[Stml17] R: [Xyr del Clan Clos - 05.07] Antichi Dei

Vanessa Reis Squirtaker Vanessa_Reis_Squirtaker a outlook.it
Mar 10 Gen 2017 22:24:30 CET


Molto bello

Unica curiosità, il riferimento all’alfabeto risiano è totalmente inventato o c’è una qualsivoglia fonte dietro?


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Guardiamarina Caytlin
Consigliere
USS Hope NCC-25122
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Da: Massimo Gallo<mailto:keranydd a gmail.com>
Inviato: lunedì 9 gennaio 2017 23:43
A: USS Hope<mailto:stml17 a gioco.net>
Oggetto: [Stml17] [Xyr del Clan Clos - 05.07] Antichi Dei


Sfidando panettoni, pranzi e cene sono riuscito finalmente a scrivere il pezzo.

Scusate il ritardo ma davvero faccio meno fatica quando lavoro di quando sono in ferie 😦

Come sempre commenti e critiche sono i benvenuti.

Ciao ciao

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Crellia – Capitale - 9 aprile 2395 - Ore 01:45

Se mai possibile gli occhi di Worrk si spalancarono ancora di più. Il disgregatore Klingon aveva sortito l'effetto voluto da Ferris.

La stessa espressione sbigottita era impressa sul viso di Dasha.

"Fermatevi subito! Eretici! La collera degli Dei sarà terribile. Divino Worrk perdona il tuo popolo! Tu che hai assunto le fattezze di uno hykku delle montagne per dimostrarci quanto il nostro mondo sia ormai pieno di impurità, ignoranza e avidità.” A queste parole seguì un inchino talmente profondo che Dasha si ritrovò prostrata a terra.

“Cosa sarebbe questo hykku delle montagne?” chiese un perplesso Bueller sottovoce.

“Più o meno quello che voi terrestri chiamate maiale.” Gli rispose Quoo che sembrò essersi materializzato dal nulla accanto a Bueller. “In effetti un po’ gli somiglia. Dovrò ricordarmelo alla prossima creazione.”

Ferris si voltò verso lo strano addetto alla sicurezza.

“Mi potrebbe ripetere un’altra volta da che pianeta viene lei?”

Nel frattempo  Caytlin si era accovacciata accanto a Dasha e aiutandola ad alzarsi cercò di calmarla.

“Non ti preoccupare. Noi siamo....ecco.... vediamo.... i Protettori?”

Qin strizzò un occhio da cui sembrò uscire una scintilla.

Dasha la guardò fissa per qualche istante poi spostò lo sguardo verso Bueller e quella strana arma che usava per minacciare un Dio.

Immediatamente si rigettò a terra prostrandosi ancora di più, ma questa volta rivolta verso Caytlin.

“Mia Signora!!!!! Siete tornati!!!!!”

Caytlin fu colta di sorpresa.

“Mai mai mai avrei pensato di avere l’onore di incontrare un Protettore degli Antichi e Meravigliosi Dei che ci salvarono con la loro infinita bontà ormai 2000 anni fa. Voi che siete i loro baluardi, voi che per anni avete vegliato sul Tempio del Sapere mantenendo sempre accesa la Sacra Fiaccola.”

Quuo si avvicinò a Qin.

“Solo per curiosità.... cosa stai combinando?”

“Beh, già ci venerano come Divinità, perchè non dare un po’ di colore alla cosa. Poi mi piace l’espressione vuota che assume il giovane Capitano quando non sa cosa sta succedendo. È un mix di barbara ignoranza e sensualità.”

“Non dico non sia giusto venerarci. Come detto niente di nuovo, anche se resta sempre piacevole vedere esseri inferiori cercare di leccarci le estremità. Quello che non capisco è questa storia della Fiaccola, dei baluardi, dei Protettori. Dove vuoi arrivare? Vuoi cercare di aiutare quell’umano, vero? Eravamo d’accordo nel non barare.”

“Disse il Q che ha permesso ad una nave di pirati di trovarsi casualmente in questo sistema e di rispondere ad un messaggio debole ed innocuo come quello Crelliano..... Mi vuoi dire che tu non ne sai nulla? Che quella nave stava passando di qui per caso in un sistema che sta per collassare e sempre per caso ha intercettato un messaggio proveniente da un pianeta? E che sempre per caso era un pianeta sotto la mia protezione?”

“Ecco..... ma chissà cosa stanno facendo sulla Hope. Cara Q torno subito.....”


USS Hope – 9 aprile 2395 - Ore 02:05

“Cosa vuol dire che non possono tornare indietro?”

Xyr era seduta sulla poltrona del Capitano mentre Tucci stava cercando di spiegare in parole comprensibili che il teletrasporto usato da Bueller e dall’away team era di sola andata.

“Esattamente quello che ho detto. Non possono tornare usando la stessa tecnologia.”

“Esattamente Signor Tucci, la stessa tecnologia. Fra 20 minuti una squadra guidata dal Signor Basta sarà pronta ad assaltare quello che resta di quel Falco da Guerra. Secondo il piano ideato da Rest con il supporto di Jones e di Doohan noi dovremmo limitare i danni supportando l’azione con la Hope. Per fare questo ho bisogno di sapere che Bueller, Caytlin, Rodriguez e i due della sicurezza di cui non ricordo i nomi, non sono un problema.”

Tucci la guardò vacuo.

“Tucci?”

Lo sguardò dell’Ufficiale Scientifico passò dal vacuo al perso in una galassia lontana.

Un ripetuto schioccare di dita richiamò la sua attenzione.

“Signor Tucci, quello che il facente funzioni di Primo Ufficiale sta cercando di ottenere da lei è una spiegazione del perchè dal Falco da Guerra sono stati in grado di teletrasportarsi sul pianeta e anche di ritornare. Lei potrebbe obiettare che sono scesi in 5 e uno non ha superato lo scudo, sono risaliti in 3 e solo 1 sembra non sia perso per lo spazio. Questo vuol dire che almeno un sopravvissuto c’è quindi si può tornare. Magari capire come loro ci sono riusciti? Ovviamente utilizzando solo i sensori passivi come abbiamo fatto fino ad ora. Non vogliamo rovinare la sorpresa facendogli capire che siamo qui. Giusto?”

Xyr fece un cenno di ringraziamento a Strauss. Lei aveva ancora un sacco di problemi nel discutere con Tucci. Non era ancora riuscita a entrare nella testa dell’umano per cercare di capirlo. Odiava dover ripetere le cose più volte e con Tucci era d’obbligo ripetere le cose più volte. Era sicuramente un genio, ma era anche estremamente fastidioso.

“Ah ecco. Beh, il Capitano mi aveva chiesto di modificare il suo metodo basato su un teletrasporto di emergenza utilizzando le comunicazioni. Non mi aveva detto di pensare ad un metodo alternativo.”

Xyr si iniziò a massaggiare una tempia.

“Tucci, quanto le serve per tirare fuori quei quattro dal pianeta?”

“Quattro? Ma non erano cinque?”

“Sono fortemente tentata di dimenticarmi di Bueller. Ok, cinque. Quanto le serve?”

“Beh, più che quanto, direi cosa mi serve.”

Tucci riprese a guardare Xyr pensieroso.

L’andoriana fece altrettanto anche se i suoi pensieri erano sempre più indirizzati al chiudere Tucci in qualche siluro quantico e a premere con un sorriso il tasto FIRE.

“Tucci, glielo sto per chiedere con il massimo della gentilezza possibile. COSA DIAVOLO LE SERVE???”

L’ultima frase l’aveva urlata direttamente in viso a Tucci dopo essere scattata in piedi.

L’umano fece un passo indietro spaventato.

“Mi serve un paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen.”

“Beh, poteva dirlo subito. Ha trenta minuti per farmi avere il dettaglio di cosa le serve per realizzare il suo piano.”

“Trenta minuti? Ma.... mi serviranno giorni solo per trovare i dettagli tecnici, poi altri giorni per replicare i componenti, poi per fare i calcoli non so quanto servirà....”
“Ventinove minuti.”

Tucci sbiancò all’ultima frase di Xyr e corse fuori dalla plancia.

Luna si voltò dal timone verso il Primo Ufficiale.

“Un paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen? Perchè mi ricorda qualcosa di impossibile che ho studiato da poco? Aveva a che fare con delle particelle correlate quantisticamente. Violerebbe parecchie leggi della fisica a partire dal principio di località.”
Xyr guardò quasi stupita il cadetto Jones.

“Esatto signor Jones. Teletrasporto quantistico. In pratica non è il corpo ad attraversare lo spazio-tempo dal punto di partenza al punto di arrivo, ma un’onda che porta l’informazione. Tucci vuole creare qualcosa di decisamente pericoloso, ma forse qualcosa su quel Falco da Guerra può aiutarci. Signor Basta, crede di poter modificare il suo piano di assalto in un più tranquillo piano di spionaggio definiamolo industriale?”

Il capo della sicurezza fece un leggero cenno positivo del capo.

“Cosa ha in mente?”

“Voglio essere sicura di non distruggere qualsiasi cosa sia su quella nave e che possa tornarci utile per recuperare i nostri colleghi. Appena Tucci ci porterà l’elenco di quello che gli serve, lei con una squadra scelta lo accompagnerà su quella nave e cercherete il necessario. Domande?”


Crellia - Capitale – 9 aprile 2395 - Ore 03:25

Bueller si girò su se stesso un paio di volte con lo sguardo verso l’alto.

"Questa stanza è gigantesca. La Hope ci starebbe comoda dentro."

Rodriguez si sfregò gli occhi infastidito. "Non vogliamo dire qualcosa sui colori delle pareti?"

"Beh. In effetti...."

"Questo edificio è stato costruito secoli fa sulle rovine del Primo Tempio. Quando la Sacra Fiaccola si spense e voi Protettori ci lasciaste, i nostri antenati persero la fede. Il Tempio man mano cadde in rovina. Furono secoli bui, le popolazioni crebbero, i villaggi divennero paesi, poi città e il tempio fu inglobato e sepolto. Un centinaio di anni fa scavi per costruire nuove fondamenta riportarono alla luce una parte completamente sana di vecchie mura. Nessuna tecnica da noi conosciuta riuscì a scalfire quelle mura e si gridò al miracolo. Partirono subito delle opere per edificare questo piccolo contributo alla memoria di Dei dimenticati. Per chiedere perdono, voi capite. Vi prego di rimanere qui a godervi la magnificienza di questo nuovo tempio. Spero sia di vostro gradimento. Ho contattato il Consiglio dei Grandi e ho cominciato a spiegar loro del vostro ritorno. Vogliono incontrarvi per condurvi alle porte delle vecchie mura.”

Caytlin sorrise a Dasha mentre Bueller e Rodriguez fecero un cenno di congedo con la testa permettendo alla rappresentante Crelliana di allontanarsi.

“Questo sarebbe il ringraziamento per averli salvati anni fa? Voi esseri inferiori....”

Bueller si voltò verso Qin.

“Mi scusi, ma non credo di aver capito.”

La donna si voltò verso il giovane Capitano sorridendo e guardandolo in modo esageratamente esplicito.

“Vorrei fossimo soli.... ho detto vorrei fossimo soli.... Tutta questa cosa è nuova per me e la tensione mi fa brutti scherzi. Per fortuna ho lei vicino Capitano. Posso abbracciarla?”

Bueller deglutì rumorosamente mentre qualche goccia di sudore scese da sotto il cappello che indossava.

“Ehm... magari dopo... Ma cambiando discorso. Consigliere, giusto una domanda che mi frulla per la testa da un’oretta. Chi diavolo sono questi Protettori?”

Caytlin era seduta composta e rilassata in attesa del ritorno di Dasha e sfoderando il suo più disarmante sorriso spiegò che aveva letto dei Protettori durante le sue ricerche sugli usi e costumi dei Crelliani. Aveva provato a citarli quando era stata messa alle strette da Dasha. Non si aspettava una simile reazione da parte della Crelliana.

“Consigliere, fingersi Dei o semidei non mi sembra sia esattamente confacente alla Prima Direttiva.”

“Coff coff coff, disse il prode Capitano che puntò un disgregatore klingoniano in bocca ad un Dio......”
Rodriguez pronunciò la frase quasi sovrappensiero.

Il Capo Operazioni stava osservando curioso alcune pietre preziose incastonate in una colonna. Per dire la verità ne stava discutendo sottovoce con Worrk che alternava movimenti con la testa annuendo o negando.

Rodriguez aveva recuperato dei legacci che tenevano le braccia del Ferengi legate dietro la schiena e dopo qualche minuto di lamentele da parte dello stesso era riuscito a trovare un bavaglio per far smettere il piccolo alieno di parlare. Tuttora Worrk non poteva deliziare i presenti con le sue divine parole.


USS Hope – 9 aprile 2395 - Ore 03:30

Da qualche minuto Xyr aveva lasciato la sala tattica e passato a Rest e Strauss il Comando della Hope.

Tucci aveva portato l’elenco delle sue richieste per il recupero dell’away team come concordato. Il tutto insieme a una serie infinita di tecnicismi che le erano risultati incomprensibili per il 60%.

Il restante 40% aveva deciso di non valutarlo perchè era convinta di averlo capito, ma di ricordare chiaramente fosse stato inserito nei corsi all’Accademia come Teorico e Virtualmente Impossibile.

Era nuovamente di fronte a dei dilemmi.

Normalmente si rifugiava facilmente dietro ai suoi amati Regolamenti per trovare le risposte che cercava. Questa volta il primo dilemma rimaneva di natura etica. Vite senzienti contro Prima Direttiva. Nonostante il tempo e le discussioni che aveva affrontato facendosi scudo con articoli e commi si stava rendendo conto che la sua corazza si stava incrinando.

Il secondo dilemma invece era di natura puramente tattica.

Bueller le aveva chiesto di dirigere le operazioni di assalto al Falco da Guerra.

Scelta corretta da parte del Capitano.

Lei aveva deciso di rinviare l’assalto diretto modificando l’approccio in un’operazione di mordi e fuggi.

Bueller aveva agito nuovamente di impulso mettendo a repentaglio la propria vita.

Scelta errata del Capitano.

Tucci era stato categorico. Aveva trovato una via di fuga dal pianeta per il team, ma gli servivano una serie di attrezzature che sulla Hope non c’erano. Rodriguez sarebbe stato in grado di procurarne alcune, ma ovviamente Bueller si era premunito di portarlo con sè togliendolo alla Hope.

Scelta errata del Capitano.

Rest aveva ipotizzato con una percentuale del 93,2% che se il Falco da Guerra era riuscito a trovare un mezzo per far risalire i propri uomini, voleva dire che aveva qualcosa che la Hope non aveva e che l’equipaggio della Hope non conosceva.

Ora stava a lei dover decidere come muoversi.

Dovevano agire su tre fronti.

Primo fronte. Missione sul Falco da Guerra.

Serviva un team ridotto, ma esperto. Lon Basta li avrebbe guidati. Di lui aveva imparato a fidarsi. Tucci doveva farne parte. Non potevano permettersi perdite di tempo o comunicazioni che sarebbero state intercettate e l’ufficiale scientifico doveva decidere sul posto come muoversi. Tucci non era tuttavia in grado di muoversi furtivamente sul Falco da Guerra e Basta avrebbe faticato parecchio a mantenere in vita il suo team con una mina vagante come Tucci. Jones li avrebbe portati con il suo B’rel occultato e di conseguenza la Hope avrebbe perso il suo miglior timoniere.

Secondo fronte. Hope pronta a supportare un’eventuale scontro a fuoco con il Falco da Guerra.

Senza i migliori uomini ai propri posti la Hope non avrebbe avuto alcuna possibilità. La Jones avrebbe dovuto essere al timone e non sul B’rel.

Terzo fronte. Il pianeta per recuperare l’away team.

Da un’oretta tutte le comunicazioni dal pianeta erano interrotte. Per qualche strano motivo lo scudo stava bloccando qualsiasi segnale. Non potevano sapere se il team fosse vivo o comunicare con loro. Se Bueller aveva pensato a questa eventualità si era scordato di comunicarlo al resto della nave.

L’unico modo di avvertirli era di organizzare tutto dalla Hope e mandare qualcuno sul pianeta a recuperarli con le corrette informazioni. Inoltre era necessario che sul pianeta ci fosse anche un medico. La dottoressa Graahn era stata categorica su questo punto. Non potevamo sapere se qualcuno del team fosse vivo, morto, ferito, malato. Non potevamo sapere che tipo di tecnologia medica si fosse sviluppata sul pianeta. Era un salto nel buio e la dottoressa era la persona con la maggior esperienza sulla nave. Per quanto “esperienza” fosse un termine importante per un guardiamarina.

Era in effetti la persona giusta per poter prendere decisioni di emergenza sul campo. Il resto del suo team poteva far fronte a emergenze sulla nave. Questo voleva dire spostare un altro membro dell’equipaggio dalla Hope e dirottarlo fuori dalla nave.

Quindi con Capitano, Capo OPS e Consigliere a terra, Timoniere, Capo Sicurezza, Ufficiale Scientifico in missione sul Falco, sulla Hope sarebbero restati come Ufficiali superiori solo Rest come tattico, Doohan in sala macchine, Graahn come Ufficiale Medico ma quest’ultima pronta a scendere sul pianeta per fare la crocerossina e lei come Primo Ufficiale.

Sul pianeta non avrebbe avuto senso mandare la dottoressa da sola, Doohan non avrebbe saputo nemmeno trovare la strada per la sala teletrasporto e Rest era fondamentale in Plancia.

Restavano due opzioni. Strauss o lei ste....


Il passo di Xyr si bloccò a mezza altezza. Tutto intorno risultò immobile.

Una sola figura sembrava a suo agio in questo fermo immagine.

Q si avvicinò all’andoriana.

“Come possiate pensare a tutte queste cose inutili contemporaneamente con un cervello primitivo come il vostro, mi ha sempre affascinato. Aveste anche solo un milionesimo del potere del mio mignolo..... Però, pensandoci bene.... potrebbe essere interessante provare in effetti....”

Dalla parete emerse il viso di Q sotto le spoglie di Qin.

“Non si bara.....”

Il Q maschio sospirò.

“Non avevi un pianeta di cui occuparti tu?”

“Sono onnipotente come lo sei tu. Posso essere in due posti contemporaneamente come te. Niente più trucchi. La nostra scommessa non è ancora conclusa. Non sono convinta che Bueller rinuncerà così facilmente a salvare questo popolo.”

“Ma io mi sto annoiando. Non possiamo accellerare un po’ i tempi?”

“Concordo con te che questi esseri sono moooolto lenti, ma non tutti possono essere Q. O meglio tutti potrebbero se noi volessimo, ma noi non vogliamo, vero? Ora torna con me sul pianeta. Stanno per adorarci e sarà divertentissimo.”


...ssa.

Xyr proseguì per la sua strada che la conduceva nei suoi alloggi.

Appena Tucci e il team Basta fossero riusciti a capire come riprendersi il capitano Bueller, lei e Graahn sarebbero scese sul pianeta per avvertire Bueller e spiegargli cosa fare. Se li avessero trovati ancora vivi.

“Quell’uomo mi farà impazzire. Probabilmente conoscendolo sarà riuscito a mettersi nei guai e ora sarà in qualche situazione mortale.”


Crellia - Capitale – 9 aprile 2395 - Ore 05:09

“Fiuuuu. Se mangio ancora un grammo di qualcosa posso davvero morire.”

Bueller si stiracchiò sulla sedia che i Crelliani avevano preparato per loro attorno ad un tavolo riccamente imbandito. Avevano passato l’ultima ora a ricevere inchini, elogi, regali. Un ricchissimo banchetto si era materializzato davanti a loro e loro ne avevano approfittato.

Il Consiglio dei Grandi aveva fatto finalmente capolino dopo essersi defilato all’arrivo del divino Worrk.

In quel caso la povera Dasha era stata lasciata sola ad affrontare la cosa. Ora che il pericolo sembrava scomparso tutti si stavano pavoneggiando davanti a loro.

Un gruppo di Crelliani era stato incaricato di preparare il vecchio tempio per il ritorno dei Protettori.

Dasha si avvicinò a Bueller.

“Magnifico, la strada per il tempio è ora pronta. Volete farci l’onore di seguirci?”

Il gruppo si incamminò dietro i Crelliani.

L’opulenza della stanza principale ricolpì Ferris. Tutto era esageratamente imponente e ricco. Non si poteva dire lo stesso della città. Sembrava tutte le maggiori ricchezze della Capitale fossero state impiegate nel nuovo tempio.

Dietro un cancello di vetro dalla forma strana si aprì una stanza bianca con al centro una scala.

“Già i colori del salone principale sfidavano la decenza, ma anche i cancelli a forma di lettera dell’alfabeto? L’architetto dovrebbe essere fucilato.”

“Pensavo di essere io, ma Paulo, mi hai appena confermato di non essere totalmente impazzito. A me quel cancello sembra una grossa q. Consigliere che ne pensa?”

Caytlin si soffermò un attimo sul cancello.

“A me ricorda moltissimo la khiks risiana. La trentanovesima lettera del nostro alfabeto principale. Non ricordavo ci fossero lettere comuni nei nostri alfabeti.”

“Mah, sarà solo un caso. Dove sono gli addetti alla sicurezza? Ah eccoli lì. Scusate, a voi cosa ricorda questo cancello?”

Gli occhi di Qin sembravano luminosi come due gemme. Bueller ne rimase folgorato.

“Direi che mi ricordano la perfezione delle cascate ioniche su Lotorn VI, la potenza di una nuvola Ghjlsa quando implodendo genera un nuovo microverso, i soli quadrupli sovrapposti che fra un millennio illumineranno la Via Lattea...”

La Q si fermò un istante a osservare la faccia allibita di Bueller.

“Intendevo che sì, hanno fatto un buon lavoro, credo che i loro Dei possano sentirsi abbastanza soddifatti del risultato. Tu che ne pensi Quoo?”

Q guardò il cancello.

“È una porta di vetro.”

Bueller sospirò e ritornò accanto a Caytlin.

Il gruppo entrò all’interno della stanza bianca.

Scesero lentamente le scale.

Bueller continuava a rivedere quel simbolo in ogni angolo. Quella strana q era sui sostegni delle lampade, sui bordi delle porte, sugli intarsi del mobilio che adornava il corridoio. Gli stessi pomelli delle porte erano forgiati in quella forma.

Man mano che proseguirono nel corridoio le stanze cominciarono a cambiare materiale di costruzione.

Quello che all’inizio sembrava un materiale dalla brillantezza eccessiva, era ora sostituito da un muro di mattoni o argilla o qualsiasi cosa avessero utilizzato per far stare su quelle pareti.

Sembrava un viaggio nel tempo a ritroso.

L’ultima porta di legno fu aperta direttamente da Dasha che con un inchino fece segno a Bueller di precederli all’interno.

Il Capitano della Hope non tergiversò e guidò il gruppo.

Alte mura scavate direttamente nella pietra erano le pareti. Il soffitto naturale era almeno a 15 metri di altezza. Un caldo tepore proveniva dal pavimento levigato.

Dei graffiti e dei bassorilievi adornavano buona parte della stanza.

Al centro di ogni rappresentazione c’era sempre una figura luminosa, ma dalle fattezze femminili.

Sulla parete di fondo un’anacronistica stoffa copriva almeno 20 metri quadri del muro. Disegnata sopra vi era una figura dall’aspetto familiare che apriva le braccia come ad accogliere e proteggere chi la guardava.

Il viso nella figura ricordava a Bueller qualcuno, ma non riusciva a focalizzare chi.

Al centro della stanza quattro statue reggevano una grossa fiaccola anch’essa in pietra.

Le quattro statue rappresentavano la figura già vista nella stoffa in diversi atteggiamenti: allegra, irosa, sensuale, pensierosa.

Bueller e Rodriguez si avvicinarono per osservare meglio quei visi.

“A te non ricorda qualcuno?”

“Stavo pensando proprio quello. Non riesco a mettere a fuoco però.”

“Nemmeno io. Magari Caytlin può aiutarci. Consigliere potrebbe....”

La rossa Risiana stava muovendo alternativamente la testa prima alle statue, poi alla stoffa sul muro e infine alla donna della squadra di sicurezza. Tutto questo per diverse volte.

Bueller si trovò a fare lo stesso percorso.

Statue, stoffa, Qin. Statue, stoffa, Qin.

Statue...

Stoffa...

Qin...

Qualcosa non gli tornava.

La porta alle loro spalle si chiuse con un tonfo lasciando i cinque della Hope e Worrk all’interno. Un chiavistello completò la cacofonia.

La fiaccola al centro della stanza cominciò a brillare e improvvisamente Bueller si sentì svenire.


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Comandante Xyr del Clan Clos
USS Hope - NCC-25122
Private communicator: keranydd a gmail.com<mailto:keranydd a gmail.com>
Skype: keranydd1
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“fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" - Alighieri Dante
“....e il regolamento” – Xyr del Clan Clos

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