[Stml17] R: [07.05 - Basta] Conto alla Rovescia...

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Dom 14 Maggio 2017 10:57:01 CEST


Grazie mille a tutti, mi sono molto divertita anche io a scrivere di Luna e
Doohan. :)

Silvia Br.

Il 13 mag 2017 1:25 PM, <hazyel91 a gmail.com> ha scritto:

> Mi devo rileggere il brano precedente.. di cui ricordo solo l’attrazione
> planetaria.. ma Luna non delude mai né al timone né ahemmm.. al timone dai
> basta così XD
>
>
>
> Ah.. e no non mi sono sbagliata Silvia come mio solito.. XD ottimo anche
> il buon Basta
>
>
> ========================
> Guardiamarina Caytlin
> Consigliere
> USS Hope NCC-25122
> ========================
>
>
>
> *Da: *Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com>
> *Inviato: *giovedì 11 maggio 2017 17:44
> *A: *USS Hope <stml17 a gioco.net>
> *Oggetto: *[Stml17] [07.05 - Basta] Conto alla Rovescia...
>
>
>
> Eccomi qui, proprio al pelo!
>
>
>
> Silvia
>
>
>
>
>
> *USS Hope – Plancia - 3 marzo 2314 ore 15:50*
>
> Non è un atto di insubordinazione non rispondere al proprio capitano se in
> quel momento stai cercando di evitare che la nave sulla quale ti trovi si
> schianti su un pianeta sconosciuto. Luna era certa che qualsiasi corte
> marziale avrebbe capito che ci sono momenti in cui non hai tempo di fare
> rapporto e sei persino intitolata ad imprecare. In quel momento non le
> interessava nulla che non avesse a che fare con motori, manovre di
> compensazione e ‘come faccio ad evitare che la nave, aiutata
> dall’attrazione gravitazionale, diventi un tutt’uno con il pianeta?’. Dalla
> sala macchine Doohan pronunciò una quasi sentenza di morte, per poi
> correggersi con =^= E’ il timone, riesci a evitare di precipitare per
> cinque, no tre minuti? =^=
>
> Luna imprecò, di nuovo, decisa a strappare ogni secondo al tempo, mentre
> le sue mani ordinavano alla Hope di resistere, compensare, ruotare
> ignorando il preoccupante suono di protesta che questa emise in risposta ed
> il suo rifiuto ostinato a cambiare rotta.
>
> =^=Ti ho chiesto tre minuti, non di distruggermi la nave!=^=
>
> =^= Te li sto dando Doohan, fai il tuo dovere!=^=
>
> =^= E’ difficile se stai cercando di infilare qualcosa di lungo in una
> fessura che continua a spostarsi!=^=
>
> =^= James! Mi sto eccitando! =^=
>
> =^=Non ho tempo di arrossire ora! Lo sto facendo, ma non ho tempo!=^=
>
> =^= Un minuto e mezzo, poi arrossire sarà l’ultima cosa di cui ti
> preoccuperai!=^=
>
> Luna conosceva la Hope, sapeva fin dove poteva spingersi e quanto poteva
> chiederle, per questo non avrebbe accettato da lei un semplice no. Avrebbe
> preteso dalla nave tutto e anche di più perché non le avrebbe permesso di
> arrendersi. A Doohan servivano tre minuti, loro due glieli avrebbero dati,
> a costo di rubarli al tempo. Che pianeta era quello verso cui stavano
> andando? I dati le comparvero improvvisamente sulla consolle come se
> l’avesse chiesto ad alta voce e Tucci le fosse venuto in soccorso, forse
> l’aveva fatto veramente. Le sue dita pretesero informazioni sull’atmosfera,
> l’attrazione gravitazionale, le orbite. Poteva sfruttare l’effetto fionda?
> I calcoli le comparvero rapidamente in risposta, la sua ragazza le leggeva
> nel pensiero, o le sue dita erano più rapide della sua mente. D’accordo,
> d’accordo, lei e la Hope ce la potevano fare. Trenta secondi, se avesse
> sfruttato la forza gravitazionale, l’orbita, la velocità di spinta, l’aria.
>
> “Rodriguez! Apri il portello sul ponte sette quando te lo dico e fai
> uscire l’aria”
>
> “Devo fare cosa?!”
>
> “Ora!”
>
> La Hope reagì, immediatamente, scartando come un glommer che insegue la
> sua preda. Entrambi erano frutto di un lavoro di ingegneria e Luna sapeva
> come trattarli.
>
> “Portello sul ponte quattro, due secondi”.
>
> =^= Luna, ci sono q….=^=
>
> Non sentì il resto delle parole del capo ingegnere perché la Hope emise un
> gemito che quasi le strappò il cuore e per tre, due, un secondo temette di
> averle tolto anche quel poco tempo che le restava. Poi qualcosa lampeggiò
> sulla consolle, precipitavano ancora ma l’orbita ora era meno ripida. Le
> restava meno di un minuto per decidere se compensare ancora, ne aveva
> guadagnato uno per Doohan.
>
> =^=James?=^=
>
> Quarantacinque secondi.
>
> =^=Credo di essermi rotto il polso=^=
>
> Trenta secondi.
>
> =^=James…=^=
>
> =^=O forse non è rotto, riesco a piegarlo. Il pollice destro però è un
> altro discorso=^=
>
> Undici secondi.
>
> =^= James!!=^=
>
> =^= Ho anche bernoccolo sulla fronte per tua informazione ,potrebbe essere
> una commozione celebrale =^=
>
> Cinque secondi.
>
> =^= Sto per venire a strapparti fuori da quel tu…=^=
>
> =^= Vai, vai vai =^=
>
> Come un glommer imbizzarrito, la Hope protestò, ruotò, si ribellò, ma alla
> fine Luna, come sempre, riuscì a domarla.
>
>
>
> *USS Hope – Plancia - 3 marzo 2314 ore 16:00*
>
> Nel silenzio attonito della plancia, Lon Basta si assicurò prima di tutto
> di essere ancora intero. Fu un gesto istintivo, quasi distratto, seguito
> subito dopo dal cercare con lo sguardo Melanne Grahan che teneva ferma Xyr
> a terra, come se quello fosse sufficiente a salvare il primo ufficiale se
> si fossero schiantati. Non sarebbero accaduto però, non quella volta,
> realizzò Basta all’improvviso sollevato mentre i loro sguardi si
> incontravano, lei sorrideva e lui annuiva. Qualche istante dopo il silenzio
> attorno a lui cominciò a frammentarsi in pezzi di colore scuro, tutti
> caratterizzati dagli stessi lampi che li rischiaravano all’improvviso,
> illuminandoli. Consapevolezza, sollievo, paura che si scioglieva
> all’improvviso si alternarono con varia intensità al punto da strappare a
> Lon quasi un sorriso. Riprese a respirare.
>
> “Rapporto”, la voce di Bueller sembrò uno squittio, il capitano si schiarì
> subito la gola e ripeté l’ordine con maggiore controllo. Attorno a Lon, le
> varie postazioni cominciarono a riferire la situazione della nave. Mentre
> attendeva il suo turno, il betazoide ne approfittò per guardare Luna. La
> pilota sorrideva, negli occhi l’adrenalina di chi è disposto a ripetere di
> nuovo tutto da capo, ma stavolta con meno tempo. I loro sguardi si
> incontrarono, nell’espressione di lei c’era sfida, lui annuì di nuovo
> accettandone la superiorità in quel caso. Solo in quel caso.
>
> =^= Il timone reggerà per il momento signore, =^= Doohan stava facendo
> rapporto direttamente dalla sala macchine, =^=no, non ho bisogno di nulla
> guardiamarina grazie, non mi serve nulla davvero, il mio polso sta
> benissimo, sto facendo rapporto ora, mi tolga quel fazzoletto dal viso! Mi
> scusi signore, dicevo: quando l’Esperanza ha fatto il ‘salto’ si deve
> essere verificata una reazione con i nostri scudi e a quel punto siamo
> stati esposti ad una reazione che…=^=
>
> “Ma certo!” Lo interruppe Tucci illuminandosi, “ecco cos’era quel
> differenziale nei miei calcoli!”
>
> Bueller sospirò, “faccia finta che io non fossi in plancia prima e che
> abbia deciso tutto Xyr. Che differenziale? Che calcoli?”
>
> Mentre Tucci si lanciava in spiegazioni, Lon tornò su Melanne che stava
> esaminando il primo ufficiale. “Devo portare il comandante in infermeria”,
> gli disse rapidamente lei alzandosi, “funziona il teletrasporto?”
>
> Lon scosse la testa, “vuoi una mano?”
>
> “Puoi portarla tu? Io devo controllare il capitano, Rodriguez e gli altri
> feriti”.
>
> A quelle parole Lon prese coscienza dei gemiti e dello stato effettivo
> della plancia. Alcuni dei colori brillanti che l’avevano pervasa
> inizialmente, erano ora segnati da strisce nere di dolore. “Ma certo”,
> annuì prendendo con delicatezza in braccio Xyr, “mando qualcuno ad
> aiutarti”.
>
> “Me lo ripete nuovamente con parole comprensibili?” Chiese con un gemito
> Bueller alle loro spalle. Tucci fissò il capitano con l’espressione offesa
> di chi pensa di aver esposto già in modo elementare i fatti.
>
> =^=Qui Basta, rapporto. Voglio sapere dove vi trovate e qual è il vostro
> stato. Tutti gli uomini operativi facciano il giro della nave, eventuali
> feriti dovranno essere trasportati in infermeria a mano, fino a quando non
> sarà ripristinato il teletrasporto=^=
>
> Le risposte cominciarono ad arrivargli mentre lasciava la plancia
> bilanciando il peso dell’andoriana priva di sensi sulle braccia. Sarebbe
> stato un turno davvero davvero lungo.
>
>
>
> *USS Hope – Infermeria - 3 marzo 2314 ore 20:16*
>
> “Abbiamo un motore a mala pena funzionante, un teletrasporto che si è
> appena riattivato, non abbiamo idea di come tornare nel nostro tempo, e io
> devo essere confinato in infermeria? Quale parte della nostra attuale
> situazione non le sembra disperata, dottoressa?”
>
> “La smetta di lamentarsi capitano”, lo rimbeccò la dottoressa Grahan, “lei
> , il signor Rodriguez, e una decina di altri membri dell’equipaggio siete
> stati in una bolla temporale, le sue analisi segnalano delle alterazioni
> che voglio studiare meglio. Non le permetterò di andare in giro per la nave
> se prima non mi sarò accertata che lei è a posto. Si rassegni e prenda
> esempio dal capitano Strauss”.
>
> Lo sguardo di Bueller si posò sulla figura addormentata sul lettino.
>
> “Non vorrà sedare anche me!?”
>
> “Oh non sono stata io a farlo, ma il tenente Basta”, ribatté con un
> sorriso angelico Melanne mentre, alle spalle di Bueller, il betazoide
> incrociò le braccia sul petto con un sogghigno che palesemente lo invitava
> ad opporre resistenza.
>
> “Lei ricorre a dei trucchi davvero bassi”, mugugnò Ferris finalmente
> arrendendosi.
>
> “Faccio solo il mio lavoro, capitano”.
>
> A Basta non sfuggì la soddisfazione Melanne, il blu intenso del mare
> rischiarava il nero delle sue profondità quando otteneva quello che voleva.
> Non aveva davvero bisogno di lui in infermeria, era perfettamente in grado
> di cavarsela da sola con Bueller, ma, dopo aver strappato il capitano dalla
> sala macchine ed averlo ‘convinto’ ad andare in infermeria, Lon non aveva
> resistito a vedere come Melanne l’avrebbe costretto a restare sotto esame.
>
> Ora però doveva andarsene.
>
> “Voglio aggiornamenti ogni dieci minuti!” Gli gridò dietro Bueller,
> “altrimenti non ci sarà confinamento che mi tratterrà tenente!”
>
>
>
>
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
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