[Stml17] 05.01 - Xyr del Clan Clos - Il paradosso della civiltà in bottiglia
Massimo Gallo
keranydd a gmail.com
Mar 18 Ott 2016 11:14:10 CEST
Buongiorno,
innanzitutto grazie a Franco per il supporto su titolo e verifica
tecnostupidate.
L'idea è stata quella di mettere dei cadetti davanti alla dura realtà: la
Prima Direttiva.
Spero il brano piaccia e tanti auguri a chi verrà dopo di
me.................
Ciao
Massimo
**************
USS Hope – Ponte 3 – 8 Aprile 2395 - Ore 06:30
“Yaaawwwwnnnn.....”
Un sonnacchioso Rodriguez girovagava per il corridoio che conduceva al suo
alloggio.
Il suo turno sarebbe iniziato fra 30 minuti e lui ancora non era tornato al
suo alloggio dopo esserne uscito 8 ore fa.
Il ciclo di scommesse clandestine che stava gestendo era durato più del
previsto. Certo, il lato positivo erano i crediti che era riuscito ad
accaparrarsi. Quello negativo le occhiaie che lo avrebbero perseguitato
durante tutto il prossimo turno.
Di fronte a lui nel corridoio una pimpante Caytlin lo salutò con un
sorriso. La giovane risiana stava sorseggiando da una tazza quello che
sembrava essere un liquido caldo. Stava parlando con il cadetto Mellor,
della cartografia.
Paulo ricambiò lento il saluto mentre una porta alla sua destra si aprì
all’improvviso.
Una figura ne uscì veloce fermandosi a qualche centimetro dal Capo
Operazioni.
“Buongiorno Rodriguez.”
L’andoriana, la cui uniforme sempre perfettamente stirata era l’invidia di
buona parte dei cadetti, sovrastava l’addormentato umano ferma sulla porta
dell’alloggio.
“Oh, buongiorno Xyr... cioè Signora... volevo dire Guardiamar... cioè
Comandante.”
Xyr superò lenta Rodriguez e si incamminò nel corridoio. Notando Caytlin le
si avvicinò con le mani dietro la schiena.
“Dal profumo direi tisana kelarita ai fiori di Dac. Ottima scelta.”
Caytlin sorrise raggiante senza dire una parola.
“Buongiorno anche a lei signor Mellor, ottimo lavoro con quella mappatura
del settore due. Mi assicurerò personalmente che il Capitano Bueller sia
informato di questo.... e che sia presente quando lei e il suo team
esporrete nei dettagli i risultati ottenuti.”
Salutando il consigliere con un lieve ed elegante cenno della testa ed un
sorriso, Xyr si incamminò verso il turbolift ad una decina di metri da loro
per poi entrarci.
Rodriguez era rimasto immobile inebetito davanti alla porta da cui era
uscita Xyr. O un clone dell’andoriana. O qualsiasi cosa si fosse
impossessata di lei.
Caytlin si avvicinò a Paulo. La porta dell’alloggio era rimasta aperta
perchè il sensore era bloccato dalla presenza di Rodriguez.
La risiana, sorseggiando la tisana, mise curiosa la testa all’interno.
La stanza sembrava essere stata colpita da un uragano. I mobili erano
capovolti o spostati. I quadri alle pareti erano a terra. I cuscini del
piccolo divano erano sparsi per la stanza. Una fievole luce arrivava dalla
camera da letto. Il percorso tra la porta e il letto era disseminato di
pezzi di un’uniforme. Uno stivale era appeso ad una luce.
Il materasso era per metà caduto dal letto. Sopra di esso un corpo coperto
solo da una parte di lenzuolo russava distrutto.
Rodriguez guardò Caytlin che, sempre sorseggiando la tisana, lo allontanò
lentamente dalla porta permettendole di chiudersi.
“Consigliere.... cosa sta succedendo?”
I meravigliosi occhi di Caytlin si illuminarono ancora di più.
“Beh, il Comandante Xyr è semplicemente..... felice.”
Rodriguez si grattò il mento stupito.
“Siamo bloccati qui da quasi due settimane a fare esecitazioni, test di
ogni tipo, corsi di aggiornamento. Stiamo scrivendo procedure per ogni
cosa. Ogni membro dell’equipaggio ripete fino allo sfinimento le proprie
mansioni. Ci sono report di analisi che la stessa Xyr compila e presenta ad
ognuno di noi. È una noia mortale anche se la nave funziona al 96% della
sua efficienza........”
“Sono convinta Xyr la pensi in modo diametralmente opposto da lei. Da
quando la conosco è la prima volta che la vedo sorridere.”
USS Hope – Plancia – 8 Aprile 2395 - Ore 11:40
*Indaco.... è in una fase meditativa.*
“Rest, che probabilità abbiamo che il settimo test sul reindirizzamento del
flusso di plasma nei condotti dal 18 al 24 possa dare un esito diverso dai
precedenti 6?”
Bueller fece la domanda stropicciandosi gli occhi con fare stanco e
annoiato.
*Una sfumatura di nero.... depressione.*
“0,37%”
“0,37%..... sono l’unico ad avere avuto un brivido a questa notizia?”
Bueller si alzò dalla sua poltrona sofferente.
“Xyr, cosa abbiamo in agenda per le prossime ore?”
L’andoriana digitò qualche comando sulla tastiera inserita nel bracciolo.
“Test di integrità strutturale hangar 2. Procedura di emergenza in caso di
riduzione percentuale di ossigeno in sala mensa. Riunione per la
riorganizzazione dei team in base ai nuovi turni. Controlli medici sul
personale di ingegneria e di sicurezza in base ad una lista già condivisa
dalla Dottoressa Graahm. Esercitazione di volo su navetta. Riemissione
standard di sicurezza alimentare su replicatori nei ponti 3, 6, 7. Il
signor Doohan chiede di testare la consistenza della matrice dimensionale
del nucleo di curvatura per poter riallineare i sistemi hericon del flusso
beta. L’energia dei sensori verrà dirottata alla sezione cartografia alle
ore 12 di oggi per almeno un paio di ore per le analisi delle emissioni
della stella di questo sistema in contemporanea con le procedure di
evacuazione di emergenza al teletrasposto 3.”
*Viola.... sta andando verso una deriva malinconica.*
“Teletrasporto 3? Non l’abbiamo fatto ieri?”
“No, ieri è stato fatto il test sul ponte 2, teletrasposto 4.”
“Ah... ecco. Nel frattempo anche a scuola. Adoro la vita su questa nave...
Aspetti un attimo Numero Uno. Ha detto Teletrasporto 3?”
Bueller si avvicinò velocemente al bracciolo della sua postazione e digitò
veloce un paio di comandi. Un enorme sorriso si stampò sul suo viso.
*Giallo.... si sta risvegliando come liberato da un peso.*
“Ecco, certo, proprio quello. Esattamente come pensavo. Assolutamente da
verificare per il bene della nave. Non ci sono dubbi. Mi chiedo come si
possa fare a mandare avanti la cosa senza una supervisione diretta.”
*Arancione.... si sta accendendo una sensazione di ambizione, di allegria.*
Non si preoccupi Numero Uno, ci penso io. A lei ecco.... l’incarico di
dirigere le operazioni giornaliere. Io mi occuperò personalmente di questa
cosa. A lei la plancia Comandante Xyr. Mi raccomando, mi tenga sempre
aggiornato.”
*Rosso.... fame? No.... istinto.... no sessualità repressa.*
Bueller finì l’ultima frase già all’interno del turbolift.
Xyr e Rest si guardarono pensierosi. Persino Luna che conosceva meglio di
tutti Ferris, si voltò incuriosita verso il turbolift dove il suo amico si
era diretto veloce.
Basta increspò leggermente le labbra come ad accennare un lievissimo
sorriso. Le sue percezioni si stavano focalizzando. Un allenamento costante
lo avrebbe portato alla perfezione e questa nave era una fucina di
informazioni. Quasi tutti erano costanti nei loro colori. Bianco, blu,
rosso fuoco. Sfumature diverse, ma sempre legate al loro colore primario.
Non Bueller.
In poco meno di 5 minuti era passato da una lunghezza d’onda all’altra. Da
un opposto all’altro. Era un arcobaleno vivente.
Il Primo Ufficiale richiamò sul suo schermo l’ultima ricerca di Bueller.
Qualcosa non le quadrava.
Il Capitano aveva appena controllato i turni. L’andoriana scorse le
informazioni. Bueller aveva aperto il file delle assegnazioni del personale.
“Sala teletrasporto 3. Cadetto Gorshkova, Yuliya....”
Xyr cliccò sul file personale del cadetto e due bellissimi occhi color
ghiaccio comparvero sullo schermo. Una ciocca di capelli biondi lasciata
maliziosamente libera imperlava il viso perfetto.
“Bueller!!!!”
USS Hope – Laboratorio 2 – 8 Aprile 2395 - Ore 14:20
Takeru Hori osservò i dati sullo schermo.
Il Sole del sistema stava emettendo energia elettromagnetica da giorni. Le
conseguenze sui due pianeti abitati erano altalenanti.
Cheyrou 1 e Cheyrou 2 erano i nomi scelti per i due planetoidi. Poca
fantasia, ma questo era lo standard.
La diversa distanza dalla stella primaria e la diversa conformazione
dell’atmosfera erano fattori importanti per l’influenza che le emissioni
solari avevano su di loro.
Cheyron 1, nonostante la prossimità alla stella, era meglio schermato da un
campo magnetico interno che defletteva la maggior parte delle radiazioni.
Quello che non si poteva evitare erano comunque le modifiche climatiche che
stavano decimando la flora e la fauna locali. Anche la popolazione stava
cominciando a soccombere sotto questi sbalzi di clima. Regioni prima calde
erano ora sommerse da uno strato di ghiaccio. In contrapposizione le
montagne prima ghiacciate ora stavano riversando a valle oceani di acqua
portando con sè villaggi, campi coltivati e tutto quello che trovavano sul
loro cammino.
Il popolo che viveva su Cheyrou 1 era decisamente condannato. La loro
“tecnologia” più avanzata consisteva nell’aver modellato dei metalli per
crearsi monili e utensili. I loro villaggi erano di legname prima
accatastato e poi ricoperto di fanghiglia. Nessuna protezione contro gli
eventi naturali. Avrebbero vissuto un periodo transitorio dove il 95% della
popolazione sarebbe morto.
Al contrario Cheyrou 2 era notevolmente più avanti.
Takeru aveva paragonato i due pianeti a periodi storici terrestri. Era
molto più facile per lui quando cercava di descriverli a qualcuno.
Cheyrou 1 era appena entrato nell’Età dei Metalli, cioè un periodo storico
dove la popolazione locale aveva iniziato la lavorazione dei metalli per
costruire i primi utensili, abbandonando l'utilizzo della pietra.
Cheyrou 2 era invece in pieno Medioevo. Stavano già utilizzando carrucole,
verricelli, aratri meccanici, bussole, bardature per animali, il
corrispettivo di una polvere da sparo per le armi, mentre gli edifici
presentavano già strutture con volte a crociera, archi e colonne.
La sua atmosfera tuttavia era molto più sottile e gli effetti nocivi del
sole avrebbero influenzato drammaticamente la vita. Il campo magnetico del
pianeta era particolare. Spesso sembrava ci fossero due campi magnetici
sovrapposti e indipendenti.
Da una prima analisi Cheyrou 2 sarebbe sopravvissuto come pianeta, ma a
costo di una decimazione notevole della popolazione mondiale. Circa il 50%.
Qualche milione di persone.
Takeru era stato incaricato da Tucci, come suo superiore, di monitorare gli
effetti naturali sui due pianeti.
Un compito come un altro. Poteva utilizzare i sensori della Hope a suo
piacimento, scandagliare la superficie dei due pianeti senza il rischio di
dover giustificare la cosa con le popolazioni locali, poteva chiedere al
teletrasporto di raccogliere campioni di materiale biologico o minerali dal
pianeta.
Col passare dei giorni aveva cominciato però ad affezionarsi ai due pianeti.
Dalla sua postazione privilegiata li vedeva come il figlio curioso di un
Dio che guarda dall’alto le creature create da suo padre. Un’immagine
strana, lo ammetteva tranquillamente mentre si rilassava con i suoi
colleghi. Tutto il potere che la Hope aveva tramite la tecnologia e nessuna
volontà di salvare quelle vite. Come se non dovesse importare se milioni di
persone ti morivano davanti sapendo di avere il potere quasi divino di
salvarli.
Takeru ne aveva anche parlato con il Consigliere che era stata molto
conciliante, ma non era riuscita a rilassarlo.
L’unica cosa che era chiara e che creava un dilemma etico era la Prima
Direttiva cui tutti loro avevano giurato di rispettare: *“Il divieto per
tutti i contatti che potrebbero influenzare le civiltà meno progredite
inquinandone lo sviluppo culturale, in tutti quei mondi il cui progresso
tecnologico non è ancora giunto alla scoperta della propulsione a
curvatura, tecnologia che permette alle navi stellari di superare la
velocità della luce e di conseguenza il viaggio interstellare, aprendo la
via al contatto con altre forme di vita e civiltà.”*
Takeru stava per staccare il suo turno quando un’immagine si materializzò
sullo schermo.
Come una nebbia che si dirada rendendo visibile quello che c’è davanti,
agli occhi del cadetto comparve quello che poteva essere un nuovo
continente e strane luci su strutture metalliche disseminate su di esso.
Allo sbattere delle ciglia sullo schermo non c’era più nulla.
*Sto guardando da troppo tempo queste immagini. Ho bisogno di una pausa.*
Takeru si stiracchiò sulla sedia mentre l’immagine ricomparve
improvvisamente. Quasi caddè dalla sua postazione.
“Tucci!!!!”
USS Hope – Sala teletrasporto 3 – 8 Aprile 2395 - Ore 15:02
“....a questo punto il flusso di materia viene immagazzinato nel pattern
buffer. Questo permette al sistema interno di compensare lo spostamento
Doppler tra la Hope e la destinazione. Il buffer è anche un dispositivo di
sicurezza in caso di malfunzionamento.”
Bueller era appoggiato coi gomiti con fare sornione sulla consolle del
teletrasporto.
“Affascinante.... questo quindi permetterebbe di rimaterializzare il
soggetto in un'altra unità di teletrasporto della nave.”
“Esatto Capitano. Semplice, vero?”
“Beh, Yuliya, è lei che è un’insegnante fantastica. Non so praticamente
nulla di teletrasporto. Sto imparando di più con lei in questi 30 minuti
che in tutti i corsi in Accademia. Ovviamente ho ancora molti dubbi e lei
capisce, con il mio ruolo devo essere a conoscenza di tutto. Stavo
pensando, sarebbe disposta ad aiutarmi ad approfondire la cosa? Non so,
magari a cena... e lasciamo stare questa cosa del Capitano. Le amiche mi
chiamano Ferris.”
“Ferris....”
Un largo sorriso si materializzò sul viso dell’addetto al teletrasporto
mentre le porte della sala teletrasporto si spalancarono.
“Capitano Bueller, è impegnato?”
Xyr, accompagnata da Tucci, aveva fatto capolino nella sala.
“Numero Uno? No, assolutamente, stavo discutendo con il cadetto Gorshkova
di .... ecco... procedure di teletrasporto.” Un occhiolino rivolto a Yuliya
fece arrossire l’addetta al teletrasporto.
Xyr osservò la scena.
“Sicuramente avrà condiviso con lei le informazioni che ha appreso durante
il suo corso intensivo su tecniche di teletrasporto. Quello dove ha
ottenuto il massimo dei voti durante lo scorso anno e redatto quella tesi
sperimentale sul teletrasporto di emergenza.”
Ferris rimase immobile con un’espressione assente.
Yuliya Gorshkova osservò Bueller mentre il suo viso passò dal pudico
rossore precedente ad un acceso rossore di rabbia.
“Non so praticamente nulla di teletrasporto.... parole sue *Capitano*?”
Bueller si sistemò la divisa e tossicchiando fece cenno a Xyr e Tucci di
seguirlo fuori dalla sala.
Appena le porte si chiusero guardò i suoi ufficiali con aria di rimprovero.
Aria che mutò immediatamente verso il colpevole quando faticò a sostenere
lo sguardo fisso dell’andoriana.
“Il Signor Tucci mi ha informata di una grossa novità. Vuole spiegarla
anche al Capitano per favore?”
Tucci sembrava come sempre intento a scrutare qualcosa che solo lui era in
grado di vedere.
Il silenziò durò più del dovuto.
“Tucci....”.
L’Ufficiale Scientifico si destò dai suoi pensieri.
“Tucci? Tucci chi? Tucci io? Ah sì, giusto giusto, Tucci. Ecco Capitano.
Come sa stiamo monitorando i due pianeti abitati del sistema per tarare i
sensori a lungo raggio in modo da creare un’interferenza sovrapponibile
all’effetto che avviene con la luce nell’iridescenza. In questo caso la
luce viene riflessa con diverse tonalità in base all’angolo
dell’osservatore mentre per i nostri sensori.... dal suo sguardo credo lei
abbia di nuovo perso il filo. Stia attento Capitano, lo rispiego. Secondo
la teoria....”
Bueller spalancò gli occhi allibito.
“Io ho perso il filo?”
Xyr intervenne prima che Bueller degenerasse.
“Visto che io sono stata attenta e non ho perso il filo le faccio un breve
riassunto.”
Bueller osservò Xyr con occhi ancora più spalancati.
“Il team del Signor Tucci ha monitorato gli effetti della stella di questo
sistema sui pianeti abitati. Hanno una civiltà poco avanzata e non saranno
in grado di fronteggiare gli sconvolgimenti conseguenti. Poco da dire su
questo. La Prima Direttiva ci impedisce ogni interferenza quindi non è
questo il problema.”
“Non è questo il problema? Nemmeno l’aspetto etico?”
L’andoriana soppesò per un attimo le parole di Bueller.
“No, nessun problema etico. Prima Direttiva ricorda? Basta attenersi alle
regole. Comunque stavo dicendo che improvvisamente sui sensori è comparso
quello che prima non c’era. Un piccolo continente con diverse città che
tecnologicamente potrebbero essere quasi 2000 anni più progredite del resto
degli abitanti.”
“E non l’abbiamo visto prima? Nessuno l’ha mai visto? Un continente?”
Tucci intervenne.
“In quella zona il campo magnetico del pianeta è particolare. Erano
schermati da un campo gravitazionale naturale che curva le onde EM. In
pratica erano occultati. Le emissioni elettromagnetiche della stella unite
ad un’atmosfera non propriamente schermante deve aver sovraccaricato la
copertura portandoli allo scoperto. Lo stesso campo magnetico crea una
strana barriera. Da qualche analisi preliminare gli abitanti di quella zona
del pianeta non hanno mai potuto superare quella barriera. Non credo
sappiano che il pianeta sia più esteso.”
“Ah...”
“C’è un altro problema.”
“Non mi dica.....”
“Devono essersi resi conto in qualche modo della nostra presenza. Stanno
cercando di contattarci.”
Bueller sospirò.
“A che livello di tecnologia sono?”
“Decisamente precurvatura, ma abbastanza progrediti da avere il dubbio che
qualcuno li stia osservando. O magari la certezza che qualcuno li stia
osservando. E parliamo di un popolo progredito e dalle prime analisi non
potranno scambiarci per divinità, ma realmente per *alieni.*”
“Scusate, ma come possono coesistere due società così diverse dal punto di
vista dell’evoluzione eppure così vicine?”
Tucci si guardò i piedi per un attimo.
“Un cataclisma.”
“Certo Signor Tucci sarà un cataclisma, ma intendevo....”
“Un cataclisma passato. Quel campo elettromagnetico che li ha oscurati deve
averli protetti da una precedente catastrofe planetaria. Ipotizziamo che il
pianeta si sia trovato in questa situazione in passato. La stella ha
distrutto il resto del pianeta, ma quel guscio elettromagnetico li ha
mantenuti al sicuro. Loro sono andati avanti per la loro strada mentre il
resto del pianeta ha ricominciato da capo. Come detto lo stesso scudo credo
abbia impedito loro di uscire e di colonizzare il resto del pianeta, ma
questo non lo so. Devo studiare la situazione.”
Bueller e Xyr si osservarono per qualche istante.
“Numero Uno cosa ne pensa?”
Xyr spostò le braccia da dietro la schiena fino a portarle incrociate al
petto.
“Non credo ci sia nulla da dire. La Prima Direttiva è chiara. Ci hanno
contattati, ma se non rispondiamo e ci allontaniamo non ci saranno
problemi.”
“A mio avviso Numero Uno un primo contatto già c’è stato. Lei se ne
andrebbe e li lascerebbe qui a morire? Direi che forse questa volta è una
decisione che non possiamo prendere alla leggera. Xyr, tra 30 minuti voglio
tutti gli ufficiali in sala tattica. Abbiamo della gente da salvare.”
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Comandante Xyr
USS Hope - NCC-25122
Private communicator: <keranydd a gmail.com>keranydd a gmail.com
Skype: keranydd1
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“fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" -
Alighieri Dante
“....e il regolamento” – Xyr del Clan Clos
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