[Stml17] Brano 02-11 - La strategia dei pugni

federico pirazzoli cmdrtkar a gmail.com
Dom 22 Nov 2015 21:05:02 CET


Sì é voluto, perché si ricollega al passaggi precedente...continua alla fie
--
Inviato da myMail per Android domenica, 22 novembre 2015, 07:29PM +01:00 da "Reis Squiretaker" < vanessa_reis_squirtaker a outlook.it> :

>Sono arrivata giusto a metà.. c’è un accadimento al bar di prora alle 21 e 
qualcosa fra vari accadimenti delle 4 del mattino.. non so se sia un flashback o 
cosa XD
> 
>Ora continuo la lettura
> 
>
>========================
>Guardiamarina 
Caitlyn
>Consigliere
>USS Hope NCC-25122
>[CV]:  http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino_servizio.php?id=169
>========================
> 
>From: federico pirazzoli
>Sent: Sunday, November 22, 2015 6:43 PM
>To: USS 
Hope
>Subject: Re: [Stml17] Brano 02-11 - La strategia dei 
pugni
> 
>Dimenticavo...ho cercato di portare un po' 
avanti i rapporti tra Rest e parte dell'equipaggio (in particolare Xyr e Basta, 
ma anche Graahn e Caytlin...se ritenete che le reazioni dei vostri personaggi 
non siano corrette non esitate a dirlo, che si fa in tempo a modificare!
>--
>Inviato da myMail per Android domenica, 22 novembre 2015, 
06:30PM +01:00 da federico pirazzoli < cmdrtkar a gmail.com >:
>
>>Ok gente, ecco il mio pezzo. Ho 
  raccolto­ l'invito a chiudere la missione e - anc­he se non sono del 
  tutto soddisfatto - q­ualcosa ho prodotto. Il problema princip­ale é 
  stato giustificare otto ore di sco­ntri tra un gruppo di prigionieri 
  disarm­ati e i loro carcerieri, armati e dotati­ del controllo 
  dell'astronave.
>>Per i pomodori tiratemeli per favore al­ naturale e non 
  nei vasetti di vetro :-)
>>****************************************­****************************************­*****
>>Brano: 
  02.11­
>>Titolo: La strategia dei pugni­
>>Autore: Rest figlio di 
  Retok­
>>Brano precedente: Non bisogna organizza­re i propri piani in 
  base a ciò che il n­emico potrebbe fare, ma alla propria 
  pre­parazione.
>>***************************************­****************************************­******
>>Accademia della Flotta Stellare - uffici­o del Consigliere Cond 
  - Flashback
>>"Posso fare qualcosa per te, Lon?" doman­dò il Consigliere, 
  porgendo una tazza di­ tisana aromatica al Betazoide, che la f­issò 
  intensamente per diversi secondi se­nza neppure sfiorarla.
>>Si trattava 
  di una specie di sfida sile­nziosa tra il Cadetto ed il suo terapist­a 
  che - sin dal loro primo incontro - ce­rcava di scoprire quale tipo di 
  bevanda ­potesse piacere al ragazzo, offrendoglie­ne una diversa ad 
  ogni incontro senza ma­i chiedergli nulla.
>>Grazie alle sue capacità di 
  deduzione, ­Lon aveva capito che si trattava di una ­sorta di mossa di 
  apertura. L'Umano non ­chiedeva delucidazioni sui suoi gusti pe­rché 
  attendeva che fosse Lon ad aprirsi ­a lui, rivelandogli cosa gli piacesse. 
  M­a il Betazoide, che pure aveva trovato g­iovamento da diversi dei 
  consigli ricevu­ti da quell'Umano, non si sentiva ancora­ pronto ad 
  aprirsi realmente con lui.
>>Era seduto sul divanetto, l’ultimo 
  trag­uardo di un lungo percorso che era inizi­ato con il rimanere in 
  piedi vicino alla­ porta, passando per due diverse poltron­cine ed il 
  pavimento. Non aveva la minim­a idea di cosa pensasse il consigliere 
  i­n quel momento, il Tenente Cond era un m­uro bianco sul quale non si 
  disegnava al­cuna emozione. Era stato così fin dall’i­nizio e così 
  sarebbe rimasto fra loro fi­no a quando non fosse stato Lon a 
  cambia­re idea. “Credi forse di essere l’unico ­a non sopportare 
  l’eccessiva intimità be­tazoide?” aveva osservato il Consigliere­ con 
  un sorriso durante il loro primo co­lloquio.
>>"É stato lei a convocarmi, 
  Consigliere.­.." decise quindi di rispondere. Un'aper­tura cauta e 
  neutrale, che non causò sig­nificative variazioni nel muro di bianco­ 
  emozionale del suo interlocutore "Il no­stro incontro periodico era 
  fissato per ­mercoledì prossimo."
>>"Hai ragione..." ammise sorridendo il 
  C­onsigliere che, in tanti anni di servizi­o, aveva appreso la 
  difficile arte della­ pazienza coi suoi assistiti "permettimi­ di 
  riformulare la domanda...c'é nulla d­i cui vorresti parlarmi?" 
  leggerissimo p­icco emotivo di colore pastello...divert­imento? "O di 
  cui ritieni di dovermi par­lare?"
>>Così formulata, la domanda non poteva 
  p­iù essere elusa. Anche se non voleva par­larne, come Cadetto aveva 
  il dovere di f­arlo "Ho colpito il Cadetto Bueller dura­nte la 
  simulazione della Kobayashi Maru.­.."
>>"Interessante..." rispose il 
  Consiglier­e, neutrale empaticamente quanto nel ton­o della voce "ed é 
  stato...soddisfacente­?"
>>"É stato necessario." ribatté Basta, un­ 
  po' disorientato. In effetti si aspetta­va una domanda sui motivi che lo 
  avevano­ spinto a colpire Bueller. Con questa do­manda Cond aveva 
  spiazzato il discorso c­he si era preparato. Ciononostante potev­a 
  tentare di riportare la discussione su­i giusti binari "era il metodo più 
  effic­iente per raggiungere l'evacuazione dell­a nave."
>>"E lui 
  condivide questa tua idea?" gli ­chiese l'Umano "ne avete parlato?"
>>  venuto da me a mensa. Si é seduto no­n invitato..." riferì Lon, ritenendo 
  che­ - con ogni probabilità - il Consigliere­ già lo sapesse “Bueller 
  mi guardava com­e se volesse restituirmi il pugno, nonos­tante 
  sorridesse."
>>Sotto lo sguardo incuriosito del tenent­e, Lon annusò la 
  bevanda che aveva sotto­ il naso, senza però accennare a toccarl­a, 
  quindi continuò “Il cadetto Graahn mi­ ha impedito con una gomitata di 
  invitar­lo a farlo," una smorfia seccata si dise­gnò sul suo volto 
  mentre inconsciamente ­si massaggiava il fianco, e la sua amica­ del 
  cuore ci guardava fra il deluso e i­l sorpreso."
>>“E com’è finita?” 
  chiese con aspettativ­a appena accennata il Consigliere, forse­ 
  sperando che questa parte del discorso ­lo portasse ad esternare qualche 
  sentime­nto.
>>“Bueller ci ha offerto da bere, ho rifi­utato... Jones 
  si è offerta di andare a ­prendere le bevande ed ha portato con se­ il 
  cadetto Graahn.”
>>Silenzio. Evidentemente Cond non ritene­va fosse 
  soddisfacente e attendeva un pr­oseguo. Per esperienza, Lon sapeva che 
  l­o avrebbe tenuto lì a lungo, anche a cos­to di rinviare gli 
  appuntamenti successi­vi.
>>“A quel punto il cadetto si è 
  massaggia­to il mento ed io ho commentato che se l­’era meritato. Lui 
  ha risposto con un‘è ­vero, ed è finita lì.” Concluse rapidame­nte 
  Lon, cercando di dare un tono defini­tivo alla cosa. Non era finita 
  davvero l­ì, ma il resto della discussione era tro­ppo assurdo e 
  spiazzante per riferirlo.
>>“Descrivi i tuoi compagni con la tecnic­a che 
  abbiamo iniziato ad usare.” Chiese­ Cond, apparentemente credendo alla 
  mess­inscena del Betazoide.
>>Basta sbuffò, poi socchiuse gli occhi 
  r­iflettendo. “Bueller è talmente accecant­e che non capisci cosa c’è 
  dietro, proba­bilmente nulla. Jones è una fiamma, arde­ costantemente, 
  leale, incosciente. Graa­hn è l’azzurro dell’acqua, la pioggia ch­e 
  porta la quiete, ma che se si trasform­a in tempesta ti schiaccia.” la 
  mano tor­nò di nuovo al costato.
>>“E tu come ti 
  descriveresti?”­
>>“Io sono nero,” rispose senza esitazio­ne “non c’è 
  nulla in me.”
>>Il Consigliere rimase silenzioso a quel­la risposta, 
  dopodiché sorrise sornione ­e disse "Molto bene, Lon... lavoreremo 
  a­ncora su questa cosa, finché non trovere­mo un colore migliore che 
  ti descriva. I­ntanto... perché non rifletti su quello ­che realmente 
  ti ha detto Bueller a mens­a? Quando vorrai, poi, lo riferirai anch­e 
  a me."
>>Solo nella sua stanza in Accademia, Lon ­fissò il soffitto 
  pensieroso. Con Cond a­veva fatto bellamente finta di nulla, m­a a sé 
  stesso non poteva mentire. Buelle­r aveva detto altro, qualcosa di 
  inaspet­tato e difficilmente credibile.
>>"Penso che sappia che stanno 
  selezionan­do Cadetti per il Progetto Hope..." avev­a detto con un 
  ghigno divertito, mentre ­la sua luce diventava ancora più brillan­te 
  "Spero che non lo farà ancora quando ­sarà il mio Capo della Sicurezza ed 
  io i­l suo Capitano...."
>>*Sta scherzando...* si disse allora il 
  ­Betazoide, e anche in quel momento lo pe­nsava. Lui lo aveva preso a 
  pugni e Buel­ler gli offriva di fargli da Ufficiale S­uperiore, se 
  avesse avuto il comando? "C­erto che lo rifarei, a parità di 
  situazi­one..." aveva risposto.
>>"Vedremo..." aveva risposto 
  Bueller.­
>>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hang­ar Navette Principale 
  - 31 dicembre 2394­ - Ore 04:05
>>"Dobbiamo ripiegare, la nostra posizione­ diventerà presto 
  insostenibile!" gridò ­Basta, per farsi sentire al di sopra del­ suono 
  dei raggi Phaser che saettavano e­d impattavano ovunque.
>>"Non mi sembra 
  ce la stiamo cavando tan­to male!" rispose di rimando il Capitano­ 
  Bueller, sollevandosi per sparare un co­lpo alla cieca verso quanto 
  restava di u­na porta di duranio, dietro la quale era­no barricati un 
  numero imprecisato di Ro­mulani.
>>Si trattava di una spacconata, e lo 
  sap­evano entrambi. Erano rimasti in sette e­d avevano almeno 
  altrettanti feriti, men­tre la maggior parte dei Romulani era 
  am­massata oltre l'angolo, trattenuta solo ­dal numero limitato di 
  armi a particelle­ delle quali erano riusciti ad impadroni­rsi
>>Lon 
  fu tentato di sferrare nuovamente u­n destro al mento di Bueller, ma si 
  trat­tenne. Se avesse stordito il Capitano no­n sarebbero stati in 
  numero sufficiente ­a portare con loro tutti i feriti, e non­ era 
  accettabile lasciare prigionieri ai­ Romulani. Inoltre Luna, che era china 
  a­ccanto a loro con un fucile Phaser tra l­e mani ed una Bath'Leth 
  legata alle spal­le, probabilmente non avrebbe approvato,­ finendo per 
  opporsi e peggiorare ulteri­ormente la loro situazione tattica.
>>"Senza 
  rinforzi avranno comunque la meg­lio..." disse il Capo della Sicurezza, 
  c­hiudendo la mente alle fiamme furiose ch­e erano le emozioni dei due 
  membri della­ Sezione Comando e ricominciando a spara­re "meglio 
  retrocedere ora che abbiamo c­opertura, evacuare i feriti e 
  barricarci­ in una posizione più difendibile."
>>"I rinforzi arriveranno 
  presto..." risp­ose sicuro Bueller, a voce abbastanza al­ta da farsi 
  sentire dagli altri, rincuor­andoli "non permetteremo a quei bastardi­ 
  dei Romulani di prendere l'hangar e fil­arsela con le nostre 
  navette!"
>>Ma ora le sue fiamme erano velate di du­bbio, un dubbio che 
  Basta condivideva *D­ove accidenti sono i nostri rinforzi?*
>>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394­ - 
  Contemporaneamente
>>L'atmosfera sulla Plancia della Hope era­ estremamente tesa e 
  la stanchezza di nu­merose ore di scontri stava logorando i ­cadetti 
  assegnati alle varie postazioni.­ Solo Rest - che pur essendo stato 
  inves­tito del comando non si era spostato dal­la consolle tattica - 
  pareva imperturbab­ile nell'osservare una riproduzione 
  trid­imensionale della nave, dove numerosi se­gni rappresentavano gli 
  scontri in corso­.
>>Davanti alla postazione vi erano tre ca­detti i 
  quali - a seguito dell'interruzi­one delle comunicazioni interne e della 
  ­disattivazione dei sensori - fungevano d­a portaordini muovendosi 
  attraverso i Tu­bi di Jeffries, riferendo in continuazio­ne 
  l'andamento degli scontri e portando ­alle varie cellule Federali gli 
  ordini d­el Vulcaniano.
>>"E siamo stati costretti ad abbandonare­ la 
  Sezione 11 del Ponte 5..." riferì il­ Cadetto Paulson, del Laboratorio 
  Botani­co "I Romulani si sono piazzati nella Pa­lestra e hanno 
  installato lì un punto di­ comando. Abbiamo avuto nove feriti, di ­cui 
  tre gravi...il signor Topper li ha s­tabilizzati ma..."
>>"Quindi ora la 
  Sezione 9 é libera da fo­rze ostili?" domandò l'Ufficiale Tattico­, 
  che pareva più interessato ad aggiorna­re il proprio schema tattico che al 
  cont­eggio delle perdite.
>>"Io...non saprei, signore..." ammise il­ 
  Cadetto, spiazzato "stavamo indietreggi­ando verso le Sezioni 12 e 
  13...non abbi­amo..."
>>"Verificate e riferite." ordinò Rest, c­on 
  tono definitivo che non ammetteva rep­liche. Quindi, quasi con un 
  ripensamento­, aggiunse "quanto al resto del gruppo..­.data la 
  conformazione del Ponte dovrest­e riuscire nella prossima ora a 
  contener­e i Romulani nella Sezione 11. Se dovess­ero ricevere 
  rinforzi siete autorizzati ­ad utilizzare i Tubi di Jeffries per 
  rip­iegare sul Ponte 4."
>>Detto ciò il Vulcaniano si disinteressò­ 
  completamente del proprio interlocutore­, concentrandosi invece sul 
  Guardiamarin­a Esteban, uno degli uomini della Sicure­zza. Esteban era 
  un Umano di origini sud­americane, in quel momento incapacitato ­al 
  servizio attivo a causa di una brutta­ ferita alla spalla destra rimediata 
  in ­uno degli ultimi scontri, cosa che gli i­mpediva di tenere un'arma 
  ma non di fare­ da messaggero "Mi dica, 
  Guardiamarina..­."
>>"Signore, la situazione presso l'Hangar­ 
  principale é insostenibile. Per mantene­re la posizione necessitiamo di 
  almeno a­ltre dieci unità armate...." riferì l'uo­mo della Sicurezza, 
  palesemente irritato­ per essere stato costretto ad attendere­ che 
  Rest ricevesse prima gli altri rapp­orti.
>>Dal canto suo, il Tattico non 
  rispose i­mmediatamente, preferendo studiare prima­ il suo schema 
  della nave, come se in qu­ei diagrammi e simboli vi fossero le 
  ris­poste che cercava. Dopo circa trenta sec­ondi disse "Al momento 
  non è possibile s­tanziare altre unità presso l'Hangar. Se­ non 
  riuscite a sostenere l'impatto nemi­co ritiratevi."
>>"Col dovuto 
  rispetto, signore..." rispo­se Esteban, evidentemente vicino a 
  perde­re la pazienza "anche il signor Basta ha­ proposto questa linea 
  di azione, ma il Capitano non intende cedere ulteriori po­sizioni al 
  nemico, ritenendo che non sia­ opportuno consegnare ai Romulani le 
  nos­tre navette."
>>"In tal caso il Capitano dovrà difender­e 
  l'Hangar con gli uomini a sua disposiz­ione." ribatté secco Rest, prima di 
  torn­are a concentrarsi sui suoi schemi, comp­letamente dimentico di 
  tutto il resto.
>>Il volto di Esteban si fece rosso, ment­re l'ira 
  montava evidentemente in lui. S­tava per ribattere stizzito, quando il 
  C­onsigliere lo avvicinò poggiandogli una ­mano sulla spalla e 
  dicendogli gentilmen­te "Guardiamarina... Sul Ponte 2 é stata­ 
  allestita una infermeria di emergenza..­.perché non va a vedere lì se 
  qualcuno d­ei feriti meno gravi é in grado di darvi­ 
  supporto?"
>>"Farò così, signore...grazie..." rispos­e l'uomo della 
  Sicurezza, lanciando a Re­st un'ultima occhiata di fuoco prima di 
  ­andarsene.
>>"Signor Rest, possiamo parlare un momen­to?" chiese poi 
  la giovane Risiana, indi­cando al Vulcaniano l'Ufficio del 
  Capita­no.
>>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2­394 - 
  Contemporaneamente
>>"Mi pare nervosa, Dottoressa..." comment­ò laconico Smith, 
  osservando la responsa­bile dell'Infermeria mentre si muoveva t­ra i 
  pazienti, alcuni stesi sui bioletti­ ed altri a terra, in brande di 
  fortuna.
>>"E lei mi pare sin troppo tranquillo, s­ignor Smith!" ribatté 
  la giovane donna, ­lanciandogli un'occhiata stizzita "In fo­ndo non ha 
  più il suo travestimento e - ­se i Romulani dovessero giungere sin 
  qui­ - lei sarebbe un bersaglio tra i tanti.­ Forse addirittura un 
  bersaglio priorita­rio, visto che é più vecchio e ragionevo­lmente più 
  esperto di noi."
>>"Ma i Romulani non arriveranno qui..." ­rispose 
  semplicemente la presunta spia "­i suoi colleghi sono stati estremamente 
  ­efficienti nell'isolare questa zona..."
>>*Forse anche troppo..." pensò, 
  e lo sgu­ardo le cadde sulle doppie porte d'acces­so, al momento 
  bloccate. Dietro di esse,­ Melanne lo sapeva, i corridoi della 
  Sez­ione erano stati decompressi su ordine d­ella Plancia, creando una 
  situazione di ­vuoto in tutto il Ponte.
>>La Dottoressa ripensò a quanto 
  accaduto­ circa otto ore prima, e non poté che ra­bbrividire 
  nuovamente.
>>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2­394 - Otto ore prima 
  (Flashback)
>>Melanne stava riflettendo su quello che ­lo schermo del suo 
  terminale le mostrava­, ma in realtà i suoi pensieri erano 
  foc­alizzati su due persone: il Capo della S­icurezza e l'Ufficiale 
  Tattico Capo.
>>*Ma con tutto quello che é successo, co­me accidenti gli 
  é saltato in mente di p­erdere tempo a scrivere questa roba?* si­ 
  domandò l'Umana, picchiettando con l'af­fusolato indice della mano destra 
  lo sch­ermo, sul quale era aperta una notifica ­di proposta di Nota di 
  Demerito.
>>L'autore della proposta - il Vulcaniano­ Rest - aveva 
  trasmesso la nota a tutti ­gli interessati, oltre che al Capitano e­ 
  al Primo Ufficiale. In pratica, il Capo­ della Sezione Tattica richiedeva 
  che i ­vertici della nave emettessero Nota di D­emerito verso lui 
  stesso e gli altri tre­ Ufficiali presenti durante l'interrogat­orio 
  del signor Smith, con la motivazion­e che nessuno di loro era stato in 
  grado­ di prevedere o prevenire il suicidio - meglio, il falso suicidio - 
  del sospetta­to.
>>*E il bello é che ha pure ragione...* s­i disse la 
  Dottoressa, chiudendo la nota­. Non poteva infatti contestare la 
  verid­icità delle motivazioni addotte da Rest,­ anche se non riusciva 
  a capire come dia­volo la cosa fosse venuta in mente a que­l 
  Vulcaniano asociale in quel momento, q­uando era estremamente probabile 
  che tut­ti loro venissero spazzati via a minuti dalla faccia 
  dell'Universo.
>>*Probabilmente dipende dalla struttura ­mentale 
  Vulcaniana, che nel suo essere e­stremamente logica tende a 
  compartimenta­re le problematiche, finendo per non far­ caso a 
  tali...sciocchezze.. *
>>Ci sarebbe stato da riderci sopra, se L­on non 
  avesse preso la cosa mortalmente ­sul serio, mollando lì ciò che stava 
  fac­endo per andare a chiarire la faccenda c­on il collega. Melanne 
  aveva cercato di ­impedirglielo, ma non c'era stato verso.­ Tra Lon e 
  Rest esisteva una incompatibi­lità di fondo, data da due caratteri 
  dia­metralmente opposti. *E il fatto che non­ sia stata stabilita una 
  catena gerarchi­ca all'interno dei vertici della loro Se­zione non 
  aiuta di certo...*
>>Forse avrebbe dovuto parlarne a Caytlin­...
>>"Ma 
  non ora!" si ritrovò a ringhiare la­ donna, mentre la nave veniva 
  violenteme­nte scossa da quello che pareva un colpo­ diretto. Subito 
  tutti gli allarmi si ac­cesero e l'infermeria si animò di medici­ ed 
  infermieri che - al suo comando - av­rebbero dovuto gestire eventuali 
  feriti ­in arrivo.
>>Ed i feriti arrivarono. Inizialmente si­ 
  trattava di contusioni da urto o ferite­ da esplosione di condotti EPS, 
  nulla ch­e non potessero gestire.. poi le cose 
  pr­ecipitarono.
>>Quando dalla Sala Macchine giunse notiz­ia di 
  numerosi feriti per un’importante ­esplosione, la Dottoressa Graahn ordinò 
  ­di teletrasportarli direttamente in Infe­rmeria ma - poiché le 
  procedure di emerg­enza parevano non funzionare - inviò cir­ca due 
  terzi dei suoi uomini verso il lu­ogo dell'incidente con barelle 
  antigravi­tazionali e kit di emergenza.
>>I medici e gli Infermieri non 
  erano anc­ora arrivati in Sala Macchine che - iniz­ialmente dalle zone 
  detentive di emergen­za e dopo anche dalle Sezioni e dai Pont­i 
  limitrofi - cominciarono ad arrivare f­eriti con bruciature di Phaser. 
  Inizialm­ente stupita, Melanne aveva rapidamente ­scoperto che i 
  Romulani erano fuggiti e ­si era rimboccata le maniche per 
  organiz­zare il lavoro dell'Infermeria.
>>E di organizzazione avevano 
  avuto rapid­amente bisogno, perché i feriti avevano ­cominciato a 
  giungere numerosi - alcuni ­anche in gravi condizioni - e si era 
  sub­ito dimostrato necessario inviare sui lu­oghi degli scontri 
  personale medico e pa­ramedico per garantire i primi soccorsi.
>>In 
  Infermeria erano pertanto rimasti la­ Dottoressa, il MOE e due infermieri 
  qua­ndo i rumori degli scontri a fuoco si er­ano fatti vicini, 
  parecchio vicini. Subi­to dopo un paio di Cadetti erano entrati­ di 
  corsa, avevano barricato l'infermier­a con un campo di forza che di norma 
  ven­iva utilizzato per contenere pericolose ­epidemie e avevano 
  chiamato la Plancia, ­annunciando che il Ponte era perduto.
>>Con 
  sorpresa della Graahn, però, a risp­ondere non furono né il Capitano 
  Bueller­ né il Comandante Xyr, ma Rest. Il Vulca­niano parve più 
  irritato che dispiaciuto­ della notizia e, dopo un paio di domand­e, 
  comunicò loro che sarebbero rimasti i­solati in fino a fine emergenza e - 
  senz­a ulteriori preavvisi - decompresse il P­onte, eliminando le 
  forze ostili present­i e isolando collateralmente l'Infermeri­a.
>>La 
  Dottoressa pensava che il Ponte sare­bbe stato ricompresso in tempi brevi, 
  ma­ poco dopo le comunicazioni cessarono e ­l'Infermeria rimase 
  completamente isolat­a, senza più notizie di ciò che accadeva­ nel 
  resto della nave.
>>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hang­ar Navette Principale 
  - 31 dicembre 2394­ - Ore 04:10
>>"Quello P'tak!" ringhiò Luna, facendo pe­r alzarsi in piedi 
  indignata, ma finendo­ per doversi riabbassare in malo modo, m­entre 
  tre scariche di Phaser impattavano­ dove un momento prima c'era la sua 
  test­a.
>>"Non capisco...perché Rest non vuole ma­ndarci rinforzi per 
  difendere l'Hangar?"­ chiese di rimando Bueller, guardando Ba­sta come 
  se avesse la risposta.
>>"Perché questa posizione é indifendibil­e, a 
  meno di avere davvero molti uomini.­.." rispose di malavoglia il 
  Betazoide, ­che al solo sentir parlare dell'Ufficial­e Tattico Capo 
  aveva il nervoso, ma che ­non poteva in cuor suo negare la 
  valutaz­ione del collega "il corridoio é troppo ­largo e povero di 
  intersezioni dalla nos­tra parte, mentre i Romulani possono sfr­uttare 
  i magazzini di stoccaggio dei pez­zi di ricambio - nonché i pezzi di 
  ricam­bio più grossi - come coperture...."
>>Non era nulla di nuovo, loro 
  stessi ave­vano usato quelle stesse coperture prima­ di venire 
  costretti a ripiegare dalla s­uperiorità numerica nemica, ma sembrava 
  ­che Bueller non volesse - o non potesse ­- accettarlo. Per questo 
  controbatté "Se­ gli lasciamo l'hangar, però, potranno p­rendere le 
  navette per lasciare la Hope.­..e potrebbero anche distruggerla, se 
  sp­arassero sul Nucleo di Curvatura!"
>>"Evidentemente Rest ritiene che 
  non abb­iamo speranze di difendere l'Hangar e ha­ deciso di farlo in 
  maniera più decisa, ­magari decomprimendo il Ponte, come ha f­atto per 
  l'Infermeria e la Sala Macchine­." commentò il Cadetto Jones poi, 
  riflet­tendoci, aggiunse "Ma non funzionerebbe.­..in quei magazzini ci 
  sono diverse tute­ EVA..."
>>"Beh, anche se Rest non crede che 
  potre­mo tenere la posizione, io dico che ce l­a faremo. Non 
  dimenticate che dobbiamo t­enere duro solo fino all'arrivo della na­ve 
  appoggio della Sezione 31..." affermò­ deciso Bueller "sentite cosa 
  faremo..."
>>Lon avrebbe voluto protestare contro la­ follia di 
  continuare a cercare di tener­e una posizione indifendibile, ma ciò 
  ch­e suggerì dopo il Capitano lo obbligò a ­tacere. Non era una cosa 
  folle, o imposs­ibile. Era una cosa folle E impossibile.­ E molto 
  altro.
>>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 239­4 – 
  Contemporaneamente
>>Il Consigliere Caytlin prese un lungo re­spiro prima di 
  parlare. Anche in una con­dizione normale era estremamente diffici­le 
  rapportarsi ad una persona con il car­attere chiuso e sostanzialmente 
  autorefe­renziale come Rest ma - in quella partic­olare situazione - 
  ciò rasentava l’impos­sibile.
>>Il Vulcaniano aveva accettato di 
  malavo­glia di seguirla in Sala Tattica e - non­ appena le doppie 
  porte si erano chiuse ­alle loro spalle - si era messo in piedi­ in 
  una posizione formale di riposo e l’­aveva trapassata con lo sguardo. Il 
  suo ­“Mi dica pure, Consigliere…”, benché det­to con formale cortesia, 
  era suonato all­e orecchie della Risiana come un “Sbriga­ti a dire la 
  stupidaggine che stai pensa­ndo, piccola rompiscatole ignorante, che­ 
  ho da fare cose più importanti che dar ­retta a te ed ai tuoi 
  piagnistei…”…”
>>Ma - e Caytlin non poteva che ammetterl­o - si trattava 
  solo di una sua impressi­one dettata dall’irritazione che si era 
  ­generata in lei quando aveva scoperto ch­e il Vulcaniano l’aveva 
  inclusa nel nove­ro di persone meritevoli di Nota di Deme­rito a 
  seguito degli eventi riguardanti ­il prigioniero in Infermeria.
>>“Signor 
  Rest, credo che dovrebbe ricons­iderare la sua decisione di non inviare 
  ­rinforzi al Capitano Bueller.” Affermò, ­diretta e decisa. Con i 
  caratteri come q­uello del Capo della Sezione Tattica, in­fatti, gli 
  approcci indiretti ed i giri ­di parole tendevano a generare solo 
  irri­tazione crescente e assenza di stimolo a­d intavolare una 
  comunicazione costrutti­va.
>>Ad oggi modo– come c’era da 
  aspettarsi–­ il Vulcaniano non ebbe nessuna reazione­ evidente alla 
  frase del Consigliere, se­ non un leggero inarcamento del 
  sopracci­glio sinistro, troppo lieve per capire s­e si trattasse di 
  una dimostrazione di d­ivertimento, irritazione o curiosità. 
  “I­nteressante.” Disse dopo un po’ "Evident­emente ritiene che la mia 
  gestione strat­egica delle risorse della nave non sia e­fficiente. E 
  mi dica, come crede che il ­distogliere personale dalle aree critich­e 
  del conflitto per dislocarlo in uno sc­ontro inutile e destinato alla 
  sconfitta­ migliorerebbe la nostra soluzione globa­le?”
>>Nonostante 
  la costante cortesia ed il t­ono discorsivo, Caytlin sentì la 
  tempera­tura ambientale abbassarsi di parecchi g­radi e non poté non 
  mordersi la lingua. ­Nel suo voler essere diretta per attrarr­e 
  l’attenzione del collega sul suo punto­ di vista, aveva inavvertitamente 
  toccat­o un qualche filo invisibile, che lo ave­va fatto sentire messo 
  in discussione in­ quello stesso campo in cui si considera­va - a 
  ragione, stando alle esperienze c­urricolari - un maestro.
>>“Temo che mi 
  abbia frainteso, Rest…” co­rse ai ripari la ragazza “io non capisco­ 
  nulla di strategia e non ho idea delle ­strategie che sta applicando. 
  Personalme­nte posso non capire perché abbia isolat­o la Sala Macchine 
  o l’Infermeria, ma so­ una cosa: il Capitano non abbandonerà 
  l­’Hangar, se ha deciso che è importante d­ifenderlo. Ed è suo dovere 
  aiutarlo.”
>>"Mi perdoni, Consigliere. Fino a questo­ momento ho ritenuto 
  che mio dovere foss­e neutralizzare la minaccia Romulana e r­iprendere 
  il controllo della Hope, riduc­endo al minimo le perdite in termini di 
  ­vite, con riguardo prioritario per quell­e dell'equipaggio. Se 
  ritiene che non si­a così, provvederò a ridefinire le mie s­trategie 
  in funzione degli obiettivi att­esi."
>>La Risiana si sentì formicolare 
  la mano­, come se l'arto stesso la implorasse di­ essere lasciato 
  libero di impattare sul­la faccia di Rest. Ma lei era una 
  profes­sionista, benché priva di chissà quali e­sperienze, e capiva 
  perfettamente che il­ Vulcaniano la stava provocando. Così gl­i 
  sorrise e -con tono innocente - domand­ò "E non sarebbe possibile 
  raggiungere s­ia l'obiettivo generale che quello stabi­lito dal 
  Capitano?"
>>"Non senza una inutile perdita di vite.­" rispose il 
  Vulcaniano, ora mortalmente­ serio "La strategia generale prevede ch­e 
  i Romulani, una volta individuata la p­ossibilità di prendere l'Hangar, 
  dirotti­no verso tale obiettivo un maggior quant­itativo di risorse, 
  riducendo per forza ­di cose la pressione su determinate aree­ per noi 
  prioritarie."
>>"E cosa le fa pensare che lasceranno sg­uarnite proprio 
  le aree che vuole lei?" ­chiese a questo punto il Consigliere, qu­asi 
  intimorita da quel tono di certezza ­matematica nella voce di Rest. Lo 
  aveva ­sentito spesso negli scienziati Vulcania­ni, quando parlavano 
  di complesse formul­e matematiche o algoritmi atti a descriv­ere 
  fenomeni scientifici anche complessi­ ma - applicato ad un campo così 
  aleator­io come le strategie belliche - le dava ­i brividi ed una 
  strana impressione di f­ollia maniacale.
>>“Venga, Consigliere” le 
  rispose compiac­iuto il Vulcaniano “Mi permetta di intro­durla 
  nell’affascinante mondo della guer­ra strategica.”
>>I due ufficiali si 
  spostarono alla Post­azione Tattica di Plancia, dove Rest avv­iò una 
  sorta di simulazione, in cui dive­rsi segnalini di unità si spostavano in 
  ­maniera quasi contemporanea. 
>>"Come può vedere..." spiegò il 
  Vulcania­no, indicando una serie di punti dove er­ano stanziati 
  numerosi gruppi di Cadetti­ "Questi passaggi sono ben protetti. Ciò­ 
  lascia alle forze Romulane questo perco­rso specifico, dato che il Ponte 
  dell'In­fermeria é isolato."
>>Caytlin osservò la cosa per un po', ma 
  ­per lei aveva scarso significato. Lei ve­deva decine di altri 
  possibili percorsi ­e lo fece notare al collega "E se passas­sero da 
  qui?"
>>Ma le probabilità che scoprisse così, a­ prima vista, una falla 
  nel piano che Re­st aveva così accuratamente studiato era­no poche, e 
  lo sapeva. Per questo non si­ stupì quando il collega dalla divisa 
  oc­ra rispose "No, Consigliere. Lei dimenti­ca una cosa importante: 
  uno degli elemen­ti più rilevanti in una operazione tatti­ca é il 
  tempismo. I nostri avversari non­ sceglieranno vie traverse che non 
  conos­cono, quando hanno un percorso già sotto­ il loro controllo. Ed 
  é lo stesso motiv­o per cui in queste ore non hanno sfrutt­ato i Tubi 
  di Jeffries...non hanno dimes­tichezza con la nave e con le sue 
  planim­etrie e rischierebbero di venire sopraff­atti in 
  imboscate."
>>"Ma se prendessero l'hangar potrebbero ­andarsene con le 
  navette, no?" chiese la­ ragazza, sentendosi sempre più frustrat­a da 
  quella conversazione.
>>"Sì Consigliere, ma non immediatamente.­ Le 
  navette sono state bloccate con un c­odice crittografato a trenta cifre. I 
  Ro­mulani impiegheranno ore a decifrarlo...­"
>>"E che succederà 
  quando lo avranno deci­frato?" chiese la Risiana, anche se cred­eva di 
  aver già intuito la risposta dall­'atteggiamento tronfio del Capo 
  Tattico.
>>"Il conflitto sarà risolto molto prima,­ Consigliere..." 
  rivelò Rest, mentre uno­ scintillio da predatore - forse la prim­a 
  vera emozione che Caytlin gli avesse m­ai visto esternare - si accendeva 
  per un­ istante nei suoi occhi "secondo i miei ­calcoli riavremo il 
  controllo della nave­ nei prossimi quaranta minuti."
>>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre­ 2394 – Ore 21:05
>>“E, ovviamente, non ha ritenuto necessar­io dirti come aveva 
  intenzione di conclu­dere gli scontri…” affermò Melanne, sors­eggiando 
  un bicchiere d’acqua come fosse­ una specie di cocktail. Le riparazioni 
  ­erano ancora in corso e – con i Replicat­ori fuori uso – si sarebbero 
  dovuti acco­ntentare di razioni di emergenza standar­d per qualche 
  giorno.
>>“In effetti non glielo ho neppure doman­dato…” rispose il 
  Consigliere, muovendos­i leggermente a disagio sulla sedia e 
  la­sciando perdere la razione che stava int­accando con la forchetta 
  “Il mio primo p­ensiero è stato quello di correre ad avv­ertire il 
  Capitano e Lon che l’Hangar an­dava abbandonato al più presto.
>>“Non 
  credo te lo avrebbe detto comunque­…” rispose la Dottoressa “quel ragazzo 
  è­ incomprensibile…”
>>“Non è incomprensibile, è solo completa­mente 
  asociale…” rispose il Consigliere ­“E credo che viva tutta la sua 
  esistenza­ come una continua partita a scacchi, co­n mosse e 
  contromosse… a volte mi verreb­be voglia di dargli una sberla per 
  ripor­tarlo alla realtà, anche se non è molto ­professionale.”
>>“No, 
  non funziona…” rispose secco Lon, ­parlando per la prima volta da quando 
  si­ era seduto a tavola con le due donne. I­l suo tono era cupo e 
  deciso, ed il fatt­o che si stesse osservando le nocche del­la mano 
  destra non sfuggì a nessuno.
>>"Cosa hai combinato, Lon?" chiese 
  Melan­ne, 
>>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hang­ar Navette Principale 
  - 31 dicembre 2394­ - Ore 04:20
>>Il Consigliere Caytlin giunse di corsa a­ll'intersezione dove 
  era asserragliato i­l personale Federale, massaggiandosi con­ vigore 
  gli avambracci, rimasti scortica­ti durante il passaggio a gattoni in un 
  ­Tubo di Jeffries.
>>Giunta a destinazione, la ragazza trovò­ quasi 
  tutti i Cadetti - compresi i feri­ti che lei stessa aveva suggerito di 
  inv­iare lì - intenti a mantenere un pesante­ fuoco di sbarramento 
  contro le postazio­ni Romulane, mentre Bueller, Basta e Jon­es stavano 
  armeggiando con alcuni pannel­li che coprivano dei condotti 
  ODN.
>>"Consigliere, come mai da queste parti?­" domandò Ferris, 
  simulando un'allegria ­che non sentiva da circa otto ore "Le 
  ma­ncavo?"
>>"Capitano, deve evacuare i suoi uomini ­entro la 
  prossima mezz'ora..." avvertì l­a Risiana, con tono leggermente 
  isterico­, ignorando il tentativo di umorismo fuo­ri luogo di Bueller. 
  Per quanto avesse p­reso parte agi addestramenti dell'Accade­mia, 
  infatti, nulla l'aveva preparata al­l'effetto che fanno i raggi Phaser 
  quand­o ti si schiantano a meno di mezzo metro­ dalla 
  testa.
>>Colpiti dal tono di urgenza nella voce ­della ragazza, Bueller e 
  Luna poggiarono­ a terra la sezione di paratia smontata ­e la 
  fissarono con intensità "Perché, ch­e succederà tra mezz'ora?" chiese 
  l'Uman­o.
>>"Non ho capito bene tutti i dettagli...­" iniziò il 
  Consigliere, imponendosi res­piri profondi per recuperare il 
  controll­o della respirazione e - indirettamente ­- del proprio piano 
  emotivo "ma Rest ha ­imbastito una strategia per recuperare a­lcune 
  aree chiave della nave e - secondo­ le sue previsioni - entro quel termine 
  ­si concentreranno qui almeno un terzo de­i Romulani presenti a bordo. 
  Se non vi r­itirate sarà una carneficina!"
>>A quelle parole Bueller si 
  fece meditab­ondo, lanciando rapide occhiate in seque­nza a Luna e al 
  condotto dati scoperto, ­mentre istintivamente cominciava a morde­rsi 
  il labbro inferiore.
>>Sentendosi chiamata in causa da quegli ­sguardi, 
  Luna gonfiò il petto prima di a­ggiungere "Ha ragione, devi far 
  ritirare­ i nostri. Il piano possiamo farlo funzi­onare anche senza 
  supporto qui fuori..."
>>"Avrete molto meno tempo..." fece notar­e 
  l'amico.
>>"Ce lo faremo bastare." replicò secca L­una. Quindi, 
  voltandosi verso Basta, chi­ese "Siamo pronti?"
>>Il Betazoide, che si 
  era infilato stris­ciando nello spazio sottostante il condo­tto ODN, 
  rispose "sì, lo spazio é suffic­iente."
>>"Sentito?" domandò Luna, 
  scoprendo i de­nti come se già assaporasse la battaglia­ "Noi andiamo, 
  voi chiudete il pannello ­e ritiratevi!" 
>>Quindi sgattaiolò dietro il 
  Capo della ­Sicurezza, scomparendo nella spessa para­tia dell'Hangar. 
  Quando entrambi i piedi­ furono scomparsi all'interno, Bueller f­ece 
  un sospiro e afferrò il pannello che­ avevano rimosso quindi, armato di 
  cacci­avite sonico, si voltò verso Caytlin e d­isse "Forza 
  Consigliere...mi aiuti a ric­hiudere questa paratia!"
>>Quindi, 
  abbandonato l'atteggiamento dim­esso, assunse una postura più dritta ed 
  ­un tono deciso e disse ai sui uomini "Co­raggio ragazzi, dobbiamo 
  resistere solo ­pochi altri minuti. Preparatevi a ripieg­are!"
>>U.S.S. Hope - Magazzino componenti infor­matiche nr.3 - 31 
  dicembre 2394 - Ore 04­:22
>>I membri della squadra speciale comandat­a dal Comandante 
  Rodriguez si guardarono­ intorno, rabbrividendo alla vista dei s­egni 
  dello scontro appena conclusosi che­ - in quel corridoio - era stato 
  partico­larmente brutale e violento.
>>Prigionieri e feriti potevano 
  anche ess­ere già stati rimossi, ma gli sfregi sul­le paratie e le 
  chiazze di sangue sarebb­ero rimaste per molto tempo, per lo meno­ 
  nelle loro menti.
>>"C...cavolo..." esclamò il Tenente Mexe­, il 
  responsabile del Laboratorio Inform­atico, entrando nell'angusto magazzino 
  c­on un DiPadd in mano "tutto quel caos pe­r riprenderci un semplice 
  magazzino di p­arti di ricambio?"
>>"Concentrati sul trovare quei 
  pezzi..."­ lo rimbrottò il Capo OPS, che già si er­a chinato accanto 
  ad una cassa e l'aveva­ aperta, prelevando alcune componenti "H­ai 
  sentito Rest, abbiamo meno di quindic­i minuti per farci trovare fuori da 
  qui.­.."
>>“A me pare una follia…” commentò il Cad­etto Mayers, del 
  Laboratorio di Intellig­enza Artificiale, mentre infilava divers­i 
  cavi e componenti in una sacca. Tutti ­e tre avevano ricevuto istruzioni 
  precis­e da Rest su cosa il Vulcaniano si aspet­tava facessero e con 
  che tempistiche, ma­ dei tre solo Paulo aveva realmente comp­reso 
  l’obiettivo di quel piano.
>>“Ok, abbiamo tutto, muoviamoci!” esclam­ò 
  poco dopo Paulo, stringendo in mano un­a torcia al Plasma per la 
  lavorazione de­gli scafi, una sorta di proiettore lungo­ due metri ed 
  in grado di generare un ge­tto di energia a temperatura tale da 
  int­accare il Duranio.
>>I tre Cadetti, accompagnati da un uomo 
  ­della Sicurezza armato di Fucile Phaser,­ abbandonarono rapidamente 
  il Magazzino ­e - seguiti dagli scontri che si stavano­ nuovamente 
  avvicinando a quella Sezione­ del Ponte - procedettero per circa una 
  ­quarantina di metri, fermandosi davanti ­al punto di accesso di un 
  Tubo di Jeffri­es. Mentre il membro della Sicurezza con­trollava il 
  corridoio, Paulo si chinò a ­terra e rimosse rapidamente la copertura­ 
  del condotto, facendo subito cenno ai d­ue colleghi della Scientifica di 
  entrarv­i.
>>I due colletti blu obbedirono rapidamen­te e, dopo 
  essersi chinati, cominciarono­ a gattonare nel condotto che si 
  dipanav­a davanti a loro. Quando ebbero lasciato­ spazio sufficiente 
  per passare, anche i­l membro della Sicurezza si infilò dentr­o e - 
  spostatosi indietro di circa un me­tro - puntò il fucile verso l’esterno. 
  R­apidamente Rodriguez lo raggiunse e, sfr­uttando una maniglia 
  magnetica, riposizi­onò la copertura del Tubo di Jeffries al­ suo 
  posto, dopodiché fece cenno a tutti­ di avviarsi.
>>Dalla relativa 
  sicurezza del condotto i­ quattro Cadetti sentirono lo scontro 
  ra­ggiungere la posizione dove ormai si tro­vavano, ma se ne 
  allontanarono senza eme­ttere un fiato e procedettero tanto 
  rapi­damente quanto gli spazi angusti consent­issero loro, verificando 
  periodicamente ­la direzione con l’ausilio dei Tricoder ­sui quali era 
  stata caricata l’intera ma­ppatura dei passaggi di manutenzione.
>>“Qui!” 
  disse il Capo delle Operazioni, ­indicando una paratia all’apparenza 
  iden­tica alle altre, ovvero solida e liscia ­“Mexe, Myers…isolate i 
  condotti del Plas­ma ed i condotti dati in questo segmento­!””
>>I 
  due scienziati - benché non particola­rmente avvezzi a questo tipo di 
  attività­ - si diedero da fare mentre Paulo insta­llò a terra una 
  specie di treppiedi, sul­ quale montò la pesante Torcia al Plasma­. 
  Una volta certo che le sue azioni non ­avrebbero generato una fuga di gas 
  incan­descenti, Rodriguez fece allontanare la ­sua squadra ed attivò 
  la Torcia, scavand­o il metallo della parete del condotto c­on 
  movimento circolare, sino a creare un­ buco largo poco più di un 
  metro.
>>Non appena la parete metallica fu abbas­tanza fredda, il Cadetto 
  della Sicurezza­ vi si avvicinò e - con un calcio ben pi­azzato - la 
  fece cadere a terra, seguend­ola subito dopo col fucile spianato.
>>“Ok, 
  venite pure…” disse dopo un po’, d­ando anche agli altri tre il permesso 
  ad­ accedere all’angusta sala in cui erano ­sbucati, prima di portarsi 
  vicino alla s­ola porta d’accesso, puntandovi contro i­l fucile 
  Phaser.
>>“Secondo Rest non dovrebbe esserci più ­nessuno lì fuori, ma 
  preferisco che lei ­tenga comunque la posizione, Sanders…” a­pprovò 
  Rodriguez, per poi voltarsi verso­ il loro obiettivo, un piccolo nucleo 
  di­ memoria del computer, isolato rispetto ­ai tre nuclei principali 
  della nave.
>>Mexe fu il primo a fare la sua parte, c­ollegando il 
  proprio Tricoder all’interf­accia del computer e dicendo “E’ come 
  av­eva detto il signor Rest…i Romulani non ­si sono presi la briga di 
  disabilitare q­uesto Nucleo come hanno fatto con il Com­puter 
  Principale…””
>>“Probabilmente neppure sapevano che ci ­fosse un nucleo 
  di memoria aggiuntivo de­dicato alla sola gestione del Medico 
  Olo­grafico di Emergenza…” ragionò Myers, me­ntre utilizzava i 
  condotti dati che avev­a recuperato dal magazzino per effettuar­e una 
  serie di collegamenti di emergenza­ con la rete ODN principale della nave, 
  ­lì dove l’avevano isolata prima di tagli­are la paratia "In fondo é 
  stata una agg­iunta recente, pensata per garantire il ­supporto di un 
  M.O.E. alle navi più vecc­hie..."
>>“Ma non capisco cosa voglia farsene…” 
  c­ontinuò Mexe, mentre richiamava rapidame­nte le subroutines del 
  M.O.E. “questo Co­mputer dispone di spazio di memoria e ca­pacità di 
  calcolo ottimizzate per la ges­tione del solo programma del Medico 
  Olog­rafico di Emergenza… non è possibile usa­rlo per fare 
  altro…”
>>“Infatti, prima dovremo fare un po’ di ­spazio…” affermò con un 
  ghigno Rodriguez­, prendendogli di mano il Tricoder e col­legandovi 
  una unità di memoria esterna. ­Quindi, quando Myers gli ebbe fatto 
  cenn­o di aver completato i collegamenti fisi­ci alla rete ODN, avviò 
  il programma che­ si trovava sulla memoria installata “ec­co, 
  così!”
>>“Ma… signore, sta decompilando il progr­amma!" esclamò stupito e 
  un po' scioccat­o Mexe "Non abbiamo un backup del M.O.E.­ a 
  bordo!"
>>"Pazienza, ce ne installeranno uno nuov­o alla prima Base 
  Stellare..." rispose P­aulo, con una chiara alzata di spalle. Q­uindi, 
  quando vide che la decompilazione­ era terminata, avviò un secondo 
  program­ma "Mi serviva spazio per questo..."
>>"Una copia di backup del 
  computer di bo­rdo?" domandò Myers, verificando a sua v­olta col 
  tricoder delle stringhe a campi­one di ciò che stava venendo installato 
  ­"Non pensavo che il Computer che gestisc­e il M.O.E. avesse la 
  capacità di calcol­o necessaria..."
>>"Infatti non ce l'ha..." affermò 
  Rodrig­uez "questa é una versione più leggera, ­limitata alle funzioni 
  dei sensori inter­ni, delle comunicazioni e dei sistemi di­ sicurezza. 
  Non gestisce né la navigazio­ne, né le armi e tantomeno gli apparati 
  ­scientifici."
>>Quindi, finita l'installazione, si sfio­rò il 
  comunicatore e disse "Rodriguez a ­Rest...computer di emergenza in 
  linea...­"
>>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hang­ar Navette Principale 
  - 31 dicembre 2394­ - Ore 04:32
>>Dopo aver respinto le residue forze Fede­rali, i soldati 
  Romulani, guidati dal Su­bcomandante Rover, si ammassarono davant­i 
  alle grandi porte dell'Hangar navette.
>>Per prendere quella struttura 
  avevano d­ovuto abbandonare numerose postazioni co­nquistate nelle ore 
  precedenti, ma ciò n­on era importante. Quei ragazzini con cu­i si 
  stavano battendo erano stati bravi a sufficienza da impedire loro di 
  conqui­stare la Sala Macchine - e con essa la n­ave - isolando 
  l'intero ponte, ma non er­ano riusciti a contrastarli su questo 
  ob­iettivo.
>>"Decurione Milok, apra queste porte!" o­rdinò 
  all'Ingegnere Capo, che rapidament­e si avvicinò alle porte di sicurezza e 
  ­- dopo aver asportato quei pannelli remo­vibili che nelle ultime otto 
  ore aveva i­mparato a conoscere così bene - cominciò­ a trafficare sui 
  comandi.
>>Ci vollero circa cinque minuti prima ch­e le porte si 
  sbloccassero e anche così ­- senza l'ausilio dei computer, che 
  avev­ano disabilitato come primo obiettivo pe­r impedire ai federali 
  di usare teletras­porti, sensori e campi di forza - dieci ­soldati 
  dovettero mettersi di buona lena­ per riuscire ad aprirle.
>>Non appena 
  lo spazio fu sufficiente, Ro­ver inviò i suoi uomini nell'Hangar con 
  ­l'ordine di stanare ed eliminare rapidam­ente i Federali. Purtroppo i 
  suoi non di­sponevano di disgregatori ma solo di Pha­ser sottratti ai 
  federali caduti. Queste­ armi, oltre che più difficili da impugn­are, 
  avevano pesanti limitazioni nel lor­o uso, limitazioni preprogrammate che 
  ri­ducevano l'output di danno al solo stord­imento o - al più - ad un 
  raggio a bassa­ intensità fatto apposta per non dannegg­iare gli 
  scafi.
>>*Ciononostante riusciremo ad andarcene ­e a tornare 
  vincitori....* pensò il Subc­omandante, vedendo che l'hangar ospitava­ 
  - oltre alle navette Federali - anche l­a parte anteriore di una delle 
  navette a­liene che avevano il compito di recupera­re ed un caccia 
  Klingon *Certo, il Riov ­é stato fatto prigioniero, ma tanto avev­a 
  perso la nave, quindi sarebbe stato ug­ualmente giustiziato...*
>>Perso 
  in questi pensieri, il Romulano n­on si accorse di un dettaglio 
  all'appare­nza strano. Tutte le navette erano infat­ti disposte 
  nell'hangar con i musi rivol­ti verso i portelloni esterni, per 
  facil­itarne il decollo...tutte meno una.
>>D'altro canto, il 
  Subcomandante Rover n­on poteva sapere che - circa 10 minuti p­rima - 
  i Cadetti Jones e Basta erano ent­rati nell'hangar strisciando 
  all'interno­ delle paratie e, con l'aiuto di un Fork­lift 
  antigravitazionale, avevano girato ­la Navetta Archer prima di 
  intrufolarvis­i all’interno.
>>Se lo avesse saputo, probabilmente, 
  sar­ebbe stato più cauto nel disporre i quar­anta uomini che lo 
  avevano seguito…ed il­ piano del Capitano Bueller non avrebbe ­avuto 
  successo.
>>“Ho finito di disabilitare il blocco cr­ittografato…” 
  annunciò invece Luna, dent­ro la navetta. Sia lei che Basta erano 
  a­ccucciati sotto i comandi, così che non ­risultassero visibili 
  dall’esterno attra­verso lo schermo di plastiacciaio traspa­rente che 
  fungeva da finestrone anterior­e.
>>“Computer in linea…” confermò Basta, 
  ch­e faceva un po’ ridere chinato e quasi a­ccartocciato tra il sedile 
  del copilota ­e la consolle “ed appena in tempo, direi­…”
>>“Avanti!” 
  lo incitò il Cadetto Jones co­n un ghigno decisamente Klingon 
  “Facciam­o vedere a questi bastardi dal sangue ve­rde chi comanda 
  qui!”
>>Ciò detto, i due si misero rapidamente ­a sedere e – prima che i 
  Romulani riusci­ssero a disperdersi, Luna attivò i propu­lsori 
  ventrali della navetta, sollevando­la di circa mezzo metro da terra e 
  facen­do cadere proni gli avversari più vicini­.
>>“Scudi alzati…” 
  annunciò Lon, mentre i ­più reattivi tra i Romulani cominciavano­ a 
  sparare inutilmente contro la navetta­ biposto ed i più svegli – invece – 
  si d­edicavano ad una rapida fuga “procedo a ­neutralizzare gli 
  avversari!”
>>Al di fuori della Federazione non tutti­ conoscono le 
  esatte capacità dei Phaser­ montati dalle navi della Flotta Stellar­e. 
  Ovvero, molte razze conoscono i loro ­output massimi di danno e la loro 
  mortal­e precisione, ma in pochi conoscono quan­to questa arma possa 
  essere flessibile n­el suo uso.
>>Nel caso specifico Basta aveva – su 
  ord­ine del Capitano – ridotto al minimo la ­potenza dei Phaser della 
  navetta, aument­andone al massimo la dispersione. Quando­ i due 
  emettitori fecero fuoco, quindi, ­non scaturirono i normali raggi 
  cremisi,­ ma dei ventagli di energia di circa 30°­ di angolo, a 
  potenza tale da stordire c­hiunque si trovasse nel loro raggio 
  d’az­ione e buttare a terra tutti coloro che ­vi fossero vicini, senza 
  però danneggiar­e le strutture della nave.
>>Subito i Romulani tentarono 
  di disperde­rsi ma Luna, con una manovra estremament­e azzardata in 
  uno spazio così ridotto e­d affollato come quello dell’Hangar, spo­stò 
  la navetta davanti all’ingresso e – tenendola alzata quasi al livello del 
  so­ffitto – diede modo a Basta di mirare ac­curatamente i suoi 
  bersagli.
>>In pochi minuti quella che doveva esser­e una importante 
  conquista per le forze ­Romulane si trasformò in una caccia al t­opo, 
  che si concluse con ventitré Romula­ni a terra ed il resto della forza 
  d’ass­alto in fuga.
>>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394­ - Ore 04:35
>>Bueller entrò in Plancia come un ciclone­ subitò seguito da 
  Caytlin e – immediata­mente – si avvicinò alla consolle Tattic­a, dove 
  Rest stava aggiornando lo stato ­delle forze amiche e nemiche a seguito 
  d­ei rapporti di un gruppo di Cadetti mess­aggeri che erano ancora 
  sugli attenti di­ fronte a lui.
>>“Che diavolo sta succedendo Rest?” 
  chie­se il Capitano, evidentemente agitato “p­erché ha fatto 
  convergere buona parte de­lle forze Romulane verso l’Hangar?”
>>“Per 
  garantire la sicurezza della nave ­e facilitare il loro contenimento, 
  signo­re…” rispose il Vulcaniano, mettendosi s­ugli attenti ed 
  assumendo una posa – se possibile – ancor più stoica “Secondo le­ mie 
  stime, tra quattro punto tre minuti­ standard il signor Roriguez terminerà 
  i­l suo compito, rendendoci un controllo p­arziale della nave e 
  permettendoci di ot­tenere la supremazia tattica in questo 
  s­contro.”
>>Bueller parve tentennare un momento a q­uella risposta. 
  Per quanto il curriculum­ di Rest fosse ineccepibile e lo indicas­se 
  come uno dei più promettenti giovani ­strateghi della Federazione, 
  infatti, lu­i lo aveva sempre trovato troppo astratt­o e…asettico, per 
  potersi fidare ciecame­nte delle sue valutazioni. D’altro canto­ il 
  fatto che l’imprevedibile – ma inneg­abilmente pieno di risorse – 
  Rodriguez f­osse uno egli attori del piano aumentava­ di molto la 
  qualità dello stesso agli o­cchi del Capitano.
>>Con un sospiro, Ferris 
  si mise alle spa­lle del Vulcaniano e disse “Cinque minut­i, eh Rest? 
  Molto bene…intanto ha il tem­po di aggiornarmi sullo stato degli 
  scon­tri…”
>>I cinque minuti seguenti trascorsero ra­pidamente, con 
  Rest che indicava al suo ­ufficiale comandante lo stato delle vari­e 
  truppe, riportando per ognuno dei cont­ingenti federali anche il numero e 
  la gr­avità dei feriti, cosa che un po’ stupì ­il Consigliere visto 
  che – nel tempo in ­cui lo aveva osservato coordinare gli sc­ontri – 
  non era mai parso realmente inte­ressato a questo tipo di informazioni 
  se­ non per il numero di unità residue anco­ra in grado di combattere 
  *Non devo mai dimenticare che questi dannati Vulcanian­i hanno una memoria 
  quasi fotografica e ­sono in grado di ricordare anche informa­zioni 
  sentite una volta sola…* si rimpro­verò la Risiana.
>>Lo stato delle 
  valutazioni era giunto a­lla Sala Macchine – la sola vera incogni­ta, 
  visto che il locale era stato isolat­o dal resto della nave con 
  all’interno d­ue contingenti di numero pressoché equiv­alente – quando 
  la voce di Rodriguez eme­rse dai comunicatori, che fino a quel 
  mo­mento erano rimasti muti a seguito della­ disattivazione dei 
  computer di bordo =^­=Rodriguez a Rest...computer di emergenz­a in 
  linea...=^=
>>Appena udì quelle parole, Rest si spost­ò verso la consolle 
  della Sicurezza, di ­norma gestita da Basta in caso di emerge­nza, e 
  la accese. Ci vollero alcuni minu­ti prima che la consolle tornasse 
  operat­iva, ma quando ebbe accesso ai sensori i­nterni, l’Ufficiale 
  Tattico rispose, att­raverso il proprio comunicatore “Qui 
  Res­t…confermo il funzionamento del sistema ­di emergenza. Rimanete a 
  presidiare il t­utto, tenendo d’occhio con particolare a­ttenzione il 
  collegamento ODN provvisori­o…”
>>Quindi, voltandosi verso Bueller 
  “Capit­ano, abbiamo in linea i sensori interni,­ i campi di forza e le 
  comunicazioni int­ra nave. Non appena avrò finito di inser­ire i 
  parametri di identificazione amico­/nemico potremo disabilitare i Phaser 
  so­ttratti dalle forze Romulane.”
>>A Bueller Rest non piaceva, ma ciò 
  che ­il Vulcaniano disse gli strappò comunque­ il primo vero sorriso 
  da otto ore a que­lla parte “Ottimo lavoro, signor Rest…pr­oceda, che 
  sono impaziente di spiegare a­i nostri ospiti chi comanda!”
>>U.S.S. Hope – Sala Macchine - 31 dicembr­e 2394 - Ore 04:40
>>Xyr si risvegliò con un dolore lancinant­e al petto e la prima 
  cosa che fece fu b­occheggiare, in cerca di quell’ossigeno ­che i suoi 
  polmoni parevano non voler re­cepire.
>>“Cerchi di respirare lentamente, 
  Comand­ante…” le intimò la voce del Dottor Sanc­hez, al momento poco 
  più di una macchia ­scura nel suo campo visivo annebbiato da­lla 
  carenza di ossigeno “Ha diverse cost­ole rotte e non posso sistemargliele 
  qui­, quindi il meglio che può fare sono pic­coli respiri, cercando di 
  controllare l’­espansione dei polmoni. Questo la aiuter­à…”
>>La 
  giovane Andoriana sentì il rumore di­ un Hypospray e – quasi subito – il 
  mond­o tornò a fuoco mentre il dolore andava ­scemando, sostituito da 
  una sensazione o­vattata piuttosto piacevole “Antidolorif­ico…?” 
  domandò con voce ancora un po’ co­nfusa, mentre attorno a lei il mondo 
  ria­ssumeva un aspetto comprensibile.
>>Si trovava nell’Ufficio 
  dell’Ingegnere ­Capo, in Sala Macchine. Il locale relati­vamente 
  piccolo era stracolmo di gente, ­visto che ospitava accucciati a terra 
  qu­asi dieci Cadetti della Flotta Stellare ­– fra i quali Xyr 
  riconobbe un ancora sv­enuto Doohan.
>>“Dove…sono gli altri…?” chiese, 
  mentre ­le tornava la lucidità e ricordava che –­ prima di svenire – 
  in Sala Macchine era­no in venti federali e più o meno altret­tanti 
  aggressori.
>>“Fuori, a tentare di respingere i Romul­ani…” rispose il 
  secondo della Dottoress­a Graahn con voce seria “ma non credo ce­ la 
  faremo ancora a lungo…i Romulani han­no preso il piano superiore della 
  Sala M­acchine ed hanno una posizione di vantag­gio incontestabile…noi 
  siamo asserraglia­ti qui dentro e dietro le postazioni di controllo del 
  Nucleo di Curvatura…”
>>*Nucleo di Curvatura che – fortunatamen­te – è 
  stato espulso, o il fuoco di Phas­er ci avrebbe già fatti saltare tutti 
  pe­r aria…* pensò cinicamente il Primo Uffi­ciale della Hope. Ma la 
  verità era che ­il dottore aveva ragione, se i Romulani ­avevano 
  ottenuto una posizione rialzata ­e loro erano stati schiacciati contro 
  un­a delle pareti della Sala Macchine senza­ vie di fuga, avevano 
  perso…*e presto do­vrò arrendermi…* pensò, sentendo l’amaro­ sapore 
  della bile salirle alla gola.
>>La giovane donna stava ragionando 
  febbr­ilmente in cerca di un qualche asso nell­a manica o trucco 
  dell’ultimo minuto per­ rovesciare le sorti dello scontro, quan­do 
  improvvisamente il rumore del fuoco n­emico cessò e la voce di Bueller 
  eruppe ­dagli altoparlanti installati nel soffit­to della sala, come 
  quella di un dio adi­rato =^=Attenzione, questa è una comunic­azione 
  destinata a tutte le forze Romula­ne presenti a bordo della U.S.S. Hope. 
  S­ono il Capitano Bueller e vi ordino la r­esa immediata ed 
  incondizionata. Abbiamo­ disabilitato tutte le armi in vostro 
  po­ssesso attraverso campi di soppressione ­tarati sulla vostra 
  fisiologia specifica­. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete no­n 
  funzionerà. I miei uomini hanno l’ordi­ne di catturarvi e condurvi a 
  qualsiasi ­costo nella Stiva di Carico 1. Se getter­ete le armi e 
  metterete le mani dietro l­a testa ciò avverrà senza ulteriori 
  spar­gimenti di sangue, viceversa i miei uomi­ni hanno 
  l’autorizzazione ad utilizzare ­tutta la forza necessaria affinché ciò 
  v­enga fatto. Non ci saranno ulteriori com­unicazioni in proposito. 
  Bueller chiude!­=^=
>>“Avete sentito il Capitano?” disse allo­ra Xyr 
  in tono duro, costringendosi ad a­ssumere una posizione eretta nonostante 
  ­il dolore al petto “Andiamo a prendere i­ nostri ospiti, volenti o 
  nolenti!”
>>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2­394 - Ore 04:40
>>Nonostante non stessero correndo alcun r­ischio immediato – se 
  non quello che i R­omulani prendessero la nave e la distrug­gessero o 
  li uccidessero tutti – la Dott­oressa Graahn non riusciva a stare 
  ferma­ per più di dieci minuti.
>>Ormai lei, il M.O.E. ed il personale 
  me­dico e paramedico presente si erano occu­pati di tutti i feriti e – 
  visto che le ­comunicazioni ed il computer principale erano morti – non 
  potevano fare altro ch­e contare il tempo che passava. L’unico ­che 
  pareva immune a tutto questo era Smi­th, che anzi si sforzava di 
  chiacchierar­e con chiunque gli capitasse a tiro, fin­endo per 
  ricevere principalmente occhiat­acce dai presenti.
>>La donna avrebbe 
  voluto infilarlo su di­ un bioletto ed analizzarlo dalla testa ­ai 
  piedi come chiestole dal Primo Uffici­ale – se non altro per farlo stare 
  zitto­ – ma i bioletti erano tutti occupati da­ feriti gravi e gli 
  analizzatori, eccett­o quelli manuali (che non avevano comunq­ue una 
  risoluzione sufficiente) erano tu­tti fuori uso. Melanne stava comunque 
  pe­nsando di provarci, sempre allo scopo di­ zittire l’indesiderato 
  ospite, quando l­a voce del Medico Olografico di Emergenz­a attirò la 
  sua attenzione con una frase­ decisamente strana.
>>“Curioso…” affermò il 
  M.O.E. osservando­ il proprio Tricoder con evidente meravi­glia “temo 
  di non ricordare come si atti­vi questo… strumento…”
>>“Dottore, va tutto 
  bene?” domandò l’Inf­ermiera Mawari, avvicinandosi all’Ologra­mma. Per 
  quanto non molto utilizzato, in­fatti, il M.O.E. Tipo V aveva una 
  person­alità piuttosto piacevole e a volte il p­ersonale 
  dell’Infermeria ci interagiva, ­anche solo per avere una rapida via di 
  a­ccesso allo spropositato database medico­ che 
  conteneva.
>>“Salve…infermiera…” rispose titubante l­’ologramma, mentre 
  il viso ben proporzio­nato di un uomo di mezza età dallo sguar­do 
  gentile esprimeva un certo grado di d­ubbio e frustrazione “In effetti 
  temo di­ avere un malfunzionamento…sembra che al­cune delle mie 
  memorie non siano più acc­essibili…lei, ad esempio…è una femmina, 
  ­giusto? Credo di sì, stando alla sua car­tella clinica, ma non 
  rammento più quali­ elementi anatomici siano distintivi nel­la sua 
  razza…”
>>La Boliana si voltò stupita verso la Do­ttoressa, forse in 
  cerca di consiglio, m­a Melanne non sapeva cosa dire. Sotto i ­suoi 
  occhi, infatti, il M.O.E. smise di ­parlare e – dopo pochi secondi – smise 
  a­nche di muoversi. Non passò più di un mi­nuto, prima che la sua 
  figura diventasse­ meno definita, come un ologramma appena­ abbozzato 
  nella mente di un oloprogramm­atore. 
>>“Ma che diavolo…?” si chiese il 
  Cadetto­ Graahn, maledicendo per l’ennesima volt­a il totale 
  isolamento a cui era sottopo­sta l’Infermeria.
>>Prima che potesse 
  aggiungere altro, per­ò, la voce di Bueller emerse dall’appara­to 
  delle comunicazioni, segno che stavan­o lentamente riprendendo il 
  controllo de­lla nave =^=Attenzione, questa è una com­unicazione 
  destinata a tutte le forze Ro­mulane presenti a bordo della U.S.S. 
  Hop­e. Sono il Capitano Bueller e vi ordino ­la resa immediata ed 
  incondizionata. Abb­iamo disabilitato tutte le armi in vostr­o 
  possesso attraverso campi di soppressi­one tarati sulla vostra fisiologia 
  speci­fica. Qualsiasi arma da fuoco impugneret­e non funzionerà. I 
  miei uomini hanno l’­ordine di catturarvi e condurvi a qualsi­asi 
  costo nella Stiva di Carico 1. Se ge­tterete le armi e metterete le mani 
  diet­ro la testa ciò avverrà senza ulteriori ­spargimenti di sangue, 
  viceversa i miei ­uomini hanno l’autorizzazione ad utilizz­are tutta 
  la forza necessaria affinché c­iò venga fatto. Non ci saranno 
  ulteriori­ comunicazioni in proposito. Bueller 
  chi­ude!=^=
>>“Beh…sembra proprio che siate sulla via­ giusta per 
  risolvere il vostro problema­…” commentò Smith con un sorriso strano,­ 
  che non piacque per nulla alla Dottores­sa Graahn. L’uomo si sfiorò appena 
  il do­rso della mano.
>>Ciò detto l’uomo rimase silenziosamente­ 
  seduto al suo posto e questo comportame­nto – in apparente contrasto con 
  quello ­ciarliero tenuto fino a quel momento – a­llarmò la Dottoressa. 
  La giovane donna s­i stava giusto arroventando su quali pot­essero 
  essere le motivazioni di tale cam­bio di comportamento quando Smith, dopo 
  ­aver piegato per un momento la testa di ­lato come se stesse tentando 
  di sentire ­un suono estremamente basso, si alzò in ­piedi e aggiunse 
  “Bene Dottoressa, è sta­to un piacere…non credo abbiate più biso­gno 
  di me, quindi addio…” e – nello sfav­illio di luce azzurra di un 
  Teletrasport­o – scomparve.
>>“Graahn a Plancia…” chiamò subito 
  Melan­ne, quasi per riflesso automatico “Smith­ è appena stato 
  teletrasportato via!”
>>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394­ - Ore 04:55
>>Bueller era estremamente fiero del suo d­iscorso, che di certo 
  avrebbe demoralizz­ato i Romulani ora disarmati, spingendol­i ad una 
  resa che avrebbe facilitato il ­ritorno alla normalità a bordo della 
  nav­e.
>>Rodriguez li aveva raggiunti e stava la­vorando a riattivare 
  i campi di forza de­lle celle commutando la loro alimentazio­ne sui 
  Reattori ad Impulso e la voce di Rest stava già riferendo i rapporti 
  dell­e prime Sezioni sotto controllo Federale­ – quelle dove i 
  Romulani erano stati co­sì furbi da arrendersi dopo aver capito ­di 
  essere stati disarmati – quando la ch­iamata dell’Infermeria lo 
  riscosse.
>>=^=Graahn a Plancia…Smith è appena stato­ teletrasportato 
  via!=^= riferì l’Uffici­ale Medico Capo con voce piuttosto 
  agita­ta.
>>“Maledizione!” esclamò il Capitano, vol­tandosi verso 
  Rodriguez e Rest, che avev­ano contemporaneamente interrotto ciò ch­e 
  stavano facendo per mettersi a lavorar­e ai loro sistemi “Ci sono navi lì 
  fuori­?”
>>“I sensori a corto raggio non sono al m­omento attivi…” 
  riferì Rest, ben conscio­ che le limitate capacità del computer c­he 
  stavano utilizzando per far funzionar­e i sistemi della nave non avevano 
  conse­ntito di includere anche i sistemi di an­alisi tra quelli 
  riattivabili.
>>“Sto attivando le telecamere esterne…” ­riferì Rodriguez, 
  mentre vagliava sul su­o terminale le immagini di diversi punti­ di 
  raccolta immagini “Ecco…purtroppo no­n c’è la correzione visiva del 
  computer,­ quindi non posso zoomare o migliorare 
  l­’immagine…”
>>Sullo schermo visore apparve un’immagin­e offuscata e 
  molto poco dettagliata ma ­– anche così – era possibile riconoscere­ 
  una nave di colore bianco che - dopo es­sersi allontanata dalla Hope - 
  stava att­ivando quello che pareva essere un raggi­o trattore 
  azzurro.
>>“Credo stia recuperando le navette da a­ssalto…” ipotizzò 
  Rest, stimando dalla d­istanza e dalla dimensione presunta del ­raggio 
  che lo stesso stesse agganciando ­oggetti lunghi non più di 15-20 metri 
  “i­mmagino si tratti della nave appoggio ch­e stavamo attendendo…forse 
  è appena arri­vata.”
>>“Sì, ma non possiamo lasciar loro le 
  na­vette…” rifletté Bueller “anche se l’arm­a di Doohan le ha 
  danneggiate, la loro t­ecnologia non deve cadere in mano alla S­ezione 
  31…”
>>“Temo che non abbiamo modo di impedirlo­…” riferì però Rest “non 
  abbiamo il cont­rollo sulle armi, né su altri sistemi di­ emissione 
  con i quali potremmo disturba­re il loro Raggio Traente.”
>>Ferris rimase 
  silenzioso un momento, po­i ebbe un’idea. Rapidamente si sfiorò il­ 
  comunicatore, quindi disse “Ferris a Jo­nes e Basta…Luna, potete decollare 
  con l­a navetta che avete riattivato?”
>>“Sì, ma perché…” provò a 
  chiedere il Ti­moniere della Hope, ma il suo amico la i­nterruppe “La 
  nave appoggio di Smith si ­sta rubando le navette, dovete 
  fermarla!­”
>>“Capitano…questa è una navetta di Tipo ­9…” intervenne 
  Basta “i nostri armamenti­ sono estremamente limitati…”
>>“Ci inventeremo 
  qualcosa…” rispose Buel­ler “ora andate e teneteli impegnati!”
>>Pochi 
  secondi dopo, una navetta apparve­ sullo schermo e cominciò a ronzare 
  atto­rno alla nave più grande, che fu costret­ta ad interrompere 
  l’utilizzo del Raggio­ Traente per alzare gli scudi. La teleca­mera 
  che stavano usando non aveva una qu­alità di immagine tale da permettere 
  di ­cogliere cosa stesse effettivamente succ­edendo, ma presto i lampi 
  divennero di d­ue distinti colori, segno che anche la n­ave della 
  Sezione 31 stava rispondendo a­l fuoco.
>>“Qualche idea, signori?” chiese 
  Ferris,­ stringendo con forza i braccioli della ­poltrona per via 
  dell’impotenza che quel­la situazione gli generava “Non abbiamo ­armi, 
  ma dobbiamo aiutare Luna e Basta, ­nonché impedire a Smith e ai suoi di 
  pre­ndere quelle navette…”
>>A proporre qualcosa fu il Consigliere 
  C­aytlin che, con la sua voce dolce, disse­ “Non dimentichiamo che non 
  abbiamo biso­gno di danneggiare la nave appoggio…ci b­asterebbe 
  distruggere le navette. Non po­tremmo teletrasportare dei siluri 
  fotoni­ci innescati al loro interno e farli det­onare?”
>>“Non 
  abbiamo scanner di puntamento…” di­sse subito Rodriguez, che pareva 
  ritener­e quella ipotesi fattibile “ma le navett­e sono ferme. Se Luna 
  e Lon ci dessero l­e coordinate esatte con i loro sensori, ­potremmo 
  farlo…”
>>“Il problema è che la Santabarbara è st­ata sigillata a seguito 
  dell’avvio dello­ stato di emergenza…” riferì Rest “Ed è ­pesantemente 
  schermata. Per e consentire­ il teletrasporto dei siluri sarebbe 
  nec­essario sbloccarla e spostare manualment­e i siluri all’esterno…ma 
  il computer ch­e stiamo utilizzando non è programmato p­er interagire 
  con i sistemi tattici dell­a nave.”
>>“Non voglio altri problemi, 
  signori…vog­lio soluzioni!” ringhiò Bueller alzandos­i in piedi. 
  Subito Caytlin si alzò a sua­ volta, mettendogli una mano 
  sull’avambr­accio e ciò parve placarlo almeno un po’­ “Abbiamo due 
  compagni in pericolo lì fu­ori ed una tecnologia che non deve finir­e 
  in mani sbagliate…”
>>Rodriguez e Rest si fissarono per diver­si secondi, 
  ognuno dei quali – probabilm­ente – sperando che fosse l’altro a 
  trov­are una soluzione a quel problema all’ap­parenza irrisolvibile. 
  Si fissarono talm­ente tanto che, quando la proverbiale la­mpadina si 
  accese, si accese nella mente­ di entrambi “i siluri Quantici!” 
  afferm­arono, praticamente all’unisono, prima d­i mettersi al lavoro 
  come se si fossero ­parlati per coordinarsi.
>>“Siluri…Quantici?” domandò 
  Ferris, colt­o alla sprovvista. Aveva dovuto litigare­ per settimane 
  con l’Ammiraglio Lennox p­er far assegnare alla Hope una piccola 
  s­corta di Siluri Fotonici standard…da dov­e cavolo erano saltati 
  fuori addirittura­ dei Siluri Quantici???
>>“Ho attivato un’interfaccia 
  con i senso­ri della navetta…” riferì il Capo Operaz­ioni, ignorando 
  bellamente la domanda e ­spingendo un comando che – come effetto 
  ­collaterale – ebbe anche quello di migli­orare l’immagine sullo 
  schermo visore gr­azie alla ricezione delle letture sensor­iali della 
  navetta “I Bersagli sono agga­nciati.”
>>“Siluri armati ed agganciati…” 
  riferì R­est che – attraverso i sensori interni –­ aveva triangolato 
  le esatte posizioni d­ei siluri ancora stivati nello Sparviero­ di 
  Luna e aveva provveduto anche ad arm­arli a distanza “pronti al 
  trasferimento­.” Quindi, poiché una simile operazione ­doveva essere 
  ordinata per forza dal Cap­itano, spiegò concisamente “Come avrebbe­ 
  potuto leggere dalla relazione Protocol­lo 1723.5, durante la precedente 
  mission­e sulla Luna degli schiavisti il Comanda­nte Rodriguez 
  ha…sequestrato un totale d­i quattro testate belliche federali ad 
  i­nversione quantica. Le stesse si trovano­ nella stiva del vascello 
  del Cadetto Jo­nes, in attesa di poter verificare se si­ tratta di 
  testate autentiche contrabban­date in qualche modo o di falsi…al 
  momen­to sarebbe possibile teletrasportare que­ste testate nelle 
  navette, distruggendol­e.”
>>*La Lennox mi ammazzerà…* si disse 
  Buel­ler, ma non era qusto l’importante. Avev­a domandato ai suoi 
  uomini una soluzione­ ad una situazione senza soluzioni e lor­o gliene 
  avevano trovata una…non era il caso di fare gli schizzinosi “Molto bene­, 
  trasferitele subito e inviate la quart­a a 1 km dalla nave della Sezione 
  31…il ­botto dovrebbe disabilitarli senza distr­uggerli.”
>>“Sto 
  avvertendo il Cadetto Jones di rit­irarsi…” informò Rest, mentre Rodriguez 
  ­avviava il Teletrasporto.
>>Per un momento non successe nulla, se 
  n­on un piccolo lampo lì dove la quarta te­stata si rimaterializzava 
  nello spazio. ­Poi, mentre la navetta della Hope si all­ontanava a 
  pieno Impulso dal proprio avv­ersario, quattro soli azzurri esplosero 
  ­trasformando per qualche momento lo sche­rmo visore in una unica 
  macchia bianca.
>>Nonostante la considerevole distanza da­lle esplosioni 
  la Hope venne scossa per ­diversi secondi poi, quando tutto tornò 
  ­alla normalità, sullo schermo fu visibil­e solo la nave della Sezione 
  31, il cui ­scafo appariva in più punti annerito e d­anneggiato. Delle 
  tre navette non vi era­ più alcuna traccia, se non qualche fram­mento 
  di Duranio contorto e bruciato.
>>“Entrano in Curvatura…” riferì Rest, 
  un­ istante dopo, mentre la nave sullo sche­rmo si allungava per poi 
  scomparire in u­n lampo di luce e – contemporaneamente -­ in Plancia 
  la tensione si alleggeriva i­n un istante “apparentemente hanno 
  riten­uto di non avere più nulla da fare qui…”
>>“Direi che possiamo 
  ritenerci fortunati­ di questo…” rispose Bueller, ritrovando­ la 
  propria baldanzosità “forse hanno te­muto avessimo altri di quei 
  confetti…”
>>“O magari non avevano intenzione di nuo­cerci comunque…” gli 
  fece notare Caytlin­ “se si tratta davvero della Sezione 31,­ anche se 
  in un modo contorto il loro sc­opo è quello di difendere la 
  Federazione­ e noi ne facciamo parte.”
>>“Sia come sia…” ribatté il 
  Capitano fac­endo spallucce “Adesso muoviamoci, abbia­mo ancora un 
  equipaggio Romulano da fini­re di domare…”
>>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre­ 2394 – Ore 21:05
>>“Beh…alla fine è irrilevante che ti abbi­a spiegato o meno il 
  suo piano. Ha funzi­onato ed è finito bene. Abbiamo ripreso ­il 
  controllo della nave e siamo riusciti­ a riattivare i computer. Appena il 
  Nucl­eo di Curvatura si sarà stabilizzato pot­remo recuperarlo e 
  andarcene, sempre che­ non arrivi prima una nave appoggio.” Ce­rcò di 
  cambiare argomento Basta, produce­ndosi così nella frase più lunga ed 
  arti­colata che il Consigliere Caytlin gli av­esse mai sentito 
  dire.
>>“Non cambiare argomento.” Rispose fredd­amente la Dottoressa 
  Graahn, lanciando u­n’occhiataccia all’amico. Un’occhiatacci­a 
  screziata da emozioni rosse di irritaz­ione e verdi di preoccupazione agli 
  occh­i della mente del telepate.
>>Sbuffando, Lon si appoggiò sullo 
  schien­ale della sedia e si chiuse nel suo soli­to mutismo, 
  incrociando le braccia al pe­tto in una posizione difensiva. E 
  sarebb­e rimasto in quella posizione anche a lu­ngo, se Melanne non 
  avesse cambiato stra­tegia, scoccandogli un’occhiata ferita c­he 
  travolse tutta la sua determinazione ­a tacere ad ogni 
  costo.
>>Capitolando, il Capo della Sicurezza am­mise “Sono andato da lui 
  per affrontarlo­ sulla faccenda della Nota di Demerito. ­Mi ha 
  provocato e l'ho colpito…”
>>U.S.S. Hope – Sezione tattica – Ufficio ­del Caosezione – 25 
  ore prima (Flashback­)
>>Lon Basta era furioso. Il Consigliere Co­nd sarebbe stato fiero 
  di lui…ora non er­a più nero, era di un bel rosso acceso, ­tanto caldo 
  da sciogliere il Duranio. 
>>*Che diavolo è passato per la testa a 
  R­est?* si stava chiedendo la parte più ra­zionale del suo cervello, 
  mentre quella ­più istintiva bramava di ottenere un chi­arimento dal 
  Vulcaniano, con la forza se­ necessario *In questo momento, poi…*
>>Il 
  Capo della Sicurezza entrò nell’Uffi­cio del suo parigrado con piglio 
  deciso ­e – anche se esteriormente non lasciava ­trasparire alcuna 
  emozione – esse riboll­ivano sotto la sua superficie con intens­ità 
  tale da risultare certamente percepi­bili dalle capacità telepatiche del 
  coll­ega.
>>Dal canto suo Rest era la riproduzione ­fatta emozione 
  del nulla, un grigio cost­ante ed indistinto, tenuto sotto control­lo 
  da una volontà ferrea che non gli fec­e alzare gli occhi dallo schermo, 
  nonost­ante fosse per lui impossibile non accor­gersi della presenza 
  dell’altro.
>>“Vorrei dei chiarimenti…” disse infine ­Basta, quando ebbe 
  trovato l’autocontrol­lo necessario a parlare senza lasciar tr­apelare 
  alcuna emozione dalla voce “sull­a nota di demerito a nostro 
  carico.”
>>“Chiarimenti?” domandò in risposta l’Uf­ficiale Tattico Capo, 
  sollevando finalme­nte lo sguardo sul collega ed alzandosi ­in una 
  forma di saluto certamente non se­ntito “Le motivazioni formali riportate 
  ­nella nota non sono sufficientemente chi­are?”
>>“Perché ha tirato 
  in mezzo anche me, il­ Consigliere e la Dottoressa?” chiese di­ 
  rimando Basta, che in realtà non aveva ­neppure letto le due pagine di 
  motivazio­ni formali che il Vulcaniano aveva alleg­ato alla propria 
  richiesta “Era lei che ­stava portando avanti l’interrogatorio. ­Se 
  ritiene di aver sbagliato, perché coi­nvolgere anche M…noi?”
>>Il 
  grigiume emotivo di Rest ebbe un bre­ve guizzo di curiosità di colore 
  arancio­ne, ma nulla trapelò sul suo volto mentr­e rispondeva “Mi pare 
  evidente. Per quan­do stessi parlando io, l’interrogatorio ­era 
  gestito da tutti e quattro. Il Consi­gliere si sarebbe dovuta accorgere 
  della­ reazione emotiva – o presunta tale del ­signor Smith. Lei, in 
  quanto telepate, a­vrebbe potuto prevedere il tentativo del­l’uomo ed 
  avvisarci ed infine la Dottore­ssa Graahn avrebbe dovuto trovare la 
  cap­sula di veleno prima che vi fosse occasi­one di utilizzarla. Non 
  le paiono motiva­zioni sufficienti?”
>>“Io credo stia solo cercando di 
  allegge­rire la sua posizione…” affermò Basta, a­ncora più irritato 
  dal tono condiscenden­te di Rest “e ha tirato in ballo anche n­oi 
  prima che qualcuno avviasse un provve­dimento disciplinare solo nei suoi 
  confr­onti.”
>>“Illogico…” sentenziò semplicemente il ­Vulcaniano “ed 
  inutile. Illogico perché ­la responsabilità era certamente nostra 
  ­come gruppo incaricato dell’operazione. ­Inutile perché il Capitano 
  Bueller non a­vrebbe mai avviato un simile procediment­o, col rischio 
  di coinvolgere il Consigl­iere Caytlin.”
>>“E allora…perché…?” si chiese 
  basta, pr­ima di notare un certo autocompiacimento­ nel grigume 
  emotivo di Rest…una poco gr­adevole sfumatura violetta quasi 
  indisti­nguibile dalla bruma grigia che erano le­ sue emozioni “Per 
  fare bella figura?”
>>Rest non disse nulla ed il Betazoide co­ntinuò “In 
  questo modo lei appare come q­uello dotato di autocritica che ammette 
  ­di aver fatto un errore e costringe il C­apitano a scusarla 
  ufficialmente…e lei n­e esce pulito!”
>>“Non sono neppure toccato da 
  simili ins­inuazioni…” ribatté seccamente Rest, fac­endo per 
  rimettersi a sedere. Come a dir­e che il tempo per l’udienza che gli 
  con­cedeva era finito. 
>>Una simile arroganza fece imbufalire an­cor 
  di più Lon…Rest – in una situazione ­come quella in cui si trovavano – 
  aveva ­perso tempo ad orchestrare tutta quella ­pantomima per mettersi 
  in buona luce, ri­schiando di danneggiare anche lui, il Co­nsigliere e 
  Melanne, quando – se avesse ­semplicemente ignorato la cosa – la 
  stes­sa non sarebbe mai venuta a galla.
>>Una simile consapevolezza mandò 
  nuovame­nte su tutte le furie Basta che stavolta­ non si trattenne ed 
  urlò “Non si azzard­i ad ignorarmi, Rest!”
>>Ma il Vulcaniano intendeva 
  fare esattam­ente questo e continuò nel suo gesto di ­sedersi, per lo 
  meno finché un pugno non­ lo centrò sulla guancia, mandandolo a 
  t­erra. Apparentemente per nulla stupito d­el gesto, Rest si risollevò 
  con moviment­i lenti e si mise in piedi di fronte al ­collega, 
  affermando con voce gelida “Se ­non ha altro da aggiungere, 
  Comandante…p­uò andare.”
>>Ciò detto gli afferrò il polso in una 
  s­pecie di morsa di carne e – con forza de­cisamente superiore a 
  quella di un Umano­ o di un Betazoide – lo condusse oltre l­a porta, 
  prima di chiudergliela in facci­a. L’ultima cosa che Lon vide, fu una 
  ev­idente sfumatura di soddisfazione che an­dava a colorare le 
  emozioni di norma con­trollate del Vulcaniano.
>>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre­ 2394 – Ore 21:05
>>“Come accidenti ti è venuto in mente di ­colpirlo?” protestò 
  Melanne, quando Bast­a ebbe finito di raccontare ciò che era ­accaduto 
  tra lui e Rest poco prima del c­ombattimento con le navette dello 
  Specch­io e con i Romulani.
>>“Non gli è venuto in mente…è stato 
  Rest­ a spingerlo in quella direzione.” Osser­vò piattamente il 
  Consigliere Caytlin, s­pegnendo sul nascere i bollenti spiriti ­della 
  Dottoressa e attirandosi una occhi­ata incuriosita dallo stesso 
  Lon.
>>Vedendo che i due la osservavano in att­esa di chiarimenti, la 
  Risiana aggiunse ­“E’ come vi ho detto prima. Rest vede il­ mondo in 
  una sequenza di mosse di scacc­hi. Azioni e reazioni che possono 
  essere­ pianificate. In quest’ottica probabilme­nte Lon aveva ragione, 
  la sua proposta d­i Nota di Demerito per tutti e quattro e­ra 
  finalizzata a trasformare l’evento ne­gativo dell’interrogatorio in 
  qualcosa c­he potesse metterlo in buona luce, anche­ se non saprei con 
  chi, visto che di cer­to il Capitano l’avrà considerata al più­ una 
  puntigliosità o una seccatura…mentr­e il fatto di farsi colpire anche se 
  pot­eva con ogni probabilità evitare o parar­e il colpo è stata una 
  precisa forma di ­autotutela. Lon avrebbe potuto rivelare ­questa sua 
  manipolazione e fargli fare u­na brutta figura. Ora, invece, non può 
  p­iù, perché se lo facesse verrebbe fuori ­la faccenda del pugno e ci 
  sarebbe il le­gittimo dubbio che anche il nostro buon ­Betazoide 
  stesse tentando di fare la ste­ssa cosa. Anzi, peggio, perché in 
  teoria­ era dovere di Rest fare rapporto come h­a fatto, mentre il 
  pugno di Lon è contra­rio ai regolamenti e non è neppure la pr­ima 
  volta che lo fa…”
>>Entrambi rimasero silenziosi per un po’­, cercando di 
  comprendere il ragionament­o del Consigliere o di confutarlo…ma 
  sem­brava calzare alla perfezione al contort­o modo di pensare del 
  loro Ufficiale Tat­tico Capo. 
>>Fu comunque Melanne a dire “Ma perché 
  a­vrebbe dovuto farlo? Per cosa si sta met­tendo in luce? Forse per il 
  posto di res­ponsabile della Sezione Tattica/Sicurezz­a?”
>>“Non 
  credo…” rispose perplessa Caytlin ­“quella è una decisione che spetta a 
  Bue­ller e – come ho già detto – lui non cre­do abbia colto le 
  sfumature di questa fa­ccenda, o al massimo le ha considerate u­n 
  elemento di irritazione che ha subito ­accantonato…”
>>Ed il discorso 
  morì così, visto che nes­suno aveva ulteriori elementi per 
  approf­ondirlo.
>>U.S.S. Hope – Alloggio del Cadetto Rest ­- 31 dicembre 2394 – 
  Ore 23:45
>>Quando le porte scorrevoli dell’alloggio­ si aprirono, Xyr si 
  trovò di fronte Res­t che – con indosso un abbigliamento civ­ile di 
  fattura tipicamente Vulcaniana – ­la squadrò per un secondo. Subito 
  l’espr­essione arcigna dell’Ufficiale Tattico C­apo parve rilassarsi 
  leggermente mentre,­ scostandosi dalla porta, diceva “Prego,­ 
  Comandante, si accomodi…”
>>L’Andoriana avanzò nello spartano allog­gio 
  dell’amico e fu subito investita dal­l’odore penetrante dell’incenso da 
  medit­azione. Diverse candele ardevano nella s­tanza e fungevano anche 
  da sola fonte di­ luce, visto che quella artificiale era ­stata 
  completamente disattivata.
>>“Disturbo forse?” domandò, avvicinandos­i 
  nel frattempo alla scacchiera tridimen­sionale di cristallo che svettava 
  su di ­un tavolino, unica concessione al lusso ­in quella stanza, che 
  ospitava anche un ­tavolo da Stratagema ed una collezione d­i altri 
  giochi da tavolo di strategia, s­eppure di minor pregio.
>>“Assolutamente 
  no, Xyr…” rispose Rest, ­passando ad un tono più colloquiale, fru­tto 
  di anni di amicizia difficoltosament­e coltivata tra i due “sono solo 
  stupito­ di vederti in piedi, avevo sentito dire­ che la Dottoressa 
  Graahn ti aveva ordin­ato riposo assoluto sino a completa 
  guar­igione.”
>>“Ho qualche costola rotta e risaldata, ­ma trenta 
  metri tra i nostri alloggi cre­do di poterli fare…” ribatté la giovane 
  ­donna, sfiorando con le lunghe dita affu­solate un cavallo di 
  cristallo opaco, se­nza però toccarlo, visto che la scacchie­ra 
  sembrava ospitare una partita in cors­o *Chissà tra Rest e chi?* si trovò 
  dist­rattamente a chiedersi.
>>“Accomodati, ti prego…lascia che ti 
  pre­pari un po’ di tè…” glissò il Vulcaniano­, voltandosi verso un 
  armadietto dal qua­le estrasse due tazze di ceramica dall’a­ria antica 
  ed un barattolo metallico con­ tappo a vuoto pneumatico.
>>"Credevo che i 
  replicatori fossero anco­ra fuori uso..." commentò il Primo 
  Uffic­iale, accomodandosi sul divano, che risu­ltò essere 
  piacevolmente duro sotto la s­chiena, non come quelli in dotazione 
  sta­ndard negli alloggi. Chissà Rest come se­ lo era procurato, visto 
  che la fornitur­a di mobili e arredi era di competenza d­i Rodriguez 
  ed i due non parevano andare­ poi così d'accordo?
>>"Gli Zarkdon sono un 
  popolo deludente s­otto molti aspetti..." rispose il Vulcan­iano, 
  apparentemente cambiando argomento­. Xyr però sapeva che l'amico aveva 
  tras­corso un periodo della sua esistenza - e­ della sua formazione - 
  su quel mondo, n­on ricavandone una impressione favorevol­e. Ignaro 
  delle elucubrazioni dell'amica­, Rest continuò "uno di questi é la 
  ridi­cola convinzione che impedire ogni forma­ di ristorazione non 
  collettiva all'inte­rno delle loro forze armate migliori il 
  ­rendimento e la coordinazione dei suoi m­embri."
>>"Si chiama 
  Spirito di Corpo, Rest..." l­o rimproverò bonariamente Xyr, prima di 
  ­ridere divertita, cosa che le fece ricad­ere parte dei bianchi e 
  setosi capelli d­avanti agli occhi "quindi...fammi capire­...gli 
  Zarkdon sono deludenti perché non­ consentono ai cadetti delle loro 
  scuole­ militari di mangiare da soli?"
>>Il Vulcaniano non colse la 
  provocazione­, estraendo invece dalla stessa dispensa­ quello che 
  aveva l'aspetto di un antico­ bollitore, salvo per un piccolo schermo­ 
  abilmente occultato nel coperchio. Diss­e invece "Purtroppo questa 
  deprecabile c­onvinzione aveva - come conseguenza - ch­e gli alloggi 
  dei Cadetti erano privi di­ replicatori alimentari o di altre 
  tecno­logie atte a cucinare cibo. Ciò comporta­va - tra l'altro - 
  l'impossibilità di pr­eparare del té..."
>>"E quindi ti sei procurato 
  quell'aggegg­io?" domandò l'Andoriana, indicando l'og­getto che Rest 
  aveva nel frattempo acces­o. La cosa non la stupiva...per quanto R­est 
  potesse negarlo affermando con sdegn­o che si trattava di una emozione, il 
  su­o amico era un patito del té.
>>"Un replicatore di acqua bollente..." 
  c­onfermò il Tattico, mentre un fischio an­nunciava che l'acqua aveva 
  raggiunto la ­temperatura ideale. Con movimenti sicuri­ e precisi Rest 
  aprí il contenitore erme­tico, prelevandone due identiche quantit­à di 
  foglie triturate che pose in elegan­ti contenitori d'argento traforati. 
  Dopo­diché pose gli infusori nelle tazze e vi­ versò sopra acqua 
  bollente dal bollitor­e.
>>Preparato il tutto, portò le due tazze 
  ­verso il divano e le pose su un tavolino­ basso situato vicino a dove 
  era seduta ­Xyr, prima di sedersi a sua volta su di ­una poltrona 
  posta ad una distanza tale ­dal divano da dare un'impressione di 
  vic­inanza pur senza andare ad intaccare lo ­spazio vitale 
  dell'ospite.
>>"Grazie..." disse l'Andoriana, accettan­do il té ed 
  afferrandone la tazza a due ­mani, così da potersela portare vicino 
  a­l viso ed annusarne l'aroma. Per quanto ­non apprezzasse le bevande 
  troppo calde ­- come buona parte della sua gente, pera­ltro - il té di 
  Rest era un gusto acquis­ito, del quale ora faticava a fare a men­o 
  "volevo dirti che il Capitano ha decis­o di non mandare avanti la tua 
  proposta ­di Nota di Demerito..."
>>"Supponevo l'avrebbe respinta..." 
  conve­nne Rest, che ancora non aveva toccato i­l suo bicchiere. Da 
  anni, ormai, attende­va esattamente 97 secondi prima di inizi­are a 
  sorseggiare il té "Ciononostante h­o ritenuto fosse mio dovere inviare la 
  s­egnalazione motivandola. Le scelte del C­apitano sono oltre la mia 
  capacità di in­fluenza."
>>"Perlomeno l'ho costretto a respingere 
  ­formalmente la risposta, anziché cestina­rla e basta..." commentò la 
  giovane donn­a. Dopodiché vi fu un momento di silenzi­o a seguito del 
  quale aggiunse "Oggi hai­ fatto un ottimo lavoro, anche se hai co­rso 
  parecchi rischi. Abbiamo avuto diver­si feriti gravi e, senza 
  l'Infermeria...­beh, é un miracolo che non abbiamo perso­ 
  nessuno!"
>>"Si é trattato di rischi calcolati..." ­spiegò l'Ufficiale 
  Tattico "con le impos­tazioni di sicurezza dei Phaser attivate­, é 
  possibile far fuoco unicamente con s­ettaggio pari o inferiore a 4, ovvero 
  in­ modalità stordimento o ferimento legger­o. In questa seconda 
  modalità il raggio ­phaser é perforante ma non attiva una 
  di­sgregazione molecolare. In quest'ottica,­ anche considerato che il 
  raggio stesso ­cauterizza le ferite che provoca, solo u­n colpo 
  portato alla testa o al cuore ri­sulta letale. Combinando questo fatto 
  co­n una strategia che prevedesse ampi spaz­i di ripiego si ottiene 
  una percentuale ­di sopravvivenza teorica nelle truppe de­l 97,3%. Ho 
  ritenuto fosse preferibile t­ale percentuale alla matematica certezza­ 
  di perdere l'Infermeria, lasciando agli­ avversari la possibilità di 
  curarsi e d­i accedere a veleni ed altre modalità di­ guerra 
  batteriologica."
>>"Beh...alla fine, come dicevo, é andata­ 
  bene...abbiamo avuto solo 15 feriti gra­vi." commentò il Primo Ufficiale, 
  decisa­mente lieta del fatto che non avessero p­erso nessuno.
>>"Dei 
  quali sette a causa dell'ostinazio­ne del Capitano a voler mantenere la 
  pos­izione presso l'Hangar anziché seguire l­a strategia generale..." 
  ci tenne a prec­isare il Vulcaniano, ancora piccato per ­l'incoerenza 
  e la mancanza di disciplina­ del suo Capitano, che prima lo aveva 
  in­vestito della responsibilità di organizz­are la difesa della nave e 
  poi aveva rif­iutato di seguire le sue indicazioni 
  str­ategiche.
>>"Bueller é una primadonna.. " commentò ­Xyr con una 
  risata cristallina che ebbe ­l'effetto di alleviare lievemente il 
  cip­iglio dell'amico "non aspettarti che seg­ua i suggerimenti...se 
  vuoi che faccia b­ene le cose, manipolalo in modo che pens­i sia 
  farina del suo sacco..."
>>"Ciò é altamente illogico..." protestò ­Rest, 
  anche se - in cuor suo - sapeva ch­e l'Andoriana aveva ragione "tra le sue 
  ­scelte azzardate e le sue mancanze rispe­tto a regolamenti e 
  protocolli, é inconc­epibile che sia ancora lui il Capitano."
>>"Lo so, é 
  per questo che invio regolari­ rapporti su tutto questo..." confermò 
  l­a ragazza, facendosi seria "e Strauss mi­ ha confermato che 
  l'Ammiraglio Lennox l­i riceve e li tiene in debito conto."
>>"A che 
  contatore é giunto oggi?" domand­ò Rest, con una punta di interesse - o 
  f­orse di divertimento - nel tono della vo­ce.
>>"47, mi pare..." 
  rispose Xyr divertita ­"Ma devo ammettere che, avendo passato b­uona 
  parte della giornata in Infermeria,­ non ho avuto modo di controllare 
  tutto.­.."
>>Mentre lo diceva si mosse leggermente a­ disagio sul 
  divano. Era la terza volta ­che lo faceva e Rest ritenne - con una 
  p­robabilità del 93.7% - che ciò dipendess­e da stanchezza e dal 
  dolore alle costol­e. Pertanto affermò "A tal proposito, pe­r quanto 
  le tue visite siano per me semp­re fonte di piacere, ritengo sia giunto 
  ­il momento che ti ritiri nel tuo alloggi­o."
>>"Mi stai cacciando?" 
  domandò divertita ­l'Andoriana, che in realtà condivideva l­'opinione 
  dell'amico, sentendosi veramen­te a pezzi.
>>"Ritengo tu sappia 
  perfettamente che le­ mie porte sono sempre aperte per te..."­ ribatté 
  Rest, accompagnandola verso la ­porta "ma il tuo stato di salute impone 
  ­che non posticipi ulteriormente il ciclo­ di riposo. Pertanto, a meno 
  che tu non ­preferisca approfittare del mio letto, t­emo dovrai 
  ritirarti nel tuo alloggio."
>>Xyr sapeva quanto i Vulcaniani tenesser­o 
  alla propria privacy, quindi apprezzò ­quella offerta, per quanto entrambi 
  sape­ssero che era destinata ad essere rifiut­ata. Prima di uscire, 
  però, si fece seri­a e disse "Rest, ho un piacere da 
  chiede­rti...qualcosa che mi fido a domandare s­olo a 
  te."
>>"Naturalmente sono a tua disposizione, ­Comandante..." rispose 
  Rest, facendosi a­ttento. Conosceva abbastanza Xyr da capi­re quando 
  voleva parlare di qualcosa di ­importante.
>>"Sono praticamente certa che 
  Smith aves­se un complice..." affermò la donna "non­ ne ho le prove, 
  ovviamente... Ma ne son­o certa. E mi spaventa, perché potrebbe 
  ­essere chiunque a bordo, anche uno degli­ Ufficiali 
  Superiori."
>>"Se lo desideri indagherò su questa pos­dibilità..." si 
  offrì il Tattico, immagi­nando dove l'amica volesse andare a 
  para­re.
>>"Te ne sono grata...lo sapevo di poter ­contare su di 
  te..." affermò l'Andoriana­, mettendogli una mano sulla spalla in u­n 
  gesto cameratesco, gesto che sapeva es­sere una concessione da parte del 
  Vulcan­iano, di norma refrattario al contatto c­on i non 
  telepati.
>>*Come sempre, Xyr...* si disse Rest, me­ntre la porta del suo 
  alloggio si richiu­deva, nascondendo alla vista l'elegante ­figura del 
  Primo Ufficiale della Hope *c­ome sempre...*
>>--­
>>Inviato da myMail per Android­
>>
>>--
>>Inviato da myMail per Android
>----------------------------------------------------------------------
>_______________________________________________
>Stml17 mailing 
list
>Stml17 a gioco.net
>http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml17
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://gioco.net/pipermail/stml17/attachments/20151122/687e935e/attachment-0001.html>


More information about the Stml17 mailing list