[Stml17] [Lon Basta - 08.03] Stati alterati della mente

Vanessa Marchetti hazyel91 a gmail.com
Mar 5 Set 2017 13:13:05 CEST


Mi chiamano Bond.. Caytlin Bond. Certo ci siamo fatti beccare subito dalla
Bond girl di turno ossia Luna XD

Il 05/set/2017 08:49, "Massimo Gallo" <keranydd a gmail.com> ha scritto:

> Bravissima!
> Bello bello bello e hai colto quello che avevo in mente per il dinamico
> duo Rodriguez/Caytlin.
>
> Il 05 set 2017 08:44, "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com> ha scritto:
>
>> Grazie mille!
>> Poi rileggendolo (e giuro l'ho riletto un sacco di volte prima di
>> inviarlo), mi sono accorta che ci sono degli errori grammaticali
>> (scusate!).
>>
>> Silvia
>>
>> ------------------------------------------------------------
>> ------------------------------------------------------------
>> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
>> occupati. Bertolt Brecht
>> ------------------------------------------------------------
>> ------------------------------------------------------------
>>
>> Il giorno 4 settembre 2017 22:53, Franco Carretti <
>> ferris.bueller a mail.com> ha scritto:
>>
>>> Pezzo fantastico, mi è piaciuto un sacco. La parte del nostro
>>> consigliere era proprio come me l'ero immaginata io!
>>> bravissima
>>>
>>> *Sent:* Monday, September 04, 2017 at 2:11 PM
>>> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com>
>>> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
>>> *Subject:* [Stml17] [Lon Basta - 08.03] Stati alterati della mente
>>>
>>> Eccomi,
>>>
>>> ho incentrato tutto sul pianeta portando avanti i diversi gruppi.
>>>
>>>
>>>
>>> Attendo critiche e/o osservazioni!
>>>
>>> Silvia Br.
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>> *************************************
>>>
>>> Brano: 08.03
>>>
>>> Titolo: Lon Basta – Stati Alterati della Mente
>>>
>>> Autore: Tenente JG Lon Basta (Silvia Br.)
>>>
>>> *************************************************
>>>
>>> *Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore
>>> 11:03*
>>>
>>> *Quello che non vedi non esiste, quello che non senti non ti può far
>>> male. Tutto è vuoto, non c’è nulla dentro e fuori di te. *
>>>
>>> *Era solo, lo sapeva, solo, in quel buio profondo che era il mobile in
>>> cui si nascondeva quando lo zio voleva punirlo. Non doveva fare rumore, né
>>> fisico né mentale, altrimenti l’avrebbe trovato. Nessuno poteva aiutarlo,
>>> nessuno sarebbe venuto a salvarlo, persino suo fratello l’aveva
>>> abbandonato. No! Sarebbe tornato per lui, l’aveva promesso. Tutto quello
>>> che doveva fare era aspettare nascosto e lo zio con le cose cattive che lo
>>> accompagnavano non l’avrebbe mai trovato. Li sarebbe stato al sicuro, per
>>> sempre.*
>>>
>>> “Tenente?”
>>>
>>> Il betazoide arretrò di qualche passo, come un animale pronto a lottare
>>> per sopravvivere. I suoi occhi non diedero segno di di riconoscere Rest.
>>> “Stia lontano da me.” Lo avvertì in tono minaccioso, “o se ne pentirà.”
>>>
>>> Nonostante Basta l’avesse avvertito di come sarebbero andate le cose,
>>> Rest ebbe un attimo di esitazione di fronte al suo sguardo. *Mi dovrà
>>> cercare Rest, *gli aveva detto, *non sarà facile perché sono molto
>>> bravo a nascondermi e non avrà molto tempo a disposizione, è fondamentale
>>> che lei mi trovi. Mi fido di lei.*
>>>
>>> “Le sembra questo il modo di salutare un superiore?” Lo apostrofò perciò
>>> freddamente.
>>>
>>> Per un istante lo smarrimento comparve negli occhi di Basta, ma fu
>>> subito sostituito da un sorriso cattivo.
>>>
>>> “Non so chi lei sia, ne cosa voglia da me. Ho già avuto abbastanza guai,
>>> non ne voglio altri, per cui, per il suo bene, mi lasci in pace e se ne
>>> vada.” Lo minaccio.
>>>
>>> La mente tattica di Rest non si lasciò impressionare da quelle parole.
>>> Quanto in profondità erano andati con il betazoide? Quanto avrebbe dovuto
>>> faticare per rintracciarlo?
>>>
>>> *Non l’ho mai raccontato a nessuno, *aveva sussurrato Basta,* è una
>>> cosa che ho imparato a fare quando i miei genitori furono uccisi, durante
>>> la guerra con il Dominio, e io e mio fratello ci trovammo a vivere con mio
>>> zio che era, come posso spiegarglielo? Segnato dalle brutture della guerra
>>> al punto da vedere nemici ovunque. Voleva insegnarci a sopravvivere, lo
>>> fece nell’unico modo che conosceva: brutalmente. C’erano giornate buone e
>>> giornate cattive, quelle cattive imparai a farmele scorrere addosso
>>> rifugiandomi dove lui non poteva raggiungermi. *Basta si era toccato la
>>> testa.* Questo è quello che cercherò di fare quando mi prenderanno, ma
>>> dovrò andare parecchio a fondo per evitare che mi trovino. Lei Rest dovrà
>>> aiutarmi a tornare a galla.*
>>>
>>> Rest conosceva molte tecniche che avrebbero potuto funzionare, tutte
>>> però richiedevano tempo, cosa che loro non avevano. Le probabilità di
>>> riuscire con così poco margine a disposizione erano del 3,5%, quelle di
>>> scappare da solo e avvertire la Hope, 5%, se fossero stati in due si
>>> passava ad un 8%. Una differenza che Rest aveva ritenuto fondamentale
>>> considerata la situazione.
>>>
>>> “Tenente, non sono affatto sorpreso dalla facilità con cui l’hanno
>>> manipolata,” apostrofò freddamente Basta, “era logico che non sarebbe stato
>>> in grado di resistere e vuole sapere perché?”
>>>
>>> “La smetta di chiamarmi così! Io non sono un militare!” Esplose l’altro
>>> avanzando di un passo verso di lui, le mani strette a pugno.
>>>
>>> “Perché lei è un debole,” proseguì inesorabile Rest, “basta vedere la
>>> facilità con cui io l’ho manipolata. Mi è bastato dirle due parole e c’è
>>> caduto con tutte le scarpe. Perché crede che il comandante Xyr e il
>>> capitano Bueller facciano più affidamento a me che a lei? Ho fatto notare
>>> le sue mancanze, più di una volta, e la sua stupidità ha fatto il resto.
>>> Come quando ha dato il pugno al capitano in accademia.”
>>>
>>> “La smetta!” Basta si portò le mani alla testa arretrando verso il fondo
>>> della cella.
>>>
>>> *Se si accorge che il tempo non è sufficiente, mi lasci qui. Io non
>>> scomparirò.*
>>>
>>> Aveva ancora un tentativo da fare.
>>>
>>> “Lei non è in grado di ricoprire un ruolo di responsabilità, tenente, lo
>>> ammetta. E’ un fallito, lo sanno tutti persino la dottoressa Grahan.”
>>>
>>> Basta sollevò di scatto la testa fissandolo con rabbia.
>>>
>>> “Le è amica solo perché lei gli fa pietà”, Rest affondò l’ultimo colpo.
>>>
>>> Con un grido di rabbia Basta gli si lanciò contro.
>>>
>>>
>>>
>>> *Nuwe Berria – Esi Bhe Della Hospital – 31 Agosto 2397 - Ore 09:00*
>>>
>>> “Non mi sembra poi una così grande idea”, commentò incerta Xyr
>>> sistemandosi il cappellino sui lunghi cappelli.
>>>
>>> “Ha paura di qualche analisi?” Seduto accanto a lei Bueller fischiava un
>>> motivetto guardandosi attorno. Xyr resistette alla tentazione di tirargli
>>> uno scappellotto.
>>>
>>> “Non sono quelle a spaventarmi, ma chi le farà”.
>>>
>>> “Dubita forse delle capacità del signor Doohan?”
>>>
>>> “Non è certo un medico,” sibilò Xyr,
>>>
>>> “Non mi riferivo a quelle capacità.” Ribatté Bueller fissando
>>> l’ingegnere civile che stava parlando con l’infermiera dietro il bancone
>>> dell’accoglienza. Lo sguardo della donna era adorante.
>>>
>>> “Oh,” commentò Xyr.
>>>
>>> “Non so come fa,” il tono di Bueller era ammirato, “non che io non abbia
>>> le mie soddisfazioni, ma lui… Certe volte mi capita di passare in sala
>>> macchine e..” Si interruppe. “Cos’ho detto?”
>>>
>>> “Cosa?” Xyr risposte distratta Xyr guardando verso l’ascensore.
>>>
>>> “Io, ho detto qualcosa di strano.”
>>>
>>> “Uhm?”
>>>
>>> “Che succede?”
>>>
>>> “A chi?”
>>>
>>> “A lei, chi è quella donna?”
>>>
>>> Entrambi fissarono l’infermiera che era appena uscita dall’ascensore,
>>> aveva l’aria preoccupata e tesa, come se avesse condensato un turno da otto
>>> ore in tre. Bueller ebbe la netta sensazione che ci fosse qualcosa di
>>> sbagliato nell’uniforme che indossava. Non che le stesse male, anzi, solo
>>> che non gli sembrava fosse quella giusta.
>>>
>>> “Non ne ho idea, ma mi sembra famigliare,” rispose Xyr. “Non ci pensi
>>> nemmeno!” Ammonì Bueller che già si era alzato per andare verso di lei.
>>>
>>> “Perché? Vado solo a parlarle.” Ribatté lui con aria innocente.
>>>
>>> “Dov’è finito il proposito di introdursi nell’ospedale con discrezione e
>>> uscire con altrettanta discrezione?” Gemette Xyr mentre Doohan tornava
>>> verso di lei rosso come un peperone.
>>>
>>> Era adorabile quando faceva così, le sfuggì un sospiro.
>>>
>>> “Dove sta andando il capitano?”
>>>
>>> “A mettersi nei guai,” mugugnò Xyr senza preoccuparsi di correggere
>>> l’ingegnere.
>>>
>>> *Quando si erano incontrati nel locale, a parte l’iniziale imbarazzo in
>>> cui nessuno sapeva come affrontare l’argomento, avevano tutti concordato
>>> che c’era qualcosa di strano in quella famigliarità che li accumunava. Era
>>> come se si fossero conosciuti in un’altra vita, molto distante da quella
>>> che conducevano ora.*
>>>
>>> *“Potrebbe essere qualcosa nell’aria,” aveva commentato Tucci osservando
>>> affascinato il vorticare della cannuccia nel bicchiere, “o nel cibo, in
>>> quello che abbiamo mangiato.”*
>>>
>>> *“Che ha colpito solo noi?” Aveva obiettato scettica Xyr.*
>>>
>>> *“E se non fosse una malattia?” Bueller era tornato a guardarli dopo
>>> aver seguito con lo sguardo la cameriera che li aveva serviti, “se
>>> veramente ci conoscessimo?”*
>>>
>>> *“Un lavaggio del cervello?” Lo scetticismo del tono di Xyr era però
>>> sfumato al ricordo di quello che era successo in ufficio. Aveva abbassato
>>> il tono della voce. “Come facciamo a capire di cosa si tratta?” Aveva
>>> chiesto, “idee?”*
>>>
>>> “Posso aiutarla?”
>>>
>>> “Sarei io a doverle fare questa domanda e…” la donna si interruppe
>>> girandosi verso di lui. Normalmente Bueller non ci avrebbe pensato due
>>> volte a sfoderare il suo fascino con lei, ma quando i loro sguardi si
>>> incontrarono qualcosa glielo impedì. “Ci conosciamo?” Chiese lei incerta.
>>>
>>> “Me ne ricorderei se fosse così,” rispose con il tono molto più
>>> perplesso di quello che avrebbe voluto. Lo schiarirsi di una gola alle sue
>>> spalle segnò l’arrivo di Xyr e Doohan alle sue spalle. “Posso presentarle
>>> la mia collega Xyr? Xyr, le presento la dottoressa…”
>>>
>>> “Infermiera.” Lo corresse automaticamente lei con un accenno di sorriso.
>>>
>>> “Infermiera, Melanne…”
>>>
>>> “Come fa a sapere che mi chiamo così?” Bueller la guardò sorpreso poi si
>>> grattò la testa incerto, “non so, fortuna?”
>>>
>>> “La smetta Bueller!” Sbuffando Xyr si fece avanti per stringere le mani
>>> all’infermiera, “piacere di conoscerla signorina..”
>>>
>>> “Grahan,” rispose lei.
>>>
>>> “Grahan, c’è un posto dove possiamo parlare?”
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>> *Nuwe Berria – Sa No Y Park  – 31 Agosto 2397 - Ore 15:00*
>>>
>>> Rodriguez fingeva di dar da mangiare agli uccelli mentre cercava di non
>>> pensare a macchie argentate, Melanne e pugnalate. La giornata era splendida
>>> e il cielo sopra di lui così terso da sembrare finto, per un istante si
>>> chiese come mai continuasse a sovrapporci delle stelle. Forse era perché
>>> aveva sempre preferito la notte, si sentiva e si muoveva meglio al buio. A
>>> parte quando qualcuno lo accoltellava.
>>>
>>> A disagio si massaggiò lo stomaco domandandosi come fosse possibile che
>>> non ci fossero traccia di alcuna ferita. Melanne aveva insistito perché lui
>>> restasse in ospedale a farsi visitare, ma Paulo non era mai stato tipo da
>>> pronto soccorso, anche se come infermiera la signorina Grahan era di gran
>>> lunga molto più carina di qualsiasi altra avesse mai incontrato. Purtroppo
>>> aveva un appuntamento cui non poteva mancare, le aveva promesso di tornare,
>>> l’avrebbe fatto non appena avesse finito.
>>>
>>> Una donna si sedette vicino a lui sulla panchina, profumava di buono,
>>> sapeva di sesso. Rodriguez non la guardò continuando a gettare briciole di
>>> pane a terra.
>>>
>>> “Sei in ritardo,” le disse dopo qualche istante mentre lei prendeva un
>>> libro ed iniziava a leggerlo.
>>>
>>> “Non era propriamente facile fare quello che mi hai chiesto”, rispose Caytlin
>>>  piccata sfogliando lentamente le pagine. “Non è da tutti i giorni
>>> introdursi negli uffici di una base e rubare dei piani tecnici
>>> super-segreti”.
>>>
>>> “E io che credevo che con un paio di sorrisi te la saresti cavata
>>> egregiamente”, Rodriguez si piegò in avanti osservando gli uccelli
>>> litigarsi le briciole.
>>>
>>> “Certe volte sei proprio un bastardo Paulo.”
>>>
>>> “Sanguinerei per le tue parole, se non l’avessi già fatto fisicamente.”
>>>
>>> Lei gli lanciò un’occhiata sorpresa poi tornò rapidamente al suo libro.
>>> “Cos’è successo?”
>>>
>>> “I nostri clienti non hanno gradito il ritardo,” rispose lui
>>> allontanando il ricordo con una scrollata di spalle, “niente di cui
>>> preoccuparsi. Li hai?”
>>>
>>> “Te l’avevo detto che non dovevamo accettare.”
>>>
>>> Paulo si concesse un rapido sguardo al volto pallido di lei, poi sospirò.
>>>
>>> “Non è che avessimo molta altra scelta.”
>>>
>>> “Almeno dimmi perché.” Caytlin serrò le labbra in segno di
>>> disapprovazione mentre girava un’altra pagina del libro.
>>>
>>> “Lo capirai al momento giusto,” tagliò corto Rodriguez, “la cosa
>>> importante al momento è accontentare i nostri clienti, così noi in cambio
>>> otterremo quello che ci serve.”
>>>
>>> “Non ho ancora capito perché vuoi accedere a quel reparto dell’Esi Bhe
>>> Della Hospital, cosa c’è li di così importante da rischiare la vita
>>> stringendo accordi con persone così pericolose?”
>>>
>>> Rodriguez non rispose perché non lo sapeva. Aveva scoperto per puro caso
>>> l’esistenza del sotterraneo misterioso dell’ospedale. Sulle mappe era
>>> indicato come zona magazzini, ma la porta, l’aveva appurato quando aveva
>>> fatto il primo giro esplorativo e conosciuto la bella infermiera Grahan,
>>> aveva un tastierino per accedervi e richiedeva un badge. Le porte chiuse e
>>> misteriose non gli erano mai piaciute, soprattutto quelle che non
>>> dovrebbero esserci, così aveva deciso di indagare e aveva coinvolto la sua
>>> socia, Caytlin, nell’impresa. Non che tutti i giorni sentisse il bisogno di
>>> aprire porte chiuse, ma quella non sapeva perché era convinto che
>>> contenesse qualcosa di importante. Non aveva calcolato la pericolosità
>>> delle persone con le quali aveva dovuto stringere accordi però, né, tanto
>>> meno, la loro impazienza.
>>>
>>> “Vedrai che andrà tutto bene,” si pulì le mani dai residui di pane
>>> sforzandosi di essere rassicurante, “fra pochi minuti consegniamo quello
>>> che dobbiamo e otteniamo quello che ci serve, poi andiamo a scoprire
>>> qualche altro segreto.”
>>>
>>> “E’ che non mi piace prendere in giro le persone…”
>>>
>>> “Intendi quella pilota? Catalunya Jones? Non l’hai presa in giro, non
>>> saprà mai cos’è successo.”
>>>
>>> “Di questo dubiterei fortemente.”
>>>
>>> Entrambi sussultarono colti di sorpresa e si girarono verso la figura
>>> che torreggiava alle loro spalle. Catalunya Jones aveva le mani sui fianchi
>>> e non sembrava affatto contenta.
>>>
>>>
>>>
>>> *Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 31/07/2396 –
>>> Ore15:30*
>>>
>>> “Dove siamo?” Basta si massaggiò la mascella dolorante e si guardò
>>> attorno. A pochi passi da lui, con la schiena contro il muro e braccia
>>> conserte, il vulcaniano si limitò a fissarlo.
>>>
>>> “Sono in me, signor Rest, glielo posso assicurare.” Disse sospirando.
>>>
>>> Quando il vulcaniano non rispose, Lon aggiunse seccato: “tenente Lon
>>> Basta, ufficiale della Flotta Stellare, assegnato alla U.S.S. Hope
>>> NCC-25122-A. Le è sufficiente?”
>>>
>>> “Come sta?” Si decise a quel punto a parlare Rest.
>>>
>>> “Sarei stato meglio senza il suo pugno, lei?”
>>>
>>> “La mia situazione fisica è adeguata alla situazione”.
>>>
>>> Il betazoide considerò i capelli spettinati, i segni di lotta
>>> sull’uniforme e la posizione della spalla che non sembrava propriamente al
>>> suo posto del vulcaniano, poi si guardò attorno. “Dove siamo?”
>>>
>>> “In un specie di magazzino secondario, finora sono riuscito a far
>>> perdere le nostre tracce, ma non durerà ancora a lungo.”
>>>
>>> “Quanto tempo sono stato incosciente?”
>>>
>>> “Due giorni, 4 ore e 27 minuti.”
>>>
>>> “Intendevo dire, quanto non sono stato in me?”
>>>
>>> “Stessa risposta, signor Basta, non le ho dato la possibilità di
>>> riprendere coscienza fino a quando non fossi stato sufficientemente certo
>>> che fossimo stati al sicuro almeno per un po’”.
>>>
>>> Lon si alzò lentamente scuotendo la testa, “una parte di me è ancora
>>> convinta di essere un agente operativo al servizio del governo di New Beria
>>> e vede lei come la persona che dovevo catturare.” Un accenno di sorriso gli
>>> comparve sul viso, “ironico no?”
>>>
>>> Il vulcaniano non sembrò altrettanto divertito dalla cosa. “Quel modo in
>>> cui si è isolato, preservando la sua coscienza, dove l’ha imparato?” Gli
>>> chiese invece.
>>>
>>> “Quando sei un bambino terrorizzato dalla realtà, è fondamentale avere
>>> un posto in cui nascondersi per non impazzire. Non ero mai andato così in
>>> profondità però.” Rispose distratto Basta avvicinandosi alla porta, “dove
>>> siamo?”
>>>
>>> “In un sotterrano come le ho già detto. Quando torneremo a bordo,”
>>> proseguì il vulcaniano senza cambiare tono, “mi piacerebbe parlare con lei
>>> di questa tecnica. Ho studiato diversi metodi di resistenza al lavaggio del
>>> cervello, uno di questi l’ho applicato io stesso due giorni fa. Nessuno
>>> però prevede la soluzione da lei adottata.”
>>>
>>> Lon annuì rimanendo in ascolto del vulcaniano come faceva con Tucci,
>>> anche il vuoto aveva un colore e quello di Rest era un terreno cui
>>> addentrarsi con cautela . Fissò il tattico riflettendo mentre relegava
>>> frammenti di una vita che non aveva mai vissuto in un angolo della mente
>>> per un futuro discorso con il consigliere o, perché no, con Rest.
>>>
>>> “Ho visto un ascensore ma richiedeva un codice, non ho trovato scale.”
>>> Disse ancora il vulcaniano.
>>>
>>> “Probabilmente vogliono assicurarsi che nessuno scappi.” Commentò Basta
>>> chiudendo gli occhi e mettendosi in ascolto.
>>>
>>> “La probabilità che ci trovino entro la prossima mezz’ora è del 75%,
>>> sono riuscito ad evitare i nostri inseguitori per aprendo stanze altrimenti
>>> sigillate con i badge rubati ai tecnici che hanno provato a trattarmi.”
>>>
>>> “Per depistarli.”
>>>
>>> “Oltre che per trovare temporaneo rifugio. Ci sono dei bagni dove ho
>>> prelevato quel che serviva a bere, ho delle barrette nutrienti prelevate in
>>> uno degli uffici se ha fame.”
>>>
>>> “I badge non aprono le porte dell’ascensore.” Commentò per tutta
>>> risposta Lon selezionando e scartando colori fino a quando non trovò quello
>>> che cercava. Come con Tucci non gli dava fastidio che Rest parlasse, anzi,
>>> lo aiutava a concentrarsi.
>>>
>>> “Come le ho detto serve un codice. Sulla base dei miei calcoli la
>>> struttura è molto larga e le squadre di ricerca devono coprire parecchio
>>> terreno. Ho disattivato tutti i sistemi di sorveglianza che ho trovato
>>> anche in zone dove non siamo andati.”
>>>
>>> Lon aprì gli occhi per guardarlo. “Tutto questo portando me per due
>>> giorni.”
>>>
>>> “Non era un’opzione accettabile lasciarla dov’era.”
>>>
>>> Il betazoide lo fissò senza dire nulla, poi annuì lentamente e quel
>>> gesto segnò il crollo definitivo del muro che li aveva separati per tutto
>>> quel tempo.
>>>
>>> “Dovremmo cercare una mappa.” Suggerì.
>>>
>>> “L’ascensore sarà sorvegliato.”
>>>
>>> “Ci sarà un’uscita di sicurezza, dubito che non l’abbiamo prevista.”
>>>
>>> “Più di una, data l’ampiezza del complesso.”
>>>
>>> “Una volta fuori dovremmo avvertire la Hope e trovare gli altri.”
>>>
>>> “Priorità la Hope, la flotta deve sapere.”
>>>
>>> “Concordo signor Rest. In fondo al corridoio è in arrivo una squadra di
>>> tre uomini, non sembrano averci individuato ancora. Direi sia il caso di
>>> muoversi.”
>>>
>>>
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>>> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
>>> occupati. Bertolt Brecht
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