[Stml17] [07.01] - Il passato che ritorna..
Ilenia De Battisti
fulmine791 a gmail.com
Mer 29 Mar 2017 12:44:46 CEST
Ecco il mio brano,
spero possa piacervi ^_^
Buona lettura!
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Brano: 07.01
Titolo: Il passato che ritorna..
Autore: Tenente junior grade Rest figlio di Retok (Ilenia)
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USS Hope - Alloggio del tenente junior grade Rest figlio di Retok
DT 23/03/2396 ore 13.00
Rest rientrò piuttosto rapidamente in alloggio, osservandosi attorno nella
più totale solitudine: era trascorsa un’altra mezza giornata a bordo della
Hope, un’altra mattinata segnata dall’essere nuovamente lì a dover
confrontarsi con Basta, con il suo essere emotivo. Non serviva essere
betazoide per capire come la sua presenza sulla nave non piacesse affatto a
Lon, ne era pienamente consapevole, e la verità era che non era l’unico
membro dell’equipaggio che avrebbe volentieri stappato una bottiglia di
spumante se non lo avesse visto tornare. Si portò verso l’armadio prendendo
alcune candele, doveva meditare: aveva la necessità di dedicarsi un po’ di
minuti per ritrovare la propria pace mentale e riavvicinarsi alla pratica
del Kolinahr.
Era consapevole che sarebbe successo, e del resto era uno dei motivi che lo
avevano portato a rifiutare quell’incarico: in una nave con ufficiali tanto
emotivi, le peculiarità della sua razza lo facevano risaltare come una
fastidiosa mosca bianca all’interno del gruppo. Molti avevano l’impressione
che i vulcaniani fossero privi della capacità di provare qualsiasi forma di
emozione, ed in fondo alla sua specie quell’idea non dispiaceva affatto: in
realtà le emozioni erano parte di ogni vulcaniano, ciò che li
caratterizzava era la loro grande capacità di controllare ogni cosa con la
propria mente. Se le altre specie si lasciano guidare dal cuore, questo non
capita a nessun vulcaniano: è la mente che controlla le emozioni, non il
contrario.
Rest si bloccò per un attimo proprio mentre accendeva le candele, un
pensiero nella sua mente si stava facendo largo, un dubbio che
difficilmente sarebbe sparito così facilmente.
*Se la mente controlla le emozioni, che cosa ci faccio qui sulla Hope?*
Si sedette sul tappeto osservando le candele di fronte a sé, ripensando in
profondo a quell’ultima sera passata su Sol III. Aveva già deciso di
lasciare la Hope, aveva comunicato la propria intenzione all’ammiraglio
senza tergiversare, con piena convinzione, consegnando alla donna una lista
di navi che riteneva più adatte alle proprie peculiarità: la scelta non era
stata delle più semplici, ma come ogni vulcaniano aveva dato ascolto alla
pura logica, e le sue considerazioni lo portavano molto lontano da lì. Poi
si era ritrovato di fronte Xyr, ancora un po’ provata emotivamente dalla
lettera di Bueller.
Nella sua mente, Rest cercò di ricordare ancora il momento in cui la
giovane andoriana lo raggiunse raccontandogli per filo e per segno la
lettera con la quale il tenente Ferris declinava l’offerta del proprio
incarico come facente funzione di capitano. La notizia lo lasciò spiazzato
e, seppure all’esterno non lo desse a vedere, non potè che constatare di
aver fatto un errore di valutazione: la sua logica lo aveva portato a
ritenere l’accettazione dell’incarico da parte di Bueller quasi una
certezza, toccando il 94,65% delle probabilità, eppure lui aveva rifiutato
quella ghiotta opportunità.
Xyr gli riportò fedelmente le motivazioni che avevano portato il giovane
terrestre a prendere la propria decisione: Bueller sembrava ritenere
fondamentale il progetto Hope per tutelare una serie di ufficiali che,
privi di questa possibilità, a suo modo di vedere avrebbero finito per
marcire in qualche sperduta base stellare o in qualche piccolo vascello con
incarichi secondari. Non era dunque il progetto in sé a non essere
condiviso dal tenente Ferris, quanto la convinzione che la presenza sua e
di Xyr fosse indispensabile. In questo frangente, la decisione presa da
Bueller era da ritenersi il risultato della mente di un uomo calmo e posato
che aveva analizzato in modo logico la situazione e ne aveva tratto le
proprie conclusioni, non la scelta di un terrestre che, sulla base delle
sue considerazioni, era considerabile come un giovane oltre modo irruento
ed avventato.
Il racconto di Xyr lo lasciò per svariati istanti senza parole, aveva
sempre avuto la certezza che al 89,78% il tenente Bueller lo ritenesse un
utile spina nel fianco, buono giusto giusto se vi fosse stato un problema
tattico da risolvere, ma nulla di più: il suo sistema logico ed anaffettivo
di risoluzione delle questioni lo poneva in antitesi ai suoi metodi, il che
avrebbe dovuto tradurre per logica la sua uscita di scena come un fatto del
tutto positivo: che la sua logica lo avesse portato davvero ad errare nella
valutazione di quel terrestre?
Bueller aveva pensato prima di tutto ai membri dell'equipaggio e Xyr
sembrava esserne rimasta toccata, del resto lei non si era preoccupata di
pensare a cosa sarebbe successo una volta partita, esattamente come lui:
Rest lo dovette ammettere, l’unico pensiero che aveva fatto sulla Hope era
che un simile progetto fosse fallimentare per la presenza di ufficiali
troppo inesperti e fondamentalmente molto emotivi, non si era posto il
problema di quali ripercussioni vi sarebbero state per gli altri una volta
che quella porta si fosse chiusa. Xyr era stata chiara nell’affermare che
vi era un dovere che pesava sugli ufficiali superiori, ed in primis su
Capitano e Primo ufficiale: prendersi cura del proprio equipaggio. A conti
fatti il suo ragionamento era piuttosto logico ed avvalorato dai fatti: le
statistiche di cui era a conoscenza parlavano chiaro, il senso di sicurezza
aumenta del 76% la coesione dell’equipaggio, e ciò aumenta del 68% le
possibilità che la nave risulti preparata ad affrontare le avversità. Era
abbastanza evidente che Xyr ritenesse di aver mancato in quel suo dovere,
ma lui poteva ritenersi immune da quella critica? Avrebbe potuto citare a
memoria il nome ed i dati principali di tutti i curriculum dei cadetti con
cui era stato imbarcato sulla Hope, ma senz’altro non aveva fatto nulla per
proteggerli dalle sfide che aveva comportato quel progetto. Il compito che
si era prefissato riguardava unicamente un ragionamento squisitamente
tattico, in cui ogni membro dell’equipaggio occupava il posto di mera
pedina, null’altro che qualcosa di sacrificabile all’occorrenza: nel suo
lavoro non aveva mai preso pienamente in considerazione il fattore emotivo,
del resto per i vulcaniani era sempre stato un fattore ininfluente, ma per
le altre razze? L’aver ignorato volutamente un fattore a suo parere così
irrilevante era un suo ennesimo errore di valutazione?
Rest tornò a fissare le candele, doveva ammettere con se stesso più errori
di valutazione di quanti avesse mai potuto accettare, ma c’era di peggio.
Aveva cambiato idea quando a chiederglielo era stata Xyr: in questa scelta,
si era fatto convincere di restare perché la Hope aveva bisogno di loro due
o più semplicemente perché glielo aveva chiesto Xyr? Un pensiero lo bloccò
di nuovo, mentre ripensava alle parole della giovane andoriana: chi aveva
avuto l’idea di mandare proprio Xyr a parlare con lui? Il tenente Ferris..
Nella sua lettera, oltre a citare l’idea che le sue capacità sarebbero
risultate necessarie negli anni a venire per dare supporto a Xyr, asseriva
che il rispetto che lui nutriva nel tenente lo avrebbero spinto a
riesaminare l’idea di accettare l’assegnazione sulla Hope: Bueller non solo
era già giunto alla conclusione che avrebbe rifiutato l’offerta, ma
sembrava ben sapere che l’unica persona in grado di fargli cambiare idea
era proprio Xyr. Ma come era possibile? Come per ogni vulcaniano, non è di
certo tipico della sua razza dimostrare le proprie preferenze per altre
persone apertamente: le emozioni sono qualcosa che vanno tenute per sé,
vanno nascoste al mondo, eppure Bueller sapeva qualcosa.. o quanto meno lo
aveva intuito. Era stato così disattento da lasciar trasparire qualcosa?
Spostò lo sguardo nella stanza, soffermandosi su una delle poche olo-foto
della sua famiglia, che ritraeva sua madre seduta e suo padre rigidamente
in piedi alle spalle di lei. Il padre, Retok, continuava ad essere un
diplomatico di consumata esperienza, mentre la madre proseguiva
indisturbata la sua carriera da concertista di arpa. La sua infanzia non
era stata sempre delle migliori, da piccolo era difficile per lui
comprendere a pieno la disciplina del Kolinahr: la loro costante ricerca di
raggiungere la piena purificazione da qualsiasi emozione attraverso la
costante ricerca della logica pura, rendeva il loro metodo educativo
estremamente freddo e distaccato. Infondo, il loro sistema educativo era
profondamente logico: se i genitori non sono sempre pronti a risolvere i
problemi dei figli, essi saranno costretti ad imparare molto in fretta ad
arrangiarsi da soli, volenti o nolenti, soprattutto se ci si ritrova a
vivere su un pianeta ostile come Breen. La prima nota dolente nel rapporto
con suo padre nacque quando aveva 16 anni; la sua decisione di non accedere
all'Accademia delle Scienze di Vulcano per iscriversi presso l'Accademia di
Strategia Militare di Zakdorn non fu apprezzata in famiglia: seppure il
padre ufficialmente non si era mai opposto alla sua decisione, Rest aveva
sempre saputo che quella non era la scelta che suo padre avrebbe voluto da
lui. Dopo due anni, si iscrisse all’Accademia della Flotta Stellare, ma i
rapporti con il padre erano rimasti ancora freddi e distaccati: anche in
quell’occasione non vi fu un’opposizione dalla sua famiglia, ma era
piuttosto evidente che non vi erano neppure segni di orgoglio negli occhi
di suo padre. Giunto alla fine di quel suo percorso, aveva comunicato al
padre le sue scelte, o almeno gli aveva riferito la sua intenzione di
proseguire il proprio percorso su di una nave con ufficiali in prevalenza
della sua razza, motivando logicamente le sue scelte ed ottenendo un seppur
flebile segno di assenso dal padre. Ma ora le cose erano molto diverse,
aveva scelto di tornare sulla Hope, cosa che per il momento non gli aveva
ancora comunicato: sapeva che non si sarebbe opposto, neppure a quella sua
scelta, ma certamente non avrebbe avuto alcun appoggio. Del resto gli era
bastato osservare lo sguardo del tenente T’Mant, quando gli comunicò che
non sarebbe salito su nessuna delle nave selezionate da lui: quel malcelato
disprezzo per aver fatto una scelta poco logica sarebbe stato difficile da
eliminare dalla propria mente.
=^= Tutti gli ufficiali superiori sono richiesti in plancia =^=
Il suono dell’interfono interruppe la meditazione di Rest, tutti i pensieri
che affolavano la sua testa furono rapidamente repressi per riassumere la
sua maschera priva di ogni empatia: se avesse potuto scegliere avrebbe
preferito restare lì, ma conosceva i suoi doveri, quindi spense le candele,
riponendole al loro posto, ed uscì silenziosamente dal proprio alloggio.
USS Hope - Plancia
DT 23/03/2396 ore 13.30
Rest entrò in plancia assieme al tenente Graahn, eseguendo un rapido saluto
formale e dirigendosi con passo sicuro in direzione della consolle tattica.
Ad un cenno del capo di Bueller, Xyr procedette ad un piccolo riassunto di
quanto era capitato solo pochi minuti prima.
“Quindi, riassumendo.. abbiamo rilevato un sos inviato da una delle boe di
emergenza della USS Esperanza NCC-0923, data per dispersa all’incirca
ottanta anni fa” Xyr sollevò il capo ad osservare i presenti
“Per la precisione, la sua scomparsa è avvenuta 86 anni fa..” la voce di
Rest ruppe il silenzio creatosi in plancia “Da quanto riporta il database,
la USS Esperanza è stata data per dispersa pochi mesi prima dello scoppio
della rivolta di Ganalda IV, sedata nel sangue dal generale klingon Gorak,
avversario politico dell’allora cancelliere Azetbur” Rest si fermò leggendo
in silenzio
“C’è dell’altro, tenente?”
Rest alzò il capo verso Bueller “Solo delle teorie, si fa riferimento ad
una sorta di antipatia del Capitano della USS Esperanza nei confronti del
popolo klingon. Stando a quanto riportato nel database, il figlio del
Capitano era un mercante che si è spinto troppo vicino allo spazio klingon:
piuttosto di accettare il loro abbordaggio ha tentato la fuga ma il suo
cargo è andato distrutto, nessun sopravvissuto. Vi sono state delle
illazioni che la Esperanza abbia avuto a che fare con la rivolta di Ganalda
IV, ma non vi sono prove a riguardo..”
“E dubito che la Flotta avesse tutto questo interesse a provare un loro
eventuale coinvolgimento in spazio klingon” concluse Rodriguez
“Resta da capire perché si trovino qui, in questa distesa..”
“Vi è una probabilità del 75,4% che abbiano optato per una simile tattica
per sfuggire ad eventuali inseguitori.. si tratta di un’area soggetta a
potenti campi elettromagnetici, che disturbano sia le comunicazioni sia i
sensori.. quindi diviene decisamente più difficile individuare un vascello
qui”
“Ne è una riprova il fatto che siamo i primi ad aver captato il loro
segnale dopo la bellezza di ottant’anni dalla data della loro scomparsa”
intervenne Caytlin “Evidentemente questi campi magnetici hanno impedito la
ricezione del segnale fino a che non siamo giunti abbastanza vicini da
essere a portata”
Bueller annuì tornando ad osservare gli altri “Al momento ci stiamo
addentrando nella distesa, per individuare il punto da cui parte il segnale
d’emergenza. Non possiamo viaggiare troppo velocemente a causa dei svariati
asteroidi che transitano sul nostro percorso ma grazie alle doti del
tenente Jones dovremmo arrivare tra circa tre ore.”
“Un momento capitano..” la voce della dottoressa Graahn fece voltare tutti
i presenti “Di che tipo di campi elettromagnetici stiamo parlando? Le
radiazioni alle quali stiamo andando incontro di che tipologia sarebbero?
Non mi dite ionizzanti..”
Tucci intervenne prontamente “No dottoressa, si tratta certamente di una
radiazione non ionizzante. I campi elettro-magnetici di quest’area dello
spazio si trovano nella regione dello spettro elettromagnetico a lunghezze
d’onda relativamente grandi e frequenze relativamente basse, di conseguenza
trasportano una quantità di energia tale da non essere in grado di rompere
i legami chimici tra molecole”
La dottoressa parve tirare un sospiro di sollievo “Molto bene, una
radiazione ionizzante sarebbe stata sufficientemente potente per rompere i
legami del dna, ad ogni modo ci tengo a ricordare a tutti che anche le
radiazioni non ionizzanti sono pericolose per qualsiasi organismo biologico
se l’esposizione prosegue per un lungo lasso di tempo.. vi esorto, quindi,
a soffermarci il minor tempo possibile e poi uscire da quest’area”
“A quali rischi andiamo incontro esattamente?” la domanda di Rodriguez
anticipò di poco i dubbi di gran parte dell’equipaggio
Graahn sospirò per un attimo “Ovviamente dipende dai tempi di permanenza in
quest’area, nonché la razza del soggetto.. dato che vi sono razze più
sensibili o meno a seconda del pianeta di provenienza, ad ogni modo i
sintomi iniziali potrebbero andare da problematiche psicologiche, come un
anormale aumento dell'ansia, che può sfociare in depressione o in tendenze
al suicidio, oppure problemi fisici, come disturbi del sonno, irritabilità,
nausea e diminuzione della libido: il problema più grave che potremmo avere
inizialmente è dato dai disturbi circolatori, che già di loro possono
comportare problematiche più o meno serie, come sensazione di freddo alle
estremità, gonfiore agli arti inferiori, stanchezza, cianosi, pressione
alta, mal di testa, vertigini e perdita della memoria” fece una breve pausa
“Infine, un’esposizione maggiore potrebbe aumentare le probabilità che
insorga un tumore”
Bueller alzò il capo “E se polarizzassimo gli scudi?”
“Soluzione fattibile” rispose Doohan “Ma decisamente momentanea, potremo
allungare il periodo di esposizione sicuro solo di 12 ore.. al massimo di
una giornata, non di più”
“E non vi sono soluzioni al problema?” Xyr prese la parola tornando a
guardare la dottoressa
“In caso di emergenza resta sempre l’elettrozina, ma si tratta di una
soluzione che non durerebbe per molto.. inoltre non credo serva ricordare
che potrebbe curare gli effetti, ma non può eliminare le radiazioni”.
Bueller annuì osservando la dottoressa “In questo caso cercheremo di essere
molto rapidi”
“Ma non troppo” la voce di Lon attirò su di sé l’attenzione “Non sappiamo
nulla di cosa ci stia aspettando, potremmo trovare solo una boa di
emergenza.. potremmo trovare l’Esperanza.. o potremmo finire diritti dentro
una trappola” fece una piccola pausa “Siamo in un’area in cui le
comunicazioni sono impossibili, se dovessimo essere attaccati chi lo
verrebbe mai a sapere?”
“Devo concordare con l’analisi del tenente Basta” Rest prese la parola
“Suggerisco di non andare immediatamente sul punto da cui proviene il
segnale ma di tentare di analizzare l’area con i sensori..”
Bueller annuì “Capisco, c’è altro?”
Rodriguez fece un colpetto di tosse “Io sconsiglierei di avvicinarci troppo
a prescindere.. anche nel caso in cui vi sia solo una boa o la stessa
Esperanza”
“Per quale motivo, tenente?” Caytlin osservò il collega
“Molto semplice, quella nave è qui da più di 80 anni.. possiamo ipotizzare
che sia stata colpita? Bene.. ma se non è così deve esserci qualcosa che
non le ha permesso di lasciare questa area! Non è che stiamo per andare ad
impantanarci pure noi?”
Bueller sospirò nuovamente osservando i presenti “Tenente Dohaan, tenente
Tucci.. mettetevi all’opera, ho bisogno che migliorate il più possibile la
portata e l’efficienza dei sensori.. tenente Jones, arresti la nave ad una
distanza di sicurezza dal punto di emissione del segnale d’emergenza”
USS Hope - Plancia
DT 23/03/2396 ore 16.00
Quasi tutti gli ufficiali superiori erano ancora in plancia, all’infuori di
Dohaan e Tucci che erano ancora in sala macchine per tentare di migliorare
l’efficienza dei sensori, e della dottoressa Graahn che era andata ad
allertare le squadre mediche d’emergenza. Il silenzio regnava sovrano,
venendo interrotto solo di tanto in tanto da alcuni rapporti sull’aumento o
sulla diminuzione dei campi elettromagnetici.
“Siamo al limitare della distanza di sicurezza” la voce di Luna fece
voltare tutti i presenti
“Analisi dell’area interessata ed intorno alla nave, non voglio alcuna
sorpresa”
“La portata dei sensori è stata migliorata dello 0.9% ma resta ancora molto
al di sotto degli standard” Rest iniziò a digitare alla consolle “Ad ogni
modo rilevo la fonte del segnale.. si tratta di una boa di emergenza”
“La Esperanza?” chiese Xyr voltandosi verso il tattico
“Non ve n'è traccia alcuna, il che potrebbe essere positivo.. non rilevo
neppure gli eventuali relitti”
“Pensa che sia stata distrutta?” intervenne Caytlin
“Difficile da dirsi, senza dati è difficile tentare una proiezione delle
probabilità.. ad ogni modo le ipotesi più solide sono la distruzione della
Esperanza, una sua cannibalizzazione oppure una sua confisca ed utilizzo
della stessa.. magari al di fuori dello spazio federale..”
“Potrebbe anche darsi che lo stesso equipaggio abbia mantenuto il controllo
della nave, trasformandola in una nave generazionale?” chiese Caytlin
curiosa
Rest annuì “Sì, non posso escluderlo.. anche se rimarrebbe la domanda del
perché non siano tornati in spazio federale”
Rodriguez fece spallucce “Forse non vogliono essere trovati”
“Se così fosse sarebbe profondamente illogico aver lasciato una boa di
emergenza attiva. Essa comporta, per sua natura, un aumento del rischio di
attirare l’attenzione di un vascello federale nell’area” Rest stava ancora
digitando alla consolle “Signore, dalle analisi devo ritenere che la boa
sia stata lanciata compatibilmente in un lasso di tempo che va da 90,34 a
76,54 anni fa. Ha impattato con svariate rocce spaziali, ma il nucleo non è
stato lesionato e dalle scansioni sarei portato a credere che, con una
probabilità del 89,34%, vi siano state salvate delle informazioni”
“Possiamo scaricare i dati al suo interno?” chiese Bueller
“No, i campi elettromagnetici disturbano i sistemi”
“E tentare un teletrasporto?”
“Da questa distanza no” intervenne Rodriguez “Ma se fossimo un po’ più
vicini…”
Bueller sbuffò “Rilevate qualche rischio ad avvicinarci?”
Sia Luna che Rest scossero il capo “I sensori non segnalano alcuna anomalia
spaziale che possa interagire con i sistemi propulsivi, a parte i già
identificati campi elettromagnetici”
“Molto bene, allora avviciniamoci.. appena presa la boa andiamocene di qui”
Bueller tornò a sedersi osservando un po’ tutti i membri della plancia. Ci
vollero alcuni minuti, ma quando vide lo sguardo soddisfatto di Paulo che,
quasi miracolosamente, aveva recuperato la sonda, si alzò “Cadetto Jones,
andiamocene di qui.. rotta verso la starbase..” si bloccò di colpo sentendo
la consolle tattica bippare
“Signore, nave in avvicinamento.. i sensori della nostra nave hanno un
raggio molto limitato, quindi il vascello deve essere molto vicino alla
nostra posizione” la voce di Rest fece spalancare gli occhi a tutti gli
altri presenti
“Vascello? Di che vascello si tratta?” Bueller si avvicinò alla consolle
tattica
“Sto verificando” Rest digitò rapido alla consolle “Si tratta di un
vascello federale.. la NCC-0923”
Il resto della plancia si guardò in faccia per poi prorompere tutti “E’ la
Esperanza!”
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