[Stml17] [05.03 - Ghraan - L'avverso svolgersi degli eventi]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Gio 10 Nov 2016 17:27:46 CET


Sarebbe legato al modo in cui si sono conosciuti la dottora e Basta, 
nella missione di addestramento.
Spero a Silvia vada bene. E' stata un'ispirazione improvvisa. Possiamo 
poi svilupparlo oppure no.

Lo "stetti" è chiaramente un mio errore di battitura... ma si potrebbe 
anche non correggere. Loro potrebbero fare la nostra stessa 
osservazione, anche se il messaggio è audio (ma magari la voce è 
sintentica e il messaggio è stato battuto a tastiera in un computer?).

Il 10/11/2016 16:20, Franco Carretti ha scritto:
> Cavolo il finale non me l'aspettavo proprio!!!
> Mi è piaciuto, breve ma molto intenso.
> Non ho capito il punto dove dice che se seguivano i regolamenti il 
> tenente ci sarebbe morto sul pianeta... è legato a qualcosa del cv o a 
> qualche missione nostra?
> Comunque buono.
> *Sent:* Thursday, November 10, 2016 at 1:14 PM
> *From:* Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> *To:* Hope <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] [05.03 - Ghraan - L'avverso svolgersi degli eventi]
> Ce l'ho fatta, infine. E' breve, ma spero piaccia lo stesso.
>
> ---------------------------------------------------------
>
> *USS Hope - Plancia - 8 Aprile 2395 - Ore 18:59*
>
> Entrare in plancia fu come entrare in aula nell'esatto momento della 
> lettura dei giudizi semestrali di volo. Facce affrante, qualcuno quasi 
> sotto shock, l'espressione di chi è stato messo infine di fronte alla 
> dura realtà e vede crollare il proprio piccolo e sicuro mondo di 
> illusioni. In generale, l'atmosfera era quella di un funerale 
> particolarmente triste.
>
> Normalmente a Ferris in quelle situazioni veniva sempre un po' da 
> ridere. Per quanto potesse contare per loro, un giudizio di volo 
> restava pur sempre soltanto un esame accademico. Si trattava di quella 
> disperazione un po' comica che passa dopo una bevuta con una bella 
> ragazza o la chiacchierata con un amico.
>
> Questa volta, però, tutto era diverso. Non era certo questo che la 
> Lennox doveva avere in mente quando li aveva spediti laggiù.
>
> Mentre rimuginava cupamente sull'avverso svolgersi degli eventi che li 
> aveva improvvisamente catapultati in quella situazione, Ferris prese 
> posto nella poltrona centrale. Sentiva tutti gli occhi su di sè 
> perchè, questo lo sapeva, pur essendo circondato dai suoi compagni, in 
> quel momento era solo come lo sarebbe stato in futuro quando il grado 
> che portava se lo fosse guadagnato sul campo.
>
> L'equipaggio poteva fornire consigli, pareri, punti di vista, persino 
> informazioni a lui del tutto sconosciute. Andavano ascoltati. Ma, in 
> fin dei conti, era lui a dover decidere. E sarebbe sempre stato così. 
> Per questo aveva rifiutato di fare la cosa più ovvia, avvertire 
> Strauss e scaricare il problema su di lui. Quello e il fatto che, se 
> alla fine per salvare tutte le loro coscienze avesse preso la 
> decisione di intervenire, lui l'avrebbe sicuramente fermato.
>
> Xyr era seduta accanto a lui, nella poltrona del primo ufficiale. Non 
> tossicchiò, non disse nulla. Tutti si limitarono ad aspettare il suo 
> ordine di levare le tende in un silenzio quasi doloroso. Quello o 
> l'ordine di cercare un modo di salvare i due pianeti.
>
> Passò un minuto, poi finalmente Ferris aprì bocca, prese fiato e... 
> venne interrotto dall'ingresso in plancia di Strauss.
>
> Tutte le teste si voltarono nella sua direzione e per un attimo lo 
> stesso capitano parve stupito di trovarsi al centro di tanta 
> attenzione. Battè le palpebre come se non si capacitasse di una tale 
> reazione, poi sorrise e fece qualche passo avanti.
>
> "Permesso di entrare in plancia?" chiese allegramente.
>
> "Accordato..." rispose cautamente Ferris. "Cosa posso fare per lei...?"
>
> "Oh, mi annoiavo giù al bar. Sono venuto a dare un'occhiata. Ma fate 
> pure come se non ci fossi."
>
> Strauss scosse le mani in aria e prese a passeggiare con calma intorno 
> alla plancia.
>
> Ignorarlo non era affatto facile. Era un po' come la proverbiale 
> giraffa apparsa improvvisamente in salotto. Nessuno riusciva a 
> staccargli gli occhi di dosso e, in qualche modo, tutti si sentivano 
> un po' colpevoli, come bambini sorpresi con le mani nella marmellata.
>
> In ogni caso Ferris doveva dare l'ordine. Aprì di nuova la bocca e...
>
> "Si può sentire il messaggio di quella gente?" domandò Strauss in tono 
> svagato. Poi alzò le mani, rendendosi conto di aver appena interrotto 
> Bueller. "Oh, scusate. Come dicevo, fate come se non ci fossi... però 
> se mentre non ci sono si potesse ascoltare quel messaggio..."
>
> *USS Hope - Infermeria - 8 Aprile 2395 - Ore 19:07*
>
> **
>
> "Ne sei davvero convinto? Davvero?"
>
> "Non vedo che altre possibilità ci siano. E credevo fossi tu quella 
> che rispetta sempre le regole."
>
> Melanne si morse leggermente il labbro e abbassò lo sguardo sul piano 
> della scrivania dietro cui era seduta. Il blu delle emozioni che 
> emanavano da lei si era scurito sin quasi al nero. Non era la prima 
> volta che Lon sentiva quel particolare cambiamento in lei ed era 
> sempre stato associato a momenti di grande stress. Negli anni 
> precedenti, quei momenti erano stati rari ma erano aumentati con 
> l'assegnazione alla Hope, specialmente dopo la sua esperienza di 
> possessione da parte del mutaforma gassoso. Quell'occorrenza lo 
> incuriosiva e allarmava al tempo stesso. Si appoggiò alla paratia alle 
> sue spalle.
>
> "La prima direttiva ha un scopo preciso," disse lei, in tono cauto, 
> tornando ad osservarlo. "Questo lo so, non è una regola creata tanto 
> per fare. Ma tu hai sentito quel messaggio?"
>
> "L'ho sentito. Ed è terribile. Ma il regolamento, come hai detto tu, 
> esiste per un motivo. Ci ho messo parecchio ad accettarlo," rispose 
> Lon in tono pacato. "Non mi fa piacere, ma è così. E poi cosa vorresti 
> fare? Sistemare il loro sole?"
>
> "Io... non lo so," disse lei, alzandosi e girando intorno alla 
> scrivania. "Ma se avessimo rispettato tutte le regole, il tenente ci 
> sarebbe morto su quel pianeta. E noi con lui." disse, voltandosi a 
> guardarlo.
>
> "Lo so bene. Ma non stiamo parlando della stessa cosa."
>
> "No? Si tratta comunque di sopravvivenza," disse Melanne e lì si 
> fermò. Non era un terreno su cui si potesse camminare agevolmente, 
> visti i trascorsi di Basta. Abbassò gli occhi e scosse la testa. "Non 
> lo so. Davvero, non lo so," ripetè.
>
> *USS Hope - Plancia - 8 Aprile 2395 - Ore 19:11*
>
> **
>
> Il messaggio inviato dal pianeta era breve e calmo. Non c'erano urla 
> nè suppliche disperate. Chi l'aveva registrato era una donna dalla 
> voce decisa ma gradevole.
>
> "Il mio nome è Dasha Ran Teris e parlo a nome del mio popolo, dalla 
> terra di Crellia. Non sappiamo se voi siate davvero là fuori, ma se 
> qualcuno ci sta osservando crediamo di avere il diritto di saperlo. Se 
> venite in pace, sarete i benvenuti in qualunque momento. Se venite in 
> pace e avete le capacità di comprendere cosa ci sta succedendo, 
> chiunque voi siate, qualunque siano gli dei a cui siete devoti... 
> aiutateci."
>
> Il messaggio si ripeteva ciclicamente. Strauss lo ascoltò con 
> interesse. Alla seconda ripetizione Ferris alzò una mano ordinando di 
> spegnere tutto. Sapere chi era quella gente aveva solo reso la cosa 
> più difficile, o più facile, a seconda del punto di vista.
>
> Strauss, le mani dietro la schiena, passeggiò fino al centro della 
> plancia, gli occhi di tutti sempre addosso.
>
> "E' un bel problema," commentò in un tono che sembrava suggerire 
> l'esatto contrario. "Davvero un bel problema... proprio il tipo di 
> problema che un capitano si trova spesso ad affrontare. Beh, magari 
> non così spesso," aggiunse osservando lo schermo. "E' tutto qui?" 
> domandò poi voltandosi verso Bueller.
>
> "Sì," rispose lui.
>
> "No," rispose Rest contemporaneamente.
>
> La plancia si bloccò.
>
> "No?" domandò Ferris, voltandosi lentamente.
>
> "No," confermò Rest. "A quanto pare c'è una risposta."
>
> "Una risposta da /chi/?" si inserì Xyr.
>
> "Che interessante!" fece Strauss.
>
> "Non ne ho idea. Di certo non siamo noi," aggiunse quasi 
> frettolosamente. "Ma non posso triangolare il segnale." Il tono di lui 
> suggeriva chiaramente come la mancanza di collaborazione da parte 
> della consolle fosse, in modo molto vulcaniano, un chiaro affronto a 
> lui e a tutti i suoi antenati. "Tuttavia, possiamo ascoltarlo."
>
> "Beh... ascoltiamolo..." rispose Bueller, ancora vagamente suonato 
> dalla sorpresa.
>
> "Brava gente di Crellia. Non siamo devoti ad alcun dio, poichè noi 
> stetti siamo gli dei. E siamo qui per salvarvi."
>
> "Ah, beh," commentò Strauss nel silenzio generale.
>
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