[Stml17] 06-XX-Sex Appeal - Tenente James Doohan II
Vanessa Reis Squirtaker
vanessa_reis_squirtaker a outlook.it
Mer 15 Mar 2017 17:56:38 CET
Io ho sempre ragione XD cmq ottimi brani pure questi bravissime
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mercoledì, 15 marzo 2017, 05:29PM +0100 da Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com<mailto:fulmine791 a gmail.com>:
Bellissimo pezzo.. a questo punto ha ragione Vanessa, mancano realmente solo Tucci e Bueller!! ^____^
Il giorno 15 marzo 2017 17:25, Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com<mailto:ltcomm.sibi a gmail.com>> ha scritto:
Bello!
Che impiastro Doohan, Bueller e Luna hanno da insegnare e Caytlin... Beh a lei basta esistere... ;-)
L'amore di un ingegnere per un motore a curvatura è forte come il duranio...
Brava!
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Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
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"Abbassare il limite di velocità!? Certo... salverebbe delle vite, ma centinaia di persone arriverebbero in ritardo!"
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Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com<mailto:ltcomm.sibi a gmail.com>
Il 15 mar 2017 5:11 PM, "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com<mailto:sbrunati a gmail.com>> ha scritto:
Volevo aspettare l'ok del capitano, ma Silvia mi ha dato coraggio, quindi ecco anche Doohan.
Si accettano critiche, correzioni e opinioni.
Silvia
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Brano: 06.XX
Titolo: James Doohan II – Sex Appeal
Autore: Tenente James Doohan II (Si. Br.)
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Terra – Mensa dell’Accademia della Flotta Stellare – Ore 23:00
“Ciao James…”
James Doohan II si alzò di scatto, sbatté la testa con la parte superiore del replicatore, si portò una mano alla nuca con un ‘Ahi!’ e rischiò di rovesciarsi addosso il contenuto del bicchiere mentre si girava verso la fonte del saluto.
“Kr’eth…” Balbettò arrossendo fino alla radice dei capelli e oltre.
“Tenente”, la caitiana sorrise, gli occhi che brillavano divertiti, “volevo farti i complimenti per la tua promozione”.
James aprì la bocca per rispondere, la richiuse, studiò il contenuto del suo bicchiere, sollevò nuovamente lo sguardo su di lei, iniziò a contare fino a dieci per non farsi prendere dal panico, arrivò a tre, bevve tutto d’un sorso il tè, balbettò un “grazie” e si allontanò di gran fretta verso l’uscita della mensa.
Appena raggiunta la relativa sicurezza del corridoio, si concesse un sospiro di sollievo, poi si maledisse, si girò per tornare sui suoi passi, si fermò stringendo il bicchiere, fece una giravolta riprendendo a camminare e andò a sbattere contro il cadetto Melissa Meyel.
“James!” Esclamò la ragazza appoggiandosi a lui per evitare di cadere, “che fretta! Ti stavo cercando”.
“Davvero?” Lui la fissò sbalordito mentre lei gli sorrideva timidamente passandosi una mano fra i capelli neri senza accennare a staccarsi da lui.
“Sei tenente adesso!” Melissa sgranò li occhi più di quanto lui credesse possibile passandogli un dito sui pin del colletto e sbattendo le ciglia più volte.
“Er.. io. Si”, come al solito la voce gli mancò all’improvviso e le guance, che avevano appena ritrovato il loro colore originario ripresero a bruciargli. Più bruscamente di quanto avesse voluto si staccò da lei, “da poco”, biascicò.
Lei portò le mani dietro la schiena e si mordicchiò il labbro inferiore fissandolo con un’intensità che lo mise ancora più a disagio, “non festeggi?”
Per tutta risposta James scosse più volte la testa accompagnando il gesto da un “nononononono” che non prevedeva che lui prendesse fiato mentre arretrava di un paio di passi. “Io, ehm, non ho tempo, cioè, mi aspettano, domani, non oggi, ma comunque devo andare perché il tempo è poco e l’ammiraglio mormora”.
Melissa sollevò un sopracciglio perplessa e fece un tentativo di fermarlo, ma prima che ci riuscisse James Doohan II si era già mosso lanciandole un “ciao!” che capì solo perché lui fece una specie di gesto con la mano accanto al viso agitando il palmo.
Il silenzio del suo alloggio vuoto lo accolse come un abbraccio. Appoggiato alla porta come se temesse che qualcuno arrivasse da un momento all’altro a sfondarla, James attese qualche secondo fino a quando non fu certo che nessuno lo aspettava nascosto nella stanza, poi con un sospiro di sollievo raggiunse il letto e ci si lasciò cadere sopra.
Potevano sparargli addosso, il motore a curvatura minacciare di fondersi da un momento all’altro, potevano addirittura chiedergli riparazioni impossibili e lui non perdeva il sangue freddo, mai. Una ragazza, di qualsiasi razza fosse, basta che appartenesse al genere femminile, gli rivolgeva la parola e lui andava nel panico. La mente semplicemente gli andava in corto circuito. Per fortuna che non gli succedeva quando lavorava altrimenti non si sarebbe mai diplomato e ora non sarebbe tenente per i meriti acquisiti sul campo. Un sorriso soddisfatto gli comparve sul viso mentre portava la mano ai pin. Se lo era meritato per tutto l’ottimo lavoro svolto sulla Hope, così gli aveva detto l’ammiraglio, che essendo donna normalmente gli avrebbe causato problemi, ma essendo ammiraglio rientrava automaticamente in una casella che gli consentiva di non vederne il sesso.
Ci mancava soltanto che se la immaginasse in abiti normali che sorrideva! Abiti civili, sorriso, donna…
Colto dal panico James scosse la testa affrettandosi a far rientrare l’ammiraglio nella sua tranquilla casellina di ‘ufficiale superiore, comandante in capo, asessuato’. Ci mancava solo quello!
Il suono di un messaggio in arrivo gli consentì di concentrarsi su altro, si sollevò sul letto per attivare il visore.
Che poi, rifletté mentre scorreva i diversi messaggi, non era che non gli piacessero le donne, solo che quando ne aveva una davanti era totalmente, completamente, irrevocabilmente incapace di interagire. Diceva sempre la cosa sbagliata, o faceva qualcosa per la quale lei lo trovava incredibilmente ‘adorabile’ e lui, invece, si sentiva un totale idiota. E quando non erano le parole, il suo arrossire gli procurava sospiri, ammiccamenti e mani che si appoggiavano sulla sua spalla con un ‘ohh’ intenerito.
Deteneva il record di conquiste dell’accademia, senza aver mai fatto nulla per ottenerlo.
O goderselo.
Non che non avesse avuto esperienze, ma c’era voluta tutta la determinazione di una klingon per farcela e non è che in quelle occasioni a lui fosse stata data la possibilità di dire la sua.
Et'essa Vrocos era stata… impositiva.
Sua madre era orgogliosa di lui, congratulazioni da amici vari, qualche messaggio di ammirazione che scartò con uno sbuffo infastidito. Si raddrizzò sul letto, incrociò le gambe e portò le mani ad intrecciarsi davanti a lui. Svuota la mente James, si disse, pensa al futuro.
C’erano volte che avrebbe dato chissà che cosa per avere la sfacciataggine di Bueller: il capitano decideva che cosa voleva, si avvicinava alla prescelta e voilà era fatta.
James non decideva cosa voleva, la prescelta si avvicinava e lui scappava. Voilà.
Riaprì gli occhi.
Nemmeno tutta la meditazione del mondo, che aveva imparato su Vulcano, era in grado di aiutarlo. Pace interiore e sicurezza relativa sfumavano nemmeno due secondi dopo che posava gli occhi su una ragazza.
Era un caso disperato.
Terra – Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 16:20
James Doohan II entrò nell’ufficio guardandosi alle spalle come se temesse che qualcuno lo seguisse li dentro e, quando si girò verso l’ammiraglio, rosso in viso ed evidentemente imbarazzato balbettò un “ha cambiato assistente signore?”
“No, il guardiamarina Fretter lo sostituisce solo temporaneamente tenente”.
“Ah”.
Notando il sopracciglio sollevato dell’ammiraglio Lennox, James si affrettò a ricomporsi, portò le mani dietro la schiena, fece un passo avanti, pensò ‘ufficiale superiore, comandante in capo, asessuato’ e dalla sua mente riuscì ad allontanare le immagini fastidiose che avevano iniziato ad affollarla. Sotto lo sguardo della betazoide il suo viso si distese, l’espressione si fece decisa e ogni traccia di panico svanì dai suoi occhi.
“Mi scuso per il ritardo, ammiraglio, ma sono rimasto invischiato in una”, si schiarì la voce, “festa a sorpresa e ho avuto qualche difficoltà a liberarmi”.
“Si accomodi tenente”.
“La ringrazio signore”, James si affrettò ad obbedire.
“Non sono solita scusare i ritardi, ma posso capire che i suoi colleghi non sapessero dell’appuntamento che aveva con me, non ha avuto molto preavviso”.
“Già, le ragazze”, un lieve rossore comparve sulle guance di Doohan, “non sapevano”.
L’ammiraglio Lennox si accigliò leggermente, sembrò essere sul punto di fare una domanda, ma evidentemente ci ripensò.
“Non ha cambiato decisione immagino”.
“No ammiraglio, è sempre la stessa di ieri”, rispose deciso James, “è stato amore a prima vista”.
Si fissarono per qualche istante in silenzio prima che lui aggiungesse, “anche se, questa è la seconda versione se si vuole essere precisi”.
Trascorse qualche altro secondo di silenzio.
“Può andare tenente”.
“Si signore, grazie ammiraglio per l’opportunità”. Un sorriso affascinante gli illuminò il viso coinvolgendo anche Evelin Lennox che lo ricambiò.
Terra – Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 16:30
=^= Ammiraglio, il suo prossimo appuntamento è arrivato. =^=
“La ringrazio guardiamarina, per favore lo faccia attendere e mi chiami il capitano Teskara”.
Evelin Lennox rimase in attesa fissando la porta dalla quale era appena uscito il tenente James Doohan. Dopo pochi istanti sul terminale comparve il volto della grazerita.
“Tes? Ti ricordi quella scommessa sul cadetto timido e se sarebbe stato imbarazzato con qualsiasi tipo di donna? Ho un’assistente di Kasheeta, credo di aver vinto.”
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht
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