[Stml17] 05.02 - Lon Basta - E' solo una questione di virgole...
Massimo Gallo
keranydd a gmail.com
Mar 25 Ott 2016 11:28:12 CEST
Beh caro Capitano..... in questo caso sono abbastanza certo che la tua
amatissima Primo Ufficiale non farebbe finta di nulla tenendosi tutto
dentro senza farlo risultare sui registri ufficiali.
So che Xyr passa sempre per essere una grandissima rompic.... ma questa
sarebbe grossa.
Resta il fatto che moralmente anche Xyr starebbe da schifo nel vedere
persone morire sapendo di poter fare la differenza, ma tanto è il Capitano
a dover prendere la decisione ^_^
Per quanto riguarda il pezzo Silvia, bravissima.
Le frasi e le riflessioni adottate nel brano hanno centrato secondo me lo
spirito della situazione e i dubbi dei personaggi.
Il giorno 25 ottobre 2016 10:46, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com>
ha scritto:
> Bel pezzo, molto interiore. Credo che nessun Capitano vorrebbe trovarsi in
> una situazione simile.
> Personalmente salverei tutti e al diavolo la flotta. Anche perchè se non
> ci scoprono non credo che sarebbe un'infrazione della Prima Direttiva.
> Nel secondo film Kirk sla infrange perchè lo beccano e gli indigeni vedono
> l'astronave uscire dall'acqua, altrimenti nessuno avrebbe avuto da ridire
> credo.
>
> *Sent:* Tuesday, October 25, 2016 at 10:29 AM
> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] 05.02 - Lon Basta - E' solo una questione di
> virgole...
>
> Eccoci, con un pezzo riflessivo... Spero di aver colto bene lo spirito e
> le opinioni di tutti. :)
>
>
>
> Silvia
>
>
>
> *USS Hope – Sala Tattica – 8 Aprile 2395 - Ore 18:50*
>
>
>
> Il capitano Ferris Bueller fissava accigliato la porta chiusa della sala
> tattica, la riunione era finita da circa un’ora ma lui sembrava non
> essersene accorto. Per la prima volta in vita sua, da quando era al comando
> della Hope sentiva il peso del ruolo. Qui non si trattava di salvare un
> ufficiale rapito, o trovarsi coinvolti in trame complottistiche, questa
> volta non poteva prendere una decisione con la stessa velocità con la quale
> si lanciava dietro a delle belle gambe. Un conto erano i ragionamenti
> teorici fatti a lezione, un’altra sapere che dalla propria azione, o
> inazione, dipendeva il destino di miliardi di persone. Cos’aveva detto Xyr
> ribattendo a Tucci?
>
> “La Prima Direttiva non può essere piegata a nostro piacimento, esiste per
> un motivo”. Eppure anche lei, persino lei, era sembrata turbata quando
> Rodriguez le aveva fatto notare che si parlava di esseri viventi che
> avevano avuto la sfortuna di non essere sufficientemente evoluti per
> trovare un modo per salvarsi. “Anzi,” aveva continuato con veemenza
> Rodriguez, “ci stanno così provando che sono stati in grado di capire che
> siamo qui e hanno cercato di contattarci”.
>
> Bueller spostò lo sguardo verso lo schermo spento. Salvare una, due o
> tutt’e tre le popolazioni? O nessuna? Intervenire sulla stella che stava
> collassando, come aveva suggerito Tucci, e sparire nel nulla opponendosi ad
> un destino inevitabile, e all’ammiraglio Lennox, o far finta di non aver
> sentito l’appello disperato di un popolo? E come hanno fatto a capire che
> siamo qui se non sono mai riusciti a superare il loro ‘muro’? Quest’ultima
> osservazione l’aveva fatta Basta, sempre pronto a trovare qualcosa che non
> andava dopo aver ascoltato la discussione a lungo in silenzio. Che poi,
> cosa aveva così tanto da ascoltare? Non gli erano bastati tutti questi mesi
> per capire com’era fatto ciascuno di loro e imparare a fidarsi? Anche il
> betazoide sembrava bloccato da un muro, dal quale usciva solo raramente, al
> punto che Bueller si era più volte chiesto cosa bisognasse fare per avere
> quell’onore a parte essere la dottoressa Graahn. Quelle parole, però, gli
> si erano piantate nel cervello e non solo a lui. Luna, cui erano brillati
> gli occhi quanto le avevano spiegato perché l’avevano convocata d’urgenza,
> si era subito avvicinata a Tucci e insieme avevano iniziato a guardato gli
> schemi di rotazione dei pianeti per capire di più della tecnologia della
> civiltà misteriosa: “sono orbite quelle?” Aveva chiesto indicando qualcosa
> all’ufficiale scientifico. Caytlin nel frattempo, dopo aver guardato Rest,
> trincerato dietro il suo sguardo impassibile fisso su Xyr ed il suo volto
> pallido, aveva sospirato e si era alzata richiamando per tutti sullo
> schermo le immagini del sistema Cheyrou. “Prima Direttiva,” aveva
> annunciato e Bueller si era lasciato sfuggire un gemito all’idea di una
> lezione guadagnandosi un’occhiataccia dalla risiana. “Quando si entra in
> contatto con un pianeta che si sta sviluppando in modo autonomo verso una
> civiltà tecnologica, un ufficiale non deve fare nessun accenno alla propria
> identità o alla propria missione, né interferire con lo sviluppo sociale di
> tale pianeta, né far riferimenti allo spazio, ad altri mondi o a civiltà
> più avanzate”. Aveva fatto una pausa come per dare il tempo a tutti loro di
> digerire ogni singola parola. “Siamo tutti d’accordo che il nocciolo della
> questione sia questo”, aveva ripreso poi, “abbiamo stabilito un contatto
> con un pianeta,” aveva indicato Cheyron 2, “o parte di esso. Ma cosa ci
> chiedono esattamente?” Aveva sollevato la mano per fermare Rest che stava
> offrendo la risposta alla sua domanda retorica, “cosa sanno esattamente di
> noi? E come possiamo scoprirlo? Ma soprattutto, qualora decidessimo di fare
> qualcosa, che ne sarà degli altri?” Aveva concluso puntando il dito su
> Cheyron 1 e Bueller l’aveva guardata affascinato dalla determinazione dei
> suoi splendidi occhi grigi, e, ancor di più, da come era andata dritta al
> punto.
>
> “Il futuro di questi popoli è segnato dal destino o dalla sfortuna,
> scegliete quella che preferite”, con un sorrisetto cinico Luna aveva
> interrotto la discussione con Tucci per offrire la sua opinione, “se non
> fossimo stati qui il pensiero della loro morte non ci avrebbe nemmeno
> sfiorati, sarebbe stata solo una notizia fra le tante che probabilmente non
> avremmo nemmeno notato”.
>
> “Ma siamo qui”, aveva ribattuto Melanne Graahn, “e non possiamo
> ignorarlo”. Non aveva aggiunto altro ma era evidente che avrebbe voluto
> farlo.
>
> “La Prima Direttiva parla chiaro”, la voce di Lon Basta aveva sorpreso un
> po’ tutti perché aveva rotto un silenzio imbarazzato, Bueller si era
> augurato che non se ne uscisse aggiungendo un altro dubbio, “e il
> comportamento che dovremmo tenere è quello di rispettarla”, il suo sguardo
> si era posato per un istante sulla trill prima di proseguire, “dato che gli
> abitanti di Cheryon 2 si sono accorti della nostra presenza, in
> ottemperanza al regolamento dovremmo prima di tutto scoprire cosa hanno
> scoperto di noi e sulla nostra tecnologia e, solo sulla base di quello
> prendere una decisione”. Il betazoide, appoggiando quello che aveva poco
> prima detto Caytlin, non aveva offerto soluzioni, ma tempo e Bueller
> l’aveva apprezzato. Tempo era quello di cui avevano bisogno.
>
> “Quindi il suo suggerimento sarebbe quello di…?” Aveva chiesto il capitano
> anche se aveva capito benissimo dove volesse andare a parare Basta.
>
> “Indagare e scoprire e, nel frattempo, in osservanza ai regolamenti, non
> rispondere ai tentativi di contatto”.
>
> Sarebbe stato facile per lui sostenere che quella non era una decisione
> che gli competeva, non era un ‘vero’ capitano, gli sarebbe bastato chiamare
> Strauss e passare a lui la palla. Questa possibilità, che l’avrebbe di
> fatto sollevato dal compiere delle scelte, gli lasciava però l’amaro in
> bocca. Non aveva importanza che il suo fosse solo un incarico temporaneo,
> lui *era* il capitano della Hope e, fino a quando avesse ricoperto quel
> ruolo, l’avrebbe fatto al meglio delle sue possibilità. Se questa volta si
> fosse tirato indietro, cos’avrebbe fatto quando quei gradi, che ora portava
> per concessione, una smorfia infastidita gli attraversò il viso, se li
> fosse guadagnati diritto? Non avrebbe potuto chiedere aiuto a Strauss in
> quel caso. Ma se questa decisione, qualunque cosa avesse deciso, fosse
> stata sbagliata? Non sarebbe stato arrogante da parte sua pensare di poter
> risolvere la situazione senza aiuto?
>
> “La sua età e la sua inesperienza le danno tutto il diritto di chiedere
> aiuto a chi è più esperto”, gli aveva detto una volta Strauss in un raro
> momento di lucidità versandogli da bere, “questo non significa però che il
> consiglio che riceverà sia quello giusto”. L’aveva fissato con un
> sorrisetto ironico, “essere capitano non è solo una questione di bei voti”.
>
> Bueller si alzò di scatto dalla poltrona che all’improvviso gli sembrava
> scomoda.
>
> =^= Qui Basta, siamo pronti a partire al suo comando =^=
>
> Non c’era più tempo, il capitano Ferris Bueller raddrizzò le spalle e
> portò la mano al comunicatore.
>
> =^= Qui Bueller, sto arrivando. =^=
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
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