<HTML><HEAD></HEAD>
<BODY dir=ltr>
<DIV dir=ltr>
<DIV style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: 'Arial'; COLOR: #000000">
<DIV>Sono arrivata giusto a metà.. c’è un accadimento al bar di prora alle 21 e
qualcosa fra vari accadimenti delle 4 del mattino.. non so se sia un flashback o
cosa XD</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>Ora continuo la lettura</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: 'Arial'; COLOR: #000000"><BR>========================<BR>Guardiamarina
Caitlyn<BR>Consigliere<BR>USS Hope NCC-25122<BR>[CV]:
http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino_servizio.php?id=169<BR>========================<BR></DIV>
<DIV
style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'>
<DIV style="FONT: 10pt tahoma">
<DIV> </DIV>
<DIV style="BACKGROUND: #f5f5f5">
<DIV style="font-color: black"><B>From:</B> <A title=cmdrtkar@gmail.com
href="mailto:cmdrtkar@gmail.com">federico pirazzoli</A> </DIV>
<DIV><B>Sent:</B> Sunday, November 22, 2015 6:43 PM</DIV>
<DIV><B>To:</B> <A title=stml17@gioco.net href="mailto:stml17@gioco.net">USS
Hope</A> </DIV>
<DIV><B>Subject:</B> Re: [Stml17] Brano 02-11 - La strategia dei
pugni</DIV></DIV></DIV>
<DIV> </DIV></DIV>
<DIV
style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'>
<P style="MARGIN-TOP: 0px" dir=ltr>Dimenticavo...ho cercato di portare un po'
avanti i rapporti tra Rest e parte dell'equipaggio (in particolare Xyr e Basta,
ma anche Graahn e Caytlin...se ritenete che le reazioni dei vostri personaggi
non siano corrette non esitate a dirlo, che si fa in tempo a modificare!</P>
<P dir=ltr>--<BR>Inviato da myMail per Android</P>domenica, 22 novembre 2015,
06:30PM +01:00 da federico pirazzoli <<A
href="mailto:cmdrtkar@gmail.com">cmdrtkar@gmail.com</A>>:<BR><BR>
<BLOCKQUOTE
style="PADDING-BOTTOM: 0px; PADDING-TOP: 0px; PADDING-LEFT: 10px; MARGIN: 0px 0px 0px 10px; BORDER-LEFT: #fc2c38 1px solid; PADDING-RIGHT: 0px"
cite=14482134390000000995>
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<DIV><BASE href="https://e-aj.my.com/" target=_self>
<DIV id=style_14482134390000000995_BODY>
<P style="MARGIN-TOP: 0px" dir=ltr>Ok gente, ecco il mio pezzo. Ho
raccolto l'invito a chiudere la missione e - anche se non sono del
tutto soddisfatto - qualcosa ho prodotto. Il problema principale é
stato giustificare otto ore di scontri tra un gruppo di prigionieri
disarmati e i loro carcerieri, armati e dotati del controllo
dell'astronave.<BR>Per i pomodori tiratemeli per favore al naturale e non
nei vasetti di vetro :-)</P>
<P
dir=ltr>*************************************************************************************<BR>Brano:
02.11<BR>Titolo: La strategia dei pugni<BR>Autore: Rest figlio di
Retok<BR>Brano precedente: Non bisogna organizzare i propri piani in
base a ciò che il nemico potrebbe fare, ma alla propria
preparazione.<BR>*************************************************************************************</P>
<P dir=ltr>Accademia della Flotta Stellare - ufficio del Consigliere Cond
- Flashback</P>
<P dir=ltr>"Posso fare qualcosa per te, Lon?" domandò il Consigliere,
porgendo una tazza di tisana aromatica al Betazoide, che la fissò
intensamente per diversi secondi senza neppure sfiorarla.<BR>Si trattava
di una specie di sfida silenziosa tra il Cadetto ed il suo terapista
che - sin dal loro primo incontro - cercava di scoprire quale tipo di
bevanda potesse piacere al ragazzo, offrendogliene una diversa ad
ogni incontro senza mai chiedergli nulla.<BR>Grazie alle sue capacità di
deduzione, Lon aveva capito che si trattava di una sorta di mossa di
apertura. L'Umano non chiedeva delucidazioni sui suoi gusti perché
attendeva che fosse Lon ad aprirsi a lui, rivelandogli cosa gli piacesse.
Ma il Betazoide, che pure aveva trovato giovamento da diversi dei
consigli ricevuti da quell'Umano, non si sentiva ancora pronto ad
aprirsi realmente con lui.<BR>Era seduto sul divanetto, l’ultimo
traguardo di un lungo percorso che era iniziato con il rimanere in
piedi vicino alla porta, passando per due diverse poltroncine ed il
pavimento. Non aveva la minima idea di cosa pensasse il consigliere
in quel momento, il Tenente Cond era un muro bianco sul quale non si
disegnava alcuna emozione. Era stato così fin dall’inizio e così
sarebbe rimasto fra loro fino a quando non fosse stato Lon a
cambiare idea. “Credi forse di essere l’unico a non sopportare
l’eccessiva intimità betazoide?” aveva osservato il Consigliere con
un sorriso durante il loro primo colloquio.<BR>"É stato lei a convocarmi,
Consigliere..." decise quindi di rispondere. Un'apertura cauta e
neutrale, che non causò significative variazioni nel muro di bianco
emozionale del suo interlocutore "Il nostro incontro periodico era
fissato per mercoledì prossimo."<BR>"Hai ragione..." ammise sorridendo il
Consigliere che, in tanti anni di servizio, aveva appreso la
difficile arte della pazienza coi suoi assistiti "permettimi di
riformulare la domanda...c'é nulla di cui vorresti parlarmi?"
leggerissimo picco emotivo di colore pastello...divertimento? "O di
cui ritieni di dovermi parlare?"<BR>Così formulata, la domanda non poteva
più essere elusa. Anche se non voleva parlarne, come Cadetto aveva
il dovere di farlo "Ho colpito il Cadetto Bueller durante la
simulazione della Kobayashi Maru..."<BR>"Interessante..." rispose il
Consigliere, neutrale empaticamente quanto nel tono della voce "ed é
stato...soddisfacente?"<BR>"É stato necessario." ribatté Basta, un
po' disorientato. In effetti si aspettava una domanda sui motivi che lo
avevano spinto a colpire Bueller. Con questa domanda Cond aveva
spiazzato il discorso che si era preparato. Ciononostante poteva
tentare di riportare la discussione sui giusti binari "era il metodo più
efficiente per raggiungere l'evacuazione della nave."<BR>"E lui
condivide questa tua idea?" gli chiese l'Umano "ne avete parlato?"<BR>"É
venuto da me a mensa. Si é seduto non invitato..." riferì Lon, ritenendo
che - con ogni probabilità - il Consigliere già lo sapesse “Bueller
mi guardava come se volesse restituirmi il pugno, nonostante
sorridesse."<BR>Sotto lo sguardo incuriosito del tenente, Lon annusò la
bevanda che aveva sotto il naso, senza però accennare a toccarla,
quindi continuò “Il cadetto Graahn mi ha impedito con una gomitata di
invitarlo a farlo," una smorfia seccata si disegnò sul suo volto
mentre inconsciamente si massaggiava il fianco, e la sua amica del
cuore ci guardava fra il deluso e il sorpreso."<BR>“E com’è finita?”
chiese con aspettativa appena accennata il Consigliere, forse
sperando che questa parte del discorso lo portasse ad esternare qualche
sentimento.<BR>“Bueller ci ha offerto da bere, ho rifiutato... Jones
si è offerta di andare a prendere le bevande ed ha portato con se il
cadetto Graahn.”<BR>Silenzio. Evidentemente Cond non riteneva fosse
soddisfacente e attendeva un proseguo. Per esperienza, Lon sapeva che
lo avrebbe tenuto lì a lungo, anche a costo di rinviare gli
appuntamenti successivi.<BR>“A quel punto il cadetto si è
massaggiato il mento ed io ho commentato che se l’era meritato. Lui
ha risposto con un‘è vero, ed è finita lì.” Concluse rapidamente
Lon, cercando di dare un tono definitivo alla cosa. Non era finita
davvero lì, ma il resto della discussione era troppo assurdo e
spiazzante per riferirlo.<BR>“Descrivi i tuoi compagni con la tecnica che
abbiamo iniziato ad usare.” Chiese Cond, apparentemente credendo alla
messinscena del Betazoide.<BR>Basta sbuffò, poi socchiuse gli occhi
riflettendo. “Bueller è talmente accecante che non capisci cosa c’è
dietro, probabilmente nulla. Jones è una fiamma, arde costantemente,
leale, incosciente. Graahn è l’azzurro dell’acqua, la pioggia che
porta la quiete, ma che se si trasforma in tempesta ti schiaccia.” la
mano tornò di nuovo al costato.<BR>“E tu come ti
descriveresti?”<BR>“Io sono nero,” rispose senza esitazione “non c’è
nulla in me.”<BR>Il Consigliere rimase silenzioso a quella risposta,
dopodiché sorrise sornione e disse "Molto bene, Lon... lavoreremo
ancora su questa cosa, finché non troveremo un colore migliore che
ti descriva. Intanto... perché non rifletti su quello che realmente
ti ha detto Bueller a mensa? Quando vorrai, poi, lo riferirai anche
a me."</P>
<P dir=ltr>Solo nella sua stanza in Accademia, Lon fissò il soffitto
pensieroso. Con Cond aveva fatto bellamente finta di nulla, ma a sé
stesso non poteva mentire. Bueller aveva detto altro, qualcosa di
inaspettato e difficilmente credibile.<BR>"Penso che sappia che stanno
selezionando Cadetti per il Progetto Hope..." aveva detto con un
ghigno divertito, mentre la sua luce diventava ancora più brillante
"Spero che non lo farà ancora quando sarà il mio Capo della Sicurezza ed
io il suo Capitano...."<BR>*Sta scherzando...* si disse allora il
Betazoide, e anche in quel momento lo pensava. Lui lo aveva preso a
pugni e Bueller gli offriva di fargli da Ufficiale Superiore, se
avesse avuto il comando? "Certo che lo rifarei, a parità di
situazione..." aveva risposto.<BR>"Vedremo..." aveva risposto
Bueller.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore 04:05</P>
<P dir=ltr>"Dobbiamo ripiegare, la nostra posizione diventerà presto
insostenibile!" gridò Basta, per farsi sentire al di sopra del suono
dei raggi Phaser che saettavano ed impattavano ovunque.<BR>"Non mi sembra
ce la stiamo cavando tanto male!" rispose di rimando il Capitano
Bueller, sollevandosi per sparare un colpo alla cieca verso quanto
restava di una porta di duranio, dietro la quale erano barricati un
numero imprecisato di Romulani.<BR>Si trattava di una spacconata, e lo
sapevano entrambi. Erano rimasti in sette ed avevano almeno
altrettanti feriti, mentre la maggior parte dei Romulani era
ammassata oltre l'angolo, trattenuta solo dal numero limitato di
armi a particelle delle quali erano riusciti ad impadronirsi<BR>Lon
fu tentato di sferrare nuovamente un destro al mento di Bueller, ma si
trattenne. Se avesse stordito il Capitano non sarebbero stati in
numero sufficiente a portare con loro tutti i feriti, e non era
accettabile lasciare prigionieri ai Romulani. Inoltre Luna, che era china
accanto a loro con un fucile Phaser tra le mani ed una Bath'Leth
legata alle spalle, probabilmente non avrebbe approvato, finendo per
opporsi e peggiorare ulteriormente la loro situazione tattica.<BR>"Senza
rinforzi avranno comunque la meglio..." disse il Capo della Sicurezza,
chiudendo la mente alle fiamme furiose che erano le emozioni dei due
membri della Sezione Comando e ricominciando a sparare "meglio
retrocedere ora che abbiamo copertura, evacuare i feriti e
barricarci in una posizione più difendibile."<BR>"I rinforzi arriveranno
presto..." rispose sicuro Bueller, a voce abbastanza alta da farsi
sentire dagli altri, rincuorandoli "non permetteremo a quei bastardi
dei Romulani di prendere l'hangar e filarsela con le nostre
navette!"<BR>Ma ora le sue fiamme erano velate di dubbio, un dubbio che
Basta condivideva *Dove accidenti sono i nostri rinforzi?*</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 -
Contemporaneamente</P>
<P dir=ltr>L'atmosfera sulla Plancia della Hope era estremamente tesa e
la stanchezza di numerose ore di scontri stava logorando i cadetti
assegnati alle varie postazioni. Solo Rest - che pur essendo stato
investito del comando non si era spostato dalla consolle tattica -
pareva imperturbabile nell'osservare una riproduzione
tridimensionale della nave, dove numerosi segni rappresentavano gli
scontri in corso.<BR>Davanti alla postazione vi erano tre cadetti i
quali - a seguito dell'interruzione delle comunicazioni interne e della
disattivazione dei sensori - fungevano da portaordini muovendosi
attraverso i Tubi di Jeffries, riferendo in continuazione
l'andamento degli scontri e portando alle varie cellule Federali gli
ordini del Vulcaniano.<BR>"E siamo stati costretti ad abbandonare la
Sezione 11 del Ponte 5..." riferì il Cadetto Paulson, del Laboratorio
Botanico "I Romulani si sono piazzati nella Palestra e hanno
installato lì un punto di comando. Abbiamo avuto nove feriti, di cui
tre gravi...il signor Topper li ha stabilizzati ma..."<BR>"Quindi ora la
Sezione 9 é libera da forze ostili?" domandò l'Ufficiale Tattico,
che pareva più interessato ad aggiornare il proprio schema tattico che al
conteggio delle perdite.<BR>"Io...non saprei, signore..." ammise il
Cadetto, spiazzato "stavamo indietreggiando verso le Sezioni 12 e
13...non abbiamo..."<BR>"Verificate e riferite." ordinò Rest, con
tono definitivo che non ammetteva repliche. Quindi, quasi con un
ripensamento, aggiunse "quanto al resto del gruppo...data la
conformazione del Ponte dovreste riuscire nella prossima ora a
contenere i Romulani nella Sezione 11. Se dovessero ricevere
rinforzi siete autorizzati ad utilizzare i Tubi di Jeffries per
ripiegare sul Ponte 4."<BR>Detto ciò il Vulcaniano si disinteressò
completamente del proprio interlocutore, concentrandosi invece sul
Guardiamarina Esteban, uno degli uomini della Sicurezza. Esteban era
un Umano di origini sudamericane, in quel momento incapacitato al
servizio attivo a causa di una brutta ferita alla spalla destra rimediata
in uno degli ultimi scontri, cosa che gli impediva di tenere un'arma
ma non di fare da messaggero "Mi dica,
Guardiamarina..."<BR>"Signore, la situazione presso l'Hangar
principale é insostenibile. Per mantenere la posizione necessitiamo di
almeno altre dieci unità armate...." riferì l'uomo della Sicurezza,
palesemente irritato per essere stato costretto ad attendere che
Rest ricevesse prima gli altri rapporti.<BR>Dal canto suo, il Tattico non
rispose immediatamente, preferendo studiare prima il suo schema
della nave, come se in quei diagrammi e simboli vi fossero le
risposte che cercava. Dopo circa trenta secondi disse "Al momento
non è possibile stanziare altre unità presso l'Hangar. Se non
riuscite a sostenere l'impatto nemico ritiratevi."<BR>"Col dovuto
rispetto, signore..." rispose Esteban, evidentemente vicino a
perdere la pazienza "anche il signor Basta ha proposto questa linea
di azione, ma il Capitano non intende cedere ulteriori posizioni al
nemico, ritenendo che non sia opportuno consegnare ai Romulani le
nostre navette."<BR>"In tal caso il Capitano dovrà difendere
l'Hangar con gli uomini a sua disposizione." ribatté secco Rest, prima di
tornare a concentrarsi sui suoi schemi, completamente dimentico di
tutto il resto.<BR>Il volto di Esteban si fece rosso, mentre l'ira
montava evidentemente in lui. Stava per ribattere stizzito, quando il
Consigliere lo avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla e
dicendogli gentilmente "Guardiamarina... Sul Ponte 2 é stata
allestita una infermeria di emergenza...perché non va a vedere lì se
qualcuno dei feriti meno gravi é in grado di darvi
supporto?"<BR>"Farò così, signore...grazie..." rispose l'uomo della
Sicurezza, lanciando a Rest un'ultima occhiata di fuoco prima di
andarsene.<BR>"Signor Rest, possiamo parlare un momento?" chiese poi
la giovane Risiana, indicando al Vulcaniano l'Ufficio del
Capitano.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 -
Contemporaneamente</P>
<P dir=ltr>"Mi pare nervosa, Dottoressa..." commentò laconico Smith,
osservando la responsabile dell'Infermeria mentre si muoveva tra i
pazienti, alcuni stesi sui bioletti ed altri a terra, in brande di
fortuna.<BR>"E lei mi pare sin troppo tranquillo, signor Smith!" ribatté
la giovane donna, lanciandogli un'occhiata stizzita "In fondo non ha
più il suo travestimento e - se i Romulani dovessero giungere sin
qui - lei sarebbe un bersaglio tra i tanti. Forse addirittura un
bersaglio prioritario, visto che é più vecchio e ragionevolmente più
esperto di noi."<BR>"Ma i Romulani non arriveranno qui..." rispose
semplicemente la presunta spia "i suoi colleghi sono stati estremamente
efficienti nell'isolare questa zona..."<BR>*Forse anche troppo..." pensò,
e lo sguardo le cadde sulle doppie porte d'accesso, al momento
bloccate. Dietro di esse, Melanne lo sapeva, i corridoi della
Sezione erano stati decompressi su ordine della Plancia, creando una
situazione di vuoto in tutto il Ponte.<BR>La Dottoressa ripensò a quanto
accaduto circa otto ore prima, e non poté che rabbrividire
nuovamente.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Otto ore prima
(Flashback)</P>
<P dir=ltr>Melanne stava riflettendo su quello che lo schermo del suo
terminale le mostrava, ma in realtà i suoi pensieri erano
focalizzati su due persone: il Capo della Sicurezza e l'Ufficiale
Tattico Capo.<BR>*Ma con tutto quello che é successo, come accidenti gli
é saltato in mente di perdere tempo a scrivere questa roba?* si
domandò l'Umana, picchiettando con l'affusolato indice della mano destra
lo schermo, sul quale era aperta una notifica di proposta di Nota di
Demerito.<BR>L'autore della proposta - il Vulcaniano Rest - aveva
trasmesso la nota a tutti gli interessati, oltre che al Capitano e
al Primo Ufficiale. In pratica, il Capo della Sezione Tattica richiedeva
che i vertici della nave emettessero Nota di Demerito verso lui
stesso e gli altri tre Ufficiali presenti durante l'interrogatorio
del signor Smith, con la motivazione che nessuno di loro era stato in
grado di prevedere o prevenire il suicidio - meglio, il falso suicidio -
del sospettato.<BR>*E il bello é che ha pure ragione...* si disse la
Dottoressa, chiudendo la nota. Non poteva infatti contestare la
veridicità delle motivazioni addotte da Rest, anche se non riusciva
a capire come diavolo la cosa fosse venuta in mente a quel
Vulcaniano asociale in quel momento, quando era estremamente probabile
che tutti loro venissero spazzati via a minuti dalla faccia
dell'Universo.<BR>*Probabilmente dipende dalla struttura mentale
Vulcaniana, che nel suo essere estremamente logica tende a
compartimentare le problematiche, finendo per non far caso a
tali...sciocchezze.. *<BR>Ci sarebbe stato da riderci sopra, se Lon non
avesse preso la cosa mortalmente sul serio, mollando lì ciò che stava
facendo per andare a chiarire la faccenda con il collega. Melanne
aveva cercato di impedirglielo, ma non c'era stato verso. Tra Lon e
Rest esisteva una incompatibilità di fondo, data da due caratteri
diametralmente opposti. *E il fatto che non sia stata stabilita una
catena gerarchica all'interno dei vertici della loro Sezione non
aiuta di certo...*<BR>Forse avrebbe dovuto parlarne a Caytlin...<BR>"Ma
non ora!" si ritrovò a ringhiare la donna, mentre la nave veniva
violentemente scossa da quello che pareva un colpo diretto. Subito
tutti gli allarmi si accesero e l'infermeria si animò di medici ed
infermieri che - al suo comando - avrebbero dovuto gestire eventuali
feriti in arrivo.<BR>Ed i feriti arrivarono. Inizialmente si
trattava di contusioni da urto o ferite da esplosione di condotti EPS,
nulla che non potessero gestire.. poi le cose
precipitarono.<BR>Quando dalla Sala Macchine giunse notizia di
numerosi feriti per un’importante esplosione, la Dottoressa Graahn ordinò
di teletrasportarli direttamente in Infermeria ma - poiché le
procedure di emergenza parevano non funzionare - inviò circa due
terzi dei suoi uomini verso il luogo dell'incidente con barelle
antigravitazionali e kit di emergenza.<BR>I medici e gli Infermieri non
erano ancora arrivati in Sala Macchine che - inizialmente dalle zone
detentive di emergenza e dopo anche dalle Sezioni e dai Ponti
limitrofi - cominciarono ad arrivare feriti con bruciature di Phaser.
Inizialmente stupita, Melanne aveva rapidamente scoperto che i
Romulani erano fuggiti e si era rimboccata le maniche per
organizzare il lavoro dell'Infermeria.<BR>E di organizzazione avevano
avuto rapidamente bisogno, perché i feriti avevano cominciato a
giungere numerosi - alcuni anche in gravi condizioni - e si era
subito dimostrato necessario inviare sui luoghi degli scontri
personale medico e paramedico per garantire i primi soccorsi.<BR>In
Infermeria erano pertanto rimasti la Dottoressa, il MOE e due infermieri
quando i rumori degli scontri a fuoco si erano fatti vicini,
parecchio vicini. Subito dopo un paio di Cadetti erano entrati di
corsa, avevano barricato l'infermiera con un campo di forza che di norma
veniva utilizzato per contenere pericolose epidemie e avevano
chiamato la Plancia, annunciando che il Ponte era perduto.<BR>Con
sorpresa della Graahn, però, a rispondere non furono né il Capitano
Bueller né il Comandante Xyr, ma Rest. Il Vulcaniano parve più
irritato che dispiaciuto della notizia e, dopo un paio di domande,
comunicò loro che sarebbero rimasti isolati in fino a fine emergenza e -
senza ulteriori preavvisi - decompresse il Ponte, eliminando le
forze ostili presenti e isolando collateralmente l'Infermeria.<BR>La
Dottoressa pensava che il Ponte sarebbe stato ricompresso in tempi brevi,
ma poco dopo le comunicazioni cessarono e l'Infermeria rimase
completamente isolata, senza più notizie di ciò che accadeva nel
resto della nave.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore 04:10</P>
<P dir=ltr>"Quello P'tak!" ringhiò Luna, facendo per alzarsi in piedi
indignata, ma finendo per doversi riabbassare in malo modo, mentre
tre scariche di Phaser impattavano dove un momento prima c'era la sua
testa.<BR>"Non capisco...perché Rest non vuole mandarci rinforzi per
difendere l'Hangar?" chiese di rimando Bueller, guardando Basta come
se avesse la risposta.<BR>"Perché questa posizione é indifendibile, a
meno di avere davvero molti uomini..." rispose di malavoglia il
Betazoide, che al solo sentir parlare dell'Ufficiale Tattico Capo
aveva il nervoso, ma che non poteva in cuor suo negare la
valutazione del collega "il corridoio é troppo largo e povero di
intersezioni dalla nostra parte, mentre i Romulani possono sfruttare
i magazzini di stoccaggio dei pezzi di ricambio - nonché i pezzi di
ricambio più grossi - come coperture...."<BR>Non era nulla di nuovo, loro
stessi avevano usato quelle stesse coperture prima di venire
costretti a ripiegare dalla superiorità numerica nemica, ma sembrava
che Bueller non volesse - o non potesse - accettarlo. Per questo
controbatté "Se gli lasciamo l'hangar, però, potranno prendere le
navette per lasciare la Hope...e potrebbero anche distruggerla, se
sparassero sul Nucleo di Curvatura!"<BR>"Evidentemente Rest ritiene che
non abbiamo speranze di difendere l'Hangar e ha deciso di farlo in
maniera più decisa, magari decomprimendo il Ponte, come ha fatto per
l'Infermeria e la Sala Macchine." commentò il Cadetto Jones poi,
riflettendoci, aggiunse "Ma non funzionerebbe...in quei magazzini ci
sono diverse tute EVA..."<BR>"Beh, anche se Rest non crede che
potremo tenere la posizione, io dico che ce la faremo. Non
dimenticate che dobbiamo tenere duro solo fino all'arrivo della nave
appoggio della Sezione 31..." affermò deciso Bueller "sentite cosa
faremo..."<BR>Lon avrebbe voluto protestare contro la follia di
continuare a cercare di tenere una posizione indifendibile, ma ciò
che suggerì dopo il Capitano lo obbligò a tacere. Non era una cosa
folle, o impossibile. Era una cosa folle E impossibile. E molto
altro.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 –
Contemporaneamente</P>
<P dir=ltr>Il Consigliere Caytlin prese un lungo respiro prima di
parlare. Anche in una condizione normale era estremamente difficile
rapportarsi ad una persona con il carattere chiuso e sostanzialmente
autoreferenziale come Rest ma - in quella particolare situazione -
ciò rasentava l’impossibile.<BR>Il Vulcaniano aveva accettato di
malavoglia di seguirla in Sala Tattica e - non appena le doppie
porte si erano chiuse alle loro spalle - si era messo in piedi in
una posizione formale di riposo e l’aveva trapassata con lo sguardo. Il
suo “Mi dica pure, Consigliere…”, benché detto con formale cortesia,
era suonato alle orecchie della Risiana come un “Sbrigati a dire la
stupidaggine che stai pensando, piccola rompiscatole ignorante, che
ho da fare cose più importanti che dar retta a te ed ai tuoi
piagnistei…”…”<BR>Ma - e Caytlin non poteva che ammetterlo - si trattava
solo di una sua impressione dettata dall’irritazione che si era
generata in lei quando aveva scoperto che il Vulcaniano l’aveva
inclusa nel novero di persone meritevoli di Nota di Demerito a
seguito degli eventi riguardanti il prigioniero in Infermeria.<BR>“Signor
Rest, credo che dovrebbe riconsiderare la sua decisione di non inviare
rinforzi al Capitano Bueller.” Affermò, diretta e decisa. Con i
caratteri come quello del Capo della Sezione Tattica, infatti, gli
approcci indiretti ed i giri di parole tendevano a generare solo
irritazione crescente e assenza di stimolo ad intavolare una
comunicazione costruttiva.<BR>Ad oggi modo– come c’era da
aspettarsi– il Vulcaniano non ebbe nessuna reazione evidente alla
frase del Consigliere, se non un leggero inarcamento del
sopracciglio sinistro, troppo lieve per capire se si trattasse di
una dimostrazione di divertimento, irritazione o curiosità.
“Interessante.” Disse dopo un po’ "Evidentemente ritiene che la mia
gestione strategica delle risorse della nave non sia efficiente. E
mi dica, come crede che il distogliere personale dalle aree critiche
del conflitto per dislocarlo in uno scontro inutile e destinato alla
sconfitta migliorerebbe la nostra soluzione globale?”<BR>Nonostante
la costante cortesia ed il tono discorsivo, Caytlin sentì la
temperatura ambientale abbassarsi di parecchi gradi e non poté non
mordersi la lingua. Nel suo voler essere diretta per attrarre
l’attenzione del collega sul suo punto di vista, aveva inavvertitamente
toccato un qualche filo invisibile, che lo aveva fatto sentire messo
in discussione in quello stesso campo in cui si considerava - a
ragione, stando alle esperienze curricolari - un maestro.<BR>“Temo che mi
abbia frainteso, Rest…” corse ai ripari la ragazza “io non capisco
nulla di strategia e non ho idea delle strategie che sta applicando.
Personalmente posso non capire perché abbia isolato la Sala Macchine
o l’Infermeria, ma so una cosa: il Capitano non abbandonerà
l’Hangar, se ha deciso che è importante difenderlo. Ed è suo dovere
aiutarlo.”<BR>"Mi perdoni, Consigliere. Fino a questo momento ho ritenuto
che mio dovere fosse neutralizzare la minaccia Romulana e riprendere
il controllo della Hope, riducendo al minimo le perdite in termini di
vite, con riguardo prioritario per quelle dell'equipaggio. Se
ritiene che non sia così, provvederò a ridefinire le mie strategie
in funzione degli obiettivi attesi."<BR>La Risiana si sentì formicolare
la mano, come se l'arto stesso la implorasse di essere lasciato
libero di impattare sulla faccia di Rest. Ma lei era una
professionista, benché priva di chissà quali esperienze, e capiva
perfettamente che il Vulcaniano la stava provocando. Così gli
sorrise e -con tono innocente - domandò "E non sarebbe possibile
raggiungere sia l'obiettivo generale che quello stabilito dal
Capitano?"<BR>"Non senza una inutile perdita di vite." rispose il
Vulcaniano, ora mortalmente serio "La strategia generale prevede che
i Romulani, una volta individuata la possibilità di prendere l'Hangar,
dirottino verso tale obiettivo un maggior quantitativo di risorse,
riducendo per forza di cose la pressione su determinate aree per noi
prioritarie."<BR>"E cosa le fa pensare che lasceranno sguarnite proprio
le aree che vuole lei?" chiese a questo punto il Consigliere, quasi
intimorita da quel tono di certezza matematica nella voce di Rest. Lo
aveva sentito spesso negli scienziati Vulcaniani, quando parlavano
di complesse formule matematiche o algoritmi atti a descrivere
fenomeni scientifici anche complessi ma - applicato ad un campo così
aleatorio come le strategie belliche - le dava i brividi ed una
strana impressione di follia maniacale.<BR>“Venga, Consigliere” le
rispose compiaciuto il Vulcaniano “Mi permetta di introdurla
nell’affascinante mondo della guerra strategica.”<BR>I due ufficiali si
spostarono alla Postazione Tattica di Plancia, dove Rest avviò una
sorta di simulazione, in cui diversi segnalini di unità si spostavano in
maniera quasi contemporanea. <BR>"Come può vedere..." spiegò il
Vulcaniano, indicando una serie di punti dove erano stanziati
numerosi gruppi di Cadetti "Questi passaggi sono ben protetti. Ciò
lascia alle forze Romulane questo percorso specifico, dato che il Ponte
dell'Infermeria é isolato."<BR>Caytlin osservò la cosa per un po', ma
per lei aveva scarso significato. Lei vedeva decine di altri
possibili percorsi e lo fece notare al collega "E se passassero da
qui?"<BR>Ma le probabilità che scoprisse così, a prima vista, una falla
nel piano che Rest aveva così accuratamente studiato erano poche, e
lo sapeva. Per questo non si stupì quando il collega dalla divisa
ocra rispose "No, Consigliere. Lei dimentica una cosa importante:
uno degli elementi più rilevanti in una operazione tattica é il
tempismo. I nostri avversari non sceglieranno vie traverse che non
conoscono, quando hanno un percorso già sotto il loro controllo. Ed
é lo stesso motivo per cui in queste ore non hanno sfruttato i Tubi
di Jeffries...non hanno dimestichezza con la nave e con le sue
planimetrie e rischierebbero di venire sopraffatti in
imboscate."<BR>"Ma se prendessero l'hangar potrebbero andarsene con le
navette, no?" chiese la ragazza, sentendosi sempre più frustrata da
quella conversazione.<BR>"Sì Consigliere, ma non immediatamente. Le
navette sono state bloccate con un codice crittografato a trenta cifre. I
Romulani impiegheranno ore a decifrarlo..."<BR>"E che succederà
quando lo avranno decifrato?" chiese la Risiana, anche se credeva di
aver già intuito la risposta dall'atteggiamento tronfio del Capo
Tattico.<BR>"Il conflitto sarà risolto molto prima, Consigliere..."
rivelò Rest, mentre uno scintillio da predatore - forse la prima
vera emozione che Caytlin gli avesse mai visto esternare - si accendeva
per un istante nei suoi occhi "secondo i miei calcoli riavremo il
controllo della nave nei prossimi quaranta minuti."</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05</P>
<P dir=ltr>“E, ovviamente, non ha ritenuto necessario dirti come aveva
intenzione di concludere gli scontri…” affermò Melanne, sorseggiando
un bicchiere d’acqua come fosse una specie di cocktail. Le riparazioni
erano ancora in corso e – con i Replicatori fuori uso – si sarebbero
dovuti accontentare di razioni di emergenza standard per qualche
giorno.<BR>“In effetti non glielo ho neppure domandato…” rispose il
Consigliere, muovendosi leggermente a disagio sulla sedia e
lasciando perdere la razione che stava intaccando con la forchetta
“Il mio primo pensiero è stato quello di correre ad avvertire il
Capitano e Lon che l’Hangar andava abbandonato al più presto.<BR>“Non
credo te lo avrebbe detto comunque…” rispose la Dottoressa “quel ragazzo
è incomprensibile…”<BR>“Non è incomprensibile, è solo completamente
asociale…” rispose il Consigliere “E credo che viva tutta la sua
esistenza come una continua partita a scacchi, con mosse e
contromosse… a volte mi verrebbe voglia di dargli una sberla per
riportarlo alla realtà, anche se non è molto professionale.”<BR>“No,
non funziona…” rispose secco Lon, parlando per la prima volta da quando
si era seduto a tavola con le due donne. Il suo tono era cupo e
deciso, ed il fatto che si stesse osservando le nocche della mano
destra non sfuggì a nessuno.<BR>"Cosa hai combinato, Lon?" chiese
Melanne, </P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore 04:20</P>
<P dir=ltr>Il Consigliere Caytlin giunse di corsa all'intersezione dove
era asserragliato il personale Federale, massaggiandosi con vigore
gli avambracci, rimasti scorticati durante il passaggio a gattoni in un
Tubo di Jeffries.<BR>Giunta a destinazione, la ragazza trovò quasi
tutti i Cadetti - compresi i feriti che lei stessa aveva suggerito di
inviare lì - intenti a mantenere un pesante fuoco di sbarramento
contro le postazioni Romulane, mentre Bueller, Basta e Jones stavano
armeggiando con alcuni pannelli che coprivano dei condotti
ODN.<BR>"Consigliere, come mai da queste parti?" domandò Ferris,
simulando un'allegria che non sentiva da circa otto ore "Le
mancavo?"<BR>"Capitano, deve evacuare i suoi uomini entro la
prossima mezz'ora..." avvertì la Risiana, con tono leggermente
isterico, ignorando il tentativo di umorismo fuori luogo di Bueller.
Per quanto avesse preso parte agi addestramenti dell'Accademia,
infatti, nulla l'aveva preparata all'effetto che fanno i raggi Phaser
quando ti si schiantano a meno di mezzo metro dalla
testa.<BR>Colpiti dal tono di urgenza nella voce della ragazza, Bueller e
Luna poggiarono a terra la sezione di paratia smontata e la
fissarono con intensità "Perché, che succederà tra mezz'ora?" chiese
l'Umano.<BR>"Non ho capito bene tutti i dettagli..." iniziò il
Consigliere, imponendosi respiri profondi per recuperare il
controllo della respirazione e - indirettamente - del proprio piano
emotivo "ma Rest ha imbastito una strategia per recuperare alcune
aree chiave della nave e - secondo le sue previsioni - entro quel termine
si concentreranno qui almeno un terzo dei Romulani presenti a bordo.
Se non vi ritirate sarà una carneficina!"<BR>A quelle parole Bueller si
fece meditabondo, lanciando rapide occhiate in sequenza a Luna e al
condotto dati scoperto, mentre istintivamente cominciava a mordersi
il labbro inferiore.<BR>Sentendosi chiamata in causa da quegli sguardi,
Luna gonfiò il petto prima di aggiungere "Ha ragione, devi far
ritirare i nostri. Il piano possiamo farlo funzionare anche senza
supporto qui fuori..."<BR>"Avrete molto meno tempo..." fece notare
l'amico.<BR>"Ce lo faremo bastare." replicò secca Luna. Quindi,
voltandosi verso Basta, chiese "Siamo pronti?"<BR>Il Betazoide, che si
era infilato strisciando nello spazio sottostante il condotto ODN,
rispose "sì, lo spazio é sufficiente."<BR>"Sentito?" domandò Luna,
scoprendo i denti come se già assaporasse la battaglia "Noi andiamo,
voi chiudete il pannello e ritiratevi!" <BR>Quindi sgattaiolò dietro il
Capo della Sicurezza, scomparendo nella spessa paratia dell'Hangar.
Quando entrambi i piedi furono scomparsi all'interno, Bueller fece
un sospiro e afferrò il pannello che avevano rimosso quindi, armato di
cacciavite sonico, si voltò verso Caytlin e disse "Forza
Consigliere...mi aiuti a richiudere questa paratia!"<BR>Quindi,
abbandonato l'atteggiamento dimesso, assunse una postura più dritta ed
un tono deciso e disse ai sui uomini "Coraggio ragazzi, dobbiamo
resistere solo pochi altri minuti. Preparatevi a ripiegare!"</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Magazzino componenti informatiche nr.3 - 31
dicembre 2394 - Ore 04:22</P>
<P dir=ltr>I membri della squadra speciale comandata dal Comandante
Rodriguez si guardarono intorno, rabbrividendo alla vista dei segni
dello scontro appena conclusosi che - in quel corridoio - era stato
particolarmente brutale e violento.<BR>Prigionieri e feriti potevano
anche essere già stati rimossi, ma gli sfregi sulle paratie e le
chiazze di sangue sarebbero rimaste per molto tempo, per lo meno
nelle loro menti.<BR>"C...cavolo..." esclamò il Tenente Mexe, il
responsabile del Laboratorio Informatico, entrando nell'angusto magazzino
con un DiPadd in mano "tutto quel caos per riprenderci un semplice
magazzino di parti di ricambio?"<BR>"Concentrati sul trovare quei
pezzi..." lo rimbrottò il Capo OPS, che già si era chinato accanto
ad una cassa e l'aveva aperta, prelevando alcune componenti "Hai
sentito Rest, abbiamo meno di quindici minuti per farci trovare fuori da
qui..."<BR>“A me pare una follia…” commentò il Cadetto Mayers, del
Laboratorio di Intelligenza Artificiale, mentre infilava diversi
cavi e componenti in una sacca. Tutti e tre avevano ricevuto istruzioni
precise da Rest su cosa il Vulcaniano si aspettava facessero e con
che tempistiche, ma dei tre solo Paulo aveva realmente compreso
l’obiettivo di quel piano.<BR>“Ok, abbiamo tutto, muoviamoci!” esclamò
poco dopo Paulo, stringendo in mano una torcia al Plasma per la
lavorazione degli scafi, una sorta di proiettore lungo due metri ed
in grado di generare un getto di energia a temperatura tale da
intaccare il Duranio.<BR>I tre Cadetti, accompagnati da un uomo
della Sicurezza armato di Fucile Phaser, abbandonarono rapidamente
il Magazzino e - seguiti dagli scontri che si stavano nuovamente
avvicinando a quella Sezione del Ponte - procedettero per circa una
quarantina di metri, fermandosi davanti al punto di accesso di un
Tubo di Jeffries. Mentre il membro della Sicurezza controllava il
corridoio, Paulo si chinò a terra e rimosse rapidamente la copertura
del condotto, facendo subito cenno ai due colleghi della Scientifica di
entrarvi.<BR>I due colletti blu obbedirono rapidamente e, dopo
essersi chinati, cominciarono a gattonare nel condotto che si
dipanava davanti a loro. Quando ebbero lasciato spazio sufficiente
per passare, anche il membro della Sicurezza si infilò dentro e -
spostatosi indietro di circa un metro - puntò il fucile verso l’esterno.
Rapidamente Rodriguez lo raggiunse e, sfruttando una maniglia
magnetica, riposizionò la copertura del Tubo di Jeffries al suo
posto, dopodiché fece cenno a tutti di avviarsi.<BR>Dalla relativa
sicurezza del condotto i quattro Cadetti sentirono lo scontro
raggiungere la posizione dove ormai si trovavano, ma se ne
allontanarono senza emettere un fiato e procedettero tanto
rapidamente quanto gli spazi angusti consentissero loro, verificando
periodicamente la direzione con l’ausilio dei Tricoder sui quali era
stata caricata l’intera mappatura dei passaggi di manutenzione.<BR>“Qui!”
disse il Capo delle Operazioni, indicando una paratia all’apparenza
identica alle altre, ovvero solida e liscia “Mexe, Myers…isolate i
condotti del Plasma ed i condotti dati in questo segmento!””<BR>I
due scienziati - benché non particolarmente avvezzi a questo tipo di
attività - si diedero da fare mentre Paulo installò a terra una
specie di treppiedi, sul quale montò la pesante Torcia al Plasma.
Una volta certo che le sue azioni non avrebbero generato una fuga di gas
incandescenti, Rodriguez fece allontanare la sua squadra ed attivò
la Torcia, scavando il metallo della parete del condotto con
movimento circolare, sino a creare un buco largo poco più di un
metro.<BR>Non appena la parete metallica fu abbastanza fredda, il Cadetto
della Sicurezza vi si avvicinò e - con un calcio ben piazzato - la
fece cadere a terra, seguendola subito dopo col fucile spianato.<BR>“Ok,
venite pure…” disse dopo un po’, dando anche agli altri tre il permesso
ad accedere all’angusta sala in cui erano sbucati, prima di portarsi
vicino alla sola porta d’accesso, puntandovi contro il fucile
Phaser.<BR>“Secondo Rest non dovrebbe esserci più nessuno lì fuori, ma
preferisco che lei tenga comunque la posizione, Sanders…” approvò
Rodriguez, per poi voltarsi verso il loro obiettivo, un piccolo nucleo
di memoria del computer, isolato rispetto ai tre nuclei principali
della nave.<BR>Mexe fu il primo a fare la sua parte, collegando il
proprio Tricoder all’interfaccia del computer e dicendo “E’ come
aveva detto il signor Rest…i Romulani non si sono presi la briga di
disabilitare questo Nucleo come hanno fatto con il Computer
Principale…””<BR>“Probabilmente neppure sapevano che ci fosse un nucleo
di memoria aggiuntivo dedicato alla sola gestione del Medico
Olografico di Emergenza…” ragionò Myers, mentre utilizzava i
condotti dati che aveva recuperato dal magazzino per effettuare una
serie di collegamenti di emergenza con la rete ODN principale della nave,
lì dove l’avevano isolata prima di tagliare la paratia "In fondo é
stata una aggiunta recente, pensata per garantire il supporto di un
M.O.E. alle navi più vecchie..."<BR>“Ma non capisco cosa voglia farsene…”
continuò Mexe, mentre richiamava rapidamente le subroutines del
M.O.E. “questo Computer dispone di spazio di memoria e capacità di
calcolo ottimizzate per la gestione del solo programma del Medico
Olografico di Emergenza… non è possibile usarlo per fare
altro…”<BR>“Infatti, prima dovremo fare un po’ di spazio…” affermò con un
ghigno Rodriguez, prendendogli di mano il Tricoder e collegandovi
una unità di memoria esterna. Quindi, quando Myers gli ebbe fatto
cenno di aver completato i collegamenti fisici alla rete ODN, avviò
il programma che si trovava sulla memoria installata “ecco,
così!”<BR>“Ma… signore, sta decompilando il programma!" esclamò stupito e
un po' scioccato Mexe "Non abbiamo un backup del M.O.E. a
bordo!"<BR>"Pazienza, ce ne installeranno uno nuovo alla prima Base
Stellare..." rispose Paulo, con una chiara alzata di spalle. Quindi,
quando vide che la decompilazione era terminata, avviò un secondo
programma "Mi serviva spazio per questo..."<BR>"Una copia di backup del
computer di bordo?" domandò Myers, verificando a sua volta col
tricoder delle stringhe a campione di ciò che stava venendo installato
"Non pensavo che il Computer che gestisce il M.O.E. avesse la
capacità di calcolo necessaria..."<BR>"Infatti non ce l'ha..." affermò
Rodriguez "questa é una versione più leggera, limitata alle funzioni
dei sensori interni, delle comunicazioni e dei sistemi di sicurezza.
Non gestisce né la navigazione, né le armi e tantomeno gli apparati
scientifici."<BR>Quindi, finita l'installazione, si sfiorò il
comunicatore e disse "Rodriguez a Rest...computer di emergenza in
linea..."</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore 04:32</P>
<P dir=ltr>Dopo aver respinto le residue forze Federali, i soldati
Romulani, guidati dal Subcomandante Rover, si ammassarono davanti
alle grandi porte dell'Hangar navette.<BR>Per prendere quella struttura
avevano dovuto abbandonare numerose postazioni conquistate nelle ore
precedenti, ma ciò non era importante. Quei ragazzini con cui si
stavano battendo erano stati bravi a sufficienza da impedire loro di
conquistare la Sala Macchine - e con essa la nave - isolando
l'intero ponte, ma non erano riusciti a contrastarli su questo
obiettivo.<BR>"Decurione Milok, apra queste porte!" ordinò
all'Ingegnere Capo, che rapidamente si avvicinò alle porte di sicurezza e
- dopo aver asportato quei pannelli removibili che nelle ultime otto
ore aveva imparato a conoscere così bene - cominciò a trafficare sui
comandi.<BR>Ci vollero circa cinque minuti prima che le porte si
sbloccassero e anche così - senza l'ausilio dei computer, che
avevano disabilitato come primo obiettivo per impedire ai federali
di usare teletrasporti, sensori e campi di forza - dieci soldati
dovettero mettersi di buona lena per riuscire ad aprirle.<BR>Non appena
lo spazio fu sufficiente, Rover inviò i suoi uomini nell'Hangar con
l'ordine di stanare ed eliminare rapidamente i Federali. Purtroppo i
suoi non disponevano di disgregatori ma solo di Phaser sottratti ai
federali caduti. Queste armi, oltre che più difficili da impugnare,
avevano pesanti limitazioni nel loro uso, limitazioni preprogrammate che
riducevano l'output di danno al solo stordimento o - al più - ad un
raggio a bassa intensità fatto apposta per non danneggiare gli
scafi.<BR>*Ciononostante riusciremo ad andarcene e a tornare
vincitori....* pensò il Subcomandante, vedendo che l'hangar ospitava
- oltre alle navette Federali - anche la parte anteriore di una delle
navette aliene che avevano il compito di recuperare ed un caccia
Klingon *Certo, il Riov é stato fatto prigioniero, ma tanto aveva
perso la nave, quindi sarebbe stato ugualmente giustiziato...*<BR>Perso
in questi pensieri, il Romulano non si accorse di un dettaglio
all'apparenza strano. Tutte le navette erano infatti disposte
nell'hangar con i musi rivolti verso i portelloni esterni, per
facilitarne il decollo...tutte meno una.<BR>D'altro canto, il
Subcomandante Rover non poteva sapere che - circa 10 minuti prima -
i Cadetti Jones e Basta erano entrati nell'hangar strisciando
all'interno delle paratie e, con l'aiuto di un Forklift
antigravitazionale, avevano girato la Navetta Archer prima di
intrufolarvisi all’interno.<BR>Se lo avesse saputo, probabilmente,
sarebbe stato più cauto nel disporre i quaranta uomini che lo
avevano seguito…ed il piano del Capitano Bueller non avrebbe avuto
successo.<BR>“Ho finito di disabilitare il blocco crittografato…”
annunciò invece Luna, dentro la navetta. Sia lei che Basta erano
accucciati sotto i comandi, così che non risultassero visibili
dall’esterno attraverso lo schermo di plastiacciaio trasparente che
fungeva da finestrone anteriore.<BR>“Computer in linea…” confermò Basta,
che faceva un po’ ridere chinato e quasi accartocciato tra il sedile
del copilota e la consolle “ed appena in tempo, direi…”<BR>“Avanti!”
lo incitò il Cadetto Jones con un ghigno decisamente Klingon
“Facciamo vedere a questi bastardi dal sangue verde chi comanda
qui!”<BR>Ciò detto, i due si misero rapidamente a sedere e – prima che i
Romulani riuscissero a disperdersi, Luna attivò i propulsori
ventrali della navetta, sollevandola di circa mezzo metro da terra e
facendo cadere proni gli avversari più vicini.<BR>“Scudi alzati…”
annunciò Lon, mentre i più reattivi tra i Romulani cominciavano a
sparare inutilmente contro la navetta biposto ed i più svegli – invece –
si dedicavano ad una rapida fuga “procedo a neutralizzare gli
avversari!”<BR>Al di fuori della Federazione non tutti conoscono le
esatte capacità dei Phaser montati dalle navi della Flotta Stellare.
Ovvero, molte razze conoscono i loro output massimi di danno e la loro
mortale precisione, ma in pochi conoscono quanto questa arma possa
essere flessibile nel suo uso.<BR>Nel caso specifico Basta aveva – su
ordine del Capitano – ridotto al minimo la potenza dei Phaser della
navetta, aumentandone al massimo la dispersione. Quando i due
emettitori fecero fuoco, quindi, non scaturirono i normali raggi
cremisi, ma dei ventagli di energia di circa 30° di angolo, a
potenza tale da stordire chiunque si trovasse nel loro raggio
d’azione e buttare a terra tutti coloro che vi fossero vicini, senza
però danneggiare le strutture della nave.<BR>Subito i Romulani tentarono
di disperdersi ma Luna, con una manovra estremamente azzardata in
uno spazio così ridotto ed affollato come quello dell’Hangar, spostò
la navetta davanti all’ingresso e – tenendola alzata quasi al livello del
soffitto – diede modo a Basta di mirare accuratamente i suoi
bersagli.<BR>In pochi minuti quella che doveva essere una importante
conquista per le forze Romulane si trasformò in una caccia al topo,
che si concluse con ventitré Romulani a terra ed il resto della forza
d’assalto in fuga.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Ore 04:35</P>
<P dir=ltr>Bueller entrò in Plancia come un ciclone subitò seguito da
Caytlin e – immediatamente – si avvicinò alla consolle Tattica, dove
Rest stava aggiornando lo stato delle forze amiche e nemiche a seguito
dei rapporti di un gruppo di Cadetti messaggeri che erano ancora
sugli attenti di fronte a lui.<BR>“Che diavolo sta succedendo Rest?”
chiese il Capitano, evidentemente agitato “perché ha fatto
convergere buona parte delle forze Romulane verso l’Hangar?”<BR>“Per
garantire la sicurezza della nave e facilitare il loro contenimento,
signore…” rispose il Vulcaniano, mettendosi sugli attenti ed
assumendo una posa – se possibile – ancor più stoica “Secondo le mie
stime, tra quattro punto tre minuti standard il signor Roriguez terminerà
il suo compito, rendendoci un controllo parziale della nave e
permettendoci di ottenere la supremazia tattica in questo
scontro.”<BR>Bueller parve tentennare un momento a quella risposta.
Per quanto il curriculum di Rest fosse ineccepibile e lo indicasse
come uno dei più promettenti giovani strateghi della Federazione,
infatti, lui lo aveva sempre trovato troppo astratto e…asettico, per
potersi fidare ciecamente delle sue valutazioni. D’altro canto il
fatto che l’imprevedibile – ma innegabilmente pieno di risorse –
Rodriguez fosse uno egli attori del piano aumentava di molto la
qualità dello stesso agli occhi del Capitano.<BR>Con un sospiro, Ferris
si mise alle spalle del Vulcaniano e disse “Cinque minuti, eh Rest?
Molto bene…intanto ha il tempo di aggiornarmi sullo stato degli
scontri…”<BR>I cinque minuti seguenti trascorsero rapidamente, con
Rest che indicava al suo ufficiale comandante lo stato delle varie
truppe, riportando per ognuno dei contingenti federali anche il numero e
la gravità dei feriti, cosa che un po’ stupì il Consigliere visto
che – nel tempo in cui lo aveva osservato coordinare gli scontri –
non era mai parso realmente interessato a questo tipo di informazioni
se non per il numero di unità residue ancora in grado di combattere
*Non devo mai dimenticare che questi dannati Vulcaniani hanno una memoria
quasi fotografica e sono in grado di ricordare anche informazioni
sentite una volta sola…* si rimproverò la Risiana.<BR>Lo stato delle
valutazioni era giunto alla Sala Macchine – la sola vera incognita,
visto che il locale era stato isolato dal resto della nave con
all’interno due contingenti di numero pressoché equivalente – quando
la voce di Rodriguez emerse dai comunicatori, che fino a quel
momento erano rimasti muti a seguito della disattivazione dei
computer di bordo =^=Rodriguez a Rest...computer di emergenza in
linea...=^=<BR>Appena udì quelle parole, Rest si spostò verso la consolle
della Sicurezza, di norma gestita da Basta in caso di emergenza, e
la accese. Ci vollero alcuni minuti prima che la consolle tornasse
operativa, ma quando ebbe accesso ai sensori interni, l’Ufficiale
Tattico rispose, attraverso il proprio comunicatore “Qui
Rest…confermo il funzionamento del sistema di emergenza. Rimanete a
presidiare il tutto, tenendo d’occhio con particolare attenzione il
collegamento ODN provvisorio…”<BR>Quindi, voltandosi verso Bueller
“Capitano, abbiamo in linea i sensori interni, i campi di forza e le
comunicazioni intra nave. Non appena avrò finito di inserire i
parametri di identificazione amico/nemico potremo disabilitare i Phaser
sottratti dalle forze Romulane.”<BR>A Bueller Rest non piaceva, ma ciò
che il Vulcaniano disse gli strappò comunque il primo vero sorriso
da otto ore a quella parte “Ottimo lavoro, signor Rest…proceda, che
sono impaziente di spiegare ai nostri ospiti chi comanda!”</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope – Sala Macchine - 31 dicembre 2394 - Ore 04:40</P>
<P dir=ltr>Xyr si risvegliò con un dolore lancinante al petto e la prima
cosa che fece fu boccheggiare, in cerca di quell’ossigeno che i suoi
polmoni parevano non voler recepire.<BR>“Cerchi di respirare lentamente,
Comandante…” le intimò la voce del Dottor Sanchez, al momento poco
più di una macchia scura nel suo campo visivo annebbiato dalla
carenza di ossigeno “Ha diverse costole rotte e non posso sistemargliele
qui, quindi il meglio che può fare sono piccoli respiri, cercando di
controllare l’espansione dei polmoni. Questo la aiuterà…”<BR>La
giovane Andoriana sentì il rumore di un Hypospray e – quasi subito – il
mondo tornò a fuoco mentre il dolore andava scemando, sostituito da
una sensazione ovattata piuttosto piacevole “Antidolorifico…?”
domandò con voce ancora un po’ confusa, mentre attorno a lei il mondo
riassumeva un aspetto comprensibile.<BR>Si trovava nell’Ufficio
dell’Ingegnere Capo, in Sala Macchine. Il locale relativamente
piccolo era stracolmo di gente, visto che ospitava accucciati a terra
quasi dieci Cadetti della Flotta Stellare – fra i quali Xyr
riconobbe un ancora svenuto Doohan.<BR>“Dove…sono gli altri…?” chiese,
mentre le tornava la lucidità e ricordava che – prima di svenire –
in Sala Macchine erano in venti federali e più o meno altrettanti
aggressori.<BR>“Fuori, a tentare di respingere i Romulani…” rispose il
secondo della Dottoressa Graahn con voce seria “ma non credo ce la
faremo ancora a lungo…i Romulani hanno preso il piano superiore della
Sala Macchine ed hanno una posizione di vantaggio incontestabile…noi
siamo asserragliati qui dentro e dietro le postazioni di controllo del
Nucleo di Curvatura…”<BR>*Nucleo di Curvatura che – fortunatamente – è
stato espulso, o il fuoco di Phaser ci avrebbe già fatti saltare tutti
per aria…* pensò cinicamente il Primo Ufficiale della Hope. Ma la
verità era che il dottore aveva ragione, se i Romulani avevano
ottenuto una posizione rialzata e loro erano stati schiacciati contro
una delle pareti della Sala Macchine senza vie di fuga, avevano
perso…*e presto dovrò arrendermi…* pensò, sentendo l’amaro sapore
della bile salirle alla gola.<BR>La giovane donna stava ragionando
febbrilmente in cerca di un qualche asso nella manica o trucco
dell’ultimo minuto per rovesciare le sorti dello scontro, quando
improvvisamente il rumore del fuoco nemico cessò e la voce di Bueller
eruppe dagli altoparlanti installati nel soffitto della sala, come
quella di un dio adirato =^=Attenzione, questa è una comunicazione
destinata a tutte le forze Romulane presenti a bordo della U.S.S. Hope.
Sono il Capitano Bueller e vi ordino la resa immediata ed
incondizionata. Abbiamo disabilitato tutte le armi in vostro
possesso attraverso campi di soppressione tarati sulla vostra
fisiologia specifica. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete non
funzionerà. I miei uomini hanno l’ordine di catturarvi e condurvi a
qualsiasi costo nella Stiva di Carico 1. Se getterete le armi e
metterete le mani dietro la testa ciò avverrà senza ulteriori
spargimenti di sangue, viceversa i miei uomini hanno
l’autorizzazione ad utilizzare tutta la forza necessaria affinché ciò
venga fatto. Non ci saranno ulteriori comunicazioni in proposito.
Bueller chiude!=^=<BR>“Avete sentito il Capitano?” disse allora Xyr
in tono duro, costringendosi ad assumere una posizione eretta nonostante
il dolore al petto “Andiamo a prendere i nostri ospiti, volenti o
nolenti!”</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Ore 04:40</P>
<P dir=ltr>Nonostante non stessero correndo alcun rischio immediato – se
non quello che i Romulani prendessero la nave e la distruggessero o
li uccidessero tutti – la Dottoressa Graahn non riusciva a stare
ferma per più di dieci minuti.<BR>Ormai lei, il M.O.E. ed il personale
medico e paramedico presente si erano occupati di tutti i feriti e –
visto che le comunicazioni ed il computer principale erano morti – non
potevano fare altro che contare il tempo che passava. L’unico che
pareva immune a tutto questo era Smith, che anzi si sforzava di
chiacchierare con chiunque gli capitasse a tiro, finendo per
ricevere principalmente occhiatacce dai presenti.<BR>La donna avrebbe
voluto infilarlo su di un bioletto ed analizzarlo dalla testa ai
piedi come chiestole dal Primo Ufficiale – se non altro per farlo stare
zitto – ma i bioletti erano tutti occupati da feriti gravi e gli
analizzatori, eccetto quelli manuali (che non avevano comunque una
risoluzione sufficiente) erano tutti fuori uso. Melanne stava comunque
pensando di provarci, sempre allo scopo di zittire l’indesiderato
ospite, quando la voce del Medico Olografico di Emergenza attirò la
sua attenzione con una frase decisamente strana.<BR>“Curioso…” affermò il
M.O.E. osservando il proprio Tricoder con evidente meraviglia “temo
di non ricordare come si attivi questo… strumento…”<BR>“Dottore, va tutto
bene?” domandò l’Infermiera Mawari, avvicinandosi all’Ologramma. Per
quanto non molto utilizzato, infatti, il M.O.E. Tipo V aveva una
personalità piuttosto piacevole e a volte il personale
dell’Infermeria ci interagiva, anche solo per avere una rapida via di
accesso allo spropositato database medico che
conteneva.<BR>“Salve…infermiera…” rispose titubante l’ologramma, mentre
il viso ben proporzionato di un uomo di mezza età dallo sguardo
gentile esprimeva un certo grado di dubbio e frustrazione “In effetti
temo di avere un malfunzionamento…sembra che alcune delle mie
memorie non siano più accessibili…lei, ad esempio…è una femmina,
giusto? Credo di sì, stando alla sua cartella clinica, ma non
rammento più quali elementi anatomici siano distintivi nella sua
razza…”<BR>La Boliana si voltò stupita verso la Dottoressa, forse in
cerca di consiglio, ma Melanne non sapeva cosa dire. Sotto i suoi
occhi, infatti, il M.O.E. smise di parlare e – dopo pochi secondi – smise
anche di muoversi. Non passò più di un minuto, prima che la sua
figura diventasse meno definita, come un ologramma appena abbozzato
nella mente di un oloprogrammatore. <BR>“Ma che diavolo…?” si chiese il
Cadetto Graahn, maledicendo per l’ennesima volta il totale
isolamento a cui era sottoposta l’Infermeria.<BR>Prima che potesse
aggiungere altro, però, la voce di Bueller emerse dall’apparato
delle comunicazioni, segno che stavano lentamente riprendendo il
controllo della nave =^=Attenzione, questa è una comunicazione
destinata a tutte le forze Romulane presenti a bordo della U.S.S.
Hope. Sono il Capitano Bueller e vi ordino la resa immediata ed
incondizionata. Abbiamo disabilitato tutte le armi in vostro
possesso attraverso campi di soppressione tarati sulla vostra fisiologia
specifica. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete non funzionerà. I
miei uomini hanno l’ordine di catturarvi e condurvi a qualsiasi
costo nella Stiva di Carico 1. Se getterete le armi e metterete le mani
dietro la testa ciò avverrà senza ulteriori spargimenti di sangue,
viceversa i miei uomini hanno l’autorizzazione ad utilizzare tutta
la forza necessaria affinché ciò venga fatto. Non ci saranno
ulteriori comunicazioni in proposito. Bueller
chiude!=^=<BR>“Beh…sembra proprio che siate sulla via giusta per
risolvere il vostro problema…” commentò Smith con un sorriso strano,
che non piacque per nulla alla Dottoressa Graahn. L’uomo si sfiorò appena
il dorso della mano.<BR>Ciò detto l’uomo rimase silenziosamente
seduto al suo posto e questo comportamento – in apparente contrasto con
quello ciarliero tenuto fino a quel momento – allarmò la Dottoressa.
La giovane donna si stava giusto arroventando su quali potessero
essere le motivazioni di tale cambio di comportamento quando Smith, dopo
aver piegato per un momento la testa di lato come se stesse tentando
di sentire un suono estremamente basso, si alzò in piedi e aggiunse
“Bene Dottoressa, è stato un piacere…non credo abbiate più bisogno
di me, quindi addio…” e – nello sfavillio di luce azzurra di un
Teletrasporto – scomparve.<BR>“Graahn a Plancia…” chiamò subito
Melanne, quasi per riflesso automatico “Smith è appena stato
teletrasportato via!”</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Ore 04:55</P>
<P dir=ltr>Bueller era estremamente fiero del suo discorso, che di certo
avrebbe demoralizzato i Romulani ora disarmati, spingendoli ad una
resa che avrebbe facilitato il ritorno alla normalità a bordo della
nave.<BR>Rodriguez li aveva raggiunti e stava lavorando a riattivare
i campi di forza delle celle commutando la loro alimentazione sui
Reattori ad Impulso e la voce di Rest stava già riferendo i rapporti
delle prime Sezioni sotto controllo Federale – quelle dove i
Romulani erano stati così furbi da arrendersi dopo aver capito di
essere stati disarmati – quando la chiamata dell’Infermeria lo
riscosse.</P>
<P dir=ltr>=^=Graahn a Plancia…Smith è appena stato teletrasportato
via!=^= riferì l’Ufficiale Medico Capo con voce piuttosto
agitata.<BR>“Maledizione!” esclamò il Capitano, voltandosi verso
Rodriguez e Rest, che avevano contemporaneamente interrotto ciò che
stavano facendo per mettersi a lavorare ai loro sistemi “Ci sono navi lì
fuori?”<BR>“I sensori a corto raggio non sono al momento attivi…”
riferì Rest, ben conscio che le limitate capacità del computer che
stavano utilizzando per far funzionare i sistemi della nave non avevano
consentito di includere anche i sistemi di analisi tra quelli
riattivabili.<BR>“Sto attivando le telecamere esterne…” riferì Rodriguez,
mentre vagliava sul suo terminale le immagini di diversi punti di
raccolta immagini “Ecco…purtroppo non c’è la correzione visiva del
computer, quindi non posso zoomare o migliorare
l’immagine…”<BR>Sullo schermo visore apparve un’immagine offuscata e
molto poco dettagliata ma – anche così – era possibile riconoscere
una nave di colore bianco che - dopo essersi allontanata dalla Hope -
stava attivando quello che pareva essere un raggio trattore
azzurro.<BR>“Credo stia recuperando le navette da assalto…” ipotizzò
Rest, stimando dalla distanza e dalla dimensione presunta del raggio
che lo stesso stesse agganciando oggetti lunghi non più di 15-20 metri
“immagino si tratti della nave appoggio che stavamo attendendo…forse
è appena arrivata.”<BR>“Sì, ma non possiamo lasciar loro le
navette…” rifletté Bueller “anche se l’arma di Doohan le ha
danneggiate, la loro tecnologia non deve cadere in mano alla Sezione
31…”<BR>“Temo che non abbiamo modo di impedirlo…” riferì però Rest “non
abbiamo il controllo sulle armi, né su altri sistemi di emissione
con i quali potremmo disturbare il loro Raggio Traente.”<BR>Ferris rimase
silenzioso un momento, poi ebbe un’idea. Rapidamente si sfiorò il
comunicatore, quindi disse “Ferris a Jones e Basta…Luna, potete decollare
con la navetta che avete riattivato?”<BR>“Sì, ma perché…” provò a
chiedere il Timoniere della Hope, ma il suo amico la interruppe “La
nave appoggio di Smith si sta rubando le navette, dovete
fermarla!”<BR>“Capitano…questa è una navetta di Tipo 9…” intervenne
Basta “i nostri armamenti sono estremamente limitati…”<BR>“Ci inventeremo
qualcosa…” rispose Bueller “ora andate e teneteli impegnati!”<BR>Pochi
secondi dopo, una navetta apparve sullo schermo e cominciò a ronzare
attorno alla nave più grande, che fu costretta ad interrompere
l’utilizzo del Raggio Traente per alzare gli scudi. La telecamera
che stavano usando non aveva una qualità di immagine tale da permettere
di cogliere cosa stesse effettivamente succedendo, ma presto i lampi
divennero di due distinti colori, segno che anche la nave della
Sezione 31 stava rispondendo al fuoco.<BR>“Qualche idea, signori?” chiese
Ferris, stringendo con forza i braccioli della poltrona per via
dell’impotenza che quella situazione gli generava “Non abbiamo armi,
ma dobbiamo aiutare Luna e Basta, nonché impedire a Smith e ai suoi di
prendere quelle navette…”<BR>A proporre qualcosa fu il Consigliere
Caytlin che, con la sua voce dolce, disse “Non dimentichiamo che non
abbiamo bisogno di danneggiare la nave appoggio…ci basterebbe
distruggere le navette. Non potremmo teletrasportare dei siluri
fotonici innescati al loro interno e farli detonare?”<BR>“Non
abbiamo scanner di puntamento…” disse subito Rodriguez, che pareva
ritenere quella ipotesi fattibile “ma le navette sono ferme. Se Luna
e Lon ci dessero le coordinate esatte con i loro sensori, potremmo
farlo…”<BR>“Il problema è che la Santabarbara è stata sigillata a seguito
dell’avvio dello stato di emergenza…” riferì Rest “Ed è pesantemente
schermata. Per e consentire il teletrasporto dei siluri sarebbe
necessario sbloccarla e spostare manualmente i siluri all’esterno…ma
il computer che stiamo utilizzando non è programmato per interagire
con i sistemi tattici della nave.”<BR>“Non voglio altri problemi,
signori…voglio soluzioni!” ringhiò Bueller alzandosi in piedi.
Subito Caytlin si alzò a sua volta, mettendogli una mano
sull’avambraccio e ciò parve placarlo almeno un po’ “Abbiamo due
compagni in pericolo lì fuori ed una tecnologia che non deve finire
in mani sbagliate…”<BR>Rodriguez e Rest si fissarono per diversi secondi,
ognuno dei quali – probabilmente – sperando che fosse l’altro a
trovare una soluzione a quel problema all’apparenza irrisolvibile.
Si fissarono talmente tanto che, quando la proverbiale lampadina si
accese, si accese nella mente di entrambi “i siluri Quantici!”
affermarono, praticamente all’unisono, prima di mettersi al lavoro
come se si fossero parlati per coordinarsi.<BR>“Siluri…Quantici?” domandò
Ferris, colto alla sprovvista. Aveva dovuto litigare per settimane
con l’Ammiraglio Lennox per far assegnare alla Hope una piccola
scorta di Siluri Fotonici standard…da dove cavolo erano saltati
fuori addirittura dei Siluri Quantici???<BR>“Ho attivato un’interfaccia
con i sensori della navetta…” riferì il Capo Operazioni, ignorando
bellamente la domanda e spingendo un comando che – come effetto
collaterale – ebbe anche quello di migliorare l’immagine sullo
schermo visore grazie alla ricezione delle letture sensoriali della
navetta “I Bersagli sono agganciati.”<BR>“Siluri armati ed agganciati…”
riferì Rest che – attraverso i sensori interni – aveva triangolato
le esatte posizioni dei siluri ancora stivati nello Sparviero di
Luna e aveva provveduto anche ad armarli a distanza “pronti al
trasferimento.” Quindi, poiché una simile operazione doveva essere
ordinata per forza dal Capitano, spiegò concisamente “Come avrebbe
potuto leggere dalla relazione Protocollo 1723.5, durante la precedente
missione sulla Luna degli schiavisti il Comandante Rodriguez
ha…sequestrato un totale di quattro testate belliche federali ad
inversione quantica. Le stesse si trovano nella stiva del vascello
del Cadetto Jones, in attesa di poter verificare se si tratta di
testate autentiche contrabbandate in qualche modo o di falsi…al
momento sarebbe possibile teletrasportare queste testate nelle
navette, distruggendole.”<BR>*La Lennox mi ammazzerà…* si disse
Bueller, ma non era qusto l’importante. Aveva domandato ai suoi
uomini una soluzione ad una situazione senza soluzioni e loro gliene
avevano trovata una…non era il caso di fare gli schizzinosi “Molto bene,
trasferitele subito e inviate la quarta a 1 km dalla nave della Sezione
31…il botto dovrebbe disabilitarli senza distruggerli.”<BR>“Sto
avvertendo il Cadetto Jones di ritirarsi…” informò Rest, mentre Rodriguez
avviava il Teletrasporto.<BR>Per un momento non successe nulla, se
non un piccolo lampo lì dove la quarta testata si rimaterializzava
nello spazio. Poi, mentre la navetta della Hope si allontanava a
pieno Impulso dal proprio avversario, quattro soli azzurri esplosero
trasformando per qualche momento lo schermo visore in una unica
macchia bianca.<BR>Nonostante la considerevole distanza dalle esplosioni
la Hope venne scossa per diversi secondi poi, quando tutto tornò
alla normalità, sullo schermo fu visibile solo la nave della Sezione
31, il cui scafo appariva in più punti annerito e danneggiato. Delle
tre navette non vi era più alcuna traccia, se non qualche frammento
di Duranio contorto e bruciato.<BR>“Entrano in Curvatura…” riferì Rest,
un istante dopo, mentre la nave sullo schermo si allungava per poi
scomparire in un lampo di luce e – contemporaneamente - in Plancia
la tensione si alleggeriva in un istante “apparentemente hanno
ritenuto di non avere più nulla da fare qui…”<BR>“Direi che possiamo
ritenerci fortunati di questo…” rispose Bueller, ritrovando la
propria baldanzosità “forse hanno temuto avessimo altri di quei
confetti…”<BR>“O magari non avevano intenzione di nuocerci comunque…” gli
fece notare Caytlin “se si tratta davvero della Sezione 31, anche se
in un modo contorto il loro scopo è quello di difendere la
Federazione e noi ne facciamo parte.”<BR>“Sia come sia…” ribatté il
Capitano facendo spallucce “Adesso muoviamoci, abbiamo ancora un
equipaggio Romulano da finire di domare…”</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05</P>
<P dir=ltr>“Beh…alla fine è irrilevante che ti abbia spiegato o meno il
suo piano. Ha funzionato ed è finito bene. Abbiamo ripreso il
controllo della nave e siamo riusciti a riattivare i computer. Appena il
Nucleo di Curvatura si sarà stabilizzato potremo recuperarlo e
andarcene, sempre che non arrivi prima una nave appoggio.” Cercò di
cambiare argomento Basta, producendosi così nella frase più lunga ed
articolata che il Consigliere Caytlin gli avesse mai sentito
dire.<BR>“Non cambiare argomento.” Rispose freddamente la Dottoressa
Graahn, lanciando un’occhiataccia all’amico. Un’occhiataccia
screziata da emozioni rosse di irritazione e verdi di preoccupazione agli
occhi della mente del telepate.<BR>Sbuffando, Lon si appoggiò sullo
schienale della sedia e si chiuse nel suo solito mutismo,
incrociando le braccia al petto in una posizione difensiva. E
sarebbe rimasto in quella posizione anche a lungo, se Melanne non
avesse cambiato strategia, scoccandogli un’occhiata ferita che
travolse tutta la sua determinazione a tacere ad ogni
costo.<BR>Capitolando, il Capo della Sicurezza ammise “Sono andato da lui
per affrontarlo sulla faccenda della Nota di Demerito. Mi ha
provocato e l'ho colpito…”</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope – Sezione tattica – Ufficio del Caosezione – 25
ore prima (Flashback)</P>
<P dir=ltr>Lon Basta era furioso. Il Consigliere Cond sarebbe stato fiero
di lui…ora non era più nero, era di un bel rosso acceso, tanto caldo
da sciogliere il Duranio. <BR>*Che diavolo è passato per la testa a
Rest?* si stava chiedendo la parte più razionale del suo cervello,
mentre quella più istintiva bramava di ottenere un chiarimento dal
Vulcaniano, con la forza se necessario *In questo momento, poi…*<BR>Il
Capo della Sicurezza entrò nell’Ufficio del suo parigrado con piglio
deciso e – anche se esteriormente non lasciava trasparire alcuna
emozione – esse ribollivano sotto la sua superficie con intensità
tale da risultare certamente percepibili dalle capacità telepatiche del
collega.<BR>Dal canto suo Rest era la riproduzione fatta emozione
del nulla, un grigio costante ed indistinto, tenuto sotto controllo
da una volontà ferrea che non gli fece alzare gli occhi dallo schermo,
nonostante fosse per lui impossibile non accorgersi della presenza
dell’altro.<BR>“Vorrei dei chiarimenti…” disse infine Basta, quando ebbe
trovato l’autocontrollo necessario a parlare senza lasciar trapelare
alcuna emozione dalla voce “sulla nota di demerito a nostro
carico.”<BR>“Chiarimenti?” domandò in risposta l’Ufficiale Tattico Capo,
sollevando finalmente lo sguardo sul collega ed alzandosi in una
forma di saluto certamente non sentito “Le motivazioni formali riportate
nella nota non sono sufficientemente chiare?”<BR>“Perché ha tirato
in mezzo anche me, il Consigliere e la Dottoressa?” chiese di
rimando Basta, che in realtà non aveva neppure letto le due pagine di
motivazioni formali che il Vulcaniano aveva allegato alla propria
richiesta “Era lei che stava portando avanti l’interrogatorio. Se
ritiene di aver sbagliato, perché coinvolgere anche M…noi?”<BR>Il
grigiume emotivo di Rest ebbe un breve guizzo di curiosità di colore
arancione, ma nulla trapelò sul suo volto mentre rispondeva “Mi pare
evidente. Per quando stessi parlando io, l’interrogatorio era
gestito da tutti e quattro. Il Consigliere si sarebbe dovuta accorgere
della reazione emotiva – o presunta tale del signor Smith. Lei, in
quanto telepate, avrebbe potuto prevedere il tentativo dell’uomo ed
avvisarci ed infine la Dottoressa Graahn avrebbe dovuto trovare la
capsula di veleno prima che vi fosse occasione di utilizzarla. Non
le paiono motivazioni sufficienti?”<BR>“Io credo stia solo cercando di
alleggerire la sua posizione…” affermò Basta, ancora più irritato
dal tono condiscendente di Rest “e ha tirato in ballo anche noi
prima che qualcuno avviasse un provvedimento disciplinare solo nei suoi
confronti.”<BR>“Illogico…” sentenziò semplicemente il Vulcaniano “ed
inutile. Illogico perché la responsabilità era certamente nostra
come gruppo incaricato dell’operazione. Inutile perché il Capitano
Bueller non avrebbe mai avviato un simile procedimento, col rischio
di coinvolgere il Consigliere Caytlin.”<BR>“E allora…perché…?” si chiese
basta, prima di notare un certo autocompiacimento nel grigume
emotivo di Rest…una poco gradevole sfumatura violetta quasi
indistinguibile dalla bruma grigia che erano le sue emozioni “Per
fare bella figura?”<BR>Rest non disse nulla ed il Betazoide continuò “In
questo modo lei appare come quello dotato di autocritica che ammette
di aver fatto un errore e costringe il Capitano a scusarla
ufficialmente…e lei ne esce pulito!”<BR>“Non sono neppure toccato da
simili insinuazioni…” ribatté seccamente Rest, facendo per
rimettersi a sedere. Come a dire che il tempo per l’udienza che gli
concedeva era finito. <BR>Una simile arroganza fece imbufalire ancor
di più Lon…Rest – in una situazione come quella in cui si trovavano –
aveva perso tempo ad orchestrare tutta quella pantomima per mettersi
in buona luce, rischiando di danneggiare anche lui, il Consigliere e
Melanne, quando – se avesse semplicemente ignorato la cosa – la
stessa non sarebbe mai venuta a galla.<BR>Una simile consapevolezza mandò
nuovamente su tutte le furie Basta che stavolta non si trattenne ed
urlò “Non si azzardi ad ignorarmi, Rest!”<BR>Ma il Vulcaniano intendeva
fare esattamente questo e continuò nel suo gesto di sedersi, per lo
meno finché un pugno non lo centrò sulla guancia, mandandolo a
terra. Apparentemente per nulla stupito del gesto, Rest si risollevò
con movimenti lenti e si mise in piedi di fronte al collega,
affermando con voce gelida “Se non ha altro da aggiungere,
Comandante…può andare.”<BR>Ciò detto gli afferrò il polso in una
specie di morsa di carne e – con forza decisamente superiore a
quella di un Umano o di un Betazoide – lo condusse oltre la porta,
prima di chiudergliela in faccia. L’ultima cosa che Lon vide, fu una
evidente sfumatura di soddisfazione che andava a colorare le
emozioni di norma controllate del Vulcaniano.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05</P>
<P dir=ltr>“Come accidenti ti è venuto in mente di colpirlo?” protestò
Melanne, quando Basta ebbe finito di raccontare ciò che era accaduto
tra lui e Rest poco prima del combattimento con le navette dello
Specchio e con i Romulani.<BR>“Non gli è venuto in mente…è stato
Rest a spingerlo in quella direzione.” Osservò piattamente il
Consigliere Caytlin, spegnendo sul nascere i bollenti spiriti della
Dottoressa e attirandosi una occhiata incuriosita dallo stesso
Lon.<BR>Vedendo che i due la osservavano in attesa di chiarimenti, la
Risiana aggiunse “E’ come vi ho detto prima. Rest vede il mondo in
una sequenza di mosse di scacchi. Azioni e reazioni che possono
essere pianificate. In quest’ottica probabilmente Lon aveva ragione,
la sua proposta di Nota di Demerito per tutti e quattro era
finalizzata a trasformare l’evento negativo dell’interrogatorio in
qualcosa che potesse metterlo in buona luce, anche se non saprei con
chi, visto che di certo il Capitano l’avrà considerata al più una
puntigliosità o una seccatura…mentre il fatto di farsi colpire anche se
poteva con ogni probabilità evitare o parare il colpo è stata una
precisa forma di autotutela. Lon avrebbe potuto rivelare questa sua
manipolazione e fargli fare una brutta figura. Ora, invece, non può
più, perché se lo facesse verrebbe fuori la faccenda del pugno e ci
sarebbe il legittimo dubbio che anche il nostro buon Betazoide
stesse tentando di fare la stessa cosa. Anzi, peggio, perché in
teoria era dovere di Rest fare rapporto come ha fatto, mentre il
pugno di Lon è contrario ai regolamenti e non è neppure la prima
volta che lo fa…”<BR>Entrambi rimasero silenziosi per un po’, cercando di
comprendere il ragionamento del Consigliere o di confutarlo…ma
sembrava calzare alla perfezione al contorto modo di pensare del
loro Ufficiale Tattico Capo. <BR>Fu comunque Melanne a dire “Ma perché
avrebbe dovuto farlo? Per cosa si sta mettendo in luce? Forse per il
posto di responsabile della Sezione Tattica/Sicurezza?”<BR>“Non
credo…” rispose perplessa Caytlin “quella è una decisione che spetta a
Bueller e – come ho già detto – lui non credo abbia colto le
sfumature di questa faccenda, o al massimo le ha considerate un
elemento di irritazione che ha subito accantonato…”<BR>Ed il discorso
morì così, visto che nessuno aveva ulteriori elementi per
approfondirlo.</P>
<P dir=ltr>U.S.S. Hope – Alloggio del Cadetto Rest - 31 dicembre 2394 –
Ore 23:45</P>
<P dir=ltr>Quando le porte scorrevoli dell’alloggio si aprirono, Xyr si
trovò di fronte Rest che – con indosso un abbigliamento civile di
fattura tipicamente Vulcaniana – la squadrò per un secondo. Subito
l’espressione arcigna dell’Ufficiale Tattico Capo parve rilassarsi
leggermente mentre, scostandosi dalla porta, diceva “Prego,
Comandante, si accomodi…”<BR>L’Andoriana avanzò nello spartano alloggio
dell’amico e fu subito investita dall’odore penetrante dell’incenso da
meditazione. Diverse candele ardevano nella stanza e fungevano anche
da sola fonte di luce, visto che quella artificiale era stata
completamente disattivata.<BR>“Disturbo forse?” domandò, avvicinandosi
nel frattempo alla scacchiera tridimensionale di cristallo che svettava
su di un tavolino, unica concessione al lusso in quella stanza, che
ospitava anche un tavolo da Stratagema ed una collezione di altri
giochi da tavolo di strategia, seppure di minor pregio.<BR>“Assolutamente
no, Xyr…” rispose Rest, passando ad un tono più colloquiale, frutto
di anni di amicizia difficoltosamente coltivata tra i due “sono solo
stupito di vederti in piedi, avevo sentito dire che la Dottoressa
Graahn ti aveva ordinato riposo assoluto sino a completa
guarigione.”<BR>“Ho qualche costola rotta e risaldata, ma trenta
metri tra i nostri alloggi credo di poterli fare…” ribatté la giovane
donna, sfiorando con le lunghe dita affusolate un cavallo di
cristallo opaco, senza però toccarlo, visto che la scacchiera
sembrava ospitare una partita in corso *Chissà tra Rest e chi?* si trovò
distrattamente a chiedersi.<BR>“Accomodati, ti prego…lascia che ti
prepari un po’ di tè…” glissò il Vulcaniano, voltandosi verso un
armadietto dal quale estrasse due tazze di ceramica dall’aria antica
ed un barattolo metallico con tappo a vuoto pneumatico.<BR>"Credevo che i
replicatori fossero ancora fuori uso..." commentò il Primo
Ufficiale, accomodandosi sul divano, che risultò essere
piacevolmente duro sotto la schiena, non come quelli in dotazione
standard negli alloggi. Chissà Rest come se lo era procurato, visto
che la fornitura di mobili e arredi era di competenza di Rodriguez
ed i due non parevano andare poi così d'accordo?<BR>"Gli Zarkdon sono un
popolo deludente sotto molti aspetti..." rispose il Vulcaniano,
apparentemente cambiando argomento. Xyr però sapeva che l'amico aveva
trascorso un periodo della sua esistenza - e della sua formazione -
su quel mondo, non ricavandone una impressione favorevole. Ignaro
delle elucubrazioni dell'amica, Rest continuò "uno di questi é la
ridicola convinzione che impedire ogni forma di ristorazione non
collettiva all'interno delle loro forze armate migliori il
rendimento e la coordinazione dei suoi membri."<BR>"Si chiama
Spirito di Corpo, Rest..." lo rimproverò bonariamente Xyr, prima di
ridere divertita, cosa che le fece ricadere parte dei bianchi e
setosi capelli davanti agli occhi "quindi...fammi capire...gli
Zarkdon sono deludenti perché non consentono ai cadetti delle loro
scuole militari di mangiare da soli?"<BR>Il Vulcaniano non colse la
provocazione, estraendo invece dalla stessa dispensa quello che
aveva l'aspetto di un antico bollitore, salvo per un piccolo schermo
abilmente occultato nel coperchio. Disse invece "Purtroppo questa
deprecabile convinzione aveva - come conseguenza - che gli alloggi
dei Cadetti erano privi di replicatori alimentari o di altre
tecnologie atte a cucinare cibo. Ciò comportava - tra l'altro -
l'impossibilità di preparare del té..."<BR>"E quindi ti sei procurato
quell'aggeggio?" domandò l'Andoriana, indicando l'oggetto che Rest
aveva nel frattempo acceso. La cosa non la stupiva...per quanto Rest
potesse negarlo affermando con sdegno che si trattava di una emozione, il
suo amico era un patito del té.<BR>"Un replicatore di acqua bollente..."
confermò il Tattico, mentre un fischio annunciava che l'acqua aveva
raggiunto la temperatura ideale. Con movimenti sicuri e precisi Rest
aprí il contenitore ermetico, prelevandone due identiche quantità di
foglie triturate che pose in eleganti contenitori d'argento traforati.
Dopodiché pose gli infusori nelle tazze e vi versò sopra acqua
bollente dal bollitore.<BR>Preparato il tutto, portò le due tazze
verso il divano e le pose su un tavolino basso situato vicino a dove
era seduta Xyr, prima di sedersi a sua volta su di una poltrona
posta ad una distanza tale dal divano da dare un'impressione di
vicinanza pur senza andare ad intaccare lo spazio vitale
dell'ospite.<BR>"Grazie..." disse l'Andoriana, accettando il té ed
afferrandone la tazza a due mani, così da potersela portare vicino
al viso ed annusarne l'aroma. Per quanto non apprezzasse le bevande
troppo calde - come buona parte della sua gente, peraltro - il té di
Rest era un gusto acquisito, del quale ora faticava a fare a meno
"volevo dirti che il Capitano ha deciso di non mandare avanti la tua
proposta di Nota di Demerito..."<BR>"Supponevo l'avrebbe respinta..."
convenne Rest, che ancora non aveva toccato il suo bicchiere. Da
anni, ormai, attendeva esattamente 97 secondi prima di iniziare a
sorseggiare il té "Ciononostante ho ritenuto fosse mio dovere inviare la
segnalazione motivandola. Le scelte del Capitano sono oltre la mia
capacità di influenza."<BR>"Perlomeno l'ho costretto a respingere
formalmente la risposta, anziché cestinarla e basta..." commentò la
giovane donna. Dopodiché vi fu un momento di silenzio a seguito del
quale aggiunse "Oggi hai fatto un ottimo lavoro, anche se hai corso
parecchi rischi. Abbiamo avuto diversi feriti gravi e, senza
l'Infermeria...beh, é un miracolo che non abbiamo perso
nessuno!"<BR>"Si é trattato di rischi calcolati..." spiegò l'Ufficiale
Tattico "con le impostazioni di sicurezza dei Phaser attivate, é
possibile far fuoco unicamente con settaggio pari o inferiore a 4, ovvero
in modalità stordimento o ferimento leggero. In questa seconda
modalità il raggio phaser é perforante ma non attiva una
disgregazione molecolare. In quest'ottica, anche considerato che il
raggio stesso cauterizza le ferite che provoca, solo un colpo
portato alla testa o al cuore risulta letale. Combinando questo fatto
con una strategia che prevedesse ampi spazi di ripiego si ottiene
una percentuale di sopravvivenza teorica nelle truppe del 97,3%. Ho
ritenuto fosse preferibile tale percentuale alla matematica certezza
di perdere l'Infermeria, lasciando agli avversari la possibilità di
curarsi e di accedere a veleni ed altre modalità di guerra
batteriologica."<BR>"Beh...alla fine, come dicevo, é andata
bene...abbiamo avuto solo 15 feriti gravi." commentò il Primo Ufficiale,
decisamente lieta del fatto che non avessero perso nessuno.<BR>"Dei
quali sette a causa dell'ostinazione del Capitano a voler mantenere la
posizione presso l'Hangar anziché seguire la strategia generale..."
ci tenne a precisare il Vulcaniano, ancora piccato per l'incoerenza
e la mancanza di disciplina del suo Capitano, che prima lo aveva
investito della responsibilità di organizzare la difesa della nave e
poi aveva rifiutato di seguire le sue indicazioni
strategiche.<BR>"Bueller é una primadonna.. " commentò Xyr con una
risata cristallina che ebbe l'effetto di alleviare lievemente il
cipiglio dell'amico "non aspettarti che segua i suggerimenti...se
vuoi che faccia bene le cose, manipolalo in modo che pensi sia
farina del suo sacco..."<BR>"Ciò é altamente illogico..." protestò Rest,
anche se - in cuor suo - sapeva che l'Andoriana aveva ragione "tra le sue
scelte azzardate e le sue mancanze rispetto a regolamenti e
protocolli, é inconcepibile che sia ancora lui il Capitano."<BR>"Lo so, é
per questo che invio regolari rapporti su tutto questo..." confermò
la ragazza, facendosi seria "e Strauss mi ha confermato che
l'Ammiraglio Lennox li riceve e li tiene in debito conto."<BR>"A che
contatore é giunto oggi?" domandò Rest, con una punta di interesse - o
forse di divertimento - nel tono della voce.<BR>"47, mi pare..."
rispose Xyr divertita "Ma devo ammettere che, avendo passato buona
parte della giornata in Infermeria, non ho avuto modo di controllare
tutto..."<BR>Mentre lo diceva si mosse leggermente a disagio sul
divano. Era la terza volta che lo faceva e Rest ritenne - con una
probabilità del 93.7% - che ciò dipendesse da stanchezza e dal
dolore alle costole. Pertanto affermò "A tal proposito, per quanto
le tue visite siano per me sempre fonte di piacere, ritengo sia giunto
il momento che ti ritiri nel tuo alloggio."<BR>"Mi stai cacciando?"
domandò divertita l'Andoriana, che in realtà condivideva l'opinione
dell'amico, sentendosi veramente a pezzi.<BR>"Ritengo tu sappia
perfettamente che le mie porte sono sempre aperte per te..." ribatté
Rest, accompagnandola verso la porta "ma il tuo stato di salute impone
che non posticipi ulteriormente il ciclo di riposo. Pertanto, a meno
che tu non preferisca approfittare del mio letto, temo dovrai
ritirarti nel tuo alloggio."<BR>Xyr sapeva quanto i Vulcaniani tenessero
alla propria privacy, quindi apprezzò quella offerta, per quanto entrambi
sapessero che era destinata ad essere rifiutata. Prima di uscire,
però, si fece seria e disse "Rest, ho un piacere da
chiederti...qualcosa che mi fido a domandare solo a
te."<BR>"Naturalmente sono a tua disposizione, Comandante..." rispose
Rest, facendosi attento. Conosceva abbastanza Xyr da capire quando
voleva parlare di qualcosa di importante.<BR>"Sono praticamente certa che
Smith avesse un complice..." affermò la donna "non ne ho le prove,
ovviamente... Ma ne sono certa. E mi spaventa, perché potrebbe
essere chiunque a bordo, anche uno degli Ufficiali
Superiori."<BR>"Se lo desideri indagherò su questa posdibilità..." si
offrì il Tattico, immaginando dove l'amica volesse andare a
parare.<BR>"Te ne sono grata...lo sapevo di poter contare su di
te..." affermò l'Andoriana, mettendogli una mano sulla spalla in un
gesto cameratesco, gesto che sapeva essere una concessione da parte del
Vulcaniano, di norma refrattario al contatto con i non
telepati.<BR>*Come sempre, Xyr...* si disse Rest, mentre la porta del suo
alloggio si richiudeva, nascondendo alla vista l'elegante figura del
Primo Ufficiale della Hope *come sempre...*</P>
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