[Stml17] [7.06 - Graahn – Ciao, sono io]

Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com
Mer 24 Maggio 2017 12:42:08 CEST


*___* ehm.. il brano è bellissimo ma...
IO CHI???
Sembra il finale di un telefilm all'americana!!! XD Eddai.. io sono più
curiosa di una scimmia.. Io chi??? Chi è l'Io???
XD

Il giorno 24 maggio 2017 12:26, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com>
ha scritto:

> Il pezzo mi è piaciuto molto, però in effetti dovete smetterla di dare
> spunti su idee che avete senza concretizzarle! :D
>
> Io chi??? Maremma zozza! Ora sono in crisi e non dormirò stanotte per
> pensare a tutti i possibili scenari!
>
> Ottimo lavoro
>
>
> *Sent:* Wednesday, May 24, 2017 at 11:33 AM
> *From:* Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] [7.06 - Graahn – Ciao, sono io]
> Eccomi! Non sono andata troppo avanti. Ho un'idea di base ma non volevo
> influenzare troppo il prossimo. Spero comunque si capisca e vi piaccia.
>
> Maddy
>
> .................................................................
>
>
> *USS Hope - Infermeria – 3 marzo 2314 – ore 22.46*
>
>
>
> Ferris osservò con sguardo corrucciato la porta dell’ufficio assegnato al
> CMO, poi quella che dall’infermeria portava al corridoio esterno e valutò
> rapidamente le sue possibilità di fuga.
>
> Infine sospirò con espressione depressa e tornò ad appoggiarsi al cuscino
> del bioletto. Non dubitava di riuscire a stendere la dottoressa, cosa che,
> fra l’altro, in altre circostanze non gli sarebbe affatto dispiaciuto, ma
> quanta strada avrebbe potuto fare dopo?
>
> Anche senza arrivare a chiamare Basta, o peggio, Xyr, c’era sempre quel
> grosso infermiere da affrontare, quello con il fisico da giocatore di
> rugby, quello la cui uniforme sembrava sempre sul punto di esplodere a
> causa della pressione dei muscoli sottostanti. Quello su cui anche Luna, lo
> sapeva, avrebbe fatto un pensierino se il suo interesse non fosse andato
> alla metà opposta del cielo.
>
> No, non sarebbe mai riuscito a fuggire. Ma davvero, davvero non ne poteva
> più di rimanere rinchiuso lì ad aspettare con Strauss come unica compagnia.
>
> La sua parte razionale, naturalmente, sapeva di dover sopportare
> stoicamente la situazione, ma il resto di lui si sentiva benone, odiava le
> attese e aveva bisogno di sapere qual’era la situazione da più di un
> semplice rapporto del suo primo ufficiale.
>
> Xyr, tra l’altro, era stata dimessa un’ora prima e se ne era andata con
> l’assicurazione di tenerlo informato – “ma non troppo, finchè non avrò un
> quadro più chiaro della situazione, il mio paziente deve riposare” aveva
> ribattuto la Graahn, quanta perfidia dietro a quel bel visino – e con
> un’espressione che, se non l’avesse conosciuta fin troppo bene, gli sarebbe
> parsa decisamente soddisfatta.
>
> In quanto a Rodriguez, sua unica consolazione in quel frangente, era
> sparito da qualche parte in una sala esami un’ora prima lasciandolo solo
> con Strauss. Se non era questo un motivo per darsi alla fuga, Ferris non
> sapeva cos’altro avrebbe potuto esserlo. Ma sarebbe stato irresponsabile da
> parte sua. E comunque non ce l’avrebbe fatta.
>
>
>
> “Devo ammettere,” la voce di Strauss, inspiegabilmente di buon umore come
> sempre, si intromise nel corso alquanto tetro dei suoi pensieri, “che non
> ero mai finito in una bolla temporale, prima d’ora. E’ stato interessante,
> non trovi?”
>
>
>
> In realtà, Ferris non ricordava molto di quell’esperienza. Un attimo prima
> era in plancia, poi era stato colpito da una sorta di lama di luce, non
> c’era altro modo per descrivere il fenomeno, e si era sentito come
> strattonare da un arpione invisibile. Il resto era stato una caleidoscopio
> indistinto di colori e sensazioni, finchè non erano riapparsi. Interessante
> quanto una sbronza finita male, avrebbe detto lui. Ma si limitò a fare
> spallucce e contemporaneamente ad annuire.
>
>
>
> “Quello che personalmente trovo interessante sarebbe scoprire perché
> diavolo è successa questa cosa,” disse invece. “La Esperanza non si è
> attenuta al piano. Perché?”
>
> Strauss rotolò sul fianco e poggiò la testa al palmo della mano,
> puntellandosi col gomito. “Domanda ancora più interessante dell’esperienza
> in sé. Sembravano così desiderosi di tornarsene a casa. Fin troppo,
> considerando che non rivedranno mai più le famiglie né, con tutta
> probabilità, chiunque abbiano mai conosciuto.”
>
> “L’hanno accettato in fretta, vero?” domandò Ferris, aggrottando le
> sopracciglia.
>
> “Veloce quanto Evelyn che lascia il suo ufficio quando sa che ci sono i
> vostri rapporti in arrivo.”
>
> “Veloce come il capitano che lascia l’infermeria appena possibile?” si
> inserì la voce di Melanne, in arrivo dal suo di ufficio con un paio di padd
> in mano.
>
> “Vuol dire che posso andarmene?”
>
> “Beh…”
>
>
>
> Qualunque fosse la sua risposta, fu interrotta dal trillo del comunicatore
> di Ferris.
>
>
>
> =^= Xyr a Bueller. =^=
>
> “Dica, Xyr.”
>
> =^= Se la Dottoressa Graahn non ha nulla da obbiettare, credo proprio che
> dovrebbe venire in plancia. C’è una comunicazione in ingresso e chiedono
> del capitano. =^=
>
> Strauss, Bueller e la Graahn si scambiarono un’occhiata, poi lei fece
> segno ad entrambi di andarsene.
>
>
>
> *USS  Hope - Plancia – Contemporaneamente*
>
>
>
> La situazione era tornata tranquilla, per quanto potesse esserlo
> considerando i danni che avevano subito, le consolle esplose, i feriti, le
> bolle temporali e il piccolo seppur fondamentale dettaglio di trovarsi in
> territorio klingon ottant’anni nel passato.
>
> Ma almeno non erano precipitati né si erano spaccati a metà uscendo dal
> dodecaedro. Per l’indole pragmatica di Xyr non si trattava di una vittoria
> ma quanto meno era una base su cui poter lavorare.
>
> I feriti erano stati trasportati in infermeria e in parte già rattoppati e
> dimessi, le squadra di Doohan stavano eseguendo le riparazioni, Doohan
> stesso era tornato operativo e si aggirava per la sala macchine attorniato
> da un nugolo di giovani ingegneri di sesso femminile preoccupate per la sua
> salute ed adoranti, spettacolo che l’andoriana aveva trovato un po’ strano
> al punto di renderla confusa circa la realtà delle cose. La bolla temporale
> aveva risputato fuori di sua volontà Bueller, Rodriguez, Strauss e gli
> altri e il segnale del trasponder era stato modificato per dare loro un
> minimo di camuffamento mentre Tucci si adoperava per trovare una stella
> adatta al loro piccolo viaggio nel tempo.
>
>
>
> Un altro equipaggio che fosse incappato in quella situazione alla prima
> missione forse si sarebbe trovato annientato dalla ferocia dell’universo.
> Ma quella era la Hope e se le coronarie della Lennox potevano reggere i
> rapporti che sarebbero seguiti, loro potevano tranquillamente fare una gita
> nel 2314 e tornare in tempo per stendere una minuziosa requisitoria in cui
> Xyr dichiarava come la maggior parte del regolamento fosse stata rispettata
> e addossava la colpa del resto a Bueller.
>
> Tutto nella norma, insomma.
>
> Almeno finchè qualcosa non trillò sulla consolle di Rest.
>
> Xyr si voltò nella sua direzione.
>
>
>
> “Rilevo una nave in avvicinamento.”
>
> “Che tipo di nave?”
>
> “Uno sparviero klingon, ma le letture non sono chiare. Non riconosco la
> classe. Non sembra presente in database. Intercettazione in sette minuti.”
>
> Xyr aggrottò le sopracciglia. “Ci avranno rilevato, ormai.”
>
> “Confermato. Anche se dubito che ci abbiano identificati.”
>
> “Sarebbe il caso di levare le tende,” si inserì Luna dal timone.
>
> “Comunicazione in entrata,” li avvertì il guardiamarina alle
> comunicazioni. “Solo audio.”
>
>
>
> Ormai erano stati rilevati, sembrava inutile nascondersi. E poi dove
> sarebbero potuti andare?
>
> Si raddrizzò sulla poltroncina anche se il suo interlocutore non poteva
> vederla. “Apra il canale.”
>
> Una voce bassa e profonda invase la plancia, senza lasciare a Xyr né il
> tempo di presentarsi né quello di inventare una fandonia credibile.
>
>
>
> “Voglio parlare con il capitano,” disse la voce sconosciuta in tono secco.
>
> “Il capitano…” iniziò Xyr.
>
> “Voglio parlare con il capitano,” ripetè chiunque fosse dall’altra parte
> come non l’avesse nemmeno sentita.
>
>
>
> Per quanto seccata Xyr non potè fare altro che segnalare al guardiamarina
> di interrompere la comunicazione e chiamare Bueller.
>
> Ci vollero meno di cinque minuti perché arrivasse in plancia.
>
> Ferris assunse la sua aria baldanzosa da comunicazione inter nave e fece
> segno di riaprire il canale.
>
> “Sono il capitano,” disse in tono deciso, per quanto propenso a restare
> sul vago.
>
>
>
> La voce rispose lentamente, quasi con esitazione, scendendo gradualmente
> fino a diventare un basso brontolio attraverso gli altoparlanti della
> plancia.
>
> “Capitano. Sono io,” disse in un tono che suggeriva come la risposta
> facesse luce su svariate questioni, dalla presenza del vascello klingon in
> quel luogo al senso stesso dell’universo.
>
> Per un attimo calò il silenzio. Poi Luna ruotò sulla poltroncina e mimò
> con le labbra la domanda cui tutti stavano pensando.
>
>
>
> Io, chi?
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