[Stml17] [13.09 – Graahn – Il gioco continua]
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Mer 3 Lug 2019 14:47:09 CEST
Molto carino!
Scusate per il ritardo nel commento!
Silvia
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno lun 1 lug 2019 alle ore 11:55 Bryn Lwellelyn <
bryn.lwellelyn a gmail.com> ha scritto:
> Scusate il ritardo e la brevità, ma è veramente un periodaccio.
>
> --------------------------------
>
> *USS Hope – Ponte 12, Stiva di carico – 27/12/2398, ore 19.14*
>
>
>
> Erano passati quasi quindici minuti e tutto taceva, compreso Tucci.
>
> Mentre Nassah, Aida e le due guardie loro assegnate soffrivano la tensione
> del momento, l’ufficiale scientifico sembrava completamente impermeabile
> alla situazione. Anzi, pareva quasi che se la godesse, anche se la donna
> non riusciva a immaginare il perché.
>
> In verità, Tucci non si stava affatto godendo il momento.
>
> Piuttosto, lo stava sfruttando, da ufficiale pratico quale lui era,
> utilizzando il tempo per portarsi avanti con il lavoro e alcuni calcoli
> complessi che aveva lasciato in sospeso. Nella sua mente, in un luogo
> inaccessibile a tutti tranne che a lui, c’era una frasca aula
> dell’Accademia, silenziosa e ben illuminata, con una grande lavagna coperta
> di equazioni. Tucci ci tornava ogni volta che ne aveva la possibilità e non
> vedeva per quale motivo essere bloccati in una stiva per sfuggire ad un
> gruppo di pirati di Medora costituisse una buona ragione per non
> avvantaggiarsi con il lavoro.
>
> Sfortunatamente, benché Nassah e le guardie fossero in un certo modo
> abituate a quel genere di situazioni, Aida non lo era. A lei il motivo
> pareva lampante e non si faceva scrupolo di esternarlo.
>
>
>
> “Lei è certo che siamo al sicuro qui?”
>
> Tucci annuì un paio di volte.
>
> “Ma che cosa accadrà se… la Hope… non ci avvertisse?” domandò con un
> pizzico di esitazione e il tono paziente di chi parla ad un bambino di
> cinque anni molto confuso.
>
> “E perché non dovrebbe avvertirci?”
>
> “Come *può *una nave avvertici?”
>
> Eddison la osservò per un istante con moderato interesse. “Immagino che
> lei sappia che su una nave vi sono molteplici sistemi di comunicazione
> interna che comprendono ma non si limitano a…”
>
> “Non esiste! E’ un oggetto, non può parlare e…”
>
> =^= Eddison, un gruppo di pirati si sta avvicinando alla vostra posizione.
> Vi suggerisco di proseguire nel percorso prestabilito. =^=
>
> “Grazie, Hope.”
>
> =^= Prego, Eddison. =^=
>
>
>
> Tucci si voltò, si diresse verso un mucchio di casse e aprì il pannello di
> ingresso al tubo di Jeffries.
>
> Tutti lo seguirono in silenzio.
>
>
>
> *USS Hope - Sala macchine - Contemporaneamente*
>
>
>
> “Il problema è come facciamo a perquisirli senza che capiscano cosa stiamo
> cercando?”
>
> “Sanno già che sappiamo della tossina, è improbabile che ce l’abbiano
> addosso.”
>
> “Forse pensano di avvalersi dell’immunità diplomatica. Non potete
> perquisirli in quel caso, no?”
>
>
>
> Xyr scosse appena la testa, le antenne leggermente curvate in avanti. “No,
> il regolamento non ce lo permette, inoltre immagino che lo prenderebbero
> come un’offesa. Non possiamo certo perquisirli senza una spiegazione.”
>
> “Non potete scansionarli in qualche modo?”
>
> “No, non senza…”
>
>
>
> L’andoriana si interruppe a metà della frase, l’espressione di chi è
> appena stato colpito da una luminosa idea e al contempo si è reso conto che
> per attuarla dovrà sterminare dei cuccioli.
>
> Yander la osservò per un istante, non sapendo bene come interpretarne la
> faccia.
>
>
>
> “Non ha deciso di dargli una botta in testa e perquisirli mentre sono
> svenuti, vero?”
>
> “No. Ma anche questa è un’idea…”
>
>
>
> *USS Hope - Infermeria – 27/12/2398, ore 19.21*
>
>
>
> “Da questa parte, avanti.”
>
>
>
> Melanne si fece di lato per permettere al gruppetto di strisciare fuori
> dal tubo di Jeffries ed emergere nell’infermeria principale, in quel
> momento deserta a parte lei.
>
>
>
> “Avete avuto problemi?” chiese a Tucci, porgendogli la mano per aiutarlo.
>
> L’ufficiale scientifico si raddrizzò, scuotendo la testa. “No, credo di
> essere quasi arrivato a…”
>
> “Intendevo venendo qui, Edddison.”
>
> “Ah, no, non abbiamo incontrato nessuno. Hope ci ha guidato passo passo.”
>
> “Meglio così. Speriamo di non doverli spostare ancora.”
>
> “Potrebbe succedere?” domando Aida, rossa in faccia in parte per lo sforzo
> di strisciare nei condotti, in parte per il disappunto.
>
> “Noi speriamo di no.” La dottoressa fece spallucce. “Ma finchè i pirati
> non se ne vanno, non abbiamo altra scelta che nascondervi.”
>
> “Non immaginavo che le navi della flotta stellare fossero così malridotte
> da non potersi difendere da una nave di Medora. Di Medora, capisce? Come
> hanno potuto assegnare all’ambasciatore una scorta così inadeguata?”
>
> “A volte me lo chiedo anche io, sa?” concordò la Graahn.
>
>
>
> *USS Hope - Sala macchine - Contemporaneamente*
>
>
>
> “Ma sarebbe possibile?”
>
> =^= Tecnicamente no… nel senso che se arrivassimo davvero a quel punto, la
> nave sarebbe sul punto di esplodere e le radiazioni sarebbero l’ultimo dei
> nostri problemi, =^= fece Paulo, riflessivo, =^= ma se non se ne intendono
> troppo di ingegneria federale... =^=
>
> “Hanno creduto alla storia dei guasti,” puntualizzò Xyr.
>
> =^= Già, infatti, non sembrano proprio delle cime. Potrebbero cascarci,
> almeno la maggior parte. Ma se quel tizio della sicurezza non ha fatto
> tutto da solo, tra loro c’è qualcuno che è stato in grado di disattivare le
> nostre registrazioni di sicurezza. E quel qualcuno potrebbe capire che è
> tutto un trucco.=^=
>
> Xyr annuì un paio di volte. “Lo so, ma se anche il terrorista avesse
> disattivato le registrazioni e si rendesse conto che stiamo cercando di
> fregarlo, cosa potrebbe fare? Nessuno di loro ufficialmente ha una
> preparazione specifica sull’ingegneria della Flotta. E come potrebbero?”
>
> =^= Se protesta, sapremo che è lui. O lei. O loro. Ma Xyr - lungi da me
> rovinare un bell’inganno, sia chiaro - lei sa che se fingiamo una perdita
> di radiazioni dal nucleo per avere una scusa per esaminarli e qualcuno che
> non è il terrorista se ne accorge, l’ambasciatore potrebbe… come posso
> dirlo gentilmente… sporgere un reclamo formale o roba del genere? =^=
>
> L’andoriana strinse gli occhi per un momento, come se Rodriguez potesse
> vederla. “Crede che questo fermerà il capitano?”
>
> =^= No, nemmeno per un momento. =^=
>
> “Benvenuto nella mia vita.”
>
>
>
> *USS Hope - Infermeria – 27/12/2398, ore 19.27*
>
>
>
> =^= Temo che stiano venendo da questa parte. =^=
>
>
>
> Melanne si irrigidì al sentire la voce di Hope. Tucci, dal canto suo,
> sembrava solo vagamente interessato. “Da questa parte?” ripetè.
>
>
>
> =^= Esattamente. Tuttavia, temo che non farete in tempo a spostarvi,
> questa volta. =^=
>
> “Cosa?” La dottoressa, già a metà strada per l’ingresso del tubo da cui
> era arrivato il gruppetto, si bloccò di colpo. “Perché non ci hai avvertiti
> prima, allora?”
>
> =^= A quando pare, questi pirati non sono ingenui come pensavamo. Hanno
> deciso di esaminare anche i condotti e stanno venendo proprio verso
> l’infermeria. =^=
>
> “Cosa facciamo? Usiamo il corridoio?” chiese Nassah, nel tono pratico di
> chi è abituato a risolvere problemi.
>
> =^= Temo che non sia possibile. Il gruppo accompagnato dal capitano
> Bueller ha apparentemente appena deciso di venire in infermeria. Vi
> suggerirei di nascondervi. =^=
>
> “Nasconderci?” esclamò Aida. “Nasconderci dove? Noi non… ehi!”
>
> Melanne la interruppe, afferrandola per un braccio e spingendola verso il
> suo ufficio. “Mi scusi, ma non abbiamo tempo per questo. Eddison, tieni
> d’occhio gli ingressi. Voi, con me. Uhm… se non vi dispiace, intendo.”
>
> Superò la porta che dava sul suo ufficio, imboccò un breve corridoio e un
> po’ accompagnò un po’ spinse l’addetta culturale in obitorio, seguita a
> ruota da Nassah e dalle guardie. Premette un tasto su un pannello accanto
> alla porta, poi si diresse di corsa alla parete che ospitava i contenitori
> mortuari. Ne aprì quattro e fece segno al gruppetto di entrarci.
>
> Nassah e le guardie non se lo fecero ripetere due volte, pur senza
> sembrare eccessivamente entusiasti dell’idea. Ognuno di loro si sdraiò su
> uno dei lettini.
>
> Aida si bloccò. “Non vorrà chiuderci lì dentro. Soffocheremo!”
>
> “Assolutamente no. E comunque sarà per poco.”
>
> “Io non…”
>
> “Le assicuro che non c’è pericolo e andrà tutto bene, ma deve muoversi.
> Ora.” E dopo una pausa aggiunse “Per favore.”
>
> La donna esitò poi si stese contro voglia.
>
> La Graahn passò da un loculo all’altro, chiudendo i contenitori. Infine
> arrivò a quello dell’addetta culturale. La manica dell’abito di lei
> sporgeva dal bordo e la dottoressa si chinò sulla donna per sistemarla
> all’interno. Aggrottò le sopracciglia per un istante. Il profumo di Aida
> aveva qualcosa di familiare, ma nella concitazione del momento non riusciva
> a focalizzare cosa. Non aveva tempo per preoccuparsene. Scosse la testa, si
> raddrizzò e chiuse il contenitore.
>
> Quindi si voltò per tornare rapidamente in infermeria.
>
>
>
> “Ah, dottoressa, è qui…” disse Bueller, entrando.
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