[Stml17] [Stml17 ] [L. Basta - 13.03] i cacciatori
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Ven 11 Ott 2019 07:43:35 CEST
Bello ma concordo con Vanessa. Il discorso non mi fila perfettamente in
quel punto ma comunque mi è piaciuto molto!
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Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
=========================
"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il gio 10 ott 2019, 19:19 Vanessa Marchetti <hazyel91 a gmail.com> ha scritto:
> Il brano mi è piaciuto molto, ma non ho capito un acca di questo pezzo che
> segue.. non è che manca qualcosa?
>
> Lon Basta, con le mani incrociate sul petto e la testa leggermente piegata
> verso destra, studiava ad occhi socchiusi l’edificio come se questo fosse
> in grado di parlargli. Era così immobile che, nel buio in cui era la piazza
> in quel momento, era quasi impossibile vederlo.
>
> “Allora?,” Basta non diede alcun segno di aver sentito il bisbiglio che
> proveniva alle sue spalle. Sistemando meglio lo zaino sulle spalle Luna si
> portò al suo fianco. “Allora?” Chiese ancora.
>
> Un sospiro appena percettibile tradì il fatto che il betazoide non fosse
> diventato improvvisamente una statua di pietra. “Spiegami ancora perché
> siamo qui a quest’ora senza autorizzazione, in abiti civili.” Fu la
> rapidissima risposta che Luna sentì solo perché era a pochi centimetri da
> lui. Ciò nonostante chiese: “Eh?”
>
> Basta le lanciò un’occhiataccia alla quale lei rispose con un sorriso
> innocente.
>
>
>
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> Tenente JG Caytlin
> Consigliere
> USS Hope NCC-25122
>
> ========================================
>
>
>
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=webmail> Mail
> priva di virus. www.avast.com
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=webmail>
> <#m_-675899564766698857_DAB4FAD8-2DD7-40BB-A1B8-4E2AA1F9FDF2>
>
> Il giorno gio 10 ott 2019 alle ore 16:57 Franco Carretti <
> ferris.bueller a mail.com> ha scritto:
>
>> Ooooooh! Finalmente ci danno sotto quei due!
>>
>> Bel brano, mi è piaciuto
>>
>> *Sent:* Thursday, October 10, 2019 at 3:14 PM
>> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com>
>> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
>> *Subject:* [Stml17] [Stml17 ] [L. Basta - 13.03] i cacciatori
>> Ciao,
>> ecco il pezzo.
>> Ci ho messo un pò sia perché sono stata via, sia perché sono stata
>> colpita dal raffreddore fine-di-mondo, che perché mi sono riletta ben bene
>> quanto scritto in precedenza. Scusate perciò eventuali errori.
>>
>> Spero vi piaccia.
>> Silvia
>>
>>
>>
>> *TOOL III, Colonia Tahzot, Residenza di Kolose - 19/08/2399, ore 23:22*
>>
>> Lon Basta, con le mani incrociate sul petto e la testa leggermente
>> piegata verso destra, studiava ad occhi socchiusi l’edificio come se questo
>> fosse in grado di parlargli. Era così immobile che, nel buio in cui era la
>> piazza in quel momento, era quasi impossibile vederlo.
>>
>> “Allora?,” Basta non diede alcun segno di aver sentito il bisbiglio che
>> proveniva alle sue spalle. Sistemando meglio lo zaino sulle spalle Luna si
>> portò al suo fianco. “Allora?” Chiese ancora.
>>
>> Un sospiro appena percettibile tradì il fatto che il betazoide non fosse
>> diventato improvvisamente una statua di pietra. “Spiegami ancora perché
>> siamo qui a quest’ora senza autorizzazione, in abiti civili.” Fu la
>> rapidissima risposta che Luna sentì solo perché era a pochi centimetri da
>> lui. Ciò nonostante chiese: “Eh?”
>>
>> Basta le lanciò un’occhiataccia alla quale lei rispose con un sorriso
>> innocente.
>>
>> “Perché ho pensato che tu potessi usare il tuo mojojo per capire cos’è
>> successo.” Gli spiegò magnanima avendo pietà di lui.
>>
>> “Il mio cosa?”
>>
>> “Il tuo mojojo, quella roba che ti ha insegnato tuo zio, sai, quando ti
>> faceva vivere come un recluso e ti dava lezioni di sopravvivenza…” Si
>> interruppe vedendo Basta irrigidirsi e girarsi lentamente verso di lei.
>>
>> “Che ne sai tu di mio zio?”
>>
>> Per tutta risposta Luna roteò gli occhi, “San Francisco, dopo che ti ho
>> pestato, quando ci siamo visti in quel locale…”
>>
>> “Vuoi dire quando mi hai seguito in quel locale?”
>>
>> “Dettagli. Ti ricordi che abbiamo finito tutti gli alcolici? Abbiamo
>> avuto un momento di comunione quella sera io e te, quasi commuovente, tu mi
>> hai parlato del tuo passato e io….”
>>
>> “Mi hai fatto ubriacare per farmi parlare.” L’interruppe secco Lon.
>>
>> “Esatto.”
>>
>> Basta resto a fissarla in silenzio. “E’ difficile che io mi ubriachi.”
>>
>> “Che importa ora! Usa il tuo mojojo!” Sbottò Luna indicando con le mani
>> l’edificio, “ricostruisci l’azione! Immedesimati.”
>>
>> “Che differenza c’era nel farlo di giorno?”
>>
>> “Di giorno non avremmo potuto fare questo,” rispose Luna estraendo uno
>> strumento dallo zaino che fece accigliare Basta e inserendo un comando,
>> “ok, adesso le telecamere non possono vederci, abbiamo esattamente…”
>> controllò lo strumento, “lo stesso tempo che hanno avuto gli assalitori.” E
>> guardò Basta con aspettativa. “Mojojo, su su.” Lo incoraggiò.
>>
>> “Non voglio nemmeno sapere dove l’hai preso,” commentò Basta con un
>> sospiro per poi portare l’attenzione all’edificio e iniziare a muoversi.
>>
>> “Meglio,” mormorò Luna seguendolo, “ho fatto una simulazione del tempo
>> che sarebbe occorso agli assalitori per entrare nella villa, arrivare alle
>> camere, compiere il loro efferato omicidio, perdere tempo a lottare con
>> l’ammiraglio e uscire quando il loro sistema di mascheratura è saltato.”
>> Gli sussurrò mentre si avvicinavano all’ingresso della villa, “non dobbiamo
>> fare altro che ripetere gli stessi passi e…” Si fermò di botto per evitare
>> di urtare Basta che con le mani ai fianchi fissava il cancello accigliato.
>>
>> “Quanto tempo avrebbero impiegato secondo la tua simulazione a fare
>> tutto?”
>>
>> “Dieci minuti.” Rispose subito Luna.
>>
>> “Uhm,” commentò Basta studiando il cancello prima di iniziare
>> all’improvviso a muoversi. “Allarmi?”
>>
>> Senza perdere tempo a discutere come mai gli facesse domande le cui
>> risposte era certa lui conoscesse già, Luna guardò immediatamente i suoi
>> appunti, “non mi risulta, avrebbe dovuto esserci una guardia, più un
>> custode, ma…”
>>
>> “Uhm,” sempre più accigliato Basta aprì il cancello e attraversò il
>> giardino fino a raggiungere la porta principale. Entrarono nell’edificio
>> silenzioso e si guardarono attorno. “Le stanze sono nel corridoio l’una di
>> fronte all’altra,” sussurrò Luna chiudendosi la porta alle spalle. Basta si
>> incamminò nella direzione indicatagli e raggiunse la prima porta. “Tempo?”
>> Chiese aprendola.
>>
>> “Sono passati tre minuti.”
>>
>> Il betazoide entrò nella stanza, raggiunse il letto e simulò l’atto di
>> colpire qualcuno disteso, poi tornò indietro. Sulla soglia Luna continuava
>> a controllare il tempo, “se aggiungiamo i minuti persi nella colluttazione
>> con l’ammiraglio direi che ci siamo.” Poi lo guardò. Basta ricambiò il suo
>> sguardo. Rimasero a fissarsi per un tempo che alla pilota sembrò
>> lunghissimo poi l’altro sospirò prendendosi l’attaccatura del naso fra
>> l’indice ed il pollice.
>>
>> “Conoscevano la casa, sapevano che non c’era un allarme, conoscevano la
>> posizione di ogni ospite perché dieci minuti non sono sufficienti se devi
>> cercare le persone che devi uccidere. Non metti in piedi un piano del
>> genere se non hai un informatore interno o vicino alle vittime o se non hai
>> fatto un sopralluogo prima.”
>>
>> Mentre parlava Luna prendeva appunti e annuiva. “Come sono arrivati qui?
>> Hanno usato un teletrasporto come quando sono andati via? Hanno usato una
>> nave?“ Poi scosse la testa correggendosi, “Edison ha ripetuto le scansioni
>> e non c’era nessuna navetta non autorizzata in orbita. Quindi dove sono
>> andati?” Sollevò la testa guardando Luna come se lei avesse la risposta e
>> si rifiutasse di dargliela, lei si limitò a fissarlo di rimando. “Hanno
>> usato uno shuttle?” Continuò Basta, “abbiamo fatto scansioni di shuttle che
>> decollavano?”
>>
>> A quella domanda la pilota sollevò l’indice per dirgli di aspettare.
>>
>> “Jones a Rest, il signor Tucci ha controllato eventuali voli nell’orbita
>> del pianeta o nell’atmosfera del pianeta verso l’ora dell’attentato?”
>>
>>
>>
>> =^= No. =^=
>>
>>
>>
>> “Dobbiamo vedere se nei rapporti che ci hanno girato o che ha la Phoebe,
>> se hanno interrogato la guardia/custode, o se per caso c’erano dei
>> dipendenti che si occupavano della villetta o del giardino,” aggiunse
>> guardando Basta mentre parlava con Rest, “è probabile che non fossero degli
>> sprovveduti, quindi dovevano conoscere la casa nei dettagli e sapere dove
>> ciascuna vittima avrebbe dormito.”
>>
>>
>>
>> =^= Quindi i miei calcoli erano esatti, =^= fu la laconica risposta di
>> Rest alla quale Luna rispose roteando gli occhi.
>>
>> “Si, si, i suoi ragionamenti erano corretti,” gli rispose, “il mojojo di
>> Basta lo ha confermato.”
>>
>>
>>
>> =^= Il cosa? =^=
>>
>>
>>
>> “Nulla,a più tardi tenente.” Uno sbotto sfuggi a Luna quando notò lo
>> sguardo di Basta. “Che c’è? A qualcuno lo dovevo pur dire! Almeno se ci
>> avessero arrestato avremmo potuto dire di essere in missione. Ottimo
>> lavoro, sapevo che il tuo mojojo avrebbe funzionato,” ripose nello zaino il
>> padd. “Andiamo a bere qualcosa?”
>>
>> “Non dimentichi una cosa?”
>>
>> “No, abbiamo fatto la nostra prova, possiamo andare.”
>>
>> “Le telecamere avranno ripreso a funzionare ora,” la corresse lui, “come
>> usciamo da qui?”
>>
>> “Oh quello, la simulazione finisce quando lo voglio io,” gli rispose Luna
>> mostrandogli lo strumento che aveva in mano con un sorrisetto, “questo non
>> salta come quello che hanno usato loro.”
>>
>> “Non trovi strano che per essere così organizzati abbiano usato materiale
>> scadente?”
>>
>> A quella domanda Luna sfiorò nuovamente il comunicatore.
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> *TOOL III, Colonia Tahzot, Locale nella periferia - 20/08/2399, 01:00*
>>
>> “Spiegatemi ancora perché siamo qui,” chiese Melanne Grahan cercando di
>> farsi sentire al di sopra della musica.
>>
>> “Ufficialmente perché ci serviva una distrazione,” le rispose Caytlin
>> perfettamente a suo agio nell’atmosfera caotica, “ufficiosamente volevo
>> farmi un’idea su clima della colonia.” Melanne seguì il suo sguardo in
>> direzione del bar dove Dohaan stava cercando di ordinare da bere. “Dato che
>> è la Phoebe a dirigere le indagini,” continuò Caytlin con un sorriso che le
>> illuminò tutto il volto, “nulla ci vieta di occuparci dei dettagli, ovvero
>> di quei particolari che loro potrebbero eventualmente trascurare.”
>>
>> “E questo comporta…”
>>
>> “Uscire e divertirsi,” concluse la sua frase il consigliere, “e nello
>> stesso tempo studiare la situazione generale. Vedi per esempio quella
>> coppia in quell’angolo?” Le disse indicando un tavolo sul fondo del locale,
>> dove due bajoriani, un uomo ed una donna, sorseggiavano le loro bevande
>> chiacchierando animatamente. “Lui è cotto di lei, ma non vuol darlo a
>> vedere per questo si guarda ogni tanto attorno come se fosse interessato
>> anche alle altre donne presenti. Lei invece non nasconde nulla, ma tutte le
>> volte che lui si guarda attorno, la sua espressione si fa triste.”
>>
>> “E questo cosa ti dice del clima della colonia?”
>>
>> “Che è sano, almeno in apparenza.”
>>
>> “E quella donna al bancone? Quella vicina a James?” Le chiese Melanne
>> palesemente intrigata dalla capacità di osservazione dell’altra. Caytlin si
>> girò nella direzione indicata e socchiuse appena gli occhi prima di tornare
>> a guardarla sorseggiando con grazia la sua bibita.
>>
>> “Impegnata, ma dal modo in cui guarda James ancora non per molto.”
>>
>> “Come fai a dirlo?” Le chiese Melanne sorpresa. Caytlin sorrise.
>>
>> “Dall’atteggiamento innanzitutto, continua a guardare in direzione di
>> James e nello stesso tempo verso quel gruppetto poco distante come se non
>> avesse paura di essere scoperta.”
>>
>> “Oh,” commentò Melanne sorpresa.
>>
>> “E qualche minuto fa baciava uno di quei ragazzi,” concluse ridendo
>> Caytlin. “Comunque sia,” proseguì guardandosi ancora attorno, “ho scelto
>> questo locale perché è uno dei pochi, non che ce ne siano molti in questa
>> colonia, dove non saremmo saltati troppo all’occhio. Qui non ci sono solo
>> bajoriani.” Concluse con un sorrisetto soddisfatto.
>>
>> “Se dovessi dare una mia opinione direi che è una sana e tranquilla
>> atmosfera,” annuì Melanne ricambiando il sorriso, “quindi anche se non ne
>> ricaviamo nulla, mi sta bene anche la serata per distrarsi.” Concluse con
>> un sospiro.
>>
>> “C’è qualcosa che non va?” Le chiese Caytlin riportando l’attenzione su
>> di lei.
>>
>> Melanne scosse la testa, “No, non c’è nulla che non vada.”
>>
>> “Dal tono in cui lo dici, sembra tutto il contrario.” Caytlin la obiettò
>> con un sorriso amichevole.
>>
>> Prima che però Melanne potesse rispondere un grido rabbioso interruppe il
>> loro discorso.
>>
>> Entrambe si girarono verso il bancone dove un bajoriano enorme aveva
>> afferrato per il bavero Dohaan e, senza pensarci Melanne si alzò di scatto
>> correndo verso i due. Mentre stava per imitarla Caytlin incrociò lo sguardo
>> di un bajoriano che la fissava senza preoccuparsi troppo di nascondere
>> l’odio. Istintivamente sorrise.
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> *USS Hope, Infermeria - 20/08/2399, ore 03:00*
>>
>> Basta entrò nell’infermeria con uno sguardo così scuro che l’infermiera
>> Nudges arretrò istintivamente di un passo e senza che lui le chiedesse
>> nulla indicò immediatamente l’ufficio di Melanne Grahan. Senza una parola
>> il betazoide si diresse immediatamente nella direzione indicata.
>>
>> “Fuori.” Sibilò all’infermiere che si stava occupando dello zigomo della
>> dottoressa.
>>
>> “Ma verament..:”
>>
>> “Ho detto: fuori,” ripeté seccamente fissando Melanne.
>>
>> L’uomo passò lo sguardo fra l’una e l’altro fino a quando la Grahan non
>> gli fece un cenno d’assenso. Non appena le porte si chiusero alle sue
>> spalle Lon aprì la bocca.
>>
>> “Se sei venuto per dare ordini nella mia infermeria, quella è la porta.”
>> Lo interruppe Melanne sospirando.
>>
>> “Non vado da nessuna parte fino a quando non mi spieghi cosa ti è saltato
>> in mente,” ribatté lui digrignando i denti.
>>
>> Girando attorno alla scrivania per sedersi, Melanne si massaggiò lo
>> zigomo arrossato. “Intendi dire quando ho accettato di andare con Caytlin a
>> bere qualcosa?” Chiese con aria innocente.
>>
>> A quella risposta Lon serrò la mascella, “non fare la furba Melanne! Ho
>> letto il rapporto.”
>>
>> “Oh per la miseria Lon!” Esclamò lei esasperata, “non è successo nulla!
>> James ha attirato l’attenzione della donna sbagliata tutto qui!”
>>
>> “E la parte in cui ti sei ritrovata davanti ad un pugno?”
>>
>> “Non è nulla che non potrebbe accadere a chiunque cerchi di interrompere
>> una rissa,” ribatté lei stringendo le spalle con indifferenza.
>>
>> “Si ma..:”
>>
>> “Non propinarmi di nuovo la storia che tu sei addestrato e io no,” lo
>> minacciò lei iniziando ad arrabbiarsi, “perché i corsi di autodifesa li ho
>> fatti anche io Lon Basta! E se solo ti azzardi a dire che non era compito
>> mio intervenire puoi tranquillamente girare sui tacchi ed andartene.”
>>
>> Il betazoide fissò il dito indice teso nella direzione della porta, poi
>> tornò a guardare lei.
>>
>> “Non sei sufficientemente addestrata ad affrontare una rissa,” le disse a
>> denti stretti e fu investito da un mare in tempesta che minacciò di
>> schiacciarlo “Fuori!” Sibilò Melanne alzandosi e indicando la porta.
>>
>> Temporaneamente senza fiato Lon non reagì fino a quando non se la ritrovò
>> davanti che lo fissava furibonda. “Tu,” gli disse lei colpendolo più volte
>> con la punta dell’indice sul petto sottolineando ogni parola, “non hai
>> alcun diritto di decidere se io sono o non sono in grado di fare qualcosa!”
>>
>> Come se fosse affascinato dal dito della mano di Melanne, Lon restò in
>> silenzio per alcuni lunghissimi secondi quando lei ebbe finito di parlare.
>> “Hai ragione.” Le disse quando finalmente ritrovò la parola.
>>
>> Fu a quel punto che Melanne lo baciò.
>>
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>> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
>> occupati. Bertolt Brecht
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