[Stml17] R: [11.02] Quando la logica non basta...
Vanessa Marchetti
hazyel91 a gmail.com
Dom 11 Nov 2018 14:39:32 CET
Peluches voluti da Rodriguez? Qua la Trudi ci cova XD
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Tenente JG Caytlin
Consigliere
USS Hope NCC-25122
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Da: Bryn Lwellelyn
Inviato: domenica 11 novembre 2018 10:28
A: USS Hope
Oggetto: Re: [Stml17] [11.02] Quando la logica non basta...
Anche io voglio un peluches...
Brava!
Il giorno dom 11 nov 2018, 01:22 Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha scritto:
Bel brano come sempre, il modo in cui hai fatto uscire Rest dall'impasse emozionale è stato magistrale
Sent: Saturday, November 10, 2018 at 11:50 PM
From: "Ilenia De Battisti" <fulmine791 a gmail.com>
To: "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
Subject: [Stml17] [11.02] Quando la logica non basta...
Salve a tutti,
questo è il mio brano, spero possa piacervi.
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Brano: 11.02
Titolo: Quando la logica non basta...
Autore: Ten. Cmd. Rest figlio di Retok (Ilenia)
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USS Hope - AlloggQio di Rest
20/04/2398, Ore 07:36
Era nuovamente nella pace del proprio alloggio, aveva passato così tanto tempo nel vano tentativo di meditare che quasi tutte le sue candele erano consumate per i tre quarti; si era ripromesso di replicarne di nuove ma in quel momento aveva altre priorità. Accese quanto gli restava delle due candele posizionate sul basso tavolino e si inginocchiò chiudendo gli occhi.
*Il mare è in tempesta..*
Nella sua mente Rest vide i propri dubbi prendere la forma del consueto mare in tempesta, era un sistema di meditazione che gli era stato insegnato fin da bambino: visualizzare i problemi attraverso l’evocazione di un'immagine li estraniava dal contesto, permetteva al soggetto di controllare e reprimere i vari riflessi emotivi con la semplice concentrazione, o almeno questa era la teoria. Di solito a Rest sarebbe bastato solo questo, ma questa situazione non era assolutamente comune.
*Il mare è in tempesta, ma io ho il controllo.. io posso controllare il mare.. io ne ho il totale controllo*
Nella sua mente il mare che aveva visualizzato avrebbe dovuto calmarsi a poco a poco, ma nulla sembrava avere effetto sulle gigantesche onde che continuavano ad infrangersi senza controllo. I suoi dubbi e quel lato emozionale che tentava così faticosamente di reprimere non sembravano avere intenzione di acquietarsi, la situazione che si era creata sulla nave era qualcosa che andava ben oltre alle sue capacità di tolleranza; si sentiva già abbastanza provato sul piano emotivo per quanto aveva vissuto a partire dalla missione su Kaferia, ma dover accettare un intruso indesiderato nella propria mente era veramente troppo.
Scosse il capo per cercare di svuotare la mente, quando dentro di sè sentì nuovamente la voce di Caytlin *..combatti con me.. combatti con tutti noi.. troveremo un modo per uscirne, abbi fiducia*.
La fiducia è un concetto che può ricondursi ad un atteggiamento verso altri o verso sé stessi utile per autogenerare un sentimento di sicurezza e tranquillità, ma si tratta di qualcosa poco praticabile per un vulcaniano: la fiducia ha come presupposto di valutare in modo positivo i fatti, le circostanze, e le relazioni in cui si trova il soggetto per auto indurgli la convinzione che vi possa essere una soluzione, ma le capacità di analisi critica dei vulcaniani si basano sulla pura logica, senza richiami emotivi. Eppure quelle parole continuavano a risuonargli nella mente, non poteva escludere con assoluta certezza che non vi fosse lo zampino dell’alieno, ma nonostante tutto era qualcosa di strano per lui: fin da bambino era stato costretto per centinaia di logiche ragioni ad imparare di trovare le soluzioni ai propri problemi, ed ora che improvvisamente sentiva come la soluzione non sempre debba necessariamente essere individuata dal singolo ma dal lavoro del gruppo, gli toglieva un po’ di peso dalle spalle.
Dall’inizio del progetto denominato “Hope 2.0” le cose non erano state delle migliori per lui, e fin dalla partenza ebbe la sgradevole sensazione di essere stato condotto sulla nave con l’inganno; era stato molto difficile perdonare a se stesso di non aver seguito la logica per inseguire in una simile situazione il primo ufficiale della nave, cosa che era via via peggiorata dopo il finto matrimonio su Kaferia per finire nella grande rivelazione. Tuttavia, a poco a poco che la meditazione migliora dovette ammettere con se stesso che le cose erano molto cambiate, in primis lui. Certo, le battutine che lo avevano seguito per mesi gli avevano fatto aprire gli occhi su molte cose, ma gli erano state utili per capire che ciò che in parte aveva inseguito per svariato tempo non esisteva più, forse addirittura non era mai esisto: guardando a Xyr non riusciva più a vedere ciò che lo aveva attratto in accademia e questo era un bene, perchè ora che il pensiero della giovane andoriana aveva finalmente lasciato in maniera definitiva la sua mente, poteva osservare con maggiore lucidità e freddezza la sua situazione nella nave e doveva ammettere con se stesso che, tralasciando alcuni spiacevoli inconvenienti, non poteva lamentarsi.
Aveva avuto per molto tempo una costante guerra aperta con Lon, ma dal rientro sulla nave la situazione era talmente cambiata che era giunto a considerarlo un amico, perfino Rodriguez, sotto tutti i suoi difetti, si era mostrato interessato a come si sentisse: qualche sera prima si era presentato nel suo alloggio con una bottiglia di liquore consumata per metà paventando che quella fosse la risposta a tutti i problemi della nave, ovviamente era del tutto illogico pensare che l’abuso di sostanze alcoliche entrate nella nave di contrabbando fosse un sistema per migliorare la situazione dell’equipaggio, ma nonostante tutto non poteva che apprezzare il tentativo.
Con il tempo, conoscendo i colleghi aveva raggiunto la consapevolezza che stava lavorando con i migliori diplomati che fossero usciti dal suo anno accademico; forse non erano giunti primi nei rispettivi corsi, ma il bagaglio di esperienza che avevano già fatto ancor prima di diplomarsi li rendeva senza alcun dubbio i migliori, ufficiali eccezionali che con le loro peculiarità avevano raggiunto meritatamente il ruolo di ufficiali superiori. Poteva dire lo stesso anche di se stesso? I dubbi persistevano ma la logica lo portava a dire di si.. quanti cadetti avrebbero avuto il sangue freddo mentre la propria nave veniva abbordata e riuscire, nonostante tutto, a ideare un piano per recuperare il pieno controllo della nave senza alcuna perdita?
Dentro di lui sentiva ancora il peso di una via senza uscita, ma improvvisamente il letto aveva una certa attrattiva: Rest guardò per un attimo l’ora, mancava ancora qualche ora al suo turno, quindi si cambiò e dopo quasi dieci giorni riuscì finalmente a dormire.
USS Hope - Ufficio tattica / sicurezza
20/04/2398, Ore 16:01
Rest entrò in ufficio dirigendosi direttamente alla sua scrivania, e sebbene non lo desse a vedere era infastidito: era convinto che si sarebbe svegliato dopo un paio d’ore di sonno ed invece la stanchezza lo aveva sopraffatto facendolo arrivare in ritardo in ufficio. Fece solo un cenno di saluto in direzione di Basta e si mise a leggere i rapporti di sezione senza parlare.
“Sei in ritardo..” Lon lo stava osservando
“Corretto” Rest dal canto suo non poté che confermare le sue parole
“Non sei mai in ritardo..” lo apostrofò nuovamente Lon osservandolo “Spero che tu sia riuscito a dormire” la voce del betazoide aveva una strana inclinazione, come se fosse in parte interessato alla salute del collega
Rest sollevò lo sguardo ad osservare l’amico per poi annuire “Corretto.. ad ogni modo ho provveduto a farmi rapporto al Capitano”
“Non credo che Ferris ne terrà conto” Basta ritornò a guardare il suo d-pad leggendo i rapporti
“Anche questo è vero, ma era mio compito farlo: non sarebbe logico pensare di poter richiedere l’emanazione di provvedimenti disciplinari verso i propri sottoposti se in primis non si rispetta in modo rigoroso e costante il regolamento..”
L’entrata di Rodriguez in ufficio sicurezza fece interrompere la conversazione “Buongiorno, ho fatto stilare un elenco di materiale che vorrei far imbarcare sulla nave una volta giunti sulla Terra. Ve lo porto per accelerare i tempi e ottenere il prima possibile l’autorizzazione”
Rest si voltò inarcando il sopracciglio destro “Accelerare le autorizzazioni?”
Paulo annuì “Sì, lo sapete bene che le mie richieste devono passare sotto la lente di Xyr.. non so come mai ma tende a fidarsi poco delle mie richieste, quindi se vede anche la firma di qualche altro ufficiale superiore diventa tutto più semplice”
“E perché dovremmo essere proprio noi a firmare?”
“Perché si tratta di un vostro dovere, e quando dico voi intendo in particolare il capo della sicurezza!” Rodriguez si voltò ad osservare Lon con espressione convinta “L’attuale situazione ha reso tutti molto tesi, non credo sia una novità. L’equipaggio ha la necessità di alcuni generi di conforto per poter superare la situazione di nervoso accumulato a seguito della grande rivelazione o finiranno per poter avere reazioni fuori dell’ordinario, magari anche scatti di ira inconsulti..” fece una pausa “E a quel punto non diverrebbe un grave problema della sicurezza dover gestire la crisi?”
“Tecnicamente si…” si limitò a rispondere Lon ma non fece in tempo ad aggiungere altro che Rodriguez tornò alla carica
“Sapevo che avrebbe capito immediatamente!” Paulo mise di fronte al betazoide la propria lista “Una firmetta infondo, grazie”
Lon scrutò per un attimo il pad per poi iniziare a sfogliare la lista “Peluches ad orsetto, peluches a gattino.. peluches a cagnolino.. stiamo per ospitare un asilo nido?”
Paulo osservò con espressione fintamente stupita Basta “Ma scherzi? Non hai idea di quanto sia terapeutico avere qualcosa da abbracciare.. e poi non è colpa mia, le richieste che mi sono arrivate sono davvero di ogni tipo.. fra cui decine e decine di peluches, mica sono pericolosi!”
“Si, ma questa parte scordatela” Lon segnò una parte della lista “Non ti daranno mai l’autorizzazione”
“E perchè no? Un animale da compagnia aiuta a diminuire l’ansia e fa molta.. beh, compagnia!”
“Perchè sono contrari al regolamento, tenente” la voce di Rest era asciutta e priva di inflessioni, come al solito
“Ma andiamo su, pure lei da piccolo avrà avuto un animale domestico, no?” lo incalzò Basta
“Non posso negarlo, ho avuto un sehlat”
“Oh.. vede che ci capiamo. Non ho idea di cosa sia un sehlat, ma non mi dica che non le piacerebbe averne uno! Tutti amano gli animali da compagnia.. lo ammetta!” Paulo osservò Rest sorridendo
Rest arcuò nuovamente il sopracciglio “Il sehlat non è un animale presente sul suo pianeta tuttavia, dovendo fare un paragone con animali esistiti su Sol III, potremmo definirli similari alle vostre tigri dai denti a sciabola.. anche se sotto alcuni punti di vista hanno delle similitudini con i vostri orsi” fece una breve pausa “E non ritengo che portare un sehlat sulla nave possa essere autorizzato”
Paulo spalancò gli occhi “Una tigre dai denti a sciabola? I genitori vulcaniani lasciano i propri figli giocare con delle tigri dai denti a sciabola?” rimase per un po’ ad osservare Rest “E se un bambino si dimentica di dare da mangiare a Fuffy che succede, diventa la sua cena?”
“Ipotizzando che con il termine Fuffy si stia riferendo ad un fantomatico soprannome per un sehlat, posso solo dirle che nessun bambino vulcaniano dimenticherebbe mai di dare da mangiare al proprio sehlat”
Rodriguez rimase ancora sorpreso “Sarà ma una belva del genere non la vorrei sulla nave..” scosse il capo per poi tornare a fissare Basta “A proposito di belva allo stato libero, hai per caso incontrato Luna di recente?”
“No, per ora no” la risposta di Basta fu rapida sull’argomento
“Non comprendo la similitudine che hai fatto fra la belva ed il tenente Jones” Rest osservò Paulo incrociando le braccia al petto
“Beh.. non è un segreto per nessuno che sia furiosa per il suo akesh è in pezzi.. l’ha presa male”
“Beh, quando abbiamo deciso di suffragare il piano di Lon mi avevate chiesto se secondo me fosse possibile per la navetta tornare indietro ed io avevo già stimato che sarebbe tornata in pezzi, come la definisci tu, con una probabilità del 83,45%.. l’importante era la sopravvivenza dei due universi e di Lon”
“Già, noi tre lo sapevamo.. lei no e, beh, diciamo che non la sta prendendo benissimo”
“Irrilevante” la voce di Rest, sempre estremamente distaccata e atona sembrò leggermente infastidita “Le esigenze dei molti verranno sempre prima delle esigenze dei pochi. Nel nostro caso, l’esigenza del tenente Jones di preservare l’integrità strutturale della navetta ricevuta in dono dal nonno è qualcosa di infinitamente più piccolo della somma dell’esigenza di tutti gli esseri viventi dei due universi di sopravvivere.. sarebbe stato assolutamente illogico cercare di preservare un mezzo di trasporto, fra l’altro sostituibile, e lasciare che i due universi andassero ad annichilirsi l’uno sull’altro”
Paulo osservò Rest “Non tutti si basano solo sulla logica, per Luna quella navetta ha un valore affettivo.. tanto che stavo pensando di provare a contattare direttamente suo nonno e vedere se ci manda un altro akesh, non credo che glielo rifiuterebbe alla nipotina, no?” quindi tornò su Basta “Allora, me la firmi la lista?”
USS Hope - Bar della nave
20/04/2398, Ore 18:56
Bueller era seduto ad uno dei tavolini ed ascoltava distrattamente la musica che veniva suonata da alcuni membri dell’equipaggio; stava rileggendo alcuni rapporti con espressione un po’ accigliata, del tutto assorto nel proprio lavoro.
“Oggi rimani in disparte?”
La voce di Strauss fece voltare Ferris si scatto “Salve..” scosse il capo “Stavo leggendo alcuni rapporti ma avevo voglia di uscire dall’ufficio. Bella questa melodia, non mi sembra di averla mai sentita nel bar”
“La maggior parte del tempo i membri dell’equipaggio la passano lavorando, ma ora che stiamo semplicemente tornando sulla Terra hanno più tempo libero.. e devo dire che alcuni di loro sono davvero bravi a suonare”
Bueller annuì convinto “Si, lo penso anche io..”
Strauss sorrise mettendo davanti al giovane capitano un bicchiere con del liquido iridescente all’interno “Provi questo.. nuova ricetta, vedrai che ti piacerà” detto questo tornò verso il bancone
Bueller rimase per svariati secondi a guardare quel liquido dallo strano colore per poi sorseggiarne un sorso.
“Capitano, tenente Rest a rapporto..” la voce di Rest era atona ma si guardò attorno inarcando il sopracciglio “Credevo mi avrebbe convocato in ufficio”
Ferris appoggiò nuovamente il bicchiere sul tavolo “Si tratta solo di un luogo, ho ricevuto il suo rapporto contro se stesso.. condotta disdicevole da parte di un ufficiale superiore per aver mancato all’adempimento dei propri doveri?”
Rest annuì convinto “La privazione prolungata del sonno ha provocato un sovraffaticamento che non mi ha permesso di autoregolare in modo efficiente il mio risveglio”
“Ti sei svegliato tardi Rest, capita.. da quanto non dormivi?” lo sguardo di Bueller si posò su Rest mentre cercò di portare la conversazione in un tono meno formale
“Complessivamente dieci notti, ma non ritengo sia una giustificazione”
“Lo è per me..” il capitano eliminò il rapporto “Io preferisco un ufficiale in ritardo al turno piuttosto di uno collassato sul pavimento per troppa stanchezza” Ferris lo osservò sorpreso “Dieci notti? Spera che non lo scopra Melanne o sarai il prossimo ufficiale ad avere la sua paternale”
“Sono perfettamente in salute, l’ausilio medico non è necessario”
“Mm.. sei perfettamente in forma, da quello che vedo sei come sempre.. e non dormi per dieci notti di seguito senza un motivo? Ammettilo, non è logico..”
Rest si mise ad osservare Ferris irrigidendosi un po’ alla sua domanda “L’assenza dello stimolo al sonno non ha a che fare con problematiche di natura medica”
Bueller annuì bevendo qualche sorso ancora della strana bevanda per poi osservarla “Questo intruglio è strano.. prima è dolce, poi acidulo.. poi sembra salato.. bah” quindi tornò nuovamente su Rest “Hai preso in considerazione la possibilità che il problema non sia la grande rivelazione ma l’atteggiamento che si ha di fronte al problema?”
“Non comprendo la domanda”
“Rest, sei un grande ufficiale.. non credo che serva te lo dica io, il migliore ufficiale tattico che potessi aspettarmi ma devi imparare a staccare la spina..” Ferris lo osservò “Non siamo solo l’uniforme che indossiamo, siamo decisamente di più! Ad esempio, che hobby hai? Cosa fai nel tuo tempo libero?”
“Esercizi di meditazione per lo più, ma a volte approfitto del tempo per studiare e rielaborare le tattiche d’attacco e di difesa utilizzate nelle maggiori battaglie navali dell’ultimo secolo.. si tratta di un modo utile per ampliare le mie conoscenze”
“Ma si tratta sempre di lavoro, Rest.. devi trovare qualcosa di completamente staccato da tutto o vedrai battaglie navali anche in sogno!” Bueller si massaggiò il collo “Sai cosa ti sarebbe utile, trovarti un’amica.. sarebbe un ottimo modo per staccare da tutto.. ad esempio quella sventola vulcaniana che sta suonando la lira vulcaniana giusto ora, non credi che potresti conoscerla? Parlarci..” Bueller lo osservò bevendo un altro sorso del suo strano drink “Andiamo, ogni tanto esci da quell’alloggio!”
Rest osservò Bueller ascoltandolo sino in fine e solo allora prese la parola “Ci tengo a dirle che anche il consigliere ritiene che sia utile avere ogni settimana qualche ora dedicata a delle attività ricreative, per questo ho prenotato la sala ologrammi per ballare il valzer con lei..” quindi si voltò ad osservare la giovane musicista “Per quanto riguarda il guardiamarina T’Fan, suona la lira dall’età di sette anni.. ha imparato a suonare lo stesso strumento che rese una famosa musicista sua madre, ma nonostante tutto ha deciso di seguire le orme paterne diventando una scienziata. So perfettamente chi lei sia.. è la mia promessa. E ritengo che lei abbia ragione, forse scambiare qualche parola con un altro vulcaniano come me non è una cattiva idea” Rest si accomiatò da Ferris raggiungendo la giovane ed uscì con lei dal bar
Ferris per tutto il tempo in cui Rest parlava rimase con un’espressione tra lo sconcertato e l’allibito disegnato sul volto, fino a seguire con lo sguardo il proprio tattico mentre se ne usciva dal bar in compagnia della giovane musicista “Rest balla il valzer con Caytlin.. e adesso se n'è appena andato dal bar con una sventola..” rimase per svariati secondi ad osservare l’uscita per poi riprendere in mano il bicchiere dallo strano drink e girarsi verso il barman “Ehm, mi scusi.. ma esattamente che ci ha messo dentro questo drink???”
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Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F. Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
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