunciando che il Ponte era perduto.
>Con sorpresa della Graahn, però, a rispondere non furono né il Capitano Bueller né il Comandante Xyr, ma Rest. Il Vulcaniano parve più irritato che dispiaciuto della notizia e, dopo un paio di domande, comunicò loro che sarebbero rimasti isolati in fino a fine emergenza e - senza ulteriori preavvisi - decompresse il Ponte, eliminando le forze ostili presenti e isolando collateralmente l'Infermeria.
>La Dottoressa pensava che il Ponte sarebbe stato ricompresso in tempi brevi, ma poco dopo le comunicazioni cessarono e l'Infermeria rimase completamente isolata, senza più notizie di ciò che accadeva nel resto della nave.
>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31 dicembre 2394 - Ore 04:10
>"Quello P'tak!" ringhiò Luna, facendo per alzarsi in piedi indignata, ma finendo per doversi riabbassare in malo modo, mentre tre scariche di Phaser impattavano dove un momento prima c'era la sua testa.
>"Non capisco...perché Rest non vuole mandarci rinforzi per difendere l'Hangar?" chiese di rimando Bueller, guardando Basta come se avesse la risposta.
>"Perché questa posizione é indifendibile, a meno di avere davvero molti uomini..." rispose di malavoglia il Betazoide, che al solo sentir parlare dell'Ufficiale Tattico Capo aveva il nervoso, ma che non poteva in cuor suo negare la valutazione del collega "il corridoio é troppo largo e povero di intersezioni dalla nostra parte, mentre i Romulani possono sfruttare i magazzini di stoccaggio dei pezzi di ricambio - nonché i pezzi di ricambio più grossi - come coperture...."
>Non era nulla di nuovo, loro stessi avevano usato quelle stesse coperture prima di venire costretti a ripiegare dalla superiorità numerica nemica, ma sembrava che Bueller non volesse - o non potesse - accettarlo. Per questo controbatté "Se gli lasciamo l'hangar, però, potranno prendere le navette per lasciare la Hope...e potrebbero anche distruggerla, se sparassero sul Nucleo di Curvatura!"
>"Evidentemente Rest ritiene che non abbiamo speranze di difendere l'Hangar e ha deciso di farlo in maniera più decisa, magari decomprimendo il Ponte, come ha fatto per l'Infermeria e la Sala Macchine." commentò il Cadetto Jones poi, riflettendoci, aggiunse "Ma non funzionerebbe...in quei magazzini ci sono diverse tute EVA..."
>"Beh, anche se Rest non crede che potremo tenere la posizione, io dico che ce la faremo. Non dimenticate che dobbiamo tenere duro solo fino all'arrivo della nave appoggio della Sezione 31..." affermò deciso Bueller "sentite cosa faremo..."
>Lon avrebbe voluto protestare contro la follia di continuare a cercare di tenere una posizione indifendibile, ma ciò che suggerì dopo il Capitano lo obbligò a tacere. Non era una cosa folle, o impossibile. Era una cosa folle E impossibile. E molto altro.
>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 – Contemporaneamente
>Il Consigliere Caytlin prese un lungo respiro prima di parlare. Anche in una condizione normale era estremamente difficile rapportarsi ad una persona con il carattere chiuso e sostanzialmente autoreferenziale come Rest ma - in quella particolare situazione - ciò rasentava l’impossibile.
>Il Vulcaniano aveva accettato di malavoglia di seguirla in Sala Tattica e - non appena le doppie porte si erano chiuse alle loro spalle - si era messo in piedi in una posizione formale di riposo e l’aveva trapassata con lo sguardo. Il suo “Mi dica pure, Consigliere…”, benché detto con formale cortesia, era suonato alle orecchie della Risiana come un “Sbrigati a dire la stupidaggine che stai pensando, piccola rompiscatole ignorante, che ho da fare cose più importanti che dar retta a te ed ai tuoi piagnistei…”…”
>Ma - e Caytlin non poteva che ammetterlo - si trattava solo di una sua impressione dettata dall’irritazione che si era generata in lei quando aveva scoperto che il Vulcaniano l’aveva inclusa nel novero di persone meritevoli di Nota di Demerito a seguito degli eventi riguardanti il prigioniero in Infermeria.
>“Signor Rest, credo che dovrebbe riconsiderare la sua decisione di non inviare rinforzi al Capitano Bueller.” Affermò, diretta e decisa. Con i caratteri come quello del Capo della Sezione Tattica, infatti, gli approcci indiretti ed i giri di parole tendevano a generare solo irritazione crescente e assenza di stimolo ad intavolare una comunicazione costruttiva.
>Ad oggi modo– come c’era da aspettarsi– il Vulcaniano non ebbe nessuna reazione evidente alla frase del Consigliere, se non un leggero inarcamento del sopracciglio sinistro, troppo lieve per capire se si trattasse di una dimostrazione di divertimento, irritazione o curiosità. “Interessante.” Disse dopo un po’ "Evidentemente ritiene che la mia gestione strategica delle risorse della nave non sia efficiente. E mi dica, come crede che il distogliere personale dalle aree critiche del conflitto per dislocarlo in uno scontro inutile e destinato alla sconfitta migliorerebbe la nostra soluzione globale?”
>Nonostante la costante cortesia ed il tono discorsivo, Caytlin sentì la temperatura ambientale abbassarsi di parecchi gradi e non poté non mordersi la lingua. Nel suo voler essere diretta per attrarre l’attenzione del collega sul suo punto di vista, aveva inavvertitamente toccato un qualche filo invisibile, che lo aveva fatto sentire messo in discussione in quello stesso campo in cui si considerava - a ragione, stando alle esperienze curricolari - un maestro.
>“Temo che mi abbia frainteso, Rest…” corse ai ripari la ragazza “io non capisco nulla di strategia e non ho idea delle strategie che sta applicando. Personalmente posso non capire perché abbia isolato la Sala Macchine o l’Infermeria, ma so una cosa: il Capitano non abbandonerà l’Hangar, se ha deciso che è importante difenderlo. Ed è suo dovere aiutarlo.”
>"Mi perdoni, Consigliere. Fino a questo momento ho ritenuto che mio dovere fosse neutralizzare la minaccia Romulana e riprendere il controllo della Hope, riducendo al minimo le perdite in termini di vite, con riguardo prioritario per quelle dell'equipaggio. Se ritiene che non sia così, provvederò a ridefinire le mie strategie in funzione degli obiettivi attesi."
>La Risiana si sentì formicolare la mano, come se l'arto stesso la implorasse di essere lasciato libero di impattare sulla faccia di Rest. Ma lei era una professionista, benché priva di chissà quali esperienze, e capiva perfettamente che il Vulcaniano la stava provocando. Così gli sorrise e -con tono innocente - domandò "E non sarebbe possibile raggiungere sia l'obiettivo generale che quello stabilito dal Capitano?"
>"Non senza una inutile perdita di vite." rispose il Vulcaniano, ora mortalmente serio "La strategia generale prevede che i Romulani, una volta individuata la possibilità di prendere l'Hangar, dirottino verso tale obiettivo un maggior quantitativo di risorse, riducendo per forza di cose la pressione su determinate aree per noi prioritarie."
>"E cosa le fa pensare che lasceranno sguarnite proprio le aree che vuole lei?" chiese a questo punto il Consigliere, quasi intimorita da quel tono di certezza matematica nella voce di Rest. Lo aveva sentito spesso negli scienziati Vulcaniani, quando parlavano di complesse formule matematiche o algoritmi atti a descrivere fenomeni scientifici anche complessi ma - applicato ad un campo così aleatorio come le strategie belliche - le dava i brividi ed una strana impressione di follia maniacale.
>“Venga, Consigliere” le rispose compiaciuto il Vulcaniano “Mi permetta di introdurla nell’affascinante mondo della guerra strategica.”
>I due ufficiali si spostarono alla Postazione Tattica di Plancia, dove Rest avviò una sorta di simulazione, in cui diversi segnalini di unità si spostavano in maniera quasi contemporanea.
>"Come può vedere..." spiegò il Vulcaniano, indicando una serie di punti dove erano stanziati numerosi gruppi di Cadetti "Questi passaggi sono ben protetti. Ciò lascia alle forze Romulane questo percorso specifico, dato che il Ponte dell'Infermeria é isolato."
>Caytlin osservò la cosa per un po', ma per lei aveva scarso significato. Lei vedeva decine di altri possibili percorsi e lo fece notare al collega "E se passassero da qui?"
>Ma le probabilità che scoprisse così, a prima vista, una falla nel piano che Rest aveva così accuratamente studiato erano poche, e lo sapeva. Per questo non si stupì quando il collega dalla divisa ocra rispose "No, Consigliere. Lei dimentica una cosa importante: uno degli elementi più rilevanti in una operazione tattica é il tempismo. I nostri avversari non sceglieranno vie traverse che non conoscono, quando hanno un percorso già sotto il loro controllo. Ed é lo stesso motivo per cui in queste ore non hanno sfruttato i Tubi di Jeffries...non hanno dimestichezza con la nave e con le sue planimetrie e rischierebbero di venire sopraffatti in imboscate."
>"Ma se prendessero l'hangar potrebbero andarsene con le navette, no?" chiese la ragazza, sentendosi sempre più frustrata da quella conversazione.
>"Sì Consigliere, ma non immediatamente. Le navette sono state bloccate con un codice crittografato a trenta cifre. I Romulani impiegheranno ore a decifrarlo..."
>"E che succederà quando lo avranno decifrato?" chiese la Risiana, anche se credeva di aver già intuito la risposta dall'atteggiamento tronfio del Capo Tattico.
>"Il conflitto sarà risolto molto prima, Consigliere..." rivelò Rest, mentre uno scintillio da predatore - forse la prima vera emozione che Caytlin gli avesse mai visto esternare - si accendeva per un istante nei suoi occhi "secondo i miei calcoli riavremo il controllo della nave nei prossimi quaranta minuti."
>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05
>“E, ovviamente, non ha ritenuto necessario dirti come aveva intenzione di concludere gli scontri…” affermò Melanne, sorseggiando un bicchiere d’acqua come fosse una specie di cocktail. Le riparazioni erano ancora in corso e – con i Replicatori fuori uso – si sarebbero dovuti accontentare di razioni di emergenza standard per qualche giorno.
>“In effetti non glielo ho neppure domandato…” rispose il Consigliere, muovendosi leggermente a disagio sulla sedia e lasciando perdere la razione che stava intaccando con la forchetta “Il mio primo pensiero è stato quello di correre ad avvertire il Capitano e Lon che l’Hangar andava abbandonato al più presto.
>“Non credo te lo avrebbe detto comunque…” rispose la Dottoressa “quel ragazzo è incomprensibile…”
>“Non è incomprensibile, è solo completamente asociale…” rispose il Consigliere “E credo che viva tutta la sua esistenza come una continua partita a scacchi, con mosse e contromosse… a volte mi verrebbe voglia di dargli una sberla per riportarlo alla realtà, anche se non è molto professionale.”
>“No, non funziona…” rispose secco Lon, parlando per la prima volta da quando si era seduto a tavola con le due donne. Il suo tono era cupo e deciso, ed il fatto che si stesse osservando le nocche della mano destra non sfuggì a nessuno.
>"Cosa hai combinato, Lon?" chiese Melanne,
>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31 dicembre 2394 - Ore 04:20
>Il Consigliere Caytlin giunse di corsa all'intersezione dove era asserragliato il personale Federale, massaggiandosi con vigore gli avambracci, rimasti scorticati durante il passaggio a gattoni in un Tubo di Jeffries.
>Giunta a destinazione, la ragazza trovò quasi tutti i Cadetti - compresi i feriti che lei stessa aveva suggerito di inviare lì - intenti a mantenere un pesante fuoco di sbarramento contro le postazioni Romulane, mentre Bueller, Basta e Jones stavano armeggiando con alcuni pannelli che coprivano dei condotti ODN.
>"Consigliere, come mai da queste parti?" domandò Ferris, simulando un'allegria che non sentiva da circa otto ore "Le mancavo?"
>"Capitano, deve evacuare i suoi uomini entro la prossima mezz'ora..." avvertì la Risiana, con tono leggermente isterico, ignorando il tentativo di umorismo fuori luogo di Bueller. Per quanto avesse preso parte agi addestramenti dell'Accademia, infatti, nulla l'aveva preparata all'effetto che fanno i raggi Phaser quando ti si schiantano a meno di mezzo metro dalla testa.
>Colpiti dal tono di urgenza nella voce della ragazza, Bueller e Luna poggiarono a terra la sezione di paratia smontata e la fissarono con intensità "Perché, che succederà tra mezz'ora?" chiese l'Umano.
>"Non ho capito bene tutti i dettagli..." iniziò il Consigliere, imponendosi respiri profondi per recuperare il controllo della respirazione e - indirettamente - del proprio piano emotivo "ma Rest ha imbastito una strategia per recuperare alcune aree chiave della nave e - secondo le sue previsioni - entro quel termine si concentreranno qui almeno un terzo dei Romulani presenti a bordo. Se non vi ritirate sarà una carneficina!"
>A quelle parole Bueller si fece meditabondo, lanciando rapide occhiate in sequenza a Luna e al condotto dati scoperto, mentre istintivamente cominciava a mordersi il labbro inferiore.
>Sentendosi chiamata in causa da quegli sguardi, Luna gonfiò il petto prima di aggiungere "Ha ragione, devi far ritirare i nostri. Il piano possiamo farlo funzionare anche senza supporto qui fuori..."
>"Avrete molto meno tempo..." fece notare l'amico.
>"Ce lo faremo bastare." replicò secca Luna. Quindi, voltandosi verso Basta, chiese "Siamo pronti?"
>Il Betazoide, che si era infilato strisciando nello spazio sottostante il condotto ODN, rispose "sì, lo spazio é sufficiente."
>"Sentito?" domandò Luna, scoprendo i denti come se già assaporasse la battaglia "Noi andiamo, voi chiudete il pannello e ritiratevi!"
>Quindi sgattaiolò dietro il Capo della Sicurezza, scomparendo nella spessa paratia dell'Hangar. Quando entrambi i piedi furono scomparsi all'interno, Bueller fece un sospiro e afferrò il pannello che avevano rimosso quindi, armato di cacciavite sonico, si voltò verso Caytlin e disse "Forza Consigliere...mi aiuti a richiudere questa paratia!"
>Quindi, abbandonato l'atteggiamento dimesso, assunse una postura più dritta ed un tono deciso e disse ai sui uomini "Coraggio ragazzi, dobbiamo resistere solo pochi altri minuti. Preparatevi a ripiegare!"
>U.S.S. Hope - Magazzino componenti informatiche nr.3 - 31 dicembre 2394 - Ore 04:22
>I membri della squadra speciale comandata dal Comandante Rodriguez si guardarono intorno, rabbrividendo alla vista dei segni dello scontro appena conclusosi che - in quel corridoio - era stato particolarmente brutale e violento.
>Prigionieri e feriti potevano anche essere già stati rimossi, ma gli sfregi sulle paratie e le chiazze di sangue sarebbero rimaste per molto tempo, per lo meno nelle loro menti.
>"C...cavolo..." esclamò il Tenente Mexe, il responsabile del Laboratorio Informatico, entrando nell'angusto magazzino con un DiPadd in mano "tutto quel caos per riprenderci un semplice magazzino di parti di ricambio?"
>"Concentrati sul trovare quei pezzi..." lo rimbrottò il Capo OPS, che già si era chinato accanto ad una cassa e l'aveva aperta, prelevando alcune componenti "Hai sentito Rest, abbiamo meno di quindici minuti per farci trovare fuori da qui..."
>“A me pare una follia…” commentò il Cadetto Mayers, del Laboratorio di Intelligenza Artificiale, mentre infilava diversi cavi e componenti in una sacca. Tutti e tre avevano ricevuto istruzioni precise da Rest su cosa il Vulcaniano si aspettava facessero e con che tempistiche, ma dei tre solo Paulo aveva realmente compreso l’obiettivo di quel piano.
>“Ok, abbiamo tutto, muoviamoci!” esclamò poco dopo Paulo, stringendo in mano una torcia al Plasma per la lavorazione degli scafi, una sorta di proiettore lungo due metri ed in grado di generare un getto di energia a temperatura tale da intaccare il Duranio.
>I tre Cadetti, accompagnati da un uomo della Sicurezza armato di Fucile Phaser, abbandonarono rapidamente il Magazzino e - seguiti dagli scontri che si stavano nuovamente avvicinando a quella Sezione del Ponte - procedettero per circa una quarantina di metri, fermandosi davanti al punto di accesso di un Tubo di Jeffries. Mentre il membro della Sicurezza controllava il corridoio, Paulo si chinò a terra e rimosse rapidamente la copertura del condotto, facendo subito cenno ai due colleghi della Scientifica di entrarvi.
>I due colletti blu obbedirono rapidamente e, dopo essersi chinati, cominciarono a gattonare nel condotto che si dipanava davanti a loro. Quando ebbero lasciato spazio sufficiente per passare, anche il membro della Sicurezza si infilò dentro e - spostatosi indietro di circa un metro - puntò il fucile verso l’esterno. Rapidamente Rodriguez lo raggiunse e, sfruttando una maniglia magnetica, riposizionò la copertura del Tubo di Jeffries al suo posto, dopodiché fece cenno a tutti di avviarsi.
>Dalla relativa sicurezza del condotto i quattro Cadetti sentirono lo scontro raggiungere la posizione dove ormai si trovavano, ma se ne allontanarono senza emettere un fiato e procedettero tanto rapidamente quanto gli spazi angusti consentissero loro, verificando periodicamente la direzione con l’ausilio dei Tricoder sui quali era stata caricata l’intera mappatura dei passaggi di manutenzione.
>“Qui!” disse il Capo delle Operazioni, indicando una paratia all’apparenza identica alle altre, ovvero solida e liscia “Mexe, Myers…isolate i condotti del Plasma ed i condotti dati in questo segmento!””
>I due scienziati - benché non particolarmente avvezzi a questo tipo di attività - si diedero da fare mentre Paulo installò a terra una specie di treppiedi, sul quale montò la pesante Torcia al Plasma. Una volta certo che le sue azioni non avrebbero generato una fuga di gas incandescenti, Rodriguez fece allontanare la sua squadra ed attivò la Torcia, scavando il metallo della parete del condotto con movimento circolare, sino a creare un buco largo poco più di un metro.
>Non appena la parete metallica fu abbastanza fredda, il Cadetto della Sicurezza vi si avvicinò e - con un calcio ben piazzato - la fece cadere a terra, seguendola subito dopo col fucile spianato.
>“Ok, venite pure…” disse dopo un po’, dando anche agli altri tre il permesso ad accedere all’angusta sala in cui erano sbucati, prima di portarsi vicino alla sola porta d’accesso, puntandovi contro il fucile Phaser.
>“Secondo Rest non dovrebbe esserci più nessuno lì fuori, ma preferisco che lei tenga comunque la posizione, Sanders…” approvò Rodriguez, per poi voltarsi verso il loro obiettivo, un piccolo nucleo di memoria del computer, isolato rispetto ai tre nuclei principali della nave.
>Mexe fu il primo a fare la sua parte, collegando il proprio Tricoder all’interfaccia del computer e dicendo “E’ come aveva detto il signor Rest…i Romulani non si sono presi la briga di disabilitare questo Nucleo come hanno fatto con il Computer Principale…””
>“Probabilmente neppure sapevano che ci fosse un nucleo di memoria aggiuntivo dedicato alla sola gestione del Medico Olografico di Emergenza…” ragionò Myers, mentre utilizzava i condotti dati che aveva recuperato dal magazzino per effettuare una serie di collegamenti di emergenza con la rete ODN principale della nave, lì dove l’avevano isolata prima di tagliare la paratia "In fondo é stata una aggiunta recente, pensata per garantire il supporto di un M.O.E. alle navi più vecchie..."
>“Ma non capisco cosa voglia farsene…” continuò Mexe, mentre richiamava rapidamente le subroutines del M.O.E. “questo Computer dispone di spazio di memoria e capacità di calcolo ottimizzate per la gestione del solo programma del Medico Olografico di Emergenza… non è possibile usarlo per fare altro…”
>“Infatti, prima dovremo fare un po’ di spazio…” affermò con un ghigno Rodriguez, prendendogli di mano il Tricoder e collegandovi una unità di memoria esterna. Quindi, quando Myers gli ebbe fatto cenno di aver completato i collegamenti fisici alla rete ODN, avviò il programma che si trovava sulla memoria installata “ecco, così!”
>“Ma… signore, sta decompilando il programma!" esclamò stupito e un po' scioccato Mexe "Non abbiamo un backup del M.O.E. a bordo!"
>"Pazienza, ce ne installeranno uno nuovo alla prima Base Stellare..." rispose Paulo, con una chiara alzata di spalle. Quindi, quando vide che la decompilazione era terminata, avviò un secondo programma "Mi serviva spazio per questo..."
>"Una copia di backup del computer di bordo?" domandò Myers, verificando a sua volta col tricoder delle stringhe a campione di ciò che stava venendo installato "Non pensavo che il Computer che gestisce il M.O.E. avesse la capacità di calcolo necessaria..."
>"Infatti non ce l'ha..." affermò Rodriguez "questa é una versione più leggera, limitata alle funzioni dei sensori interni, delle comunicazioni e dei sistemi di sicurezza. Non gestisce né la navigazione, né le armi e tantomeno gli apparati scientifici."
>Quindi, finita l'installazione, si sfiorò il comunicatore e disse "Rodriguez a Rest...computer di emergenza in linea..."
>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31 dicembre 2394 - Ore 04:32
>Dopo aver respinto le residue forze Federali, i soldati Romulani, guidati dal Subcomandante Rover, si ammassarono davanti alle grandi porte dell'Hangar navette.
>Per prendere quella struttura avevano dovuto abbandonare numerose postazioni conquistate nelle ore precedenti, ma ciò non era importante. Quei ragazzini con cui si stavano battendo erano stati bravi a sufficienza da impedire loro di conquistare la Sala Macchine - e con essa la nave - isolando l'intero ponte, ma non erano riusciti a contrastarli su questo obiettivo.
>"Decurione Milok, apra queste porte!" ordinò all'Ingegnere Capo, che rapidamente si avvicinò alle porte di sicurezza e - dopo aver asportato quei pannelli removibili che nelle ultime otto ore aveva imparato a conoscere così bene - cominciò a trafficare sui comandi.
>Ci vollero circa cinque minuti prima che le porte si sbloccassero e anche così - senza l'ausilio dei computer, che avevano disabilitato come primo obiettivo per impedire ai federali di usare teletrasporti, sensori e campi di forza - dieci soldati dovettero mettersi di buona lena per riuscire ad aprirle.
>Non appena lo spazio fu sufficiente, Rover inviò i suoi uomini nell'Hangar con l'ordine di stanare ed eliminare rapidamente i Federali. Purtroppo i suoi non disponevano di disgregatori ma solo di Phaser sottratti ai federali caduti. Queste armi, oltre che più difficili da impugnare, avevano pesanti limitazioni nel loro uso, limitazioni preprogrammate che riducevano l'output di danno al solo stordimento o - al più - ad un raggio a bassa intensità fatto apposta per non danneggiare gli scafi.
>*Ciononostante riusciremo ad andarcene e a tornare vincitori....* pensò il Subcomandante, vedendo che l'hangar ospitava - oltre alle navette Federali - anche la parte anteriore di una delle navette aliene che avevano il compito di recuperare ed un caccia Klingon *Certo, il Riov é stato fatto prigioniero, ma tanto aveva perso la nave, quindi sarebbe stato ugualmente giustiziato...*
>Perso in questi pensieri, il Romulano non si accorse di un dettaglio all'apparenza strano. Tutte le navette erano infatti disposte nell'hangar con i musi rivolti verso i portelloni esterni, per facilitarne il decollo...tutte meno una.
>D'altro canto, il Subcomandante Rover non poteva sapere che - circa 10 minuti prima - i Cadetti Jones e Basta erano entrati nell'hangar strisciando all'interno delle paratie e, con l'aiuto di un Forklift antigravitazionale, avevano girato la Navetta Archer prima di intrufolarvisi all’interno.
>Se lo avesse saputo, probabilmente, sarebbe stato più cauto nel disporre i quaranta uomini che lo avevano seguito…ed il piano del Capitano Bueller non avrebbe avuto successo.
>“Ho finito di disabilitare il blocco crittografato…” annunciò invece Luna, dentro la navetta. Sia lei che Basta erano accucciati sotto i comandi, così che non risultassero visibili dall’esterno attraverso lo schermo di plastiacciaio trasparente che fungeva da finestrone anteriore.
>“Computer in linea…” confermò Basta, che faceva un po’ ridere chinato e quasi accartocciato tra il sedile del copilota e la consolle “ed appena in tempo, direi…”
>“Avanti!” lo incitò il Cadetto Jones con un ghigno decisamente Klingon “Facciamo vedere a questi bastardi dal sangue verde chi comanda qui!”
>Ciò detto, i due si misero rapidamente a sedere e – prima che i Romulani riuscissero a disperdersi, Luna attivò i propulsori ventrali della navetta, sollevandola di circa mezzo metro da terra e facendo cadere proni gli avversari più vicini.
>“Scudi alzati…” annunciò Lon, mentre i più reattivi tra i Romulani cominciavano a sparare inutilmente contro la navetta biposto ed i più svegli – invece – si dedicavano ad una rapida fuga “procedo a neutralizzare gli avversari!”
>Al di fuori della Federazione non tutti conoscono le esatte capacità dei Phaser montati dalle navi della Flotta Stellare. Ovvero, molte razze conoscono i loro output massimi di danno e la loro mortale precisione, ma in pochi conoscono quanto questa arma possa essere flessibile nel suo uso.
>Nel caso specifico Basta aveva – su ordine del Capitano – ridotto al minimo la potenza dei Phaser della navetta, aumentandone al massimo la dispersione. Quando i due emettitori fecero fuoco, quindi, non scaturirono i normali raggi cremisi, ma dei ventagli di energia di circa 30° di angolo, a potenza tale da stordire chiunque si trovasse nel loro raggio d’azione e buttare a terra tutti coloro che vi fossero vicini, senza però danneggiare le strutture della nave.
>Subito i Romulani tentarono di disperdersi ma Luna, con una manovra estremamente azzardata in uno spazio così ridotto ed affollato come quello dell’Hangar, spostò la navetta davanti all’ingresso e – tenendola alzata quasi al livello del soffitto – diede modo a Basta di mirare accuratamente i suoi bersagli.
>In pochi minuti quella che doveva essere una importante conquista per le forze Romulane si trasformò in una caccia al topo, che si concluse con ventitré Romulani a terra ed il resto della forza d’assalto in fuga.
>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Ore 04:35
>Bueller entrò in Plancia come un ciclone subitò seguito da Caytlin e – immediatamente – si avvicinò alla consolle Tattica, dove Rest stava aggiornando lo stato delle forze amiche e nemiche a seguito dei rapporti di un gruppo di Cadetti messaggeri che erano ancora sugli attenti di fronte a lui.
>“Che diavolo sta succedendo Rest?” chiese il Capitano, evidentemente agitato “perché ha fatto convergere buona parte delle forze Romulane verso l’Hangar?”
>“Per garantire la sicurezza della nave e facilitare il loro contenimento, signore…” rispose il Vulcaniano, mettendosi sugli attenti ed assumendo una posa – se possibile – ancor più stoica “Secondo le mie stime, tra quattro punto tre minuti standard il signor Roriguez terminerà il suo compito, rendendoci un controllo parziale della nave e permettendoci di ottenere la supremazia tattica in questo scontro.”
>Bueller parve tentennare un momento a quella risposta. Per quanto il curriculum di Rest fosse ineccepibile e lo indicasse come uno dei più promettenti giovani strateghi della Federazione, infatti, lui lo aveva sempre trovato troppo astratto e…asettico, per potersi fidare ciecamente delle sue valutazioni. D’altro canto il fatto che l’imprevedibile – ma innegabilmente pieno di risorse – Rodriguez fosse uno egli attori del piano aumentava di molto la qualità dello stesso agli occhi del Capitano.
>Con un sospiro, Ferris si mise alle spalle del Vulcaniano e disse “Cinque minuti, eh Rest? Molto bene…intanto ha il tempo di aggiornarmi sullo stato degli scontri…”
>I cinque minuti seguenti trascorsero rapidamente, con Rest che indicava al suo ufficiale comandante lo stato delle varie truppe, riportando per ognuno dei contingenti federali anche il numero e la gravità dei feriti, cosa che un po’ stupì il Consigliere visto che – nel tempo in cui lo aveva osservato coordinare gli scontri – non era mai parso realmente interessato a questo tipo di informazioni se non per il numero di unità residue ancora in grado di combattere *Non devo mai dimenticare che questi dannati Vulcaniani hanno una memoria quasi fotografica e sono in grado di ricordare anche informazioni sentite una volta sola…* si rimproverò la Risiana.
>Lo stato delle valutazioni era giunto alla Sala Macchine – la sola vera incognita, visto che il locale era stato isolato dal resto della nave con all’interno due contingenti di numero pressoché equivalente – quando la voce di Rodriguez emerse dai comunicatori, che fino a quel momento erano rimasti muti a seguito della disattivazione dei computer di bordo =^=Rodriguez a Rest...computer di emergenza in linea...=^=
>Appena udì quelle parole, Rest si spostò verso la consolle della Sicurezza, di norma gestita da Basta in caso di emergenza, e la accese. Ci vollero alcuni minuti prima che la consolle tornasse operativa, ma quando ebbe accesso ai sensori interni, l’Ufficiale Tattico rispose, attraverso il proprio comunicatore “Qui Rest…confermo il funzionamento del sistema di emergenza. Rimanete a presidiare il tutto, tenendo d’occhio con particolare attenzione il collegamento ODN provvisorio…”
>Quindi, voltandosi verso Bueller “Capitano, abbiamo in linea i sensori interni, i campi di forza e le comunicazioni intra nave. Non appena avrò finito di inserire i parametri di identificazione amico/nemico potremo disabilitare i Phaser sottratti dalle forze Romulane.”
>A Bueller Rest non piaceva, ma ciò che il Vulcaniano disse gli strappò comunque il primo vero sorriso da otto ore a quella parte “Ottimo lavoro, signor Rest…proceda, che sono impaziente di spiegare ai nostri ospiti chi comanda!”
>U.S.S. Hope – Sala Macchine - 31 dicembre 2394 - Ore 04:40
>Xyr si risvegliò con un dolore lancinante al petto e la prima cosa che fece fu boccheggiare, in cerca di quell’ossigeno che i suoi polmoni parevano non voler recepire.
>“Cerchi di respirare lentamente, Comandante…” le intimò la voce del Dottor Sanchez, al momento poco più di una macchia scura nel suo campo visivo annebbiato dalla carenza di ossigeno “Ha diverse costole rotte e non posso sistemargliele qui, quindi il meglio che può fare sono piccoli respiri, cercando di controllare l’espansione dei polmoni. Questo la aiuterà…”
>La giovane Andoriana sentì il rumore di un Hypospray e – quasi subito – il mondo tornò a fuoco mentre il dolore andava scemando, sostituito da una sensazione ovattata piuttosto piacevole “Antidolorifico…?” domandò con voce ancora un po’ confusa, mentre attorno a lei il mondo riassumeva un aspetto comprensibile.
>Si trovava nell’Ufficio dell’Ingegnere Capo, in Sala Macchine. Il locale relativamente piccolo era stracolmo di gente, visto che ospitava accucciati a terra quasi dieci Cadetti della Flotta Stellare – fra i quali Xyr riconobbe un ancora svenuto Doohan.
>“Dove…sono gli altri…?” chiese, mentre le tornava la lucidità e ricordava che – prima di svenire – in Sala Macchine erano in venti federali e più o meno altrettanti aggressori.
>“Fuori, a tentare di respingere i Romulani…” rispose il secondo della Dottoressa Graahn con voce seria “ma non credo ce la faremo ancora a lungo…i Romulani hanno preso il piano superiore della Sala Macchine ed hanno una posizione di vantaggio incontestabile…noi siamo asserragliati qui dentro e dietro le postazioni di controllo del Nucleo di Curvatura…”
>*Nucleo di Curvatura che – fortunatamente – è stato espulso, o il fuoco di Phaser ci avrebbe già fatti saltare tutti per aria…* pensò cinicamente il Primo Ufficiale della Hope. Ma la verità era che il dottore aveva ragione, se i Romulani avevano ottenuto una posizione rialzata e loro erano stati schiacciati contro una delle pareti della Sala Macchine senza vie di fuga, avevano perso…*e presto dovrò arrendermi…* pensò, sentendo l’amaro sapore della bile salirle alla gola.
>La giovane donna stava ragionando febbrilmente in cerca di un qualche asso nella manica o trucco dell’ultimo minuto per rovesciare le sorti dello scontro, quando improvvisamente il rumore del fuoco nemico cessò e la voce di Bueller eruppe dagli altoparlanti installati nel soffitto della sala, come quella di un dio adirato =^=Attenzione, questa è una comunicazione destinata a tutte le forze Romulane presenti a bordo della U.S.S. Hope. Sono il Capitano Bueller e vi ordino la resa immediata ed incondizionata. Abbiamo disabilitato tutte le armi in vostro possesso attraverso campi di soppressione tarati sulla vostra fisiologia specifica. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete non funzionerà. I miei uomini hanno l’ordine di catturarvi e condurvi a qualsiasi costo nella Stiva di Carico 1. Se getterete le armi e metterete le mani dietro la testa ciò avverrà senza ulteriori spargimenti di sangue, viceversa i miei uomini hanno l’autorizzazione ad utilizzare tutta la forza necessaria affinché ciò venga fatto. Non ci saranno ulteriori comunicazioni in proposito. Bueller chiude!=^=
>“Avete sentito il Capitano?” disse allora Xyr in tono duro, costringendosi ad assumere una posizione eretta nonostante il dolore al petto “Andiamo a prendere i nostri ospiti, volenti o nolenti!”
>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Ore 04:40
>Nonostante non stessero correndo alcun rischio immediato – se non quello che i Romulani prendessero la nave e la distruggessero o li uccidessero tutti – la Dottoressa Graahn non riusciva a stare ferma per più di dieci minuti.
>Ormai lei, il M.O.E. ed il personale medico e paramedico presente si erano occupati di tutti i feriti e – visto che le comunicazioni ed il computer principale erano morti – non potevano fare altro che contare il tempo che passava. L’unico che pareva immune a tutto questo era Smith, che anzi si sforzava di chiacchierare con chiunque gli capitasse a tiro, finendo per ricevere principalmente occhiatacce dai presenti.
>La donna avrebbe voluto infilarlo su di un bioletto ed analizzarlo dalla testa ai piedi come chiestole dal Primo Ufficiale – se non altro per farlo stare zitto – ma i bioletti erano tutti occupati da feriti gravi e gli analizzatori, eccetto quelli manuali (che non avevano comunque una risoluzione sufficiente) erano tutti fuori uso. Melanne stava comunque pensando di provarci, sempre allo scopo di zittire l’indesiderato ospite, quando la voce del Medico Olografico di Emergenza attirò la sua attenzione con una frase decisamente strana.
>“Curioso…” affermò il M.O.E. osservando il proprio Tricoder con evidente meraviglia “temo di non ricordare come si attivi questo… strumento…”
>“Dottore, va tutto bene?” domandò l’Infermiera Mawari, avvicinandosi all’Ologramma. Per quanto non molto utilizzato, infatti, il M.O.E. Tipo V aveva una personalità piuttosto piacevole e a volte il personale dell’Infermeria ci interagiva, anche solo per avere una rapida via di accesso allo spropositato database medico che conteneva.
>“Salve…infermiera…” rispose titubante l’ologramma, mentre il viso ben proporzionato di un uomo di mezza età dallo sguardo gentile esprimeva un certo grado di dubbio e frustrazione “In effetti temo di avere un malfunzionamento…sembra che alcune delle mie memorie non siano più accessibili…lei, ad esempio…è una femmina, giusto? Credo di sì, stando alla sua cartella clinica, ma non rammento più quali elementi anatomici siano distintivi nella sua razza…”
>La Boliana si voltò stupita verso la Dottoressa, forse in cerca di consiglio, ma Melanne non sapeva cosa dire. Sotto i suoi occhi, infatti, il M.O.E. smise di parlare e – dopo pochi secondi – smise anche di muoversi. Non passò più di un minuto, prima che la sua figura diventasse meno definita, come un ologramma appena abbozzato nella mente di un oloprogrammatore.
>“Ma che diavolo…?” si chiese il Cadetto Graahn, maledicendo per l’ennesima volta il totale isolamento a cui era sottoposta l’Infermeria.
>Prima che potesse aggiungere altro, però, la voce di Bueller emerse dall’apparato delle comunicazioni, segno che stavano lentamente riprendendo il controllo della nave =^=Attenzione, questa è una comunicazione destinata a tutte le forze Romulane presenti a bordo della U.S.S. Hope. Sono il Capitano Bueller e vi ordino la resa immediata ed incondizionata. Abbiamo disabilitato tutte le armi in vostro possesso attraverso campi di soppressione tarati sulla vostra fisiologia specifica. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete non funzionerà. I miei uomini hanno l’ordine di catturarvi e condurvi a qualsiasi costo nella Stiva di Carico 1. Se getterete le armi e metterete le mani dietro la testa ciò avverrà senza ulteriori spargimenti di sangue, viceversa i miei uomini hanno l’autorizzazione ad utilizzare tutta la forza necessaria affinché ciò venga fatto. Non ci saranno ulteriori comunicazioni in proposito. Bueller chiude!=^=
>“Beh…sembra proprio che siate sulla via giusta per risolvere il vostro problema…” commentò Smith con un sorriso strano, che non piacque per nulla alla Dottoressa Graahn. L’uomo si sfiorò appena il dorso della mano.
>Ciò detto l’uomo rimase silenziosamente seduto al suo posto e questo comportamento – in apparente contrasto con quello ciarliero tenuto fino a quel momento – allarmò la Dottoressa. La giovane donna si stava giusto arroventando su quali potessero essere le motivazioni di tale cambio di comportamento quando Smith, dopo aver piegato per un momento la testa di lato come se stesse tentando di sentire un suono estremamente basso, si alzò in piedi e aggiunse “Bene Dottoressa, è stato un piacere…non credo abbiate più bisogno di me, quindi addio…” e – nello sfavillio di luce azzurra di un Teletrasporto – scomparve.
>“Graahn a Plancia…” chiamò subito Melanne, quasi per riflesso automatico “Smith è appena stato teletrasportato via!”
>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Ore 04:55
>Bueller era estremamente fiero del suo discorso, che di certo avrebbe demoralizzato i Romulani ora disarmati, spingendoli ad una resa che avrebbe facilitato il ritorno alla normalità a bordo della nave.
>Rodriguez li aveva raggiunti e stava lavorando a riattivare i campi di forza delle celle commutando la loro alimentazione sui Reattori ad Impulso e la voce di Rest stava già riferendo i rapporti delle prime Sezioni sotto controllo Federale – quelle dove i Romulani erano stati così furbi da arrendersi dopo aver capito di essere stati disarmati – quando la chiamata dell’Infermeria lo riscosse.
>=^=Graahn a Plancia…Smith è appena stato teletrasportato via!=^= riferì l’Ufficiale Medico Capo con voce piuttosto agitata.
>“Maledizione!” esclamò il Capitano, voltandosi verso Rodriguez e Rest, che avevano contemporaneamente interrotto ciò che stavano facendo per mettersi a lavorare ai loro sistemi “Ci sono navi lì fuori?”
>“I sensori a corto raggio non sono al momento attivi…” riferì Rest, ben conscio che le limitate capacità del computer che stavano utilizzando per far funzionare i sistemi della nave non avevano consentito di includere anche i sistemi di analisi tra quelli riattivabili.
>“Sto attivando le telecamere esterne…” riferì Rodriguez, mentre vagliava sul suo terminale le immagini di diversi punti di raccolta immagini “Ecco…purtroppo non c’è la correzione visiva del computer, quindi non posso zoomare o migliorare l’immagine…”
>Sullo schermo visore apparve un’immagine offuscata e molto poco dettagliata ma – anche così – era possibile riconoscere una nave di colore bianco che - dopo essersi allontanata dalla Hope - stava attivando quello che pareva essere un raggio trattore azzurro.
>“Credo stia recuperando le navette da assalto…” ipotizzò Rest, stimando dalla distanza e dalla dimensione presunta del raggio che lo stesso stesse agganciando oggetti lunghi non più di 15-20 metri “immagino si tratti della nave appoggio che stavamo attendendo…forse è appena arrivata.”
>“Sì, ma non possiamo lasciar loro le navette…” rifletté Bueller “anche se l’arma di Doohan le ha danneggiate, la loro tecnologia non deve cadere in mano alla Sezione 31…”
>“Temo che non abbiamo modo di impedirlo…” riferì però Rest “non abbiamo il controllo sulle armi, né su altri sistemi di emissione con i quali potremmo disturbare il loro Raggio Traente.”
>Ferris rimase silenzioso un momento, poi ebbe un’idea. Rapidamente si sfiorò il comunicatore, quindi disse “Ferris a Jones e Basta…Luna, potete decollare con la navetta che avete riattivato?”
>“Sì, ma perché…” provò a chiedere il Timoniere della Hope, ma il suo amico la interruppe “La nave appoggio di Smith si sta rubando le navette, dovete fermarla!”
>“Capitano…questa è una navetta di Tipo 9…” intervenne Basta “i nostri armamenti sono estremamente limitati…”
>“Ci inventeremo qualcosa…” rispose Bueller “ora andate e teneteli impegnati!”
>Pochi secondi dopo, una navetta apparve sullo schermo e cominciò a ronzare attorno alla nave più grande, che fu costretta ad interrompere l’utilizzo del Raggio Traente per alzare gli scudi. La telecamera che stavano usando non aveva una qualità di immagine tale da permettere di cogliere cosa stesse effettivamente succedendo, ma presto i lampi divennero di due distinti colori, segno che anche la nave della Sezione 31 stava rispondendo al fuoco.
>“Qualche idea, signori?” chiese Ferris, stringendo con forza i braccioli della poltrona per via dell’impotenza che quella situazione gli generava “Non abbiamo armi, ma dobbiamo aiutare Luna e Basta, nonché impedire a Smith e ai suoi di prendere quelle navette…”
>A proporre qualcosa fu il Consigliere Caytlin che, con la sua voce dolce, disse “Non dimentichiamo che non abbiamo bisogno di danneggiare la nave appoggio…ci basterebbe distruggere le navette. Non potremmo teletrasportare dei siluri fotonici innescati al loro interno e farli detonare?”
>“Non abbiamo scanner di puntamento…” disse subito Rodriguez, che pareva ritenere quella ipotesi fattibile “ma le navette sono ferme. Se Luna e Lon ci dessero le coordinate esatte con i loro sensori, potremmo farlo…”
>“Il problema è che la Santabarbara è stata sigillata a seguito dell’avvio dello stato di emergenza…” riferì Rest “Ed è pesantemente schermata. Per e consentire il teletrasporto dei siluri sarebbe necessario sbloccarla e spostare manualmente i siluri all’esterno…ma il computer che stiamo utilizzando non è programmato per interagire con i sistemi tattici della nave.”
>“Non voglio altri problemi, signori…voglio soluzioni!” ringhiò Bueller alzandosi in piedi. Subito Caytlin si alzò a sua volta, mettendogli una mano sull’avambraccio e ciò parve placarlo almeno un po’ “Abbiamo due compagni in pericolo lì fuori ed una tecnologia che non deve finire in mani sbagliate…”
>Rodriguez e Rest si fissarono per diversi secondi, ognuno dei quali – probabilmente – sperando che fosse l’altro a trovare una soluzione a quel problema all’apparenza irrisolvibile. Si fissarono talmente tanto che, quando la proverbiale lampadina si accese, si accese nella mente di entrambi “i siluri Quantici!” affermarono, praticamente all’unisono, prima di mettersi al lavoro come se si fossero parlati per coordinarsi.
>“Siluri…Quantici?” domandò Ferris, colto alla sprovvista. Aveva dovuto litigare per settimane con l’Ammiraglio Lennox per far assegnare alla Hope una piccola scorta di Siluri Fotonici standard…da dove cavolo erano saltati fuori addirittura dei Siluri Quantici???
>“Ho attivato un’interfaccia con i sensori della navetta…” riferì il Capo Operazioni, ignorando bellamente la domanda e spingendo un comando che – come effetto collaterale – ebbe anche quello di migliorare l’immagine sullo schermo visore grazie alla ricezione delle letture sensoriali della navetta “I Bersagli sono agganciati.”
>“Siluri armati ed agganciati…” riferì Rest che – attraverso i sensori interni – aveva triangolato le esatte posizioni dei siluri ancora stivati nello Sparviero di Luna e aveva provveduto anche ad armarli a distanza “pronti al trasferimento.” Quindi, poiché una simile operazione doveva essere ordinata per forza dal Capitano, spiegò concisamente “Come avrebbe potuto leggere dalla relazione Protocollo 1723.5, durante la precedente missione sulla Luna degli schiavisti il Comandante Rodriguez ha…sequestrato un totale di quattro testate belliche federali ad inversione quantica. Le stesse si trovano nella stiva del vascello del Cadetto Jones, in attesa di poter verificare se si tratta di testate autentiche contrabbandate in qualche modo o di falsi…al momento sarebbe possibile teletrasportare queste testate nelle navette, distruggendole.”
>*La Lennox mi ammazzerà…* si disse Bueller, ma non era qusto l’importante. Aveva domandato ai suoi uomini una soluzione ad una situazione senza soluzioni e loro gliene avevano trovata una…non era il caso di fare gli schizzinosi “Molto bene, trasferitele subito e inviate la quarta a 1 km dalla nave della Sezione 31…il botto dovrebbe disabilitarli senza distruggerli.”
>“Sto avvertendo il Cadetto Jones di ritirarsi…” informò Rest, mentre Rodriguez avviava il Teletrasporto.
>Per un momento non successe nulla, se non un piccolo lampo lì dove la quarta testata si rimaterializzava nello spazio. Poi, mentre la navetta della Hope si allontanava a pieno Impulso dal proprio avversario, quattro soli azzurri esplosero trasformando per qualche momento lo schermo visore in una unica macchia bianca.
>Nonostante la considerevole distanza dalle esplosioni la Hope venne scossa per diversi secondi poi, quando tutto tornò alla normalità, sullo schermo fu visibile solo la nave della Sezione 31, il cui scafo appariva in più punti annerito e danneggiato. Delle tre navette non vi era più alcuna traccia, se non qualche frammento di Duranio contorto e bruciato.
>“Entrano in Curvatura…” riferì Rest, un istante dopo, mentre la nave sullo schermo si allungava per poi scomparire in un lampo di luce e – contemporaneamente - in Plancia la tensione si alleggeriva in un istante “apparentemente hanno ritenuto di non avere più nulla da fare qui…”
>“Direi che possiamo ritenerci fortunati di questo…” rispose Bueller, ritrovando la propria baldanzosità “forse hanno temuto avessimo altri di quei confetti…”
>“O magari non avevano intenzione di nuocerci comunque…” gli fece notare Caytlin “se si tratta davvero della Sezione 31, anche se in un modo contorto il loro scopo è quello di difendere la Federazione e noi ne facciamo parte.”
>“Sia come sia…” ribatté il Capitano facendo spallucce “Adesso muoviamoci, abbiamo ancora un equipaggio Romulano da finire di domare…”
>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05
>“Beh…alla fine è irrilevante che ti abbia spiegato o meno il suo piano. Ha funzionato ed è finito bene. Abbiamo ripreso il controllo della nave e siamo riusciti a riattivare i computer. Appena il Nucleo di Curvatura si sarà stabilizzato potremo recuperarlo e andarcene, sempre che non arrivi prima una nave appoggio.” Cercò di cambiare argomento Basta, producendosi così nella frase più lunga ed articolata che il Consigliere Caytlin gli avesse mai sentito dire.
>“Non cambiare argomento.” Rispose freddamente la Dottoressa Graahn, lanciando un’occhiataccia all’amico. Un’occhiataccia screziata da emozioni rosse di irritazione e verdi di preoccupazione agli occhi della mente del telepate.
>Sbuffando, Lon si appoggiò sullo schienale della sedia e si chiuse nel suo solito mutismo, incrociando le braccia al petto in una posizione difensiva. E sarebbe rimasto in quella posizione anche a lungo, se Melanne non avesse cambiato strategia, scoccandogli un’occhiata ferita che travolse tutta la sua determinazione a tacere ad ogni costo.
>Capitolando, il Capo della Sicurezza ammise “Sono andato da lui per affrontarlo sulla faccenda della Nota di Demerito. Mi ha provocato e l'ho colpito…”
>U.S.S. Hope – Sezione tattica – Ufficio del Caosezione – 25 ore prima (Flashback)
>Lon Basta era furioso. Il Consigliere Cond sarebbe stato fiero di lui…ora non era più nero, era di un bel rosso acceso, tanto caldo da sciogliere il Duranio.
>*Che diavolo è passato per la testa a Rest?* si stava chiedendo la parte più razionale del suo cervello, mentre quella più istintiva bramava di ottenere un chiarimento dal Vulcaniano, con la forza se necessario *In questo momento, poi…*
>Il Capo della Sicurezza entrò nell’Ufficio del suo parigrado con piglio deciso e – anche se esteriormente non lasciava trasparire alcuna emozione – esse ribollivano sotto la sua superficie con intensità tale da risultare certamente percepibili dalle capacità telepatiche del collega.
>Dal canto suo Rest era la riproduzione fatta emozione del nulla, un grigio costante ed indistinto, tenuto sotto controllo da una volontà ferrea che non gli fece alzare gli occhi dallo schermo, nonostante fosse per lui impossibile non accorgersi della presenza dell’altro.
>“Vorrei dei chiarimenti…” disse infine Basta, quando ebbe trovato l’autocontrollo necessario a parlare senza lasciar trapelare alcuna emozione dalla voce “sulla nota di demerito a nostro carico.”
>“Chiarimenti?” domandò in risposta l’Ufficiale Tattico Capo, sollevando finalmente lo sguardo sul collega ed alzandosi in una forma di saluto certamente non sentito “Le motivazioni formali riportate nella nota non sono sufficientemente chiare?”
>“Perché ha tirato in mezzo anche me, il Consigliere e la Dottoressa?” chiese di rimando Basta, che in realtà non aveva neppure letto le due pagine di motivazioni formali che il Vulcaniano aveva allegato alla propria richiesta “Era lei che stava portando avanti l’interrogatorio. Se ritiene di aver sbagliato, perché coinvolgere anche M…noi?”
>Il grigiume emotivo di Rest ebbe un breve guizzo di curiosità di colore arancione, ma nulla trapelò sul suo volto mentre rispondeva “Mi pare evidente. Per quando stessi parlando io, l’interrogatorio era gestito da tutti e quattro. Il Consigliere si sarebbe dovuta accorgere della reazione emotiva – o presunta tale del signor Smith. Lei, in quanto telepate, avrebbe potuto prevedere il tentativo dell’uomo ed avvisarci ed infine la Dottoressa Graahn avrebbe dovuto trovare la capsula di veleno prima che vi fosse occasione di utilizzarla. Non le paiono motivazioni sufficienti?”
>“Io credo stia solo cercando di alleggerire la sua posizione…” affermò Basta, ancora più irritato dal tono condiscendente di Rest “e ha tirato in ballo anche noi prima che qualcuno avviasse un provvedimento disciplinare solo nei suoi confronti.”
>“Illogico…” sentenziò semplicemente il Vulcaniano “ed inutile. Illogico perché la responsabilità era certamente nostra come gruppo incaricato dell’operazione. Inutile perché il Capitano Bueller non avrebbe mai avviato un simile procedimento, col rischio di coinvolgere il Consigliere Caytlin.”
>“E allora…perché…?” si chiese basta, prima di notare un certo autocompiacimento nel grigume emotivo di Rest…una poco gradevole sfumatura violetta quasi indistinguibile dalla bruma grigia che erano le sue emozioni “Per fare bella figura?”
>Rest non disse nulla ed il Betazoide continuò “In questo modo lei appare come quello dotato di autocritica che ammette di aver fatto un errore e costringe il Capitano a scusarla ufficialmente…e lei ne esce pulito!”
>“Non sono neppure toccato da simili insinuazioni…” ribatté seccamente Rest, facendo per rimettersi a sedere. Come a dire che il tempo per l’udienza che gli concedeva era finito.
>Una simile arroganza fece imbufalire ancor di più Lon…Rest – in una situazione come quella in cui si trovavano – aveva perso tempo ad orchestrare tutta quella pantomima per mettersi in buona luce, rischiando di danneggiare anche lui, il Consigliere e Melanne, quando – se avesse semplicemente ignorato la cosa – la stessa non sarebbe mai venuta a galla.
>Una simile consapevolezza mandò nuovamente su tutte le furie Basta che stavolta non si trattenne ed urlò “Non si azzardi ad ignorarmi, Rest!”
>Ma il Vulcaniano intendeva fare esattamente questo e continuò nel suo gesto di sedersi, per lo meno finché un pugno non lo centrò sulla guancia, mandandolo a terra. Apparentemente per nulla stupito del gesto, Rest si risollevò con movimenti lenti e si mise in piedi di fronte al collega, affermando con voce gelida “Se non ha altro da aggiungere, Comandante…può andare.”
>Ciò detto gli afferrò il polso in una specie di morsa di carne e – con forza decisamente superiore a quella di un Umano o di un Betazoide – lo condusse oltre la porta, prima di chiudergliela in faccia. L’ultima cosa che Lon vide, fu una evidente sfumatura di soddisfazione che andava a colorare le emozioni di norma controllate del Vulcaniano.
>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05
>“Come accidenti ti è venuto in mente di colpirlo?” protestò Melanne, quando Basta ebbe finito di raccontare ciò che era accaduto tra lui e Rest poco prima del combattimento con le navette dello Specchio e con i Romulani.
>“Non gli è venuto in mente…è stato Rest a spingerlo in quella direzione.” Osservò piattamente il Consigliere Caytlin, spegnendo sul nascere i bollenti spiriti della Dottoressa e attirandosi una occhiata incuriosita dallo stesso Lon.
>Vedendo che i due la osservavano in attesa di chiarimenti, la Risiana aggiunse “E’ come vi ho detto prima. Rest vede il mondo in una sequenza di mosse di scacchi. Azioni e reazioni che possono essere pianificate. In quest’ottica probabilmente Lon aveva ragione, la sua proposta di Nota di Demerito per tutti e quattro era finalizzata a trasformare l’evento negativo dell’interrogatorio in qualcosa che potesse metterlo in buona luce, anche se non saprei con chi, visto che di certo il Capitano l’avrà considerata al più una puntigliosità o una seccatura…mentre il fatto di farsi colpire anche se poteva con ogni probabilità evitare o parare il colpo è stata una precisa forma di autotutela. Lon avrebbe potuto rivelare questa sua manipolazione e fargli fare una brutta figura. Ora, invece, non può più, perché se lo facesse verrebbe fuori la faccenda del pugno e ci sarebbe il legittimo dubbio che anche il nostro buon Betazoide stesse tentando di fare la stessa cosa. Anzi, peggio, perché in teoria era dovere di Rest fare rapporto come ha fatto, mentre il pugno di Lon è contrario ai regolamenti e non è neppure la prima volta che lo fa…”
>Entrambi rimasero silenziosi per un po’, cercando di comprendere il ragionamento del Consigliere o di confutarlo…ma sembrava calzare alla perfezione al contorto modo di pensare del loro Ufficiale Tattico Capo.
>Fu comunque Melanne a dire “Ma perché avrebbe dovuto farlo? Per cosa si sta mettendo in luce? Forse per il posto di responsabile della Sezione Tattica/Sicurezza?”
>“Non credo…” rispose perplessa Caytlin “quella è una decisione che spetta a Bueller e – come ho già detto – lui non credo abbia colto le sfumature di questa faccenda, o al massimo le ha considerate un elemento di irritazione che ha subito accantonato…”
>Ed il discorso morì così, visto che nessuno aveva ulteriori elementi per approfondirlo.
>U.S.S. Hope – Alloggio del Cadetto Rest - 31 dicembre 2394 – Ore 23:45
>Quando le porte scorrevoli dell’alloggio si aprirono, Xyr si trovò di fronte Rest che – con indosso un abbigliamento civile di fattura tipicamente Vulcaniana – la squadrò per un secondo. Subito l’espressione arcigna dell’Ufficiale Tattico Capo parve rilassarsi leggermente mentre, scostandosi dalla porta, diceva “Prego, Comandante, si accomodi…”
>L’Andoriana avanzò nello spartano alloggio dell’amico e fu subito investita dall’odore penetrante dell’incenso da meditazione. Diverse candele ardevano nella stanza e fungevano anche da sola fonte di luce, visto che quella artificiale era stata completamente disattivata.
>“Disturbo forse?” domandò, avvicinandosi nel frattempo alla scacchiera tridimensionale di cristallo che svettava su di un tavolino, unica concessione al lusso in quella stanza, che ospitava anche un tavolo da Stratagema ed una collezione di altri giochi da tavolo di strategia, seppure di minor pregio.
>“Assolutamente no, Xyr…” rispose Rest, passando ad un tono più colloquiale, frutto di anni di amicizia difficoltosamente coltivata tra i due “sono solo stupito di vederti in piedi, avevo sentito dire che la Dottoressa Graahn ti aveva ordinato riposo assoluto sino a completa guarigione.”
>“Ho qualche costola rotta e risaldata, ma trenta metri tra i nostri alloggi credo di poterli fare…” ribatté la giovane donna, sfiorando con le lunghe dita affusolate un cavallo di cristallo opaco, senza però toccarlo, visto che la scacchiera sembrava ospitare una partita in corso *Chissà tra Rest e chi?* si trovò distrattamente a chiedersi.
>“Accomodati, ti prego…lascia che ti prepari un po’ di tè…” glissò il Vulcaniano, voltandosi verso un armadietto dal quale estrasse due tazze di ceramica dall’aria antica ed un barattolo metallico con tappo a vuoto pneumatico.
>"Credevo che i replicatori fossero ancora fuori uso..." commentò il Primo Ufficiale, accomodandosi sul divano, che risultò essere piacevolmente duro sotto la schiena, non come quelli in dotazione standard negli alloggi. Chissà Rest come se lo era procurato, visto che la fornitura di mobili e arredi era di competenza di Rodriguez ed i due non parevano andare poi così d'accordo?
>"Gli Zarkdon sono un popolo deludente sotto molti aspetti..." rispose il Vulcaniano, apparentemente cambiando argomento. Xyr però sapeva che l'amico aveva trascorso un periodo della sua esistenza - e della sua formazione - su quel mondo, non ricavandone una impressione favorevole. Ignaro delle elucubrazioni dell'amica, Rest continuò "uno di questi é la ridicola convinzione che impedire ogni forma di ristorazione non collettiva all'interno delle loro forze armate migliori il rendimento e la coordinazione dei suoi membri."
>"Si chiama Spirito di Corpo, Rest..." lo rimproverò bonariamente Xyr, prima di ridere divertita, cosa che le fece ricadere parte dei bianchi e setosi capelli davanti agli occhi "quindi...fammi capire...gli Zarkdon sono deludenti perché non consentono ai cadetti delle loro scuole militari di mangiare da soli?"
>Il Vulcaniano non colse la provocazione, estraendo invece dalla stessa dispensa quello che aveva l'aspetto di un antico bollitore, salvo per un piccolo schermo abilmente occultato nel coperchio. Disse invece "Purtroppo questa deprecabile convinzione aveva - come conseguenza - che gli alloggi dei Cadetti erano privi di replicatori alimentari o di altre tecnologie atte a cucinare cibo. Ciò comportava - tra l'altro - l'impossibilità di preparare del té..."
>"E quindi ti sei procurato quell'aggeggio?" domandò l'Andoriana, indicando l'oggetto che Rest aveva nel frattempo acceso. La cosa non la stupiva...per quanto Rest potesse negarlo affermando con sdegno che si trattava di una emozione, il suo amico era un patito del té.
>"Un replicatore di acqua bollente..." confermò il Tattico, mentre un fischio annunciava che l'acqua aveva raggiunto la temperatura ideale. Con movimenti sicuri e precisi Rest aprí il contenitore ermetico, prelevandone due identiche quantità di foglie triturate che pose in eleganti contenitori d'argento traforati. Dopodiché pose gli infusori nelle tazze e vi versò sopra acqua bollente dal bollitore.
>Preparato il tutto, portò le due tazze verso il divano e le pose su un tavolino basso situato vicino a dove era seduta Xyr, prima di sedersi a sua volta su di una poltrona posta ad una distanza tale dal divano da dare un'impressione di vicinanza pur senza andare ad intaccare lo spazio vitale dell'ospite.
>"Grazie..." disse l'Andoriana, accettando il té ed afferrandone la tazza a due mani, così da potersela portare vicino al viso ed annusarne l'aroma. Per quanto non apprezzasse le bevande troppo calde - come buona parte della sua gente, peraltro - il té di Rest era un gusto acquisito, del quale ora faticava a fare a meno "volevo dirti che il Capitano ha deciso di non mandare avanti la tua proposta di Nota di Demerito..."
>"Supponevo l'avrebbe respinta..." convenne Rest, che ancora non aveva toccato il suo bicchiere. Da anni, ormai, attendeva esattamente 97 secondi prima di iniziare a sorseggiare il té "Ciononostante ho ritenuto fosse mio dovere inviare la segnalazione motivandola. Le scelte del Capitano sono oltre la mia capacità di influenza."
>"Perlomeno l'ho costretto a respingere formalmente la risposta, anziché cestinarla e basta..." commentò la giovane donna. Dopodiché vi fu un momento di silenzio a seguito del quale aggiunse "Oggi hai fatto un ottimo lavoro, anche se hai corso parecchi rischi. Abbiamo avuto diversi feriti gravi e, senza l'Infermeria...beh, é un miracolo che non abbiamo perso nessuno!"
>"Si é trattato di rischi calcolati..." spiegò l'Ufficiale Tattico "con le impostazioni di sicurezza dei Phaser attivate, é possibile far fuoco unicamente con settaggio pari o inferiore a 4, ovvero in modalità stordimento o ferimento leggero. In questa seconda modalità il raggio phaser é perforante ma non attiva una disgregazione molecolare. In quest'ottica, anche considerato che il raggio stesso cauterizza le ferite che provoca, solo un colpo portato alla testa o al cuore risulta letale. Combinando questo fatto con una strategia che prevedesse ampi spazi di ripiego si ottiene una percentuale di sopravvivenza teorica nelle truppe del 97,3%. Ho ritenuto fosse preferibile tale percentuale alla matematica certezza di perdere l'Infermeria, lasciando agli avversari la possibilità di curarsi e di accedere a veleni ed altre modalità di guerra batteriologica."
>"Beh...alla fine, come dicevo, é andata bene...abbiamo avuto solo 15 feriti gravi." commentò il Primo Ufficiale, decisamente lieta del fatto che non avessero perso nessuno.
>"Dei quali sette a causa dell'ostinazione del Capitano a voler mantenere la posizione presso l'Hangar anziché seguire la strategia generale..." ci tenne a precisare il Vulcaniano, ancora piccato per l'incoerenza e la mancanza di disciplina del suo Capitano, che prima lo aveva investito della responsibilità di organizzare la difesa della nave e poi aveva rifiutato di seguire le sue indicazioni strategiche.
>"Bueller é una primadonna.. " commentò Xyr con una risata cristallina che ebbe l'effetto di alleviare lievemente il cipiglio dell'amico "non aspettarti che segua i suggerimenti...se vuoi che faccia bene le cose, manipolalo in modo che pensi sia farina del suo sacco..."
>"Ciò é altamente illogico..." protestò Rest, anche se - in cuor suo - sapeva che l'Andoriana aveva ragione "tra le sue scelte azzardate e le sue mancanze rispetto a regolamenti e protocolli, é inconcepibile che sia ancora lui il Capitano."
>"Lo so, é per questo che invio regolari rapporti su tutto questo..." confermò la ragazza, facendosi seria "e Strauss mi ha confermato che l'Ammiraglio Lennox li riceve e li tiene in debito conto."
>"A che contatore é giunto oggi?" domandò Rest, con una punta di interesse - o forse di divertimento - nel tono della voce.
>"47, mi pare..." rispose Xyr divertita "Ma devo ammettere che, avendo passato buona parte della giornata in Infermeria, non ho avuto modo di controllare tutto..."
>Mentre lo diceva si mosse leggermente a disagio sul divano. Era la terza volta che lo faceva e Rest ritenne - con una probabilità del 93.7% - che ciò dipendesse da stanchezza e dal dolore alle costole. Pertanto affermò "A tal proposito, per quanto le tue visite siano per me sempre fonte di piacere, ritengo sia giunto il momento che ti ritiri nel tuo alloggio."
>"Mi stai cacciando?" domandò divertita l'Andoriana, che in realtà condivideva l'opinione dell'amico, sentendosi veramente a pezzi.
>"Ritengo tu sappia perfettamente che le mie porte sono sempre aperte per te..." ribatté Rest, accompagnandola verso la porta "ma il tuo stato di salute impone che non posticipi ulteriormente il ciclo di riposo. Pertanto, a meno che tu non preferisca approfittare del mio letto, temo dovrai ritirarti nel tuo alloggio."
>Xyr sapeva quanto i Vulcaniani tenessero alla propria privacy, quindi apprezzò quella offerta, per quanto entrambi sapessero che era destinata ad essere rifiutata. Prima di uscire, però, si fece seria e disse "Rest, ho un piacere da chiederti...qualcosa che mi fido a domandare solo a te."
>"Naturalmente sono a tua disposizione, Comandante..." rispose Rest, facendosi attento. Conosceva abbastanza Xyr da capire quando voleva parlare di qualcosa di importante.
>"Sono praticamente certa che Smith avesse un complice..." affermò la donna "non ne ho le prove, ovviamente... Ma ne sono certa. E mi spaventa, perché potrebbe essere chiunque a bordo, anche uno degli Ufficiali Superiori."
>"Se lo desideri indagherò su questa posdibilità..." si offrì il Tattico, immaginando dove l'amica volesse andare a parare.
>"Te ne sono grata...lo sapevo di poter contare su di te..." affermò l'Andoriana, mettendogli una mano sulla spalla in un gesto cameratesco, gesto che sapeva essere una concessione da parte del Vulcaniano, di norma refrattario al contatto con i non telepati.
>*Come sempre, Xyr...* si disse Rest, mentre la porta del suo alloggio si richiudeva, nascondendo alla vista l'elegante figura del Primo Ufficiale della Hope *come sempre...*
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>Inviato da myMail per Android
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>--
>Inviato da myMail per Android
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