[Stml17] [13.05 – Graahn – Il segreto non più segreto]
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 9 Apr 2019 09:33:41 CEST
Anche a me! Molto carino!
Poveri noi, non ce ne va dritta una!!!
Eheheh
Ottimo lavoro!
=========================
Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
=========================
"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il mar 9 apr 2019, 08:36 Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com> ha scritto:
> Sarà scritto di fretta, ma a me è piaciuto! :)
>
> Silvia
>
> ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
>
> ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
>
>
> Il giorno lun 8 apr 2019 alle ore 20:55 Maddalena <
> bryn.lwellelyn a gmail.com> ha scritto:
>
>> Ecco qui.
>> Innanzitutto mi scuso dell'attesa. Ho avuto alcuni problemi questa
>> settimana e mi sono ridotta all'ultimo, motivo per cui, nonostante il tempo
>> in più non è venuto come volevo.
>> In ogni caso, ho seguito la mia idea iniziale e spero vi piaccia.
>>
>> Maddy
>>
>> ---------------------------------------
>>
>> *USS Hope – Infermeria - 27/12/2398, Ore 05:28*
>>
>>
>>
>> L’infermiera Hargrave si stava annoiando.
>>
>> I turni di notte erano sempre noiosi, in mancanza di emergenze, ma quando
>> erano in servizio il dottor Prescott o il dottor Krell si riusciva a far
>> passare il tempo con una tazza di caffè e quattro chiacchiere.
>>
>> Quella notte, invece, c’era solo la dottoressa Graahn in infermeria.
>> Verso mezzanotte, quando ormai era chiaro che non sarebbe andata a dormire,
>> aveva chiamato Prescott per dirgli di prendersi la serata libera e
>> preparasi a sostituirla nel turno successivo, che sarebbe iniziato da lì a
>> una mezz’ora. Poi si era chiusa in ufficio a lavorare su qualcosa di
>> apparentemente fondamentale all’esistenza tutta dell’universo e di cui lei
>> non era a conoscenza.
>>
>> In verità alla Hargrave non dispiaceva non averla intorno. Non che non
>> fosse di compagnia, quando era in vena. Dalla Grande Rivelazione in avanti
>> le sue capacità sociali sembravano essere grandemente migliorate e, se nel
>> periodo immediatamente successivo a quella scoperta il personale aveva
>> nutrito una sorta di giusto terrore nei suoi confronti, la situazione si
>> era decisamente assestata dopo il loro ritorno sulla Hope. Tuttavia, quando
>> era presa da un problema non c’era praticamente modo di avere la sua
>> attenzione. Rispondeva a grugniti o non rispondeva per niente.
>>
>> Quindi non le dispiaceva del tutto che se ne stesse chiusa in ufficio,
>> lasciandola alla sua routine. Che tuttavia era terribilmente noiosa, quella
>> sera.
>>
>> Con un lieve sospiro, poggiò in un angolo la sua tazza di caffè,
>> solitaria e amara come la vita, e si dedicò all’inventario della farmacia.
>> In mancanza di altre occupazioni più urgenti, andava fatto ad ogni fine
>> turno, così che non mancasse nulla per quello successivo. Nel caso fosse
>> mancato qualcosa, era necessario andarlo a prendere in magazzino.
>>
>> La Hargrave passò con meticolosa calma in rassegna l’infinita scorta di
>> medicinali e attrezzi monouso di varia natura, annotando diligentemente su
>> un padd ciò che andava sostituito.
>>
>> Quando ebbe finito mancava circa un quarto d’ora al momento del cambio
>> turno. Si raddrizzò, finì in un sorso la tazza di caffè che rimise nel
>> replicatore e si diresse all’ufficio del medico capo.
>>
>> Quandò suonò alla porta, la Graahn la invitò ad entrare.
>>
>> Fissava lo schermo del computer con espressione lievemente corrucciata.
>>
>>
>>
>> “Dottoressa?”
>>
>> “Mmm….?”
>>
>> “Volevo avvisarla che sto andando in magazzino a prendere le scorte per
>> la farmacia.”
>>
>> “Mmm mmm.”
>>
>>
>>
>> La trill non alzò gli occhi dallo schermo, ma la Hargrave c’era abituata
>> e non fece una piega. Col significato dei suoi “mmm” ci avrebbe potuto
>> riempire un dizionario. Il numero e il tono potevano coprire quasi ogni
>> sfumatura dell’umanoide capacità di comunicare.
>>
>>
>>
>> “Non ci metterò molto.”
>>
>> “Mmm mmm.”
>>
>> “Vuole che prenda anche delle fiale di Aritrax? Non sono proprio finite,
>> ma ne sono avanzate solo due.”
>>
>> “Mmm.”
>>
>> “Va bene. Torno subito.”
>>
>> E uscì.
>>
>>
>>
>> *USS Hope – Ufficio capo della sicurezza - Contemporanemante*
>>
>>
>>
>> Lon chiuse l’ultimo file da esaminare e si appoggiò allo schienale della
>> poltroncina, strofinandosi gli occhi che gli bruciavano già da qualche
>> tempo.
>>
>> Non era ancora arrivato a nulla di conclusivo e anche questo gli bruciava
>> ma, dopo aver gettato uno sguardo all’ora, decise che tutto sommato non gli
>> bruciava abbastanza.
>>
>> Non ce la faceva davvero più.
>>
>> Se fosse stato sul punto di scoprire qualcosa, naturalmente, avrebbe
>> tirato avanti per tutto il tempo necessario, ma al momento all’orizzonte
>> non sembrava che ci fossero progressi significativi e il berazoide dovette
>> ammettere con se stesso che aveva davvero bisogno di dormire.
>>
>> Fu un’ammissione controvoglia, ma le parole avevano iniziato a
>> confondersi sullo schermo, ormai erano quasi le sei del mattino e sentiva
>> la necessità di una doccia, di qualche ora di sonno e di farsi un
>> quadro più chiaro della situazione.
>>
>> Con un sospiro, spense il terminale e si alzò, con la mente che ancora
>> rimuginava sul caso irrisolto.
>>
>> Sarebbe andato all’appuntamento con Melanne e poi sarebbe tornato al suo
>> alloggio. L’indomani probabilmente avrebbero dovuto mettere in atto il
>> piano del ponte ologrammi e gli Dei sapevano se non sarebbe stato più
>> facile sbattere tutta la delegazione da qualche parte senza bisogno di
>> inventarsi simili stratagemmi. Un po’ meno sottile, magari, ma altrettanto
>> efficace. Gli sarebbe servita tutta la sua pazienza. E non era molta.
>>
>> Uno sbadiglio enorme lo colse mentre si stava alzando dalla poltroncina.
>>
>> Basta si avviò all’uscita.
>>
>>
>>
>> *USS Hope – Ufficio medico capo - 27/12/2398, Ore 05:51*
>>
>>
>>
>> “Hope, ricapitoliamo quello che sappiamo su questa tossina, ok?”
>>
>> =^= E’ decisamente letale. =^=
>>
>> “Già.”
>>
>> =^= Decisamente illegale. =^=
>>
>> “Ovviamente.”
>>
>> =^= Ad oggi non sono conosciute terapie efficaci nel contrastarne gli
>> effetti. =^=
>>
>> “Il che è abbastanza deprimente.”
>>
>> =^= Concordo. Inoltre, agisce con estrema rapidità, perciò anche i
>> palliativi che hai escogitato sono di difficile somministrazione, oltre che
>> inutili sul lungo termine. =^=
>>
>> “Lo so, è proprio questo il problema.”
>>
>> =^= Forse dovresti considerare la questione sotto un altro punto di
>> vista. =^=
>>
>> “Se intendi l’idea di Eddison, non intendo somministrare a nessuno una
>> neurotossina letale per contrastarne un’altra leggermente più letale. Tanto
>> più che non so come curare nemmeno l’intossicazione dalla prima.”
>>
>> =^= Non era quello che intendevo, anche se l’idea potrebbe farci
>> guadagnare del tempo, non credi? =^=
>>
>> “Sinceramente non sono sicura che…”
>>
>>
>>
>> Un rumore proveniente dall’infermeria principale la interruppe.
>>
>> “Cosa sta facendo Janet? Trasposta un’intera cassa di Aritrax?”
>>
>> Senza attendere risposta si alzò e uscì dall’ufficio.
>>
>> In infermeria le luci erano tutte accese, come sempre, ma non c’era
>> nessuno.
>>
>> “Janet?”
>>
>> La Graahn si guardò intorno un po’ perplessa.
>>
>> Quando si voltò per rientrare in ufficio, qualcosa la colpì alla testa.
>>
>>
>>
>> *USS Hope – Bar - 27/12/2398, Ore 06:12*
>>
>>
>>
>> Lon sorseggiò lentamente dalla sua tazza e si guardò intorno. Melanne era
>> in ritardo di una decina di minuti. La cosa sarebbe stata molto strana se
>> si fosse trattato della vecchia Melanne, ma con quella nuova non sapeva
>> cosa aspettarsi. E la cosa gli piaceva. Si erano avvicinati, ai tempi
>> dell’Accademia, perché in qualche modo simili, ma entrambi erano cambiati e
>> cresciuti nel corso del tempo e questa sua nuova imprevedibilità gliela
>> rendeva ancora più attraente.
>>
>> Se avesse tardato ancora, glielo avrebbe fatto pesare, alla faccia dei
>> consigli del medico e tutto il resto. Sorrise al pensiero.
>>
>> Sorriso che si spense immediatamente quando la sicurezza venne chiamata
>> in infermeria.
>>
>>
>>
>> *USS Hope – Infermeria - 27/12/2398, Ore 06:31*
>>
>>
>>
>> Melanne strappò praticamente di mano il tricorder medico a Prescott e
>> lesse rapidamente il dispaly,
>>
>>
>>
>> “Niente trauma cranico, niente commozione cerebrale. Solo un bernoccolo.
>> Prendo un analgesico e starò benissimo.”
>>
>>
>>
>> Basta strinse le labbra e gettò un’occhiata all’altro medico, il quale
>> sollevò gli occhi al cielo, annuì e si riprese il tricorder.
>>
>>
>>
>> “Sarebbe comunque meglio che si prendesse un po’ di riposo, dottoressa. E
>> tenga il ghiaccio.”
>>
>>
>>
>> La Graahn fece segno di sì con la testa, ma si bloccò con una smorfietta
>> di dolore. Seduta sul bordo del lettino medico, con una borsa di ghiaccio
>> premuta sulla tempia, sembrava più irritata che spaventata. Basta non
>> sapeva bene come interpretare le sfumature di arancio guizzanti che si
>> alternavano al blu. In compenso, lui era fuirioso.
>>
>> Quando era arrivato in infermeria, subito dopo la chiamata della
>> sicurezza, Melanne era già sveglia. A quanto pareva, l’infermiera Hargrave
>> l’aveva trovata priva di sensi al ritorno dal magazzino. Prescott era
>> arrivato poco dopo e insieme l’avevano soccorsa, anche se era chiaro che
>> non si trattava di nulla di grave.
>>
>> La sua squadra aveva controllato l’intera infermeria senza trovare
>> nessuno, mentre lui parlava con Melanne, cercando contemporaneamente di
>> avere un quadro chiaro dell’accaduto e di placare il feroce impulso di
>> smembrare il colpevole qualora gli fosse capitato sotto mano. A quel punto
>> erano arrivati anche Bueller e Xyr.
>>
>>
>>
>> “Allora, di che si tratta esattamente?” domandò il capitano. Era
>> chiaramente sollevato che nessuno si fosse ferito in modo grave, ma già
>> avevano una discreta quantità di grane senza bisogno di un’aggressione.
>>
>>
>>
>> “L’infermiera Hargrave ed io eravamo sole in infermeria. Lei è andata in
>> magazzino a prendere delle scorte per la farmacia. Io sono rimasta in
>> ufficio a lavorare,” recitò meccanicamente Melanne, come se stesse leggendo
>> da un copione. Bueller immaginò che avesse già ripetuto l’intera storia a
>> Basta, probabilmente più di una volta. “Ho sentito un rumore, sono uscita.
>> Non ho visto nessuno.”
>>
>> “Ma qualcuno c’era dato che ti hanno dato una botta in testa, giusto?”
>>
>> “Beh, di certo non mi ha colpito una tegola.”
>>
>> “Una tegola?” domandò Xyr, perplessa.
>>
>> “Manca qualcosa?” domandò Bueller.
>>
>> “Stanno controllando, ma non vedo cosa dovrebbe mancare.”
>>
>> “Se si trattasse dell’amico dell’amico dell’amico di Paulo…”
>>
>> “Ha già una neurotossina, ed è abbastanza letale così. Non gli serve
>> altro.”
>>
>> “Questo se partiamo dal presupposto che stesse cercando un’arma,” si
>> inserì Xyr.
>>
>> La Graahn aggrottò le sopracciglia. “Per quale altro motivo sarebbe
>> venuto in infermeria? Se stesse male, lo cureremmo senza bisogno di
>> picchiare il prossimo.”
>>
>> “Ma se non fosse chi dice di essere, una scansione medica potrebbe
>> rivelarci qualcosa.”
>>
>> “Non vedo come, non c’è modo di distinguere un umano da un membro della
>> delegazione, a meno che non gli faccia una scansione del DNA. E non è una
>> cosa che facciamo per un mal di stomaco.”
>>
>> “In ogni caso,” cominciò Basta che fino a quel momento era rimasto in
>> silenzio, “ qualunque sia il motivo per cui è venuto, ha richiesto una
>> certa preparazione. Ha scelto un momento in cui sapeva ci sarebbe stata una
>> sola persona in infermeria. E se non avessi sentito quel rumore, magari non
>> saresti nemmeno uscita dall’ufficio. Aggredirti è stata una mossa di
>> ripiego.”
>>
>> “Che fortuna…”
>>
>> “Le registrazioni della sicurezza cosa dicono?” domandò Xyr.
>>
>> “Nulla. Non compare su nessuna registrazione.”
>>
>> “Stai dicendo che ha manomesso il sistema di sorveglianza?”
>>
>> “Doohan e Rest stanno controllando. Ma ce ne saremmo accorti.”
>>
>> “E allora come diavolo ha fatto?”
>>
>> Basta serrò ancora di più la mascella. “Non ne ho idea.”
>>
>> “C’è anche un altro problema,” lo interruppe Melanne.
>>
>> “Ce ne mancava uno, in effetti…”
>>
>> “C’erano degli oggetti spostati sulla mia scrivania. Deve essere entrato
>> nel mio ufficio dopo avermi incontrata.”
>>
>> “Credi che stesse frugando tra le tue cose?” domandò Bueller.
>>
>> “Non lo so. Ma stavo lavorando all’antidoto per la neurotossina prima di
>> uscire. C’era ancora lo schermo acceso.”
>>
>> Basta aveva la faccia di uno a cui avevano appena ucciso il gatto.
>> “Perciò,” proseguì in direzione degli altri due. “Se ad entrare qui è stato
>> il nostro sospettato, ora sa che lo stiamo cercando.”
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