[Stml17] 13.00 - Basta - Qualcosa di cui parlare...
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Gio 31 Gen 2019 12:10:57 CET
Una missione diplomatica di una certa importanza... A noi? Sicuro, cosa
potrà mai andare storto...😂
Ottimo spunto Silvia!
SiBi
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Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
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"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
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Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il giorno gio 31 gen 2019, 11:58 Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com> ha
scritto:
> Ciao!
>
> Ecco il pezzo.
>
> Ho buttato un pò di carne al fuoco.
>
> Spero vada bene. :)
>
>
> Silvia
>
>
>
> ***************************************
>
> *Brano:13.01*
>
> *Titolo: Lon Basta – Qualcosa di cui parlare*
>
> *Autore: Tenente JG Lon Basta (Silvia Br.)*
>
> ***************************************************
>
> *U.S.S. Hope,*
>
> *Sala mensa, 22/12/2398, ore 13:10*
>
> “Abbiamo un problema.”
>
> A quelle parole Lon Basta posò la posata sul tavolo e guardò Rodriguez che
> si era seduto davanti a lui. “Siamo appena partiti,” obiettò colpito dalla
> nube di polvere nel deserto assolato che era in quel momento la mente del
> capo operazioni. Rodriguez solitamente era un turbine di immagini, il
> deserto era decisamente insolito per lui.
>
> “E quando mai è stata una novità?” Ribatté l’umano servendosi di un pezzo
> di pane blu dal suo vassoio.
>
> Corrugando la fronte a quel gesto Basta dovette ammettere, suo malgrado,
> che l’altro aveva ragione. Non c’era stata una missione della Hope che non
> avesse portato con sé sorprese, per lo più inaspettate. Un accenno di
> sorriso gli comparve sul viso subito scacciato dallo schioccare delle dita
> di Rodriguez sotto il suo naso.
>
> “Torni su questa nave, tenente!” Lo rimproverò il capo operazioni, “niente
> romanticismo quando abbiamo un importante problema da risolvere.”
>
> “Abbiamo,” commentò Basta osservando la nube di polvere che si faceva
> sempre più grande.
>
> “Mio, nostro, sottigliezze”, ribatté Rodriguez usando un altro pezzo di
> pane per intingerlo nel sugo del piatto di Basta.
>
> Il betazoide si accigliò ulteriormente.
>
> “Brucia!” Esclamò Rodriguez agitando la mano davanti alla bocca, “come fa
> a mangiare questa roba?”
>
> Basta non rispose limitandosi ad incrociare le braccia sul petto mentre
> aspettava che si decidesse ad arrivare al punto. Rodriguez bevve un lungo
> sorso dal bicchiere di Basta poi sollevò entrambe le mani come per chiedere
> scusa. “Metta che lei avesse saputo da un amico di un amico di un amico di
> un amico che una certa merce stesse per essere venduta a persone poco
> piacevoli e non proprio amiche. E da questo amico di un amico di un amico
> di un amico, avesse anche saputo dove sarebbe avvenuta questa vendita e
> avesse pensato che se questa merce fosse finita nelle mani sbagliate
> sarebbe stata una cosa molto brutta. Il suo senso dell’onore l’avrebbe
> portata a fare qualcosa per impedirlo giusto?” Con la mano indicò Basta.
> “Lei non è me però, o meglio, io non sono lei e, seppure sarebbe stato
> molto giusto quello che lei avrebbe fatto, ci sono confidenze che non vanno
> tradite, mai, lo stabilisce il codice dei contrab…onesti mercanti,” portò
> la stessa mano al cuore. “Tuttavia, un conto è fare qualcosa attivamente ed
> un altro è fare in modo che qualcuno lo faccia per te.”
>
> “No.”
>
> “Non sto dicendo che lei debba fare qualcosa!” Esclamò offeso Rodriguez,
> “non le chiederei mai una cosa simile e, comunque, sarebbe troppo tardi
> visto che si tratta di vicende avvenute un paio di anni fa.”
>
> Basta inspirò a fondo preparandosi alla tempesta di sabbia che ora era la
> mente del capo operazioni, “ma vuole che io faccia qualcosa per un problema
> più attuale.” suggerì.
>
> “Esatto! Come ha fatto a capirlo?” Esclamò Rodriguez spostando la sedia
> fino a trovarsi a fianco del betazoide, “mettiamo che l’amico dell’amico
> dell’amico dell’amico abbia passato un po' di tempo nelle celle detentive
> federali perché aveva parlato con troppe persone e la cosa è non si sa come
> trapelata, e mettiamo, si parla solo di ipotesi ovviamente, che io abbia
> saputo che ha finito di scontare la sua pena e che si sia messo in mente di
> vendicarsi erroneamente convinto che sia stato io il responsabile dei suoi
> affari finiti male,” deglutì, “e abbia trovato un modo di salire a bordo
> della Hope…”
>
> “Adesso?”
>
> “Farà parte della delegazione diplomatica branariana che imbarcheremo fra
> due giorni.” Rispose tutto d’un fiato Rodriguez.
>
> “Nome?”
>
> “Mai saputo.”
>
> “Aspetto?”
>
> “E chi l’ha mai visto? Era un amico, ma amico di un amico di un amico.”
>
> “Razza?”
>
> Rodriguez strinse le spalle.
>
> Lon emise un sospiro esasperato.
>
> Rodriguez sorrise. “Sapevo di poter contare su di lei, splendida
> chiacchierata.” Si alzò dal tavolo, fece un passo, poi si girò di nuovo
> verso il betazoide, “dimenticavo. Farò portare le mie cose nel suo alloggio
> così potrà proteggermi meglio.”
>
>
>
>
> *U.S.S. Hope,*
>
> *Alloggio del Tenente Rest, 22/12/2398, ore 15:10*
>
> “Tutto qui?”
>
> Basta strinse le spalle, “tutto qui quello che Rodriguez mi ha voluto
> dire.”
>
> “Non è sufficiente,” decretò il vulcaniano, “non possiamo andare dal
> capitano con così pochi dati a disposizione.”
>
> “Concordo,” risposte Basta andando verso gli scacchi vulcaniani, “per
> questo sono qui.”
>
> Rest sollevò un sopracciglio osservando il betazoide.
>
> Nel corso di quell’anno, Lon aveva studiato il vulcaniano ed aveva
> iniziato a capire come leggere le, a mala pena visibili, alterazioni del
> suo viso. Non che potesse definirsi proprio un esperto lettore del
> carattere di Rest, ma aveva imparato a notare il leggero irrigidirsi delle
> spalle e lo sguardo, esattamente quello che ora il vulcaniano gli stata
> rivolgendo, che indicavano insoddisfazione e richiesta di arrivare al
> punto. Prese un pezzo degli scacchi rigirandoselo fra le dita prima di
> guardarlo.
>
> “Rodriguez è un abile manipolatore,” spiegò, “ma non sottile come te.”
> Sapeva di poter essere diretto con Rest perché avevano ormai impostato il
> loro rapporto sul binario non sempre facile, e talvolta crudele, della
> sincerità. “Prima di parlare con il capitano o con il primo ufficiale,
> dobbiamo avere dati certi.”
>
> “Quindi io parlo con Rodriguez,” concluse Rest annuendo.
>
> “Mentre io prenderò ulteriori informazioni sulla delegazione cercando di
> aggirare i blocchi diplomatici e scoprire chi è il nostro misterioso uomo,”
> annuì Basta.
>
> Rest si avvicinò alla scacchiera osservandola con attenzione.
>
> “Non abbiamo mai finito quella partita.”
>
> “È un gioco che non fa per me.”
>
> “Questi non sono vecchi come quelli dell’ambasciata, difficilmente si
> romperanno.”
>
> “Meglio non correre il rischio,” ribatté Basta avviandosi verso la porta,
> “devo andare prima che Rodriguez si impossessi del mio alloggio.”
>
> “Lo ospiterai quindi?”
>
> “Nemmeno per idea, se non riusciremo ad individuare di chi si tratta prima
> che salga a bordo avremmo bisogno di un’esca. Andrò io da lui.”
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Hope,*
>
> *Ufficio del capitano, 22/12/2398, ore 18:10*
>
> “E questo è tutto,” concluse Caytlin soddisfatta per poi notare
> l’espressione di Bueller, “Ferris? Mi hai sentito?”
>
> “Si si,” si affrettò a rispondere il capitano agitando una mano
> distrattamente, “un diplomatico, sua figlia che fa parte del personale, due
> guardie..:”
>
> “Protettori,” lo corresse il consigliere.
>
> “Protettori,” ripeté Bueller sbuffando, “che avranno l’autorizzazione a
> salire armati perché i loro pugnali sacri sono più simboli che vere armi e
> non sono affilati. Un segretario,” proseguì, “due addetti alle relazioni
> culturali con Andria, tre mogli. Come fa uno a sopportare tre mogli?”
>
> “Chiedilo ai denobulani. E…?”
>
> "E' importante che la missione vada a buon fine," ripeté il capitano con
> il tono di un bambino che ripete la lezione, "perché Brahara e Medor non
> hanno rapporti da un centinaio di anni e sono stati in guerra per almeno
> una cinquantina di quegli anni. La federazione si è assunta il compito di
> mediare e l'ammiraglio Lennox si è raccomandata di portare la delegazione a
> destinazione sana e salva e sorvegliare le trattative."
>
> "E' la nostra prima missione diplomatica di questa portata," commentò
> Caytlin con un sospiro preoccupato.
>
> "Andrà come deve andare," ribatté con filosofia Bueller portando le mani
> dietro la testa.
>
> "Saremo su Brahara fra due giorni," riprese Caytlin, "vogliamo ripassare
> le informazioni che abbiamo su di loro?"
>
> “Dobbiamo per forza farlo qui? Non saremmo molto più comodi nel mio
> alloggio?”
>
>
> Silvia Br.
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
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