[Stml17] [Xyr - 09.05] Soluzioni drastiche
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Mar 23 Gen 2018 11:51:37 CET
Davvero molto bello!
Silvia Br.
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno 23 gennaio 2018 10:56, Massimo Gallo <keranydd a gmail.com> ha
scritto:
> Eccomi con il solito enorme ritardo.
> Ho cercato di continuare sul cammino proposto nei precedenti pezzi magari
> dando qualche ulteriore spunto a chi mi seguirà.
> Nota per Ilenia. Come concordato ho aggiunto il pezzo su Rest come
> discusso. Per ogni correzione sono a disposizione, se vuoi posso anche
> riscriverlo.
>
> ---------------------------------------------
>
>
> Pianeta Demone – Paelyrion - 06/11/2396, Ore 15:00
>
> Ar Akul era seduto quasi completamente al buio su una sedia intarsiata e
> ricca di preziosi velluti.
>
> Stava osservando un liquido rossastro attraverso un grosso bicchiere di
> vetro. Una luce fioca illuminava il suo viso.
>
> “Credi possano aiutarci?”
>
> Il Maestro non rispose alla domanda.
>
> Due mani estremamente curate comparvero lentamente sulle sue spalle. Dita
> affusolate e smalto rosso cremisi impreziosirono la visione.
>
> Le mani scesero sul petto del Maestro mentre due labbra dello stesso
> colore dello smalto comparvero accanto al suo orecchio.
>
> “Ne sono certo.”
>
> La figura femminile gli girò intorno e si sedette sulle gambe del Maestro.
>
> La pelle diafana metteva in risalto il rosso delle labbra e i capelli neri
> accuratamente acconciati facevano da cornice ad un viso dalla demoniaca
> bellezza.
>
> “Non ti sei mai fidato di chi non è del nostro stesso lignaggio.”
>
> “Ho detto che sono certo ci aiuteranno.”
>
> La donna passò le dita sul bordo del bicchiere.
>
> “Sicuro sia solo quello? Sono qui solo per sistemare la tua preziosa
> macchina e impedire che i tuoi fratelli ti trovino? La donna glaciale non
> ha nulla a che fare con la tua scelta?”
>
> Ar Akul si alzò violentemente in piedi e la donna cadde fragorosamente in
> terra. Ad un gesto del Maestro le luci si accesero improvvisamente.
>
> “Hai dei doveri da compiere. Vai e torna davanti a me solo quando te ne
> darò il permesso. Sono stato abbastanza chiaro?”
>
> La donna indietreggiò e scappò dalla stanza.
>
> Il Maestro si avvicinò lentamente ad un tavolo e si versò altro liquido
> nel suo bicchiere.
>
>
>
> Pianeta Demone – Paelyrion - 06/11/2396, Ore 16:40
>
> Xyr era seduta sul pavimento della cella di Tucci con la schiena
> appoggiata al muro.
>
> Lo osservava silenziosa.
>
> La porta della cella era spalancata.
>
> Ogni tanto l’andoriana guardava il corridoio di pietra che conduceva alle
> scale, la loro unica speranza di fuggire da queste segrete.
>
> Ogni volta che lo faceva spostava anche il suo sguardo ai lati della loro
> porta.
>
> Due massicci giganti di ebano armati di spade dalla lama ricurva facevano
> da guardiani.
>
> Aveva convinto il Maestro a poter passare del tempo con i suoi amici.
> Ovviamente mai da sola.
>
> Aveva fatto promesse di cui si sarebbe pentita, ma l’importante era
> riuscire a tenere quel piccolo gruppo compatto.
>
> Ogni concessione portava anche una richiesta. Ogni volta il Maestro
> sorrideva compiaciuto. Più che un sorriso sembrava un ghigno. Ogni volta
> più maligno.
>
> Quell’essere si crogiolava per ogni pezzo che crollava della corazza
> morale di Xyr.
>
> Quello che il Maestro non sapeva era che Xyr avrebbe fatto qualsiasi cosa
> pur di portare il suo equipaggio fuori di qui sano e salvo. Qualsiasi cosa.
> Anche rinunciare a quello che le era stato sempre più caro.... se stessa.
>
> “No no no, questa parte non dovrebbe essere qui. Ci sono leggi nella
> fisica che davvero non possono essere stravolte. Insomma, dei capisaldi cui
> fare riferimento.”
>
> Xyr spostò la sua attenzione sul giovane terrestre che si stava lamentando.
>
> Era la loro più concreta speranza di lasciare questo pianeta.
>
> Dopo essersi ripresa dal crollo nervoso che l’aveva investita, si era
> messa a ragionare.
>
> Cosa sapevano? Nulla.
>
> Dove si trovavano? Nessun indizio tranne che erano in un posto chiamato
> Paelyron.
>
> Chi era il Maestro? Non ne aveva la più pallida idea.
>
> Cosa voleva? Zero informazioni.
>
> Dopo aver sfogato la frustrazione riducendo a brandelli una sedia contro
> un muro aveva ripreso il controllo di sè.
>
> Quale poteva essere la loro unica forza qui dentro? Su cosa potevano
> contare per trovare una soluzione al loro problema?
>
> La conoscenza! Gli mancava la conoscenza! Non poteva fare ipotesi se non
> sapeva su cosa farle.
>
> Il suo unico indizio era disegnato su un muro di pietra e mattoni in una
> cella nascosta in una segreta umida.
>
> Tucci aveva la chiave per farli uscire.... Tucci, la persona con cui meno
> era riuscita a connettersi. Un mistero umano spesso irritante.
>
> Doveva però provarci. Per farlo doveva anche cambiare il suo approccio
> spesso troppo diretto.
>
> “Edison, puoi ripetere per favore?”
>
> Tucci si voltò verso di lei.
>
> “Vede qui, qui, qui e mmm sì anche qui. Non ricordo bene cosa ho visto, ma
> di certo non questo. Voglio dire, è assurdo. Se epsilon riporta al vettore
> quateriano e applichiamo il Teorema di Hystel-Grayon su questa struttura sa
> cosa succede? Collassa. Non ha senso.”
>
> Xyr osservò per un attimo le fitte equazioni con cui Tucci aveva arredato
> tre delle quattro pareti.
>
> Al centro c’era il disegno di quello strano macchinario.
>
> Era stata una delle migliori nella maggior parte dei corsi accademici. La
> sua mente era brillante, capiva senza grossi sforzi la maggior parte delle
> equazioni quantistiche che all’Accademia le avevano insegnato. Era sempre
> stata in grado di capire i principi che regolavano la fisica, la
> matematica, le scienze in genere. Si era spesso vantata con se stessa di
> questa sua fortuna.
>
> Tuttavia ora stava guardando tre pareti piene di .... beh... numeri che
> apparentemente non legavano tra di loro.
>
> La mente di Tucci era a diversi livelli di eccellenza rispetto la sua.
> Quel ragazzo era un genio.
>
> Purtroppo era anche Tucci. Insopportabile, incoerente, chiuso, irritante.
>
> Xyr strinse con le braccia le ginocchia al petto mentre osservava le
> pareti.
>
> Qualsiasi sforzo stesse facendo restavano solo numeri.
>
> Equazioni che viaggiavano su tre dimensioni. Forse quattro se considerava
> il tempo.
>
> Forse quattro....
>
> Forse....
>
> Si alzò di scatto quasi inciampando sul lungo vestito di broccato.
>
> “Il tempo. Tucci, il tempo.”
>
> Edison la guardò con quel suo sguardo vacuo.
>
> “Mi aiuti a capire. Mi definisca un buco nero?”
>
> Il terrestre la guardò con un’aria tra il compassionevole e l’irritato.
>
> “Nella relatività generale è una regione dello spaziotempo con un campo
> gravitazionale così intenso che nulla al suo interno può sfuggire
> all'esterno, nemmeno la luce. La velocità di fuga da un buco nero risulta
> dover essere superiore alla velocità della luce, ma poiché la velocità
> della luce è un limite insuperabile, nessuna particella di materia né alcun
> tipo di energia può allontanarsi da quella regione.”
>
> “Bene, ora passiamo all’orizzonte degli eventi.”
>
> Tucci sbuffò.
>
> “Ma le sembra il momento di parlare di queste cose?”
>
> Xyr strinse i pugni per cercare di mantenere la calma.
>
> “Tenente Tucci. È un ordine. Orizzonte degli eventi.”
>
> Edison scattò sull’attenti.
>
> “La caratteristica distintiva di un buco nero è la comparsa di un
> orizzonte degli eventi: un confine spazio-temporale attraverso il quale una
> qualsiasi particella di materia o una qualsiasi onda, compresa la luce, può
> passare solo verso l'interno del buco nero. Nulla, nemmeno la luce, può
> sfuggire dall'orizzonte degli eventi. L'orizzonte degli eventi è indicato
> come tale perché, se un evento si verifica entro i suoi confini, le
> informazioni di tale evento non possono raggiungere un osservatore esterno
> rendendo impossibile determinare se si sia effettivamente verificato....
> aspetti un attimo Comandante.”
>
> Tucci si voltò di colpo verso il disegno del macchinario. Cancellò con una
> manica dell’uniforme strappata una serie di equazioni e cominciò a
> riscriverle.
>
> “No no no. Stiamo perdendo tempo. Non ha senso, continua a non aver senso.
> Anche se consideriamo di modificare il tempo come se fossimo nell’orizzonte
> degli eventi in un buco nero...”
>
> “Due....”
>
> Tucci si voltò verso Xyr.
>
> L’andoriana si schiarì la voce e continuò.
>
> “Due buchi neri. Stiamo osservando una zona di spazio con due buchi neri.”
>
> Tucci spalancò gli occhi come colpito da un fulmine.
>
> “Geniale!!! Comandante, qui ci sono due buchi neri!! Tutte le leggi della
> fisica devono essere riviste in quest’ottica! Devo riscrivere tutto. Tutto!
> Qui non c’è più spazio.”
>
> Il giovane terrestre cominciò a parlare con se stesso ad alta voce e corse
> fuori dalla cella.
>
> I due guardiani si mossero veloci per fermarlo, ma Tucci si dimostrò agile
> e veloce. Li evitò, li costrinse inconsciamente a sbattere tra di loro. Si
> bloccò per un attimo osservandoli a terra intralciarsi l’un l’altro. Rubò
> veloce una specie di piccola lama dalla cintura di uno dei due.
>
> Xyr trattenne il fiato per qualche istante. Forse poteva sfruttare la cosa
> per liberare i due prigionieri.
>
> Edison poteva correre verso le scale e lei e Luna potevano seguirlo.
> Bastava approfittare della situazione creatasi. L’adrenalina le si bloccò
> però immediatamente in corpo.
>
> Tucci era ripartito di corsa e qualche passo dopo si era fermato, aveva
> aperto un’altra cella e ci era entrato.
>
> I due guardiani erano riusciti ad alzarsi ed ora osservavano l’interno
> della stanza in cui Tucci era entrato.
>
> Xyr corse vicino a loro e guardò dentro.
>
> Tucci stava scrivendo freneticamente sul pavimento della nuova cella
> utilizzando la punta della lama che aveva rubato.
>
> “Comandante, qui è perfetto. Grazie. Le pareti sono pulite. Ora ho un po’
> di spazio e devo dire questa lama funziona davvero bene.”
>
> Xyr si appoggiò allo stipite della porta e scambiò uno sguardo con uno dei
> giganti d’ebano. Questo scosse la testa quasi commiserandola.
>
> Una forte risata proveniente dalla cella di fronte chiarì che anche Luna
> si era goduta lo spettacolo.
>
> Xyr la osservò e per un istante un sorriso increspò il viso dell’andoriana.
>
>
>
> USS Hope – Infermeria - 06/11/2396, Ore 18:20
>
> =^=Caytlin a Dottoressa Graahn.=^=
>
> Melanne alzò istintivamente lo sguardo dallo schermo medico sopra il
> lettino del Guardiamarina Lafitte.
>
> Un accenno di rossore le comparve sul viso al pensiero di cosa aveva visto
> cominciare qualche ora fa sul ponte ologrammi tra Caytlin e Rest.
>
> “Qui Graahn. Mi dica consigliere....”
>
> =^=Servirebbe urgentemente un’equipe medica qui in sala ologrammi. Rest
> sta morendo.=^=
>
> Melanne reagì secondo automatismi ormai rodati.
>
> “Arriviamo. Graahn chiudo. Guardiamarina Gotek, venga con me di corsa in
> sala ologrammi 2. Computer, attivazione MOE su Ponte ologrammi 2. Modalità
> pronto intervento.”
>
> **Cosa hanno combinato quei due.**
>
> Il turbolift ci stava impiegando un tempo infinito ad arrivare al piano
> del ponte ologrammi. Melanne non si era azzardata a far trasferire Rest con
> il teletrasporto.
>
> Non sapeva la situazione clinica e dentro di sè aveva avuto anche il
> terrore di ritrovarsi Rest e Caytlin teletrasportati nudi in infermeria.
> Meglio un approccio diverso.
>
> La porta del ponte ologrammi si aprì finalmente davanti a lei e al suo
> assistente.
>
> Nessun programma attivo.
>
> La stanza era spoglia e al centro Rest era a terra coperto di sangue.
>
> Caytlin era in piedi al suo fianco mentre il MOE era inginocchiato a terra
> accanto al corpo del tattico.
>
> Melanne lanciò uno sguardo verso la consigliera.
>
> Caytlin non stava sorridendo. Per una volta sembrava davvero preoccupata.
>
> Melanne si avvicinò veloce a Rest e al MOE.
>
> “Situazione!”
>
> Il MOE rispose senza scomporsi.
>
> “Otto costole fratturate. Collasso polmone destro. Gravi danni al
> padiglione auricolare sinistro. Frattura scomposta clavicola destra.
> Tendini polso sinistro lacerati. Esteso ematoma all’addome che necessita di
> ulteriori indagini. Quattro profonde ferite da taglio alla schiena. Tre
> dita del piede sinistro in gravissime condizioni. Un profondo taglio alla
> mano destra.”
>
> Melanne si voltò verso Caytlin allibita.
>
> La risiana guardò per la prima volta la dottoressa.
>
> “Non è come pensi. Cioè è quello che pensi, ma non come credi. Insomma. Si
> salverà vero?”
>
> La dottoressa Graahan si voltò incerta verso il Guardiamarina Gotek e il
> MOE.
>
> “Andate in infermeria, arrivo subito.“
>
> Gotek fece un lieve cenno del capo e ordinò al computer un teletrasporto
> di emergenza.
>
> Melanne si alzò lentamente con il viso preoccupato.
>
> “Cosa è successo? Caytlin devo saperlo. Devo chiamare Lon? Ti prego dimmi
> che non sei stata tu.”
>
> Caytlin sospirò un secondo.
>
> “Computer, attivare programma Caytlin 3B-Vulcano.”
>
> La stanza cambiò lentamente aspetto. Un ambiente montagnoso e secco prese
> il posto delle pareti nere. La temperatura salì improvvisamente. Accanto
> alle due donne comparve l’ingresso di una grotta.
>
> “Dottoressa, benvenuta su Vulcano. Ho creato questo ambiente familiare per
> aiutare Rest a superare la fase del suo Pon Farr. Come avrai intuito volevo
> aiutarlo a superare la febbre del sangue.”
>
> Melanne si guardò attorno.
>
> “Non volevo assolutamente entrare nel merito della cosa. Seriamente.
> Diciamo che per me i costumi sessuali dei Risiani sono troppo aperti. Però,
> stavolta forse hai esagerato.”
>
> Caytlin sorrise.
>
> “Come saprai ci sono tre modi per mettere fine al Pon Farr. Un’intensa
> meditazione è sicuramente il primo verso cui Rest si è diretto. Con Xyr
> scomparsa c’era poco da fare. La mente di Rest era concentrata su altro. Ho
> solo pensato che il secondo metodo fosse la scelta più corretta.”
>
> Melanne sospirò.
>
> “Se lo dici tu.”
>
> Caytlin appoggiò una mano alla parete di roccia accanto a lei, come per
> trovare un sostegno.
>
> “Ero sicura Rest avrebbe ceduto. Lo stava per fare. Poi qualcosa è
> scattato in lui e si è ritratto con violenza.”
>
> Melanne notò in Caytlin una sensazione di dubbio.
>
> “Se non soddisfano la febbre del sangue possono morire in 8 giorni. Mi hai
> parlato di un terzo modo per mettervi fine.”
>
> Caytlin si riprese e tornò gioviale.
>
> “Beh, il terzo è il *koon-ut-kal-if-fee*, un combattimento rituale.”
>
> Graahn si avvicinò a Caytlin.
>
> “Seriamente non ne ho mai sentito parlare.”
>
> Caytlin si allontanò dalla parete.
>
> “Computer, attivare programma Caytlin 5E-Xyr.”
>
> L’ambiente cambiò di nuovo.
>
> Ora erano finite in una stretta radura innevata.
>
> Le pareti attorno erano ghiacciate e la temperatura cadde di colpo.
> Melanne si strinse le braccia intorno al corpo per trattenere il calore.
>
> Accanto a loro comparve anche Xyr. L’abito che indossava era semplice,
> leggero. Lasciava scoperte le spalle mentre il busto era coperto da una
> strana corazza di pelle. Indossava degli stivali ricoperti di pelo. L’unico
> indumento che potesse ripararla dal freddo.
>
> Caytlin la guardò.
>
> “Ed eccoci sul pianeta natale del nostro Primo Ufficiale. Come ti ho
> accennato c’è davvero un terzo modo. Viene chiamata la *lotta di passione*
> in cui un vulcaniano sfida qualcun’altro per una compagna. Il conflitto
> inizia quando uno dei due maschi adulti desidera accoppiarsi con una
> femmina durante il pon farr, o quando la femmina non vuole il maschio che
> le era stato promesso durante l'infanzia. In questo scenario che avevo
> preparato come piano di riserva ho creato un simulacro della nostra Xyr e
> ho stravolto un po’ le regole.”
>
> “Caytlin, cosa hai combinato? Perchè Rest è in infermeria?”
>
> La risiana digitò qualcosa sul suo PADD e la temperatura intorno a lei e a
> Graahn si fece più mite.
>
> “Ho semplicemente creato una Xyr che non accetta Rest e che ha altri
> interessi amorosi. La femmina può anche scegliere di combattere lei stessa
> per il suo diritto alla libertà.”
>
> “Altri interessi amorosi? Xyr? Cioè, voglio dire, ha interessi oltre al
> regolamento? Non si spiega comunque quello che è successo a Rest. I
> vulcaniani sono decisamente resistenti e forti. Sì, anche gli andoriani in
> effetti.”
>
> Caytlin prese una mano di Melanne e la guidò a spostarsi qualche metro più
> in là.
>
> “Computer, riproduci ultima simulazione a partire dalle 10:50 di oggi.
>
> L’immagine cambio ancora.
>
> Un confuso Rest stava osservando Xyr.
>
> La febbre di sangue sembrava aver preso il sopravvento sulla lucidità
> vulcaniana.
>
> Melanne osservò per diversi minuti quello che era successo in quella
> stanza.
>
> Il simulacro di Xyr aveva urlato in faccia a Rest in quello che la
> dottoressa immaginò fosse vulcaniano. Aveva poi colpito il vulcaniano sul
> petto allontanandolo da lei. Per diversi minuti si erano susseguiti urli,
> strattoni e maldestri tentativi di approccio da parte di Rest.
>
> Improvvisamente Xyr si era diretta verso Caytlin per afferrarla e
> stringerla a sè. Poi aveva estratto da una cavigliera legata allo stivale
> uno stiletto di metallo.
>
> Aveva spostato della neve da un ceppo di legno. Vi aveva poggiato la mano
> sinistra aperta e aveva guardato Rest negli occhi.
>
> Il vulcaniano aveva ringhiato infuriato poi aveva poggiato la mano aperta
> su quella dell’andoriana poggiata sul ceppo.
>
> Aveva poi stretto lentamente l’altra mano intorno a quella di Xyr che
> teneva l’elsa dello stiletto.
>
> Si erano guardati negli occhi per pochi secondi e contemporaneamente
> avevano calato la lama dello stiletto conficcandosela sul dorso delle mani
> poggiate sul legno.
>
> Da quel momento era cominciata una furiosa lotta violenta e barbara.
>
> Melanne restò allibita a guardare il macabro spettacolo.
>
> Per diversi minuti i due contendenti si erano colpiti senza risparmiarsi.
>
> “Computer, fine registrazione.”
>
> Melanne osservò la consigliera che aveva appena fermato quello scempio
> virtuale.
>
> “Sono andati avanti così per ore. Avevo disattivato le protezioni del
> ponte ologrammi e Xyr era un ologramma. Rest non aveva alcuna possibilità.
> Non credevo però avrebbe resistito così tanto. Ho cercato di bloccare il
> programma, ma qualcosa non stava funzionando. Il computer non mi
> rispondeva. A quel punto mi sono accorta che Rest mi stava guardando. Per
> un attimo mi era sembrato di nuovo in sè. Durante il combattimento era
> riuscito a inserire vocalmente nel computer un suo comando che impedisse a
> me di bloccare il programma. Sono rimasta a guardarli finchè Rest non si è
> arreso. A quel punto il programma si è interrotto e sono riuscita a
> chiamarti. Il resto lo sai.”
>
> Graahn osservò il volto del vulcaniano bloccato dal fermo immagine, poi
> corse fuori dal ponte ologrammi per dirigersi in infermeria.
>
>
>
> USS Hope – Bar di Prora - 06/11/2396, Ore 20:05
>
> “State scherzando vero? Questa sarebbe l’energia che vi serve? Sapete che
> corrisponde a quella di un piccolo sole, vero?”
>
> Doohan stava leggendo i dati sullo schermo del PADD che la sezione
> scientifica gli aveva appena inviato.
>
> =^=Lo sappiamo purtroppo, ma secondo i calcoli fatti non ci sono grosse
> alternative.=^=
>
> Aveva staccato 15 minuti per riprendere fiato. Aveva ricalibrato tutta la
> nave seguendo da ore le richieste che gli arrivavano da ogni sezione. Tutta
> la Hope era focalizzata nel riorganizzare le varie sezioni per poter
> spostare le risorse energetiche in sala macchine. Due giorni fa gli era
> stato proposto dal Capitano un piano di riottimizzazione che avrebbe
> portato a utilizzare i deflettori per... non ricordava esattamente le
> parole di Bueller, ma era qualcosa tipo *utilizzare i deflettori come
> apriscatole cosmico*. Aveva chiesto qualche spiegazione e dall’interfono
> Bueller gli aveva detto che dovevano farsi strada a forza attraverso una
> nebulosa per accedere ad un’altra realtà. Stranamente, in sottofondo alle
> parole del Capitano, aveva sentito delle onde che morivano dolcemente sul
> bagnaschiuga.
>
> Aveva evitato di fare ulteriori domande.
>
> Ora era seduto al Bar a cercare di riflettere da solo. Era davvero troppa
> l’energia richiesta dalla sezione scientifica, davvero troppa. Anche
> stravolgendo la Hope non avrebbe potuto arrivare a quel quantitativo.
>
> Certo, avendo a disposizione un invertitore Tukoniano e magari un paio di
> quei Cristalli Thaser che aveva visto in quella conferenza di Tholian II
> avrebbe fatto il miracolo. Erano anche illegali in 7 mondi su 10, quindi
> era un piano da scartare.
>
> Sul tavolo comparvero due piccoli bicchieri contenenti un liquido ambrato.
>
> Strauss era in piedi accanto al tavolo di Doohan.
>
> “Capitano! Grazie. Uno può bastare, davvero. Mi volevo fermare solo 10
> minuti.”
>
> Strauss guardò il giovane ingegnere.
>
> “Stia qui seduto, l’altro bicchiere non è per lei.”
>
> Doohan guardò il Barista ebetito. Era solo al bar.
>
> La porta della stanza si aprì e Rodriguez fece il suo ingresso baldanzoso
> come sempre.
>
> “Buonasera Capit... ehm Signor Strauss. Mi ha fatto chiamare?”
>
> Strauss si avvicinò al nuovo arrivato.
>
> “Quattro cose. Primo. Il cocktail sul suo tavolo l’ho deciso io, non
> accetto critiche. Secondo. Dia a Doohan quello che vuole senza fare
> domande. Terzo. Su questo PADD che le sto dando ha un mio ordine da
> mostrare a chiunque le serva per portare la Hope dove vuole. Dobbiamo
> tornare qui in non più di due giorni. Quarto. Lei non è mai stato qui.”
>
> Strauss consegnò a Rodriguez un PADD e tornò ad occuparsi di faccende da
> barista.
>
> Rodriguez guardò Doohan e si sedette al suo tavolo.
>
> “Amico mio, da dove cominciamo?”
>
>
>
> Pianeta Demone – Paelyrion - 06/11/2396, Ore 23:15
>
> Xyr era esausta. Tucci sembrava non patire invece la stanchezza di ore a
> fare calcoli.
>
> Le sembrava di essere qui da secoli.
>
> Era nella cella di Luna adesso. L’aveva aiutata a mangiare qualcosa mentre
> cercavano insieme di decidere come procedere.
>
> Si sentiva frustrata. I suoi amici erano chiusi in una cella. Lei invece
> era ben vestita, poteva accedere al cibo migliore, poteva dormire in un
> letto comodo in una stanza calda. Si sentiva comunque in una gabbia dorata.
> Aveva avuto tanta libertà da parte del Maestro. Troppa.
>
> “Ho capito!!!!!!!”
>
> Luna e Xyr si guardarono per un attimo, poi l’andoriana corse verso la
> cella di Tucci.
>
> “Comandante, è tutto chiaro. So a cosa serve la macchina e a come
> sistemarla. Era semplicissimo.”
>
> “È esattamente quello che volevo sapere.”
>
> La voce del Maestro riempì roboante la piccola cella mentre la sua
> imponente figura uscì come un fantasma da una delle pareti. Xyr e Tucci
> rimasero impietriti dall’apparizione.
>
> _______________________________________________
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