[Stml17] [Xyr del Clan Clos - 08.02] Primi dubbi

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Mar 29 Ago 2017 16:33:17 CEST


Complimenti!
Mi è piaciuto parecchio :D

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno 29 agosto 2017 16:03, Massimo Gallo <keranydd a gmail.com> ha
scritto:

> Max: Rieccomi!
>
> Equipaggio: Fai pure con comodo tanto qui mica stiamo aspettando....
>
>
> Ok, da oggi torno ufficialmente attivo.
>
> Lungo periodo lavorativo che mi ha assorbito un pelo troppo e prima
> settimana di vacanza già conclusa.
>
> Il ritardo è dovuto anche al fatto che essendo una settimana itinerante in
> Scozia mi ritrovavo a scrivere col cellulare tra uno spostamento e l'altro.
>
> Oggi ho messo mano ad un pc e ho corretto gli strafalcioni che il
> correttore automatico mi aveva cambiato.
>
> Se mi sono perso qualcosa lo correggo in seconda stesura.
>
> Ho cercato di mettere altra carne al fuoco senza stravolgere gli ottimi
> lavori di Ilenia e Franco.
>
>
> Ciao
>
>
> ************
>
>
> Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 28/07/2396, Ore
> 16:34
>
>
> Ferris leggeva in modo compulsivo l'ennesima documentazione tecnica. Per
> sua comodità si stava dondolando sulla sedia con i piedi appoggiati sulla
> scrivania.
>
> Aveva chiesto ai suoi assistenti di far portare nella sala riunioni i
> faldoni delle ultime tre settimane.
>
> Xyr, seduta dall'altra parte del tavolo, stava aprendo l'ultimo file
> scaricato dal server principale della Spolecnost Company.
>
> Stavano confrontando le pratiche che erano state firmate da Bueller per
> l'approvazione del progetto spaziale.
>
> Ferris non ricordava di averle mai approvate.
>
> Xyr all'inizio non aveva minimamente considerato le rimostranze del
> giovane, catalogando il tutto come l'ennesima prova della sua incapacità.
>
> Poi aveva notato la propria firma in calce alla pratica 497/23.
>
> Poi alla pratica 832/29, alla 120/17 e persino nel sottoparagrafo 34 della
> 567/38. Nessuno di quei documenti era mai passato sulla sua scrivania.
>
> “Non è possibile!”
>
> L’improvviso pugno sulla scrivania della donna aveva fatto perdere
> l’equilibrio a Bueller.
>
> Ora era coricato a terra coperto da fogli di syntelcarta.
>
> “Cosa non dovrebbe essere possibile?”
>
> Xyr cercò affannosamente delle pratiche tra il disordine di Bueller.
>
> “Questa, questa, questa e anche questa! Qui c’è la mia firma! Come diavolo
> fa ad esserci la mia firma su questi documenti?”
>
> Bueller si alzò faticosamente da terra e prese dal tavolo i fogli gettati
> alla rinfusa da Xyr.
>
> "Come ha scoperto che non sono passati dalla sua scrivania?"
>
> La giovane lo guardò perplessa.
>
> Bueller sospirò.
>
> "Non mi risponda.... Lei conosce a memoria tutte le proprie pratiche,
> vero?"
>
> Xyr continuò a mantenere il suo sguardo dubbioso nei confronti del
> collega..
>
> Bueller scosse leggermente la testa.
>
> "Ovvio che le conosce, magari conosce tutte le pratiche dell'azienda!"
>
> Lo sguardo della ragazza si spostò leggermente verso una sfumatura di pena
> nei confronti del giovane dirigente d'azienda.
>
> "Lei no?"
>
> Bueller si massaggiò lentamente una tempia.
>
> Era certo di aver già vissuto una situazione simile.
>
> "Ha fatto caso che qui manca il progetto di un invertitore indispensabile
> per la connessione di flusso? Mentre qui il materiale di contenimento non
> viene nemmeno considerato? In questo documento invece il progetto di
> riorganizzazione del personale non cita mai nemmeno una volta una cosa
> fondamentale...."
>
> Xyr lesse curiosa il documento poi terminò la frase di Bueller.
>
> "....il personale...."
>
> I ragazzi si guardarono perplessi.
>
> "Lei ha maturato studi classici, mentre io finanziari. Come facciamo a
> sapere queste cose?"
>
> "Non ne ho idea, Xyr. Non ne ho idea."
>
> La ragazza guardò per un attimo fuori dalla parete a vetri che divideva la
> sala riunioni dal corridoio principale.
>
> Decine di impiegati erano chini alle proprie postazioni, ma per un attimo
> le era sembrato la stessero osservando.
>
> "Inquietante, vero?"
>
> Xyr si voltò verso Bueller.
>
> "É da quando ci siamo seduti in questa sala che mi sento osservato. Ogni
> volta che alzo lo sguardo però sono tutti chini sulle loro scrivanie.
> Guardi però fuori dalla finestra. O meglio, guardi i nostri riflessi sulla
> finestra."
>
> Xyr si alzò e si mise a pochi passi dalla parete trasparente. La sua
> figura snella veniva riflessa dal vetro insieme a quella di Bueller. Non le
> sembrava ci fosse nulla di strano.
>
> Osservò meglio.
>
> Il tavolo di legno massiccio riempiva parte del riflesso, la porta della
> sala riunioni irrompeva con il suo blu nel resto dell'immagine. Niente di
> strano.
>
> Poi lo vide. O meglio, li vide.
>
> Decine di sguardi la stavano osservando. Ogni impiegato stava guardando
> nella loro direzione. Erano riflessi sulla finestra.
>
> Si voltò di colpo.
>
> Tutti erano tornati a lavorare.
>
> Guardò Bueller e le venne in mente una cosa.
>
> "Oltre alle donne che sembrano cadere ai suoi piedi ogni volta che lo
> desidera, ha mai parlato con qualcuno qui dentro?"
>
> Ferris si fece pensieroso massaggiandosi il mento.
>
> In effetti stava cercando di ricordare l'ultima pausa passata a
> sorseggiare una bevanda fresca alla sala break. O una qualsiasi pausa. Si
> ricordava sempre da solo.
>
> Di ogni incontro amoroso ricordava tutto, il suo ufficio ne avrebbe avute
> di cose da raccontare. Al di fuori di quello però.... il nulla.
>
> Si era spesso vantato con sé stesso di quanto fosse bravo con l'altro
> sesso. Ogni volta che puntava una ragazza non passava più di un giorno che
> la povera preda finisse tra le sue grinfie.
>
> Tutte eccetto Xyr. Eppure su di lei aveva fatto più di un pensiero.
>
> A pensarci bene era tutto davvero troppo facile.
>
> Questa mattina si era svegliato con una gran voglia di una bistecca di
> Brug. La carne morbida cotta con spezie vindoricane aveva stuzzicato il suo
> inconscio per ore, finché non aveva scoperto che a pranzo in mensa oggi
> c'era proprio Brug alla vindoricana.
>
> Durante la prima ora chiuso qui dentro aveva cominciato ad avere sete.
> Aveva pensato che un cocktail a base di frutta sarebbe stato perfetto.
>
> Senza neanche rendersene conto si era ritrovato a versarsi un bicchiere di
> una bevanda a base di frutta che aveva trovato in una caraffa sul tavolo.
>
> Xyr prese lentamente un piccolo coltello da dolce dal tavolino dei dessert
> che aveva trovato a fondo sala.
>
> La torta di bacche di kijut era la sua preferita ed era una specialità
> quasi introvabile.... Tranne in quella sala riunioni.
>
> Un forte mal di testa l'assalì e con esso una serie di immagini che aveva
> scordato.
>
> Si scosse dal leggero torpore e si osservò la mano.
>
> "Questa mattina mi é successa un'altra cosa strana. L'avevo totalmente
> rimosso. Solo ora riesco a ricordarmelo. Mi era caduta una bottiglia in
> cucina. Ricordo di essermi chinata a raccogliere i pezzi di vetro e di
> essermi fatta un profondo taglio alla mano."
>
> Bueller si avvicinò alla collega prendendole gentilmente la mano. Non notò
> nulla di strano.
>
> Xyr lo osservò e con un colpo veloce si pianto il coltello fino all'elsa
> in una spalla.
>
> Bueller sbiancò, ma Xyr lo fermò.
>
> La ferita cominciò a sanguinare e a sporcare il vestito proprio dove il
> coltello aveva strappato la stoffa.
>
> Xyr continuò a tenere Bueller lontano.
>
> Qualche secondo di immobilità che al ragazzo parvero secoli, poi piano
> piano il coltello si mosse da solo e cadde fuori dalla spalla.
>
> Dalla ferita si cominciarono a vedere fuoriuscire piccole forme argentate.
>
> Un minuscolo sciame ricoprì il taglio e buona parte del vestito sporco e
> strappato.
>
> In qualche secondo Bueller vide la ferita rimarginarsi, il sangue sparire
> come se pulito via e persino la stoffa del vestito ricucirsi.
>
> Xyr barcollò leggermente e Bueller l'afferrò prima che lei cadesse.
>
> "Cos'erano quelle cose?"
>
> La ragazza sorrise.
>
> "Non ho idea, ma mi viene in mente un nome..."
>
> Bueller sostenne il suo sguardo.
>
> "...naniti."
>
> Xyr accennò ad un sì con la testa.
>
> Nessuno dei due aveva la più pallida idea di cosa volesse dire quel nome,
> ma poter condividere quella scoperta li stava tranquillizzando.
>
>
>
> Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 28/07/2396,
> Ore: 17:56
>
>
> Nel suo ufficio Tucci cercava ormai da ore di ridefinire la massa del sole
> di Nuwe Berria.
>
> Era uno studio semplice, ma dai suoi diari risultava lui avesse condotto
> quello studio ormai dodici volte e con dodici risultati diversi.
> Era sicuro il calcolo numero tredici fosse quello buono.
>
> L'immagine di una busta con un messaggio comparve sul suo display.
>
> Tucci la ignorò.
>
> "Se la deflessione della luce emessa dalla galassia sorgente per effetto
> della massa del Sole posta tra la sorgente stessa e Nuwe Berria..."
>
> Un'altra piccola busta apparve sul display.
>
> Tucci la ignorò nuovamente.
>
> "Un'alternativa potrebbe essere quella di misurare il moto di Nuwe Berria
> e di un altro pianeta attorno al Sole sfruttando l'equilibrio tra la forza
> di gravitazione e la forza centrifuga. Uguagliando le due forze la massa
> verrebbe calcolata di conseguenza..."
>
> Tre colpi alla porta dell'ufficio.
>
> Tucci li ignorò.
>
> "Nell'equazione la forza è direttamente proporzionale alla massa..."
>
> Doohan aprì titubante la porta, si avvicinò a Tucci e gli mise una mano
> sulla spalla.
>
> Edison si destò dal suo torpore e guardò curioso la presenza umana nel suo
> ufficio.
>
> "Ho ricevuto un messaggio. Diceva solo di venire a dirti di persona che
> hai diverse comunicazioni."
>
> "Comunicazioni? Io? Ah è vero..."
>
> Tucci aprì uno dei messaggi. Erano copie di relazioni tecniche. Il
> mittente era Xyr, la donna che era passata a parlare con lui oggi. Il
> secondo messaggio era invece di Ferris Bueller che gli chiedeva di
> incontrarli stasera al Dunnerfort, un locale vicino al centro città.
>
> Doohan domandò curioso circa il contenuto dei messaggi ma Tucci era già
> perso nello studio delle relazioni appena inviategli.
>
> "Signor Tucci? Mi sente?"
>
> Edison si alzò distratto dalla sua sedia avviandosi verso l'uscita.
>
> "Il Capitano e il Comandante ci aspettano fra un paio d'ore. Questi dati
> non hanno senso..."
>
> Doohan lo guardò perplesso allontanarsi.
>
> "Chi?"
>
>
>
> Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 28/07/2396, Ore: 18:32
>
>
> Chiuso l'armadietto dei medicinali e verificato che le cartelle dei
> pazienti fossero in ordine per domani, Melanne sorridente appese il suo
> camice, si mise la giacca e si incamminò verso l'uscita dell'ospedale.
>
> Un paio di saluti l'accompagnarono nel percorso.
>
> L'aria fresca della città la colse piacevolmente di sorpresa. Si strinse
> meglio il colletto e inspirò a pieni polmoni.
>
> Solo facendo un passo in strada si rese conto del viavai di quella città.
>
> Melanne si voltò verso la sua meta e fu quasi investita da un ragazzo in
> hoverboard.
>
> Il giovane dai capelli neri e dallo sguardo profondo le fece un elegante
> cenno di scusa e ripartì.
>
> Era tutto il pomeriggio che vedeva giovani di quell'aspetto e non se ne
> capacitava.
>
> Aveva un volto in mente e sembrava lo rivedesse in ogni luogo.
>
> Pensierosa riprese la sua passeggiata.
>
> "Infermiera...."
>
> A Melanne sembrò di sentire una voce ma sicuramente si era sbagliata.
> Aveva bisogno di un po' di riposo.
>
> "Infermiera sono qui."
>
> La giovane si voltò di colpo.
>
> La voce proveniva dal vicolo che costeggiava l'ospedale.
>
> Rodriguez stava facendo dei gesti per richiamare la sua attenzione.
>
> Melanne, seppur titubante, si inoltrò nel vicolo.
>
> Il viso di Rodriguez sembrò quasi malato.
>
> "Paulo, che ci fai qui? Hai la faccia strana."
> "Dottoressa... Avrei bisogno di una piccola mano. Le mie sono occupate al
> momento... a tenere tutto dentro la mia pancia... e questo inestetico
> taglio da lama non aiuta..."
>
> Paulo crollò in terra esausto.
>
> Melanne si rese immediatamente conto della gravità della ferita. Un taglio
> a prima vista molto profondo incideva la parete addominale di Rodriguez.
> L'eccesso di sangue che fuoriusciva non permetteva a Melanne di valutare la
> reale gravità.
>
> "Paulo, resta con me, forza resta con me. Hai fatto un ottimo lavoro.
> Continua a comprimere con le mani come hai fatto finora. Parlami! Parlami!
> Cosa è successo?"
>
> Nel frattempo china a terra cominciò a contattare l'Emergency team come
> era stata addestrata a fare.
>
> "Dottoressa.... Posso solo dirle che certi miei amici non erano contenti
> come lei del mio lavoro. Non c'è più... coff coff rispetto."
>
> Sotto le mani di Rodriguez cominciarono a fuoriuscire piccole macchie
> argentate.
>
>
>
> Nuwe Berria - Alloggio Pilota Collaudatore Catalunya Jones - 28/07/2396,
> Ore 23:34
>
>
> Luna russava sonoramente coricata a pancia in giù sul suo letto.
>
> Per terra erano accartocciate lattine di qualche bevanda alcolica mentre
> sullo schermo al plasma le corse degli eliveicoli stavano per finire.
>
> Aveva l'abitudine di scommettere su queste corse, ma il risultato era
> stato sempre lo stesso, quello di diminuire il suo conto in banca.
>
> Una figura snella stava raccogliendo silenziosa parti di abito dal
> pavimento.
>
> La zip si chiuse sul fianco dei pantaloni di pelle e la maglietta scese
> dal collo a coprire il corpo affusolato fino sui fianchi.
>
> Le mani salirono a sistemarsi i lunghi capelli rossi. Ne uscì una veloce
> treccia avvolta poi in uno chignon fermato da un pettine.
>
> Caytlin prese i suoi stivali in mano e con tranquillità staccò
> dall'interno della tasca della giacca di Luna il suo badge personale.
>
> La Risiana poggiò il badge su un dispositivo portatile che aveva preso
> dalla propria borsa. Una luce fioca le illuminò il viso scansionandoglielo.
>
> Contemporaneamente lo strumento illuminò il badge e l'immagine olografica
> di Catalunya Jones venne sostituita da quella sorridente di una ragazza dai
> capelli rossi e dai lineamenti belli e delicati.
>
> Caytlin mise via lo strumento, si mise il badge al collo nascondendolo
> sotto la maglietta e si avvicinò alla donna addormentata sul letto.
>
> La guardò per qualche istante poi prese dalla borsa un ipospray.  Si
> inginocchiò vicino al letto stando molto attenta a non svegliarla. Sospirò
> una sola volta poi poggiò lo spray sulla spalla di Luna e premette il
> pulsante di rilascio.
>
>
>
> Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 02:45
>
>
> Il dolore risvegliò Rest dal suo torpore. Una forte luce diretta sul suo
> viso gli impediva di vedere cosa stesse succedendo attorno a lui.
>
> Strette cinghie gli serravano i polsi mentre intorno al suo capo era
> fissato qualcosa di acuminato che gli stava trasmettendo forti scosse lungo
> tutta la colonna vertebrale.
>
> Aveva fatto ricorso a diverse tecniche di meditazione per rafforzare la
> sua resistenza.
>
> Doveva essere pronto per qualsiasi trattamento avesse subito.
>
> Non poteva cedere e non lo avrebbe mai fatto.
>
> Un'ultima scossa, più forte delle precedenti, lo costrinse a inarcare la
> schiena fino quasi sentire le ossa scricchiolare. Per un attimo perse quasi
> i sensi.
>
> Fu in quell'istante che un ronzio e una luce intermittente cominciarono a
> martellargli i sensi.
>
> La sua vita su Nuwe Berria gli scorse metaforicamente avanti agli occhi.
>
> Sua moglie, i suoi amici, la sua carriera all'Università. Non voleva
> perderli, non li avrebbe mai persi.... non avrebbe mai ceduto alla
> riprogrammazione.... non avrebbe mai....
>
> *No! No! Questa non é la mia vita! Questo non sono io! Non esiste nessuna
> moglie, nessuna Università. Io sono Rest, figlio di Retok, la mia vita é
> sulla USS Hope! Io sono Rest! Io sono Rest! Io sono R..."
>
>
>
> USS Hope - Plancia - 29/07/2396 - Ore 09:54
>
>
>
> Strauss entrò sornione in plancia.
>
> Bueller era seduto composto alla sua postazione.
>
> Nicholaus lo guardò intensamente.
>
> Xyr era in piedi vicino a Rodriguez e insieme stavano amabilmente
> chiacchierando consultando delle carte stellari.
>
> Guardò intensamente anche loro.
>
> Basta dal canto suo osservò il gestore del bar come in attesa di qualche
> domanda.
>
> Domanda che non arrivò. Strauss si voltò e rientrò nel turbolift.
>
>
>
> Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 11:03
>
>
>
> Rest sentì pian piano il fastidioso strisciare dei suoi stivali sul
> pavimento.
>
> Il fastidio man mano si trasferì ai suoi piedi, alle caviglie e un po'
> alle ginocchia che sbattevano saltuariamente sulla dura superficie.
>
> Le spalle gli dolevano nella zona dove due forti prese stavano stringendo
> per tenerlo sollevato.
>
> Senza aprire gli occhi espanse i suoi sensi. L'ambiente cominciò a
> materializzarsi intorno.
>
> Odore pungente come di disinfettante... lo stesso della zona intorno la
> sua cella.
>
> Mormorio lontano... era solo.
>
> Forzò il ginocchio in terra dove la superficie era liscia e leggermente
> scivolosa... vantaggio tattico.
>
> Presa spalla destra. Fredda, rigida e metallica... arto robotico,
> difficile ceda.
>
> Presa spalla sinistra. Calda, non stabile... arto organico, facile
> sopraffazione.
>
> Calcolò velocemente alcune percentuali.
>
> **Soluzione 1: 34,7%  di riuscita. Troppo rischioso e potenzialmente
> doloroso.**
>
> **Soluzione 2: 67,9% di successo e due variabili sconosciute. Poco
> controllo.**
>
> La mente del vulcaniano accelleró i conti e le ipotesi.
>
> **Soluzione 34: 98% di successo. Danni fisici accettabili.**
>
> Rest piegò le ginocchia al petto in modo improvviso poi piantò rapidamente
> i piedi in terra per darsi lo slancio per una capriola.
>
> L'inerzia dello slancio e la torsione lo liberarono dalla presa che lo
> teneva sul lato di sinistra. Il destro come previsto resistette e la spalla
> si lussò come calcolato. Rest cadde comunque in piedi.
>
> Il danno collaterale non gli impedì di pensare lucidamente e con un
> ulteriore sforzo si liberò anche dell'altra presa.
>
> Rest osservò finalmente i suoi avversari.
>
> Di fronte aveva due versioni della stessa persona, una completamente umana
> ma dall'aspetto malato e una le cui braccia erano ricoperte di uno strato
> metallico.
>
> Rest afferrò tra il collo e la spalla l'umano che crollò a terra sotto la
> stretta vulcaniana.
>
> Con la gamba destra colpi violentemente l'altra figura al viso.
>
> Il secondo corpo cadde esanime.
>
> Rest si guardò velocemente intorno e corse nel corridoio.
>
> Non poté chiamare il suo compagno per paura di far scattare un allarme.
>
> Guardò in diverse celle.
>
> Alcune vuote altre con corpi raggomitolati in terra.
>
> Finalmente trovò quello che cercava.
>
> Il badge rubato di corsa aprì senza sforzo la porta della cella.
>
> "Basta! Ci sono riuscito. Dobbiamo andarcene di qui. Si appoggi a me."
>
> Lon Basta si divincolo dalla presa.
>
> Il suo sguardo era vigile.
>
> Fissò Rest per un attimo.
>
> "Chi sei?"
>
> _______________________________________________
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