[Stml17] [12.00 - Graahn - La Grande Rivelazione]
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 30 Ott 2018 07:44:40 CET
Sì sì avevo capito che non lo avesse menato, ma quando Luna dice che con
Basta non può sfogarsi perchè ha i suoi problemi... beh facevo notare che
con Luna i suoi problemi sono iniziati (risata maligna.... Sguardo
malvagio.... Risata maligna) 😉
=========================
Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
=========================
"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il lun 29 ott 2018, 23:04 Bryn Lwellelyn <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha
scritto:
> Naa, la Graahn non gli ha menato, almeno per adesso. Ho puntato più sul
> dialogo in quel pezzetto che sulle reazioni, ma se hai in mente qualcosa di
> specifico te lo cambio come vuoi.
>
> Il lun 29 ott 2018, 21:06 Silvia Bianchini <ltcomm.sibi a gmail.com> ha
> scritto:
>
>> Ottimo Maddalena!
>>
>> Un solo appunto... Luna non lascerà Basta impunito... Che la dottoressa
>> ci abbia già pensato non conta perché era per quello che ha fatto a lei...
>>
>> Credo che il mio pezzo girerà intorno a queste, le cinque fasi
>> dell'accettazione, grazie Maddalena per aver già messo in scena il primo
>> punto eheheh...
>>
>>
>> 1. Negazione/Rifiuto (in principio si nega il lutto come naturale
>> meccanismo di difesa);
>> 2. Rabbia (quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico
>> di dolore che provoca una grande rabbia alle volte rivolta verso se stessi
>> o persone vicine o, in molti casi, verso la stessa persona defunta);
>> 3. Negoziazione (si tenta di reagire all’impotenza cercando delle
>> risposte o trovando soluzioni per spiegare o analizzare l’accaduto);
>> 4. Depressione (ci si arrende alla situazione razionalmente ed
>> emotivamente);
>> 5. Accettazione (si accetta l’accaduto, riappacificandosi con esso,
>> spesso sperimentando fasi di depressione e rabbia di natura moderata, volte
>> a riconciliarsi definitivamente con la realtà).
>>
>>
>> Davvero molto bello, brava!!!
>>
>> Si.Bi.
>> =========================
>> Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
>> Flight Control Office (CONN)
>> USS Hope - NCC-25122-A
>> =========================
>> "Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
>> veloce"
>> ______________________________
>> Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
>>
>>
>>
>>
>> Il lun 29 ott 2018, 20:20 Maddalena <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha
>> scritto:
>>
>>> Dunque, un paio di precisazioni.
>>>
>>> Anche se nelle nuove missioni normalmente si inserisce la data odierna,
>>> ne ho tenuto una di qualche giorno successiva a quella dell'ultima
>>> missione. In pratica stiamo tornando sulla terra come da conclusione del
>>> brano precedente.
>>> Visto che ho avuto carta bianca, non volevo fare una cosa tipo imbarchi
>>> ma ho comunque colto l'occasione per spiegare la reazione del personaggo
>>> alla Grande Rivelazione. Ha iniziato SIlvia e immagino che altri lo
>>> faranno, anche perchè pu avendone parlato qui brevemente mi sembra una cosa
>>> abbastanza importante. Ho accennato brevissimamente alle reazioni di altri
>>> personaggi ma non ho approfondito, non sapendo di preciso cosa si vuol
>>> inserire. Se non andasse bene, lo sistemo.
>>> Ho anhe inserito un altro spunto che nella mia idea potrebbe essere
>>> l'inizio di un'avventura a sè ma che volendo si può anche ricondurre a quel
>>> che sta succedendo o lasciar cadere, a seconda di come progredisce la
>>> faccenda.
>>> Ho fatto un po' fatica a scrivere, non sapevo bene come metterla giù.
>>> Spero vi piaccia.
>>>
>>> ----------------------------------------------------------
>>>
>>> *USS Hope - 14 aprile 2398, Ore 01.14*
>>>
>>>
>>>
>>> Nel sogno Rest stava ballando il valzer e a a Caytlin la cosa sembrava
>>> assolutamente naturale.
>>>
>>> Più tardi, a mente sveglia, si sarebbe detta che effettivamente la cosa
>>> non avrebbe dovuto stupirla più di tanto. Non che Rest le sembrasse il tipo
>>> di persona che frequenti abitualmente le sale da ballo ma, nelle giuste
>>> condizioni, perché mai non avrebbe dovuto danzare?
>>>
>>> Certamente possedeva l’abilità e la coordinazione per farlo e se gli
>>> fosse stato ordinato con una buona ragione o la situazione lo avesse
>>> richiesto – ad esempio ad un incontro diplomatico ufficiale – certamente lo
>>> avrebbe fatto.
>>>
>>> Nel sogno, tuttavia, si stupì della sua mancanza di stupore.
>>>
>>> Sapeva che si trattava di un sogno e, in un certo senso, temeva quello
>>> che sarebbe potuto accadere in quello strano modo in cui si teme a cosa si
>>> potrebbe assistere quando si è consapevoli che è la propria mente a
>>> determinare la realtà intorno a noi.
>>>
>>> Per il momento, comunque, a parte il valzer, non stava accadendo nulla.
>>>
>>>
>>>
>>> La stanza in cui si trovavano era circolare e ampia, soffusa di una luce
>>> tenue appena sufficiente a vedere il contorno dei mobili e completamente
>>> deserta, a parte loro due.
>>>
>>> La musica sembrava provenire da ogni direzione e da nessuna in
>>> particolare. L’ambiente era piacevole e, a parte quello strano senso di
>>> timore generato dalla consapevolezza di stare sognando, Caytlin stava
>>> piuttosto bene.
>>>
>>>
>>>
>>> Rest la superava in altezza di un buon venti centimetri, eppure i loro
>>> movimenti risultavano straordinariamente aggraziati. Lui la allontanò
>>> leggermente da sé, tenendole la mano per farla piroettare e Caytlin sollevò
>>> appena l’orlo dell’abito lungo e setoso, di un morbido blu notte, che
>>> indossava eseguendo passi che non sapeva di conoscere.
>>>
>>>
>>>
>>> “Tutto questo è alquanto… insolito,” commentò Rest, nel suo elegante
>>> smoking, con l’assoluta mancanza di inflessione che solo i vulcaniani sanno
>>> mettere nelle loro affermazioni, qualunque sia l’argomento in discussione,
>>> dalla geometria dei campo di curvatura alle abitudini di accoppiamento di
>>> Bueller.
>>>
>>> “Non è reale,” rispose lei, mentre tornavano a danzare allacciati.
>>>
>>> “No, non lo è. Si tratta di un sogno.”
>>>
>>>
>>>
>>> Tornò il silenzio, l’unico rumore, oltre alla musica, era costituito dai
>>> loro passi sul pavimento lucido.
>>>
>>> Non è che la conversazione spumeggiante fosse il punto forte di Rest,
>>> nemmeno durante le loro ore di veglia. In qualche modo, però, Caytlin si
>>> aspettava che la versione di lui proiettata dal suo inconscio sarebbe stata
>>> più incline alle chiacchiere.
>>>
>>> Non lo era.
>>>
>>> La musica scemò lentamente e tacque. Loro conclusero la figura e si
>>> fermarono. Rest le fece un mezzo inchino, ma non si sbilanciò fino ad
>>> arrivare ad un baciamano.
>>>
>>> Caytlin non sapeva se congratularsi con se stessa perché anche il
>>> proprio inconscio aveva inquadrato con esattezza il carattere di Rest o
>>> essere delusa.
>>>
>>> Rimasero in piedi per qualche istante, l’uno di fronte all’altra. Rest
>>> inarcò leggermente un sopracciglio.
>>>
>>>
>>>
>>> “Stiamo attendendo qualcosa?”
>>>
>>> “Di svegliarmi,” rispose lei con la vaga impressione che ci fosse
>>> dell’altro.
>>>
>>> Poi la luce si spense.
>>>
>>>
>>>
>>> *USS Hope – Ufficio Tenente Rodriguez – 14 aprile 2398, ore 8.15*
>>>
>>>
>>>
>>> “Del cioccolato? Perché non lo replica?”
>>>
>>>
>>>
>>> Per un folle attimo, Paulo pensò che la Graahn stesse usando un qualche
>>> gergo segreto che lui non conosceva per chiedergli di rimediarle un carico
>>> di droga. Non che lui, nel caso, non avrebbe saputo dove mettere le mani,
>>> ma il fatto che fosse proprio la trill a chiederglielo gli faceva un po’
>>> impressione. Senza contare che Basta l’avrebbe ammazzato.
>>>
>>>
>>>
>>> “Se volessi del cioccolato normale lo replicherei,” spiegò lei come se
>>> fosse ovvio. “Ma vorrei del cioccolato aldebarano e quello non si può
>>> replicare.”
>>>
>>>
>>>
>>> Effettivamente il cioccolato aldebarano non si poteva replicare ed era
>>> anche piuttosto raro. E perfettamente legale, motivo per cui Paulo non se
>>> ne era mai interessato più di tanto. Non pensava che sarebbe stato
>>> difficile reperirlo, era solo che la Graahn, sempre così ligia alle regole,
>>> non era mai venuta da lui a chiedere niente prima di quel momento.
>>>
>>>
>>>
>>> “Non per impicciarmi, ma perché non se lo compra alla prima occasione?”
>>>
>>> “Diciamo che è il mio modo per sfogare lo stress. E sono stressata
>>> adesso,” aggiunse a mo’ di ulteriore spiegazione.
>>>
>>> “Beh, a ognuno il suo. Qualcuno il cioccolato, qualcuno l’alcol,
>>> qualcuno… beh.” Tossicchiò ripensando alla conversazione con Basta. “Nessun
>>> problema, dottoressa. Però avrà il suo costo.”
>>>
>>> Melanne si sporse leggermente in avanti, verso l’altro. Fu un movimento
>>> a scatti, come se tentansse di essere minacciosa ma non avesse bene idea di
>>> come riuscirci. E non ci riuscì, così parve rinunciare e tornò ad
>>> appoggiarsi allo schienale. “Si ricorda quel discorso che abbiamo fatto sul
>>> non farsi visitare quando si ha qualcosa da nascondere?”
>>>
>>> Paulo sbuffò. “Non vedo cosa dovrei nascondere… o meglio, cosa dovrei
>>> nascondere che una visita di routine possa rilevare,” aggiunse dopo un
>>> istante, poi parve ripensarci di nuovo. “No, ok. Mi ha convinto. Un mese.”
>>>
>>> “Due settimane. La metto in fondo alla lista, è il massimo che posso
>>> fare.”
>>>
>>> “Andata.”
>>>
>>>
>>>
>>> *USS Hope, Hangar navette – 14 aprile 2398, Ore 09.22*
>>>
>>>
>>>
>>> “Glielo faccio sistemare a mano, poi lo ammazzo,” borbottò Luna. “Anzi,
>>> prima lo ammazzo e *poi* glielo faccio sistemare.”
>>>
>>> “Non è messo tanto male,” tentò Ferris in tono incoraggiante.
>>>
>>> “Insomma…” commentò Paulo con occhio critico.
>>>
>>>
>>>
>>> L’Akesh effettivamente non aveva un bell’aspetto. Ricordava più una
>>> lattina schiacciata che il vascello scattante e veloce che era stato prima
>>> di essere rubato. Sistemarlo a mano non sarebbe stato possibile nemmeno
>>> volendo, vivo o morto che fosse Basta durante i lavori, qualunque fossero i
>>> pezzi che Paulo sarebbe stato in grado di recuperare.
>>>
>>> Ferris non aveva il cuore di dirlo.
>>>
>>> Luna lo sapeva ma in quel momento, nonostante tutta la sua tempra,
>>> ammetterlo faceva troppo male.
>>>
>>> Fu Paulo a calare la scure.
>>>
>>>
>>>
>>> “Se ti interessa conosco un tizio che conosce un tizio che conosce un
>>> altro tizio il cui fratello potrebbe procurartene uno nuovo praticamente
>>> uguale.”
>>>
>>> Gli altri due si voltarono ad osservarlo.
>>>
>>> “E’ stato un regalo di mio nonno.”
>>>
>>> “Non è detto che anche quello nuovo non appartenesse a tuo nonno in
>>> precedenza,” commentò Paulo con nonchalance.
>>>
>>> Ferris tossicchiò prima che la scena sfociasse in massacro. “Visto che
>>> torniamo sulla Terra, potresti portarlo in un cantiere. Sono sicuro che te
>>> lo rimetteranno a nuovo.”
>>>
>>> “Vedi, se fossi stato tu a ridurlo così,” riprese Luna, gli occhi sempre
>>> fissi sulla sua nave martoriata, ignorando completamente il suggerimento,
>>> “avrei anche potuto accettarlo. Ti avrei portato sul ponte ologrammi e ti
>>> avrei sbattuto come un tappeto. E tu non te la saresti nemmeno presa.”
>>>
>>> “Ah, no?”
>>>
>>> “Invece non posso picchiare Basta.”
>>>
>>> “Perché no?”
>>>
>>> “Basta ha già i suoi problemi,” si inserì Rodriguez.
>>>
>>> “La dottoressa Graahn?”
>>>
>>> “Credo l’abbia già picchiato lei.”
>>>
>>> “Presa male, eh?”
>>>
>>> “A proposito di prenderla male, la Lennox cosa ha detto del fatto che
>>> stiamo tornando sulla Terra?”
>>>
>>> “Non saprei, le ho chiuso la comunicazione in faccia.”
>>>
>>>
>>>
>>> Sia Luna che Rpdriguez si voltarono a guardarlo.
>>>
>>> “Xyr lo sa?” chiese lei dopo un istante.
>>>
>>> “Aspetto il momento giusto per dirglielo.”
>>>
>>> “Com’è quel detto? Nessun inferno sarà mai come una donna infuriata?”
>>>
>>> Paulo fece spallucce. “Ci sarà da divertirsi.”
>>>
>>>
>>>
>>> *USS Hope, alloggio consigliere Caytlin, Contemporaneamente*
>>>
>>>
>>>
>>> Cytlin finì di sistemarsi i capelli e controllò gli appuntamenti della
>>> giornata con un leggero sbuffo di depressione. Dalla Grande Rivelazione in
>>> avanti, fuori dal suo studio c’era letteralmente la fila. Non si poteva
>>> dire che l’equipaggio non la ritenesse utile, tutti o quasi parevano volere
>>> il suo consiglio, il suo parere, parlarle dei propri sentimenti.
>>>
>>> Tuttavia, l’intera faccenda le risultava snervante.
>>>
>>> Probabilmente era questo il motivo dei suoi stupidi sogni. Normalmente
>>> non l’avrebbero turbata, non ci avrebbe perso più di un minuto, ma in quel
>>> caso sentiva una strana inquietudine al riguardo. E, dal momento che non si
>>> trattava d sogni particolarmente spiacevoli, non si spiegava il perché. Si
>>> morse lievemente il labbro inferiore davanti allo specchio, poi scosse la
>>> testa e scacciò il pensiero. Il suo inconscio le presentava immagini
>>> distorte dell’equipaggio e del loro comportamento, specialmente di coloro
>>> per cui era più preoccupata. Coloro che potenzialmente avrebbero potuto
>>> prendere peggio la presenza, finora segreta, di un alieno interdimensionale
>>> nella propria mente e che difficilmente avrebbero chiesto il suoi aiuto.
>>> Ecco tutto. La situazione non si preannunciava facile e non era sicura che
>>> tornare sulla Terra avrebbe migliorato le cose.
>>>
>>> Non vedeva cosa l’ammiraglio Lennox avrebbe potuto dire loro più di
>>> quello che già sapevano.
>>>
>>> Qualunque sarebbe stato lo sviluppo, tuttavia, lei avrebbe dovuto essere
>>> pronta.
>>>
>>>
>>>
>>> *USS Hope, ufficio Ufficiale Medico Capo, Contemporaneamente*
>>>
>>>
>>>
>>> Melanne tamburellava distrattamente con le dita sul piano della sua
>>> scrivania, nel mentre fissava i dati che scorrevano sul display.
>>>
>>> Aggrottò leggermente le sopracciglia, si ficcò in bocca il quinto
>>> cioccolatino replicato dell’ultima mezz’ora e ricontrollò ancora una volta
>>> le sue analisi.
>>>
>>> La trill si appoggiò allo schienale della poltroncina, sollevò le gambe
>>> e incrociò le caviglie sul piano del tavolo.
>>>
>>> Quei dati non avevano minimamente senso. Ovviamente avrebbe dovuto fare
>>> delle analisi più approfondite ma non aveva idea di cosa cercare davvero.
>>> Eppure se l’alieno di cui aveva parlato la Lennox aveva e stava tuttora
>>> operando fisicamente su di loro, se erano in grado di sentire parzialmente
>>> le sue emozioni o di evocarlo, per così dire, qualche segnale avrebbe
>>> dovuto esserci. Qualcosa nelle onde cerebrali, qualche anomalia nelle
>>> risposte neuronali. Qualsiasi cosa.
>>>
>>> Eppure lei non vedeva nulla in quei dati. E non si poteva dire che non
>>> ci si fosse impegnata.
>>>
>>>
>>>
>>> Dopo la Grande Rivelazione, non aveva avuto molto tempo per pensare a
>>> quello che avevano scoperto. Non che l’idea di avere un alieno
>>> interdimensionale nella testa, che in precedenza li aveva quasi uccisi, le
>>> piacesse ma lei aveva presentato domanda per la commissione simbiosi. Avere
>>> una seconda voce nella mente non le faceva tanta impressione come agli
>>> altri.
>>>
>>> Era arrabbiata per la menzogna, questo sì, ma era anche curiosa di
>>> capire come non se ne fosse accorta prima – specialmente con gli esami cui
>>> si era sottoposta dopo essere stata posseduta da quel mutaforma - e
>>> preoccupata per come avrebbe potuto prenderla Lon, visti i suoi precedenti,
>>> così aveva ricacciato indietro il primo sentimento. Non aveva tempo di
>>> arrabbiarsi, aveva un lavoro da fare, delle aspettative da soddisfare,
>>> domande a cui rispondere.
>>>
>>> Subito dopo Basta, in un’improvvisa esplosione d’ira e testosterone,
>>> aveva conteso a Bueller il discutibile privilegio di rubare una nave e
>>> rischiare di farsi ammazzare. Anche questo l’aveva fatta arrabbiare,
>>> soprattutto perché se n’era andato senza dirle niente. Ma capiva che
>>> tecnicamente non avrebbe avuto motivo di informarla – anche se lei
>>> l’avrebbe fatto, a parti invertite - e, ancora una volta, aveva
>>> l’infermeria piena di feriti di cui occuparsi. Non aveva tempo di
>>> arrabbiarsi.
>>>
>>> Il lato positivo era che Lon non si era fatto ammazzare e nel contempo
>>> avevano probabilmente salvato l’universo e tutto quello che conteneva. Lui
>>> sembrava uno gettato da una navetta in volo, ma tutto sommato non se la
>>> passava troppo male. Probabilmente si era aspettato la sua filippica di
>>> rito e l’aveva ascoltata con la giusta espressione contrita in volto.
>>> Tuttavia, non l’aveva presa molto sul serio e forse era stato questo a
>>> farla scoppiare.
>>>
>>> Per la prima volta aveva dovuto impegnarsi per reprimere l’istinto di
>>> mollargli un ceffone. Lui se n’era accorto, almeno credeva, ma Melanne non
>>> gli aveva dato il tempo di dire qualcosa. Aveva sfogato su di lui la sua
>>> rabbia, l’aveva rappezzato e l’aveva cacciato dalla sua infermeria. Non ci
>>> aveva più parlato da allora. Poi aveva abbaiato qualche ordine ad
>>> un’atterrita infermiera – nessuno prima d’ora era mai stato atterrito da
>>> lei – e si era chiusa in ufficio. Aveva ordinato un the e aveva rotto la
>>> tazza. E in un impeto di patetica ribellione non aveva raccolto i pezzi
>>> fino al giorno dopo.
>>>
>>> Successivamente aveva preso l’abitudine di passare molto più tempo nel
>>> proprio ufficio. Se la situazione in infermeria era tranquilla e lo
>>> permetteva – e dimessi gli ultimi pazienti non c’era stato un granchè da
>>> fare – delegava la compilazione dei rapporti al primo membro del personale
>>> di passaggio e si chiudeva nel suo studio. Questo le dava la duplice
>>> occasione di passare al setaccio le cartelle cliniche del personale alla
>>> ricerca di segni rivelatori di invasione aliena – tristemente mancanti
>>> senza ulteriori test - e di starsene in pace a mangiare cioccolato.
>>>
>>>
>>>
>>> Era arrabbiata. Di più, stavolta era veramente incazzata, come non lo
>>> era mai stata prima. Questa bruciava forte. Era un sentimento nuovo per lei
>>> e, per tanto, ancora più sconcertante.
>>>
>>> Melanne aveva passato tutta la vita cercando di soddisfare le
>>> aspettative altrui. Quelle della sua famiglia, poi quelle dei suoi
>>> insegnanti, infine quelle dei suoi superiori. Aveva concentrato tutto il
>>> suo impegno sul raggiungimento di quell’obbiettivo che naturalmente aveva
>>> avuto un costo. In accademia si era guadagnata la fama di quella che sa
>>> sempre tutto grazie al semplice espediente di non avere una vita sociale.
>>> Quindi era diventata il medico diligente, su cui si può contare ma da cui
>>> non ci si aspettano uscite esilaranti, motti di spirito o atti eroici.
>>> Quella di cui si ascoltano le ramanzine dopo essersi buttati senza batter
>>> ciglio nel genere di missioni che salvano l’universo.
>>>
>>> Se la vita a bordo della Hope fosse stata un romanzo, lei sarebbe stato
>>> il personaggio noioso.
>>>
>>> Lo sapeva e le andava bene così. Non possedeva il carattere di Luna, la
>>> leadership di Xyr o l’intuito di Caytlin ma era brillante e si trovava lì
>>> per le sue capacità e per il suo lavoro.
>>>
>>> O almeno così aveva creduto.
>>>
>>> Ora saltava fuori che se in quella sala al posto loro si fosse trovato
>>> un gruppo di addetti alle pulizie, anche loro avrebbero avuto una nave.
>>>
>>> Poteva anche essere che la Lennox fosse davvero arrivata con il tempo a
>>> credere nelle loro capacità, ma il merito iniziale era loro quanto della
>>> poltroncina su cui sedeva Strauss.
>>>
>>> Naturalmente, se non erano lì per merito loro ma solo per una fortuita
>>> serie di eventi, non c’era più motivo di essere la migliore. L’istinto al
>>> dovere era troppo radicato in lei perché trascurasse i propri compiti, ma
>>> dal suo punto di vista tutta quella storia aveva un interessante risvolto.
>>>
>>> Non c’erano più aspettative da soddisfare.
>>>
>>> Era libera.
>>>
>>>
>>>
>>> *USS Hope, alloggio Tenente Rest, Contemporaneamente*
>>>
>>>
>>>
>>> Rest aveva sempre trovato la meditazione piacevolmente utile, in
>>> particolare nell’ultimo periodo, da quando l’atmosfera a bordo era
>>> diventata così emotivamente logorante.
>>>
>>> Non era sua abitudine criticare l’operato dei propri superiori ma non
>>> vedeva quale fosse la ragione logica per informare l’equipaggio di una
>>> rilevazione così potenzialmente perturbante in un momento tanto delicato.
>>>
>>> Aveva imparato nel corso dei mesi precedenti ad apprezzare maggiormente
>>> i propri colleghi, a valutare i rispettivi punti di forza e di debolezza.
>>> Nonostante questo, non si poteva negare che la facilità con cui si
>>> abbandonavano alle emozioni fosse notevole e, in alcuni casi, pericolosa.
>>>
>>> Non aveva dubbi, ad esempio, sul coraggio di Basta. Ma non ne aveva
>>> nemmeno riguardo il fatto che probabilmente, se non fosse stato turbato da
>>> quella che l’equipaggio aveva ribattezzato ormai la Grande Rivelazione, la
>>> sua recente linea d’azione avrebbe potuto essere differente.
>>>
>>> Lui stesso aveva risentito della situazione, naturalmente. Aveva
>>> riflettuto a lungo e intensamente su ogni aspetto del problema, ma ancora
>>> non era riuscito a dissipare gli effetti che l’idea di un essere annidato
>>> nella sua mente – oltre al complesso castello di menzogne messo in piedi
>>> dall’ammiragliato – aveva su di lui. Si sentiva confuso, trovava maggior
>>> difficoltà nel concentrarsi e la sua attività onirica era diventata in
>>> qualche modo una nuova distrazione. Il sogno di un valzer con il
>>> consigliere normalmente non avrebbe assorbito nemmeno una minima parte
>>> della sua attenzione.
>>>
>>> Mai come ora era importante concentrarsi sulla meditazione.
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