[Stml17] 12.07 - Caytlin - A NEW HOPE

Vanessa Marchetti hazyel91 a gmail.com
Mar 22 Gen 2019 13:20:30 CET


Grazie capo ma nn ho capito la cose di Hope guardiamarina

Il giorno Mar 22 Gen 2019, 12:19 Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com>
ha scritto:

> Il mio parere sul brano, che ho ritardato un po' a mandare perché volevo
> vedere cosa ne pensavate voi, è che Vanessa ha fatto un lavorone come
> sempre.
>
> Mi pare che abbia toccato tutti i punti e abbia scritto un pezzo
> commovente e credibile. Brava
>
>
> *Sent:* Sunday, January 20, 2019 at 1:18 PM
> *From:* "Vanessa Marchetti" <hazyel91 a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] 12.07 - Caytlin - A NEW HOPE
>
> Sono in ritardo di due o tre giorni.. ma dovevo far passare un anno e così
> ho fatto.. buona lettura XD
>
>
>
> *****************************************
>
> *12.07 - Caytlin - A NEW HOPE*
>
> *****************************************
>
>
>
> *SOL III – San Francisco*
>
> *Comando della Flotta Stellare*
>
> *Ufficio Contrammiraglio Lennox*
>
> *26/04/2397, ore 8:22*
>
> La Lennox stava nuovamente discutendo con i parigrado Crom e Maelstrom sul
> caso Hope. Aveva preteso che entrambi i colleghi fossero presenti a quella
> imminente riunione per consentire a Bueller ed ai suoi ufficiali di
> comprendere appieno l’operato dell’Ammiragliato.
>
> Crom, come responsabile addetto agli approvvigionamenti, aveva dovuto dar
> fondo a molte energie per permettere un supporto continuo alla USS Hope.
>
> Certo, quell’equipaggio si era sempre riuscito a districare da solo nei
> problemi che aveva contribuito a creare, ma il Denobulano aveva messo in
> atto una rete di sostegno in grado di fornire assistenza alle attività dei
> cadetti, prima, e dei giovani ufficiali, poi.
>
> La USS Ammard, al netto dell’incapacità del non troppo rimpianto Capitano,
> era l’emblema di quella scorta silenziosa che aveva vigilato e protetto
> alcune delle più giovani e promettenti nuove leve che l’Accademia avesse
> sfornato negli anni più recenti.
>
> La necessità, palesata dall’alieno, di avere tutti i suoi ospiti il più
> possibile vicini e, comunque, mai oltre un sistema di lontananza, aveva
> comportato una complessa attività sotterranea di vigilanza ed aiuto.
>
> Ciò che, però, era sembrata a tutti come un’ottima mossa per aiutare
> Bueller ed i suoi a sopravvivere, poteva essere facilmente letta, in senso
> contrario ed opposto, come una totale mancanza di fiducia nei loro
> confronti che, a sua volta, poteva minare ancor di più l’umore già pessimo
> dell’equipaggio della USS Hope.
>
> Il perché non fosse dei migliori era facile immaginarlo: era indubbio che
> ognuno si fosse posto forti domande sulle proprie reali capacità.
>
> Scoprire di non avere un completo proprio libero arbitrio, di essere
> posseduti da un’entità aliena i cui fini potevano non essere così limpidi
> come sembrava, di essere stati ingannati anche da coloro i quali dovevano
> tutelarli e difenderli.. era palese come potesse aver destabilizzato
> l’ambiente a bordo.
>
> La scoperta della verità aveva disintegrato ciò che faticosamente avevano
> costruito: l’insicurezza si rifletteva senza dubbio non solo sulla coesione
> dell’equipaggio, ma anche attraverso profonde variazioni dei comportamenti
> abituali.
>
> La consueta faccia tosta di Bueller e la sua innata abilità a disobbedire
> agli ordini, pur mascherando tale tendenza sotto inappuntabili motivazioni
> in grado di mantenerlo un gradino più in basso delle violazioni
> regolamentari più gravi, erano sfociate in aperta insubordinazione.
>
> Aveva imposto alla sua unità un rientro sulla Terra, senza attendere
> disposizioni o autorizzazioni in merito, e troncando ogni qualsivoglia
> trasmissione con il Comando di Flotta.
>
> Un atteggiamento che, in ambito normale, avrebbe fatto drizzare le antenne
> al Tenente Xyr, con conseguenze immediate.
>
> Insolitamente, invece, gli oltre quattromila rapporti dell’Andoriana si
> erano fermati: tutto ciò che la Facente Funzione di Primo Ufficiale aveva
> immancabilmente sottolineato in quegli anni come non consono, incorretto,
> non funzionale, inadeguato, non confacente, si era ora tramutato in un
> silenzio assordante del tutto stupefacente.
>
> Lo stesso Strauss si era allineato a quel silenzio: il rapporto di affetto
> che legava lei e Nicholas era stato messo a dura prova da quell’inaspettata
> presenza. Come se ciò non bastasse, il suo essere paranoico era stato
> aggravato in maniera esponenziale dalla scoperta di un’entità aliena in
> grado di generare puro terrore nello sgradito, ma momentaneamente
> amichevole, ospite.
>
> Le tempistiche della permanenza di quest’ultimo dentro i loro corpi, per
> permetterne la cura, erano state calcolate in via ipotetica.. poteva ancora
> perdurare un anno, forse due.. cosa sarebbe successo dopo?
>
> L’arrivo di una potenziale nemesi aggressiva, infestante e apparentemente
> letale, era stato da poco provvisoriamente scongiurato, ma quanto sarebbe
> durato?
>
> Erano realmente riusciti a debellarne la presenza o avrebbe trovato altri
> modi per tornare e sfidare l’alieno ospite, mettendo in pericolo la vita di
> duecento giovani ufficiali?
>
> Non era dato saperlo, ma era stata la causa scatenante di quella
> situazione: senza di essa, la verità sarebbe rimasta sopita il tempo
> necessario per curare tutti gli elementi della USS Hope permettendo loro di
> riprendere in mano consapevolmente le proprie vite.
>
> Invece, la Lennox si era trovata costretta a raccontare loro la cruda
> realtà dei fatti.. era l’unico modo per aiutarli, ma, al momento, li aveva
> persi.. non avevano più alcuna fiducia in lei o in nessuno del Comando di
> Flotta.
>
> Non ne aveva la controprova, ma aveva perso l’appoggio anche dell’ultima
> degli ufficiali superiori della Hope su cui pensava di fare affidamento,
> ossia la Risiana Caytlin.
>
> La Consigliera di bordo era sempre stata anomala, il suo voler apparire
> sciocca faceva a pugni con la sua essenza intuitiva, il suo puntare sulla
> bellezza esteriore non poteva nasconderne la profondità interiore, era
> sempre stata l’anima dell’equipaggio.. colei cui, per motivi spesso non
> professionali, tutti si aggrappavano.
>
> La bomba che la Lennox aveva sganciato sulla USS Hope aveva investito
> pienamente anche Caytlin: l’ultima comunicazione che avevano avuto era
> stata pessima.
>
> In tutto in non verbale della Risiana, la Lennox aveva potuto percepire
> rabbia, delusione, sconcerto, umiliazione..
>
> Probabilmente permeava e resisteva quell’incrollabile capacità di quel
> popolo nel cercare il lato positivo delle cose, di spronare a migliorarsi,
> la volontà di trovare il modo per godersi la vita pur non trascurando i
> propri doveri.. ma le dava l’idea di una fiammella debole, circondata da
> forze oscure preponderanti.
>
> Alla Lennox venne in mente Forte Alamo.. quell’episodio storico vecchio di
> secoli eppure fondante per la cultura terrestre del continente Nord
> Americano.
>
> Un pugno di volontari e soldati irregolari aveva resistito in un piccolo
> fortino all’attacco di migliaia di militari addestrati. Avevano perso, ma
> il loro eroismo aveva permesso di fermare l’invasione.
>
> L’aura più profonda della Risiana le era apparsa come rinchiusa ad Alamo
> circondata dalla cruda realtà dei fatti, oppressa da sentimenti
> contrastanti, suoi e di tutto l’equipaggio, cui non sapeva se era in grado
> di far fronte.
>
> La Lennox l’aveva quasi supplicata di tenerla aggiornata: non se la
> sentiva di darle ordini dopo che l’aveva così tradita, anche se lo aveva
> fatto per il loro bene.
>
> Non era servito a nulla: tutti i rapporti sull’integrità psicoattitudinale
> dei vari membri a bordo della nave si erano interrotti.
>
> La Consigliera di Bordo ed il suo staff avevano del tutto rifiutato di
> inviarle aggiornamenti sulla salute mentale dell’equipaggio.
>
> Per farla breve, le uniche notizie che il Comando di Flotta aveva della
> Hope, dopo il suo ultimo scontro, erano indirette e dovute, appunto,
> all’infaticabile sistema protettivo messo in campo dal Contrammiraglio Crom.
>
> Se da un lato, ciò era un bene, dall’altro era una cosa pessima: mentre la
> USS Hope tornava a casa, le voci erano circolate.. su ciò che erano stati
> capaci di fare.. su ciò che erano.. sulla loro situazione..
>
> Il Contrammiraglio Maelstrom sosteneva come la segretezza, che aveva
> avvolto l’intero progetto sin dalle sue origini, avesse subito una falla..
> non vi erano stati ancora spifferi alla stampa o agli organi di
> informazione, ma sussurri, dicerie, blaterazioni varie si moltiplicavano.
>
> Qualche Capitano ne era stato informato, altri lo avevano saputo, altri
> ancora lo avrebbero scoperto presto.
>
> Erano stati tutti invitati al massimo riserbo, ma la voce rischiava di
> diventare incontrollabile. Se fosse divenuta di pubblico dominio, la Flotta
> Stellare avrebbe dovuto dare pubbliche spiegazioni, probabilmente sarebbero
> cadute delle teste.
>
> La Lennox sentiva che la sua era una di quelle, proprio lei che non era
> mai stata una grande fautrice del progetto Hope. Vi ci era stata costretta,
> presa fra due fuochi, da un lato le pressioni ricevute ed un incarico mai
> troppo amato e, dall’altro lato, la consapevolezza che quel progetto poteva
> servire realmente a non perdere del capitale umano preziosissimo.
>
> Quelle ragazze e quei ragazzi, ognuno per qualche caratteristica
> predominante, era quanto di meglio era uscito dall’Accademia nell’anno 2394.
>
> La sorte, il destino, la sfortuna.. qualunque cosa fosse che muoveva le
> loro vite, li aveva portati a scontrarsi con quell’alieno.
>
> Quell’incontro non voluto, a sua volta, aveva permesso loro, e solo a
> loro, di essere in grado di accorgersi dell’entità aliena nemesi del primo,
> probabilmente in grado di invadere l’intero universo con una facilità
> disarmante.
>
> Per fare un paragone, al confronto, i Borg erano stati un banale piccolo
> meteorite incontrato sulla propria rotta.
>
> Eppure l’equipaggio che lei tanto aveva protetto, prendendosela con loro
> quando riuscivano a mettersi nei guai anche nelle missioni più tranquille,
> stava diventando un problema: l’essere fuori controllo, non voler
> collaborare, il rischio concreto che avessero informato famigliari e amici
> troppo chiacchieroni o apprensivi, metteva tutti loro ancor più in pericolo.
>
> Qualche parente con amicizie poco raccomandabili o, al contrario, con
> contatti troppo potenti.. qualche scienziato disponibile a fare esperimenti
> o ad usarli come cavie, medici senza scrupoli o animati da intenti
> rivoluzionari, per non parlare dei Servizi di Intelligence della Flotta
> stessa o di qualche divisione deviata come la famigerata e mai appurata
> Sezione 31.
>
> Bueller ed i suoi compagni dovevano capire che la Lennox, Crom e
> Maelstrom, ossia il trittico di Ammiragli presenti in quella sala, erano i
> loro principali alleati e protettori, non avversari da combattere.
>
> Impegnati a discutere fra loro, non si accorsero del leggero ronzio della
> porta che si apriva, così come quasi non si stavano accorgendo che non
> erano più soli.
>
> Furono le urla di uno degli attendenti della Lennox a richiamare la loro
> attenzione
>
> “Uno le dice che non può entrare, ma no.. qua orecchie a punta fa come
> vuole! E certo lei è Vulcaniana, ha la sua logica, ma non ci sente.. ha le
> orecchie piene di cerume? O è così fuori dal mondo da non comprendere la
> frase banale che non si può entrare? E’ in corso una riunione e v’è
> l’ordine tassativo non di non far passare nessuno?? Ma no! Questa alza
> mezzo sopracciglio e la mano e può passare! Ci manca solo che mi dica che
> non sono i cyborg che state cercando, ma per chi mi ha preso?
> Contrammiraglio o no io le rifaccio i connotati!”
>
> Prima ancora che Evelin Lennox potesse fermare il suo attendente, la neo
> entrata T’Li figlia di Vorak abbozzò un mezzo sorriso, niente più che un
> leggero incresparsi delle labbra, prima di voltarsi ad affrontare il
> Tellarite
>
> “Guardiamarina Barc, nato a Tellar in data stellare 41538.25, ossia il 16
> luglio 2364, mai promosso dal grado di diploma in Accademia per
> l’incredibile capacità a generare risse e occasioni di scontri fisici,
> sbarcato da ben quattro unità della Flotta Stellare per inidoneità a fare
> team, le posso garantire che, in caso di attacco fisico da parte sua,
> finirebbe sul pavimento del corridoio da cui siamo entrati in meno di
> cinque secondi.. 4,87 per l’esattezza.. a nulla le servirebbe la sua
> altezza di un metro e settantatre centimetri, la folta barba che tanto
> porta con orgoglio e tutto il suo smisurato ego oltre alle proverbiali
> zampate dure come badilate.. le rinnovo l’invito a tornare alla sua
> postazione e di non curarsi di me, come le ho detto poco fa”
>
> L’attendente della Lennox si mantenne ad una spanna dalla Contrammiraglia
> T’Li, l’atteggiamento fisico non era cambiato, ma nei suoi occhi si
> percepiva il dubbio ed il dilemma.. quella Vulcaniana sapeva praticamente
> tutto di lui e, probabilmente, poteva anche essere in grado di fare
> concretamente quello che aveva affermato in caso di scontro fisico.
>
> Lui, però, aveva ricevuto un ordine perentorio dal suo capo e non avrebbe
> mollato la lotta tanto facilmente.
>
> Prima che potesse fare qualcosa di stupido, il Tellarite udì il richiamo
> della Lennox
>
> “Va bene così Barc, la collega può restare.. informami quando arrivano
> Bueller e gli altri ufficiali superiori della USS Hope”
>
> Il Tellarite grugnì, mormorò una serie di insulti intellegibili che fecero
> sorridere Maelstrom e Crom sotto i baffi, ma, alla fine, annuì in senso di
> assenso.
>
> Stava per andarsene, quando sentì un tocco delicato, ma fermo sulla spalla
> sinistra.
>
> “Sono venuta per questo.. la USS Hope è in orbita geosincrona con SOL III,
> ma non vi è nessuno a bordo.. nemmeno l’equipaggio base per le operazioni
> di routine. Risultano molteplici tracce di teletrasporto, ma la nave è
> sguarnita. Il controllo volo ha inviato in ricognizione una squadra di
> sicurezza, la situazione è tranquilla.. nessuna anomalia.. ma, ripeto,
> nessuno a bordo”
>
> “Avevano un appuntamento con me.. li ho sentiti quindici minuti fa”
>
> “E’ quello che risulta dal piano di volo e dalla penultima comunicazione
> del Primo Ufficiale della USS Hope, il Tenente Bueller”
>
> “Penultima?” domandò Crom
>
> “Esatto, l’ultima è stato l’ordine di abbandono nave dato dal Capitano
> Strauss”
>
> “Nicholas? Non è possibile, mi avrebbe avvertita” esclamò stupita la Lennox
>
> “E’ successo qualcosa? Un pericolo imminente?” chiese Maelstrom
>
> “Niente di tutto ciò”
>
> “L’abbandono immotivato di una nave della Flotta è una grave violazione,
> si finisce sotto corte marziale.. non è possibile!”
>
> “Sono conscia della situazione.. per quello, non appena ho saputo
> dell’anomalia, vi ho informati”
>
> “Chi sa della cosa?”
>
> “I colleghi del controllo volo. Il loro responsabile ha dato ordine di
> mantenere tutto sotto seclar, ha dato disposizioni a riguardo.. le squadre
> di sicurezza e di ingegneri oltre ai piloti impegnati nella gestione
> ordinaria della USS Hope in orbita sono tenuti al silenzio..”
>
> “E posso chiedere come mai la notizia la so da te T’Li?”
>
> “Il problema dei cadetti del 2394, in un numero stimato fra i
> centocinquanta ed i duecento, lo conosco bene Evelin, insegno all’Accademia
> e questa anomalia l’ho avvallata e tentato di proteggerla. Il controllo
> volo ha informato, seguendo i canali ordinari, il nostro collega Often che,
> come sapete, è uno dei referenti per le possibili minacce interne alla
> sicurezza. E Steven mi ha fatto la gentilezza di avvisarmi, delegandomi
> l’onere di coordinare la cosa e tenerlo informato nel massimo riserbo.
> Nessuno ha l’interesse che un fatto del genere trapeli all’esterno. Una
> nave abbandonata senza motivo non è un biglietto da visita che la Flotta
> Stellare ha piacere che venga adoperato”
>
> “Uhm ok.. cosa suggerisci di fare?”
>
> “La stessa cosa che pensate voi, non è difficile tracciare i
> teletrasporti. Possono essersi divisi, ma è logico ponderare che vi stiano
> aspettando. Ritengo, con buona approssimazione, che siano in un punto
> preciso, raggruppati, o, per lo meno, lo sono gli ufficiali superiori”
>
> “Concordo” intervenne Maelstrom “dopotutto sparendo e cercando attivamente
> di far perdere le loro tracce, rischiano tutti, dal primo all’ultimo,
> un’accusa di diserzione e per quello sono perseguibili e punibili.. è più
> probabile che sia una mossa diretta e finalizzata a noi tre”
>
>
>
>  *SOL III – South Dakota*
>
> *Mount Rushmore National Memorial*
>
> *26/04/2397, ore 15.38*
>
> Dopo ore di ricerche, non potendo mettere in allarme ulteriormente altri
> colleghi, alla fine, il Denobulano Crom aveva annunciato trionfante che la
> totalità dell’equipaggio della USS Hope era stato ritrovato.
>
> Come supposto, si erano radunati tutti in un unico luogo: il parco di
> fronte al Mount Rushmore National Memorial.
>
> Erano suddivisi in gruppetti di massimo quattro o cinque persone, con ogni
> probabilità si stavano confondendo assieme alla moltitudine di visitatori
> che ogni giorno visitava quell’attrazione vecchia di secoli.
>
> Su uno dei versanti del Monte Rushmore, infatti, erano scolpite le
> sembianze di cinque dei più memorabili Presidenti degli Stati Uniti
> d'America.
>
> Originariamente, ossia attorno alla prima metà del ventesimo secolo, ne
> erano state scavate, nel granito della montagna, soltanto quattro: Abramo
> Lincoln, Theodore Roosevelt, Thomas Jefferson e George Washington.
>
> Ad un certo punto, prima del 2287, si decise di aggiungere l’immagine
> della prima Presidente donna afroamericana, ossia Sarah Susan Eckert,
> subito alla sinistra dell’effigie dedicata a George Washington.
>
> Un luogo denso di richiami storici.. un riferimento, nemmeno troppo
> velato, a personalità del passato che si erano dimostrate degne di fiducia
> e di rispetto su cui fare completo affidamento.
>
> L’esatto contrario dei tre Contrammiragli ritenuti, con ogni
> verosimiglianza, dall’equipaggio della Hope come i maggiori responsabili
> della carenza di fiducia nei loro confronti.
>
> Non che a Crom o a Maelstrom potessero addebitare particolari colpe, ma la
> palese mancanza di rispetto nelle decisioni del Comando si era
> evidentemente estesa a tutti i membri di grado elevato appartenenti alla
> Flotta Stellare.
>
> Vista l’assenza di comunicazioni relative alla presenza di duecento
> ufficiali ai piedi del Monte Rushmore, la Lennox aveva optato per recarsi
> in loco in abiti civili come un trio di novelli campeggiatori.
>
> Se lei e Rick Maelstrom potevano passare sufficientemente inosservati, la
> presenza di un Denobulano in carne ed ossa aveva interessato molti bambini
> di passaggio ed alimentato la loro curiosità.
>
> Quel vociare divertito per poter vedere di persona, in carne ed ossa, un
> appartenente ad una specie, per quell’età, soltanto studiata sugli olo
> libri di scuola, fu come il classico allarme che partiva nel momento più
> inopportuno.
>
> Nel giro di dieci minuti, ogni membro della USS Hope era stato informato
> che la Lennox stava arrivando.. che l’ora delle spiegazioni era giunta..
> avrebbero rischiato tutti la corte marziale? O sarebbe stato il Comando a
> doversi scusare?
>
> L’ansia non era poca, anche se il Capitano Strauss aveva rassicurato tutti
> che la decisione di abbandonare la nave era stata sua e loro avevano solo
> obbedito agli ordini.
>
> L’ansia era covata anche dalla Lennox.. come poteva evitare che quel
> pasticcio le scoppiasse in mano come una bomba ad orologeria il cui timer
> stava pericolosamente arrivando allo zero?
>
> Ad un certo punto, Evelin si accorse di essersi persa anche Rick
> Maelstrom.. il volpone aveva approfittato di una sua disattenzione per
> darsela a gambe.. anche se si sarebbe giustificato in seguito sostenendo di
> essere andato a dar man forte al povero Crom.
>
> La Lennox scrollò le spalle e continuò sul sentiero secondario,
> allontanandosi da quello più battuto dai turisti. Sapeva che l’equipaggio
> della Hope, che aveva imparato a considerare come i suoi ragazzi, si era
> accampati lungo il crinale opposto a quello generalmente percorso dai
> visitatori di giornata.
>
> Percorse altri trecento metri, lentamente, avanzando in salita.
>
> Man mano che si avvicinava, poteva percepire le loro auree..
>
> Ve n’erano alcune bianche.. non più di cinque.. appartenevano a coloro che
> erano talmente terrorizzati dalle possibili conseguenze del loro
> ammutinamento da perdere ogni colore.
>
> Molte, al contrario, erano nere.. i suoi sensi Betazoidi, per quanto
> enormemente sollecitati, non potevano darne un conto esatto, ma stimava che
> una quarantina di giovani fossero molto pessimisti per la loro situazione,
> senza speranze, al punto che non vedevano nessun colore nel loro orizzonte,
> nessuna via d’uscita alla presenza dell’alleno nei loro corpi e nelle loro
> menti.
>
> Altre auree, non più di venti, emanavano un verde caratteristico
> dell’invidia.. non la odiavano per le menzogne che aveva detto loro, ma la
> invidiavano per essere lei libera e loro prigionieri di quell’assurda
> situazione.
>
> Il grosso dei suoi ragazzi, una cinquantina, invece, irradiava il rosso..
> un rosso rabbioso.. erano molto arrabbiati con lei, con quell’assurda
> presenza nei loro corpi, per essere impossibilitati a scegliere di testa
> propria cosa fare delle proprie esistenze.. erano puro fuoco che ardeva
> sotto la superficie.
>
> Un altro numero non indifferente, non meno di una trentina, diffondeva
> un’aura blu.. tipica della paura, della fifa, nell’oscurità indefinita di
> un futuro tutto da decifrare, tutto li spaventava.
>
> Escludendo i Vulcaniani, solo in cinque emanavano auree non così
> oppositive: Strauss, Bueller, Caytlin, la Jones e Rodriguez.
>
> Gli ultimi due emettevano una multi cromia la cui prevalenza però
> esprimeva indifferenza, non preoccupazione, la presenza dell’ospite non era
> considerata come un pericolo, ma come un’opportunità di crescita ed uno
> stimolo, pur non mancando rabbia ed insofferenza per il modo che erano
> stati trattati tutti quanti.
>
> I primi tre avevano tonalità cangianti, su cui spesso faceva capolino il
> rosa, in varie gradazioni.
>
> Nicholas emanava affetto nei confronti di Evelin: sapeva di averla fatta
> grossa, ma il suo non verbale trasmetteva tranquillità. Era consapevole che
> non potevano incorrere nella Corte Marziale se il Comando non voleva che
> venisse resa pubblica la questione alla base dell’intero progetto Hope.
>
> Erano venuti lì per trattare e così avrebbero fatto.
>
> Bueller emanava ottimismo, qualunque cosa avesse avuto in mente, sapeva
> che la Lennox difficilmente avrebbe potuto ergere una barricata su tutta la
> linea. Era stato tradito, profondamente umiliato, ma quell’esperienza lo
> aveva fatto crescere e non si sarebbe fermato per nulla al mondo..
>
> Caytlin emanava più puramente l’aurea rosacea rispetto agli altri due:
> amorevolezza, ottimismo, fiducia.. erano presenti anche tutte le altre
> tonalità: dal nero, al bianco, dal verde al rosso, passando attraverso il
> blu.. ma tutti quei colori erano gli assedianti.. dentro l’anima della
> Risiana resisteva Fort Alamo.
>
> La Lennox, per la prima volta da giorni, si sentì sollevata.
>
>
>
> *SOL III – San Francisco*
>
> *Comando di Flotta*
>
> *Ufficio Contrammiraglio Lennox*
>
> *22/10/2398, ore 09.27*
>
> =^=E’ ora di avviare il progetto New Hope.. potete procedere con
> l’estrazione dell’ospite=^=
>
> “Ricevuto”
>
> Evelin Lennox chiuse quella chiamata proveniente da Parigi.
>
> Era passato un anno e mezzo dall’accordo sancito con l’equipaggio della
> USS Hope ai piedi del Monte Rushmore.
>
> La prima bozza informale era dovuta passare al vaglio di una commissione
> ristretta ed attendere il via libera dal Presidente stesso della
> Federazione.. l’identica persona che ora le aveva dato l’ordine imperativo
> di richiamare tutti ai propri doveri.
>
> Non che Bueller ed i suoi avessero trasgredito l’accordo: nessuno di loro
> si era mosso dalla Terra, nessuno di loro aveva detto più del dovuto di
> quanto stavano passando a parenti e amici, tutti si erano sottoposti a
> sedute con un ristretto team di Consiglieri e psicologi e tutti avevano
> trovato l’occupazione migliore per passare quell’anno di franchigia.
>
> Dai primi di giugno del 2397 alla fine di settembre avevano beneficiato di
> un periodo di vacanza.
>
> Nessuna imposizione, tranne quella di non abbandonare il pianeta o
> rivelare la verità, era stata loro imposta. Ognuno di loro aveva potuto
> sfogare le proprie emozioni predominanti nel modo ritenuto migliore da
> ciascuno..
>
> Ciò aveva comportato, nuovamente, grandi attività da parte del
> Contrammiraglio Crom.. certi comportamenti avrebbero potuto avere
> conseguenze dannose senza la vigilanza del Denobulano.
>
> Terminato il periodo di vacanza, ad ognuno era stata proposta una triplice
> scelta di assegnazione temporanea: dovevano prendere la decisione che
> ritenevano più opportuna per trascorrere quell’anno sabbatico.
>
> Luna Jones aveva optato per l’Accademia: istruttrice di volo amatissima
> dai cadetti per via delle sue rocambolesche tecniche al timone, aveva anche
> fatto strage di cuori e ciò l’aveva rimessa a nuovo. La situazione le
> piaceva, ma aveva un dannato bisogno di tornare al vero pilotaggio di una
> nave stellare. Ne aveva una ottima che la stava aspettando, non appena
> fosse stata richiamata, avrebbe firmato di corsa pur di riprendere la guida
> della USS Hope.
>
> Edison Ray Tucci aveva scelto uno dei centri di ricerca più avanzati che
> c’erano sulla Terra: si era immerso in calcoli teorici, matematica pura,
> aveva. Inconsapevolmente o meno, aiutato decine di colleghi a trovare
> soluzioni ai loro dilemmi scientifici. Continuava a vivere in un mondo
> tutto suo, ma era benvoluto da tutti proprio per via di questa
> disponibilità ad aiutare, senza gelosie, sul lavoro elaborato. Tutto ciò lo
> aveva rigenerato, come confermato dagli psicologi a suo supporto, ma gli
> mancavano le reali amicizie, quelle che aveva sviluppato sulla USS Hope.
>
> James Doohan lavorava presso uno dei cantieri navali della Flotta. Aveva
> scelto di prender parte ad un team di ingegneri Tellariti.. al loro interno
> vi era solo una donna, ma non si distingueva dagli esemplari maschili. Ciò,
> a James, piaceva nel profondo: poteva dedicarsi solo all’amata meccanica
> senza doversi guardare le spalle dall’abituale nugolo di donzelle
> infatuate. Nello stesso tempo, però, proprio come Luna, anche lui stava
> iniziando a manifestare insofferenza e desiderio nel tornare ad occuparsi
> dei motori di una nave nel bel mezzo della navigazione: avrebbe firmato
> volentieri per ritornare il prima possibile a bordo della USS Hope.
>
> Paulo Rodriguez aveva scelto di essere assegnato presso la sezione
> approvvigionamenti della Flotta. In quell’anno e mezzo si erano decuplicate
> le richieste di intervento, la movimentazione all’interno dei magazzini si
> era come centuplicata, ma non v’era Capo Operazioni che non fosse
> pienamente soddisfatto del suo lavoro. Certo, negli ultimi tempi, Paulo
> aveva dei problemi a mantenere i sei magazzini che aveva preso in affitto
> in un giro non propriamente pulito di ogni sorta di ben di Dio. Motivo per
> cui, anche lui, non vedeva l’ora di tornare sulla USS Hope per poter
> finalmente piazzare parte della mercanzia che tanto abilmente aveva
> accantonato.
>
> Melanne Graahn aveva preferito lavorare presso il Sacred Heart Hospital di
> San Francisco. Aveva selezionato come meta il pronto soccorso: lei non
> temeva turni massacranti, ma li ambiva. A detta di tutti, era forse una
> delle migliori dottoresse mai avute in quel reparto. Non era antipatica,
> era metodica, ma non perdeva la calma in caso di imprevisti, cercava sempre
> la soluzione migliore puntando sul lavoro di equipe e non su colpi di testa
> personali. I primi mesi al Sacred Heart erano stati per lei un autentico
> toccasana per non pensare continuamente a Lon Basta; negli ultimi, invece,
> bramava le occasioni di incontro con gli psicologi giusto per poterlo
> incrociare, vedere e parlare. Con lui aveva accennato che sarebbe tornata
> volentieri a bordo della USS Hope per condividere assieme una nuova
> missione.
>
> Rest aveva scelto di essere assegnato presso l’Ambasciata Vulcaniana sulla
> Terra, in realtà niente di meno che un’istituzione di alta rappresentanza
> facendo parte Vulcano della Federazione. Il continuo contatto con i suoi
> simili aveva, da un lato, rilassato il giovane Vulcaniano, dall’altro aveva
> acuito quel senso di malessere che già percepiva in presenza del padre. Lui
> amava la logica, adorava la logica, bramava la logica, tutto era logica e
> la logica era tutto. Ma il padre gli aveva negato anche quel minimo di
> affetto che, a modo loro, ogni genitore Vulcaniano riversava nei figli.
> Aveva bisogno di tornare a fungere da punto fermo e logico all’interno di
> una struttura illogica come la USS Hope.
>
> Lon Basta lo aveva seguito. Pur essendo i due non molto dissimili da un
> cane ed un gatto che litigano, al Betazoide serviva assentarsi da quella
> moltitudine emozionale che lo aveva devastato dopo la scoperta dell’alieno.
> Oltre al fatto che doveva trovare un posto in cui poter non pensare
> continuamente a Melanne. Non ci era riuscito, in un anno non era uscito con
> nessuna donna, nemmeno per una cena, pensava solo alla bella dottoressa. La
> logica Vulcaniana lo aveva, però, aiutato a comprendere perché lei fosse
> profondamente offesa con lui e bramava di tornare sulla USS Hope per
> poterle dimostrare di aver compreso il suo affetto coi fatti e non soltanto
> a parole.
>
> Xyr aveva richiesto di essere assegnata presso l’evoluzione del JAG nella
> Flotta Stellare. Lo studio dei regolamenti, l’attenzione riposta sulle
> inesattezze, sulle intemperanze, sugli errori commessi sulle varie navi le
> permetteva di mantenere la mente concentrata.. di comprendere
> comportamenti, di studiare modi di approcciarsi ai problemi disciplinari,
> imparando qualche trucco utile a contrastare le marachelle di Rodriguez e,
> allo stesso tempo, di rivalutare molte delle annotazioni che aveva inviato
> alla Lennox nei primi anni a bordo della USS Hope. Bueller era pur sempre
> Bueller, ma molte cose che a lei sembravano irregolarità gravissime, aveva
> imparato a capire che non lo erano.. erano meccanismi di autodifesa che
> ogni membro di qualsiasi equipaggio metteva in atto per affrontare lo
> stress della vita a bordo di una nave stellare. Col passare dei mesi, Xyr
> si rese conto che le mancava essere a bordo della USS Hope, le mancava non
> far a meno di notare le inefficienze altrui e, soprattutto, che le
> mancavano i suoi compagni di avventura.
>
> Bueller aveva trascorso quell’anno presso l’ufficio della Lennox. Era
> stata una sua scelta, non ricompresa fra quelle a lui proposte, ma Evelin
> aveva acconsentito. Gli aveva affiancato il Guardiamarina Barc e ciò aveva
> letteralmente sfiancato a più riprese il giovane umano. Ciò nonostante,
> l’obiettivo prefissatosi dalla Lennox era stato raggiunto. Convivere con lo
> scontroso Tellarite aveva immancabilmente fatto notare a Bueller
> l’importanza non solo di creare un buon team affiatato, ma che essere un
> buon Capitano voleva dire condividere con i propri uomini non solo le
> gioie, ma anche i periodi bui. Fu così che Ferris iniziò a non perdere
> nessuna delle sedute di gruppo con gli psicologi.. quale che fosse il
> gruppo di lavoro chiamato ad esternare i propri stati d’animo, Ferris era
> presente. Ciò gli aveva permesso di rinsaldare la mai cessata
> consapevolezza di avere uno dei migliori equipaggi della Flotta e non
> vedeva l’ora di ritornare a bordo della sua amatissima USS Hope.
>
> A Caytlin, la Lennox aveva praticamente concesso carta bianca. Era stata
> inserita in decine di commissioni di psicologi chiamate a valutare cadetti,
> a riabilitare personale colpito da qualche evento traumatico e via dicendo.
> Erano tutte occasioni per apprendere, imparare, accrescersi personalmente e
> professionalmente, senza avere il peso della responsabilità unica di
> decidere della vita altrui. Il resto del tempo, la Risiana aveva deciso di
> passarlo presso una delle strutture della Flotta che si occupava dei figli
> di ufficiali impegnati lontani da casa. Una sorta di asilo, in cui la gioia
> e la spensieratezza dei bambini erano contagiosi. A partire da metà
> ottobre, poi, aveva rivisto una sua vecchia fiamma.. il fratello più grande
> di una sua amica d’infanzia.. uno splendido esemplare maschile di Capitano
> Risiano.
>
> Anche la sua nave era sottoposta a refit ed anche il suo equipaggio era in
> franchigia. Era evidente che qualcosa lo turbasse, così come lei era ancora
> preoccupata di ciò che stava accadendo nel periodo di guarigione di tutti i
> ragazzi della USS Hope. Dopo un paio di serate assieme rivangando i vecchi
> tempi, avevano entrambi convenuto che il modo migliore per scrollarsi di
> dosso le preoccupazioni fosse sfinirsi in estenuanti nottate di Jamaharon.
> Avevano iniziato solo loro due, ma, negli ultimi tempi, si era dimostrata
> interessata anche una psicologa Andoriana tutta curve di nome Tallao
> Sh'qarril.
>
> Strauss, alla fine, aveva scelto di non abbandonare la nave. Dopo il finto
> ammutinamento, era risalito a bordo della Hope e lì vi era rimasto,
> impegnato in un progetto ambizioso quanto importante, di cui condivideva le
> informazioni, fra l’intero equipaggio della nave, con la sola Caytlin.
>
> L’obiettivo era quello di convogliare, una volta terminato il periodo di
> cura, l’essenza dell’alieno in un contenitore in grado di proteggerlo fino
> all’eventuale ritorno nella sua dimensione o universo di appartenenza.
>
> Aveva messo all’opera un team di esperti in ingegneria bioneurale. Alla
> fine di quell’anno di esperimenti erano riusciti ad ideare una sorta di
> entità olografica strettamente collegata al computer della USS Hope,
> rendendolo, pertanto, in qualche modo senziente.
>
> La forma estetica definitiva doveva essere ancora valutata, seguendo anche
> le indicazioni fornite dall’alieno, ma avevano già denominato il progetto
> New Hope e presto, col rientro di tutti gli ufficiali a bordo della nave,
> sarebbe stato operativo.
>
>
>
> *Utopia Planitia*
>
> *Bacino di attracco 14*
>
> *20/12/2398, ore 12.12*
>
> "Quindi l'hanno messa a nuovo." borbottò Rodriguez leggendo le
> informazioni tecniche della nave.
>
> "Un refit durato un anno... anche lei è tornata in forma." rispose Basta
> guardando fuori dall'oblò della navetta.
>
> "La sua affermazione è alquanto illogica signor Basta..."
>
> "Signor Rest non prenda tutto alla lettera." sorrise la dottoressa Graahn
> lanciando un'occhiata al Betazoide che appariva rilassato e con un leggero
> sorriso sul volto.
>
> "So che il Signor Doohan e il Signor Tucci hanno aiutato ad installare e
> elaborare alcune migliorie, ma sono state tenute segrete. Signor Jones la
> può smettere con tutte queste giravolte per favore?" ringhiò Xyr
> all'indirizzo del timoniere della navetta che stava facendo ruotare lo
> shuttle come un cavatappi.
>
> "La mia bambina è tornata! Sono così felice che potrei anche baciare Lon!"
> rispose lei voltandosi e facendo l'occhiolino alla dottoressa.
>
> "Su bambini, fate i bravi o la maestra ci sgrida quando arriviamo." Ferris
> Bueller afferrò il volto dell'amica e lo riportò nella giusta direzione
> "Portaci a casa Luna."
>
> Era stato un anno difficile, ma anche importante per ognuno di loro. Lui
> aveva seguito le vicissitudini di ogni altro membro dell'equipaggio
> cercando di conoscerli meglio durante le sedute di gruppo con gli
> psicologi, ma, allo stesso tempo, rimanendo alla larga da loro per tutto il
> resto del tempo per non vanificare gli sforzi che ognuno metteva in pratica
> per superare il trauma subito.
>
> Adesso poteva dire di conoscere veramente tutti i suoi uomini, e non solo
> le belle ragazze, li considerava una famiglia e quella... quella era la
> loro casa.
>
> =^=Attracco consentito=^= avvertì la voce del computer mentre la navetta
> si infilava agile fra le porte dell'hangar per poi adagiarsi al suolo.
>
> Il gruppo scese guardandosi intorno. Dal lato opposto dell'hangar
> l'inconfondibile sagoma di una nave klingon sembrava riposare nella semi
> oscurità come un predatore.
>
> "Nave nuova! Ci fai fare un giro?" chiese Basta lanciando un'occhiata
> divertita verso Luna
>
> Non si sa da dove, apparve nel pugno del timoniere un d'k tahg. Le lame
> laterali del pugnale scattarono all'esterno.
>
> "Dovrai passare sul mio cadavere..." borbottò Luna prima che il pugnale le
> fosse tolto di mano.
>
> "Questo viene requisito perché arma non autorizzata." esclamò Xyr
> intascando l'oggetto "E lei Signor Basta non toccherà l'Akesh senza
> permesso almeno per i prossimi cinque anni!"
>
> "Ehi sì ma.. quello è mio! Ridammelo.. dai Xyr che stavo scherzando!"
> riprese Luna seguendo il gruppo in uscita dall'hangar.
>
> Tutto sembrava funzionare a meraviglia. L'odore di nuovo era palese...
> dava l'impressione che fosse appena uscita dalla fabbrica. Bueller, in
> fondo al chiassoso gruppo di ufficiali, faceva scorrere la mano lungo la
> paratia intanto che camminava.
>
> Quando entrarono dentro il turbo ascensore che li avrebbe portati in
> plancia stava apertamente sorridendo... Xyr lo guardò e sorrise a sua volta.
>
> Dopo pochi secondi, le porte dell'ascensore si aprirono. Rivedere la
> plancia fu un emozione per tutti... persino Rest ebbe un attimo di
> titubanza prima di fare un passo avanti e dirigersi alla sua postazione.
>
> La porta sul lato destro si aprì e dall'ufficio del Capitano uscirono
> l'Ammiraglio Lennox insieme a Strauss, Tucci e Doohan. Gli ultimi due
> sorrisero entrambi in direzione dei compagni.
>
> "Bene, vedo che ci siete tutti!" commentò il vero Capitano della Hope
> tirando fuori il petto "Siete sopravvissuti ai complotti orditi alle vostre
> spalle, anche se erano a fin di bene."
>
> Xyr e Ferris sollevarono gli occhi al cielo, la Lennox sospirò.
>
> "Non fate caso a Nicholas, non è cambiato di una virgola." intervenne la
> Betazoide scuotendo il capo "Vi ho riuniti qui per mostrarvi alcune
> migliorie... ormai manca solo un mese alla vostra partenza. Avrei voluto
> farvi partecipi prima della cosa, ma è stato tutto secretato."
>
> "Ma ci dirà tutto, dato che non vuole ricadere negli errori del
> passato..." commentò Paulo con la sua consueta faccia tosta.
>
> "La Flotta Stellare non commette errori!" sentenziò l'Ammiraglio Lennox,
> poi si schiarì la voce imbarazzata "Ma visto che sarete voi a dover
> navigare su questa bagnarola..."
>
> "Ehi!" esclamarono all'unisono Luna, Ferris e Doohan.
>
> =^=Ammiraglio, le dispiacerebbe non riferirsi a me con il termine
> bagnarola?=^= la voce del computer di bordo dava l'impressione di essere
> leggermente offesa.
>
> "Chi ha parlato?" chiese Xyr guardandosi attorno.
>
> Al centro dei parapetti frontali, proprio alle spalle della postazione del
> timoniere, c'era una pedana luminosa dalla quale si sprigionò una colonna
> di luce azzurrina. Un essere simile ad una medusa terrestre, fluttuava in
> quel campo di luce dando l'impressione di osservare il volto degli
> ufficiali che intanto la guardavano basiti.
>
> =^=E' un piacere rivedervi...=^= disse ancora l'essere fra il divertito e
> l'emozionato.
>
> "Sei lui vero?" chiese Ferris avvicinandosi.
>
> "Lui è il nuovo membro del vostro equipaggio. E si, si tratta proprio
> dell'alieno che fino a poche settimane fa ancora abitava nei vostri corpi."
> rispose Evelin Lennox portando le mani dietro la schiena.
>
> "E cosa ci fa lui qui?" chiese Lon, ma nella sua vece non c'era astio ma
> solo curiosità.
>
> "Affascinante, immagino che la nave sia il nuovo contenitore per la sua
> energia." si intromise Rest voltandosi poi verso Tucci continuò "Come ha
> fatto a convertire le gelatine bioneurali della Hope per accogliere la sua
> forma di energia?"
>
> I due iniziarono a parlare di caratteristiche tecniche talmente avanzate
> che ben presto tutti gli altri si disinteressarono di loro.
>
> "Perché proprio qui?" chiese Melanne
>
> "Perché anche lui considera questa nave come una casa..." rispose Caytlin
> che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
>
> "Ha fatto espressamente richiesta per rimanere con voi e chi meglio di voi
> può testare le nuove possibilità di un computer senziente!" commentò
> l'Ammiraglio entusiasta.
>
> "Un nuovo complotto?" borbottò Paulo rivolgendosi al Capitano Strauss e
> l'ufficiale annuì sorridendo.
>
> "Cosa comporta il fatto che lui sia all'interno del computer della nave?"
> chiese Xyr
>
> =^=Niente di così eclatante. I tempi di risposta saranno nettamente
> superiori e riuscirò a comprendere meglio le vostre richieste. Per il resto
> non posso fare miracoli... però sono un eccellente giocatore di scacchi
> tridimensionali.=^= Il sopracciglio di Rest si sollevò interessato.
>
> "Naturalmente sta a voi decidere” intervenne la Lennox “il Capitano
> Strauss ha il comando ufficiale della nave e tutti voi avete la possibilità
> di tornare a bordo con le stesse mansioni che avete lasciato un anno e
> mezzo fa. Se decidete di optare per altri incarichi, la Flotta Stellare ha
> sempre dei giovani cadetti da addestrare... magari i prossimi combineranno
> meno guai di voi" commentò ironicamente l'Ammiraglio
>
> Ferris la ignorò e fece un passo avanti.
>
> "Come ti dobbiamo chiamare?" chiese sorridendo.
>
> =^=Non ho un nome nella vostra lingua, ma, data la situazione, il Signor
> Tucci me ne ha dato uno.=^= tutti si voltarono verso il giovane ufficiale
> scientifico.
>
> "Hope..." disse commosso.
>
> "Hope... siamo a casa." mormorò Bueller
>
> =^=Bentornati.=^=
>
>
>
>
>
>
> ========================
> Tenente JG Caytlin
> Consigliere
> USS Hope NCC-25122
> ========================
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>
>
>
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=emailclient> Mail
> priva di virus. www.avast.com
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> ====================================
> Capitano Ferris Bueller
> USS Hope - NCC-25122
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: ferris.bueller a mail.com
> www.starfleetitaly.it/hope
> ===================================
> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
> _______________________________________________
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