<HTML><BODY><p style='margin-top: 0px;' dir="ltr">Noooo!!!!! Errore mio, sorry...</p>
<p dir="ltr">--<br>
Inviato da myMail per Android</p>
domenica, 22 novembre 2015, 09:17PM +01:00 da Maddalena <<a href="mailto:vampitrill@gmail.com">vampitrill@gmail.com</a>>:<br><br><blockquote style='border-left:1px solid #FC2C38; margin:0px 0px 0px 10px; padding:0px 0px 0px 10px;' cite="14482234720000005616">
<div class="js-helper js-readmsg-msg">
<style type="text/css"></style>
<div >
<base target="_self" href="https://e-aj.my.com/" />
<div id="style_14482234720000005616_BODY">
Più che altro psicopatico XD<br>
Bel brano, molto lungo. Mi sono piaiciute le interazioni con i vari
personaggi, mi sembrano resi molto bene.<br>
L'unico errore che ho visto è che ad un certo punto, durante il
primo capitoletto in infermeria, si dice che la dottora è umana,
mentre è tril.<br>
Molto bello.<br>
<br>
Maddy<br>
<br>
<div class="mail-quote-collapse"><div >Il 22/11/2015 21:14, federico pirazzoli
ha scritto:<br>
</div>
<blockquote cite="mid:1448223254.583426333@f20.my.com" type="cite">
<p style="margin-top: 0px;" dir="ltr">Molto pericoloso...morde
anche!</p>
<p dir="ltr">--<br>
Inviato da myMail per Android</p>
domenica, 22 novembre 2015, 09:11PM +01:00 da Silvia Brunati <<a
moz-do-not-send="true" href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3asbrunati@gmail.com" target="_blank" ><a href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3asbrunati@gmail.com" target="_blank" >sbrunati@gmail.com</a></a>>:<br>
<br>
<blockquote style="border-left:1px solid #FC2C38;margin:0px 0px 0px 10px;padding:0px 0px 0px 10px;" cite="14482230830000005615">
<div >
<div>
<div >
<div dir="ltr">
<div>
<div>Credo che quelli delle 21 siano il dopo, quelli
delle 4 il prima alternati.<br>
<br>
</div>
Bel pezzo! Mi è piaciuto!... Pericoloso Rest... :D<br>
<br>
</div>
Silvia<br>
</div>
<div><br>
<div class="mail-quote-collapse">
<div>Il giorno 22 novembre 2015 19:29, Reis
Squiretaker <span dir="ltr"><<a
moz-do-not-send="true" href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3avanessa_reis_squirtaker@outlook.it" target="_blank"><a href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3avanessa_reis_squirtaker@outlook.it" target="_blank" >vanessa_reis_squirtaker@outlook.it</a></a>></span>
ha scritto:<br>
<blockquote style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<div dir="ltr">
<div dir="ltr">
<div
style="font-size:10pt;font-family:'Arial';color:#000000">
<div>Sono arrivata giusto a metà.. c’è un
accadimento al bar di prora alle 21 e
qualcosa fra vari accadimenti delle 4 del
mattino.. non so se sia un flashback o
cosa XD</div>
<div> </div>
<div>Ora continuo la lettura</div>
<div> </div>
<div
style="font-size:10pt;font-family:'Arial';color:#000000"><br>
========================<br>
Guardiamarina Caitlyn<br>
Consigliere<br>
USS Hope NCC-25122<br>
[CV]: <a moz-do-not-send="true" href="http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino_servizio.php?id=169" target="_blank">http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino_servizio.php?id=169</a><br>
========================<br>
</div>
<div
style="font-size:small;text-decoration:none;font-family:'Calibri';font-weight:normal;color:#000000;font-style:normal;display:inline">
<div style="font:10pt tahoma">
<div> </div>
<div style="background:#f5f5f5">
<div><b>From:</b> <a
moz-do-not-send="true" title="cmdrtkar@gmail.com" href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3acmdrtkar@gmail.com" target="_blank">federico pirazzoli</a>
</div>
<div><b>Sent:</b> Sunday, November 22,
2015 6:43 PM</div>
<div><b>To:</b> <a
moz-do-not-send="true" title="stml17@gioco.net" href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3astml17@gioco.net" target="_blank">USS Hope</a> </div>
<div><b>Subject:</b> Re: [Stml17]
Brano 02-11 - La strategia dei pugni</div>
</div>
</div>
<div> </div>
</div>
<div
style="font-size:small;text-decoration:none;font-family:'Calibri';font-weight:normal;color:#000000;font-style:normal;display:inline">
<div>
<div>
<p style="margin-top:0px" dir="ltr">Dimenticavo...ho
cercato di portare un po' avanti i
rapporti tra Rest e parte
dell'equipaggio (in particolare Xyr
e Basta, ma anche Graahn e
Caytlin...se ritenete che le
reazioni dei vostri personaggi non
siano corrette non esitate a dirlo,
che si fa in tempo a modificare!</p>
<p dir="ltr">--<br>
Inviato da myMail per Android</p>
domenica, 22 novembre 2015, 06:30PM
+01:00 da federico pirazzoli <<a
moz-do-not-send="true" href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3acmdrtkar@gmail.com" target="_blank"><a href="//e-aj.my.com/compose/?mailto=mailto%3acmdrtkar@gmail.com" target="_blank" >cmdrtkar@gmail.com</a></a>>:<br>
<br>
<blockquote
style="padding-bottom:0px;padding-top:0px;padding-left:10px;margin:0px 0px 0px 10px;border-left:#fc2c38 1px solid;padding-right:0px" cite="http://14482134390000000995">
<div>
<div>
<div>
<p style="margin-top:0px" dir="ltr">Ok gente, ecco il
mio pezzo. Ho raccolto
l'invito a chiudere la
missione e - anche se non
sono del tutto soddisfatto -
qualcosa ho prodotto. Il
problema principale é stato
giustificare otto ore di
scontri tra un gruppo di
prigionieri disarmati e i
loro carcerieri, armati e
dotati del controllo
dell'astronave.<br>
Per i pomodori tiratemeli
per favore al naturale e
non nei vasetti di vetro :-)</p>
<p dir="ltr">*************************************************************************************<br>
Brano: 02.11<br>
Titolo: La strategia dei
pugni<br>
Autore: Rest figlio di
Retok<br>
Brano precedente: Non
bisogna organizzare i
propri piani in base a ciò
che il nemico potrebbe
fare, ma alla propria
preparazione.<br>
*************************************************************************************</p>
<p dir="ltr">Accademia della
Flotta Stellare - ufficio
del Consigliere Cond -
Flashback</p>
<p dir="ltr">"Posso fare
qualcosa per te, Lon?"
domandò il Consigliere,
porgendo una tazza di
tisana aromatica al
Betazoide, che la fissò
intensamente per diversi
secondi senza neppure
sfiorarla.<br>
Si trattava di una specie di
sfida silenziosa tra il
Cadetto ed il suo terapista
che - sin dal loro primo
incontro - cercava di
scoprire quale tipo di
bevanda potesse piacere al
ragazzo, offrendogliene una
diversa ad ogni incontro
senza mai chiedergli nulla.<br>
Grazie alle sue capacità di
deduzione, Lon aveva capito
che si trattava di una
sorta di mossa di apertura.
L'Umano non chiedeva
delucidazioni sui suoi gusti
perché attendeva che fosse
Lon ad aprirsi a lui,
rivelandogli cosa gli
piacesse. Ma il Betazoide,
che pure aveva trovato
giovamento da diversi dei
consigli ricevuti da
quell'Umano, non si sentiva
ancora pronto ad aprirsi
realmente con lui.<br>
Era seduto sul divanetto,
l’ultimo traguardo di un
lungo percorso che era
iniziato con il rimanere in
piedi vicino alla porta,
passando per due diverse
poltroncine ed il
pavimento. Non aveva la
minima idea di cosa
pensasse il consigliere in
quel momento, il Tenente
Cond era un muro bianco sul
quale non si disegnava
alcuna emozione. Era stato
così fin dall’inizio e così
sarebbe rimasto fra loro
fino a quando non fosse
stato Lon a cambiare idea.
“Credi forse di essere
l’unico a non sopportare
l’eccessiva intimità
betazoide?” aveva osservato
il Consigliere con un
sorriso durante il loro
primo colloquio.<br>
"É stato lei a convocarmi,
Consigliere..." decise
quindi di rispondere.
Un'apertura cauta e
neutrale, che non causò
significative variazioni
nel muro di bianco
emozionale del suo
interlocutore "Il nostro
incontro periodico era
fissato per mercoledì
prossimo."<br>
"Hai ragione..." ammise
sorridendo il Consigliere
che, in tanti anni di
servizio, aveva appreso la
difficile arte della
pazienza coi suoi assistiti
"permettimi di riformulare
la domanda...c'é nulla di
cui vorresti parlarmi?"
leggerissimo picco emotivo
di colore
pastello...divertimento? "O
di cui ritieni di dovermi
parlare?"<br>
Così formulata, la domanda
non poteva più essere
elusa. Anche se non voleva
parlarne, come Cadetto
aveva il dovere di farlo
"Ho colpito il Cadetto
Bueller durante la
simulazione della Kobayashi
Maru..."<br>
"Interessante..." rispose il
Consigliere, neutrale
empaticamente quanto nel
tono della voce "ed é
stato...soddisfacente?"<br>
"É stato necessario."
ribatté Basta, un po'
disorientato. In effetti si
aspettava una domanda sui
motivi che lo avevano
spinto a colpire Bueller.
Con questa domanda Cond
aveva spiazzato il discorso
che si era preparato.
Ciononostante poteva
tentare di riportare la
discussione sui giusti
binari "era il metodo più
efficiente per raggiungere
l'evacuazione della nave."<br>
"E lui condivide questa tua
idea?" gli chiese l'Umano
"ne avete parlato?"<br>
"É venuto da me a mensa. Si
é seduto non invitato..."
riferì Lon, ritenendo che -
con ogni probabilità - il
Consigliere già lo sapesse
“Bueller mi guardava come
se volesse restituirmi il
pugno, nonostante
sorridesse."<br>
Sotto lo sguardo incuriosito
del tenente, Lon annusò la
bevanda che aveva sotto il
naso, senza però accennare a
toccarla, quindi continuò
“Il cadetto Graahn mi ha
impedito con una gomitata di
invitarlo a farlo," una
smorfia seccata si disegnò
sul suo volto mentre
inconsciamente si
massaggiava il fianco, e la
sua amica del cuore ci
guardava fra il deluso e il
sorpreso."<br>
“E com’è finita?” chiese con
aspettativa appena
accennata il Consigliere,
forse sperando che questa
parte del discorso lo
portasse ad esternare
qualche sentimento.<br>
“Bueller ci ha offerto da
bere, ho rifiutato... Jones
si è offerta di andare a
prendere le bevande ed ha
portato con se il cadetto
Graahn.”<br>
Silenzio. Evidentemente Cond
non riteneva fosse
soddisfacente e attendeva un
proseguo. Per esperienza,
Lon sapeva che lo avrebbe
tenuto lì a lungo, anche a
costo di rinviare gli
appuntamenti successivi.<br>
“A quel punto il cadetto si
è massaggiato il mento ed
io ho commentato che se
l’era meritato. Lui ha
risposto con un‘è vero, ed
è finita lì.” Concluse
rapidamente Lon, cercando
di dare un tono definitivo
alla cosa. Non era finita
davvero lì, ma il resto
della discussione era
troppo assurdo e spiazzante
per riferirlo.<br>
“Descrivi i tuoi compagni
con la tecnica che abbiamo
iniziato ad usare.” Chiese
Cond, apparentemente
credendo alla messinscena
del Betazoide.<br>
Basta sbuffò, poi socchiuse
gli occhi riflettendo.
“Bueller è talmente
accecante che non capisci
cosa c’è dietro,
probabilmente nulla. Jones
è una fiamma, arde
costantemente, leale,
incosciente. Graahn è
l’azzurro dell’acqua, la
pioggia che porta la
quiete, ma che se si
trasforma in tempesta ti
schiaccia.” la mano tornò
di nuovo al costato.<br>
“E tu come ti
descriveresti?”<br>
“Io sono nero,” rispose
senza esitazione “non c’è
nulla in me.”<br>
Il Consigliere rimase
silenzioso a quella
risposta, dopodiché sorrise
sornione e disse "Molto
bene, Lon... lavoreremo
ancora su questa cosa,
finché non troveremo un
colore migliore che ti
descriva. Intanto... perché
non rifletti su quello che
realmente ti ha detto
Bueller a mensa? Quando
vorrai, poi, lo riferirai
anche a me."</p>
<p dir="ltr">Solo nella sua
stanza in Accademia, Lon
fissò il soffitto
pensieroso. Con Cond aveva
fatto bellamente finta di
nulla, ma a sé stesso non
poteva mentire. Bueller
aveva detto altro, qualcosa
di inaspettato e
difficilmente credibile.<br>
"Penso che sappia che stanno
selezionando Cadetti per il
Progetto Hope..." aveva
detto con un ghigno
divertito, mentre la sua
luce diventava ancora più
brillante "Spero che non lo
farà ancora quando sarà il
mio Capo della Sicurezza ed
io il suo Capitano...."<br>
*Sta scherzando...* si disse
allora il Betazoide, e
anche in quel momento lo
pensava. Lui lo aveva preso
a pugni e Bueller gli
offriva di fargli da
Ufficiale Superiore, se
avesse avuto il comando?
"Certo che lo rifarei, a
parità di situazione..."
aveva risposto.<br>
"Vedremo..." aveva risposto
Bueller.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Corridoi antistanti
l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore
04:05</p>
<p dir="ltr">"Dobbiamo
ripiegare, la nostra
posizione diventerà presto
insostenibile!" gridò
Basta, per farsi sentire al
di sopra del suono dei
raggi Phaser che saettavano
ed impattavano ovunque.<br>
"Non mi sembra ce la stiamo
cavando tanto male!"
rispose di rimando il
Capitano Bueller,
sollevandosi per sparare un
colpo alla cieca verso
quanto restava di una porta
di duranio, dietro la quale
erano barricati un numero
imprecisato di Romulani.<br>
Si trattava di una
spacconata, e lo sapevano
entrambi. Erano rimasti in
sette ed avevano almeno
altrettanti feriti, mentre
la maggior parte dei
Romulani era ammassata
oltre l'angolo, trattenuta
solo dal numero limitato di
armi a particelle delle
quali erano riusciti ad
impadronirsi<br>
Lon fu tentato di sferrare
nuovamente un destro al
mento di Bueller, ma si
trattenne. Se avesse
stordito il Capitano non
sarebbero stati in numero
sufficiente a portare con
loro tutti i feriti, e non
era accettabile lasciare
prigionieri ai Romulani.
Inoltre Luna, che era china
accanto a loro con un
fucile Phaser tra le mani
ed una Bath'Leth legata alle
spalle, probabilmente non
avrebbe approvato, finendo
per opporsi e peggiorare
ulteriormente la loro
situazione tattica.<br>
"Senza rinforzi avranno
comunque la meglio..."
disse il Capo della
Sicurezza, chiudendo la
mente alle fiamme furiose
che erano le emozioni dei
due membri della Sezione
Comando e ricominciando a
sparare "meglio retrocedere
ora che abbiamo copertura,
evacuare i feriti e
barricarci in una posizione
più difendibile."<br>
"I rinforzi arriveranno
presto..." rispose sicuro
Bueller, a voce abbastanza
alta da farsi sentire dagli
altri, rincuorandoli "non
permetteremo a quei
bastardi dei Romulani di
prendere l'hangar e
filarsela con le nostre
navette!"<br>
Ma ora le sue fiamme erano
velate di dubbio, un dubbio
che Basta condivideva *Dove
accidenti sono i nostri
rinforzi?*</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Plancia - 31 dicembre 2394
- Contemporaneamente</p>
<p dir="ltr">L'atmosfera sulla
Plancia della Hope era
estremamente tesa e la
stanchezza di numerose ore
di scontri stava logorando i
cadetti assegnati alle
varie postazioni. Solo Rest
- che pur essendo stato
investito del comando non
si era spostato dalla
consolle tattica - pareva
imperturbabile
nell'osservare una
riproduzione
tridimensionale della nave,
dove numerosi segni
rappresentavano gli scontri
in corso.<br>
Davanti alla postazione vi
erano tre cadetti i quali -
a seguito dell'interruzione
delle comunicazioni interne
e della disattivazione dei
sensori - fungevano da
portaordini muovendosi
attraverso i Tubi di
Jeffries, riferendo in
continuazione l'andamento
degli scontri e portando
alle varie cellule Federali
gli ordini del Vulcaniano.<br>
"E siamo stati costretti ad
abbandonare la Sezione 11
del Ponte 5..." riferì il
Cadetto Paulson, del
Laboratorio Botanico "I
Romulani si sono piazzati
nella Palestra e hanno
installato lì un punto di
comando. Abbiamo avuto nove
feriti, di cui tre
gravi...il signor Topper li
ha stabilizzati ma..."<br>
"Quindi ora la Sezione 9 é
libera da forze ostili?"
domandò l'Ufficiale
Tattico, che pareva più
interessato ad aggiornare
il proprio schema tattico
che al conteggio delle
perdite.<br>
"Io...non saprei,
signore..." ammise il
Cadetto, spiazzato "stavamo
indietreggiando verso le
Sezioni 12 e 13...non
abbiamo..."<br>
"Verificate e riferite."
ordinò Rest, con tono
definitivo che non ammetteva
repliche. Quindi, quasi con
un ripensamento, aggiunse
"quanto al resto del
gruppo...data la
conformazione del Ponte
dovreste riuscire nella
prossima ora a contenere i
Romulani nella Sezione 11.
Se dovessero ricevere
rinforzi siete autorizzati
ad utilizzare i Tubi di
Jeffries per ripiegare sul
Ponte 4."<br>
Detto ciò il Vulcaniano si
disinteressò completamente
del proprio interlocutore,
concentrandosi invece sul
Guardiamarina Esteban, uno
degli uomini della
Sicurezza. Esteban era un
Umano di origini
sudamericane, in quel
momento incapacitato al
servizio attivo a causa di
una brutta ferita alla
spalla destra rimediata in
uno degli ultimi scontri,
cosa che gli impediva di
tenere un'arma ma non di
fare da messaggero "Mi
dica, Guardiamarina..."<br>
"Signore, la situazione
presso l'Hangar principale
é insostenibile. Per
mantenere la posizione
necessitiamo di almeno
altre dieci unità
armate...." riferì l'uomo
della Sicurezza, palesemente
irritato per essere stato
costretto ad attendere che
Rest ricevesse prima gli
altri rapporti.<br>
Dal canto suo, il Tattico
non rispose immediatamente,
preferendo studiare prima
il suo schema della nave,
come se in quei diagrammi e
simboli vi fossero le
risposte che cercava. Dopo
circa trenta secondi disse
"Al momento non è possibile
stanziare altre unità
presso l'Hangar. Se non
riuscite a sostenere
l'impatto nemico
ritiratevi."<br>
"Col dovuto rispetto,
signore..." rispose
Esteban, evidentemente
vicino a perdere la
pazienza "anche il signor
Basta ha proposto questa
linea di azione, ma il
Capitano non intende cedere
ulteriori posizioni al
nemico, ritenendo che non
sia opportuno consegnare ai
Romulani le nostre
navette."<br>
"In tal caso il Capitano
dovrà difendere l'Hangar
con gli uomini a sua
disposizione." ribatté
secco Rest, prima di
tornare a concentrarsi sui
suoi schemi, completamente
dimentico di tutto il resto.<br>
Il volto di Esteban si fece
rosso, mentre l'ira montava
evidentemente in lui. Stava
per ribattere stizzito,
quando il Consigliere lo
avvicinò poggiandogli una
mano sulla spalla e
dicendogli gentilmente
"Guardiamarina... Sul Ponte
2 é stata allestita una
infermeria di
emergenza...perché non va a
vedere lì se qualcuno dei
feriti meno gravi é in grado
di darvi supporto?"<br>
"Farò così,
signore...grazie..."
rispose l'uomo della
Sicurezza, lanciando a Rest
un'ultima occhiata di fuoco
prima di andarsene.<br>
"Signor Rest, possiamo
parlare un momento?" chiese
poi la giovane Risiana,
indicando al Vulcaniano
l'Ufficio del Capitano.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Infermeria - 31 dicembre
2394 - Contemporaneamente</p>
<p dir="ltr">"Mi pare nervosa,
Dottoressa..." commentò
laconico Smith, osservando
la responsabile
dell'Infermeria mentre si
muoveva tra i pazienti,
alcuni stesi sui bioletti
ed altri a terra, in brande
di fortuna.<br>
"E lei mi pare sin troppo
tranquillo, signor Smith!"
ribatté la giovane donna,
lanciandogli un'occhiata
stizzita "In fondo non ha
più il suo travestimento e -
se i Romulani dovessero
giungere sin qui - lei
sarebbe un bersaglio tra i
tanti. Forse addirittura un
bersaglio prioritario,
visto che é più vecchio e
ragionevolmente più esperto
di noi."<br>
"Ma i Romulani non
arriveranno qui..." rispose
semplicemente la presunta
spia "i suoi colleghi sono
stati estremamente
efficienti nell'isolare
questa zona..."<br>
*Forse anche troppo..."
pensò, e lo sguardo le
cadde sulle doppie porte
d'accesso, al momento
bloccate. Dietro di esse,
Melanne lo sapeva, i
corridoi della Sezione
erano stati decompressi su
ordine della Plancia,
creando una situazione di
vuoto in tutto il Ponte.<br>
La Dottoressa ripensò a
quanto accaduto circa otto
ore prima, e non poté che
rabbrividire nuovamente.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Infermeria - 31 dicembre
2394 - Otto ore prima
(Flashback)</p>
<p dir="ltr">Melanne stava
riflettendo su quello che
lo schermo del suo
terminale le mostrava, ma
in realtà i suoi pensieri
erano focalizzati su due
persone: il Capo della
Sicurezza e l'Ufficiale
Tattico Capo.<br>
*Ma con tutto quello che é
successo, come accidenti
gli é saltato in mente di
perdere tempo a scrivere
questa roba?* si domandò
l'Umana, picchiettando con
l'affusolato indice della
mano destra lo schermo, sul
quale era aperta una
notifica di proposta di
Nota di Demerito.<br>
L'autore della proposta - il
Vulcaniano Rest - aveva
trasmesso la nota a tutti
gli interessati, oltre che
al Capitano e al Primo
Ufficiale. In pratica, il
Capo della Sezione Tattica
richiedeva che i vertici
della nave emettessero Nota
di Demerito verso lui
stesso e gli altri tre
Ufficiali presenti durante
l'interrogatorio del signor
Smith, con la motivazione
che nessuno di loro era
stato in grado di prevedere
o prevenire il suicidio -
meglio, il falso suicidio -
del sospettato.<br>
*E il bello é che ha pure
ragione...* si disse la
Dottoressa, chiudendo la
nota. Non poteva infatti
contestare la veridicità
delle motivazioni addotte da
Rest, anche se non riusciva
a capire come diavolo la
cosa fosse venuta in mente a
quel Vulcaniano asociale in
quel momento, quando era
estremamente probabile che
tutti loro venissero
spazzati via a minuti dalla
faccia dell'Universo.<br>
*Probabilmente dipende dalla
struttura mentale
Vulcaniana, che nel suo
essere estremamente logica
tende a compartimentare le
problematiche, finendo per
non far caso a
tali...sciocchezze.. *<br>
Ci sarebbe stato da riderci
sopra, se Lon non avesse
preso la cosa mortalmente
sul serio, mollando lì ciò
che stava facendo per
andare a chiarire la
faccenda con il collega.
Melanne aveva cercato di
impedirglielo, ma non c'era
stato verso. Tra Lon e Rest
esisteva una
incompatibilità di fondo,
data da due caratteri
diametralmente opposti. *E
il fatto che non sia stata
stabilita una catena
gerarchica all'interno dei
vertici della loro Sezione
non aiuta di certo...*<br>
Forse avrebbe dovuto
parlarne a Caytlin...<br>
"Ma non ora!" si ritrovò a
ringhiare la donna, mentre
la nave veniva
violentemente scossa da
quello che pareva un colpo
diretto. Subito tutti gli
allarmi si accesero e
l'infermeria si animò di
medici ed infermieri che -
al suo comando - avrebbero
dovuto gestire eventuali
feriti in arrivo.<br>
Ed i feriti arrivarono.
Inizialmente si trattava di
contusioni da urto o ferite
da esplosione di condotti
EPS, nulla che non
potessero gestire.. poi le
cose precipitarono.<br>
Quando dalla Sala Macchine
giunse notizia di numerosi
feriti per un’importante
esplosione, la Dottoressa
Graahn ordinò di
teletrasportarli
direttamente in Infermeria
ma - poiché le procedure di
emergenza parevano non
funzionare - inviò circa
due terzi dei suoi uomini
verso il luogo
dell'incidente con barelle
antigravitazionali e kit di
emergenza.<br>
I medici e gli Infermieri
non erano ancora arrivati
in Sala Macchine che -
inizialmente dalle zone
detentive di emergenza e
dopo anche dalle Sezioni e
dai Ponti limitrofi -
cominciarono ad arrivare
feriti con bruciature di
Phaser. Inizialmente
stupita, Melanne aveva
rapidamente scoperto che i
Romulani erano fuggiti e si
era rimboccata le maniche
per organizzare il lavoro
dell'Infermeria.<br>
E di organizzazione avevano
avuto rapidamente bisogno,
perché i feriti avevano
cominciato a giungere
numerosi - alcuni anche in
gravi condizioni - e si era
subito dimostrato
necessario inviare sui
luoghi degli scontri
personale medico e
paramedico per garantire i
primi soccorsi.<br>
In Infermeria erano pertanto
rimasti la Dottoressa, il
MOE e due infermieri quando
i rumori degli scontri a
fuoco si erano fatti
vicini, parecchio vicini.
Subito dopo un paio di
Cadetti erano entrati di
corsa, avevano barricato
l'infermiera con un campo
di forza che di norma
veniva utilizzato per
contenere pericolose
epidemie e avevano chiamato
la Plancia, annunciando che
il Ponte era perduto.<br>
Con sorpresa della Graahn,
però, a rispondere non
furono né il Capitano
Bueller né il Comandante
Xyr, ma Rest. Il Vulcaniano
parve più irritato che
dispiaciuto della notizia
e, dopo un paio di domande,
comunicò loro che sarebbero
rimasti isolati in fino a
fine emergenza e - senza
ulteriori preavvisi -
decompresse il Ponte,
eliminando le forze ostili
presenti e isolando
collateralmente
l'Infermeria.<br>
La Dottoressa pensava che il
Ponte sarebbe stato
ricompresso in tempi brevi,
ma poco dopo le
comunicazioni cessarono e
l'Infermeria rimase
completamente isolata,
senza più notizie di ciò che
accadeva nel resto della
nave.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Corridoi antistanti
l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore
04:10</p>
<p dir="ltr">"Quello P'tak!"
ringhiò Luna, facendo per
alzarsi in piedi indignata,
ma finendo per doversi
riabbassare in malo modo,
mentre tre scariche di
Phaser impattavano dove un
momento prima c'era la sua
testa.<br>
"Non capisco...perché Rest
non vuole mandarci rinforzi
per difendere l'Hangar?"
chiese di rimando Bueller,
guardando Basta come se
avesse la risposta.<br>
"Perché questa posizione é
indifendibile, a meno di
avere davvero molti
uomini..." rispose di
malavoglia il Betazoide,
che al solo sentir parlare
dell'Ufficiale Tattico Capo
aveva il nervoso, ma che
non poteva in cuor suo
negare la valutazione del
collega "il corridoio é
troppo largo e povero di
intersezioni dalla nostra
parte, mentre i Romulani
possono sfruttare i
magazzini di stoccaggio dei
pezzi di ricambio - nonché
i pezzi di ricambio più
grossi - come coperture...."<br>
Non era nulla di nuovo, loro
stessi avevano usato quelle
stesse coperture prima di
venire costretti a ripiegare
dalla superiorità numerica
nemica, ma sembrava che
Bueller non volesse - o non
potesse - accettarlo. Per
questo controbatté "Se gli
lasciamo l'hangar, però,
potranno prendere le
navette per lasciare la
Hope...e potrebbero anche
distruggerla, se sparassero
sul Nucleo di Curvatura!"<br>
"Evidentemente Rest ritiene
che non abbiamo speranze di
difendere l'Hangar e ha
deciso di farlo in maniera
più decisa, magari
decomprimendo il Ponte, come
ha fatto per l'Infermeria e
la Sala Macchine." commentò
il Cadetto Jones poi,
riflettendoci, aggiunse "Ma
non funzionerebbe...in quei
magazzini ci sono diverse
tute EVA..."<br>
"Beh, anche se Rest non
crede che potremo tenere la
posizione, io dico che ce
la faremo. Non dimenticate
che dobbiamo tenere duro
solo fino all'arrivo della
nave appoggio della Sezione
31..." affermò deciso
Bueller "sentite cosa
faremo..."<br>
Lon avrebbe voluto
protestare contro la follia
di continuare a cercare di
tenere una posizione
indifendibile, ma ciò che
suggerì dopo il Capitano lo
obbligò a tacere. Non era
una cosa folle, o
impossibile. Era una cosa
folle E impossibile. E
molto altro.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Plancia - 31 dicembre 2394
– Contemporaneamente</p>
<p dir="ltr">Il Consigliere
Caytlin prese un lungo
respiro prima di parlare.
Anche in una condizione
normale era estremamente
difficile rapportarsi ad
una persona con il
carattere chiuso e
sostanzialmente
autoreferenziale come Rest
ma - in quella particolare
situazione - ciò rasentava
l’impossibile.<br>
Il Vulcaniano aveva
accettato di malavoglia di
seguirla in Sala Tattica e -
non appena le doppie porte
si erano chiuse alle loro
spalle - si era messo in
piedi in una posizione
formale di riposo e l’aveva
trapassata con lo sguardo.
Il suo “Mi dica pure,
Consigliere…”, benché detto
con formale cortesia, era
suonato alle orecchie della
Risiana come un “Sbrigati a
dire la stupidaggine che
stai pensando, piccola
rompiscatole ignorante, che
ho da fare cose più
importanti che dar retta a
te ed ai tuoi piagnistei…”…”<br>
Ma - e Caytlin non poteva
che ammetterlo - si
trattava solo di una sua
impressione dettata
dall’irritazione che si era
generata in lei quando
aveva scoperto che il
Vulcaniano l’aveva inclusa
nel novero di persone
meritevoli di Nota di
Demerito a seguito degli
eventi riguardanti il
prigioniero in Infermeria.<br>
“Signor Rest, credo che
dovrebbe riconsiderare la
sua decisione di non inviare
rinforzi al Capitano
Bueller.” Affermò, diretta
e decisa. Con i caratteri
come quello del Capo della
Sezione Tattica, infatti,
gli approcci indiretti ed i
giri di parole tendevano a
generare solo irritazione
crescente e assenza di
stimolo ad intavolare una
comunicazione costruttiva.<br>
Ad oggi modo– come c’era da
aspettarsi– il Vulcaniano
non ebbe nessuna reazione
evidente alla frase del
Consigliere, se non un
leggero inarcamento del
sopracciglio sinistro,
troppo lieve per capire se
si trattasse di una
dimostrazione di
divertimento, irritazione o
curiosità. “Interessante.”
Disse dopo un po’
"Evidentemente ritiene che
la mia gestione strategica
delle risorse della nave non
sia efficiente. E mi dica,
come crede che il
distogliere personale dalle
aree critiche del conflitto
per dislocarlo in uno
scontro inutile e destinato
alla sconfitta
migliorerebbe la nostra
soluzione globale?”<br>
Nonostante la costante
cortesia ed il tono
discorsivo, Caytlin sentì la
temperatura ambientale
abbassarsi di parecchi
gradi e non poté non
mordersi la lingua. Nel suo
voler essere diretta per
attrarre l’attenzione del
collega sul suo punto di
vista, aveva
inavvertitamente toccato un
qualche filo invisibile, che
lo aveva fatto sentire
messo in discussione in
quello stesso campo in cui
si considerava - a ragione,
stando alle esperienze
curricolari - un maestro.<br>
“Temo che mi abbia
frainteso, Rest…” corse ai
ripari la ragazza “io non
capisco nulla di strategia
e non ho idea delle
strategie che sta
applicando. Personalmente
posso non capire perché
abbia isolato la Sala
Macchine o l’Infermeria, ma
so una cosa: il Capitano
non abbandonerà l’Hangar,
se ha deciso che è
importante difenderlo. Ed è
suo dovere aiutarlo.”<br>
"Mi perdoni, Consigliere.
Fino a questo momento ho
ritenuto che mio dovere
fosse neutralizzare la
minaccia Romulana e
riprendere il controllo
della Hope, riducendo al
minimo le perdite in termini
di vite, con riguardo
prioritario per quelle
dell'equipaggio. Se ritiene
che non sia così,
provvederò a ridefinire le
mie strategie in funzione
degli obiettivi attesi."<br>
La Risiana si sentì
formicolare la mano, come
se l'arto stesso la
implorasse di essere
lasciato libero di impattare
sulla faccia di Rest. Ma
lei era una professionista,
benché priva di chissà quali
esperienze, e capiva
perfettamente che il
Vulcaniano la stava
provocando. Così gli
sorrise e -con tono
innocente - domandò "E non
sarebbe possibile
raggiungere sia l'obiettivo
generale che quello
stabilito dal Capitano?"<br>
"Non senza una inutile
perdita di vite." rispose
il Vulcaniano, ora
mortalmente serio "La
strategia generale prevede
che i Romulani, una volta
individuata la possibilità
di prendere l'Hangar,
dirottino verso tale
obiettivo un maggior
quantitativo di risorse,
riducendo per forza di cose
la pressione su determinate
aree per noi prioritarie."<br>
"E cosa le fa pensare che
lasceranno sguarnite
proprio le aree che vuole
lei?" chiese a questo punto
il Consigliere, quasi
intimorita da quel tono di
certezza matematica nella
voce di Rest. Lo aveva
sentito spesso negli
scienziati Vulcaniani,
quando parlavano di
complesse formule
matematiche o algoritmi atti
a descrivere fenomeni
scientifici anche complessi
ma - applicato ad un campo
così aleatorio come le
strategie belliche - le dava
i brividi ed una strana
impressione di follia
maniacale.<br>
“Venga, Consigliere” le
rispose compiaciuto il
Vulcaniano “Mi permetta di
introdurla
nell’affascinante mondo
della guerra strategica.”<br>
I due ufficiali si
spostarono alla Postazione
Tattica di Plancia, dove
Rest avviò una sorta di
simulazione, in cui diversi
segnalini di unità si
spostavano in maniera quasi
contemporanea. <br>
"Come può vedere..." spiegò
il Vulcaniano, indicando
una serie di punti dove
erano stanziati numerosi
gruppi di Cadetti "Questi
passaggi sono ben protetti.
Ciò lascia alle forze
Romulane questo percorso
specifico, dato che il Ponte
dell'Infermeria é isolato."<br>
Caytlin osservò la cosa per
un po', ma per lei aveva
scarso significato. Lei
vedeva decine di altri
possibili percorsi e lo
fece notare al collega "E se
passassero da qui?"<br>
Ma le probabilità che
scoprisse così, a prima
vista, una falla nel piano
che Rest aveva così
accuratamente studiato
erano poche, e lo sapeva.
Per questo non si stupì
quando il collega dalla
divisa ocra rispose "No,
Consigliere. Lei dimentica
una cosa importante: uno
degli elementi più
rilevanti in una operazione
tattica é il tempismo. I
nostri avversari non
sceglieranno vie traverse
che non conoscono, quando
hanno un percorso già sotto
il loro controllo. Ed é lo
stesso motivo per cui in
queste ore non hanno
sfruttato i Tubi di
Jeffries...non hanno
dimestichezza con la nave e
con le sue planimetrie e
rischierebbero di venire
sopraffatti in imboscate."<br>
"Ma se prendessero l'hangar
potrebbero andarsene con le
navette, no?" chiese la
ragazza, sentendosi sempre
più frustrata da quella
conversazione.<br>
"Sì Consigliere, ma non
immediatamente. Le navette
sono state bloccate con un
codice crittografato a
trenta cifre. I Romulani
impiegheranno ore a
decifrarlo..."<br>
"E che succederà quando lo
avranno decifrato?" chiese
la Risiana, anche se
credeva di aver già intuito
la risposta
dall'atteggiamento tronfio
del Capo Tattico.<br>
"Il conflitto sarà risolto
molto prima,
Consigliere..." rivelò Rest,
mentre uno scintillio da
predatore - forse la prima
vera emozione che Caytlin
gli avesse mai visto
esternare - si accendeva per
un istante nei suoi occhi
"secondo i miei calcoli
riavremo il controllo della
nave nei prossimi quaranta
minuti."</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope – Bar
di Prora - 31 dicembre 2394
– Ore 21:05</p>
<p dir="ltr">“E, ovviamente,
non ha ritenuto necessario
dirti come aveva intenzione
di concludere gli scontri…”
affermò Melanne,
sorseggiando un bicchiere
d’acqua come fosse una
specie di cocktail. Le
riparazioni erano ancora in
corso e – con i Replicatori
fuori uso – si sarebbero
dovuti accontentare di
razioni di emergenza
standard per qualche
giorno.<br>
“In effetti non glielo ho
neppure domandato…” rispose
il Consigliere, muovendosi
leggermente a disagio sulla
sedia e lasciando perdere
la razione che stava
intaccando con la forchetta
“Il mio primo pensiero è
stato quello di correre ad
avvertire il Capitano e Lon
che l’Hangar andava
abbandonato al più presto.<br>
“Non credo te lo avrebbe
detto comunque…” rispose la
Dottoressa “quel ragazzo è
incomprensibile…”<br>
“Non è incomprensibile, è
solo completamente
asociale…” rispose il
Consigliere “E credo che
viva tutta la sua esistenza
come una continua partita a
scacchi, con mosse e
contromosse… a volte mi
verrebbe voglia di dargli
una sberla per riportarlo
alla realtà, anche se non è
molto professionale.”<br>
“No, non funziona…” rispose
secco Lon, parlando per la
prima volta da quando si
era seduto a tavola con le
due donne. Il suo tono era
cupo e deciso, ed il fatto
che si stesse osservando le
nocche della mano destra
non sfuggì a nessuno.<br>
"Cosa hai combinato, Lon?"
chiese Melanne, </p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Corridoi antistanti
l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore
04:20</p>
<p dir="ltr">Il Consigliere
Caytlin giunse di corsa
all'intersezione dove era
asserragliato il personale
Federale, massaggiandosi
con vigore gli avambracci,
rimasti scorticati durante
il passaggio a gattoni in un
Tubo di Jeffries.<br>
Giunta a destinazione, la
ragazza trovò quasi tutti i
Cadetti - compresi i feriti
che lei stessa aveva
suggerito di inviare lì -
intenti a mantenere un
pesante fuoco di
sbarramento contro le
postazioni Romulane, mentre
Bueller, Basta e Jones
stavano armeggiando con
alcuni pannelli che
coprivano dei condotti ODN.<br>
"Consigliere, come mai da
queste parti?" domandò
Ferris, simulando
un'allegria che non sentiva
da circa otto ore "Le
mancavo?"<br>
"Capitano, deve evacuare i
suoi uomini entro la
prossima mezz'ora..."
avvertì la Risiana, con
tono leggermente isterico,
ignorando il tentativo di
umorismo fuori luogo di
Bueller. Per quanto avesse
preso parte agi
addestramenti
dell'Accademia, infatti,
nulla l'aveva preparata
all'effetto che fanno i
raggi Phaser quando ti si
schiantano a meno di mezzo
metro dalla testa.<br>
Colpiti dal tono di urgenza
nella voce della ragazza,
Bueller e Luna poggiarono a
terra la sezione di paratia
smontata e la fissarono con
intensità "Perché, che
succederà tra mezz'ora?"
chiese l'Umano.<br>
"Non ho capito bene tutti i
dettagli..." iniziò il
Consigliere, imponendosi
respiri profondi per
recuperare il controllo
della respirazione e -
indirettamente - del
proprio piano emotivo "ma
Rest ha imbastito una
strategia per recuperare
alcune aree chiave della
nave e - secondo le sue
previsioni - entro quel
termine si concentreranno
qui almeno un terzo dei
Romulani presenti a bordo.
Se non vi ritirate sarà una
carneficina!"<br>
A quelle parole Bueller si
fece meditabondo, lanciando
rapide occhiate in sequenza
a Luna e al condotto dati
scoperto, mentre
istintivamente cominciava a
mordersi il labbro
inferiore.<br>
Sentendosi chiamata in causa
da quegli sguardi, Luna
gonfiò il petto prima di
aggiungere "Ha ragione,
devi far ritirare i nostri.
Il piano possiamo farlo
funzionare anche senza
supporto qui fuori..."<br>
"Avrete molto meno tempo..."
fece notare l'amico.<br>
"Ce lo faremo bastare."
replicò secca Luna. Quindi,
voltandosi verso Basta,
chiese "Siamo pronti?"<br>
Il Betazoide, che si era
infilato strisciando nello
spazio sottostante il
condotto ODN, rispose "sì,
lo spazio é sufficiente."<br>
"Sentito?" domandò Luna,
scoprendo i denti come se
già assaporasse la
battaglia "Noi andiamo, voi
chiudete il pannello e
ritiratevi!" <br>
Quindi sgattaiolò dietro il
Capo della Sicurezza,
scomparendo nella spessa
paratia dell'Hangar. Quando
entrambi i piedi furono
scomparsi all'interno,
Bueller fece un sospiro e
afferrò il pannello che
avevano rimosso quindi,
armato di cacciavite
sonico, si voltò verso
Caytlin e disse "Forza
Consigliere...mi aiuti a
richiudere questa paratia!"<br>
Quindi, abbandonato
l'atteggiamento dimesso,
assunse una postura più
dritta ed un tono deciso e
disse ai sui uomini
"Coraggio ragazzi, dobbiamo
resistere solo pochi altri
minuti. Preparatevi a
ripiegare!"</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Magazzino componenti
informatiche nr.3 - 31
dicembre 2394 - Ore 04:22</p>
<p dir="ltr">I membri della
squadra speciale comandata
dal Comandante Rodriguez si
guardarono intorno,
rabbrividendo alla vista dei
segni dello scontro appena
conclusosi che - in quel
corridoio - era stato
particolarmente brutale e
violento.<br>
Prigionieri e feriti
potevano anche essere già
stati rimossi, ma gli sfregi
sulle paratie e le chiazze
di sangue sarebbero rimaste
per molto tempo, per lo
meno nelle loro menti.<br>
"C...cavolo..." esclamò il
Tenente Mexe, il
responsabile del Laboratorio
Informatico, entrando
nell'angusto magazzino con
un DiPadd in mano "tutto
quel caos per riprenderci
un semplice magazzino di
parti di ricambio?"<br>
"Concentrati sul trovare
quei pezzi..." lo rimbrottò
il Capo OPS, che già si era
chinato accanto ad una cassa
e l'aveva aperta,
prelevando alcune componenti
"Hai sentito Rest, abbiamo
meno di quindici minuti per
farci trovare fuori da
qui..."<br>
“A me pare una follia…”
commentò il Cadetto Mayers,
del Laboratorio di
Intelligenza Artificiale,
mentre infilava diversi
cavi e componenti in una
sacca. Tutti e tre avevano
ricevuto istruzioni precise
da Rest su cosa il
Vulcaniano si aspettava
facessero e con che
tempistiche, ma dei tre
solo Paulo aveva realmente
compreso l’obiettivo di
quel piano.<br>
“Ok, abbiamo tutto,
muoviamoci!” esclamò poco
dopo Paulo, stringendo in
mano una torcia al Plasma
per la lavorazione degli
scafi, una sorta di
proiettore lungo due metri
ed in grado di generare un
getto di energia a
temperatura tale da
intaccare il Duranio.<br>
I tre Cadetti, accompagnati
da un uomo della Sicurezza
armato di Fucile Phaser,
abbandonarono rapidamente il
Magazzino e - seguiti dagli
scontri che si stavano
nuovamente avvicinando a
quella Sezione del Ponte -
procedettero per circa una
quarantina di metri,
fermandosi davanti al punto
di accesso di un Tubo di
Jeffries. Mentre il membro
della Sicurezza controllava
il corridoio, Paulo si chinò
a terra e rimosse
rapidamente la copertura
del condotto, facendo subito
cenno ai due colleghi della
Scientifica di entrarvi.<br>
I due colletti blu
obbedirono rapidamente e,
dopo essersi chinati,
cominciarono a gattonare
nel condotto che si
dipanava davanti a loro.
Quando ebbero lasciato
spazio sufficiente per
passare, anche il membro
della Sicurezza si infilò
dentro e - spostatosi
indietro di circa un metro
- puntò il fucile verso
l’esterno. Rapidamente
Rodriguez lo raggiunse e,
sfruttando una maniglia
magnetica, riposizionò la
copertura del Tubo di
Jeffries al suo posto,
dopodiché fece cenno a
tutti di avviarsi.<br>
Dalla relativa sicurezza del
condotto i quattro Cadetti
sentirono lo scontro
raggiungere la posizione
dove ormai si trovavano, ma
se ne allontanarono senza
emettere un fiato e
procedettero tanto
rapidamente quanto gli
spazi angusti consentissero
loro, verificando
periodicamente la direzione
con l’ausilio dei Tricoder
sui quali era stata
caricata l’intera mappatura
dei passaggi di
manutenzione.<br>
“Qui!” disse il Capo delle
Operazioni, indicando una
paratia all’apparenza
identica alle altre, ovvero
solida e liscia “Mexe,
Myers…isolate i condotti del
Plasma ed i condotti dati
in questo segmento!””<br>
I due scienziati - benché
non particolarmente avvezzi
a questo tipo di attività -
si diedero da fare mentre
Paulo installò a terra una
specie di treppiedi, sul
quale montò la pesante
Torcia al Plasma. Una volta
certo che le sue azioni non
avrebbero generato una fuga
di gas incandescenti,
Rodriguez fece allontanare
la sua squadra ed attivò la
Torcia, scavando il metallo
della parete del condotto
con movimento circolare,
sino a creare un buco largo
poco più di un metro.<br>
Non appena la parete
metallica fu abbastanza
fredda, il Cadetto della
Sicurezza vi si avvicinò e
- con un calcio ben
piazzato - la fece cadere a
terra, seguendola subito
dopo col fucile spianato.<br>
“Ok, venite pure…” disse
dopo un po’, dando anche
agli altri tre il permesso
ad accedere all’angusta
sala in cui erano sbucati,
prima di portarsi vicino
alla sola porta d’accesso,
puntandovi contro il fucile
Phaser.<br>
“Secondo Rest non dovrebbe
esserci più nessuno lì
fuori, ma preferisco che lei
tenga comunque la
posizione, Sanders…”
approvò Rodriguez, per poi
voltarsi verso il loro
obiettivo, un piccolo nucleo
di memoria del computer,
isolato rispetto ai tre
nuclei principali della
nave.<br>
Mexe fu il primo a fare la
sua parte, collegando il
proprio Tricoder
all’interfaccia del
computer e dicendo “E’ come
aveva detto il signor
Rest…i Romulani non si sono
presi la briga di
disabilitare questo Nucleo
come hanno fatto con il
Computer Principale…””<br>
“Probabilmente neppure
sapevano che ci fosse un
nucleo di memoria aggiuntivo
dedicato alla sola gestione
del Medico Olografico di
Emergenza…” ragionò Myers,
mentre utilizzava i
condotti dati che aveva
recuperato dal magazzino per
effettuare una serie di
collegamenti di emergenza
con la rete ODN principale
della nave, lì dove
l’avevano isolata prima di
tagliare la paratia "In
fondo é stata una aggiunta
recente, pensata per
garantire il supporto di un
M.O.E. alle navi più
vecchie..."<br>
“Ma non capisco cosa voglia
farsene…” continuò Mexe,
mentre richiamava
rapidamente le subroutines
del M.O.E. “questo Computer
dispone di spazio di memoria
e capacità di calcolo
ottimizzate per la gestione
del solo programma del
Medico Olografico di
Emergenza… non è possibile
usarlo per fare altro…”<br>
“Infatti, prima dovremo fare
un po’ di spazio…” affermò
con un ghigno Rodriguez,
prendendogli di mano il
Tricoder e collegandovi una
unità di memoria esterna.
Quindi, quando Myers gli
ebbe fatto cenno di aver
completato i collegamenti
fisici alla rete ODN, avviò
il programma che si trovava
sulla memoria installata
“ecco, così!”<br>
“Ma… signore, sta
decompilando il programma!"
esclamò stupito e un po'
scioccato Mexe "Non abbiamo
un backup del M.O.E. a
bordo!"<br>
"Pazienza, ce ne
installeranno uno nuovo
alla prima Base Stellare..."
rispose Paulo, con una
chiara alzata di spalle.
Quindi, quando vide che la
decompilazione era
terminata, avviò un secondo
programma "Mi serviva
spazio per questo..."<br>
"Una copia di backup del
computer di bordo?" domandò
Myers, verificando a sua
volta col tricoder delle
stringhe a campione di ciò
che stava venendo installato
"Non pensavo che il
Computer che gestisce il
M.O.E. avesse la capacità di
calcolo necessaria..."<br>
"Infatti non ce l'ha..."
affermò Rodriguez "questa é
una versione più leggera,
limitata alle funzioni dei
sensori interni, delle
comunicazioni e dei sistemi
di sicurezza. Non gestisce
né la navigazione, né le
armi e tantomeno gli
apparati scientifici."<br>
Quindi, finita
l'installazione, si sfiorò
il comunicatore e disse
"Rodriguez a
Rest...computer di
emergenza in linea..."</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Corridoi antistanti
l'Hangar Navette Principale
- 31 dicembre 2394 - Ore
04:32</p>
<p dir="ltr">Dopo aver
respinto le residue forze
Federali, i soldati
Romulani, guidati dal
Subcomandante Rover, si
ammassarono davanti alle
grandi porte dell'Hangar
navette.<br>
Per prendere quella
struttura avevano dovuto
abbandonare numerose
postazioni conquistate
nelle ore precedenti, ma ciò
non era importante. Quei
ragazzini con cui si
stavano battendo erano stati
bravi a sufficienza da
impedire loro di
conquistare la Sala
Macchine - e con essa la
nave - isolando l'intero
ponte, ma non erano
riusciti a contrastarli su
questo obiettivo.<br>
"Decurione Milok, apra
queste porte!" ordinò
all'Ingegnere Capo, che
rapidamente si avvicinò
alle porte di sicurezza e -
dopo aver asportato quei
pannelli removibili che
nelle ultime otto ore aveva
imparato a conoscere così
bene - cominciò a
trafficare sui comandi.<br>
Ci vollero circa cinque
minuti prima che le porte
si sbloccassero e anche così
- senza l'ausilio dei
computer, che avevano
disabilitato come primo
obiettivo per impedire ai
federali di usare
teletrasporti, sensori e
campi di forza - dieci
soldati dovettero mettersi
di buona lena per riuscire
ad aprirle.<br>
Non appena lo spazio fu
sufficiente, Rover inviò i
suoi uomini nell'Hangar con
l'ordine di stanare ed
eliminare rapidamente i
Federali. Purtroppo i suoi
non disponevano di
disgregatori ma solo di
Phaser sottratti ai
federali caduti. Queste
armi, oltre che più
difficili da impugnare,
avevano pesanti limitazioni
nel loro uso, limitazioni
preprogrammate che
riducevano l'output di
danno al solo stordimento o
- al più - ad un raggio a
bassa intensità fatto
apposta per non danneggiare
gli scafi.<br>
*Ciononostante riusciremo ad
andarcene e a tornare
vincitori....* pensò il
Subcomandante, vedendo che
l'hangar ospitava - oltre
alle navette Federali -
anche la parte anteriore di
una delle navette aliene
che avevano il compito di
recuperare ed un caccia
Klingon *Certo, il Riov é
stato fatto prigioniero, ma
tanto aveva perso la nave,
quindi sarebbe stato
ugualmente giustiziato...*<br>
Perso in questi pensieri, il
Romulano non si accorse di
un dettaglio all'apparenza
strano. Tutte le navette
erano infatti disposte
nell'hangar con i musi
rivolti verso i portelloni
esterni, per facilitarne il
decollo...tutte meno una.<br>
D'altro canto, il
Subcomandante Rover non
poteva sapere che - circa 10
minuti prima - i Cadetti
Jones e Basta erano entrati
nell'hangar strisciando
all'interno delle paratie
e, con l'aiuto di un
Forklift
antigravitazionale, avevano
girato la Navetta Archer
prima di intrufolarvisi
all’interno.<br>
Se lo avesse saputo,
probabilmente, sarebbe
stato più cauto nel disporre
i quaranta uomini che lo
avevano seguito…ed il piano
del Capitano Bueller non
avrebbe avuto successo.<br>
“Ho finito di disabilitare
il blocco crittografato…”
annunciò invece Luna,
dentro la navetta. Sia lei
che Basta erano accucciati
sotto i comandi, così che
non risultassero visibili
dall’esterno attraverso lo
schermo di plastiacciaio
trasparente che fungeva da
finestrone anteriore.<br>
“Computer in linea…”
confermò Basta, che faceva
un po’ ridere chinato e
quasi accartocciato tra il
sedile del copilota e la
consolle “ed appena in
tempo, direi…”<br>
“Avanti!” lo incitò il
Cadetto Jones con un ghigno
decisamente Klingon
“Facciamo vedere a questi
bastardi dal sangue verde
chi comanda qui!”<br>
Ciò detto, i due si misero
rapidamente a sedere e –
prima che i Romulani
riuscissero a disperdersi,
Luna attivò i propulsori
ventrali della navetta,
sollevandola di circa mezzo
metro da terra e facendo
cadere proni gli avversari
più vicini.<br>
“Scudi alzati…” annunciò
Lon, mentre i più reattivi
tra i Romulani cominciavano
a sparare inutilmente contro
la navetta biposto ed i più
svegli – invece – si
dedicavano ad una rapida
fuga “procedo a
neutralizzare gli
avversari!”<br>
Al di fuori della
Federazione non tutti
conoscono le esatte capacità
dei Phaser montati dalle
navi della Flotta Stellare.
Ovvero, molte razze
conoscono i loro output
massimi di danno e la loro
mortale precisione, ma in
pochi conoscono quanto
questa arma possa essere
flessibile nel suo uso.<br>
Nel caso specifico Basta
aveva – su ordine del
Capitano – ridotto al minimo
la potenza dei Phaser della
navetta, aumentandone al
massimo la dispersione.
Quando i due emettitori
fecero fuoco, quindi, non
scaturirono i normali raggi
cremisi, ma dei ventagli di
energia di circa 30° di
angolo, a potenza tale da
stordire chiunque si
trovasse nel loro raggio
d’azione e buttare a terra
tutti coloro che vi fossero
vicini, senza però
danneggiare le strutture
della nave.<br>
Subito i Romulani tentarono
di disperdersi ma Luna, con
una manovra estremamente
azzardata in uno spazio così
ridotto ed affollato come
quello dell’Hangar, spostò
la navetta davanti
all’ingresso e – tenendola
alzata quasi al livello del
soffitto – diede modo a
Basta di mirare
accuratamente i suoi
bersagli.<br>
In pochi minuti quella che
doveva essere una
importante conquista per le
forze Romulane si trasformò
in una caccia al topo, che
si concluse con ventitré
Romulani a terra ed il
resto della forza d’assalto
in fuga.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Plancia - 31 dicembre 2394
- Ore 04:35</p>
<p dir="ltr">Bueller entrò in
Plancia come un ciclone
subitò seguito da Caytlin e
– immediatamente – si
avvicinò alla consolle
Tattica, dove Rest stava
aggiornando lo stato delle
forze amiche e nemiche a
seguito dei rapporti di un
gruppo di Cadetti
messaggeri che erano ancora
sugli attenti di fronte a
lui.<br>
“Che diavolo sta succedendo
Rest?” chiese il Capitano,
evidentemente agitato
“perché ha fatto convergere
buona parte delle forze
Romulane verso l’Hangar?”<br>
“Per garantire la sicurezza
della nave e facilitare il
loro contenimento,
signore…” rispose il
Vulcaniano, mettendosi
sugli attenti ed assumendo
una posa – se possibile –
ancor più stoica “Secondo
le mie stime, tra quattro
punto tre minuti standard
il signor Roriguez terminerà
il suo compito, rendendoci
un controllo parziale della
nave e permettendoci di
ottenere la supremazia
tattica in questo scontro.”<br>
Bueller parve tentennare un
momento a quella risposta.
Per quanto il curriculum di
Rest fosse ineccepibile e lo
indicasse come uno dei più
promettenti giovani
strateghi della
Federazione, infatti, lui
lo aveva sempre trovato
troppo astratto e…asettico,
per potersi fidare
ciecamente delle sue
valutazioni. D’altro canto
il fatto che l’imprevedibile
– ma innegabilmente pieno
di risorse – Rodriguez
fosse uno egli attori del
piano aumentava di molto la
qualità dello stesso agli
occhi del Capitano.<br>
Con un sospiro, Ferris si
mise alle spalle del
Vulcaniano e disse “Cinque
minuti, eh Rest? Molto
bene…intanto ha il tempo di
aggiornarmi sullo stato
degli scontri…”<br>
I cinque minuti seguenti
trascorsero rapidamente,
con Rest che indicava al suo
ufficiale comandante lo
stato delle varie truppe,
riportando per ognuno dei
contingenti federali anche
il numero e la gravità dei
feriti, cosa che un po’
stupì il Consigliere visto
che – nel tempo in cui lo
aveva osservato coordinare
gli scontri – non era mai
parso realmente interessato
a questo tipo di
informazioni se non per il
numero di unità residue
ancora in grado di
combattere *Non devo mai
dimenticare che questi
dannati Vulcaniani hanno
una memoria quasi
fotografica e sono in grado
di ricordare anche
informazioni sentite una
volta sola…* si rimproverò
la Risiana.<br>
Lo stato delle valutazioni
era giunto alla Sala
Macchine – la sola vera
incognita, visto che il
locale era stato isolato
dal resto della nave con
all’interno due contingenti
di numero pressoché
equivalente – quando la
voce di Rodriguez emerse
dai comunicatori, che fino a
quel momento erano rimasti
muti a seguito della
disattivazione dei computer
di bordo =^=Rodriguez a
Rest...computer di
emergenza in linea...=^=<br>
Appena udì quelle parole,
Rest si spostò verso la
consolle della Sicurezza, di
norma gestita da Basta in
caso di emergenza, e la
accese. Ci vollero alcuni
minuti prima che la
consolle tornasse
operativa, ma quando ebbe
accesso ai sensori interni,
l’Ufficiale Tattico rispose,
attraverso il proprio
comunicatore “Qui
Rest…confermo il
funzionamento del sistema
di emergenza. Rimanete a
presidiare il tutto,
tenendo d’occhio con
particolare attenzione il
collegamento ODN
provvisorio…”<br>
Quindi, voltandosi verso
Bueller “Capitano, abbiamo
in linea i sensori interni,
i campi di forza e le
comunicazioni intra nave.
Non appena avrò finito di
inserire i parametri di
identificazione
amico/nemico potremo
disabilitare i Phaser
sottratti dalle forze
Romulane.”<br>
A Bueller Rest non piaceva,
ma ciò che il Vulcaniano
disse gli strappò comunque
il primo vero sorriso da
otto ore a quella parte
“Ottimo lavoro, signor
Rest…proceda, che sono
impaziente di spiegare ai
nostri ospiti chi comanda!”</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope –
Sala Macchine - 31 dicembre
2394 - Ore 04:40</p>
<p dir="ltr">Xyr si risvegliò
con un dolore lancinante al
petto e la prima cosa che
fece fu boccheggiare, in
cerca di quell’ossigeno che
i suoi polmoni parevano non
voler recepire.<br>
“Cerchi di respirare
lentamente, Comandante…” le
intimò la voce del Dottor
Sanchez, al momento poco
più di una macchia scura
nel suo campo visivo
annebbiato dalla carenza di
ossigeno “Ha diverse
costole rotte e non posso
sistemargliele qui, quindi
il meglio che può fare sono
piccoli respiri, cercando
di controllare l’espansione
dei polmoni. Questo la
aiuterà…”<br>
La giovane Andoriana sentì
il rumore di un Hypospray e
– quasi subito – il mondo
tornò a fuoco mentre il
dolore andava scemando,
sostituito da una sensazione
ovattata piuttosto
piacevole
“Antidolorifico…?” domandò
con voce ancora un po’
confusa, mentre attorno a
lei il mondo riassumeva un
aspetto comprensibile.<br>
Si trovava nell’Ufficio
dell’Ingegnere Capo, in
Sala Macchine. Il locale
relativamente piccolo era
stracolmo di gente, visto
che ospitava accucciati a
terra quasi dieci Cadetti
della Flotta Stellare – fra
i quali Xyr riconobbe un
ancora svenuto Doohan.<br>
“Dove…sono gli altri…?”
chiese, mentre le tornava
la lucidità e ricordava che
– prima di svenire – in
Sala Macchine erano in
venti federali e più o meno
altrettanti aggressori.<br>
“Fuori, a tentare di
respingere i Romulani…”
rispose il secondo della
Dottoressa Graahn con voce
seria “ma non credo ce la
faremo ancora a lungo…i
Romulani hanno preso il
piano superiore della Sala
Macchine ed hanno una
posizione di vantaggio
incontestabile…noi siamo
asserragliati qui dentro e
dietro le postazioni di
controllo del Nucleo di
Curvatura…”<br>
*Nucleo di Curvatura che –
fortunatamente – è stato
espulso, o il fuoco di
Phaser ci avrebbe già fatti
saltare tutti per aria…*
pensò cinicamente il Primo
Ufficiale della Hope. Ma la
verità era che il dottore
aveva ragione, se i Romulani
avevano ottenuto una
posizione rialzata e loro
erano stati schiacciati
contro una delle pareti
della Sala Macchine senza
vie di fuga, avevano
perso…*e presto dovrò
arrendermi…* pensò, sentendo
l’amaro sapore della bile
salirle alla gola.<br>
La giovane donna stava
ragionando febbrilmente in
cerca di un qualche asso
nella manica o trucco
dell’ultimo minuto per
rovesciare le sorti dello
scontro, quando
improvvisamente il rumore
del fuoco nemico cessò e la
voce di Bueller eruppe
dagli altoparlanti
installati nel soffitto
della sala, come quella di
un dio adirato
=^=Attenzione, questa è una
comunicazione destinata a
tutte le forze Romulane
presenti a bordo della
U.S.S. Hope. Sono il
Capitano Bueller e vi ordino
la resa immediata ed
incondizionata. Abbiamo
disabilitato tutte le armi
in vostro possesso
attraverso campi di
soppressione tarati sulla
vostra fisiologia
specifica. Qualsiasi arma
da fuoco impugnerete non
funzionerà. I miei uomini
hanno l’ordine di
catturarvi e condurvi a
qualsiasi costo nella Stiva
di Carico 1. Se getterete
le armi e metterete le mani
dietro la testa ciò avverrà
senza ulteriori spargimenti
di sangue, viceversa i miei
uomini hanno
l’autorizzazione ad
utilizzare tutta la forza
necessaria affinché ciò
venga fatto. Non ci saranno
ulteriori comunicazioni in
proposito. Bueller
chiude!=^=<br>
“Avete sentito il Capitano?”
disse allora Xyr in tono
duro, costringendosi ad
assumere una posizione
eretta nonostante il dolore
al petto “Andiamo a prendere
i nostri ospiti, volenti o
nolenti!”</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Infermeria - 31 dicembre
2394 - Ore 04:40</p>
<p dir="ltr">Nonostante non
stessero correndo alcun
rischio immediato – se non
quello che i Romulani
prendessero la nave e la
distruggessero o li
uccidessero tutti – la
Dottoressa Graahn non
riusciva a stare ferma per
più di dieci minuti.<br>
Ormai lei, il M.O.E. ed il
personale medico e
paramedico presente si erano
occupati di tutti i feriti
e – visto che le
comunicazioni ed il
computer principale erano
morti – non potevano fare
altro che contare il tempo
che passava. L’unico che
pareva immune a tutto questo
era Smith, che anzi si
sforzava di chiacchierare
con chiunque gli capitasse a
tiro, finendo per ricevere
principalmente occhiatacce
dai presenti.<br>
La donna avrebbe voluto
infilarlo su di un bioletto
ed analizzarlo dalla testa
ai piedi come chiestole dal
Primo Ufficiale – se non
altro per farlo stare zitto
– ma i bioletti erano tutti
occupati da feriti gravi e
gli analizzatori, eccetto
quelli manuali (che non
avevano comunque una
risoluzione sufficiente)
erano tutti fuori uso.
Melanne stava comunque
pensando di provarci,
sempre allo scopo di
zittire l’indesiderato
ospite, quando la voce del
Medico Olografico di
Emergenza attirò la sua
attenzione con una frase
decisamente strana.<br>
“Curioso…” affermò il M.O.E.
osservando il proprio
Tricoder con evidente
meraviglia “temo di non
ricordare come si attivi
questo… strumento…”<br>
“Dottore, va tutto bene?”
domandò l’Infermiera
Mawari, avvicinandosi
all’Ologramma. Per quanto
non molto utilizzato,
infatti, il M.O.E. Tipo V
aveva una personalità
piuttosto piacevole e a
volte il personale
dell’Infermeria ci
interagiva, anche solo per
avere una rapida via di
accesso allo spropositato
database medico che
conteneva.<br>
“Salve…infermiera…” rispose
titubante l’ologramma,
mentre il viso ben
proporzionato di un uomo di
mezza età dallo sguardo
gentile esprimeva un certo
grado di dubbio e
frustrazione “In effetti
temo di avere un
malfunzionamento…sembra che
alcune delle mie memorie
non siano più
accessibili…lei, ad
esempio…è una femmina,
giusto? Credo di sì, stando
alla sua cartella clinica,
ma non rammento più quali
elementi anatomici siano
distintivi nella sua
razza…”<br>
La Boliana si voltò stupita
verso la Dottoressa, forse
in cerca di consiglio, ma
Melanne non sapeva cosa
dire. Sotto i suoi occhi,
infatti, il M.O.E. smise di
parlare e – dopo pochi
secondi – smise anche di
muoversi. Non passò più di
un minuto, prima che la sua
figura diventasse meno
definita, come un ologramma
appena abbozzato nella
mente di un
oloprogrammatore. <br>
“Ma che diavolo…?” si chiese
il Cadetto Graahn,
maledicendo per l’ennesima
volta il totale isolamento
a cui era sottoposta
l’Infermeria.<br>
Prima che potesse aggiungere
altro, però, la voce di
Bueller emerse
dall’apparato delle
comunicazioni, segno che
stavano lentamente
riprendendo il controllo
della nave =^=Attenzione,
questa è una comunicazione
destinata a tutte le forze
Romulane presenti a bordo
della U.S.S. Hope. Sono il
Capitano Bueller e vi ordino
la resa immediata ed
incondizionata. Abbiamo
disabilitato tutte le armi
in vostro possesso
attraverso campi di
soppressione tarati sulla
vostra fisiologia
specifica. Qualsiasi arma
da fuoco impugnerete non
funzionerà. I miei uomini
hanno l’ordine di
catturarvi e condurvi a
qualsiasi costo nella Stiva
di Carico 1. Se getterete
le armi e metterete le mani
dietro la testa ciò avverrà
senza ulteriori spargimenti
di sangue, viceversa i miei
uomini hanno
l’autorizzazione ad
utilizzare tutta la forza
necessaria affinché ciò
venga fatto. Non ci saranno
ulteriori comunicazioni in
proposito. Bueller
chiude!=^=<br>
“Beh…sembra proprio che
siate sulla via giusta per
risolvere il vostro
problema…” commentò Smith
con un sorriso strano, che
non piacque per nulla alla
Dottoressa Graahn. L’uomo
si sfiorò appena il dorso
della mano.<br>
Ciò detto l’uomo rimase
silenziosamente seduto al
suo posto e questo
comportamento – in
apparente contrasto con
quello ciarliero tenuto
fino a quel momento –
allarmò la Dottoressa. La
giovane donna si stava
giusto arroventando su quali
potessero essere le
motivazioni di tale cambio
di comportamento quando
Smith, dopo aver piegato
per un momento la testa di
lato come se stesse
tentando di sentire un
suono estremamente basso, si
alzò in piedi e aggiunse
“Bene Dottoressa, è stato
un piacere…non credo abbiate
più bisogno di me, quindi
addio…” e – nello sfavillio
di luce azzurra di un
Teletrasporto – scomparve.<br>
“Graahn a Plancia…” chiamò
subito Melanne, quasi per
riflesso automatico “Smith
è appena stato
teletrasportato via!”</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope -
Plancia - 31 dicembre 2394
- Ore 04:55</p>
<p dir="ltr">Bueller era
estremamente fiero del suo
discorso, che di certo
avrebbe demoralizzato i
Romulani ora disarmati,
spingendoli ad una resa che
avrebbe facilitato il
ritorno alla normalità a
bordo della nave.<br>
Rodriguez li aveva raggiunti
e stava lavorando a
riattivare i campi di forza
delle celle commutando la
loro alimentazione sui
Reattori ad Impulso e la
voce di Rest stava già
riferendo i rapporti delle
prime Sezioni sotto
controllo Federale – quelle
dove i Romulani erano stati
così furbi da arrendersi
dopo aver capito di essere
stati disarmati – quando la
chiamata dell’Infermeria lo
riscosse.</p>
<p dir="ltr">=^=Graahn a
Plancia…Smith è appena
stato teletrasportato
via!=^= riferì l’Ufficiale
Medico Capo con voce
piuttosto agitata.<br>
“Maledizione!” esclamò il
Capitano, voltandosi verso
Rodriguez e Rest, che
avevano contemporaneamente
interrotto ciò che stavano
facendo per mettersi a
lavorare ai loro sistemi
“Ci sono navi lì fuori?”<br>
“I sensori a corto raggio
non sono al momento
attivi…” riferì Rest, ben
conscio che le limitate
capacità del computer che
stavano utilizzando per far
funzionare i sistemi della
nave non avevano consentito
di includere anche i sistemi
di analisi tra quelli
riattivabili.<br>
“Sto attivando le telecamere
esterne…” riferì Rodriguez,
mentre vagliava sul suo
terminale le immagini di
diversi punti di raccolta
immagini “Ecco…purtroppo
non c’è la correzione
visiva del computer, quindi
non posso zoomare o
migliorare l’immagine…”<br>
Sullo schermo visore apparve
un’immagine offuscata e
molto poco dettagliata ma –
anche così – era possibile
riconoscere una nave di
colore bianco che - dopo
essersi allontanata dalla
Hope - stava attivando
quello che pareva essere un
raggio trattore azzurro.<br>
“Credo stia recuperando le
navette da assalto…”
ipotizzò Rest, stimando
dalla distanza e dalla
dimensione presunta del
raggio che lo stesso stesse
agganciando oggetti lunghi
non più di 15-20 metri
“immagino si tratti della
nave appoggio che stavamo
attendendo…forse è appena
arrivata.”<br>
“Sì, ma non possiamo lasciar
loro le navette…” rifletté
Bueller “anche se l’arma di
Doohan le ha danneggiate, la
loro tecnologia non deve
cadere in mano alla Sezione
31…”<br>
“Temo che non abbiamo modo
di impedirlo…” riferì però
Rest “non abbiamo il
controllo sulle armi, né su
altri sistemi di emissione
con i quali potremmo
disturbare il loro Raggio
Traente.”<br>
Ferris rimase silenzioso un
momento, poi ebbe un’idea.
Rapidamente si sfiorò il
comunicatore, quindi disse
“Ferris a Jones e
Basta…Luna, potete decollare
con la navetta che avete
riattivato?”<br>
“Sì, ma perché…” provò a
chiedere il Timoniere della
Hope, ma il suo amico la
interruppe “La nave
appoggio di Smith si sta
rubando le navette, dovete
fermarla!”<br>
“Capitano…questa è una
navetta di Tipo 9…”
intervenne Basta “i nostri
armamenti sono estremamente
limitati…”<br>
“Ci inventeremo qualcosa…”
rispose Bueller “ora andate
e teneteli impegnati!”<br>
Pochi secondi dopo, una
navetta apparve sullo
schermo e cominciò a ronzare
attorno alla nave più
grande, che fu costretta ad
interrompere l’utilizzo del
Raggio Traente per alzare
gli scudi. La telecamera
che stavano usando non aveva
una qualità di immagine
tale da permettere di
cogliere cosa stesse
effettivamente succedendo,
ma presto i lampi divennero
di due distinti colori,
segno che anche la nave
della Sezione 31 stava
rispondendo al fuoco.<br>
“Qualche idea, signori?”
chiese Ferris, stringendo
con forza i braccioli della
poltrona per via
dell’impotenza che quella
situazione gli generava “Non
abbiamo armi, ma dobbiamo
aiutare Luna e Basta,
nonché impedire a Smith e
ai suoi di prendere quelle
navette…”<br>
A proporre qualcosa fu il
Consigliere Caytlin che,
con la sua voce dolce,
disse “Non dimentichiamo
che non abbiamo bisogno di
danneggiare la nave
appoggio…ci basterebbe
distruggere le navette. Non
potremmo teletrasportare
dei siluri fotonici
innescati al loro interno e
farli detonare?”<br>
“Non abbiamo scanner di
puntamento…” disse subito
Rodriguez, che pareva
ritenere quella ipotesi
fattibile “ma le navette
sono ferme. Se Luna e Lon ci
dessero le coordinate
esatte con i loro sensori,
potremmo farlo…”<br>
“Il problema è che la
Santabarbara è stata
sigillata a seguito
dell’avvio dello stato di
emergenza…” riferì Rest “Ed
è pesantemente schermata.
Per e consentire il
teletrasporto dei siluri
sarebbe necessario
sbloccarla e spostare
manualmente i siluri
all’esterno…ma il computer
che stiamo utilizzando non
è programmato per
interagire con i sistemi
tattici della nave.”<br>
“Non voglio altri problemi,
signori…voglio soluzioni!”
ringhiò Bueller alzandosi
in piedi. Subito Caytlin si
alzò a sua volta,
mettendogli una mano
sull’avambraccio e ciò
parve placarlo almeno un
po’ “Abbiamo due compagni
in pericolo lì fuori ed una
tecnologia che non deve
finire in mani sbagliate…”<br>
Rodriguez e Rest si
fissarono per diversi
secondi, ognuno dei quali –
probabilmente – sperando
che fosse l’altro a trovare
una soluzione a quel
problema all’apparenza
irrisolvibile. Si fissarono
talmente tanto che, quando
la proverbiale lampadina si
accese, si accese nella
mente di entrambi “i siluri
Quantici!” affermarono,
praticamente all’unisono,
prima di mettersi al lavoro
come se si fossero parlati
per coordinarsi.<br>
“Siluri…Quantici?” domandò
Ferris, colto alla
sprovvista. Aveva dovuto
litigare per settimane con
l’Ammiraglio Lennox per far
assegnare alla Hope una
piccola scorta di Siluri
Fotonici standard…da dove
cavolo erano saltati fuori
addirittura dei Siluri
Quantici???<br>
“Ho attivato un’interfaccia
con i sensori della
navetta…” riferì il Capo
Operazioni, ignorando
bellamente la domanda e
spingendo un comando che –
come effetto collaterale –
ebbe anche quello di
migliorare l’immagine sullo
schermo visore grazie alla
ricezione delle letture
sensoriali della navetta “I
Bersagli sono agganciati.”<br>
“Siluri armati ed
agganciati…” riferì Rest
che – attraverso i sensori
interni – aveva triangolato
le esatte posizioni dei
siluri ancora stivati nello
Sparviero di Luna e aveva
provveduto anche ad armarli
a distanza “pronti al
trasferimento.” Quindi,
poiché una simile operazione
doveva essere ordinata per
forza dal Capitano, spiegò
concisamente “Come avrebbe
potuto leggere dalla
relazione Protocollo
1723.5, durante la
precedente missione sulla
Luna degli schiavisti il
Comandante Rodriguez
ha…sequestrato un totale di
quattro testate belliche
federali ad inversione
quantica. Le stesse si
trovano nella stiva del
vascello del Cadetto Jones,
in attesa di poter
verificare se si tratta di
testate autentiche
contrabbandate in qualche
modo o di falsi…al momento
sarebbe possibile
teletrasportare queste
testate nelle navette,
distruggendole.”<br>
*La Lennox mi ammazzerà…* si
disse Bueller, ma non era
qusto l’importante. Aveva
domandato ai suoi uomini una
soluzione ad una situazione
senza soluzioni e loro
gliene avevano trovata
una…non era il caso di fare
gli schizzinosi “Molto
bene, trasferitele subito e
inviate la quarta a 1 km
dalla nave della Sezione
31…il botto dovrebbe
disabilitarli senza
distruggerli.”<br>
“Sto avvertendo il Cadetto
Jones di ritirarsi…”
informò Rest, mentre
Rodriguez avviava il
Teletrasporto.<br>
Per un momento non successe
nulla, se non un piccolo
lampo lì dove la quarta
testata si rimaterializzava
nello spazio. Poi, mentre
la navetta della Hope si
allontanava a pieno Impulso
dal proprio avversario,
quattro soli azzurri
esplosero trasformando per
qualche momento lo schermo
visore in una unica macchia
bianca.<br>
Nonostante la considerevole
distanza dalle esplosioni
la Hope venne scossa per
diversi secondi poi, quando
tutto tornò alla normalità,
sullo schermo fu visibile
solo la nave della Sezione
31, il cui scafo appariva
in più punti annerito e
danneggiato. Delle tre
navette non vi era più
alcuna traccia, se non
qualche frammento di
Duranio contorto e bruciato.<br>
“Entrano in Curvatura…”
riferì Rest, un istante
dopo, mentre la nave sullo
schermo si allungava per
poi scomparire in un lampo
di luce e –
contemporaneamente - in
Plancia la tensione si
alleggeriva in un istante
“apparentemente hanno
ritenuto di non avere più
nulla da fare qui…”<br>
“Direi che possiamo
ritenerci fortunati di
questo…” rispose Bueller,
ritrovando la propria
baldanzosità “forse hanno
temuto avessimo altri di
quei confetti…”<br>
“O magari non avevano
intenzione di nuocerci
comunque…” gli fece notare
Caytlin “se si tratta
davvero della Sezione 31,
anche se in un modo contorto
il loro scopo è quello di
difendere la Federazione e
noi ne facciamo parte.”<br>
“Sia come sia…” ribatté il
Capitano facendo spallucce
“Adesso muoviamoci, abbiamo
ancora un equipaggio
Romulano da finire di
domare…”</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope – Bar
di Prora - 31 dicembre 2394
– Ore 21:05</p>
<p dir="ltr">“Beh…alla fine è
irrilevante che ti abbia
spiegato o meno il suo
piano. Ha funzionato ed è
finito bene. Abbiamo ripreso
il controllo della nave e
siamo riusciti a riattivare
i computer. Appena il
Nucleo di Curvatura si sarà
stabilizzato potremo
recuperarlo e andarcene,
sempre che non arrivi prima
una nave appoggio.” Cercò
di cambiare argomento Basta,
producendosi così nella
frase più lunga ed
articolata che il
Consigliere Caytlin gli
avesse mai sentito dire.<br>
“Non cambiare argomento.”
Rispose freddamente la
Dottoressa Graahn, lanciando
un’occhiataccia all’amico.
Un’occhiataccia screziata
da emozioni rosse di
irritazione e verdi di
preoccupazione agli occhi
della mente del telepate.<br>
Sbuffando, Lon si appoggiò
sullo schienale della sedia
e si chiuse nel suo solito
mutismo, incrociando le
braccia al petto in una
posizione difensiva. E
sarebbe rimasto in quella
posizione anche a lungo, se
Melanne non avesse cambiato
strategia, scoccandogli
un’occhiata ferita che
travolse tutta la sua
determinazione a tacere ad
ogni costo.<br>
Capitolando, il Capo della
Sicurezza ammise “Sono
andato da lui per
affrontarlo sulla faccenda
della Nota di Demerito. Mi
ha provocato e l'ho
colpito…”</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope –
Sezione tattica – Ufficio
del Caosezione – 25 ore
prima (Flashback)</p>
<p dir="ltr">Lon Basta era
furioso. Il Consigliere
Cond sarebbe stato fiero di
lui…ora non era più nero,
era di un bel rosso acceso,
tanto caldo da sciogliere
il Duranio. <br>
*Che diavolo è passato per
la testa a Rest?* si stava
chiedendo la parte più
razionale del suo cervello,
mentre quella più istintiva
bramava di ottenere un
chiarimento dal Vulcaniano,
con la forza se necessario
*In questo momento, poi…*<br>
Il Capo della Sicurezza
entrò nell’Ufficio del suo
parigrado con piglio deciso
e – anche se esteriormente
non lasciava trasparire
alcuna emozione – esse
ribollivano sotto la sua
superficie con intensità
tale da risultare certamente
percepibili dalle capacità
telepatiche del collega.<br>
Dal canto suo Rest era la
riproduzione fatta emozione
del nulla, un grigio
costante ed indistinto,
tenuto sotto controllo da
una volontà ferrea che non
gli fece alzare gli occhi
dallo schermo, nonostante
fosse per lui impossibile
non accorgersi della
presenza dell’altro.<br>
“Vorrei dei chiarimenti…”
disse infine Basta, quando
ebbe trovato
l’autocontrollo necessario
a parlare senza lasciar
trapelare alcuna emozione
dalla voce “sulla nota di
demerito a nostro carico.”<br>
“Chiarimenti?” domandò in
risposta l’Ufficiale
Tattico Capo, sollevando
finalmente lo sguardo sul
collega ed alzandosi in una
forma di saluto certamente
non sentito “Le motivazioni
formali riportate nella
nota non sono
sufficientemente chiare?”<br>
“Perché ha tirato in mezzo
anche me, il Consigliere e
la Dottoressa?” chiese di
rimando Basta, che in realtà
non aveva neppure letto le
due pagine di motivazioni
formali che il Vulcaniano
aveva allegato alla propria
richiesta “Era lei che
stava portando avanti
l’interrogatorio. Se
ritiene di aver sbagliato,
perché coinvolgere anche
M…noi?”<br>
Il grigiume emotivo di Rest
ebbe un breve guizzo di
curiosità di colore
arancione, ma nulla trapelò
sul suo volto mentre
rispondeva “Mi pare
evidente. Per quando stessi
parlando io,
l’interrogatorio era
gestito da tutti e quattro.
Il Consigliere si sarebbe
dovuta accorgere della
reazione emotiva – o
presunta tale del signor
Smith. Lei, in quanto
telepate, avrebbe potuto
prevedere il tentativo
dell’uomo ed avvisarci ed
infine la Dottoressa Graahn
avrebbe dovuto trovare la
capsula di veleno prima che
vi fosse occasione di
utilizzarla. Non le paiono
motivazioni sufficienti?”<br>
“Io credo stia solo cercando
di alleggerire la sua
posizione…” affermò Basta,
ancora più irritato dal
tono condiscendente di Rest
“e ha tirato in ballo anche
noi prima che qualcuno
avviasse un provvedimento
disciplinare solo nei suoi
confronti.”<br>
“Illogico…” sentenziò
semplicemente il Vulcaniano
“ed inutile. Illogico perché
la responsabilità era
certamente nostra come
gruppo incaricato
dell’operazione. Inutile
perché il Capitano Bueller
non avrebbe mai avviato un
simile procedimento, col
rischio di coinvolgere il
Consigliere Caytlin.”<br>
“E allora…perché…?” si
chiese basta, prima di
notare un certo
autocompiacimento nel
grigume emotivo di Rest…una
poco gradevole sfumatura
violetta quasi
indistinguibile dalla bruma
grigia che erano le sue
emozioni “Per fare bella
figura?”<br>
Rest non disse nulla ed il
Betazoide continuò “In
questo modo lei appare come
quello dotato di
autocritica che ammette di
aver fatto un errore e
costringe il Capitano a
scusarla ufficialmente…e lei
ne esce pulito!”<br>
“Non sono neppure toccato da
simili insinuazioni…”
ribatté seccamente Rest,
facendo per rimettersi a
sedere. Come a dire che il
tempo per l’udienza che gli
concedeva era finito. <br>
Una simile arroganza fece
imbufalire ancor di più
Lon…Rest – in una situazione
come quella in cui si
trovavano – aveva perso
tempo ad orchestrare tutta
quella pantomima per
mettersi in buona luce,
rischiando di danneggiare
anche lui, il Consigliere e
Melanne, quando – se avesse
semplicemente ignorato la
cosa – la stessa non
sarebbe mai venuta a galla.<br>
Una simile consapevolezza
mandò nuovamente su tutte
le furie Basta che stavolta
non si trattenne ed urlò
“Non si azzardi ad
ignorarmi, Rest!”<br>
Ma il Vulcaniano intendeva
fare esattamente questo e
continuò nel suo gesto di
sedersi, per lo meno finché
un pugno non lo centrò
sulla guancia, mandandolo a
terra. Apparentemente per
nulla stupito del gesto,
Rest si risollevò con
movimenti lenti e si mise
in piedi di fronte al
collega, affermando con
voce gelida “Se non ha
altro da aggiungere,
Comandante…può andare.”<br>
Ciò detto gli afferrò il
polso in una specie di
morsa di carne e – con forza
decisamente superiore a
quella di un Umano o di un
Betazoide – lo condusse
oltre la porta, prima di
chiudergliela in faccia.
L’ultima cosa che Lon vide,
fu una evidente sfumatura
di soddisfazione che andava
a colorare le emozioni di
norma controllate del
Vulcaniano.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope – Bar
di Prora - 31 dicembre 2394
– Ore 21:05</p>
<p dir="ltr">“Come accidenti
ti è venuto in mente di
colpirlo?” protestò
Melanne, quando Basta ebbe
finito di raccontare ciò che
era accaduto tra lui e Rest
poco prima del
combattimento con le
navette dello Specchio e
con i Romulani.<br>
“Non gli è venuto in mente…è
stato Rest a spingerlo in
quella direzione.” Osservò
piattamente il Consigliere
Caytlin, spegnendo sul
nascere i bollenti spiriti
della Dottoressa e
attirandosi una occhiata
incuriosita dallo stesso
Lon.<br>
Vedendo che i due la
osservavano in attesa di
chiarimenti, la Risiana
aggiunse “E’ come vi ho
detto prima. Rest vede il
mondo in una sequenza di
mosse di scacchi. Azioni e
reazioni che possono essere
pianificate. In quest’ottica
probabilmente Lon aveva
ragione, la sua proposta di
Nota di Demerito per tutti e
quattro era finalizzata a
trasformare l’evento
negativo
dell’interrogatorio in
qualcosa che potesse
metterlo in buona luce,
anche se non saprei con
chi, visto che di certo il
Capitano l’avrà considerata
al più una puntigliosità o
una seccatura…mentre il
fatto di farsi colpire anche
se poteva con ogni
probabilità evitare o
parare il colpo è stata una
precisa forma di
autotutela. Lon avrebbe
potuto rivelare questa sua
manipolazione e fargli fare
una brutta figura. Ora,
invece, non può più, perché
se lo facesse verrebbe fuori
la faccenda del pugno e ci
sarebbe il legittimo dubbio
che anche il nostro buon
Betazoide stesse tentando
di fare la stessa cosa.
Anzi, peggio, perché in
teoria era dovere di Rest
fare rapporto come ha
fatto, mentre il pugno di
Lon è contrario ai
regolamenti e non è neppure
la prima volta che lo fa…”<br>
Entrambi rimasero silenziosi
per un po’, cercando di
comprendere il ragionamento
del Consigliere o di
confutarlo…ma sembrava
calzare alla perfezione al
contorto modo di pensare
del loro Ufficiale Tattico
Capo. <br>
Fu comunque Melanne a dire
“Ma perché avrebbe dovuto
farlo? Per cosa si sta
mettendo in luce? Forse per
il posto di responsabile
della Sezione
Tattica/Sicurezza?”<br>
“Non credo…” rispose
perplessa Caytlin “quella è
una decisione che spetta a
Bueller e – come ho già
detto – lui non credo abbia
colto le sfumature di questa
faccenda, o al massimo le
ha considerate un elemento
di irritazione che ha subito
accantonato…”<br>
Ed il discorso morì così,
visto che nessuno aveva
ulteriori elementi per
approfondirlo.</p>
<p dir="ltr">U.S.S. Hope –
Alloggio del Cadetto Rest -
31 dicembre 2394 – Ore 23:45</p>
<p dir="ltr">Quando le porte
scorrevoli dell’alloggio si
aprirono, Xyr si trovò di
fronte Rest che – con
indosso un abbigliamento
civile di fattura
tipicamente Vulcaniana – la
squadrò per un secondo.
Subito l’espressione
arcigna dell’Ufficiale
Tattico Capo parve
rilassarsi leggermente
mentre, scostandosi dalla
porta, diceva “Prego,
Comandante, si accomodi…”<br>
L’Andoriana avanzò nello
spartano alloggio
dell’amico e fu subito
investita dall’odore
penetrante dell’incenso da
meditazione. Diverse
candele ardevano nella
stanza e fungevano anche da
sola fonte di luce, visto
che quella artificiale era
stata completamente
disattivata.<br>
“Disturbo forse?” domandò,
avvicinandosi nel frattempo
alla scacchiera
tridimensionale di
cristallo che svettava su di
un tavolino, unica
concessione al lusso in
quella stanza, che ospitava
anche un tavolo da
Stratagema ed una collezione
di altri giochi da tavolo
di strategia, seppure di
minor pregio.<br>
“Assolutamente no, Xyr…”
rispose Rest, passando ad
un tono più colloquiale,
frutto di anni di amicizia
difficoltosamente coltivata
tra i due “sono solo
stupito di vederti in
piedi, avevo sentito dire
che la Dottoressa Graahn ti
aveva ordinato riposo
assoluto sino a completa
guarigione.”<br>
“Ho qualche costola rotta e
risaldata, ma trenta metri
tra i nostri alloggi credo
di poterli fare…” ribatté la
giovane donna, sfiorando
con le lunghe dita
affusolate un cavallo di
cristallo opaco, senza però
toccarlo, visto che la
scacchiera sembrava
ospitare una partita in
corso *Chissà tra Rest e
chi?* si trovò
distrattamente a chiedersi.<br>
“Accomodati, ti prego…lascia
che ti prepari un po’ di
tè…” glissò il Vulcaniano,
voltandosi verso un
armadietto dal quale
estrasse due tazze di
ceramica dall’aria antica
ed un barattolo metallico
con tappo a vuoto
pneumatico.<br>
"Credevo che i replicatori
fossero ancora fuori
uso..." commentò il Primo
Ufficiale, accomodandosi
sul divano, che risultò
essere piacevolmente duro
sotto la schiena, non come
quelli in dotazione
standard negli alloggi.
Chissà Rest come se lo era
procurato, visto che la
fornitura di mobili e
arredi era di competenza di
Rodriguez ed i due non
parevano andare poi così
d'accordo?<br>
"Gli Zarkdon sono un popolo
deludente sotto molti
aspetti..." rispose il
Vulcaniano, apparentemente
cambiando argomento. Xyr
però sapeva che l'amico
aveva trascorso un periodo
della sua esistenza - e
della sua formazione - su
quel mondo, non ricavandone
una impressione favorevole.
Ignaro delle elucubrazioni
dell'amica, Rest continuò
"uno di questi é la
ridicola convinzione che
impedire ogni forma di
ristorazione non collettiva
all'interno delle loro
forze armate migliori il
rendimento e la
coordinazione dei suoi
membri."<br>
"Si chiama Spirito di Corpo,
Rest..." lo rimproverò
bonariamente Xyr, prima di
ridere divertita, cosa che
le fece ricadere parte dei
bianchi e setosi capelli
davanti agli occhi
"quindi...fammi
capire...gli Zarkdon sono
deludenti perché non
consentono ai cadetti delle
loro scuole militari di
mangiare da soli?"<br>
Il Vulcaniano non colse la
provocazione, estraendo
invece dalla stessa
dispensa quello che aveva
l'aspetto di un antico
bollitore, salvo per un
piccolo schermo abilmente
occultato nel coperchio.
Disse invece "Purtroppo
questa deprecabile
convinzione aveva - come
conseguenza - che gli
alloggi dei Cadetti erano
privi di replicatori
alimentari o di altre
tecnologie atte a cucinare
cibo. Ciò comportava - tra
l'altro - l'impossibilità di
preparare del té..."<br>
"E quindi ti sei procurato
quell'aggeggio?" domandò
l'Andoriana, indicando
l'oggetto che Rest aveva
nel frattempo acceso. La
cosa non la stupiva...per
quanto Rest potesse negarlo
affermando con sdegno che
si trattava di una emozione,
il suo amico era un patito
del té.<br>
"Un replicatore di acqua
bollente..." confermò il
Tattico, mentre un fischio
annunciava che l'acqua
aveva raggiunto la
temperatura ideale. Con
movimenti sicuri e precisi
Rest aprí il contenitore
ermetico, prelevandone due
identiche quantità di
foglie triturate che pose in
eleganti contenitori
d'argento traforati.
Dopodiché pose gli infusori
nelle tazze e vi versò
sopra acqua bollente dal
bollitore.<br>
Preparato il tutto, portò le
due tazze verso il divano e
le pose su un tavolino
basso situato vicino a dove
era seduta Xyr, prima di
sedersi a sua volta su di
una poltrona posta ad una
distanza tale dal divano da
dare un'impressione di
vicinanza pur senza andare
ad intaccare lo spazio
vitale dell'ospite.<br>
"Grazie..." disse
l'Andoriana, accettando il
té ed afferrandone la tazza
a due mani, così da
potersela portare vicino al
viso ed annusarne l'aroma.
Per quanto non apprezzasse
le bevande troppo calde -
come buona parte della sua
gente, peraltro - il té di
Rest era un gusto
acquisito, del quale ora
faticava a fare a meno
"volevo dirti che il
Capitano ha deciso di non
mandare avanti la tua
proposta di Nota di
Demerito..."<br>
"Supponevo l'avrebbe
respinta..." convenne Rest,
che ancora non aveva toccato
il suo bicchiere. Da anni,
ormai, attendeva
esattamente 97 secondi prima
di iniziare a sorseggiare
il té "Ciononostante ho
ritenuto fosse mio dovere
inviare la segnalazione
motivandola. Le scelte del
Capitano sono oltre la mia
capacità di influenza."<br>
"Perlomeno l'ho costretto a
respingere formalmente la
risposta, anziché
cestinarla e basta..."
commentò la giovane donna.
Dopodiché vi fu un momento
di silenzio a seguito del
quale aggiunse "Oggi hai
fatto un ottimo lavoro,
anche se hai corso parecchi
rischi. Abbiamo avuto
diversi feriti gravi e,
senza l'Infermeria...beh, é
un miracolo che non abbiamo
perso nessuno!"<br>
"Si é trattato di rischi
calcolati..." spiegò
l'Ufficiale Tattico "con le
impostazioni di sicurezza
dei Phaser attivate, é
possibile far fuoco
unicamente con settaggio
pari o inferiore a 4, ovvero
in modalità stordimento o
ferimento leggero. In
questa seconda modalità il
raggio phaser é perforante
ma non attiva una
disgregazione molecolare.
In quest'ottica, anche
considerato che il raggio
stesso cauterizza le ferite
che provoca, solo un colpo
portato alla testa o al
cuore risulta letale.
Combinando questo fatto con
una strategia che prevedesse
ampi spazi di ripiego si
ottiene una percentuale di
sopravvivenza teorica nelle
truppe del 97,3%. Ho
ritenuto fosse preferibile
tale percentuale alla
matematica certezza di
perdere l'Infermeria,
lasciando agli avversari la
possibilità di curarsi e di
accedere a veleni ed altre
modalità di guerra
batteriologica."<br>
"Beh...alla fine, come
dicevo, é andata
bene...abbiamo avuto solo 15
feriti gravi." commentò il
Primo Ufficiale,
decisamente lieta del fatto
che non avessero perso
nessuno.<br>
"Dei quali sette a causa
dell'ostinazione del
Capitano a voler mantenere
la posizione presso
l'Hangar anziché seguire la
strategia generale..." ci
tenne a precisare il
Vulcaniano, ancora piccato
per l'incoerenza e la
mancanza di disciplina del
suo Capitano, che prima lo
aveva investito della
responsibilità di
organizzare la difesa della
nave e poi aveva rifiutato
di seguire le sue
indicazioni strategiche.<br>
"Bueller é una primadonna..
" commentò Xyr con una
risata cristallina che ebbe
l'effetto di alleviare
lievemente il cipiglio
dell'amico "non aspettarti
che segua i
suggerimenti...se vuoi che
faccia bene le cose,
manipolalo in modo che
pensi sia farina del suo
sacco..."<br>
"Ciò é altamente
illogico..." protestò Rest,
anche se - in cuor suo -
sapeva che l'Andoriana
aveva ragione "tra le sue
scelte azzardate e le sue
mancanze rispetto a
regolamenti e protocolli, é
inconcepibile che sia
ancora lui il Capitano."<br>
"Lo so, é per questo che
invio regolari rapporti su
tutto questo..." confermò
la ragazza, facendosi seria
"e Strauss mi ha confermato
che l'Ammiraglio Lennox li
riceve e li tiene in debito
conto."<br>
"A che contatore é giunto
oggi?" domandò Rest, con
una punta di interesse - o
forse di divertimento - nel
tono della voce.<br>
"47, mi pare..." rispose Xyr
divertita "Ma devo
ammettere che, avendo
passato buona parte della
giornata in Infermeria, non
ho avuto modo di controllare
tutto..."<br>
Mentre lo diceva si mosse
leggermente a disagio sul
divano. Era la terza volta
che lo faceva e Rest
ritenne - con una
probabilità del 93.7% - che
ciò dipendesse da
stanchezza e dal dolore alle
costole. Pertanto affermò
"A tal proposito, per
quanto le tue visite siano
per me sempre fonte di
piacere, ritengo sia giunto
il momento che ti ritiri
nel tuo alloggio."<br>
"Mi stai cacciando?" domandò
divertita l'Andoriana, che
in realtà condivideva
l'opinione dell'amico,
sentendosi veramente a
pezzi.<br>
"Ritengo tu sappia
perfettamente che le mie
porte sono sempre aperte per
te..." ribatté Rest,
accompagnandola verso la
porta "ma il tuo stato di
salute impone che non
posticipi ulteriormente il
ciclo di riposo. Pertanto,
a meno che tu non
preferisca approfittare del
mio letto, temo dovrai
ritirarti nel tuo alloggio."<br>
Xyr sapeva quanto i
Vulcaniani tenessero alla
propria privacy, quindi
apprezzò quella offerta,
per quanto entrambi
sapessero che era destinata
ad essere rifiutata. Prima
di uscire, però, si fece
seria e disse "Rest, ho un
piacere da
chiederti...qualcosa che mi
fido a domandare solo a
te."<br>
"Naturalmente sono a tua
disposizione,
Comandante..." rispose
Rest, facendosi attento.
Conosceva abbastanza Xyr da
capire quando voleva
parlare di qualcosa di
importante.<br>
"Sono praticamente certa che
Smith avesse un
complice..." affermò la
donna "non ne ho le prove,
ovviamente... Ma ne sono
certa. E mi spaventa, perché
potrebbe essere chiunque a
bordo, anche uno degli
Ufficiali Superiori."<br>
"Se lo desideri indagherò su
questa posdibilità..." si
offrì il Tattico,
immaginando dove l'amica
volesse andare a parare.<br>
"Te ne sono grata...lo
sapevo di poter contare su
di te..." affermò
l'Andoriana, mettendogli
una mano sulla spalla in un
gesto cameratesco, gesto che
sapeva essere una
concessione da parte del
Vulcaniano, di norma
refrattario al contatto con
i non telepati.<br>
*Come sempre, Xyr...* si
disse Rest, mentre la porta
del suo alloggio si
richiudeva, nascondendo
alla vista l'elegante
figura del Primo Ufficiale
della Hope *come sempre...*</p>
<p dir="ltr">--<br>
Inviato da myMail per
Android<br>
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Inviato da myMail per
Android</p>
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli
altri posti erano occupati. Bertolt Brecht<br>
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